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Sign for Aiutaci a garantire l'effettiva applicazione dell'art. 27 Cost.(funzione rieducativa della pena)

Mercoledi',23 Marzo 2011: interrogazioni per l'assunzione degli educatori penitenziari

Mercoledi',23 Marzo 2011,

(rinvio del 16 Marzo 2011)

in commissione giustizia discussione delle interrogazioni orali per l'assunzione degli educatori penitenziari.


5-04298 Cassinelli: Sull’iter del concorso pubblico per educatore penitenziario


5-04314 Ferranti: Questioni relative all’assunzione dei vincitori del concorso per educatore penitenziario




Per leggere il testo delle interrogazioni vai su news giornaliere o etichetta interrogazioni parlamentari




Carceri:necessario assumere educatori,assistenti e psicologi.

26 agosto 2010



Giustizia: Bernardini (Radicali); basta morti in carcere, varare in fretta misure deflattive



“Il tempo dell’illegalità e dell’inciviltà carceraria italiana è scandito ad un ritmo impressionante dalle morti, dai suicidi. Dico al Governo e ai miei colleghi parlamentari che così numerosi hanno partecipato all’iniziativa del Ferragosto in carcere, che occorre fare in fretta a varare, intanto, misure adeguate a decongestionare la sovrappopolazione carceraria”. Lo afferma Rita Bernardini, deputata Radicale, membro della Commissione Giustizia della Camera, dopo la morte di un detenuto a Sulmona. “Il disegno di legge Alfano - così come svuotato dalla Commissione Giustizia della Camera - non serve a spegnere l’incendio di disperazione e di morte che sta divampando - prosegue.Affidare infatti ai Tribunali di sorveglianza la valutazione della pericolosità sociale e l’idoneità del domicilio per consentire di scontare ai domiciliari pene residue sotto i 12 mesi, significa paralizzare tutto: la valutazione arriverà troppo tardi! Si dia ai direttori degli istituti penitenziari questo compito che saprebbero fare meglio e più in fretta dei magistrati di sorveglianza. Ridimensionata almeno un po’ la popolazione detenuta, occorre immediatamente riformare il sistema come previsto dalle mozioni approvate in gennaio dalle aule di Montecitorio e di Palazzo Madama a partire dallo stop all’uso indiscriminato della carcerazione preventiva e alla depenalizzazione dei reati minori, per arrivare alle misure e pene alternative che si rivelano molto più efficaci del carcere ai fini della rieducazione e del reinserimento sociale, all’adeguamento degli organici penitenziari (agenti, educatori, psicologi, assistenti sociali), alle possibilità di lavoro per i detenuti, agli istituti di custodia attenuata dove i tossicodipendenti possano curarsi”.





5 luglio 2010





Carceri: Favi, "Bene Tg2, condizioni indegne per detenuti e lavoratori"



Dichiarazione di Sandro Favi responsabile Carceri del Partito Democratico



L’inchiesta del Tg2 sulla drammatica situazione delle nostre carceri evidenzia ciò che il Partito Democratico denuncia da mesi, e cioè condizioni di vita per i detenuti e per i lavoratori penitenziari del tutto indegne. Quelle viste all’Ucciardone sono situazioni che in realtà riguardano la stragrande maggioranza delle carceri italiane. Le morti in carcere e gli atti di autolesionismo sono segnali inequivocabili: occorre attuare da subito politiche penitenziarie che decongestionino gli istituti. È assolutamente necessario investire sulle misure alternative alla detenzione e sull’aumento di agenti di polizia penitenziaria, di educatori, di assistenti sociali e psicologi.



Finora il ministro Alfano e il direttore delle carceri Ionta hanno saputo solo ipotizzare un piano carceri che avrà lunghissimi tempi di realizzazione e che non inciderà minimamente per un miglioramento della situazione nell’immediato.



Così non va.









Lettere: senza assunzione personale educativo il ddl Alfano è inutile





Comunicato stampa, 29 maggio 2010





Ai deputati di commissione bilancio



e giustizia camera









Al sottosegretario



On. Caliendo









Al sottosegretario



On. Giorgetti Alberti







Egregi Onorevoli,



dopo aver appreso la notizia sul parere negativo della Commissione Bilancio sugli artt. 2 quater e 2 sexies del Ddl Alfano questo Comitato ritiene necessario porre alla Vostra attenzione alcune osservazioni. L’eliminazione dell’articolo aggiuntivo Schirru 2.060 svuoterebbe di significato il Ddl Alfano riducendolo ad una imago sine re.



L’investimento in risorse umane è propedeutico alla concreta materializzazione della normativa contenuta nel provvedimento. Secondo quanto enunciato dall’art. 1 comma 3 del Ddl. il magistrato di sorveglianza decide sulla base della relazione inviatagli dall’istituto penitenziario.



Alla luce della normativa penitenziaria è l’educatore colui che osserva il comportamento del detenuto e provvede alla stesura della relazione di sintesi, cioè di quella relazione di cui si servirà il magistrato di sorveglianza per la decisione finale sulla misura alternativa.



Senza l’incremento di ulteriori unità di personale pedagogico la situazione del sovraffollamento carcerario non potrà mai essere risolta né tantomeno potrà trovare risoluzione la drammatica condizione in cui versano le carceri italiane.



Pochi educatori significa poche relazioni da inviare al magistrato di sorveglianza. Pochi educatori significa impossibilità di fare il trattamento. Pochi educatori significa stasi della concessione di misure alternative. L’eliminazione dell’articolo aggiuntivo Schirru creerebbe un vero e proprio effetto boomerang che provocherebbe la totale paralisi del Ddl Alfano.



La Commissione Giustizia dopo aver preso atto della grave situazione di disagio in cui versano le carceri italiani ha dato voce all’articolo 27 della Costituzione decidendo di investire su quello che già nel Settecento Beccaria definiva “il più sicuro mezzo di prevenire i delitti” ossia l’educazione.



L’approvazione dell’articolo aggiuntivo che esclude il Dap dalla riduzione della pianta organica e dal blocco delle assunzioni costituisce una vera e propria presa di coscienza dell’assunto secondo il quale non può esserci alcun miglioramento delle condizioni di detenzione senza l’investimento in risorse umane.



Si evidenzia inoltre che l’emendamento è già stato “riformulato” originariamente infatti prevedeva l’obbligo per il governo,dopo l’invio della relazione per l’adeguamento della pianta organica, di predisporre entro 2 mesi un piano straordinario di assunzioni.



La totale eliminazione di questo emendamento volto alla concreta applicazione della misura alternativa sulla quale questo Governo intende puntare per risolvere il dramma del pianeta carcere renderebbe inutile l’approvazione di un Ddl che non riuscirebbe mai ad essere attuato.



Ci sarebbe infatti una vera e propria antinomia tra norma e realtà. La realtà è che la situazione carceraria italiana è drammatica e preoccupante.



I continui suicidi in carcere sono da porre in relazione con le insopportabili condizioni di disagio in cui vivono i reclusi delle carceri italiane alla carenza di trattamento e attività rieducative e alla mancata assistenza psicologica dovuta alla cronica carenza di personale educativo



Ebbene, l’Italia, Paese democratico, è stata condannata dalla Cedu per trattamento degradante e disumano. A tale situazione va data una risposta concreta, soprattutto se si considera che il bilancio dello stato potrebbe essere aggravato dalle condanne della Cedu (Sic!).



Inoltre non si comprende come la crisi riguardi solo le risorse umane e non anche lo stanziamento dei fondi per l’edilizia penitenziaria ,infatti, una volta costruite nuove carceri queste rimarranno inutilizzate (Sic!) Un esempio è fornito dal carcere di Agrigento e dal carcere di Rieti, a Pinerolo inoltre, c’è un carcere vuoto da 10 anni ma è già stata individuata un’area per costruir un nuovo carcere (fonte Girodivite).



Per un provvedimento importante, come quello in esame, che punta sulla rieducazione e sul recupero del reo, occorre assumersi delle responsabilità serie, perché l’incremento del personale pedagogico rappresenta il sine qua non della correlazione legge - realtà.



Ancora una volta si evidenzia inoltre che il “decantato” vulnus di copertura finanziaria può essere sanato attingendo dai fondi della Cassa delle Ammende che secondo quanto disposto dall’art 129 III comma del Dpr 30 giugno 2000, n. 230, devono essere destinati ai programmi che tendono a favorire il reinserimento sociale dei detenuti e degli internati anche nella fase di esecuzione di misure alternative alla detenzione”e non all’edilizia penitenziaria (Sic!) . Qualora il Governo non intenda attingere i fondi necessari dalla cassa delle Ammende potrebbe ricavarli dai fondi del Fug, visto che il Presidente del Consiglio dei Ministri ha firmato il decreto che assegna per la prima volta le quote delle risorse sequestrate alla mafia e i proventi derivanti dai beni confiscati al Fondo Unico Giustizia (Fug), nella misura del 50 per cento al Ministero dell’Interno e del 50 per cento al Ministero della Giustizia. Attingendo i fondi o dalla cassa delle Ammende o dal Fug non vi sarebbe alcun onere aggiuntivo in quanto gli stessi sono già previsti in bilancio.



Per le ragioni suesposte riteniamo che l’emendamento presentato dall’On. Donatella Ferranti e Schirru sia una vera proposta “bipartisan” che deve, necessariamente,trovare accoglimento così come è stato approvato in Commissione Giustizia.



Riteniamo altresì che il governo, dopo aver provveduto all’adeguamento della pianta organica anche in relazione alla popolazione detenuta ( quasi 70mila detenuti) debba predisporre un piano straordinario di assunzioni di educatori penitenziari da attingersi dalla vigente graduatoria del concorso pubblico per esami a 397 posti nel profilo professionale di Educatore, Area C, posizione economica C1, indetto con Pdg 21 novembre 2003.



Una scelta in tal senso rappresenterebbe la chiave di volta per un chiaro e ben preciso impegno di responsabilità affinché la drammatica situazione che affligge il pianeta carcere possa finalmente essere risolta. Per tali ragioni auspichiamo che tutta la commissione bilancio della camera e il sottosegretario Alberto Giorgetti facciano una seria e proficua riflessione riconoscendo l’importanza ai fini dell’attuazione del Ddl in esame dell’emendamento Schirru 2.060.





FERRANTI SU DDL CARCERI,OTTENUTO ANCHE AMPLIAMENTO ORGANICO EDUCATORI PENITENZIARI.

Donatella Ferranti,PD:piano programmato di assunzioni del personale degli educatori.

Governo favorevole a emendamenti Pd per potenziamento personale penitenziario:piano programmato di assunzioni, per l`adeguamento degli organici del personale di Polizia penitenziaria, degli educatori, degli assistenti sociali e degli psicologi.


18 maggio 2010


La commissione Giustizia della Camera ha cominciato a votare gli emendamenti presentati al ddl carceri e il Governo ha dato parere favorevole alle proposte di modifica del Pd che prevedevano il potenziamento del personale civile e amministrativo penitenziario (psicologi, educatori, ecc) e l’adeguamento delle piante organiche di carabinieri e polizia in funzione del nuovo impegno che dovranno svolgere per vigilare sui detenuti che trascorreranno agli arresti domiciliari l’ultimo periodo della loro detenzione. Il capogruppo del Pd in commissione giustizia, Donatella Ferranti, ha espresso soddisfazione per questo parere favorevole del Governo augurandosi che alla fine l’emendamento venga approvato.



Pd: nostre proposte sono su linea indicata da Napolitano

“Il Pd è pronto” a rispondere al monito del presidente della Repubblica sulla necessità di risolvere il sovraffollamento delle carceri e “a fare la propria parte”. Per questo, annuncia Sandro Favi, responsabile Carceri dei democratici, “nei prossimi giorni il nostro partito presenterà proposte su questi temi, in un quadro di sistema e in continuità e sviluppo delle mozioni approvate dal Parlamento già nei primi mesi di quest`anno”.

“Proporremo - spiega Favi - che si proceda alla revisione del codice penale, che vengano riviste le norme che determinano l`alta incidenza di imputati in custodia cautelare in carcere e quelle sul trattamento penale dei tossicodipendenti, che siano ampliate le opportunità di accesso alle misure alternative alla detenzione. Chiederemo inoltre al Governo - prosegue - un piano programmato di assunzioni, per l`adeguamento degli organici del personale di Polizia penitenziaria, degli educatori, degli assistenti sociali e degli psicologi, nonché gli indispensabili stanziamenti ed investimenti per ripristinare la corretta funzionalità ed operatività dei servizi e delle strutture”.

“Il Partito Democratico - conclude l’esponente del Pd - rinnova la stima e la fiducia degli appartenenti al Corpo di polizia penitenziaria e l`apprezzamento verso i dirigenti dell`Amministrazione penitenziaria, verso le professionalità socio-educative, sanitarie, amministrative e tecniche che, in questa fase difficile, dimostrano il proprio impegno con alto senso di umanità e qualificate competenze”.

