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Sign for Aiutaci a garantire l'effettiva applicazione dell'art. 27 Cost.(funzione rieducativa della pena)

Mercoledi',23 Marzo 2011: interrogazioni per l'assunzione degli educatori penitenziari

Mercoledi',23 Marzo 2011,

(rinvio del 16 Marzo 2011)

in commissione giustizia discussione delle interrogazioni orali per l'assunzione degli educatori penitenziari.


5-04298 Cassinelli: Sull’iter del concorso pubblico per educatore penitenziario


5-04314 Ferranti: Questioni relative all’assunzione dei vincitori del concorso per educatore penitenziario




Per leggere il testo delle interrogazioni vai su news giornaliere o etichetta interrogazioni parlamentari




Carceri:necessario assumere educatori,assistenti e psicologi.

26 agosto 2010



Giustizia: Bernardini (Radicali); basta morti in carcere, varare in fretta misure deflattive



“Il tempo dell’illegalità e dell’inciviltà carceraria italiana è scandito ad un ritmo impressionante dalle morti, dai suicidi. Dico al Governo e ai miei colleghi parlamentari che così numerosi hanno partecipato all’iniziativa del Ferragosto in carcere, che occorre fare in fretta a varare, intanto, misure adeguate a decongestionare la sovrappopolazione carceraria”. Lo afferma Rita Bernardini, deputata Radicale, membro della Commissione Giustizia della Camera, dopo la morte di un detenuto a Sulmona. “Il disegno di legge Alfano - così come svuotato dalla Commissione Giustizia della Camera - non serve a spegnere l’incendio di disperazione e di morte che sta divampando - prosegue.Affidare infatti ai Tribunali di sorveglianza la valutazione della pericolosità sociale e l’idoneità del domicilio per consentire di scontare ai domiciliari pene residue sotto i 12 mesi, significa paralizzare tutto: la valutazione arriverà troppo tardi! Si dia ai direttori degli istituti penitenziari questo compito che saprebbero fare meglio e più in fretta dei magistrati di sorveglianza. Ridimensionata almeno un po’ la popolazione detenuta, occorre immediatamente riformare il sistema come previsto dalle mozioni approvate in gennaio dalle aule di Montecitorio e di Palazzo Madama a partire dallo stop all’uso indiscriminato della carcerazione preventiva e alla depenalizzazione dei reati minori, per arrivare alle misure e pene alternative che si rivelano molto più efficaci del carcere ai fini della rieducazione e del reinserimento sociale, all’adeguamento degli organici penitenziari (agenti, educatori, psicologi, assistenti sociali), alle possibilità di lavoro per i detenuti, agli istituti di custodia attenuata dove i tossicodipendenti possano curarsi”.





5 luglio 2010





Carceri: Favi, "Bene Tg2, condizioni indegne per detenuti e lavoratori"



Dichiarazione di Sandro Favi responsabile Carceri del Partito Democratico



L’inchiesta del Tg2 sulla drammatica situazione delle nostre carceri evidenzia ciò che il Partito Democratico denuncia da mesi, e cioè condizioni di vita per i detenuti e per i lavoratori penitenziari del tutto indegne. Quelle viste all’Ucciardone sono situazioni che in realtà riguardano la stragrande maggioranza delle carceri italiane. Le morti in carcere e gli atti di autolesionismo sono segnali inequivocabili: occorre attuare da subito politiche penitenziarie che decongestionino gli istituti. È assolutamente necessario investire sulle misure alternative alla detenzione e sull’aumento di agenti di polizia penitenziaria, di educatori, di assistenti sociali e psicologi.



Finora il ministro Alfano e il direttore delle carceri Ionta hanno saputo solo ipotizzare un piano carceri che avrà lunghissimi tempi di realizzazione e che non inciderà minimamente per un miglioramento della situazione nell’immediato.



Così non va.









Lettere: senza assunzione personale educativo il ddl Alfano è inutile





Comunicato stampa, 29 maggio 2010





Ai deputati di commissione bilancio



e giustizia camera









Al sottosegretario



On. Caliendo









Al sottosegretario



On. Giorgetti Alberti







Egregi Onorevoli,



dopo aver appreso la notizia sul parere negativo della Commissione Bilancio sugli artt. 2 quater e 2 sexies del Ddl Alfano questo Comitato ritiene necessario porre alla Vostra attenzione alcune osservazioni. L’eliminazione dell’articolo aggiuntivo Schirru 2.060 svuoterebbe di significato il Ddl Alfano riducendolo ad una imago sine re.



L’investimento in risorse umane è propedeutico alla concreta materializzazione della normativa contenuta nel provvedimento. Secondo quanto enunciato dall’art. 1 comma 3 del Ddl. il magistrato di sorveglianza decide sulla base della relazione inviatagli dall’istituto penitenziario.



Alla luce della normativa penitenziaria è l’educatore colui che osserva il comportamento del detenuto e provvede alla stesura della relazione di sintesi, cioè di quella relazione di cui si servirà il magistrato di sorveglianza per la decisione finale sulla misura alternativa.



Senza l’incremento di ulteriori unità di personale pedagogico la situazione del sovraffollamento carcerario non potrà mai essere risolta né tantomeno potrà trovare risoluzione la drammatica condizione in cui versano le carceri italiane.



Pochi educatori significa poche relazioni da inviare al magistrato di sorveglianza. Pochi educatori significa impossibilità di fare il trattamento. Pochi educatori significa stasi della concessione di misure alternative. L’eliminazione dell’articolo aggiuntivo Schirru creerebbe un vero e proprio effetto boomerang che provocherebbe la totale paralisi del Ddl Alfano.



La Commissione Giustizia dopo aver preso atto della grave situazione di disagio in cui versano le carceri italiani ha dato voce all’articolo 27 della Costituzione decidendo di investire su quello che già nel Settecento Beccaria definiva “il più sicuro mezzo di prevenire i delitti” ossia l’educazione.



L’approvazione dell’articolo aggiuntivo che esclude il Dap dalla riduzione della pianta organica e dal blocco delle assunzioni costituisce una vera e propria presa di coscienza dell’assunto secondo il quale non può esserci alcun miglioramento delle condizioni di detenzione senza l’investimento in risorse umane.



Si evidenzia inoltre che l’emendamento è già stato “riformulato” originariamente infatti prevedeva l’obbligo per il governo,dopo l’invio della relazione per l’adeguamento della pianta organica, di predisporre entro 2 mesi un piano straordinario di assunzioni.



La totale eliminazione di questo emendamento volto alla concreta applicazione della misura alternativa sulla quale questo Governo intende puntare per risolvere il dramma del pianeta carcere renderebbe inutile l’approvazione di un Ddl che non riuscirebbe mai ad essere attuato.



Ci sarebbe infatti una vera e propria antinomia tra norma e realtà. La realtà è che la situazione carceraria italiana è drammatica e preoccupante.



I continui suicidi in carcere sono da porre in relazione con le insopportabili condizioni di disagio in cui vivono i reclusi delle carceri italiane alla carenza di trattamento e attività rieducative e alla mancata assistenza psicologica dovuta alla cronica carenza di personale educativo



Ebbene, l’Italia, Paese democratico, è stata condannata dalla Cedu per trattamento degradante e disumano. A tale situazione va data una risposta concreta, soprattutto se si considera che il bilancio dello stato potrebbe essere aggravato dalle condanne della Cedu (Sic!).



Inoltre non si comprende come la crisi riguardi solo le risorse umane e non anche lo stanziamento dei fondi per l’edilizia penitenziaria ,infatti, una volta costruite nuove carceri queste rimarranno inutilizzate (Sic!) Un esempio è fornito dal carcere di Agrigento e dal carcere di Rieti, a Pinerolo inoltre, c’è un carcere vuoto da 10 anni ma è già stata individuata un’area per costruir un nuovo carcere (fonte Girodivite).



Per un provvedimento importante, come quello in esame, che punta sulla rieducazione e sul recupero del reo, occorre assumersi delle responsabilità serie, perché l’incremento del personale pedagogico rappresenta il sine qua non della correlazione legge - realtà.



Ancora una volta si evidenzia inoltre che il “decantato” vulnus di copertura finanziaria può essere sanato attingendo dai fondi della Cassa delle Ammende che secondo quanto disposto dall’art 129 III comma del Dpr 30 giugno 2000, n. 230, devono essere destinati ai programmi che tendono a favorire il reinserimento sociale dei detenuti e degli internati anche nella fase di esecuzione di misure alternative alla detenzione”e non all’edilizia penitenziaria (Sic!) . Qualora il Governo non intenda attingere i fondi necessari dalla cassa delle Ammende potrebbe ricavarli dai fondi del Fug, visto che il Presidente del Consiglio dei Ministri ha firmato il decreto che assegna per la prima volta le quote delle risorse sequestrate alla mafia e i proventi derivanti dai beni confiscati al Fondo Unico Giustizia (Fug), nella misura del 50 per cento al Ministero dell’Interno e del 50 per cento al Ministero della Giustizia. Attingendo i fondi o dalla cassa delle Ammende o dal Fug non vi sarebbe alcun onere aggiuntivo in quanto gli stessi sono già previsti in bilancio.



Per le ragioni suesposte riteniamo che l’emendamento presentato dall’On. Donatella Ferranti e Schirru sia una vera proposta “bipartisan” che deve, necessariamente,trovare accoglimento così come è stato approvato in Commissione Giustizia.



Riteniamo altresì che il governo, dopo aver provveduto all’adeguamento della pianta organica anche in relazione alla popolazione detenuta ( quasi 70mila detenuti) debba predisporre un piano straordinario di assunzioni di educatori penitenziari da attingersi dalla vigente graduatoria del concorso pubblico per esami a 397 posti nel profilo professionale di Educatore, Area C, posizione economica C1, indetto con Pdg 21 novembre 2003.



Una scelta in tal senso rappresenterebbe la chiave di volta per un chiaro e ben preciso impegno di responsabilità affinché la drammatica situazione che affligge il pianeta carcere possa finalmente essere risolta. Per tali ragioni auspichiamo che tutta la commissione bilancio della camera e il sottosegretario Alberto Giorgetti facciano una seria e proficua riflessione riconoscendo l’importanza ai fini dell’attuazione del Ddl in esame dell’emendamento Schirru 2.060.





FERRANTI SU DDL CARCERI,OTTENUTO ANCHE AMPLIAMENTO ORGANICO EDUCATORI PENITENZIARI.

