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Sign for Aiutaci a garantire l'effettiva applicazione dell'art. 27 Cost.(funzione rieducativa della pena)

Mercoledi',23 Marzo 2011: interrogazioni per l'assunzione degli educatori penitenziari

Mercoledi',23 Marzo 2011,

(rinvio del 16 Marzo 2011)

in commissione giustizia discussione delle interrogazioni orali per l'assunzione degli educatori penitenziari.


5-04298 Cassinelli: Sull’iter del concorso pubblico per educatore penitenziario


5-04314 Ferranti: Questioni relative all’assunzione dei vincitori del concorso per educatore penitenziario




Per leggere il testo delle interrogazioni vai su news giornaliere o etichetta interrogazioni parlamentari




Carceri:necessario assumere educatori,assistenti e psicologi.

26 agosto 2010



Giustizia: Bernardini (Radicali); basta morti in carcere, varare in fretta misure deflattive



“Il tempo dell’illegalità e dell’inciviltà carceraria italiana è scandito ad un ritmo impressionante dalle morti, dai suicidi. Dico al Governo e ai miei colleghi parlamentari che così numerosi hanno partecipato all’iniziativa del Ferragosto in carcere, che occorre fare in fretta a varare, intanto, misure adeguate a decongestionare la sovrappopolazione carceraria”. Lo afferma Rita Bernardini, deputata Radicale, membro della Commissione Giustizia della Camera, dopo la morte di un detenuto a Sulmona. “Il disegno di legge Alfano - così come svuotato dalla Commissione Giustizia della Camera - non serve a spegnere l’incendio di disperazione e di morte che sta divampando - prosegue.Affidare infatti ai Tribunali di sorveglianza la valutazione della pericolosità sociale e l’idoneità del domicilio per consentire di scontare ai domiciliari pene residue sotto i 12 mesi, significa paralizzare tutto: la valutazione arriverà troppo tardi! Si dia ai direttori degli istituti penitenziari questo compito che saprebbero fare meglio e più in fretta dei magistrati di sorveglianza. Ridimensionata almeno un po’ la popolazione detenuta, occorre immediatamente riformare il sistema come previsto dalle mozioni approvate in gennaio dalle aule di Montecitorio e di Palazzo Madama a partire dallo stop all’uso indiscriminato della carcerazione preventiva e alla depenalizzazione dei reati minori, per arrivare alle misure e pene alternative che si rivelano molto più efficaci del carcere ai fini della rieducazione e del reinserimento sociale, all’adeguamento degli organici penitenziari (agenti, educatori, psicologi, assistenti sociali), alle possibilità di lavoro per i detenuti, agli istituti di custodia attenuata dove i tossicodipendenti possano curarsi”.





5 luglio 2010





Carceri: Favi, "Bene Tg2, condizioni indegne per detenuti e lavoratori"



Dichiarazione di Sandro Favi responsabile Carceri del Partito Democratico



L’inchiesta del Tg2 sulla drammatica situazione delle nostre carceri evidenzia ciò che il Partito Democratico denuncia da mesi, e cioè condizioni di vita per i detenuti e per i lavoratori penitenziari del tutto indegne. Quelle viste all’Ucciardone sono situazioni che in realtà riguardano la stragrande maggioranza delle carceri italiane. Le morti in carcere e gli atti di autolesionismo sono segnali inequivocabili: occorre attuare da subito politiche penitenziarie che decongestionino gli istituti. È assolutamente necessario investire sulle misure alternative alla detenzione e sull’aumento di agenti di polizia penitenziaria, di educatori, di assistenti sociali e psicologi.



Finora il ministro Alfano e il direttore delle carceri Ionta hanno saputo solo ipotizzare un piano carceri che avrà lunghissimi tempi di realizzazione e che non inciderà minimamente per un miglioramento della situazione nell’immediato.



Così non va.









Lettere: senza assunzione personale educativo il ddl Alfano è inutile





Comunicato stampa, 29 maggio 2010





Ai deputati di commissione bilancio



e giustizia camera









Al sottosegretario



On. Caliendo









Al sottosegretario



On. Giorgetti Alberti







Egregi Onorevoli,



dopo aver appreso la notizia sul parere negativo della Commissione Bilancio sugli artt. 2 quater e 2 sexies del Ddl Alfano questo Comitato ritiene necessario porre alla Vostra attenzione alcune osservazioni. L’eliminazione dell’articolo aggiuntivo Schirru 2.060 svuoterebbe di significato il Ddl Alfano riducendolo ad una imago sine re.



L’investimento in risorse umane è propedeutico alla concreta materializzazione della normativa contenuta nel provvedimento. Secondo quanto enunciato dall’art. 1 comma 3 del Ddl. il magistrato di sorveglianza decide sulla base della relazione inviatagli dall’istituto penitenziario.



Alla luce della normativa penitenziaria è l’educatore colui che osserva il comportamento del detenuto e provvede alla stesura della relazione di sintesi, cioè di quella relazione di cui si servirà il magistrato di sorveglianza per la decisione finale sulla misura alternativa.



Senza l’incremento di ulteriori unità di personale pedagogico la situazione del sovraffollamento carcerario non potrà mai essere risolta né tantomeno potrà trovare risoluzione la drammatica condizione in cui versano le carceri italiane.



Pochi educatori significa poche relazioni da inviare al magistrato di sorveglianza. Pochi educatori significa impossibilità di fare il trattamento. Pochi educatori significa stasi della concessione di misure alternative. L’eliminazione dell’articolo aggiuntivo Schirru creerebbe un vero e proprio effetto boomerang che provocherebbe la totale paralisi del Ddl Alfano.



La Commissione Giustizia dopo aver preso atto della grave situazione di disagio in cui versano le carceri italiani ha dato voce all’articolo 27 della Costituzione decidendo di investire su quello che già nel Settecento Beccaria definiva “il più sicuro mezzo di prevenire i delitti” ossia l’educazione.



L’approvazione dell’articolo aggiuntivo che esclude il Dap dalla riduzione della pianta organica e dal blocco delle assunzioni costituisce una vera e propria presa di coscienza dell’assunto secondo il quale non può esserci alcun miglioramento delle condizioni di detenzione senza l’investimento in risorse umane.



Si evidenzia inoltre che l’emendamento è già stato “riformulato” originariamente infatti prevedeva l’obbligo per il governo,dopo l’invio della relazione per l’adeguamento della pianta organica, di predisporre entro 2 mesi un piano straordinario di assunzioni.



La totale eliminazione di questo emendamento volto alla concreta applicazione della misura alternativa sulla quale questo Governo intende puntare per risolvere il dramma del pianeta carcere renderebbe inutile l’approvazione di un Ddl che non riuscirebbe mai ad essere attuato.



Ci sarebbe infatti una vera e propria antinomia tra norma e realtà. La realtà è che la situazione carceraria italiana è drammatica e preoccupante.