Ferranti: "Iter rapido? Vediamo atteggiamento maggioranza su nostre proposte"

Carceri: Pd, "Testo migliorato in commissione, ma serve uno sforzo in più" Ferranti: "Iter rapido? Vediamo atteggiamento maggioranza su nostre proposte"

“Lo stralcio della messa in prova consentirà di esaminare rapidamente il provvedimento sulla detenzione domiciliare”. Lo dichiara la capogruppo del Pd nella commissione Giustizia della Camera, Donatella Ferranti facendo notare come ‘la messa in prova non riguardava la popolazione carceraria e quindi non avrebbe avuto effetti sul grave stato di sovraffollamento delle carceri italiane. In ogni caso – sottolinea la democratica – il voto di oggi conferma il nostro giudizio negativo sul testo uscito dal consiglio dei ministri che era confuso ed inefficace anche perché privo di qualsiasi copertura finanziaria. Stiamo adesso valutando se aderire o meno alla richiesta di un voto in sede legislativa sul testo modificato nel corso dei lavori in commissione. La nostra disponibilità dipenderà anche dall’atteggiamento della maggioranza sulle nostre ulteriori proposte di modifica. In particolare: la tutela delle vittime di violenza domestica, il rafforzamento del personale di polizia (non solo quella penitenziaria) e del personale del comparto civile dell’amministrazione penitenziaria(educatori e psicologi)”.


Proposta emendativa 8.01.


Dopo l'articolo 8 inserire il seguente:


«Art. 8-bis. - 1. Entro centottanta giorni dall'entrata in vigore della presente legge, il Ministro della Giustizia, sentiti i Ministri dell'interno e della funzione pubblica, riferisce alle competenti Commissioni parlamentari in merito alle necessità di adeguamento numerico e professionale della pianta organica del Corpo di Polizia penitenziaria e del personale del comparto civile del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria anche in relazione all'entità numerica della popolazione carceraria e al numero dei posti esistenti e programmati.

2. A tal fine il Governo presenta al Parlamento entro i successivi novanta giorni un apposito piano straordinario di assunzioni di nuove unità specificandone i tempi di attuazione e le modalità di finanziamento.».
Ferranti Donatella, Schirru Amalia, Samperi Marilena, Amici Sesa



Proposta emendativa 8.03.

Dopo l'articolo 8 inserire il seguente:


«Art. 8-bis. - 1. Al comma 8-quinquies, della legge n. 26 del 2010, dopo le parole Il Corpo della Polizia penitenziaria, sono inserite le seguenti il personale del comparto civile del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria,».
Schirru Amalia, Ferranti Donatella, Samperi Marilena, Amici Sesa



28-04-10


Dopo l'ennesimo suicidio in carcere (23 dall'inizio dell'anno), nel penitenziario di Castrogno, a Teramo, il parlamentare dell'IdV, Augusto Di Stanislao, ribadisce la necessita' di interventi diretti ed immediati da parte del Governo. ''Non e' piu' ammissibile - afferma il deputato IdV - una tale situazione di completa incapacita' da parte del Governo di affrontare concretamente le problematiche delle carceri in Italia''. Di Stanislao ricorda che ''dopo varie visite presso il carcere di Castrogno e altrettante interrogazioni ad Alfano, dopo una mozione a mia prima firma approvata all'unanimita', con la quale anche la maggioranza si e' impegnata in una serie di iniziative atte a risollevare una drammatica realta' focalizzando l'attenzione sul sovraffollamento e sulla carenza di personale penitenziario e di educatori, dopo l'annuncio dell'emergenza carceri di Alfano e del fantomatico piano carceri, dopo continue denunce e sollecitazioni dei sindacati sulla necessita' di intervenire sulle strutture, sugli organici, siamo ancora di fronte ad una situazione insostenibile e all'emergenza soluzioni''. ''Ho presentato da tempo - conclude Di Stanislao - una proposta di legge per istituire una Commissione d'inchiesta parlamentare sulla situazione delle carceri in Italia che, ora piu' che mai, diventa fondamentale per dare risposte e soluzioni ai molteplici problemi e disagi dell'intero mondo penitenziario''.




Di Stanislao:il ministro tace sulle assunzioni degli educatori,riferisca in parlamento.

“E’ giusta l’assunzione di 2.000 agenti così come evidenziato da Sarno, Segretario generale Uil Pa Penitenziari, per garantire il turnover e quindi supplire la carenza del personale di polizia penitenziaria, ma vi è una colpevole dimenticanza da parte del Ministro quando tace sulla necessità di garantire la presenza degli educatori così come previsto nella Mozione IdV approvata all’unanimità dal Parlamento.” Queste le parole dell’On. Di Stanislao che prosegue: “Non vorremmo che questo impegno del Ministro si focalizzi esclusivamente sull’edilizia carceraria e altresì non vorremmo che dietro la parola magica “stato di emergenza” si celi il grimaldello per ridare vita ad una ” Carceri d’oro 2″ che in barba alla procedure di appalti e alla trasparenza abbiano buon gioco, piuttosto che la pubblica utilità e l’urgenza, i furbetti delle sponsorizzazioni. Si segnala al Ministro, nel frattempo, che in Italia vi sono 40 penitenziari incompiuti ed inutilizzati in un Paese che ne ha 171 in tutto e nel Piano Carceri presentato non c’è cenno di recupero di questo patrimonio. Chiedo che il Ministro venga, così come richiesto in Aula, a riferire in Parlamento sugli impegni presi in relazione ai tempi e modi e risorse da impiegare. Nel frattempo con due distinte interrogazioni chiedo al Ministro quale modello di recupero intenda mettere in campo visto che non si parla assolutamente di assumere gli educatori e cosa intenda fare per i 40 penitenziari incompiuti.”


16 Marzo 2010:interrogazione a risposta in Commissione su assunzione idonei educatori penitenziari

Convocazione della II Commissione (Giustizia)

Martedì 16 marzo 2010

Ore 13.45

5-02550 Ferranti: In relazione all’assunzione di educatori penitenziari


Interrogazione a risposta in Commissione:

FERRANTI, MELIS, TIDEI e SAMPERI.



- Al Ministro della giustizia.

- Per sapere

- premesso che:

il 17 febbraio 2010 il Sottosegretario per la giustizia Caliendo è intervenuto in Senato sul tema dell'assunzione degli educatori penitenziari reclutati tramite il concorso pubblico per esami a 397 posti nel profilo professionale di educatore, area C, posizione economica C1, indetto con PDG 21 novembre 2003;

nel corso della succitata seduta, il Sottosegretario Caliendo ha affermato che entro aprile 2010 saranno assunti in via definitiva tutti gli educatori che hannosuperato i precedenti concorsi, oltre ai 170 già assunti (anche se agli interroganti risulta che siano stati assunti 97 educatori);

in realtà, l'assunzione dei vincitori del suddetto concorso era già programmata con l'indizione dello stesso nel 2003, per il quale il dipartimento dell'amministrazione penitenziaria già disponeva dei fondi necessari;

lo stesso Ministro interrogato, onorevole Alfano, aveva riconosciuto l'improcrastinabilità e l'urgenza di assumere più unità di educatori quando, il 12 gennaio 2010, furono approvate alla Camera le mozioni sui problemi del carcere presentate da vari gruppi parlamentari;a fronte di una popolazione carceraria di 67.000 unità, il rapporto educatore/detenuto è di circa 1 a 1.000, cosa che rende in pratica impossibile lo svolgimento di qualsivoglia progetto rieducativo impedendo il corretto reinserimento del detenuto nel tessuto sociale, così come previsto nel dettato costituzionale;

non avendo il Ministro interrogato ancora proceduto all'assunzione di ulteriori unità degli educatori, limitandosi a rimandare la questione ad un futuro confronto in merito con i Ministri Tremonti e Brunetta, sarebbe auspicabile ed urgente un rapido avvio della procedura di assunzione di educatori, almeno per completare la già esigua pianta organica, ulteriormente ridotta di circa 400 unità dal decreto legislativo n. 150 del 2009

se non ritenga opportuno procedere celermente all'assunzione di educatori attingendo dalla vigente graduatoria degli idonei risultante dal concorso pubblico a 397 posti di cui in premessa, al contempo prorogando la validità della stessa per almeno un quinquennio, al fine di permetterne lo scorrimento graduale per compensare il turn-over pensionistico, evitando l'indizione di nuovi concorsi che comporterebbe ulteriori oneri finanziari.

(5-02550)


Risposta all'interrogazione di Donatella Ferranti:dal 2011 assunzioni degli idonei educatori concorso,il comitato vigilera'.

Nel rispondere agli On. interroganti ritengo opportuno segnalare che il concorso pubblico per esami a 397 posti nel profilo di "Educatore", Area C, posizione economica C1, dell'Amministrazione Penitenziaria, è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 30 del 16.4.2004 - IV serie speciale e si è concluso in data 9 luglio 2008.La graduatoria definitiva, immediatamente dopo l'approvazione del Direttore Generale con provvedimento dell'11 luglio 2008, è stata trasmessa all'Ufficio centrale per il bilancio per l'apposizione del visto di controllo.Nell'anno 2009, in ragione dell'entità dei fondi stanziati ai sensi dell'articolo 1, comma 346, della Legge 24.12.2007 n. 244, è stato possibile procedere all'assunzione dei primi 103 vincitori del predetto concorso a 397 posti.Quanto alle restanti 294 unità, la competente Direzione Generale di questa amministrazione ha già programmato il relativo piano di assunzione ricorrendo, per la copertura degli originari 397 posti a concorso, allo scorrimento della graduatoria, ai sensi dell'art. 15, co. 7, DPR n. 487/99 e successive integrazioni e modificazioni.I nuovi educatori - alcuni dei quali individuati tra i candidati idonei, ma non vincitori del concorso, attese le 12 defezioni intervenute per rinunce, mancate stipule del contratto o dimissioni da parte degli aventi diritto - hanno infatti già scelto la sede di destinazione e, entro aprile del corrente anno, saranno formalmente assunti con firma del relativo contratto.Per quanto riguarda, invece, l'auspicata possibilità di procedere ad un ulteriore scorrimento della graduatoria oltre il numero dei posti originariamente messi a concorso, mi corre l'obbligo di segnalare che tale eventualità non rientra tra le ipotesi di cui all'art. 15, co. 7, del DPR n. 487/1994 e che pertanto, limitatamente all'anno in corso, non può essere attuata per mancato stanziamento dei fondi occorrenti.I fondi disponibili, infatti, sono stati impegnati sia per l'assunzione dei vincitori del suddetto concorso per educatori, sia per l'assunzione degli idonei al concorso a 110 posti di contabile, a copertura dei posti previsti dal relativo bando ed in ragione delle gravi carenze riscontrate anche nell'area contabile.Dato atto di quanto sopra e, premesso che la validità delle graduatorie è indicata in tre anni dalla data della pubblicazione nei Bollettini ufficiali, faccio presente che, nel caso di specie, la validità della graduatoria del concorso a 397 posti è fissata al 31 maggio 2012 e che, pertanto, a partire dal prossimo anno, in presenza delle risorse economiche necessarie, potranno esservi le condizioni per procedere ad uno scorrimento della graduatoria, anche oltre il numero dei posti pubblicati.




24 febbraio 2010:

ordine del giorno su non riduzione organico educatori di Roberto Rao

La Camera,

premesso che

il provvedimento in esame prevede, all'esito del processo di riorganizzazione di cui all'articolo 74, del decreto legge n. 112 del 2008, un'ulteriore riduzione degli assetti organizzativi delle amministrazioni pubbliche ai fini del contenimento della spesa pubblica;

il comma 8-quinquies dell'articolo 2 individua le amministrazioni che non sono interessate dalle riduzioni descritte, tra cui il Corpo di Polizia Penitenziaria;


nonostante le difficoltà operative, la scarsezza di mezzi e personale risulta, inopinatamente escluso da tale previsione il personale civile del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di adottare ulteriori iniziative normative volte ad includere tra il personale delle amministrazioni non interessate dalla riorganizzazione delle piante organiche non solo quello di polizia penitenziaria ma anche quello civile del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria, con particolare riferimento alle figure degli educatori, degli assistenti sociali e degli psicologi, anche in vista dell'avvio del Piano carceri che necessiterà di adeguate risorse umane e professionali. 9/3210/41. Rao, Ria
.


Accolto come raccomandazione.




19 Febbraio 2010:

ordine del giorno su assunzione educatori di Donatella Ferranti e PD


La Camera,

premesso che:

l'articolo 17-ter stabilisce che, per l'attuazione del cosiddetto «Piano carceri» si conferiscono pieni poteri al Commissario straordinario che, per individuare la localizzazione delle aree destinate alla realizzazione di nuove infrastrutture carcerarie, d'intesa con il Presidente della regione territorialmente competente e sentiti i sindaci dei comuni interessati, potrà agire in deroga alla normativa urbanistica vigente, velocizzando procedure e semplificando le gare di appalto, utilizzando il modello adottato per il dopo terremoto a L'Aquila, derogando anche all'obbligo previsto dalla legge 7 agosto 1990, n. 241, volto a consentire agli interessati, proprietari delle aree che si intendono espropriare, la necessaria partecipazione al procedimento amministrativo;

la localizzazione costituisce di per sé variante e produce l'effetto di imporre il vincolo preordinato all'espropriazione e contro di essa non sarà possibile ricorrere al giudice amministrativo e si introduce anche una deroga al limite dei subappalti, che potranno aumentare dall'attuale 30 per cento fino al 50 per cento, in deroga all'articolo 118 del codice dei contratti pubblici; in sostanza, si affidano pieni poteri al Commissario straordinario, che potrà avvalersi anche del Dipartimento per la protezione civile per le attività di progettazione, scelta del contraente, direzioni lavori e vigilanza degli interventi strutturali ed infrastrutturali, in deroga ai criteri di trasparenza e pubblicità e in palese contraddizione con la mozione Franceschini ed altri n. 1-00302 (approvata sostanzialmente all'unanimità alla Camera il 12 gennaio di quest'anno e accettata dal Governo) che impegnava chiaramente il Governo a garantire, nell'ambito dei progetti della nuova edilizia penitenziaria, i criteri di trasparenza delle procedure e l'economicità delle opere evitando il ricorso a procedure straordinarie, anche se legislativamente previste,

impegna il Governo

a verificare l'adeguatezza, in proporzione alla popolazione carceraria, delle piante organiche riferite non solo al personale di polizia penitenziaria ma anche alle figure degli educatori, degli assistenti sociali e degli psicologi, avviando un nuovo piano programmato di assunzioni che vada oltre il turn-over dovuto ai pensionamenti previsto dalla legge finanziaria per il 2010 e che garantisca le risorse umane e professionali necessarie all'attivazione delle nuove strutture penitenziarie, anche distribuendo meglio il personale sul territorio, concentrandolo nei compiti di istituto, sottraendolo ai servizi estranei, consentendogli un adeguato, costante ed effettivo aggiornamento professionale.