Donatella Ferranti,PD:piano programmato di assunzioni del personale degli educatori.

Governo favorevole a emendamenti Pd per potenziamento personale penitenziario:piano programmato di assunzioni, per l`adeguamento degli organici del personale di Polizia penitenziaria, degli educatori, degli assistenti sociali e degli psicologi.


18 maggio 2010


La commissione Giustizia della Camera ha cominciato a votare gli emendamenti presentati al ddl carceri e il Governo ha dato parere favorevole alle proposte di modifica del Pd che prevedevano il potenziamento del personale civile e amministrativo penitenziario (psicologi, educatori, ecc) e l’adeguamento delle piante organiche di carabinieri e polizia in funzione del nuovo impegno che dovranno svolgere per vigilare sui detenuti che trascorreranno agli arresti domiciliari l’ultimo periodo della loro detenzione. Il capogruppo del Pd in commissione giustizia, Donatella Ferranti, ha espresso soddisfazione per questo parere favorevole del Governo augurandosi che alla fine l’emendamento venga approvato.



Pd: nostre proposte sono su linea indicata da Napolitano

“Il Pd è pronto” a rispondere al monito del presidente della Repubblica sulla necessità di risolvere il sovraffollamento delle carceri e “a fare la propria parte”. Per questo, annuncia Sandro Favi, responsabile Carceri dei democratici, “nei prossimi giorni il nostro partito presenterà proposte su questi temi, in un quadro di sistema e in continuità e sviluppo delle mozioni approvate dal Parlamento già nei primi mesi di quest`anno”.

“Proporremo - spiega Favi - che si proceda alla revisione del codice penale, che vengano riviste le norme che determinano l`alta incidenza di imputati in custodia cautelare in carcere e quelle sul trattamento penale dei tossicodipendenti, che siano ampliate le opportunità di accesso alle misure alternative alla detenzione. Chiederemo inoltre al Governo - prosegue - un piano programmato di assunzioni, per l`adeguamento degli organici del personale di Polizia penitenziaria, degli educatori, degli assistenti sociali e degli psicologi, nonché gli indispensabili stanziamenti ed investimenti per ripristinare la corretta funzionalità ed operatività dei servizi e delle strutture”.

“Il Partito Democratico - conclude l’esponente del Pd - rinnova la stima e la fiducia degli appartenenti al Corpo di polizia penitenziaria e l`apprezzamento verso i dirigenti dell`Amministrazione penitenziaria, verso le professionalità socio-educative, sanitarie, amministrative e tecniche che, in questa fase difficile, dimostrano il proprio impegno con alto senso di umanità e qualificate competenze”.

Ferranti: "Iter rapido? Vediamo atteggiamento maggioranza su nostre proposte"

Carceri: Pd, "Testo migliorato in commissione, ma serve uno sforzo in più" Ferranti: "Iter rapido? Vediamo atteggiamento maggioranza su nostre proposte"

“Lo stralcio della messa in prova consentirà di esaminare rapidamente il provvedimento sulla detenzione domiciliare”. Lo dichiara la capogruppo del Pd nella commissione Giustizia della Camera, Donatella Ferranti facendo notare come ‘la messa in prova non riguardava la popolazione carceraria e quindi non avrebbe avuto effetti sul grave stato di sovraffollamento delle carceri italiane. In ogni caso – sottolinea la democratica – il voto di oggi conferma il nostro giudizio negativo sul testo uscito dal consiglio dei ministri che era confuso ed inefficace anche perché privo di qualsiasi copertura finanziaria. Stiamo adesso valutando se aderire o meno alla richiesta di un voto in sede legislativa sul testo modificato nel corso dei lavori in commissione. La nostra disponibilità dipenderà anche dall’atteggiamento della maggioranza sulle nostre ulteriori proposte di modifica. In particolare: la tutela delle vittime di violenza domestica, il rafforzamento del personale di polizia (non solo quella penitenziaria) e del personale del comparto civile dell’amministrazione penitenziaria(educatori e psicologi)”.


Proposta emendativa 8.01.


Dopo l'articolo 8 inserire il seguente:


«Art. 8-bis. - 1. Entro centottanta giorni dall'entrata in vigore della presente legge, il Ministro della Giustizia, sentiti i Ministri dell'interno e della funzione pubblica, riferisce alle competenti Commissioni parlamentari in merito alle necessità di adeguamento numerico e professionale della pianta organica del Corpo di Polizia penitenziaria e del personale del comparto civile del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria anche in relazione all'entità numerica della popolazione carceraria e al numero dei posti esistenti e programmati.

2. A tal fine il Governo presenta al Parlamento entro i successivi novanta giorni un apposito piano straordinario di assunzioni di nuove unità specificandone i tempi di attuazione e le modalità di finanziamento.».
Ferranti Donatella, Schirru Amalia, Samperi Marilena, Amici Sesa



Proposta emendativa 8.03.

Dopo l'articolo 8 inserire il seguente:


«Art. 8-bis. - 1. Al comma 8-quinquies, della legge n. 26 del 2010, dopo le parole Il Corpo della Polizia penitenziaria, sono inserite le seguenti il personale del comparto civile del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria,».
Schirru Amalia, Ferranti Donatella, Samperi Marilena, Amici Sesa



28-04-10


Dopo l'ennesimo suicidio in carcere (23 dall'inizio dell'anno), nel penitenziario di Castrogno, a Teramo, il parlamentare dell'IdV, Augusto Di Stanislao, ribadisce la necessita' di interventi diretti ed immediati da parte del Governo. ''Non e' piu' ammissibile - afferma il deputato IdV - una tale situazione di completa incapacita' da parte del Governo di affrontare concretamente le problematiche delle carceri in Italia''. Di Stanislao ricorda che ''dopo varie visite presso il carcere di Castrogno e altrettante interrogazioni ad Alfano, dopo una mozione a mia prima firma approvata all'unanimita', con la quale anche la maggioranza si e' impegnata in una serie di iniziative atte a risollevare una drammatica realta' focalizzando l'attenzione sul sovraffollamento e sulla carenza di personale penitenziario e di educatori, dopo l'annuncio dell'emergenza carceri di Alfano e del fantomatico piano carceri, dopo continue denunce e sollecitazioni dei sindacati sulla necessita' di intervenire sulle strutture, sugli organici, siamo ancora di fronte ad una situazione insostenibile e all'emergenza soluzioni''. ''Ho presentato da tempo - conclude Di Stanislao - una proposta di legge per istituire una Commissione d'inchiesta parlamentare sulla situazione delle carceri in Italia che, ora piu' che mai, diventa fondamentale per dare risposte e soluzioni ai molteplici problemi e disagi dell'intero mondo penitenziario''.




Di Stanislao:il ministro tace sulle assunzioni degli educatori,riferisca in parlamento.

“E’ giusta l’assunzione di 2.000 agenti così come evidenziato da Sarno, Segretario generale Uil Pa Penitenziari, per garantire il turnover e quindi supplire la carenza del personale di polizia penitenziaria, ma vi è una colpevole dimenticanza da parte del Ministro quando tace sulla necessità di garantire la presenza degli educatori così come previsto nella Mozione IdV approvata all’unanimità dal Parlamento.” Queste le parole dell’On. Di Stanislao che prosegue: “Non vorremmo che questo impegno del Ministro si focalizzi esclusivamente sull’edilizia carceraria e altresì non vorremmo che dietro la parola magica “stato di emergenza” si celi il grimaldello per ridare vita ad una ” Carceri d’oro 2″ che in barba alla procedure di appalti e alla trasparenza abbiano buon gioco, piuttosto che la pubblica utilità e l’urgenza, i furbetti delle sponsorizzazioni. Si segnala al Ministro, nel frattempo, che in Italia vi sono 40 penitenziari incompiuti ed inutilizzati in un Paese che ne ha 171 in tutto e nel Piano Carceri presentato non c’è cenno di recupero di questo patrimonio. Chiedo che il Ministro venga, così come richiesto in Aula, a riferire in Parlamento sugli impegni presi in relazione ai tempi e modi e risorse da impiegare. Nel frattempo con due distinte interrogazioni chiedo al Ministro quale modello di recupero intenda mettere in campo visto che non si parla assolutamente di assumere gli educatori e cosa intenda fare per i 40 penitenziari incompiuti.”


16 Marzo 2010:interrogazione a risposta in Commissione su assunzione idonei educatori penitenziari

Convocazione della II Commissione (Giustizia)

Martedì 16 marzo 2010

Ore 13.45

5-02550 Ferranti: In relazione all’assunzione di educatori penitenziari


Interrogazione a risposta in Commissione:

FERRANTI, MELIS, TIDEI e SAMPERI.



- Al Ministro della giustizia.

- Per sapere

- premesso che:

il 17 febbraio 2010 il Sottosegretario per la giustizia Caliendo è intervenuto in Senato sul tema dell'assunzione degli educatori penitenziari reclutati tramite il concorso pubblico per esami a 397 posti nel profilo professionale di educatore, area C, posizione economica C1, indetto con PDG 21 novembre 2003;

nel corso della succitata seduta, il Sottosegretario Caliendo ha affermato che entro aprile 2010 saranno assunti in via definitiva tutti gli educatori che hannosuperato i precedenti concorsi, oltre ai 170 già assunti (anche se agli interroganti risulta che siano stati assunti 97 educatori);

in realtà, l'assunzione dei vincitori del suddetto concorso era già programmata con l'indizione dello stesso nel 2003, per il quale il dipartimento dell'amministrazione penitenziaria già disponeva dei fondi necessari;

lo stesso Ministro interrogato, onorevole Alfano, aveva riconosciuto l'improcrastinabilità e l'urgenza di assumere più unità di educatori quando, il 12 gennaio 2010, furono approvate alla Camera le mozioni sui problemi del carcere presentate da vari gruppi parlamentari;a fronte di una popolazione carceraria di 67.000 unità, il rapporto educatore/detenuto è di circa 1 a 1.000, cosa che rende in pratica impossibile lo svolgimento di qualsivoglia progetto rieducativo impedendo il corretto reinserimento del detenuto nel tessuto sociale, così come previsto nel dettato costituzionale;

non avendo il Ministro interrogato ancora proceduto all'assunzione di ulteriori unità degli educatori, limitandosi a rimandare la questione ad un futuro confronto in merito con i Ministri Tremonti e Brunetta, sarebbe auspicabile ed urgente un rapido avvio della procedura di assunzione di educatori, almeno per completare la già esigua pianta organica, ulteriormente ridotta di circa 400 unità dal decreto legislativo n. 150 del 2009

se non ritenga opportuno procedere celermente all'assunzione di educatori attingendo dalla vigente graduatoria degli idonei risultante dal concorso pubblico a 397 posti di cui in premessa, al contempo prorogando la validità della stessa per almeno un quinquennio, al fine di permetterne lo scorrimento graduale per compensare il turn-over pensionistico, evitando l'indizione di nuovi concorsi che comporterebbe ulteriori oneri finanziari.