I continui suicidi in carcere sono da porre in relazione con le insopportabili condizioni di disagio in cui vivono i reclusi delle carceri italiane alla carenza di trattamento e attività rieducative e alla mancata assistenza psicologica dovuta alla cronica carenza di personale educativo



Ebbene, l’Italia, Paese democratico, è stata condannata dalla Cedu per trattamento degradante e disumano. A tale situazione va data una risposta concreta, soprattutto se si considera che il bilancio dello stato potrebbe essere aggravato dalle condanne della Cedu (Sic!).



Inoltre non si comprende come la crisi riguardi solo le risorse umane e non anche lo stanziamento dei fondi per l’edilizia penitenziaria ,infatti, una volta costruite nuove carceri queste rimarranno inutilizzate (Sic!) Un esempio è fornito dal carcere di Agrigento e dal carcere di Rieti, a Pinerolo inoltre, c’è un carcere vuoto da 10 anni ma è già stata individuata un’area per costruir un nuovo carcere (fonte Girodivite).



Per un provvedimento importante, come quello in esame, che punta sulla rieducazione e sul recupero del reo, occorre assumersi delle responsabilità serie, perché l’incremento del personale pedagogico rappresenta il sine qua non della correlazione legge - realtà.



Ancora una volta si evidenzia inoltre che il “decantato” vulnus di copertura finanziaria può essere sanato attingendo dai fondi della Cassa delle Ammende che secondo quanto disposto dall’art 129 III comma del Dpr 30 giugno 2000, n. 230, devono essere destinati ai programmi che tendono a favorire il reinserimento sociale dei detenuti e degli internati anche nella fase di esecuzione di misure alternative alla detenzione”e non all’edilizia penitenziaria (Sic!) . Qualora il Governo non intenda attingere i fondi necessari dalla cassa delle Ammende potrebbe ricavarli dai fondi del Fug, visto che il Presidente del Consiglio dei Ministri ha firmato il decreto che assegna per la prima volta le quote delle risorse sequestrate alla mafia e i proventi derivanti dai beni confiscati al Fondo Unico Giustizia (Fug), nella misura del 50 per cento al Ministero dell’Interno e del 50 per cento al Ministero della Giustizia. Attingendo i fondi o dalla cassa delle Ammende o dal Fug non vi sarebbe alcun onere aggiuntivo in quanto gli stessi sono già previsti in bilancio.



Per le ragioni suesposte riteniamo che l’emendamento presentato dall’On. Donatella Ferranti e Schirru sia una vera proposta “bipartisan” che deve, necessariamente,trovare accoglimento così come è stato approvato in Commissione Giustizia.



Riteniamo altresì che il governo, dopo aver provveduto all’adeguamento della pianta organica anche in relazione alla popolazione detenuta ( quasi 70mila detenuti) debba predisporre un piano straordinario di assunzioni di educatori penitenziari da attingersi dalla vigente graduatoria del concorso pubblico per esami a 397 posti nel profilo professionale di Educatore, Area C, posizione economica C1, indetto con Pdg 21 novembre 2003.



Una scelta in tal senso rappresenterebbe la chiave di volta per un chiaro e ben preciso impegno di responsabilità affinché la drammatica situazione che affligge il pianeta carcere possa finalmente essere risolta. Per tali ragioni auspichiamo che tutta la commissione bilancio della camera e il sottosegretario Alberto Giorgetti facciano una seria e proficua riflessione riconoscendo l’importanza ai fini dell’attuazione del Ddl in esame dell’emendamento Schirru 2.060.





FERRANTI SU DDL CARCERI,OTTENUTO ANCHE AMPLIAMENTO ORGANICO EDUCATORI PENITENZIARI.

Donatella Ferranti,PD:piano programmato di assunzioni del personale degli educatori.

Governo favorevole a emendamenti Pd per potenziamento personale penitenziario:piano programmato di assunzioni, per l`adeguamento degli organici del personale di Polizia penitenziaria, degli educatori, degli assistenti sociali e degli psicologi.


18 maggio 2010


La commissione Giustizia della Camera ha cominciato a votare gli emendamenti presentati al ddl carceri e il Governo ha dato parere favorevole alle proposte di modifica del Pd che prevedevano il potenziamento del personale civile e amministrativo penitenziario (psicologi, educatori, ecc) e l’adeguamento delle piante organiche di carabinieri e polizia in funzione del nuovo impegno che dovranno svolgere per vigilare sui detenuti che trascorreranno agli arresti domiciliari l’ultimo periodo della loro detenzione. Il capogruppo del Pd in commissione giustizia, Donatella Ferranti, ha espresso soddisfazione per questo parere favorevole del Governo augurandosi che alla fine l’emendamento venga approvato.



Pd: nostre proposte sono su linea indicata da Napolitano

“Il Pd è pronto” a rispondere al monito del presidente della Repubblica sulla necessità di risolvere il sovraffollamento delle carceri e “a fare la propria parte”. Per questo, annuncia Sandro Favi, responsabile Carceri dei democratici, “nei prossimi giorni il nostro partito presenterà proposte su questi temi, in un quadro di sistema e in continuità e sviluppo delle mozioni approvate dal Parlamento già nei primi mesi di quest`anno”.

“Proporremo - spiega Favi - che si proceda alla revisione del codice penale, che vengano riviste le norme che determinano l`alta incidenza di imputati in custodia cautelare in carcere e quelle sul trattamento penale dei tossicodipendenti, che siano ampliate le opportunità di accesso alle misure alternative alla detenzione. Chiederemo inoltre al Governo - prosegue - un piano programmato di assunzioni, per l`adeguamento degli organici del personale di Polizia penitenziaria, degli educatori, degli assistenti sociali e degli psicologi, nonché gli indispensabili stanziamenti ed investimenti per ripristinare la corretta funzionalità ed operatività dei servizi e delle strutture”.

“Il Partito Democratico - conclude l’esponente del Pd - rinnova la stima e la fiducia degli appartenenti al Corpo di polizia penitenziaria e l`apprezzamento verso i dirigenti dell`Amministrazione penitenziaria, verso le professionalità socio-educative, sanitarie, amministrative e tecniche che, in questa fase difficile, dimostrano il proprio impegno con alto senso di umanità e qualificate competenze”.

Ferranti: "Iter rapido? Vediamo atteggiamento maggioranza su nostre proposte"

Carceri: Pd, "Testo migliorato in commissione, ma serve uno sforzo in più" Ferranti: "Iter rapido? Vediamo atteggiamento maggioranza su nostre proposte"

“Lo stralcio della messa in prova consentirà di esaminare rapidamente il provvedimento sulla detenzione domiciliare”. Lo dichiara la capogruppo del Pd nella commissione Giustizia della Camera, Donatella Ferranti facendo notare come ‘la messa in prova non riguardava la popolazione carceraria e quindi non avrebbe avuto effetti sul grave stato di sovraffollamento delle carceri italiane. In ogni caso – sottolinea la democratica – il voto di oggi conferma il nostro giudizio negativo sul testo uscito dal consiglio dei ministri che era confuso ed inefficace anche perché privo di qualsiasi copertura finanziaria. Stiamo adesso valutando se aderire o meno alla richiesta di un voto in sede legislativa sul testo modificato nel corso dei lavori in commissione. La nostra disponibilità dipenderà anche dall’atteggiamento della maggioranza sulle nostre ulteriori proposte di modifica. In particolare: la tutela delle vittime di violenza domestica, il rafforzamento del personale di polizia (non solo quella penitenziaria) e del personale del comparto civile dell’amministrazione penitenziaria(educatori e psicologi)”.