9/3196/13.
Donatella Ferranti.



Il comitato vincitori idonei concorso educatori dap in sostegno di Rita Bernadini

Educatori penitenziari sostengono la protesta di Rita Bernardini e Irene TestaRistretti Comitato vincitori e idonei del concorso per educatori condivide e sostiene l’iniziativa non violenta intrapresa da Irene Testa e Rita Bernardini.Il Comitato vincitori e idonei del concorso per educatori condivide e sostiene l’iniziativa non violenta intrapresa da Irene Testa e Rita Bernardini, impegnate in uno sciopero della fame perrichiedere l’esecuzione immediata di quanto proposto nelle cinque Mozioni parlamentari,unanimemente approvate nei giorni 11 e 12 gennaio 2010, riguardanti la situazione del sistema carcerario italiano.Giova ricordare che in quella occasione lo stesso Ministro Alfano assumeva precisi impegni ed affermava che vi avrebbe dato celere e certa attuazione sancendo l’inizio di un nuovo percorso,iniziato con la dichiarazione di Emergenza di tutto il sistema penitenziario alla quale ci si aspettava sarebbe seguita la predisposizione nel Piano Carceri di tutti quegli atti necessari ad ottemperare a quanto detto nelle citate Mozioni per poter, nei tempi strettamente necessari, affrontareconcretamente e efficacemente l´ormai ingestibile situazione creatasi nei nostri istituti penitenziari.Tuttavia, da un’iniziale analisi condotta sui primissimi elementi costitutivi e organizzativi del Piano Carceri emerge solo una particolare attenzione all’aspetto strutturale e custodiale, non prevedendo,invece, alcun intervento per incrementare e favorire la fondamentale componente rieducativa, vero obiettivo dell’esperienza carceraria.Questo Comitato ed altri illustri interlocutori del mondo penitenziario, continuano, infatti, a chiedere a gran voce che vengano assunti più educatori, affinché l’ingresso nelle nostre carceri non si limiti ad un forzato ozio, ma divenga precipuo momento di riflessione e riprogettazione del sé.Ad oggi, però, in merito alla questione degli educatori, alcuna volontà specifica è stata espressa dal Ministro, nonostante, le nostre carceri continuino quotidianamente ad affollarsi a causa dei numerosi nuovi ingressi, ma anche per la spaventosa carenza di educatori che, secondo quanto stabilito dalle vigenti leggi, rappresentano i coordinatori e i realizzatori materiali dei percorsirieducativi, nonché quelle figure professionali atte a garantire, nei giusti modi e nei tempi,l’espletamento, dell’intero iter necessario all’accesso alle misure alternative alla detenzione di quei detenuti che ne avrebbero i requisiti, ma che continuano a restare in carcere a causa dello sparuto numero di educatori attualmente in servizio a fronte di una popolazione di 66.000 persone carcerate.Pertanto, ci uniamo all´Onorevole Bernardini e a Irene Testa per chiedere l´immediata esecuzione delle citate mozioni e auspichiamo che il Ministro Alfano ne predisponga repentinamente l’avvio.Il Comitato, altresì, ad ausilio dell’iniziativa intrapresa da Rita Bernardini e da Irene Testa,promuove una “catena di informazione solidale” impegnandosi a diffondere la conoscenza di tale protesta non violenta tramite l’invio di questo comunicato non solo a tutti gli organi di informazione, ma anche ai propri conoscenti invitandoli a fare altrettanto.Il Comitato vincitori e idonei concorso educatori.


Donatella Ferranti,PD:da Ionta, un primo segnale l'immediata assunzione dei tanti educatori.

CARCERI: PD, VOGLIAMO VEDERCI CHIARO. AUDIZIONE ALLA CAMERA DI IONTA



Roma, 13 gen



''Lo vogliamo esaminare puntigliosamente ed e' per questo che gia' domani chiederemo al presidente della commissione Giustizia, Giulia Bongiorno di attivarsi per prevedere al piu' presto l'audizione del capo del Dap, dott. Franco Ionta''. Cosi' la capogruppo del Pd nella commissione Giustizia della Camera, Donatella Ferranti, commenta l'approvazione del piano carceri da parte del Cdm di oggi. ''I primi dati forniti dal ministro Alfano - sottolinea - non ci convincono fino in fondo: se infatti le carceri italiane possono ''tollerare' sino a circa 64.237 detenuti, da regolamento non potrebbero ospitarne piu' di 43.087. Il grado di sovraffollamento e' elevatissimo, siamo ampiamente fuori quota, e per arrivare ad 80.000 posti, i 21.749 annunciati oggi dal ministro Alfano sembrano insufficienti. E poi - prosegue - non basta costruire muri, occorre riempirli di personale numericamente e professionalmente adeguato: dalla polizia penitenzieria, agli psicologi, agli educatori e agli altri esperti. Di tutto questo ancora non c'e' traccia, ma aspettiamo di conoscere nel merito dal dott. Ionta le cifre esatte, certo - conclude - che un primo segnale potrebbe essere l'immediata assunzione dei tanti educatori e psicologi del concorso''.

Assunzione degli educatori primo impegno del governo

Il Comitato vincitori e idonei del concorso per educatori penitenziari esprime piena soddisfazione per l’approvazione delle cinque mozioni sul problema carcerario discusse ed accolte nei giorni 11 e 12 gennaio 2010 dal nostro Parlamento. Per la prima volta il Governo, rappresentato dal Ministro Alfano, ha preso consapevolezza della grave emergenza del sovraffollamento degli istituti di pena e, fra le altre fondamentali proposte presentate, si è impegnato:- a procedere all’assunzione immediata dei restanti educatori penitenziari previsti dalla pianta organica, da attingersi dagli idonei della vigente e menzionata graduatoria risultata dal concorso bandito per tale profilo professionale, affinché anche costoro possano partecipare ai previsti corsi di formazione che il dipartimento dell’amministrazione penitenziaria deve attivare per questi operatori prima dell’ingresso nelle carceri a cui sono destinati, onde evitare sprechi di danaro per doverli riattivare in seguito;- a prorogare di almeno un quinquennio la validità della graduatoria di merito del concorso citato in premessa, in linea con gli orientamenti del Ministro per la pubblica amministrazione e l’innovazione nonché con le disposizioni in materia di razionalizzazione delle spese pubbliche in vigore - per permetterne un graduale scorrimento parimenti all’avvicendarsi dei fisiologici turn-over pensionistici, al fine di evitare l’indizione di nuovi concorsi per il medesimo profilo che comporterebbero inutili oneri pubblici;- ad assumere iniziative per lo stanziamento di fondi necessari per completare l’organico di educatori previsti dalla pianta organica attualmente vigente presso il dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, considerato che lo sforzo economico da sostenere è annualmente molto esiguo, ma necessario per far funzionare meglio ed in modo più umano una branca importantissima del nostro sistema giustizia che non può più attendere;- a procedere all’alienazione di immobili ad uso penitenziario siti nei centri storici e alla costruzione di nuovi e moderni istituti penitenziari in altro sito;Esprimiamo, quindi, pieno compiacimento per l’importantissimo risultato raggiunto dall’On. Di Stanislao dell’Idv, il quale nella Sua circostanziata e approfondita mozione, ha dimostrato ancora una volta la Sua grande disponibilità e sensibilità verso tali problematiche, sapendo cogliere e far emergere sapientemente le necessità di questo delicato settore della nostra giustizia. Ringraziamo, inoltre, gli onorevoli Bernardini, Rao, Ferranti, Melis, Tidei, Vitali, Balzelli, Donadi, Paladini, Franceschini e tutti coloro che hanno appoggiato con voto favorevole le Loro mozioni, poiché di fronte a queste battaglie di umanità hanno saputo permeare il Loro impegno politico di quell’umanità e di quell’alto senso civico che rende capaci di abbandonare i colori politici e di volgere verso una proficua unità di intenti.Il Comitato vincitori e idonei del concorso per educatori penitenziari, intanto, continuerà a vigilare affinché tali doveri vengano rispettati e proseguirà nel suo lavoro di diffusione della necessità dell’intervento rieducativo e quindi sulla centralità della presenza degli educatori, ovvero di quella figura professionale che rappresenta il vero catalizzatore ed esecutore materiale del percorso rieducativo di un detenuto, percorso che rappresenta l’unica vera speranza di un sano reinserimento sociale di chi vive l’esperienza delle sbarre e che rappresenta uno dei più validi strumenti atti ad evitare quegli stati di inerzia, apatia, depressione, frustrazione, ansia, inadeguatezza che troppo spesso percorrono prepotentemente i corridoi lungo i quali si snodano le fila di quelle celle all’interno delle quali si consumano, quotidianamente, suicidi, abusi, violenze. Auspichiamo, quindi, che il Governo predisponga celermente tutti gli atti necessari ad ottemperare quanto detto e che questa stessa volontà continui ad animarne tutti i passaggi ad essi necessari, per poter, nei tempi strettamente necessari, cominciare ad affrontare concretamente e efficacemente l’ormai ingestibile emergenza creatasi.

Il Comitato vincitori e idonei del concorso per educatori penitenziari

mercoledì 30 marzo 2011

Lettera del comitato a seguito di insoddisfacente risposta del sottosegretario Casellati:sollecito discussione question time dell'On Di Stanislao alla funzione pubblica! carcere,governo,detenuti,giustizia,angelino alfano

Lettere: Comitato educatori penitenziari; insoddisfacente risposta Sottosegretario Casellati



Ristretti Orizzonti, 29 marzo 2011



Ai deputati della Conferenza dei Presidenti di Gruppo.

Ai deputati della commissione giustizia della camera.

Ai senatori della commissione giustizia del senato.



Egregio Onorevole, la presente, per richiamare la Sua attenzione sull’annosa vicenda riguardante l’immissione in ruolo degli ultimi 44 vincitori del concorso a 397 posti di educatore penitenziario, bandito dal Ministero della Giustizia - Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria nell’ormai lontano aprile 2004.

Recentemente invitato a rispondere in Commissione alle domande promosse dalle interrogazioni n. 5-04298 e n. 5-04314, firmate rispettivamente degli On.li Cassinelli e Ferranti, il Ministro Alfano, nella persona del Suo portavoce - Sottosegretario On. Alberti Casellati - in data 23 marzo u.s. dopo un’accurata ricostruzione dell’iter concorsuale - che tutti noi ahimè ben conosciamo per quotidiana e viva esperienza personale - si è limitato a segnalare che è attualmente in atto “uno studio per ricomprendere l’Amministrazione penitenziaria tra i destinatari di una deroga all’applicazione dell’ulteriore riduzione della dotazione organica di personale, prevista dal citato articolo 2, comma 8-bis, della legge 25/2010”, legge, quest’ultima, che ad oggi impedisce le assunzioni suddette, come peraltro quelle dei successivi idonei in graduatoria alle quali il Governo in carica si era formalmente impegnato, giusta mozione n. C 1/00301 a suo tempo approvata dalla Camera dei Deputati all’unanimità di voti.

Nulla più; nulla riguardo i tempi entro cui addivenire alla menzionata deroga, a solo ed esclusivo discapito dei diritti vantati dai 44 educatori in riferimento e delle legittime, acquisite aspettative dei restanti idonei che vedono costantemente ignorati gli impegni scaturenti da un atto parlamentare di particolare rilevanza quale è la mozione da ultimo citata.

Eppure la semplice e rigorosa interpretazione dell’art. 5 della recente legge n. 199/2010 sulla “Esecuzione presso il domicilio delle pene”, basta essa stessa ad escludere il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria dal blocco delle assunzioni attualmente vigente, laddove testualmente tale articolo dispone la “necessità di adeguamento numerico e professionale della pianta organica del Corpo della Polizia Penitenziaria e del Personale Civile del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria del Ministero della Giustizia anche in relazione all’entità numerica della popolazione carceraria e al numero dei posti esistenti e programmati nonché al numero dei condannati in esecuzione penale esterna”, lasciando così chiaramente trasparire come l’organico attuale del personale civile del Dap sia inadeguato, per difetto, a fronteggiare persino la gestione ordinaria della vita degli istituti carcerari e pertanto non assoggettabile ad alcun vincolo riduzione .