(5-02550)


Risposta all'interrogazione di Donatella Ferranti:dal 2011 assunzioni degli idonei educatori concorso,il comitato vigilera'.

Nel rispondere agli On. interroganti ritengo opportuno segnalare che il concorso pubblico per esami a 397 posti nel profilo di "Educatore", Area C, posizione economica C1, dell'Amministrazione Penitenziaria, è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 30 del 16.4.2004 - IV serie speciale e si è concluso in data 9 luglio 2008.La graduatoria definitiva, immediatamente dopo l'approvazione del Direttore Generale con provvedimento dell'11 luglio 2008, è stata trasmessa all'Ufficio centrale per il bilancio per l'apposizione del visto di controllo.Nell'anno 2009, in ragione dell'entità dei fondi stanziati ai sensi dell'articolo 1, comma 346, della Legge 24.12.2007 n. 244, è stato possibile procedere all'assunzione dei primi 103 vincitori del predetto concorso a 397 posti.Quanto alle restanti 294 unità, la competente Direzione Generale di questa amministrazione ha già programmato il relativo piano di assunzione ricorrendo, per la copertura degli originari 397 posti a concorso, allo scorrimento della graduatoria, ai sensi dell'art. 15, co. 7, DPR n. 487/99 e successive integrazioni e modificazioni.I nuovi educatori - alcuni dei quali individuati tra i candidati idonei, ma non vincitori del concorso, attese le 12 defezioni intervenute per rinunce, mancate stipule del contratto o dimissioni da parte degli aventi diritto - hanno infatti già scelto la sede di destinazione e, entro aprile del corrente anno, saranno formalmente assunti con firma del relativo contratto.Per quanto riguarda, invece, l'auspicata possibilità di procedere ad un ulteriore scorrimento della graduatoria oltre il numero dei posti originariamente messi a concorso, mi corre l'obbligo di segnalare che tale eventualità non rientra tra le ipotesi di cui all'art. 15, co. 7, del DPR n. 487/1994 e che pertanto, limitatamente all'anno in corso, non può essere attuata per mancato stanziamento dei fondi occorrenti.I fondi disponibili, infatti, sono stati impegnati sia per l'assunzione dei vincitori del suddetto concorso per educatori, sia per l'assunzione degli idonei al concorso a 110 posti di contabile, a copertura dei posti previsti dal relativo bando ed in ragione delle gravi carenze riscontrate anche nell'area contabile.Dato atto di quanto sopra e, premesso che la validità delle graduatorie è indicata in tre anni dalla data della pubblicazione nei Bollettini ufficiali, faccio presente che, nel caso di specie, la validità della graduatoria del concorso a 397 posti è fissata al 31 maggio 2012 e che, pertanto, a partire dal prossimo anno, in presenza delle risorse economiche necessarie, potranno esservi le condizioni per procedere ad uno scorrimento della graduatoria, anche oltre il numero dei posti pubblicati.




24 febbraio 2010:

ordine del giorno su non riduzione organico educatori di Roberto Rao

La Camera,

premesso che

il provvedimento in esame prevede, all'esito del processo di riorganizzazione di cui all'articolo 74, del decreto legge n. 112 del 2008, un'ulteriore riduzione degli assetti organizzativi delle amministrazioni pubbliche ai fini del contenimento della spesa pubblica;

il comma 8-quinquies dell'articolo 2 individua le amministrazioni che non sono interessate dalle riduzioni descritte, tra cui il Corpo di Polizia Penitenziaria;


nonostante le difficoltà operative, la scarsezza di mezzi e personale risulta, inopinatamente escluso da tale previsione il personale civile del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di adottare ulteriori iniziative normative volte ad includere tra il personale delle amministrazioni non interessate dalla riorganizzazione delle piante organiche non solo quello di polizia penitenziaria ma anche quello civile del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria, con particolare riferimento alle figure degli educatori, degli assistenti sociali e degli psicologi, anche in vista dell'avvio del Piano carceri che necessiterà di adeguate risorse umane e professionali. 9/3210/41. Rao, Ria
.


Accolto come raccomandazione.




19 Febbraio 2010:

ordine del giorno su assunzione educatori di Donatella Ferranti e PD


La Camera,

premesso che:

l'articolo 17-ter stabilisce che, per l'attuazione del cosiddetto «Piano carceri» si conferiscono pieni poteri al Commissario straordinario che, per individuare la localizzazione delle aree destinate alla realizzazione di nuove infrastrutture carcerarie, d'intesa con il Presidente della regione territorialmente competente e sentiti i sindaci dei comuni interessati, potrà agire in deroga alla normativa urbanistica vigente, velocizzando procedure e semplificando le gare di appalto, utilizzando il modello adottato per il dopo terremoto a L'Aquila, derogando anche all'obbligo previsto dalla legge 7 agosto 1990, n. 241, volto a consentire agli interessati, proprietari delle aree che si intendono espropriare, la necessaria partecipazione al procedimento amministrativo;

la localizzazione costituisce di per sé variante e produce l'effetto di imporre il vincolo preordinato all'espropriazione e contro di essa non sarà possibile ricorrere al giudice amministrativo e si introduce anche una deroga al limite dei subappalti, che potranno aumentare dall'attuale 30 per cento fino al 50 per cento, in deroga all'articolo 118 del codice dei contratti pubblici; in sostanza, si affidano pieni poteri al Commissario straordinario, che potrà avvalersi anche del Dipartimento per la protezione civile per le attività di progettazione, scelta del contraente, direzioni lavori e vigilanza degli interventi strutturali ed infrastrutturali, in deroga ai criteri di trasparenza e pubblicità e in palese contraddizione con la mozione Franceschini ed altri n. 1-00302 (approvata sostanzialmente all'unanimità alla Camera il 12 gennaio di quest'anno e accettata dal Governo) che impegnava chiaramente il Governo a garantire, nell'ambito dei progetti della nuova edilizia penitenziaria, i criteri di trasparenza delle procedure e l'economicità delle opere evitando il ricorso a procedure straordinarie, anche se legislativamente previste,

impegna il Governo

a verificare l'adeguatezza, in proporzione alla popolazione carceraria, delle piante organiche riferite non solo al personale di polizia penitenziaria ma anche alle figure degli educatori, degli assistenti sociali e degli psicologi, avviando un nuovo piano programmato di assunzioni che vada oltre il turn-over dovuto ai pensionamenti previsto dalla legge finanziaria per il 2010 e che garantisca le risorse umane e professionali necessarie all'attivazione delle nuove strutture penitenziarie, anche distribuendo meglio il personale sul territorio, concentrandolo nei compiti di istituto, sottraendolo ai servizi estranei, consentendogli un adeguato, costante ed effettivo aggiornamento professionale.

9/3196/13.
Donatella Ferranti.



Il comitato vincitori idonei concorso educatori dap in sostegno di Rita Bernadini

Educatori penitenziari sostengono la protesta di Rita Bernardini e Irene TestaRistretti Comitato vincitori e idonei del concorso per educatori condivide e sostiene l’iniziativa non violenta intrapresa da Irene Testa e Rita Bernardini.Il Comitato vincitori e idonei del concorso per educatori condivide e sostiene l’iniziativa non violenta intrapresa da Irene Testa e Rita Bernardini, impegnate in uno sciopero della fame perrichiedere l’esecuzione immediata di quanto proposto nelle cinque Mozioni parlamentari,unanimemente approvate nei giorni 11 e 12 gennaio 2010, riguardanti la situazione del sistema carcerario italiano.Giova ricordare che in quella occasione lo stesso Ministro Alfano assumeva precisi impegni ed affermava che vi avrebbe dato celere e certa attuazione sancendo l’inizio di un nuovo percorso,iniziato con la dichiarazione di Emergenza di tutto il sistema penitenziario alla quale ci si aspettava sarebbe seguita la predisposizione nel Piano Carceri di tutti quegli atti necessari ad ottemperare a quanto detto nelle citate Mozioni per poter, nei tempi strettamente necessari, affrontareconcretamente e efficacemente l´ormai ingestibile situazione creatasi nei nostri istituti penitenziari.Tuttavia, da un’iniziale analisi condotta sui primissimi elementi costitutivi e organizzativi del Piano Carceri emerge solo una particolare attenzione all’aspetto strutturale e custodiale, non prevedendo,invece, alcun intervento per incrementare e favorire la fondamentale componente rieducativa, vero obiettivo dell’esperienza carceraria.Questo Comitato ed altri illustri interlocutori del mondo penitenziario, continuano, infatti, a chiedere a gran voce che vengano assunti più educatori, affinché l’ingresso nelle nostre carceri non si limiti ad un forzato ozio, ma divenga precipuo momento di riflessione e riprogettazione del sé.Ad oggi, però, in merito alla questione degli educatori, alcuna volontà specifica è stata espressa dal Ministro, nonostante, le nostre carceri continuino quotidianamente ad affollarsi a causa dei numerosi nuovi ingressi, ma anche per la spaventosa carenza di educatori che, secondo quanto stabilito dalle vigenti leggi, rappresentano i coordinatori e i realizzatori materiali dei percorsirieducativi, nonché quelle figure professionali atte a garantire, nei giusti modi e nei tempi,l’espletamento, dell’intero iter necessario all’accesso alle misure alternative alla detenzione di quei detenuti che ne avrebbero i requisiti, ma che continuano a restare in carcere a causa dello sparuto numero di educatori attualmente in servizio a fronte di una popolazione di 66.000 persone carcerate.Pertanto, ci uniamo all´Onorevole Bernardini e a Irene Testa per chiedere l´immediata esecuzione delle citate mozioni e auspichiamo che il Ministro Alfano ne predisponga repentinamente l’avvio.Il Comitato, altresì, ad ausilio dell’iniziativa intrapresa da Rita Bernardini e da Irene Testa,promuove una “catena di informazione solidale” impegnandosi a diffondere la conoscenza di tale protesta non violenta tramite l’invio di questo comunicato non solo a tutti gli organi di informazione, ma anche ai propri conoscenti invitandoli a fare altrettanto.Il Comitato vincitori e idonei concorso educatori.