Proposta emendativa 8.01.


Dopo l'articolo 8 inserire il seguente:


«Art. 8-bis. - 1. Entro centottanta giorni dall'entrata in vigore della presente legge, il Ministro della Giustizia, sentiti i Ministri dell'interno e della funzione pubblica, riferisce alle competenti Commissioni parlamentari in merito alle necessità di adeguamento numerico e professionale della pianta organica del Corpo di Polizia penitenziaria e del personale del comparto civile del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria anche in relazione all'entità numerica della popolazione carceraria e al numero dei posti esistenti e programmati.

2. A tal fine il Governo presenta al Parlamento entro i successivi novanta giorni un apposito piano straordinario di assunzioni di nuove unità specificandone i tempi di attuazione e le modalità di finanziamento.».
Ferranti Donatella, Schirru Amalia, Samperi Marilena, Amici Sesa



Proposta emendativa 8.03.

Dopo l'articolo 8 inserire il seguente:


«Art. 8-bis. - 1. Al comma 8-quinquies, della legge n. 26 del 2010, dopo le parole Il Corpo della Polizia penitenziaria, sono inserite le seguenti il personale del comparto civile del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria,».
Schirru Amalia, Ferranti Donatella, Samperi Marilena, Amici Sesa



28-04-10


Dopo l'ennesimo suicidio in carcere (23 dall'inizio dell'anno), nel penitenziario di Castrogno, a Teramo, il parlamentare dell'IdV, Augusto Di Stanislao, ribadisce la necessita' di interventi diretti ed immediati da parte del Governo. ''Non e' piu' ammissibile - afferma il deputato IdV - una tale situazione di completa incapacita' da parte del Governo di affrontare concretamente le problematiche delle carceri in Italia''. Di Stanislao ricorda che ''dopo varie visite presso il carcere di Castrogno e altrettante interrogazioni ad Alfano, dopo una mozione a mia prima firma approvata all'unanimita', con la quale anche la maggioranza si e' impegnata in una serie di iniziative atte a risollevare una drammatica realta' focalizzando l'attenzione sul sovraffollamento e sulla carenza di personale penitenziario e di educatori, dopo l'annuncio dell'emergenza carceri di Alfano e del fantomatico piano carceri, dopo continue denunce e sollecitazioni dei sindacati sulla necessita' di intervenire sulle strutture, sugli organici, siamo ancora di fronte ad una situazione insostenibile e all'emergenza soluzioni''. ''Ho presentato da tempo - conclude Di Stanislao - una proposta di legge per istituire una Commissione d'inchiesta parlamentare sulla situazione delle carceri in Italia che, ora piu' che mai, diventa fondamentale per dare risposte e soluzioni ai molteplici problemi e disagi dell'intero mondo penitenziario''.




Di Stanislao:il ministro tace sulle assunzioni degli educatori,riferisca in parlamento.

“E’ giusta l’assunzione di 2.000 agenti così come evidenziato da Sarno, Segretario generale Uil Pa Penitenziari, per garantire il turnover e quindi supplire la carenza del personale di polizia penitenziaria, ma vi è una colpevole dimenticanza da parte del Ministro quando tace sulla necessità di garantire la presenza degli educatori così come previsto nella Mozione IdV approvata all’unanimità dal Parlamento.” Queste le parole dell’On. Di Stanislao che prosegue: “Non vorremmo che questo impegno del Ministro si focalizzi esclusivamente sull’edilizia carceraria e altresì non vorremmo che dietro la parola magica “stato di emergenza” si celi il grimaldello per ridare vita ad una ” Carceri d’oro 2″ che in barba alla procedure di appalti e alla trasparenza abbiano buon gioco, piuttosto che la pubblica utilità e l’urgenza, i furbetti delle sponsorizzazioni. Si segnala al Ministro, nel frattempo, che in Italia vi sono 40 penitenziari incompiuti ed inutilizzati in un Paese che ne ha 171 in tutto e nel Piano Carceri presentato non c’è cenno di recupero di questo patrimonio. Chiedo che il Ministro venga, così come richiesto in Aula, a riferire in Parlamento sugli impegni presi in relazione ai tempi e modi e risorse da impiegare. Nel frattempo con due distinte interrogazioni chiedo al Ministro quale modello di recupero intenda mettere in campo visto che non si parla assolutamente di assumere gli educatori e cosa intenda fare per i 40 penitenziari incompiuti.”


16 Marzo 2010:interrogazione a risposta in Commissione su assunzione idonei educatori penitenziari

Convocazione della II Commissione (Giustizia)

Martedì 16 marzo 2010

Ore 13.45

5-02550 Ferranti: In relazione all’assunzione di educatori penitenziari


Interrogazione a risposta in Commissione:

FERRANTI, MELIS, TIDEI e SAMPERI.



- Al Ministro della giustizia.

- Per sapere

- premesso che:

il 17 febbraio 2010 il Sottosegretario per la giustizia Caliendo è intervenuto in Senato sul tema dell'assunzione degli educatori penitenziari reclutati tramite il concorso pubblico per esami a 397 posti nel profilo professionale di educatore, area C, posizione economica C1, indetto con PDG 21 novembre 2003;

nel corso della succitata seduta, il Sottosegretario Caliendo ha affermato che entro aprile 2010 saranno assunti in via definitiva tutti gli educatori che hannosuperato i precedenti concorsi, oltre ai 170 già assunti (anche se agli interroganti risulta che siano stati assunti 97 educatori);

in realtà, l'assunzione dei vincitori del suddetto concorso era già programmata con l'indizione dello stesso nel 2003, per il quale il dipartimento dell'amministrazione penitenziaria già disponeva dei fondi necessari;

lo stesso Ministro interrogato, onorevole Alfano, aveva riconosciuto l'improcrastinabilità e l'urgenza di assumere più unità di educatori quando, il 12 gennaio 2010, furono approvate alla Camera le mozioni sui problemi del carcere presentate da vari gruppi parlamentari;a fronte di una popolazione carceraria di 67.000 unità, il rapporto educatore/detenuto è di circa 1 a 1.000, cosa che rende in pratica impossibile lo svolgimento di qualsivoglia progetto rieducativo impedendo il corretto reinserimento del detenuto nel tessuto sociale, così come previsto nel dettato costituzionale;

non avendo il Ministro interrogato ancora proceduto all'assunzione di ulteriori unità degli educatori, limitandosi a rimandare la questione ad un futuro confronto in merito con i Ministri Tremonti e Brunetta, sarebbe auspicabile ed urgente un rapido avvio della procedura di assunzione di educatori, almeno per completare la già esigua pianta organica, ulteriormente ridotta di circa 400 unità dal decreto legislativo n. 150 del 2009

se non ritenga opportuno procedere celermente all'assunzione di educatori attingendo dalla vigente graduatoria degli idonei risultante dal concorso pubblico a 397 posti di cui in premessa, al contempo prorogando la validità della stessa per almeno un quinquennio, al fine di permetterne lo scorrimento graduale per compensare il turn-over pensionistico, evitando l'indizione di nuovi concorsi che comporterebbe ulteriori oneri finanziari.