La carenza del personale civile Dap raffrontata all’entità numerica della popolazione detenuta è agghiacciante. I dati del 20 marzo 2011 rivelano che la popolazione detenuta è pari a 67.318 detenuti (64.370 uomini e 2.948 donne) a fronte di una disponibilità reale di posti detentivi pari a 45059. Un surplus di 22.259 detenuti in più rispetto alla massima capienza che determina un indice medio nazionale di affollamento pari al 54,2 %

Come ben noto , l’Esecutivo il 13 gennaio 2010, preso atto delle necessità non più rinviabili, ha decretato lo stato di emergenza per le carceri - recentemente prorogato con Dpcm dell’11 gennaio c.a. - al fine di arginare quella che tutt’ora si palesa come una vera e propria crisi del sistema penitenziario.

La non più rinviabile assenza degli educatori penitenziari dalle strutture di pena, aggrava ed aggraverà in un incontenibile crescendo il clima e la vita detentiva dei ristretti e dei medesimi operatori in servizio poiché molti detenuti non riescono ad usufruire per anni di colloqui con gli educatori non conseguendo, da ultimo, alcun giovamento dal loro ingresso nello stato restrittivo.

Per i motivi appena esposti e per fugare quanto prima i dubbi e le incertezze che inevitabilmente attanagliano la vita degli educatori in attesa di prendere servizio presso le strutture alle quali sono stati assegnati già da circa un anno e dei restanti idonei, La preghiamo, Egregio Onorevole, di sollecitare con estrema urgenza ed in tempi rapidi la calendarizzazione, per la sua discussione in Assemblea, della mozione n. 3 01530 (firmatario On. le A. Di Stanislao) sulle tematiche fin qui delineate necessitanti di un’opportuna e repentina definizione. Restando in attesa di una Sua risposta, il Comitato coglie l’occasione per porgerLe cordiali saluti.





Il Comitato vincitori idonei concorsi educatori Dap

Referente Avvocato Anna Fasulo

Paola saraceni,UGL,scrive al Presidente Della Repubblica e a Berlusconi per assunzione educatori penitenziari. carcere,governo,detenuti,giustizia,angelino alfano,detenuti

Prot. N. 161_2011 Roma, 29 marzo 2011









Al Presidente della Repubblica


Palazzo del Quirinale, 00187 Roma


Piazza del Quirinale - Fax 06.46993125






Al Presidente del Consiglio dei Ministri


On. le Silvio Berlusconi


Fax 066783838






Al Ministro della Giustizia


On. le Angelino Alfano


fax 06.68897951










Oggetto: documento sugli educatori penitenziari




Sono trascorsi oltre sette anni da quando è stato bandito dall'Amministrazione penitenziaria, il concorso per il reclutamento di 397 educatori C1 e 50 educatori C2, al fine di fronteggiare le gravi carenze che affliggevano allora il settore penitenziario.


A distanza di un così lungo periodo di tempo, la situazione è drammaticamente precipitata: il numero dei ristretti all'interno degli istituti penitenziari ha toccato, in questi mesi, punte mai raggiunte nella storia dell'Italia repubblicana, con circa 70.000 soggetti detenuti in esecuzione di condanna o in attesa della sentenza definitiva.


I vincitori dei concorsi sopra citati, sono stati immessi in ruolo da poco tempo, ma è di tutta evidenza che il loro numero, che a malapena andava a colmare le lacune dell'organico all'epoca del concorso, oggi risulti del tutto insufficiente sia a causa del citato sovraffollamento degli istituti, sia a fronte del generale invecchiamento della categoria, se si pensa che i primi educatori entrarono in servizio nella seconda metà degli anni Settanta e che molti di loro sono ormai prossimi alla pensione.


A questo proposito, abbiamo già più volte proposto ai vertici dell'Amministrazione penitenziaria e al Ministro per l'Innovazione e la Pubblica Amministrazione il progetto di assumere gli idonei non vincitori collocati nella graduatoria dei concorsi sopra richiamati.


Tale opzione permetterebbe, intanto, di fronteggiare la crescita smisurata della popolazione penitenziaria, consentendo, da un lato, a questi operatori di gestire un numero ragionevole di “casi” (cioè di detenuti da prendere in carico) e, dall'altro, agli stessi detenuti di poter fruire, in qualità di utenti, di un servizio accettabile, in linea con la vigente normativa penitenziaria.


Accade infatti che, a causa dell'attuale rapporto numerico tra educatori penitenziari e detenuti (circa 1:100), le attività di osservazione e trattamento, propedeutiche alla eventuale concessione di benefici e misure alternative, anche se previste, non riescono a coprire, in qualità e quantità, le reali esigenze dell'utenza.


E' appena il caso di ricordare che le attività risocializzanti all'interno degli istituti (lavoro, studio, sport, cultura, ricreazione,...) oltre che essere espressamente previste dall'ordinamento penitenziario e dal relativo regolamento di esecuzione, costituiscono un’indubbia garanzia di ordine e sicurezza interna degli istituti, come il crollo degli episodi di violenza tra le mura del carcere che ha seguito la riforma penitenziaria del 1975 e la successiva “legge Gozzini” del 1986 hanno ampiamente dimostrato.


In relazione, poi, alla facile obiezione che potrebbe essere sollevata sul costo della eventuale assunzione degli idonei, giova ricordare che le procedure concorsuali hanno già costituto un costo non indifferente per l'Amministrazione, così come sarebbe estremamente oneroso bandire un analogo concorso in futuro, ipotesi questa che non può di certo essere scartata, stante l'attuale situazione del settore penitenziario abbondantemente descritta sopra: pertanto, immettendo in ruolo gli idonei dei concorsi del 2003, si potrebbe realmente incidere sulla difficilissima realtà penitenziaria, evitando pericolose degenerazioni ed enormi rischi per la stabilità dell'intero sistema.


Auspichiamo, in conclusione, che i vertici dell'Amministrazione penitenziaria, così come anche il Ministro Brunetta, sappiano cogliere questa importante opportunità per restituire al mondo penitenziario un minimo di credibilità, fornendo ai lavoratori gli strumenti necessari per poter assolvere al meglio la loro difficile mission istituzionale e ai cittadini detenuti la dovuta dignità che deriva dal rispetto dei loro diritti fondamentali.
 
 
Paola Saraceni

martedì 29 marzo 2011

Fassino:nelle carceri occorre investire risorse per aumentare il numero degli educatori penitenziari. carcere,giustizia,angelino alfano,governo,detenuti

Carceri: Fassino, bene un nuovo istituto ma serve personale adeguato.

 ''Con la costruzione di un nuovo istituto penitenziario a Torino, annunciato oggi, si potra' ridurre il sovraffollamento di cui soffre il carcere delle Vallette''. Cosi', in una nota, il candidato sindaco di Torino per il centro sinistra, Piero Fassino, commenta l'intesa siglata oggi. ''Naturalmente so - aggiunge - per aver guidato il ministero della Giustizia, quanto sia indispensabile per il buon funzionamento di un nuovo istituto di pena una adeguata dotazione di personale di custodia, di educatori capaci di far si' che il tempo della permanenza per un detenuto non sia solo punizione e isolamento cosi' come servono risorse finanziarie adeguate che garantiscano un buon funzionamento all'interno del carcere, risorse che in questi anni sono state invece costantemente ridotte e senza il loro ripristino si pregiudica il moderno ed efficace funzionamento del carcere''. ''Restituire alla societa' - conclude Fassino - persone in grado di tornare ad una vita normale rispettando la legalita' e', infatti, il modo piu' sicuro per garantire la sicurezza ai cittadini''.

mercoledì 23 marzo 2011

Ospedali psichiatrici giudiziari e carceri italiane: impressionante il rapporto tra i pochi educatori e numero di detenuti da seguire.rieducazione?inesistente!!! carcere,governo,detenuti,angelino alfano,giustizia

Ospedali psichiatrici giudiziari: i malati dimenticati .



Mercoledì 23 Marzo 2011
 
di Moreno D'Angelo




«Sembra di essere in un manicomio prima di Basaglia. Una discarica umana da cui è difficilissimo uscire».

Ha fatto molto scalpore il servizio sugli Ospedali psichiatrici giudiziari (Opg), messo in onda nel corso dell'ultima puntata di 'Presa Diretta' su Raitre, inchiesta che ha ripreso e documentato l'interno dei alcune di queste strutture. Una realtà nella quale, peraltro, raramente sono entrate telecamere e giornalisti.

Gli Opg, sulla carta, sono ospedali, ma in alcuni casi si tratta di luoghi di degrado in cui un uomo rischia a volte di essere dimenticato. «Molti rinchiusi negli Opg sono accusati di "reati bagatella", cioè reati minori» dice Ignazio Marino, impegnato nella Commissione d'inchiesta del Senato che ha aperto uno squarcio su questa realtà semi sconosciuta che coinvolge attualmente 1.535 internati.

È una condizione in cui, oltretutto, non è tanto difficile ritrovarsi: è sufficiente, ad esempio, essere giudicato incapace di intendere o con forti disagi mentali, in seguito magari a qualche gesto che possa offendere qualcuno.

Un'esistenza difficile, quella di chi vive negli Opg, spesso trascorsa in stato quasi catatonico, sedati da pillole e psicofarmaci. Ancora stando al servizio di "Presa Diretta", molti degli ospiti avrebbero quadri giudiziari incerti e, dato ancor più drammatico, è quanto avviene per le persone di fatto giudicate guarite e che restano all'interno degli Opg, permanenza prorogata di semestre in semestre. Casi che andrebbero affidati a strutture socio assistenziali per la salute mentale presenti sul territorio.

Le immagini trasmesse dal programma di informazione condotto da Riccardo Jacona lasciano un forte senso di inquietudine: oltre ai problemi di sovraffollamento, che caratterizzano l'intero sistema carcerario, si registra un pesante degrado allucinante in molte strutture. Nelle scene si vede sporicizia ovunque nelle celle e un livello igienico inaccettabile per un Paese civile, per arrivare ad alcuni malati che arrivano addirittura a costruirsi dei tutori di fortuna con materiali di recupero presenti nelle stanze. Insomma, come sostenuto dalla Commissione d'inchiesta del Senato, «si tratta di condizioni disumane».

Il quadro è aggravato anche da strutturali carenze degli Opg, legato in molti casi alla carenza di personale specializzato, come medici e infermieri, ma anche psichiatri e personale socio assistenziale. Già nelle carceri ordinarie è impressionante il rapporto tra educatori e numero di detenuti da seguire. Di fatto, così, i tanto decantati discorsi di rieducazione e di reinserimento rischiano di essere vanificati. In molte realtà carcerarie, infatti, si è dimostrato fondamentale, al fine del reinserimento, l'esistenza della possibilità di offrire corsi, lavoro e dignità ai reclusi.






Ma l'inchiesta di Raitre va oltre, offrendo uno spaccato di casi davvero sconvolgenti. Come, ad esempio, quello di un uomo legato ad un letto con delle garze, totalmente nudo. Oppure l'incredibile condizione di una cella nella quale sono stipate ben nove persone, sovraffollamento già registrato dalla Commissione nel penitenziario di Aversa.



Il governo ha promesso un intervento di dieci milioni di euro per l'assistenza agli internati da dimettere. È certo che queste controverse realtà andrebbero totalmente ristrutturate, con un impegno che dovrebbe riguardare tutti i soggetti coinvolti. Il punto, probabilmente, non sono solo gli stanziamente promessi dal governo, cifre oltretutto non sufficiente, ma anche e soprattutto la necessità di stilare una nuova filosofia di intervento che metta la parola fine a casi come quelli mostrati nel programma di Jacona.

Mercoledi',23 Marzo 2011,in commissione giustizia discussione delle interrogazioni orali per l'assunzione degli educatori penitenziari. carcere,governo,angelino alfano,donatella ferranti,cassinelli

Mercoledi',23 Marzo 2011,in commissione giustizia discussione delle interrogazioni orali per l'assunzione degli educatori penitenziari. carcere,governo,angelino alfano,donatella ferranti,cassinelli



Convocazione della II Commissione

(Giustizia)

Mercoledì 23 marzo 2011

ore 14.30


5-04298 Cassinelli: Sull’iter del concorso pubblico per educatore penitenziario


5-04314 Ferranti: Questioni relative all’assunzione dei vincitori del concorso per educatore penitenziario







Interrogazione a risposta in commissione:

FERRANTI.


- Al Ministro della giustizia.