Donatella Ferranti,PD:da Ionta, un primo segnale l'immediata assunzione dei tanti educatori.

CARCERI: PD, VOGLIAMO VEDERCI CHIARO. AUDIZIONE ALLA CAMERA DI IONTA



Roma, 13 gen



''Lo vogliamo esaminare puntigliosamente ed e' per questo che gia' domani chiederemo al presidente della commissione Giustizia, Giulia Bongiorno di attivarsi per prevedere al piu' presto l'audizione del capo del Dap, dott. Franco Ionta''. Cosi' la capogruppo del Pd nella commissione Giustizia della Camera, Donatella Ferranti, commenta l'approvazione del piano carceri da parte del Cdm di oggi. ''I primi dati forniti dal ministro Alfano - sottolinea - non ci convincono fino in fondo: se infatti le carceri italiane possono ''tollerare' sino a circa 64.237 detenuti, da regolamento non potrebbero ospitarne piu' di 43.087. Il grado di sovraffollamento e' elevatissimo, siamo ampiamente fuori quota, e per arrivare ad 80.000 posti, i 21.749 annunciati oggi dal ministro Alfano sembrano insufficienti. E poi - prosegue - non basta costruire muri, occorre riempirli di personale numericamente e professionalmente adeguato: dalla polizia penitenzieria, agli psicologi, agli educatori e agli altri esperti. Di tutto questo ancora non c'e' traccia, ma aspettiamo di conoscere nel merito dal dott. Ionta le cifre esatte, certo - conclude - che un primo segnale potrebbe essere l'immediata assunzione dei tanti educatori e psicologi del concorso''.

Assunzione degli educatori primo impegno del governo

Il Comitato vincitori e idonei del concorso per educatori penitenziari esprime piena soddisfazione per l’approvazione delle cinque mozioni sul problema carcerario discusse ed accolte nei giorni 11 e 12 gennaio 2010 dal nostro Parlamento. Per la prima volta il Governo, rappresentato dal Ministro Alfano, ha preso consapevolezza della grave emergenza del sovraffollamento degli istituti di pena e, fra le altre fondamentali proposte presentate, si è impegnato:- a procedere all’assunzione immediata dei restanti educatori penitenziari previsti dalla pianta organica, da attingersi dagli idonei della vigente e menzionata graduatoria risultata dal concorso bandito per tale profilo professionale, affinché anche costoro possano partecipare ai previsti corsi di formazione che il dipartimento dell’amministrazione penitenziaria deve attivare per questi operatori prima dell’ingresso nelle carceri a cui sono destinati, onde evitare sprechi di danaro per doverli riattivare in seguito;- a prorogare di almeno un quinquennio la validità della graduatoria di merito del concorso citato in premessa, in linea con gli orientamenti del Ministro per la pubblica amministrazione e l’innovazione nonché con le disposizioni in materia di razionalizzazione delle spese pubbliche in vigore - per permetterne un graduale scorrimento parimenti all’avvicendarsi dei fisiologici turn-over pensionistici, al fine di evitare l’indizione di nuovi concorsi per il medesimo profilo che comporterebbero inutili oneri pubblici;- ad assumere iniziative per lo stanziamento di fondi necessari per completare l’organico di educatori previsti dalla pianta organica attualmente vigente presso il dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, considerato che lo sforzo economico da sostenere è annualmente molto esiguo, ma necessario per far funzionare meglio ed in modo più umano una branca importantissima del nostro sistema giustizia che non può più attendere;- a procedere all’alienazione di immobili ad uso penitenziario siti nei centri storici e alla costruzione di nuovi e moderni istituti penitenziari in altro sito;Esprimiamo, quindi, pieno compiacimento per l’importantissimo risultato raggiunto dall’On. Di Stanislao dell’Idv, il quale nella Sua circostanziata e approfondita mozione, ha dimostrato ancora una volta la Sua grande disponibilità e sensibilità verso tali problematiche, sapendo cogliere e far emergere sapientemente le necessità di questo delicato settore della nostra giustizia. Ringraziamo, inoltre, gli onorevoli Bernardini, Rao, Ferranti, Melis, Tidei, Vitali, Balzelli, Donadi, Paladini, Franceschini e tutti coloro che hanno appoggiato con voto favorevole le Loro mozioni, poiché di fronte a queste battaglie di umanità hanno saputo permeare il Loro impegno politico di quell’umanità e di quell’alto senso civico che rende capaci di abbandonare i colori politici e di volgere verso una proficua unità di intenti.Il Comitato vincitori e idonei del concorso per educatori penitenziari, intanto, continuerà a vigilare affinché tali doveri vengano rispettati e proseguirà nel suo lavoro di diffusione della necessità dell’intervento rieducativo e quindi sulla centralità della presenza degli educatori, ovvero di quella figura professionale che rappresenta il vero catalizzatore ed esecutore materiale del percorso rieducativo di un detenuto, percorso che rappresenta l’unica vera speranza di un sano reinserimento sociale di chi vive l’esperienza delle sbarre e che rappresenta uno dei più validi strumenti atti ad evitare quegli stati di inerzia, apatia, depressione, frustrazione, ansia, inadeguatezza che troppo spesso percorrono prepotentemente i corridoi lungo i quali si snodano le fila di quelle celle all’interno delle quali si consumano, quotidianamente, suicidi, abusi, violenze. Auspichiamo, quindi, che il Governo predisponga celermente tutti gli atti necessari ad ottemperare quanto detto e che questa stessa volontà continui ad animarne tutti i passaggi ad essi necessari, per poter, nei tempi strettamente necessari, cominciare ad affrontare concretamente e efficacemente l’ormai ingestibile emergenza creatasi.

Il Comitato vincitori e idonei del concorso per educatori penitenziari

martedì 28 dicembre 2010

MILLEPROROGHE:Concorsi p.a,prorogate al 31 dicembre 2011 le validità delle graduatorie dei concorsi pubblici che sarebbero scadute nel 2010.

Concorsi p.a., la speranza continua




MILLEPROROGHE: Prorogate fino al 31 dicembre 2011 le validità delle graduatorie dei concorsi pubblici che sarebbero scadute nel 2010.


 Il decreto mille proroghe puntualmente, come ogni anno, prolunga l'efficacia delle graduatorie delle prove concorsuali delle pubbliche amministrazioni, accendendo le speranze degli idonei di poter finalmente essere assunti nei ruoli delle amministrazioni pubbliche. Impresa che rimane difficile, considerando i limiti alle assunzioni da ultimo imposti dalla manovra estiva 2010. Si tratta dell'ennesimo intervento posto a consentire alle amministrazioni pubbliche di non attivare nuove prove concorsuali e, dunque, di affrontare i relativi oneri non solo finanziari, ma anche organizzativi. In questo periodo di crisi del mercato del lavoro, le amministrazioni in grado di assumere hanno visto un incremento esponenziale delle domande di partecipazione ai concorsi. Segno evidente che anche chi prima preferiva rivolgersi al mercato privato, oggi considera indispensabile provare ad entrare nella pubblica amministrazione. L'articolo 4 dello schema di decreto mille proroghe interviene sul termine fissato al 31.12.2010 dall'articolo 5, comma 1, del dl 207/2008, convertito in legge 14/2009, poi modificato dall'articolo 2, comma 8, del dl194/2009, convertito in legge 26/2010. Nella realtà, tuttavia, la proroga parte da ben più lontano: infatti, la norma del 2008 aveva prorogato al 31 dicembre 2010 la validità delle graduatorie per le assunzioni a tempo indeterminato approvate successivamente al 1° gennaio 1999 relative alle amministrazioni pubbliche soggette a limitazioni delle assunzioni, allungano i termini a suo tempo già prorogati dall'articolo 1, comma 100, della legge 311/2003. Ormai, tenere il filo rosso che unisce le varie norme di proroga delle graduatorie diviene un vero e proprio rompicapo. Anche la Corte dei conti beneficerà del decreto: il comma 2 dell'articolo 4, infatti, prevede che le autorizzazioni alle assunzioni e l'efficacia delle graduatorie per concorsi pubblici per assunzioni a tempo indeterminato banditi dalla Corte dei conti con scadenza al 31 dicembre 2010, siano prorogate sino al 31 dicembre 2011. Un'altra proroga sempre presente all'appello è quella che riguarda i poteri del prefetto in caso di mancata approvazione dei bilanci degli enti locali nei termini. L'articolo 9 conferma anche per l'anno 2011 le disposizioni di contenute nell'articolo 1, comma 1-bis, del decreto-legge 314/2004, convertito, con modificazioni, dalla legge 26/2005 Le proroghe dei poteri del prefetto sono ormai un diluvio di norme: infatti, l'articolo 1, comma 1-bis, del dl 314/2004, convertito in legge 25/2005 ha confermato per il 2005 le disposizioni a sua volta contenute nell'articolo 1, commi 2 e 3, del dl 89/2004, convertito in legge 140/2004. Ancora, l'articolo 1, comma 156, della legge 266/2005 (Finanziaria per il 2006), ha ulteriormente confermato la vigenza di dette disposizioni anche per il 2006. Ulteriori conferme di applicazione di questa disciplina si sono avute con l'articolo 1, comma 710, della legge 296/2006, nonché con l'articolo 2, comma 1, della legge 244/2007, che ha precisato, in modo più completo, che l'ipotesi di scioglimento si applica anche al caso di mancata adozione del provvedimento di verifica del permanere degli equilibri di bilancio. Rimane senza risposta la domanda sul perché non si decida di mettere a regime la previsione, con una modifica al dlgs 267/2000. L'articolo 10 dello schema di decreto milleproroghe, inoltre, fa slittare di un anno l'obbligo di apporre le impronte digitali alle carte di identità. Detto obbligo, infatti, riguarda solo i documenti rilasciati a partire dal 1° gennaio 2012 e non più, dunque, a partire dal 1° gennaio 2011.Forze dell'ordine. Prorogato al 31 dicembre 2011 il termine per procedere ad assunzioni a tempo indeterminato nella polizia di stato. Mentre la possibilità di autorizzare promozioni aggiuntive tra gli ufficiali di ruolo dell'arma dei carabinieri diventerà realtà solo a partire dal 2016 (sarebbe dovuta entrare in vigore nel 2012). Sarà ancora possibile invece assumere personale civile nella Nato. Basterà aver prestato servizio continuativo, per almeno un anno al 31/12/2010 (il termine originario era scaduto a fine 2006). Fino al 31 dicembre 2015 (e non più fino a fine 2011) il collocamento in ausiliaria del personale delle forze armate potrà essere disposto a domanda dell'interessato che abbia prestato non meno di 40 anni di servizio effettivo. Slitta di due mesi (dal 1° gennaio al 1° marzo 2011) la revisione, imposta dalla manovra correttiva dei conti pubblici (dl 78/2010), del canone di occupazione dovuto dagli utenti non aventi titolo alla concessione di alloggi di servizio del ministero della difesa.





mercoledì 22 dicembre 2010

Viaggio “Nell’inferno della Dozza”,guarda il video e capirai! carcere,governo,detenuti,giustizia,angelino alfano,diritti,educatori penitenziari,costituzione

Viaggio “Nell’inferno della Dozza”


Il documentario girato da Rosario Di Raimondo e Giulia Zaccariello nel carcere bolognese, dove fino a tre persone vivono all’interno di celle da 12 metri quadrati e i detenuti sono 700 in più di quelli che la struttura potrebbe contenere
 
 
.
 