(5-02550)


Risposta all'interrogazione di Donatella Ferranti:dal 2011 assunzioni degli idonei educatori concorso,il comitato vigilera'.

Nel rispondere agli On. interroganti ritengo opportuno segnalare che il concorso pubblico per esami a 397 posti nel profilo di "Educatore", Area C, posizione economica C1, dell'Amministrazione Penitenziaria, è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 30 del 16.4.2004 - IV serie speciale e si è concluso in data 9 luglio 2008.La graduatoria definitiva, immediatamente dopo l'approvazione del Direttore Generale con provvedimento dell'11 luglio 2008, è stata trasmessa all'Ufficio centrale per il bilancio per l'apposizione del visto di controllo.Nell'anno 2009, in ragione dell'entità dei fondi stanziati ai sensi dell'articolo 1, comma 346, della Legge 24.12.2007 n. 244, è stato possibile procedere all'assunzione dei primi 103 vincitori del predetto concorso a 397 posti.Quanto alle restanti 294 unità, la competente Direzione Generale di questa amministrazione ha già programmato il relativo piano di assunzione ricorrendo, per la copertura degli originari 397 posti a concorso, allo scorrimento della graduatoria, ai sensi dell'art. 15, co. 7, DPR n. 487/99 e successive integrazioni e modificazioni.I nuovi educatori - alcuni dei quali individuati tra i candidati idonei, ma non vincitori del concorso, attese le 12 defezioni intervenute per rinunce, mancate stipule del contratto o dimissioni da parte degli aventi diritto - hanno infatti già scelto la sede di destinazione e, entro aprile del corrente anno, saranno formalmente assunti con firma del relativo contratto.Per quanto riguarda, invece, l'auspicata possibilità di procedere ad un ulteriore scorrimento della graduatoria oltre il numero dei posti originariamente messi a concorso, mi corre l'obbligo di segnalare che tale eventualità non rientra tra le ipotesi di cui all'art. 15, co. 7, del DPR n. 487/1994 e che pertanto, limitatamente all'anno in corso, non può essere attuata per mancato stanziamento dei fondi occorrenti.I fondi disponibili, infatti, sono stati impegnati sia per l'assunzione dei vincitori del suddetto concorso per educatori, sia per l'assunzione degli idonei al concorso a 110 posti di contabile, a copertura dei posti previsti dal relativo bando ed in ragione delle gravi carenze riscontrate anche nell'area contabile.Dato atto di quanto sopra e, premesso che la validità delle graduatorie è indicata in tre anni dalla data della pubblicazione nei Bollettini ufficiali, faccio presente che, nel caso di specie, la validità della graduatoria del concorso a 397 posti è fissata al 31 maggio 2012 e che, pertanto, a partire dal prossimo anno, in presenza delle risorse economiche necessarie, potranno esservi le condizioni per procedere ad uno scorrimento della graduatoria, anche oltre il numero dei posti pubblicati.




24 febbraio 2010:

ordine del giorno su non riduzione organico educatori di Roberto Rao

La Camera,

premesso che

il provvedimento in esame prevede, all'esito del processo di riorganizzazione di cui all'articolo 74, del decreto legge n. 112 del 2008, un'ulteriore riduzione degli assetti organizzativi delle amministrazioni pubbliche ai fini del contenimento della spesa pubblica;

il comma 8-quinquies dell'articolo 2 individua le amministrazioni che non sono interessate dalle riduzioni descritte, tra cui il Corpo di Polizia Penitenziaria;


nonostante le difficoltà operative, la scarsezza di mezzi e personale risulta, inopinatamente escluso da tale previsione il personale civile del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di adottare ulteriori iniziative normative volte ad includere tra il personale delle amministrazioni non interessate dalla riorganizzazione delle piante organiche non solo quello di polizia penitenziaria ma anche quello civile del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria, con particolare riferimento alle figure degli educatori, degli assistenti sociali e degli psicologi, anche in vista dell'avvio del Piano carceri che necessiterà di adeguate risorse umane e professionali. 9/3210/41. Rao, Ria
.


Accolto come raccomandazione.




19 Febbraio 2010:

ordine del giorno su assunzione educatori di Donatella Ferranti e PD


La Camera,

premesso che:

l'articolo 17-ter stabilisce che, per l'attuazione del cosiddetto «Piano carceri» si conferiscono pieni poteri al Commissario straordinario che, per individuare la localizzazione delle aree destinate alla realizzazione di nuove infrastrutture carcerarie, d'intesa con il Presidente della regione territorialmente competente e sentiti i sindaci dei comuni interessati, potrà agire in deroga alla normativa urbanistica vigente, velocizzando procedure e semplificando le gare di appalto, utilizzando il modello adottato per il dopo terremoto a L'Aquila, derogando anche all'obbligo previsto dalla legge 7 agosto 1990, n. 241, volto a consentire agli interessati, proprietari delle aree che si intendono espropriare, la necessaria partecipazione al procedimento amministrativo;

la localizzazione costituisce di per sé variante e produce l'effetto di imporre il vincolo preordinato all'espropriazione e contro di essa non sarà possibile ricorrere al giudice amministrativo e si introduce anche una deroga al limite dei subappalti, che potranno aumentare dall'attuale 30 per cento fino al 50 per cento, in deroga all'articolo 118 del codice dei contratti pubblici; in sostanza, si affidano pieni poteri al Commissario straordinario, che potrà avvalersi anche del Dipartimento per la protezione civile per le attività di progettazione, scelta del contraente, direzioni lavori e vigilanza degli interventi strutturali ed infrastrutturali, in deroga ai criteri di trasparenza e pubblicità e in palese contraddizione con la mozione Franceschini ed altri n. 1-00302 (approvata sostanzialmente all'unanimità alla Camera il 12 gennaio di quest'anno e accettata dal Governo) che impegnava chiaramente il Governo a garantire, nell'ambito dei progetti della nuova edilizia penitenziaria, i criteri di trasparenza delle procedure e l'economicità delle opere evitando il ricorso a procedure straordinarie, anche se legislativamente previste,

impegna il Governo

a verificare l'adeguatezza, in proporzione alla popolazione carceraria, delle piante organiche riferite non solo al personale di polizia penitenziaria ma anche alle figure degli educatori, degli assistenti sociali e degli psicologi, avviando un nuovo piano programmato di assunzioni che vada oltre il turn-over dovuto ai pensionamenti previsto dalla legge finanziaria per il 2010 e che garantisca le risorse umane e professionali necessarie all'attivazione delle nuove strutture penitenziarie, anche distribuendo meglio il personale sul territorio, concentrandolo nei compiti di istituto, sottraendolo ai servizi estranei, consentendogli un adeguato, costante ed effettivo aggiornamento professionale.

9/3196/13.
Donatella Ferranti.