- Per sapere

- premesso che:


nel corso del Consiglio dei ministri n. 119 del 17 dicembre 2010, su proposta del Ministro interrogato, veniva approvato il nuovo schema di decreto del Presidente della Repubblica recante il «Regolamento di organizzazione del Ministero della giustizia»;

il testo avrebbe dovuto essere trasmesso al Consiglio di Stato ed alle commissioni parlamentari competenti di Camera e Senato per i prescritti pareri necessari affinché le norme in esso contenute potessero perfezionarsi ed entrare in vigore, ma, allo stato, non se ne ritrova traccia;

il dipartimento dell'amministrazione penitenziaria in assenza delle norme suesposte non può procedere alle assunzioni dei vincitori e degli idonei dei concorsi relativi ai profili di educatore penitenziario, collaboratore amministrativo e contabile;

infatti proprio dall'entrata in vigore del decreto suddetto dipende l'immissione in ruolo degli ultimi 44 vincitori del concorso a 397 posti di educatore penitenziario, nonché di tutti i vincitori dei concorsi a collaboratore amministrativo e contabile;

inoltre, se il decreto di cui sopra non vedrà la luce, non sarà mai possibile neppure procedere all'assunzione di tutti gli altri idonei delle graduatorie dei relativi concorsi, assunzioni in merito alle quali l'attuale Governo si è più di una volta impegnato con il Parlamento, sia rispondendo ad interrogazioni parlamentari sia accogliendo alcune mozioni «bipartisan» in merito;

è importante sottolineare che ci si riferisce a concorsi banditi ormai nel lontano 2003, e che, per quanto riguarda i 44 educatori in attesa di assunzione, appartenendo loro all'ultima tranche di 397 vincitori, le risorse finanziarie necessarie a copertura sono già state stanziate e il DAP ha già proceduto anche all'assegnazione delle sedi;

appare del tutto evidente, quindi, come ulteriori ritardi nella soluzione di tale problema lederebbero ancor più di quello che in questi anni è già stato fatto, i diritti di coloro che, come i 44 educatori in attesa di assunzione, vedono ritardarsi di giorno, per anni, un diritto acquisito e legittimo;

inoltre in questo modo non si fa altro che aggravare ulteriormente la già insostenibile situazione del sistema penitenziario, e che fino ad ora da parte di questo Governo ha goduto di un'attenzione fatta più di spot che di soluzioni reali -:

come il Ministro intenda intervenire per garantire la immediata conclusione del procedimento per l'emanazione del citato decreto del Presidente della Repubblica e consentire in tal modo l'assunzione dei vincitori del concorso per educatore penitenziario.

(5-04314)



Interrogazione a risposta in Commissione:


CASSINELLI.

- Al Ministro della giustizia.

- Per sapere

- premesso che:

il 21 novembre 2003, il Ministero della giustizia, bandiva un concorso pubblico per la copertura di 397 posti di educatore penitenziario, nell'area C, posizione economica C1;

dopo un lunghissimo iter procedurale, tale concorso si è concluso il 13 giugno 2008;

allo stato, i vincitori di tale concorso non hanno avuto notizia circa i tempi e le modalità di assunzione -:

per quali ragioni l'iter di tale concorso pubblico si sia rivelato tanto lungo e complesso e perché, ancora oggi, i vincitori non abbiano certezze sul loro futuro.

(5-04298)

venerdì 18 marzo 2011

Le condizioni degli ospedali psichiatrici giudiziari in Italia:ecco la triste realta' degli internati. carcere,governo,detenuti,giustizia,angelino alfano





CONFERENZA STAMPA DELLA COMMISSIONE D'INCHIESTA SUGLI O.P.G. CON VIDEO DISTRIBUITO AI GIORNALISTI



Ieri 16 marzo, nel corso della Conferenza Stampa, la Commissione d'inchiesta del Senato della Repubblica ha distribuito ai giornalisti un video sulle visite effettuate negli Ospedali Psichiatrici Giudiziari.




Napoli, 17 marzo 2011_____________Il video è estratto da un documentario prodotto dalla Commissione Parlamentare d'inchiesta sul Servizio Sanitario Nazionale, nell'ambito e ai fini della propria missione istituzionale. La Commissione ritiene sussistente uno spiccatissimo interesse pubblico ad una chiara divulgazione dei contenuti.













Sindacati Lombardia: assumere agenti e deroga dal blocco assunzione per il personale civile del dap assumendo tutte le unita' cessate del turn over! carcere,angelino alfano,giustizia,detenuti

Coordinamento Sindacale Unitario - Lombardia



Milano lì, 15.03.2011

Al Ministro della Giustizia

On. Angelino Alfano


e, per conoscenza


Al Sig. Capo del Dipartimento Amministrazione Penitenziaria

Pres. Franco Ionta




OGGETTO: Stato di agitazione OO.SS. Lombardia

Incontro del 15.03.2011.



Nel ricevere con favore la convocazione odierna le scriventi OO.SS., al fine di razionalizzare

tempi e modi, hanno ritenuto opportuno rendere chiare le proprie rivendicazioni attraverso

un documento unitario, per non vanificare la protesta in atto, ma anche per consentire a Lei

di focalizzare i punti ed assumere impegni concreti.

Sono due anni ormai che ascoltiamo la favola dei “tre pilastri” che avrebbero dovuto


consentire il rilancio dell’Amministrazione e risolvere l’attuale emergenza, vale a dire la legge


sulla detenzione domiciliare, il piano di edilizia penitenziaria e l’adeguata assunzione di


personale.

Orbene, è sotto gli occhi di tutti che gli effetti della legge c.d. “svuota carceri” di fatto non

ha svuotato nulla, al contrario dei proclami del Governo, perché a beneficiarne sono stati più

o meno 1400 detenuti, 150 dei quali in Lombardia; che il piano di edilizia penitenziaria

procede a rilento e ancora oggi non ha un’adeguata copertura finanziaria, senza considerare

che nessun confronto preliminare è stato effettuato con le OO.SS. che pure avrebbero

potuto fornire il loro, seppur modesto, contributo.

La sensazione è quella che il Governo dopo aver proclamato lo Stato di emergenza delle

carceri, tra l’altro prorogato di recente, deve in qualche modo mantenere fede agli annunci e

slogan elettorali: “basta indulti e certezza della pena”. Anche se, ad onor del vero, noi

ricaviamo che si tratti più di certezza della detenzione che della pena, perché le due cose,

anche se apparentemente simili, converrà con noi, sono profondamente diverse.

La verità, Presidente, è che il carcere oggi non è in grado di assolvere al proprio compito e

coloro che ci lavorano sono disorientati dall’assenza di linee guida certe e univoche.

Il trattamento e la rieducazione sono delle utopie delle quali riempirsi la bocca e la sicurezza

degli istituti è talmente scarsa da sfiorare il ridicolo. Impianti di allarme e di

antiscavalcamento praticamente inesistenti, sale regia perlopiù ridicole, strumenti di lavoro

antiquati e carenza di risorse umane impongono modelli organizzativi che si rifanno alla

“sicurezza dinamica”, al “poliziotto di quartiere”, all’attività “d’intelligence”. In realtà, fatta

qualche rara eccezione, sono soltanto modi diversi di “ricamare il vestito”. La verità è che i

livelli di sicurezza degli istituti penitenziari, compresi quelli di massima sicurezza, sono ridicoli

e le risorse umane sono assolutamente inadeguate. Ciò comporta anche le difficoltà ad

attuare i progetti trattamentali, soprattutto quelli legati ai contatti con i servizi del territorio.

Ciononostante, prendiamo atto della recentissima comunicazione della Direzione Generale

delle Risorse, Beni e Servizi, con la quale il DAP comunica che anche il capitolo della

manutenzione ordinaria degli istituti è stato ridotto addirittura del 75% circa. Come vogliamo

continuare a fare il nostro lavoro? Anzi, consentiteci, come volete ridurre il nostro lavoro ??

Il terzo pilastro, quello più traballante che rende la casa pericolante, è quello delle assunzioni

che stante gli annunci dovrebbero riguardare 2800 o 3300 unità, ma che allo stato attuale in

concreto riguardano soltanto 760 unità circa. Altre eventualmente, se troveranno copertura

economica, saranno disponibili chissà quando.

Ribadiamo che prevedere l’apertura dei nuovi padiglioni senza prevedere la

contestuale immissione di personale significa essere ciechi, sordi e, consentiteci,

anche incompetenti.

Non valutare l’incidenza che i nuovi carichi di lavoro hanno sull’attività amministrativa e,


quindi, sugli educatori, sui contabili, sui direttori, sull’attività dei nuclei traduzioni e


piantonamenti significa che quel personale dovrà sempre essere integrato e/o surrogato.

Per continuare con la metafora della casa, noi diciamo che per renderla stabile è necessario

prevedere il quarto pilastro che, a nostro avviso, è costituito dall’adeguamento dei modelli

organizzativi, a proposito dei quali Le chiediamo se è così difficile prevedere una certa

uniformità tra tutti gli istituti e nuclei traduzioni del Paese.

E’ possibile mai che ogni istituto, con la favola dell’autonomia gestionale, deve essere un

Ministero? E’ possibile che ogni nucleo traduzione debba osservare un modello organizzativo

“autonomo” ? Noi pensiamo di no, siamo certi che si possa fare di meglio. Basta guardare in

casa di altri (Polizia e Carabinieri ad esempio) per capire che l’autonomia gestionale si esalta

quando è collocata in una struttura organizzativa predisposta con regole e criteri simili.

Da noi invece anche solo la denominazione di un ufficio che svolge le medesime funzioni è

diversa da un istituto all’altro.

Si dovrebbe invece, dopo aver rivisto le piante organiche, realizzare un modello

organizzativo unico che, sulla base degli organici presenti (non previsti) contempli la

differenziazione dei circuiti penitenziari, i diversi livelli di sicurezza, un modello unico per

traduzioni e piantonamenti, la medesima denominazione di uffici e servizi all’interno degli

istituti e così via. Il tutto ovviamente partendo dal presupposto che al personale devono

essere garantiti il riposo settimanale, il congedo ordinario e, più in generale, i diritti

contrattuali.

A proposito di organici e presenza, come dimenticare quella Sua disposizione che prevedeva

il rientro in sede di tutti coloro che sono impiegati presso le AA.GG. in Lombardia? Non

ancora attuata per le proroghe intervenute. Il personale della Lombardia è forse diverso da

quello delle altre Regioni ? Perché un agente proveniente dalla Lombardia può lavorare

presso il Tribunale di Roma e non può farlo a Milano ? Non sarebbe stato forse più giusto e

coerente consentirne a tutti l’impiego o disporre il rientro di tutti ?

Siamo convinti che questo potrebbe essere un modo per favorire lo spirito di corpo e quel

senso di appartenenza che poi genera entusiasmo, stimoli e senso del dovere.

Nel frattempo però dobbiamo ritornare alle nostre attuali questioni ed in particolare a quelle

della Lombardia che, in senso negativo, non hanno pari.

Le nostre rivendicazioni rispetto allo stato di agitazione in essere sono le seguenti:


1) Individuare risorse economiche che consentano l’automazione di quanti più servizi

possibili. E questo lo si potrebbe fare distogliendo un piccola parte delle risorse dal


c.d. “piano carceri”. L’incidenza che questo avrebbe sul recupero di risorse umane


sarebbe sicuramente immediata e più positiva per il personale anche in previsione di


nuovi padiglioni. Visto che si parla tanto di crisi economica, tagli, risparmio e di

“debito pubblico”, forse è utile ricordare che costa meno automatizzare un cancello o

installare un sistema di video-sorveglianza o antiscavalcamento che impiegare un

agente il cui costo alla lunga è sicuramente maggiore. A tal riguardo ricordiamo che,


nell’attuale assetto, la Lombardia soffre di una carenza d’organico di circa


1200 unità di Polizia Penitenziaria e di circa 200 del comparto ministeri e

che ci sono nuovi reparti e/o padiglioni pronti o quasi a Cremona, Voghera, Pavia,

Busto Arsizio ecc. che vedranno sicuramente la nostra forte opposizione, se aperti

senza un adeguato incremento di uomini e mezzi;

2) Rispettare l’impegno di gestire i detenuti 41 bis con il personale del GOM senza

incidere sul personale di Opera che oggi è costretto a garantire le video conferenze, i

piantonamenti e le traduzioni. In pratica il GOM, paradossalmente, gestisce soltanto la

sezione all’interno dell’istituto dove i rischi sono indubbiamente inferiori. Un’ulteriore

proposta potrebbe essere quella di far rientrare tutte le unità distaccate fuori regione

(fatta eccezione per quelle dettate da reali e gravi situazioni familiari) in cambio del

personale del GOM, per “gestire noi il reparto 41 bis” di Opera. L’Amministrazione

ovviamente deve impegnarsi a non tenere più di un centinaio di distacchi fuori

Regione;

3) Revocare immediatamente tutti i provvedimenti di distacco del personale Lombardo,

compresi quelli che non presentano gravi e reali motivi d’urgenza (art.7 DPR 254/99)

oppure quelli ex L.104 che, opportunamente verificate, non presentano più la loro

attualità;

4) Ridare forza al confronto regionale in materia di assegnazione delle risorse umane in

virtù del principio di decentramento delle funzioni, ma soprattutto perché a quel livello

si ha una maggiore cognizione di quelle che sono le esigenze e le priorità. Le

assegnazioni gestite dal centro hanno creato non poche disparità in Regione.

5) Far sbloccare tutti i concorsi attualmente congelati, due dei quali esterni. Quelli per

ispettori e sovrintendenti, banditi in ossequio alle esigenze operative e delle carenze,

perché in Lombardia le carenze nelle predette qualifiche sono gravissime e gli anziani

aspettano ormai da anni una mobilità, mai attuata per effetto del mantenimento della

sede, in occasione degli ultimi concorsi;

6) Sbloccare in via straordinaria il turn over per il comparto penitenziario dei ministeri,


permettendo così, soprattutto per il ruolo degli assistenti sociali, un congruo

incremento degli organici, in vista anche della necessità di adempiere alle crescenti


necessità istituzionali;


7) Rendere univoca e razionale la gestione dei detenuti sottoposti al regime 41 bis O.P.

presso la casa reclusione di Milano Opera. Gestione affidata completamente al GOM;

8) Revocare con effetto immediato la circolare sul reimpiego scorta dello scorso

novembre, emanata in violazione delle norme contrattuali che ha generato e genera

situazioni operative disumane. Le disposizioni ivi contenute impongono al personale di

espletare servizio anche per venti ore consecutive e viene, di fatto, demandata agli

U.S.T., da un ufficio, dietro una scrivania e per telefono, la valutazione dello stato

psico-fisico della scorta. Oltretutto non ci risulta che presso gli staff degli UST

regionali ci siano sanitari all’uopo destinati (??);

9) Provvedere a reperire fondi per retribuire nei termini previsti dalla legge il saldo dei

servizi di missione disposti dall’amministrazione che registrano mesi e mesi di

arretrati. Nel contempo disporre che vengano concessi gli anticipi previsti, ovvero

chiarire (con una lettera circolare) che in caso contrario non è legittimo agire

disciplinarmente nei confronti di coloro che non assicurano il servizio di missione

perché impossibilitati ad anticipare di tasca propria le spese;

10)Prevedere, per ogni aspetto e anche per il comparto dei ministeri, un monitoraggio

costante della situazione anche in loco con la collaborazione delle OO.SS. che si

rendono disponibili a fornire la loro esperienza in favore del personale.