 
L’Emilia-Romagna detiene il record negativo in Italia per numero di detenuti. Crocevia di questa emergenza è la Casa circondariale bolognese della Dozza, con un indice di sovraffollamento del 232%. In un istituto che può contenere al massimo 494 persone sono ammassati quasi mille e 200 detenuti: in concreto, significa che all’interno delle celle da tre metri per quattro sono ammassati fino a tre detenuti, che trascorrono lì almeno 22 ore al giorno. Le condizioni di vita dei detenuti, la mancanza di strutture e servizi, il disagio del personale carcerario sono portati alla luce da Rosario Di Raimondo e Giulia Zaccariello, studenti della Scuola superiore di giornalismo di Bologna, in un videoreportage girato all’interno delle mura carcerarie.


“Nell’inferno della Dozza”, questo il titolo del video, mostra la carenza di mediatori linguistici, gli educatori, gli psicologi. Mancano le risorse per attività diverse da una passeggiata in cortile durante l’ora d’aria. Niente istruzione o lavoro. Niente attività ricreative o culturali. Tra queste 1.200 persone circa 300 sono tossicodipendenti che avrebbero bisogno di essere ospitati in centri specializzati, con cure e assistenze diverse. Più della metà dei detenuti è di origine straniera e non parla o parla male l’italiano. Non va tanto meglio dall’altra parte ovvero dalla parte di chi questi detenuti li deve sorvegliare. Gli agenti di polizia penitenziaria che prestano servizio alla Dozza sono quasi 380, dovrebbero essere più di 500. L’emergenza riguarda, dunque, anche loro che, a causa del sovraffollamento e della carenza di organico, sono costretti a turni pesanti e a straordinari.

Il 17 novembre, il Parlamento ha approvato il disegno di legge “svuota-carceri”, che consentirà, entro il 2013, di scontare i domiciliari ai detenuti a cui mancano non più di 12 mesi di detenzione. Un provvedimento che riguarderà, in tutta Italia, circa 7 mila persone. Ma sono oltre 20 mila i detenuti in più nelle celle italiane. Nel 2010, sono 60 i detenuti che si sono suicidati in cella, in maggioranza per impiccagione. E sono 7 gli agenti di polizia penitenziaria che negli ultimi 15 mesi si sono tolti la vita.

Sollecito assunzione educatori penitenziario da Armando Algozzino della UIl PA. carcere,governo,detenuti,giustizia,angelino alfano

Roma lì, 20/12/2010


Al Ministero della Giustizia

Dipartimento Amministrazione Penitenziaria

 Capo del DAP

 Vice Capo del DAP

 Capo del Personale

 Responsabile Ufficio Concorsi

Roma

Oggetto: Richiesta di completamento delle assunzioni relative al concorso a 397 posti nel profilo

professionale di Educatore Area C posizione economica C1 (Area terza f 1)

La scrivente Segreteria nazionale sollecita i decreti di assunzione di 45 Educatori idonei del

concorso in oggetto indicato.

Predetto concorso, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 30 del 16 Aprile 2004, indetto con Pdg del

21 Novembre 2003 e dopo quattro anni di procedure concorsuali, il 15 dicembre 2008 nel Bollettino

Ufficiale del Ministero della Giustizia n. 23, veniva pubblicata la graduatoria ufficiale definitiva, e solo nel

Bollettino Ufficiale del Ministero della Giustizia n. 12 del 30 giugno 2009 venivano avviate le procedure di

assunzione dei primi 86 vincitori, poi con Bollettino Ufficiale n. 16 del 31 Agosto 2009 ne venivano assunti

altri 16 ed infine il 12 Aprile 2010 è avvenuta l’assunzione degli altri vincitori cioè 295.

In tale concorso, tra i vincitori sono emerse successivamente 45 rinunce, che potevano essere

coperte ed integrate con un semplice scorrimento della graduatoria.

Il 24 Maggio 2010 il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria ha invitato gli idonei

utilmente collocati (45) a redigere in ordine di preferenza le richieste per le Sedi rimaste vacanti per le

rinunce.

Considerato che l’assunzione dei 45 Educatori idonei, divenuti vincitori a pieno titolo non comporta

ulteriore stanziamento economico in quanto già programmato con le assunzioni del 12 Aprile 2010,

SI CHIEDE

L’immediata formulazione dei decreti di assunzione entro il 31 Dicembre 2010 considerato che la

graduatoria cesserà di avere validità nel 2011 e l’Amministrazione Penitenziaria non può permettersi di

perdere la possibilità di incrementare l’organico del personale di Area Educativa di 45 unità visto che

attualmente il rapporto educatori/detenuti è di circa 1 a 1000, per altro con uno stanziamento economico già

previsto.

Si resta in attesa urgente riscontro.
 
Il segretario nazionale
Armando Algozino

venerdì 17 dicembre 2010

Approvato al consiglio dei ministri il regolamento della nuova riorganizzazione del ministero della giustizia che sblocchera' le assunzioni al Dap!

Regolamento di organizzazione del Ministero della Giustizia

COORDINAMENTO NAZIONALE

MINISTERO DELLA GIUSTIZIA

Prot. n. 185_2010 Roma, 16 dicembre 2010
 
 
Si comunica che domani il Consiglio dei Ministri, tra i vari provvedimenti all’ordine del


giorno, ha previsto l’esame, in via preliminare, del Decreto Presidenziale concernente il

Regolamento di organizzazione del Ministero della giustizia.

L’UGL – INTESA Funzione Pubblica, attenta alle problematiche del settore, esaminerà,

con attenzione il provvedimento per manifestare le proprie valutazioni in merito.

Appena sarà fornita copia del Decreto Presidenziale sarà cura di questa O.S.

pubblicarlo sul sito in modo da dare possibilità al personale del comparto giustizia di

manifestare le proprie considerazioni che saranno recepite.
 
 
 
 
 
La Presidenza del Consiglio dei Ministri comunica:



il Consiglio dei Ministri si è riunito oggi, alle ore 9,40 a Palazzo

Chigi, sotto la presidenza del Ministro Altero Matteoli , a

norma dell’art. 8 della legge n. 400 del 1988.

Segretario, il Sottosegretario di Stato alla Presidenza, Gianni

Letta.




Il Consiglio ha approvato i seguenti provvedimenti:




su proposta del Ministro della giustizia, Angelino Alfano:





- uno schema di regolamento che riordina e razionalizza

l’assetto organizzativo, sia centrale che periferico, del Ministero

della giustizia; il testo verrà trasmesso al Consiglio di Stato ed

alle Commissioni parlamentari per i prescritti pareri.









 
 

Rita Bernardini interroga Alfano sulle carenze di agenti,educatori,psicologi,medici del carcere di Mammagialla! carcere,governo,detenuti,giustizia,rita bernardini,angelino alfano

BERNARDINI, BELTRANDI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI.

 - Al Ministro della giustizia, al Ministro della salute.

- Per sapere

- premesso che:


il 5 dicembre 2010, la prima firmataria del presente atto è andata a visitare il carcere Mammagialla di Viterbo accompagnata dal presidente di Casa Pound Italia, Gianluca Iannone e da Enrico Salvatori, militante di Radicali italiani;

nel corso della visita ispettiva la delegazione è stata accompagnata dall'ispettore di polizia penitenziaria Taranta;

i ristretti presenti nel carcere di Viterbo sono 750 ai quali si aggiungono due semiliberi; altri 5 internati sono in licenza sperimentale e il loro rientro nella struttura è previsto a giorni;

226 detenuti sono affetti da patologie di tipo psichiatrico, i tossicodipendenti sono 230; gli affetti da malattie infettive sono 110, di cui 9 casi di Hiv, 77 di epatite C e 24 Epatite B;

la carenza di personale è a dir poco preoccupante: nella casa circondariale operano 150 agenti di polizia penitenziaria in meno rispetto a quanto previsto dalla pianta organica, tutti «costretti» allo straordinario obbligatorio quotidiano nonostante il loro sia considerato un lavoro usurante. Tutto questo naturalmente si ripercuote sulle attività carcerarie anche per motivi di sicurezza, tanto che nel carcere non si fanno attività trattamentali, che invece sono fondamentali per il reinserimento del condannato;

l'istituto di pena «Mammagialla» ospita diverse tipologie di detenuti: tra i 750 reclusi ci sono detenuti con il 41-bis, detenuti in regime di massima sicurezza, detenuti con condanna definitiva e circa 50 ergastolani, e per chi organizza la sicurezza interna del carcere è difficile mantenerli separati. Cosi ci si trova nella situazione paradossale che ergastolani «coabitino» nella stessa cella con detenuti comuni o addirittura con reclusi in stato di carcerazione preventiva, con le conseguenze immaginabili in termini di disagio psicologico. Una situazione peraltro contraria alla legge, visto che il codice stabilisce che gli ergastolani debbano scontare la pena in istituti ad hoc, in isolamento notturno e con l'obbligo di lavorare;

il lavoro è un altro punto dolente, solo il 10 per cento dei detenuti infatti lavora, e lo fa a rotazione. Nel carcere inoltre ci sono solo cinque educatori e tre psicologi, un numero evidentemente insufficiente a fare fronte alle esigenze dei detenuti;