Il comitato vincitori idonei concorso educatori dap in sostegno di Rita Bernadini

Educatori penitenziari sostengono la protesta di Rita Bernardini e Irene TestaRistretti Comitato vincitori e idonei del concorso per educatori condivide e sostiene l’iniziativa non violenta intrapresa da Irene Testa e Rita Bernardini.Il Comitato vincitori e idonei del concorso per educatori condivide e sostiene l’iniziativa non violenta intrapresa da Irene Testa e Rita Bernardini, impegnate in uno sciopero della fame perrichiedere l’esecuzione immediata di quanto proposto nelle cinque Mozioni parlamentari,unanimemente approvate nei giorni 11 e 12 gennaio 2010, riguardanti la situazione del sistema carcerario italiano.Giova ricordare che in quella occasione lo stesso Ministro Alfano assumeva precisi impegni ed affermava che vi avrebbe dato celere e certa attuazione sancendo l’inizio di un nuovo percorso,iniziato con la dichiarazione di Emergenza di tutto il sistema penitenziario alla quale ci si aspettava sarebbe seguita la predisposizione nel Piano Carceri di tutti quegli atti necessari ad ottemperare a quanto detto nelle citate Mozioni per poter, nei tempi strettamente necessari, affrontareconcretamente e efficacemente l´ormai ingestibile situazione creatasi nei nostri istituti penitenziari.Tuttavia, da un’iniziale analisi condotta sui primissimi elementi costitutivi e organizzativi del Piano Carceri emerge solo una particolare attenzione all’aspetto strutturale e custodiale, non prevedendo,invece, alcun intervento per incrementare e favorire la fondamentale componente rieducativa, vero obiettivo dell’esperienza carceraria.Questo Comitato ed altri illustri interlocutori del mondo penitenziario, continuano, infatti, a chiedere a gran voce che vengano assunti più educatori, affinché l’ingresso nelle nostre carceri non si limiti ad un forzato ozio, ma divenga precipuo momento di riflessione e riprogettazione del sé.Ad oggi, però, in merito alla questione degli educatori, alcuna volontà specifica è stata espressa dal Ministro, nonostante, le nostre carceri continuino quotidianamente ad affollarsi a causa dei numerosi nuovi ingressi, ma anche per la spaventosa carenza di educatori che, secondo quanto stabilito dalle vigenti leggi, rappresentano i coordinatori e i realizzatori materiali dei percorsirieducativi, nonché quelle figure professionali atte a garantire, nei giusti modi e nei tempi,l’espletamento, dell’intero iter necessario all’accesso alle misure alternative alla detenzione di quei detenuti che ne avrebbero i requisiti, ma che continuano a restare in carcere a causa dello sparuto numero di educatori attualmente in servizio a fronte di una popolazione di 66.000 persone carcerate.Pertanto, ci uniamo all´Onorevole Bernardini e a Irene Testa per chiedere l´immediata esecuzione delle citate mozioni e auspichiamo che il Ministro Alfano ne predisponga repentinamente l’avvio.Il Comitato, altresì, ad ausilio dell’iniziativa intrapresa da Rita Bernardini e da Irene Testa,promuove una “catena di informazione solidale” impegnandosi a diffondere la conoscenza di tale protesta non violenta tramite l’invio di questo comunicato non solo a tutti gli organi di informazione, ma anche ai propri conoscenti invitandoli a fare altrettanto.Il Comitato vincitori e idonei concorso educatori.


Donatella Ferranti,PD:da Ionta, un primo segnale l'immediata assunzione dei tanti educatori.

CARCERI: PD, VOGLIAMO VEDERCI CHIARO. AUDIZIONE ALLA CAMERA DI IONTA



Roma, 13 gen



''Lo vogliamo esaminare puntigliosamente ed e' per questo che gia' domani chiederemo al presidente della commissione Giustizia, Giulia Bongiorno di attivarsi per prevedere al piu' presto l'audizione del capo del Dap, dott. Franco Ionta''. Cosi' la capogruppo del Pd nella commissione Giustizia della Camera, Donatella Ferranti, commenta l'approvazione del piano carceri da parte del Cdm di oggi. ''I primi dati forniti dal ministro Alfano - sottolinea - non ci convincono fino in fondo: se infatti le carceri italiane possono ''tollerare' sino a circa 64.237 detenuti, da regolamento non potrebbero ospitarne piu' di 43.087. Il grado di sovraffollamento e' elevatissimo, siamo ampiamente fuori quota, e per arrivare ad 80.000 posti, i 21.749 annunciati oggi dal ministro Alfano sembrano insufficienti. E poi - prosegue - non basta costruire muri, occorre riempirli di personale numericamente e professionalmente adeguato: dalla polizia penitenzieria, agli psicologi, agli educatori e agli altri esperti. Di tutto questo ancora non c'e' traccia, ma aspettiamo di conoscere nel merito dal dott. Ionta le cifre esatte, certo - conclude - che un primo segnale potrebbe essere l'immediata assunzione dei tanti educatori e psicologi del concorso''.

Assunzione degli educatori primo impegno del governo

Il Comitato vincitori e idonei del concorso per educatori penitenziari esprime piena soddisfazione per l’approvazione delle cinque mozioni sul problema carcerario discusse ed accolte nei giorni 11 e 12 gennaio 2010 dal nostro Parlamento. Per la prima volta il Governo, rappresentato dal Ministro Alfano, ha preso consapevolezza della grave emergenza del sovraffollamento degli istituti di pena e, fra le altre fondamentali proposte presentate, si è impegnato:- a procedere all’assunzione immediata dei restanti educatori penitenziari previsti dalla pianta organica, da attingersi dagli idonei della vigente e menzionata graduatoria risultata dal concorso bandito per tale profilo professionale, affinché anche costoro possano partecipare ai previsti corsi di formazione che il dipartimento dell’amministrazione penitenziaria deve attivare per questi operatori prima dell’ingresso nelle carceri a cui sono destinati, onde evitare sprechi di danaro per doverli riattivare in seguito;- a prorogare di almeno un quinquennio la validità della graduatoria di merito del concorso citato in premessa, in linea con gli orientamenti del Ministro per la pubblica amministrazione e l’innovazione nonché con le disposizioni in materia di razionalizzazione delle spese pubbliche in vigore - per permetterne un graduale scorrimento parimenti all’avvicendarsi dei fisiologici turn-over pensionistici, al fine di evitare l’indizione di nuovi concorsi per il medesimo profilo che comporterebbero inutili oneri pubblici;- ad assumere iniziative per lo stanziamento di fondi necessari per completare l’organico di educatori previsti dalla pianta organica attualmente vigente presso il dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, considerato che lo sforzo economico da sostenere è annualmente molto esiguo, ma necessario per far funzionare meglio ed in modo più umano una branca importantissima del nostro sistema giustizia che non può più attendere;- a procedere all’alienazione di immobili ad uso penitenziario siti nei centri storici e alla costruzione di nuovi e moderni istituti penitenziari in altro sito;Esprimiamo, quindi, pieno compiacimento per l’importantissimo risultato raggiunto dall’On. Di Stanislao dell’Idv, il quale nella Sua circostanziata e approfondita mozione, ha dimostrato ancora una volta la Sua grande disponibilità e sensibilità verso tali problematiche, sapendo cogliere e far emergere sapientemente le necessità di questo delicato settore della nostra giustizia. Ringraziamo, inoltre, gli onorevoli Bernardini, Rao, Ferranti, Melis, Tidei, Vitali, Balzelli, Donadi, Paladini, Franceschini e tutti coloro che hanno appoggiato con voto favorevole le Loro mozioni, poiché di fronte a queste battaglie di umanità hanno saputo permeare il Loro impegno politico di quell’umanità e di quell’alto senso civico che rende capaci di abbandonare i colori politici e di volgere verso una proficua unità di intenti.Il Comitato vincitori e idonei del concorso per educatori penitenziari, intanto, continuerà a vigilare affinché tali doveri vengano rispettati e proseguirà nel suo lavoro di diffusione della necessità dell’intervento rieducativo e quindi sulla centralità della presenza degli educatori, ovvero di quella figura professionale che rappresenta il vero catalizzatore ed esecutore materiale del percorso rieducativo di un detenuto, percorso che rappresenta l’unica vera speranza di un sano reinserimento sociale di chi vive l’esperienza delle sbarre e che rappresenta uno dei più validi strumenti atti ad evitare quegli stati di inerzia, apatia, depressione, frustrazione, ansia, inadeguatezza che troppo spesso percorrono prepotentemente i corridoi lungo i quali si snodano le fila di quelle celle all’interno delle quali si consumano, quotidianamente, suicidi, abusi, violenze. Auspichiamo, quindi, che il Governo predisponga celermente tutti gli atti necessari ad ottemperare quanto detto e che questa stessa volontà continui ad animarne tutti i passaggi ad essi necessari, per poter, nei tempi strettamente necessari, cominciare ad affrontare concretamente e efficacemente l’ormai ingestibile emergenza creatasi.