In ultimo, ma non per importanza, appare utile affrontare l’argomento delle relazioni

sindacali. Perché, a distanza di 20 anni dalla riforma, ancora oggi regna spesso l’anarchia. Il

confronto e la partecipazione sono elusi in ragione di un’emergenza che, al contrario,

dovrebbe favorire le discussioni.

Per questo non possiamo esimerci dal manifestare preoccupazione per l’incapacità della

maggior parte dei Direttori di garantire il rispetto di un corretto sistema di relazioni sindacali,

ma soprattutto dei diritti contrattuali, a partire dal riposo settimanale e dal congedo

ordinario.

Anche l’azione del Provveditore Regionale a ciò finalizzata, sta risultando vana e presenta

aspetti negativi, laddove, in ragione di una mera “difesa d’ufficio”, giustifica, accetta e/o

condivide l’operato di alcuni Dirigenti, anche quando le violazioni sono evidenti.

Un intervento della S.V. finalizzato a chiarire le procedure da osservare per garantire il

diritto/dovere di controllo nei confronti dei Direttori appare utile ed opportuno.

Per chiudere, servirebbero anche indicazioni operative per limitare e prevenire le numerose

aggressioni che si registrano nei confronti del personale, in particolare in quegli istituti come

Bollate dove si attuano avanzati progetti rieducativi.

Questi sono solo alcuni impegni che chiediamo alla S.V. di assumere oggi. Impegni che non

hanno alcun costo e/o ostacolo oggettivo se non quelli riferiti alla esplicita volontà della S.V..

Continuare a giustificare, o addirittura compiacere, un’Amministrazione lenta, distante e

farraginosa, significherebbe farsi complice dell’emergenza.

Facciamo appello alla sensibilità della S.V., auspicando un gesto di attenzione nei confronti di


tutto il personale dell’Amministrazione, quello del comparto ministeri e quello di una Polizia


di cui Lei si è sempre proclamato Capo.


Un Capo deve dare l’esempio e dimostrare di meritare il rispetto del proprio personale.

Cordiali saluti.

SAPPE OSAPP UIL PA SINAPPE FNS CISL FP CGIL UGL Pol.P. FSA-CNPP

P.Salamone G.L.Cascino D. Benemia M.Di Sciacca M. Corti C.Lo Presti G. Cesta F. Volpe

G.L. Madonia B. Campagna

giovedì 17 marzo 2011

DI STANISLAO,IDV,INTERROGA ALFANO E BRUNETTA:ENTRO QUALI TEMPI SI ASSUMERANNO I VINCITORI E IDONEI DEL CONCORSO EDUCATORI PENITENZIARI. carcere,governo,angelino alfano.giustizia,detenuti

Interrogazione a risposta orale:




DI STANISLAO.


- Al Ministro della giustizia, al Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione.

- Per sapere

- premesso che:


nella Gazzetta Ufficiale n. 30 del 16 aprile 2004 veniva bandito un concorso pubblico per esami a 397 posti nel profilo professionale di educatore, area C, posizione economica C1, indetto con PDG 21 novembre 2003;

il 15 dicembre 2008 è stata pubblicata nel bollettino ufficiale del Ministero della giustizia la graduatoria del concorso suddetto;

l'amministrazione penitenziaria nell'arco temporale che va tra il mese di maggio 2009 e il mese di aprile 2010, in due tranche ha convocato in servizio quanti erano stati decretati vincitori dello stesso concorso;

a seguito delle rinunce pervenute dopo la prima chiamata in servizio avvenuta nel maggio 2009 di una prima tranche di vincitori, il dipartimento dell'amministrazione penitenziaria - nell'aprile 2010 nell'immettere in ruolo i restanti vincitori - a sostituzione dei predetti rinunciatari, ha contestualmente proceduto all'assunzione degli idonei fino a quel momento collocatisi utilmente in graduatoria, in fatto ed in diritto scorrendo quest'ultima sino alla posizione 413;

nell'aprile 2010 all'atto della presa di servizio dei suddetti, si sono verificate altre 44 rinunce; pertanto, ad oggi hanno assunto l'ufficio solo 353 educatori a fronte dei 397 posti banditi a concorso;

in virtù di ciò, il dipartimento dell'amministrazione penitenziaria in data 24 maggio 2010, esprimendo la precipua volontà di procedere all'assunzione, ha inviato propria comunicazione ai restanti 44 idonei utilmente collocati in graduatoria, invitandoli a redigere, in ordine di preferenza, un elenco contenente le sedi rimaste vacanti delle rinunce, scorrendo così ulteriormente la stessa graduatoria al fine di ricoprire le 397 unità di posti originariamente bandite;

ad oggi i 44 interessati nulla più hanno saputo circa la loro immissione in servizio;

si fa altresì presente che per procedere all'assunzione dei 44 interessati non è previsto alcun impegno supplettivo di spesa, essendo la relativa somma ricompresa in quella già stanziata per l'effettuazione delle ultime assunzioni avvenute nell'aprile 2010, poiché, come già detto, questi 44 educatori subentrano per rinuncia e a completamento dei 397 posti banditi originariamente;

la situazione carceraria è stata oggetto di molteplici interrogazioni parlamentari data la grave emergenza del sovraffollamento degli istituti di pena e l'impossibilità per i detenuti di usufruire di idonee attività di risocializzazione, alle quali per l'appunto è preposto l'educatore, quale figura istituzionale di riferimento;

il 13 gennaio 2010, preso atto delle necessità non più rinviabili, proprio il Governo in carica ha decretato lo stato di emergenza per le carceri - recentemente prorogato con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri dell'11 gennaio 2011 - al fine di arginare quella che tutt'ora si palesa come una vera e propria crisi del sistema;

la non più rinviabile assenza degli educatori penitenziari dalle strutture di pena aggrava ed aggraverà in un incontenibile crescendo il clima e la vita detentiva dei ristretti e dei medesimi operatori in servizio, poiché molti detenuti non riescono ad usufruire per anni di colloqui con gli educatori non conseguendo, da ultimo, alcun giovamento dal loro ingresso nello stato restrittivo;

nello specifico, la mozione 1-00301, discussa in Parlamento ed, in sede di votazione, da quest'ultimo approvata all'unanimità, ha, tra le altre cose, impegnato formalmente il Governo a procedere all'assunzione immediata dei restanti educatori penitenziari previsti dalla pianta organica, da attingersi dagli idonei della vigente e menzionata graduatoria risultata dal concorso bandito per tale profilo professionale;

l'articolo 5 della recente legge n. 199 del 2010 sull'«Esecuzione presso il domicilio delle pene» riferendosi alla «necessità di adeguamento numerico e professionale della pianta organica del Corpo della Polizia Penitenziaria e del Personale Civile del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria del Ministero della Giustizia» solleva tale dipartimento dell'amministrazione penitenziaria del blocco delle assunzioni disposto per le pubbliche amministrazioni che non riducano le proprie piante organiche ed il conseguente impegno di spesa. Risulterebbe, infatti, palesemente contraria allo spirito della norma citata ogni interpretazione difforme alla deroga del blocco per il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria nonché confliggente - e, pertanto, eventualmente irrazionale - con l'attuale situazione di estrema crisi in cui versano gli istituti di pena, ripetutamente accertata dal Governo va tenuto conto degli atti governativi e parlamentari del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 13 gennaio 2010 recentemente prorogato con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri dell'11 gennaio 2011 decretante lo stato di emergenza per le carceri della mozione n. 1-00301 e dell'articolo 5 della legge n. 199 del 2010;

da tale situazione potrebbe altresì palesarsi una ingiustificata disparità di trattamento tra costoro e parte degli educatori già in servizio e subentrati anch'essi in virtù delle rinunce avvenute a seguito

della prima chiamata del maggio 2009 (ovvero coloro che si collocavano dalla posizione 398 alla posizione 413 compresa, oggi regolarmente in servizio dall'aprile 2010), come sopra illustrato -:

in quali tempi si intenda concludere il procedimento di assunzione dei citati 44 educatori in atto dal 24 maggio 2010, tenuto conto che con ulteriori ritardi e rimandi si continuerebbero a ledere i diritti di quanti, come i 44 educatori in questione, vedono ritardarsi di giorno in giorno, e ormai per anni, un diritto acquisito e legittimo;

in riferimento ai rimanenti idonei, quale sia il programma di interventi che il Ministro della giustizia intenda tempestivamente eseguire per procedere, in via teorica e fattuale, all'adeguamento della pianta organica del personale civile del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria in corrispondenza alle ultime novità normative menzionate in premessa.

(3-01530)

martedì 15 marzo 2011

Fleres: nelle carceri italiane insufficiente il numero degli educatori penitenziari! carcere,governo,detenuti,angelino alfano

Dei delitti e delle pene …. a Catania




Diritti umani violati piuttosto che un argomento di letteratura. E’ stata l’insolita proposta alla città da parte di un’associazione nata per ricordare un letterato catanese, Sebastiano Addamo. Come relatori, presso la Biblioteca Ursino Recupero, sono stati invitati, lo scorso 25 febbraio, Simonetta Cormaci, di Amnesty International, Maria Randazzo, direttore dell’Istituto Penale Minorile e il senatore Salvo Fleres, garante per la tutela dei diritti dei detenuti.

Fleres è stato il vero mattatore della serata. Ha rivestito il ruolo di presentatore degli altri relatori, di direttore di scena (dando il là alla proiezione di un video) ed infine di relatore, quando -dopo essersi spostato agilmente al di qua del tavolo- ha ripreso in mano il microfono per assumere il ruolo istituzionale e portare il proprio contributo.



Ma andiamo con ordine. Raccontando della nascita di Amnesty e delle finalità perseguite dall’associazione, Simonetta Cormaci non poteva che ripetere quanto molti di noi sanno già. Ma il suo intervento si è riempito di passione man mano che entrava nel dettaglio delle campagne condotte non solo contro la tortura e la pena di morte, ma anche sui diritti delle donne (io pretendo dignità), soprattutto se vittime di tratta o escluse dall’accesso alle cure mediche, sui diritti dei rifugiati e dei migranti, oggi messi a repentaglio dai più recenti provvedimenti del governo. E ultimamente per un’Europa senza discriminazione.

Molto interessante l’intervento della Randazzo, da 18 anni professionalmente impegnata nell’Istituto Penale Minorile, che dirige dal 2006. La possibilità di pensare alla detenzione come momento educativo e non solo punitivo, come del resto recita la nostra Costituzione (art.27), diventa concreta nel caso del carcere minorile, per una serie di ragioni. Tra queste l’introduzione di alcune leggi specifiche, come le Disposizioni sul processo penale a carico di imputati minorenni, contenute nel DPR 22.09.1988 n 448 del 1988 o la Lettera Circolare del Dipartimemnto della Giustizia Minorile del 2006, Organizzazione e gestione tecnica degli IPM, che ne prevede una riorganizzazione in modo che siano salvaguardati i diritti alla salute, al lavoro, alla socializzazione, alla libera espressione del proprio culto, all’assistenza affettiva e psicologica.

Tutti principi che rimarrebbero solo parole senza la presenza di un personale dotato di preparazione pedagogica, oltre che giuridica, e di una sensibilità che diventa attenta soprattutto se motivata. E qui ha un gran peso la capacità del dirigente di motivare e di creare attorno a sé spirito di gruppo e senso di corresponsabilità. Ma questo lo diciamo noi perchè la sobrietà della relatrice tende ad evitare protagismi.

Alcuni forse non sapevano che l’Istituto Penale Minorile non ospita solo minori, ma anche “giovani adulti”, che hanno commesso il reato nella minore età e possono rimanere a scontare la pena in IPM fino al compimento dei 21 anni.

Gli ospiti dell’istituto vengono dal distretto di Corte di Appello di Catania che comprende le provincie di Catania, Siracusa, Ragusa. Ma vengono anche da Messina, che non ha IPM, e da Palermo o da altre parti d’Italia, in genere per trasferimento “per motivi di opportunità e sicurezza”. Si tratta spesso, in questi casi, di ragazzi difficili, con problemi di adattamento, o comunque a rischio.

Ci sono poi i minori stranieri. Sono i più fragili, emarginati e non accettati dagli altri perchè “diversi”. Soli perchè non hanno la famiglia alle spalle, nessuno che vada a trovarli o porti la biancheria pulita. E soli rimangono nonostante la generosa collaborazione offerta dal Centro Astalli e dal suo mediatore culturale.