anche dal punto di vista sanitario la situazione è complicata, oltre che per le carenze di tipo sanitario in senso stretto, anche per la carenza di medici e infermieri, che potrebbero non essere in grado di affrontare tempestivamente le emergenze che dovessero di volta in volta presentarsi. Il personale presente al momento della visita ispettiva ha ben descritto le criticità del settore: quotidianamente nella casa circondariale vi è un via vai di circa 1.300 persone tra detenuti, agenti, personale amministrativo, parenti dei detenuti, avvocati, magistrati, volontari, ed altro). Al mattino sono in attività sempre 2 ambulatori medici per le visite di routine, con una media di circa settanta visite. Attualmente, il modello organizzativo in atto dopo anni di funzionamento, sembra quello più funzionale e comunque necessita sicuramente di essere migliorato e integrato con risorse di personale. Il numero delle ore dei medici e infermieri a disposizione per l'area sanitaria si è ridotto progressivamente negli anni;

il responsabile dell'area sanitaria del carcere ha recentemente prodotto una dettagliata relazione che non solo espone le criticità dell'istituto, ma prospetta concrete soluzioni organizzative che non possono prescindere, evidentemente, dal reperimento delle necessarie risorse;

d'altra parte, lo svolgimento degli interventi sanitari deve confrontarsi anche con le carenze del personale di polizia penitenziaria. Per quanto concerne il rapporto di collaborazione con l'amministrazione penitenziaria, ai fini di un adeguato funzionamento della complessa organizzazione sanitaria dell'istituto, i sanitari ritengono indispensabile che il nucleo di polizia penitenziaria per la vigilanza dell'infermeria centrale e degli ambulatori periferici possa contare su un organico fisso non inferiore alle 7 unità (rispetto agli attuali 4 operatori messi in campo dalla direzione). Il potenziamento del settore, fra l'altro, consentirebbe di poter allargare la fascia pomeridiana di accesso di alcuni specialisti considerato che al momento non possono essere svolte prestazioni specialistiche oltre le 17,30. Vi sono delle giornate dove è possibile che nessun agente sia disponibile per l'area sanitaria e quindi con tutta una serie di conseguenze facilmente immaginabili;

il problema più grave resta però il sovraffollamento, dimostrato dal fatto che anche nelle piccole celle da un posto sono sistemati due detenuti con letto a castello, e che venga utilizzato per i detenuti comuni anche un reparto come quello dell'isolamento, che per legge dovrebbe avere finalità completamente diverse. Una condizione cosi drammatica che può accadere, come è appunto successo due sere fa, che sei persone arrestate siano state costrette a dormire per terra nel corridoio perché il carcere registrava il «tutto esaurito». Note positive sono il buon rapporto tra gli agenti penitenziari e i detenuti, la pulizia del carcere e la professionalità, nonostante le carenze di organico, del personale sanitario;

nel carcere di Viterbo si trova ristretto anche P.C. avvocato romano, indagato nell'ambito dell'inchiesta della procura della Repubblica di Roma sulle così dette «frodi carosello» e sui successivi fatti di riciclaggio. L'avvocato P.C. - dopo essersi costituito nell'ufficio del titolare delle indagini il 2 marzo 2010 - è rimasto in isolamento per 24 giorni nel carcere di Regina Coeli, poi trasferito presso la casa di reclusione di Opera, ed ora è stato allocato nel reparto di «alta sorveglianza» del carcere Mammagialla di Viterbo. Alla prima firmataria del presente atto lo stesso ha dichiarato: «Le mie condizioni di salute, già precarie all'atto dello ingresso nell'istituto penitenziario, peggiorano di giorno in giorno. Soffro di ipertensione grave, problemi cardiaci, problemi alla vista, rene policistico, problemi alla prostata, pressione alta. Ciò che mi preoccupa è soprattutto se dovessi trovarmi in situazione di emergenza, vista la carenza di personale». L'avvocato P.C., inoltre, ha un figlio piccolo con la compagna brasiliana, che è costretta a viaggiare in continuazione per effettuare i colloqui;

nell'istituto di pena in questione è recluso anche S. G. sessantenne, diabetico e claustrofobico, detenuto nel reparto alta sorveglianza, il quale due mesi fa ha fatto richiesta di trasferimento al dipartimento dell'amministrazione penitenziaria al fine di scontare la pena vicino alla famiglia e, quindi, presso la casa circondariale di Nola;

A.C. un detenuto definitivo che finirà di scontare la pena nel 2015. Recluso nel reparto D2 detenuti comuni, ha fatto diverse richieste al dipartimento dell'amministrazione Penitenziaria senza ottenere alcuna risposta. Chiede di essere trasferito a Milano, vicino alla famiglia; a Milano vivono infatti la moglie, la madre malata e la figlia piccola che, scontando la pena a Viterbo, non può mai vedere;

il trattamento penitenziario deve essere realizzato secondo modalità tali da garantire a ciascun detenuto il diritto inviolabile al rispetto della propria dignità, sancito dagli articoli 2 e 3 della Costituzione; dagli articoli 1 e 4 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea del 2000; dagli articoli 7 e 10 del Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici del 1977; dall'articolo 3 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti umani e delle libertà fondamentali del 1950; dagli articoli 1 e 5 della Dichiarazione universale dei diritti umani del 1948; nonché dagli articoli 1, 2 e 3 della raccomandazione del Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa del 12 febbraio 1987, recante «Regole minime per il trattamento dei detenuti» e dall'articolo 1 della raccomandazione (2006) del Comitato dei ministri del Consiglio d'Europa dell'11 gennaio 2006, sulle norme penitenziarie in ambito europeo; tale garanzia è ribadita dall'articolo 1, commi primo e sesto, della legge 26 luglio 1975, n. 354, che prescrive che «il trattamento penitenziario deve essere conforme ad umanità e deve assicurare il rispetto della dignità della persona», dovendo altresì essere attuato «secondo un criterio di individualizzazione in rapporto alle specifiche condizioni dei soggetti»;

l'articolo 15, primo comma, della legge 26 luglio 1975, n. 354, prescrive che «il trattamento del condannato e dell'internato è svolto avvalendosi principalmente dell'istruzione, del lavoro, della religione, delle attività culturali, ricreative e sportive e agevolando opportuni contatti con il mondo esterno ed i rapporti con la famiglia»;

gli articoli da 5 a 12 della legge 26 luglio 1975, n. 354, dettano una rigorosa disciplina in ordine ai requisiti strutturali minimi degli istituti di pena, prescrivendo che le carceri siano realizzate in modo tale «da accogliere un numero non elevato di detenuti o internati»; che «i locali nei quali si svolge la vita dei detenuti e degli internati devono essere di ampiezza sufficiente»; analoga disciplina prevedono gli articoli da 8 a 13 della raccomandazione del Comitato dei ministri del Consiglio d'Europa del 12 febbraio 1987, recante «Regole minime per il trattamento dei detenuti» e gli articoli da 17.1 a 18.10 della raccomandazione (2006) del Comitato dei ministri del Consiglio d'Europa del 1o gennaio 2006 sulle norme penitenziarie in ambito europeo;

le condizioni di sovraffollamento in cui versa la casa circondariale di Viterbo, l'inadeguatezza delle strutture, la carenza di personale e la scarsa assistenza sanitaria sono già stati oggetto di due separati atti di sindacato ispettivo (n. 4-06612 e 4-03782) depositati in questa legislatura dalla prima firmataria del presente atto e rimasti senza risposta -:

se il Ministro della giustizia sia a conoscenza delle gravi condizioni di disagio che caratterizzano la vita penitenziaria nella casa circondariale di Viterbo;

se, negli ambiti di rispettiva competenza, ritengano opportuno effettuare delle ispezioni all'interno del carcere Mammagialla;

quali urgenti iniziative si intendano assumere al fine di far rientrare l'istituto di pena laziale nella dimensione regolamentare dei posti previsti;

quali provvedimenti di competenza ritengano opportuno adottare, negli ambiti di rispettiva competenza, al fine di garantire il rispetto del terzo comma dell'articolo 27 della Costituzione e di migliorare le condizioni della vita penitenziaria nel carcere di Viterbo, cosi da garantire il pieno rispetto dei diritti alla dignità, alla salute ed allo studio dei detenuti;

senon si intenda urgentemente rivedere il numero degli agenti di polizia penitenziaria attualmente assegnato presso il predetto istituto di pena posto che lo stesso risulta attualmente gravemente sottodimensionato;

se non si intenda assumere ogni iniziativa di competenza per aumentare il numero degli educatori, degli psicologi e degli assistenti sociali in servizio presso il predetto istituto di pena, in modo da rendere lo stesso adeguato al numero delle persone recluse;

se ed in che modo si intendano potenziare, all'interno della struttura penitenziaria in questione, le attività di orientamento e formazione al lavoro e di ricerca di posti di lavoro da offrire ai detenuti, in particolar modo per quelli che hanno quasi finito di scontare la pena;

cosa si intenda fare, per quanto di competenza, per garantire il diritto alla salute dei detenuti reclusi nel carcere Mammagialla di Viterbo, anche per tutto ciò che concerne il ripristino di un'adeguata assistenza psicologica e psichiatrica;

per quali motivi i detenuti A.C. e S.G., nonostante le istanze rivolte al dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, non siano ancora stati trasferiti presso un istituto di pena prossimo al luogo di residenza dei loro familiari;

quali iniziative si intendano adottare, per quanto di competenza, al fine di garantire al detenuto P.C. il rispetto del suo inalienabile diritto alla salute e per quali motivi lo stesso si trovi ristretto all'interno del reparto alta sorveglianza;

per quali motivi nel carcere di Viterbo vi siano ergastolani che - contrariamente al dettato normativo e regolamentare - continuano a condividere le stesse celle con i detenuti comuni.

(4-09943)

giovedì 16 dicembre 2010

Intervista a Donatella Ferranti del PD sulle carceri: nulla è stato realizzato e intanto il personale civile del dap è ridotto all'osso! carcere,governo,angelino alfano,detenuti,penitenziari,giustizia,politici

(AGENPARL) - Roma, 16 dic -

E’ trascorso quasi un anno, ormai, da quando il Consiglio dei Ministri ha annunciato il nuovo Piano Carceri varando, con apposito decreto, lo stato d’emergenza per le carceri italiane. Il decreto scade il prossimo 31 dicembre e, a quanto pare, delle tante proposte annunciate, è stato fatto poco o niente. Abbiamo sentito l’on. Donatella Ferranti (Pd) che più volte, a tal proposito, ha presentato delle interrogazioni al Ministro della Giustizia Angelino Alfano, nonché al Governo.