Il Comitato vincitori e idonei del concorso per educatori penitenziari

martedì 9 marzo 2010

carcere: Ionta vuole che agenti siano anche educatori e psicologi,forse non ha studiato ruoli diversi? piuttosto chieda assunzione piu' educatori! dap

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Giustizia: Ionta; situazione suicidi sta diventando insostenibile
Ansa, 8 marzo 2010


"Il poliziotto penitenziario non deve solo fare il custode del cancello ma deve svolgere l’importante compito di cogliere i segnali dei detenuti": così il capo dell’amministrazione penitenziaria, Franco Ionta, in riferimento ai gesti autolesionistici e ai suicidi nelle carceri, durante un convegno organizzato dal sindacato di Polizia penitenziaria Sappe, sul sovraffollamento degli istituti di pena.

"Non voglio dire - ha aggiunto il capo del Dap - che devono diventare piccoli psicologi, ma l’osservazione attenta è indispensabile, perché la situazione sta diventando insostenibile: dall’inizio dell’anno ci sono stati 13 suicidi".

Ionta ha sottolineato come "i gesti autolesionistici non si possono evitare, ma vanno controllati e limitati". Dal momento che la situazione nelle carceri è cambiata perché "sono cambiati i detenuti e la gestione delle strutture", alla mutata situazione, è il ragionamento di Ionta, "si può supplire solo con la professionalità degli agenti". Questo, ha concluso, "é quello che l’amministrazione sta facendo: privilegiare la responsabilità".


Giustizia: il sovraffollamento delle carceri? una sola soluzionedi Raffaella Gay



Riforma, 8 marzo 2010



Intervista a Susanna Marietti dell’osservatorio sulla detenzione di "Antigone": piuttosto che costruire nuovi penitenziari, bisognerebbe aumentare il ricorso alle misure alternative alla detenzione, che ci sono e funzionano.

Il 13 gennaio 2010 il Consiglio dei Ministri approva il piano carceri proposto dal guardasigilli Angelino Alfano per affrontare un’emergenza che il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi definisce intollerabile. Soluzioni? Maggiori poteri al responsabile del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (Dap), coinvolgimento dell’edilizia privata per la costruzione di nuove strutture grazie allo stanziamento di 500 milioni di euro (non è ancora chiara la procedura per la destinazione delle gare d’appalto e come verrà recuperata la cifra). Il mondo del volontariato insorge e chiede al Governo di destinare i soldi (o almeno una parte) a progetti per il recupero sociale delle persone detenute, con quella cifra ne potrebbero essere finanziati oltre 10.000.

Perché le misure alternative alla carcerazione (a esempio affidamento in prova, semilibertà con attività lavorative o istruttive utili al reinserimento sociale) ci sono e funzionano: il tasso di recidiva ordinario è circa del 68%, cala al 30% per chi sconta la pena in regime prevalente di misura alternativa. Senza contare che molti detenuti potrebbero svolgere ben più proficui lavori socialmente utili. Il sovraffollamento delle carceri italiane è sicuramente uno dei problemi attualmente più urgenti: oltre 66.000 le persone detenute a fronte di una capienza regolamentare di 44.066 posti. Gravi e ovvie le conseguenze: celle stracolme, condizioni igieniche precarie, bassissima assistenza socio sanitaria, conflitti, dovuti spesso alla convivenza forzata in cella di più persone di culture ed etnie diverse, maltrattamenti fino a suicidi.

E in Italia il ritmo di crescita della popolazione carceraria è tra i più alti in Europa, così come alta è la percentuale di coloro che in carcere sono in attesa di sentenza definitiva. Una situazione monitorata attraverso l’Osservatorio nazionale sulle condizioni di detenzione in Italia e Europa dell’associazione "Antigone", che da oltre vent’anni si occupa di difesa dei diritti dei detenuti e delle garanzie nel sistema penale, e spesso denunciata. Susanna Marietti ne è la coordinatrice nazionale.



Sono quasi 67.000 le persone detenute nelle carceri italiane, una vera emergenza: quali le cause principali?

"Lo cause principali derivano da elementi che si muovono su due differenti livelli. Il primo è quello normativo, dove alcune leggi recenti hanno cominciato a dare frutti a pieno regime, in particolare la cosiddetta Bossi-Fini sull’immigrazione, la Fi-ni-Giovanardi sulle droghe e la ex-Cirielli nella parte in cui allunga le pene e rende più difficile l’accesso ai benefici penitenziari per i recidivi. che costituiscono la grande maggioranza dei detenuti nelle carceri, caratterizzala da uno stile di vita legato alla piccola e piccolissima criminalità, di cui la recidiva è fattore caratterizzante. L’altro livello è quello culturale, che vede competere le forze politiche nel chi grida più forte alla sicurezza pubblica e alla tolleranza zero. Si è perso il senso del risolvere i problemi delle persone con strumenti diversi da quello carcerario. Se questo è il messaggio che viene dalla politica, è evidente la ricaduta che può avere sull’operato delle forze di polizia e della magistratura. Ecco allora, per esempio, che quasi metà della popolazione detenuta in Italia è in custodia cautelare, una percentuale tra le più alte in Europa".



Qual è la situazione dei detenuti nelle carceri italiane che emerge dal lavoro dell’Osservatorio di Antigone? Quali le condizioni di vita?