Ma anche gli altri, gli italiani, provengono quasi sempre da quartieri poveri e da esperienze dure, di morti violente, di detenzione di altri congiunti, di separazioni o malattie di famlliari. Spesso non hanno potuto studiare e hanno esperienze di lavoro marginale e quindi di sfruttamento. Eppure nutrono, come del resto gli altri adolescenti, sogni di guadagni facili, da spendere subito in oggetti di immediato consumo. Per ottenerli finiscono per utilizzare le vie illegali, rapine, scippi, spaccio di droga.

Spesso hanno compiuto scelte sentimentali precoci, “fughe” e paternità in età giovanissima. Un ragazzo divenuto padre a 16 anni, che si trovi in custodia cautelare, non è previsto che abbia un permesso per vedere la figlia che gli è nata. Il direttore che si prende la resposabilità di fare entrare in carcere questa bimba perchè il padre possa conoscerla ha capito la delicata complessità di queste situazioni. E ha trasformato il problema in una opportunità di crescita umana.

Molte delle opportunità, per questi giovani, vengono dai rapporti con l’esterno, dai progetti che stabiliscono un ponte tra il “dentro” e il “fuori”. Attraverso le misure alternative alla detenzione come l’affidamento in prova al servizio sociale, oppure le misure cautelari meno afflittive come il collocamento in comunità. La cosa più importante è prevedere la possibilità di continuare all’esterno il progetto iniziato dentro l’IPM.

Anche a chi rimane fra le mura dell’istituto vengono offerte possibilità formative che per alcuni di loro possono essere preziose. Innanzi tutto la scuola. Oltre ai corsi di alfabetizzazione per i minori stranieri, si offre ai ragazzi la possibilità di conseguire la licenza media o corsi triennali di formazione per grafico multimediale, elettricista, addetto alla ristorazione, finanziati anche con fondi europei e organizzati in sinergia con centri professionali o istituti superiori della città, sempre nella prospettiva di una continuità del percorso formativo iniziato. Si tratta sempre di competenze spendibili nel mondo del lavoro e questo motiva e dà speranza.

Se poi si prospettano esperienze più originali e imprevedibili, come un corso di vela o la collaborazione al set di un film, l’esperineza in Ipm diventa davvero unica, diventa un risarcimento per quello che non si è ricevuto dalla vita. Ma questo all’incontro non è stato detto, per modestia da parte di un direttore audace e discreto.

Molto più drammatica l’esperienza degli adulti. Carceri sovraffolate, con celle in cui si dorme a turno per terra, inadeguato numero di educatori, personale di polizia penitenziaria spesso non motivato e stressato da turni faticosissimi. Ne ha parlato il senatore Fleres arricchendo il proprio intervento con citazioni letterarie, da Palazzeschi a De Andrè, e presentando i detenuti come i compagni della porta accanto non aiutati dall’ambiente familiare e sociale “ a distinguere il bene dal male”.

L’aumento dei casi di suicidio dimostra il crescente disagio vissuto dai detenuti, ma ci sono anche i suicidi dubbi, contrassegnati da contraddizioni ancora non chiarite. E Fleres ha parlato a lungo del caso Castro.

Ma soprattutto ha fatto dichiarazioni “alte”, sullo Stato che è forte non quando viola i diritti, ma quando agisce nel rispetto della legge, sulla battaglia contro la criminalità che si vince non aumentando il numero dei poliziotti, bensì il numero degli insegnanti, dei parroci, delle associazioni di volontariato.

Belle e condivisibili parole, difficilmente coniugabili però con la politica di un governo che ha tagliato i fondi alla scuola, ha cercato di ridurre il fondo per il 5 per mille, ha istituito il reato di clandestinità e pensa agli appalti per nuove carceri piuttosto che all’applicazione di pene alternative.

Come fa, senatore Fleres, a parlare in questo modo e contestualmente a dare la sua fiducia a un esecutivo che procede esattamente nella direzione opposta a quella da lei indicata? Che abbia dimenticato di militare in Forza Italia o come diavolo si chiama adesso? Ci auguriamo che non abbia scelto l’occasione di quest’incontro per iniziare una campagna elettorale basata su un buonismo di facciata. I detenuti hanno bisogno di un garante, non di uno show man…





Ospedale psichiatrico di Aversa:luogo fatiscente e assoluta mancanza di personale. carcere,angelino alfano,giustizia,detenuti

Carceri psichiatrici, la sofferenza dimenticata


Scritto da Sirio Valent il 15 marzo 2011

Sovraffollamento, violenza e sporcizia. Ma soprattutto abbandono. Per i detenuti degli ospedali psichiatrici giudiziari - gli ex-manicomi criminali - la fine della pena non arriva mai. Ad Aversa, l'arresto di due agenti penitenziari per stupro verso un giovane detenuto transessuale ha riaperto il dibattito sugli "ergastoli bianchi" e la condizione delle strutture penitenziarie.

L'arresto arriva dopo 2 anni di indagini, avviate dalla confidenza della giovane vittima alla psichiatra dell'ospedale giudiziario di Aversa: nel 2008, confessa, avrebbe subito ripetutamente violenza sessuale da parte di due guardie carcerarie. Si cercano i riscontri e le prove di quelle che potrebbero essere solo le parole di un "matto": si trovano, e scattano i domiciliari per i due agenti. Secondo l'accusa, avrebbero abusato dello "stato di evidente soggezione" della vittima e in ragione della loro posizione di autorità.

Una goccia di sofferenza e degrado in un mare magnum sconosciuto, quello degli ospedali psichiatrici giudiziari, ultimi "residui" della legge Basaglia. Nessuna speranza di recupero o di cura per i malati, internati in condizioni di sofferenza e disagio, come testimonia la deputata radicale Rita Bernardini a seguito della sua visita ispettiva nella struttura di Aversa.

L'opg è sovraffollato: 212 posti disponibili a fronte di 284 detenuti. Di questi, il 40% è internato (non sconta una pena, ma viene giudicato socialmente pericoloso e dunque recluso) in regime di proroga. Il 60% non uscirà mai dall'ospedale psichiatrico perché non vi è nessuno (né famiglia, né Asl o associazione di volontariato) disposti ad accoglierlo una volta dimesso. E' l'ergastolo bianco, spesso preferito dalle stesse Asl perchè meno dispendioso dell’assistenza nel mondo libero. Qualcosa è cambiato, grazie alle pressioni delle associazioni per i diritti dei detenuti, ma solo di recente il numero di dimissioni ha superato quello degli internamenti.

La struttura è in condizioni fatiscenti: come riferisce l'onorevole Bernardini, “all'interno ci sono macchie di umidità e nel reparto appena dichiarato agibile sono visibili enormi crepe. Letti a castello incompatibili con le necessità di un centro sanitario di recupero psichiatrico e una situazione disastrosa dal punto di vista igienico, con materassi marci e lenzuola sporche”.

La mancanza di personale aggrava il disagio: solo 2 psicologi per 284 pazienti, 89 guardie carcerarie (di cui 34 beneficiano dell'orario ridotto per la legge 104) su 100 necessarie, 6 psichiatri che esercitano al di sotto delle 36 ore settimanali. I medici sono solo a convenzione e l’assistenza specifica è limitata a poche ore della giornata. Gli educatori di ruolo sono solamente due. La farmacologia ha solo funzione sedativa e non è garantito un presidio medico costante. Solo grazie al lavoro encomiabile del neo direttore della struttura, Carlotta Giaquinto, l'ospedale si regge in piedi. “Le responsabilità di un simile degrado – ha concluso Rita Bernardini – sono da ricercarsi nello stato di abbandono e nel totale menefreghismo del Ministero della Giustizia. Sono stati tagliati fondi essenziali per le attività di recupero dei pazienti. Presenteremo un'interrogazione parlamentare il cui testo sarà inviato alla Procura della Repubblica per verificare che non ci siano violazioni penali. La condizione dei pazienti è di vero e proprio maltrattamento”.



Interrogazione di Rita Bernardini:in Sicilia occorrono piu' agenti,educatori,assistenti e psicologi. carcere,governo,detenuti,giustizia,angelino alfano

BERNARDINI, BELTRANDI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI.

- Al Ministro della giustizia.

- Per sapere

- premesso che:


secondo quanto pubblicato sul quotidiano La Sicilia del 10 marzo 2011, nella casa circondariale di Giarre, su 45 unità previste in organico, solo 33 sono quelle operative a disposizione;

secondo il segretario regionale dell'OSAPP, «se su carceri come quelle di Messina, Catania, Enna e Siracusa, l'evidenziatore è di colore rosso, su Giarre, trattandosi di una struttura di II livello, il
problema non ha, spesso, ed è comprensibile, la stessa rilevanza ma resta il fatto che, anche qui esiste un organico non sufficiente: meno 12 poliziotti rispetto al numero assegnato. Questo fa sì che anche Giarre venga indicata tra quelle carceri della Sicilia orientale dove il problema della carenza di organico è ben più tangibile rispetto ad altre zone della Sicilia. Malgrado la struttura ospiti detenuti che non devono scontare pene alte il carico di lavoro viene distribuito tra il personale a disposizione e questo comporta disagi»;
in un documento dell'OSAPP indirizzato anche al presidente della commissione speciale sulla situazione carceraria in provincia di Siracusa, dottor Carmelo Spataro, viene scritto che «Tale grave carenza è quantificabile negli istituti della provincia di Messina, Catania, Siracusa ed Enna in 400 unità circa a fronte delle 518 che risultano mancanti al contingente della Sicilia. Alle carenze devono sommarsi la scarsità delle risorse economiche per il pagamento dei servizi di missione, per la corresponsione degli straordinari, per la normale manutenzione degli automezzi adibiti ai servizi di traduzione e per tutte quelle peculiarità che hanno ripercussione sulla qualità del servizio della polizia penitenziaria» -:

quali azioni il Ministro interrogato intenda attuare al fine di intervenire sul grave sovraffollamento del sistema carcerario della regione Sicilia;

se, a fronte della persistente carenza di organico, il Governo non ritenga di prevedere all'ulteriore messa in servizio di personale tecnico (educatori, assistenti sociali, e altri) e di polizia penitenziaria al fine di ottemperare alle attuali vacanze organiche che si registrano presso il carcere di Giarre;

in che modo e in quali tempi il «piano carceri» riguarderà la situazione penitenziaria siciliana, quanti posti in più si preveda di rendere disponibili e con quale personale, considerata la già vistosa attuale carenza di agenti, psicologi, educatori, assistenti sociali;


quali iniziative di propria competenza intenda adottare al fine di reperire le risorse economiche necessarie al pagamento dei servizi di missione e degli straordinari agli agenti di polizia penitenziaria cosi come indicato nel documento inviato dall'Organizzazione sindacale autonoma della polizia penitenziaria al presidente della commissione speciale sulla situazione carceraria in provincia di Siracusa.

(4-11257)

Rita Bernardini interroga Alfano:sovraffollamento,casi di contagio di malattie infettive e messa in servizio di nuovi agenti,educatori,assistenti e psicologi! carcere,governo,angelino alfano,giustizia

BERNARDINI, BELTRANDI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI.

 - Al Ministro della giustizia, al Ministro della salute.

- Per sapere

- premesso che:


secondo quanto riportato dall'agenzia di stampa DIRE dell'11 marzo 2011, nelle carceri in Emilia-Romagna il sovraffollamento starebbe cominciando a portare grandi «preoccupazioni dal punto di vista
igienico-sanitario e infettivo, con casi di contagio che stanno interessando anche agenti della Polizia penitenziaria»;

 la denuncia proviene dai sindacati della polizia penitenziaria in una lettera inviata ai vertici dell'amministrazione penitenziaria e al presidente della regione, Vasco Errani: le richieste sono quelle già avanzate nelle ultime settimane, ovvero di avere rinforzi di personale al più presto per coprire le vacanze d'organico;

secondo i sindacati la situazione dell'Emilia-Romagna è la peggiore del centro-nord, atteso che rispetto alla capienza regolamentare ci sono 2.000 detenuti in più e 700 agenti in meno, per un indice di sovraffollamento che supera il 180 per cento, a fronte di un dato nazionale del 140 per cento;

particolarmente critica la condizione di lavoro del nucleo traduzione e piantonamenti (che si occupa di accompagnare i detenuti ai processi o di sorvegliare gli arrestati in ospedale) delle varie carceri regionali, il che, a giudizio dei sindacati, mette a rischio la sicurezza non solo dei poliziotti ma di tutte le strutture penitenziarie e dei cittadini -:

quali azioni il Ministro interrogato intenda attuare al fine di intervenire sul grave sovraffollamento del sistema carcerario della regione Emilia-Romagna;

se, a fronte della persistente carenza di organico, il Governo non ritenga di prevedere all'ulteriore messa in servizio di personale tecnico (educatori, assistenti sociali, e altri) e di polizia penitenziaria al fine di ottemperare alle attuali previsioni organiche;

in che modo e in quali tempi il «piano carceri» riguarderà la situazione penitenziaria emiliano-romagnola, quanti posti in più si preveda di rendere disponibili e con quale personale, considerata la già vistosa attuale carenza di agenti, psicologi, educatori, assistenti sociali;


in che modo si pensi di poter affrontare - nella situazione igienico-sanitaria sopra descritta delle carceri romagnole e, in particolare, in previsione dell'arrivo dell'imminente periodo estivo - il rischio di diffusione di malattie infettive.