Cosa è cambiato da gennaio ad oggi?


Niente. Tutto generico e niente nello specifico. Più volte abbiamo chiesto chiarimenti in Commissione Giustizia alla Camera, ma, ad oggi, non abbiamo mai ricevuto una risposta precisa. Neanche dallo stesso Franco Ionta, Presidente del Dipartimento d’ Amministrazione Penitenziaria.



Il piano prevede quattro pilastri di interventi. Il primo, appunto, prevede la costruzione di 47 padiglioni nuovi. Sono stati realizzati?

A noi non risulta. Noi abbiamo fatto 30 interrogazioni, una per ciascun carcere indicato dal piano. Ad oggi non c’è nessuna risposta formale. E non ci risulta come stanno realizzando il piano carceri, soprattutto dal punto di vista della localizzazione delle aree, degli espropri, delle deroghe alla normativa generale sugli appalti e della finalizzazione anche dei soldi.



Con il piano carceri si è prevista la nomina di Ionta a Commissario delegato, con la funzione di velocizzare e semplificare le procedure delle gare d’appalto.


Noi questo l’abbiamo chiesto formalmente. E lui in Commissione , sempre in termini generali, ha detto che c’erano state delle consulenze, degli incarichi di progettazione. Ma, concretamente, non è mai stato reso noto e trasparente quale criterio sia stato utilizzato per la localizzazione delle aree. Questo perché sia per i padiglioni che per i nuovi carceri, si può derogare ai vigenti strumenti urbanistici. La deroga però non vuol dire arbitrio, perché bisogna sempre tener conto di quello che è l’interesse pubblico. Lui genericamente ha detto che si trattava ancora di progettazione, di interventi, insomma di una fase ancora di incarico preliminare. Ad oggi non mi sembra ci sia stata alcuna inaugurazione di padiglioni o di nuovi carceri, tanto più che tra l’altro ci sono nuovi padiglioni o nuovi carceri chiusi, che non si possono utilizzare perché non c’è personale.



Il nuovo piano, tra i suoi pilastri, prevedeva anche l’assunzione di 2 mila agenti?


Si, ma su quello non se ne parla assolutamente. L’unica cosa che adesso va monitorata è la legge 199 del 26 novembre 2010 relativa all’esecuzione domiciliare delle pene detentive non superiore a un anno. Questo vuol dire che, chi deve scontare una pena non superiore ad un anno e non è un soggetto pericoloso, né un delinquente recidivo e/o abituale, può fare l’ultimo anno in detenzione domiciliare. In questa legge c’è un articolo che abbiamo aggiunto noi del Pd che prevede l’assunzione di un certo numero di agenti di polizia penitenziaria. Quella è l’unica previsione vera di assunzione, che non riguarda però 2 mila agenti.



Quindi, di tutto quello che è stato annunciato, nei fatti non si è realizzato nulla. E il prossimo 31 dicembre il decreto scade. Cosa accadrà?

Non si è realizzato nulla, però, con il mille proroghe prevederanno la proroga dei poteri. E noi nel frattempo aspettiamo una risposta. Perché, se solo si rispondesse alle nostre interrogazioni, quanto meno potremmo sapere con certezza cosa è stato fatto per quelli che sono stati individuati come nuovi istituti e nuovi padiglioni, indicando anche genericamente la cifra.



Se le misure del piano carceri fossero state reali e concrete, avrebbero risolto l’emergenza o serve altro?


Sicuramente non sono risolutive al 100 per cento perché il problema del sovraffollamento carcerario non è solo la creazione di nuove carceri. I problemi sono anche la tipologia delle carceri, ossia come vengono costruite. Controllare il recupero del detenuto. Altro problema è quello del personale, compreso quello civile, vedi educatori e psicologi. Poi c’è un altro problema, ben più complesso, che è quello del ‘come concepire’ la pena, quali sono i reati per i quali si prevede il carcere e quali, invece, devono essere previste pene diverse, ma sempre afflittive. Non basta parlare di depenalizzazione. In alcuni casi ci vorrebbero pene sostitutive al carcere. Per questo si crea il sovraffollamento, perché in carcere ci finiscono anche persone che non possono usufruire di misure alternative. Non è soltanto una questione di capienza è anche una questione dovuta ad altro. Sono sempre di più, infatti, le norme che creano nuovi reati, alzano le pene e poi alla fine sono dirette soprattutto verso la marginalità della società. Andrebbe studiato un sistema che vada ad affrontare le problematiche in base alla tipologia di reato.



L’ amnistia, proposta dai radicali, potrebbe essere una possibile ‘alternativa’?


L’abbiamo visto con l’indulto. Quando è stato fatto i detenuti erano 39 mila, nell’arco di due anni, poi, si è ritornati a 70 mila. Non si risolve il problema. L’amnistia è un atto di clemenza che viene fatto in un certo momento. E poi di solito l’amnistia riguarda quelli che sono a piede libero, i piccoli reati. Quello che riguarda proprio i carceri è il provvedimento di Mastella sull’ indulto. Ma si tratta sempre di un provvedimento emergenziale. Andrebbero ripresi tutti i progetti che ci sono presso il Ministero della Giustizia fatti da Commissioni autorevoli, sia di destra che di sinistra, che prevedono un sistema diverso per affrontare le fattispecie di reato e la pena. Non per tutti i reati è necessario prevedere il carcere. Ci sono altre misure interdittive, previste dal giudice, e che lasciano il carcere per i reati più gravi e per quelle persone che hanno bisogno del carcere. Il problema è che il carcere è un momento transitorio dove il detenuto deve scontare la sua pena, ma al tempo stesso prepararsi a tornare a ‘fare il cittadino’. Oggi tutto questo no c’è. C’è, piuttosto, una ghettizzazione di persone che sono ai margini della società. Va attualizzato il nostro codice penale, risalente all’epoca fascista. Il carcere non dev’ essere un fortino, ma deve consentire il recupero del soggetto.

mercoledì 8 dicembre 2010

Insufficiente il personale educativo:mancano troppi educatori e assistenti sociali! carcere,governo,detenuti,giustizia,angelino alfano,diritti,penitenziari

Censis: nelle carceri sovraffollamento al 150 per cento


06-12-2010


Ci sono quasi 70.000 detenuti (nel 2006 erano 60.000) nelle carceri italiane: un tasso di sovraffollamento che supera il 150% e che in alcuni casi è oltre il 170per cento. L'allarme arriva dal Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese/2010. Numeri che però sono destinati a diminuire alla luce del ddl 'svuota carceri' approvato in via definitiva al Senato a meta' novembre. La legge prevede che nel caso in cui il detenuto debba scontare pene inferiori a un anno possa usufruire dei domiciliari. Oltre al sovraffollamento il Rapporto individua altri fattori di disagio "che rivelano quale sia la gravità della situazione": il 36,9 per cento dei detenuti e' straniero; il 24,5 per cento e' tossicodipendente, il 2,3 per cento è dipendente da alcol, l'1,8 per cento è infetto da Hiv. Inoltre, rivela il Censis, le guardie penitenziarie sono 39.569 rispetto alle 45.121 previste per legge, e il costo medio giornaliero per detenuto è sceso dai 131,9 euro del 2007 ai 113,4 euro stimati per il 2010. A questo si aggiunge che circa 30.000 detenuti (44 per cento del totale) sono in attesa di uno dei gradi del procedimento. Tra questi, la gran parte (15.111) e' in attesa del giudizio di primo grado.





Inoltre 18.769 condannati si trovano a dover scontare una pena (o una pena residua)inferiore a tre anni (e tra questi 11.601 hanno una pena inferiore a un anno), quindi avrebbero i requisiti per usufruire delle misure alternative alla detenzione. Circa 30.000 detenuti si trovano in carcere per avere contravvenuto alla legge sulla droga e circa 4.000 a quella sull'immigrazione. Secondo l'analisi del Censis, "il personale che lavora in carcere risulta completamente insufficiente a gestire una situazione che diventa di giorno in giorno più complessa: a essere sotto-dimensionate non sono solo le guardie carcerarie, ma anche altre figure più esplicitamente votate al recupero dei detenuti, come gli educatori e gli assistenti sociali". Su questa situazione si innesta il Piano carceri, che si propone di ridurre il sovraffollamento attraverso tre tipi di interventi: l'ampliamento del numero dei posti disponibili per complessivi 21.709 nuovi posti. Questi propositi sono stati ridimensionati nel Piano che il Commissario straordinario ha presentato lo scorso 29 giugno. Il secondo è l'introduzione di misure deflattive, con la possibilità di scontare l'ultimo anno di pena residua agli arresti domiciliari e la messa in prova; su questo punto e' stata approvata a novembre la legge che dovrebbe riguardare circa 7.000 detenuti. Ultimo intervento, l'assunzione di 2.000 nuovi agenti di polizia penitenziaria.

(AGI)






Legge svuola carcere è inutile se non si incrementa il personale educativo e trattamemtale delle carceri! detenuti,giustizia,governo,angelino alfano,diritti,penitenziari

Emergenza carcere, impossibile ignorare

di Elisabetta Laganà (*)


“In 40 anni non ho mai visto un carcere così disumano come in questo periodo”. Questa frase, pronunciata alcuni giorni fa ad un convegno da Francesco Maisto, Presidente del Tribunale di Sorveglianza di Bologna, apre un generale e forte interrogativo sul vedere quanto accade: come è possibile che politici, istituzioni, la comunità intera (a parte pochi) si siano resi completamente ciechi rispetto a ciò che avviene dentro il carcere?