"L’attuale affollamento rende le condizioni di vita intollerabili. E Antigone è in buona compagnia nel denunciarlo: nel luglio scorso l’Italia è stata condannata dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo per violazione dell’articolo 3 della Convenzione, quello che proibisce la tortura e le pene e i trattamenti inumani o degradanti. I giudici di Strasburgo hanno ritenuto che far vivere una persona in condizioni di sovraffollamento come quelle che erano state imposte a un detenuto di origine bosniaca nel carcere romano di Rebibbia significhi sottoporlo a un trattamento inumano e degradante. Ora molti altri detenuti, aiutati dai nostri legali, stanno presentando analogo ricorso alla Corte. Il sovraffollamento è innanzitutto mancanza di spazi fisici vitali, ma ha ripercussioni su ogni aspetto della vita detentiva, dall’assistenza sanitaria alle attività di studio e ricreative. Oggi la maggior parte delle persone detenute vive chiusa in celle piene di letti e brandine, dove spesso si deve fare a turno per potersi alzare in piedi".



Si può parlare di triste specificità italiana rispetto all’Europa?

"In parte sì e in parte no. In parte sì, visto che abbiamo il peggior rapporto legge-prassi. Ossia: la legge riconosce diritti e opportunità che la prassi nega quotidianamente. In parte no, perché tutta l’Europa si è caratterizza per un maggior investimento pubblico nelle politiche di sicurezza, con un progressivo rialzo dei tassi di detenzione".



Settantadue suicidi in carcere nel 2009, già 13 nel 2010: assenza di assistenza sociale e. psicologica, maltrattamenti, abbandono, sovraffollamento: quali le cause principali?

"Il 2009 ha costituito l’apice della curva statistica sui suicidi penitenziari, e il 2010 già si annuncia non da meno. Non c’è dubbio che il sovraffollamento abbia una forte incidenza su questo. Vivere in simili condizioni porta alla disperazione. E ovviamente educatori, psicologi e assistenti sociali, in numero pensato per 44.000 detenuti, non sono in grado di gestirne oltre 66.000, nelle esigenze individuali, nelle problematiche specifiche. Non si riesce a dare attenzione al singolo, l’individualità del trattamento rimane un ricordo da libro di giurisprudenza. Durante lo scorso Governo, l’Amministrazione penitenziaria emanò una circolare - fortemente voluta dall’allora sottosegretario alla Giustizia con delega alle carceri Luigi Manconi (cui Antigone diede il proprio contributo) - che riguardava i cosiddetti "nuovi giunti", cioè quei detenuti appena arrivati in carcere dalla libertà, tra i quali è più frequente il rischio di suicidio. Si prevedevano per loro sezioni apposite, particolarmente seguite nell’assistenza psicologica. Bene: il nostro Osservatorio ha riscontrato che di queste sezioni c’è poca traccia in giro per le carceri italiane".



Qual è la situazione degli stranieri detenuti anche in relazione al reato di clandestinità del "pacchetto sicurezza"? Quale a vostro parere la prospettiva?

"Gli stranieri nelle carceri italiane sono 23.530. Di questi, 13.825 sono in custodia cautelare: il 58,75% degli stranieri in carcere è in carcerazione preventiva. Gli italiani in custodia cautelare sono circa il 15% in meno rispetto agli stranieri. È evidente che nei confronti di questi ultimi vi è una maggiore propensione all’uso del carcere anche durante la fase processuale. Ciò forse accade per una sommatoria di ragioni: assenza di riferimenti esterni dove disporre gli arresti domiciliari; minore capacità di difesa adeguata; cautela giudiziaria contro il rischio di irreperibilità. Sta di fatto che esiste una discriminazione nell’uso degli strumenti cautelari. Guardando al numero degli ingressi degli stranieri in carcere, vediamo che nel 2008 sono stati 43.099, ossia il 46% del totale. 13 mila di questi sono stati motivati dalla mancata ottemperanza all’ordine di allontanamento del questore. Basterebbe depenalizzare questa condotta per risolvere il sovraffollamento penitenziario. In ordine decrescente, ecco le etnie più rappresentate in carcere: i marocchini sono 4714, i rumeni 2670, gli albanesi 2610, i tunisini 2499. Le Regioni con più detenuti stranieri sono la Lombardia con 3525, il Piemonte con 2376, l’Emilia Romagna con 2116, il Lazio con 2064. Rispetto ai reati compiuti si segnala che agli stranieri è ascrivibile solo Io 0,2% dei crimini di associazione a delinquere di stampo mafioso, contro il 3,9% ascrivibile agli italiani; il 16,4% dei reati contro la persona, contro il 15,5% ascrivibile agli italiani; il 14,8% delle violazioni della legge sulle armi, contro il 18,4% ascrivibile agli italiani; il 15,9% delle violazioni della legge sulle droghe, contro il 12,4% ascrivibile agli italiani".



Quali le proposte principali presentate da Antigone per migliorare le condizioni e affrontare il problema sovraffollamento ?

"Lo scorso ottobre presentammo a parlamentari, magistrati, avvocati, alti funzionari dell’amministrazione, giornalisti - un documento con tre gruppi di proposte, classificati come a breve, a medio e a lungo termine. Quel documento racchiude le nostre convinzioni sulla riforma del sistema penale e penitenziario. Ma ci rendiamo conto che, nell’attuale situazione politica, esso non è praticabile in tutte le sue parti. Una seria riforma del Codice penale, a esempio, è stata in parte tentata in varie passate legislature, ma si è sempre arrivati a un nulla di fatto. Figuriamoci che cosa potrebbe accadere nel clima di oggi... Eppure quella sarebbe la via maestra. Una soluzione a lungo termine, tanto nei tempi che ci vogliono per portarla a compimento quanto negli effetti duraturi cui condurrebbe. Volendo essere costruttivi, proponiamo alcune misure di carattere normativo e amministrativo che sarebbero praticabili nell’immediato. Le abbiamo elencate alla Camera del Deputati insieme a Vie Caritas e Arci nel giorno in cui l’Aula discuteva le mozioni sul carcere. Si tratta di aumentare il ricorso alle misure alternative alla detenzione, rivedere le tre leggi che ho citato sopra, diminuire il ricorso alla custodia cautelare in carcere, introdurre anche per gli adulti l’istituto della messa alla prova, introdurre il difensore civico nazionale delle persone private della libertà, prevedere il reato di tortura nel nostro Codice penale, assumere mille nuovi educatori e mille nuovi assistenti sociali".


Padova: detenuto di 35 anni si suicida nella Casa di Reclusione


Apcom, 8 marzo 2010



Giuseppe Sorrentino, 35 anni, si è suicidato alle 10.30 questa mattina impiccandosi nel bagno della sua cella nel carcere di Padova, nella Sezione "Protetti" della Casa di Reclusione. Era recluso nella sezione protetta del carcere perché in precedenza aveva manifestato forte disagio.

L’uomo, che era in cella da solo, si è impiccato alle sbarre della finestra del bagno mentre gli altri detenuti erano fuori dalla Sezione per "l’ora d’aria". Sono stati proprio i compagni, dal cortile, ad accorgersi di ciò che stava accadendo e a dare l’allarme, ma quando gli agenti sono entrati in cella per soccorrerlo Sorrentino era già morto.

Condannato a venticinque anni per omicidio volontario, di origini campane, Sorrentino era in carcere già da diversi anni e la detenzione lo aveva duramente provato: infatti manifestava da tempo segni di profondo disagio ed era reduce da un lungo sciopero della fame che lo aveva debilitato. Ricoverato più volte in Ospedale e in Centro Clinico Penitenziario, ogni volta al ritorno in carcere riprendeva la sua protesta, lamentando in particolar modo una scarsa attenzione alle sue problematiche da parte degli operatori penitenziari.

La sua è la cronaca di "una morte annunciata", racconta Bianca De Concilio, il legale che assisteva Sorrentino dal 2001. Condannato a venticinque anni per omicidio volontario, 35 anni, salernitano, era in carcere per i suoi trascorsi di criminalità organizzata. Dopo alcuni lutti in famiglia, tre anni fa era caduto in una profonda depressione. "Avevamo fatto numerose istanze di sospensione della pena - racconta l’avvocato - chiesto il ricovero in ospedale, il trasferimento ad un carcere più vicino alla famiglia, ma nessuno ci ha ascoltato". "Anzi - ricorda il legale - un mese e mezzo fa il direttore sanitario del carcere di Padova in una relazione su Sorrentino scrisse "il detenuto non è malato, finge".

"Era stato ricoverato più volte in ospedali psichiatrici giudiziari - spiega l’avvocato - prima a Reggio Emilia, poi a Montelupo Fiorentino". "Gli psichiatri avevano parlato anche di schizofrenia - aggiunge - ma ciò non aveva impedito che Sorrentino ogni volta tornasse in prigione". Aveva più volte fatto lo sciopero della fame lamentando una scarsa attenzione alle sue problematiche da parte degli operatori penitenziari. L’ultima lunga protesta lo aveva molto debilitato: "l’unica cosa che faceva, nella cella in cui aveva chiesto di stare da solo, era leggere i libri che gli facevamo avere". "Per la sua grave forma di depressione era nella sezione protetti - dice ancora l’avvocato - dove avrebbe dovuto essere sorvegliato, invece questa mattina è riuscito a impiccarsi senza che nessuno se ne accorgesse. Per questo presenterà denuncia contro l’istituto di pena".

Ma gli agenti penitenziari, deputati ai controlli, rilanciano ricordando la gravità del sovraffollamento delle carceri italiane e come "solo la professionalità della polizia penitenziaria riesce a sventare ogni giorno tentati suicidi".

"L’ennesimo suicidio in carcere è il segno che la condizione negli istituti di pena è assolutamente invivibile", denuncia Stefano Anastasia, difensore civico dei detenuti dell’associazione Antigone. "Salvo gli sforzi di alcune amministrazioni, il sovraffollamento è una realtà drammatica e a due mesi dalla dichiarazione di stato d’emergenza carceri proclamato da Alfano nulla ancora è stato fatto". Secondo Anastasia, invece, "poche piccole cose che servirebbero comunque ad alleviare la condizioni dei detenuti l’amministrazione penitenziaria potrebbe farle subito: aumentare, ad esempio, la possibilità di relazioni con la famiglia". "Aiuterebbe molto - aggiunge - consentire più colloqui telefonici e garantire una vicinanza con la famiglia, mentre oggi è vietato per i detenuti chiamare i cellulari e si spostano i detenuti dove si trova posto". Il caso del detenuto che si è suicidato oggi a Padova è emblematico: residente a Nola era rinchiuso in carcere in Veneto. "Ciò vuol dire - spiega Anastasia - che le visite dei familiari sono difficili e rare e la solitudine porta alla depressione".

Il suicidio di Sorrentino è il secondo in meno di due settimane nella Casa di Reclusione di Padova, dove il 23 febbraio scorso, nella stessa Sezione, si tolse la vita Walid Alloui, che aveva 28 anni. Dall’inizio dell’anno salgono così a 13 i detenuti suicidi e a 31 il totale dei morti "di carcere" (che comprendono i decessi per malattia e per cause "da accertare").


Livorno: ancora un’altra morte in carcere, è ora di dire basta

di Marco Solimano (Presidente Arci Livorno)



Il Tirreno, 8 marzo 2010



Gli organi di stampa riferiscono dell’ennesima morte verificatasi all’interno della Casa circondariale di Livorno. Stando a quanto si apprende, il detenuto Snoussi Habib, di anni 30, sarebbe deceduto in seguito all’uso improprio di un fornellino da gas: in altre parole, come già era accaduto in un caso analogo qualche tempo fa, Habib avrebbe approfittato del lasso di tempo in cui era rimasto solo nella propria cella, per sniffare una quantità letale di gas, che ne avrebbe provocato la morte.

Al di là della probabile involontarietà dell’atto che ha portato il detenuto al decesso, è evidente come ci si trovi davanti a una situazione di emergenza cui necessariamente si devono trovare delle soluzioni immediate; proprio il fatto che non si tratti del primo caso di uso "improprio" di un fornello da gas con esito letale sprona quantomeno a tentare di individuare una soluzione pratica per controllare l’utilizzo di questo oggetto che, innocuo nel la società libera, può trasformarsi in strumento di morte in carcere. Siamo consci che ciò si scontra ancora una volta con i problemi di sovraffollamento e di carenza di organico che affliggono il mondo carcerario italiano e si manifestano senza sconti anche nel carcere livornese.

È ormai noto che la Casa circondariale di Livorno è da anni al centro di vicende complesse sia sul piano strutturale che su quello organizzativo: all’inagibilità attuale di una importante parte della struttura, alle forti condizioni di disagio legate al sovraffollamento delle celle, alla scarsa disponibilità di fondi per la manutenzione ordinaria e alla necessità di incremento del personale di custodia e del personale educativo, si è recentemente aggiunta anche l’impossibilità di disporre di una direzione stabile ed esclusivamente impegnata nella gestione della struttura, come richiederebbe la delicatezza e la complessità della situazione, dato che, in seguito al pensionamento della precedente direttrice, la struttura è stata al momento affidata a persona che svolge contemporaneamente questo incarico in un’altra casa di reclusione.

Nonostante ciò, è a nostro avviso obbligatorio per ogni istituzione, e quindi anche per l’istituzione carceraria, cercare sempre di adempiere col massimo rigore e il massimo impegno a quella che è una delle sue funzioni principali: mantenere in vita, e nelle migliori condizioni possibili, tutti coloro che ne sono parte, anche quando essi si rendano protagonisti di atti che possano nuocere a se stessi in modo parziale o totale. Oggi resta purtroppo l’amarezza per un’altra vita che se n’è andata e per una morte che nella sua dinamica appare quasi casuale, e che proprio per questo forse con poco poteva essere evitata. Domani resta l’obbligo di far sì che queste morti non avvengano più, nella consapevolezza che in queste situazioni quello che serve di più non è il dire ma il fare.

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