E come è possibile che un analogo processo avvenga anche oggi nei confronti dei soggetti con un debole potere contrattuale e sociale, nei confronti dei malati di mente, dei tossicodipendenti, degli handicappati, degli anziani istituzionalizzati nelle case di riposo, dei senza casa, degli immigrati?
Come è possibile che le persone siano cieche a quanto accade nei ghetti Rom, nei centri di espulsione o nel circuito illegale del mercato nero? Come era possibile allora, e come è possibile oggi, che la società faccia in modo di porre il deviante, il diverso, lontano dal suo sguardo, delegando totalmente la sua gestione ad apparati e istituzioni, che il più delle volte, invece di riabilitare, si limitano a “gestire”, se non a reprimere? 
C’è un romanzo che metaforicamente solleva questa problematica: è “Cecità” di José Saramago. Nel libro la perdita improvvisa della vista in una popolazione allude alla perdita della ragione, alla caduta nel conformismo e nell’indifferenza e mostra le tragiche conseguenze di questo evento: la repressione, la sopraffazione dei forti sui deboli, progressivamente, fino all’imprigionamento di tutti. 
Quando si discute del carcere, si dovrebbe discutere di questo: di camere oscure e oscurate al mondo, di luoghi ciechi, muti, privati di diritti. Dove le parole della Costituzione rimangono solo modi di dire. Dove ai detenuti manca tutto, dal diritto alla salute al sapone. 
La sofferenza del sistema è giunta ad un punto molto critico: è fondamentale richiamare la politica alle sue responsabilità sul tema delle risorse, che non possono essere ricavate solo sul piano della fantasia, e sulla rilevanza di una attenzione ai diritti, considerando che i diritti senza risorse che ne consentano l’esercizio rischiano di essere inesigibili. 
La soglia dei 69 mila detenuti nelle carceri italiane è stata superata. Dall’inizio anno sono già 62 i detenuti suicidi nelle carceri italiane. In una materia come questa, che tocca corde sostanziali del diritto, non andrebbero espresse timidezze; bisognerebbe operare con forza sul fronte delle riforme legislative e sulle politiche sociali; servirebbe una chiara azione riformatrice.
Come volontariato nutriamo pochissime aspettative sul numero di persone che realisticamente uscirà dalle carceri in virtù del decreto sulla detenzione domiciliare: un segnale troppo debole per un sovraffollamento così forte. La cosiddetta legge svuota-carceri non solo inciderà in misura minima ( e a tempo determinato) sul sovraffollamento carcerario, ma soprattutto non esprime quel doveroso coraggio che la disastrosa situazione delle carceri richiederebbe, quale una inversione di rotta della detenzione come unica pena a favore di pene e provvedimenti alternativi al carcere. Legge dove nessun investimento è stato pensato per incrementare il personale educativo e trattamentale. Sarebbe necessario un ripensamento complessivo sui temi della sicurezza e della pena. Questa situazione deve chiamare a raccolta tutti i soggetti che si trovano ad entrare in contatto con la realtà del carcere e le persone ivi detenute. Anche l’ANM si è espressa sulla necessità che si ritorni al carcere come “extrema ratio” e che vengano utilizzati “alcuni degli strumenti per il superamento della concezione pancarceraria della pena, con l’introduzione delle pene alternative, e la mitigazione delle restrizioni per i recidivi al godimento dei benefici penitenziari”. Ma è necessario che tutte le componenti del mondo giudiziario siano aperte al dialogo per tutelare i diritti e le garanzie dei cittadini privati della libertà.
La CNVG ha sollecitato un tavolo di lavoro congiunto con il Governo, le Regioni e gli EE.LL., coordinato dall’Ufficio Rapporti con le Regioni, Enti Locali ed il Volontariato del DAP. Il tavolo, operativo da mesi, lavora per dare corpo e attuazione a livello locale alle “Linee Guida in materia di inclusione sociale a favore delle persone sottoposte a provvedimenti dell’Autorità Giudiziaria” approvate nel 2008: queste, sottolineando le ragioni della necessità dell’inclusione e i danni prodotti invece dall’esclusione, delineano in modo preciso i principi e le modalità della collaborazione tra istituti e servizi del Ministero, la programmazione regionale, gli interventi dei servizi socio sanitari e culturali territoriali e il volontariato, fino all’inserimento delle attività per i condannati nei “Piani Sociali di Zona” previsti dalla legge 328/2000. Della commissione fanno parte le Regioni, il Consiglio Superiore della Magistratura, il Ministero dell’Interno, il Ministero della Pubblica Istruzione, il Ministero della Solidarietà Sociale, l’ANCI, e il Volontariato
Anche l’ANCI, in un documento indirizzato al Governo e al Ministro della Giustizia, richiede che venga costituito in tempi rapidi un Tavolo di confronto sul “Piano Carceri”. 
La situazione richiede necessariamente ed urgentemente un dialogo ed un confronto reale tra tutte le componenti coinvolte. Oltre a necessarie campagne di informazione sulle reali condizioni carcerarie, anche in sinergia con il Volontariato. Al fine di lavorare tutti insieme per restituire una dimensione visibilmente e concretamente costituzionale della pena.

(*) (Presidente Conferenza Nazionale Volontariato Giustizia)

Carcere di Viterbo:solo 5 educatori e 3 psicologi,situazione al collasso,interrogazione di Rita Bernardini. carcere,governo,detenuti,giustizia,angelino alfano,diritti

Carceri: Radicali e Cpi in visita ispettiva a Viterbo .



Lunedì 06 Dicembre 2010 07:07
 
 
Viterbo - Bernardini annuncia interrogazione sulla casa circondariale ''Abbiamo trovato sovraffollamento, carenza di organico e mancato rispetto norme ordinamento penitenziario''.


Sovraffollamento, carenza di organico, mancanza assoluta di attività trattamentali e mancato rispetto delle norme dell'ordinamento penitenziario: presenterà un'interrogazione al ministro della Giustizia Angelino Alfano sulla Casa circondariale 'Mammagialla' di Viterbo, la radicale eletta nelle liste del Pd Rita Bernardini, dopo la visita ispettiva effettuata questa mattina con una delegazione composta, oltre che dalla Bernardini, membro della commissione Giustizia della Camera, dal presidente di CasaPound Italia, Gianluca Iannone, e dal radicale Enrico Salvatori.

''Abbiamo trovato una situazione al collasso - spiega la delegazione - A cominciare da una carenza di personale a dir poco preoccupante: nella casa circondariale operano 150 agenti di polizia penitenziaria in meno rispetto a quanto previsto dalla pianta organica, tutti 'costretti' allo straordinario obbligatorio quotidiano nonostante il loro sia considerato un lavoro usurante. E questo naturalmente si ripercuote sulle attività carcerarie anche per motivi di sicurezza, tanto che nel carcere non si fanno attività trattamentali, che invece sono fondamentali per il reinserimento del condannato. A generare forti criticità - prosegue la delegazione - è anche il fatto che il 'Mammagialla' ospiti diverse tipologie di detenuti: tra i 750 reclusi ci sono detenuti con il 41 bis, detenuti in regime di alta sicurezza, detenuti con condanna definitiva e circa 50 ergastolani, e per chi organizza la sicurezza interna del carcere è difficile mantenerli separati. Così ci si trova nella situazione paradossale che ergastolani 'coabitino' nella stessa cella con detenuti comuni o addirittura con reclusi in stato di carcerazione preventiva, con le conseguenze immaginabili in termini di disagio psicologico. Una situazione peraltro contraria alla legge, visto che il codice stabilisce che gli ergastolani debbano scontare la pena in istituti ad hoc, in isolamento notturno e con l'obbligo di lavorare''.

''Il lavoro è un altro punto dolente - riferisce ancora la delegazione - solo il 10% dei detenuti infatti lavora, e lo fa a rotazione. Nel carcere inoltre ci sono solo cinque educatori e tre psicologi, un numero evidentemente insufficiente a fare fronte alle esigenze dei detenuti. Anche dal punto di vista sanitario la situazione è complicata, oltre che per le carenze di tipo sanitario in senso stretto, anche per la carenza di agenti penitenziari, che costituiscono il personale preposto alle traduzioni dei reclusi, e, visto il loro numero ridotto, potrebbero non essere in ngrado a far fronte tempestivamente alle emergenze. Anche perché il 'Mammagialla' ospita 110 reclusi affetti da malattie infettive, compresa epatite B e C, e nove sieropositivi, mentre il 30% dei detenuti è tossicodipendente, e un altro 30% è affetto da patologie di tipo psichiatrico. Il problema più grave resta però il sovraffollamento, dimostrato dal fatto che anche nelle piccole celle da un posto siano sistemati due detenuti con letto a castello, e che venga utilizzato per i detenuti comuni anche un reparto come quello dell'isolamento, che per legge dovrebbe avere finalità completamente diverse. Una condizione così drammatica che può accadere, come è appunto successo due sere fa, che sei persone arrestate siano costrette a dormire per terra nel corridoio perché il carcere è tutto pieno. Note positive - conclude la delegazione - il buon rapporto tra gli agenti penitenziari e i detenuti, la pulizia del carcere e la professionalità, nonostante le carenze di organico, del personale sanitario.

''Situazioni come quella di oggi non vorremmo più doverle vedere - spiega il leader di Cpi Gianluca Iannone - Anche se siamo distanti politicamente dai Radicali concordiamo però sulla necessità di una riforma che, nel rispetto della Costituzione, trasformi le carceri da luoghi di vessazione in luoghi di riabilitazione'',conclude.

venerdì 3 dicembre 2010

Carcere:mancano educatori e assistenzi sociali ma a quanto pare solo Alfano e Ionta non lo sanno!?! angelino alfano,giustizia,detenuti,diritti,governo

Censis: Carceri, oltre 150% tasso sovraffollamento detenuti




ven 3 dicembre 2010



(ANSA) - ROMA, 3 DIC - Il tasso di sovraffollamento delle carceri italiane supera il 150% e talvolta (e' il caso di Puglia, Calabria ed Emilia Romagna) anche il 170%. Andando avanti di questo passo, gli attuali circa 70 mila detenuti (68.795 al 31 ottobre) arriveranno a sfiorare quota 100 mila alla fine del 2012. E' quanto emerge dal Rapporto 2010 del Censis, in cui si rileva che 'ci sono voluti quattro anni dall'ultimo indulto per riportare gli istituti carcerari a vivere gli stessi problemi di allora'. La situazione e' grave non solo per il sovraffollamento: il 36,9% dei detenuti e' straniero, il 24,5% tossicodipendente, il 2,3% dipendente da alcol, l'1,8% infetto da Hiv. E ancora: in circa 30mila si trovano in carcere per aver violato la legge sulla droga e circa 4mila le norme sull'immigrazione, mentre il 44% del totale dei detenuti e' in attesa di giudizio. Sono invece 18.769 i condannati che dovendo scontare una pena, anche residua, inferiore a tre anni (e tra questi 11.601 hanno una pena inferiore ad un anno) avrebbero i requisiti per usufruire delle misure alternative al carcere. Il Censis ritiene inoltre il personale che lavora in carcere 'completamente insufficiente a gestire una situazione che diventa di giorno in giorno piu' complessa': gli agenti penitenziari sono 39.569, rispetto ai 45.121 previsti per legge, e risultano 'sottodimensionate' anche altre figure piu' esplicitamente votate al recupero dei detenuti come gli educatori e gli assistenti sociali.