(4-11246)

lunedì 14 marzo 2011

Nel programma giustizia del PD è previsto l'incremento degli organici degli educatori,assistenti sociali e psicologi. carcere,governo,angelino alfano,giustizia

GIUSTIZIA: ECCO LA PROPOSTA DEL PARTITO DEMOCRATICO


(AGENPARL) - Roma, 14 mar -

 1. LE EMERGENZE

A) La giustizia civile

Va affrontata quella vera e propria ipoteca sulla competitività rappresentata dal cattivo funzionamento della giustizia civile, che è causa dell’inadeguata tutela del credito, della difficoltà ad investire nel nostro paese, dell’incertezza dei rapporti tra privati, del protrarsi di conflitti familiari, talvolta drammatici. Le cause civili attualmente pendenti sono più di 5 milioni (con una crescita media annua del 7,5 per cento). Per avere giustizia oggi un cittadino attende anche fino a sette anni e mezzo e, una volta giunta la sentenza, questa risulta spesso priva di qualsiasi effetto positivo per chi intendeva far valere un proprio diritto.



B) L’organizzazione

L’efficienza del sistema giudiziario presuppone necessariamente un’efficace distribuzione sul territorio nazionale degli uffici giudiziari e l’adeguatezza della loro struttura dimensionale. Per questo la revisione della geografia giudiziaria da un lato e delle dimensioni degli uffici giudiziari dall’altro, rappresenta una priorità da perseguire. Allo stesso tempo si dovrà procedere verso l’incremento delle risorse strumentali e umane, attualmente del tutto insufficienti e sproporzionate rispetto ai carichi di lavoro degli uffici, e verso la completa ed effettiva informatizzazione (e telematizzazione) del procedimento. E’ necessario incentivare la gestione manageriale degli Uffici giudiziari, anche affiancando al magistrato dirigente giudiziario la figura del manager dell’Ufficio Giudiziario, con autonome e precise responsabilità.



C) Il carcere

La situazione nelle carceri italiane è drammatica per il sovraffollamento, per la carenza di personale di sorveglianza e per l’insufficienza di personale. Questa situazione porta al numero incredibile di suicidi e vanifica completamente la previsione costituzionale della finalità rieducativa della pena. E’ necessario ampliare la tipologia delle misure alternative alla pena detentiva in favore di quelle volti al reinserimento sociale. Per fare ciò non si può prescindere dall’adeguare le piante organiche riferite al personale di Polizia penitenziaria e alle figure degli educatori, degli assistenti sociali e degli psicologi. Crediamo debbano essere riviste anche le norme sulla custodia precautelare e sulla custodia cautelare in carcere limitandola a criteri più stringenti per il suo utilizzo, anche al fine di eliminare quei meccanismi che concorrono al sovraffollamento con detenzioni in attesa di giudizio. Per garantire il rispetto della dignità dei detenuti proponiamo l’istituzione a livello nazionale del Garante dei diritti dei detenuti. Infine, chiediamo l’introduzione del reato di tortura nel codice penale.



2. I TEMPI DEL PROCESSO PENALE E LE GARANZIE

Garantire una giustizia efficiente ed equa al servizio dei cittadini significa intervenire sui tempi della giustizia. Per questo proponiamo di modificare alcuni aspetti del processo penale che si presentano come non funzionali e farraginosi. A)Semplificazione del regime delle notifiche tenendo conto della recente introduzione delle modalità di notifica tramite posta elettronica certificata. ampliare l’utilizzo della polizia giudiziaria territorialmente competente in sostituzione degli ufficiali giudiziari, nei casi di assoluta urgenza e nei casi di notifica di atti di indagine o provvedimenti che la stessa polizia giudiziaria è delegata a compiere o è tenuta ad eseguire. L’utilizzo della posta certificata in via ordinaria, consente un evidente risparmio di tempo e di risorse e al tempo stesso evita di dover inutilmente comprimere le garanzie legate all’effettivo esercizio del diritto di difesa. B)Semplificazione del sistema delle nullità processuali. Prevedere uno sbarramento generalizzato per la loro proposizione. C) Modificazione del regime della contumacia I processi conclusi a carico di imputati di fatto irreperibili, dichiarati contumaci, rischiano di essere processi che rimangono sulla carta, mentre qualora l’imputato venga successivamente reperito il processo deve essere quasi sempre celebrato di nuovo. Sospendere il processo (e il corso della prescrizione) una volta accertata l’irreperibilità di fatto è una misura utile per razionalizzare e ridurre il carico dei procedimenti. D) Riordino della disciplina dell’udienza preliminare Riformare la disciplina dell’udienza preliminare in modo da sfruttare appieno la sua potenzialità quale momento di preparazione del futuro giudizio. E) Rivisitazione del sistema delle impugnazioni. Riduzione dei casi di ammissibilità e proponibilità del ricorso alla Suprema Corte di Cassazione. Alcune attribuzioni della Corte di Cassazione, quale giudice dell’impugnazione su provvedimenti in cui l’esame di legittimità non può essere prevalente, devono essere trasferite alle corti di appello. F) Riduzione del carico di lavoro che grava sugli uffici inquirenti mediante la diminuzione del cosiddetto “Flusso in entrata”. Per mantenere fermo il principio dell’obbligatorietà dell’azione penale, garanzia di eguaglianza dei cittadini dinanzi alla legge, a fronte di un carico di procedimenti penali che non ha pari con gli altri paesi europei con i quali normalmente ci paragoniamo, occorre confrontarsi con soluzioni che mirano a darle la necessaria effettività, introducendo moduli di flessibilità del suo concreto operare. In questo senso vanno quelle proposte che prospettano la richiesta di archiviazione per “Irrilevanza penale del fatto” o “particolare tenuità dell’offesa” allorquando, pur sussistendo astrattamente la fattispecie di reato, il fatto non rivesta in concreto ad una prima delibazione la necessaria offensività per giustificare l’impiego della costosa risorsa del processo. G) L’obbligatorietà dell’azione penale L’obbligatorietà dell’azione penale va rafforzata, resa effettiva e trasparente per garantire l’uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge. Oggi l’elevatissimo numero di procedimenti non consente alle procure di perseguire con la stessa tempistica tutti i fatti penalmente rilevanti. Per questo devono essere individuate delle priorità che non siano rimesse al singolo magistrato ma bensì siano ricondotte al potere generale di programmazione dell’attività dell’ufficio. Per questo sosteniamo i contenuti di una nostra proposta di legge che mira a procedimentalizzare l’esercizio di questo potere, all’individuazione delle scelte di priorità nell’esercizio dell’azione penale secondo un modello partecipato, che tenendo conto delle risorse disponibili preveda il coinvolgimento di una serie di soggetti qualificati sul territorio.



3. L’INDIPENDENZA ED ORGANIZZAZIONE DELL’ORDINE GIUDIZIARIO

L’indipendenza e l’autonomia della magistratura, valori qualificanti in quanto garanzia per i cittadini di eguaglianza, non si poggiano soltanto sulla norma costituzionale che le prevede, si fondano anche sul prestigio di cui l’ordine giudiziario gode. Per questo vanno individuate le procedure per l’esercizio dell’autogoverno più idonee a realizzare l’impiego dei magistrati secondo criteri ispirati al merito e alla trasparenza. Negli ultimi decenni il Consiglio Superiore della Magistratura, organo di autogoverno della magistratura ordinaria e garante dell’autonoma e dell’indipendenza della magistratura dagli altri poteri dello Stato, è stato più volte oggetto di interventi legislativi l’ultimo dei quali, la legge n. 44 del 2002, è stato certamente quello che ha prodotto gli effetti più negativi. La riduzione del numero dei membri elettivi e la riforma del sistema elettorale della componente togata hanno avuto una non indifferente influenza sull’attività del Consiglio, specie per quella disciplinare. La deleteria logica correntizia nelle decisioni assunte non è stata affatto attenuata né il minor numero dei componenti ha reso più efficace il compito degli eletti. E’ quindi necessario, dopo l’imminente rinnovo, da realizzarsi, visti i tempi stretti, con la legislazione vigente, un nuovo intervento del Parlamento affinché il CSM possa esprimere con pienezza di poteri il suo ruolo di organo di rilievo costituzionale. Un nuovo sistema elettorale deve avere come obiettivo l’attenuazione dell’influenza delle correnti nelle designazioni dei posti messi a concorso. Egualmente importante è ampliare il numero degli eletti non solo perché i magistrati, togati e non, sono ormai giunti a quasi ventimila, ma soprattutto per rendere più efficace ed utile il lavoro delle commissioni. In particolare deve essere rafforzata la Sezione disciplinare che ha cognizione dei procedimenti a carico dei magistrati ordinari. Dopo la riforma dell’ordinamento giudiziario che ha tipizzato le diverse fattispecie di illeciti di natura deontologica e ha riformato le regole del procedimento è assolutamente indispensabile che l’organo con funzioni decisorie abbia una maggiore ampiezza per far fronte a tutti gli esposti che ad esso sono presentati. L’esercizio dell’azione disciplinare nei confronti dei magistrati - nel quadro dell’attuale assetto costituzionale e salvo una valutazione più complessiva per la quale si rinvia al lavoro del Forum sulle riforme - deve essere regolato attraverso procedure che garantiscano una più netta separazione, pur sempre in seno al Csm, delle funzioni amministrative da quelle giudicanti. In tal senso è ipotizzabile una sezione separata del Consiglio Superiore per l’esercizio dell’azione disciplinare. La legge 44/2002 ha ridotto il numero dei membri effettivi della sezione disciplinare da 9 a 6 e si è così inevitabilmente attenuata la capacità di controllo del Consiglio sulle condotte deontologicamente scorrette dei magistrati. L’esigenza di rafforzare la sezione disciplinare non risponde solo all’esigenza di rendere più rigoroso e penetrante il controllo sulla professionalità dei magistrati ma è anche lo strumento perché i cittadini tornino ad esprimere il loro apprezzamento per l’affidabilità dell’ordine giudiziario. E’ necessario definire una normativa che affronti il tema dell’incandidabilità dei magistrati nelle istituzioni elettive secondo le recenti indicazioni del Csm in proposito, estendendo alle elezioni regionali ed europee quanto già previsto per le elezioni politiche. E’ necessario favorire la specializzazione dei magistrati, in particolare nel settore dei diritti fondamentali (famiglie e minori, diritti della persona, libertà personale, espulsioni). Ed in particolare la specializzazione delle sezioni per le tematiche economiche. Occorre avviare una riflessione sulle giurisdizioni contabile e amministrativa, per assicurare maggiore trasparenza nell’operato della Pubblica Amministrazione e maggiori garanzie di tutela dei diritti soggettivi del cittadino e quelli della collettività, nel quadro di un sempre più forte indirizzo all’unitarietà della giurisdizione ed alla valorizzazione delle attività specializzate. Infine si dovrà porre rimedio alle riforme deleterie del governo in materia di depotenziamento degli strumenti di indagine (intercettazioni), che impediscono un serio contrasto alla lotta alla corruzione e al crimine organizzato, senza tutelare la riservatezza e senza garantire ai cittadini il diritto all’informazione. Su questi punti intendiamo promuovere il più ampio confronto con tutti gli operatori del diritto, a partire dalla rappresentanza della magistratura, che consenta un adeguato monitoraggio sull’efficacia delle modifiche introdotte recentemente nell’ordinamento.

domenica 13 marzo 2011

Emilia Romagna,sindacati pol.pen.:grave carenza di educatori e psicologi con aumento detenuti aumentano le richieste d tali figure! carcere,governo,angelino alfano,giustizia

Emilia Romagna: Sindacati di Polizia Penitenziaria; carenza d’organico e sovraffollamento



Comunicato stampa, 11 marzo 2011


Com’è noto, le oltre 200 carceri italiane, spesso vecchie e fatiscenti, sono state costruite per ospitare al massimo 43 mila detenuti, ma oggi ne contengono circa 65 mila, di cui uno su 3 è straniero e uno su 4 tossicodipendente.

Tale situazione sta divenendo esplosiva al punto che sempre più spesso ci capita di dover registrare episodi suicidari all’interno delle mura carcerarie, a causa dell’immane sovraffollamento e della conseguente sostanziale invivibilità delle carceri italiane.

L’impatto di tali questioni è ancora maggiore nell’Italia settentrionale raggiungendo il punto apicale nella Regione Emilia Romagna laddove, rispetto alla capienza regolamentare, ci sono circa 2.000 detenuti in più e circa 700 agenti di polizia penitenziaria in meno, per un indice di sovraffollamento che supera il 180% contro il dato nazionale del 140%.

Il sovraffollamento rende, tra l’altro, preoccupanti le condizioni igienico-sanitarie e crea grossi rischi dal punto di vista infettivo, con casi di contagio che stanno interessando anche agenti di polizia penitenziaria, mentre la carenza di personale di Polizia Penitenziaria e delle figure professionali del trattamento rende inapplicabili le misure di alleggerimento del regime carcerario.


La situazione è diventata ormai esplosiva con punte di criticità che raggiungono valori allarmanti riguardo al servizio dei Nuclei Traduzioni e Piantonamenti degli istituti della regione ormai non più capaci di gestire autonomamente le incombenze quotidiane e sempre più costretti a chiedere l’ausilio del Nor (nucleo operativo regionale) e, cosa ancor più allarmante, di personale preposto al servizio interno degli Istituti penitenziari, mettendo a rischio la sicurezza non solo del poliziotti del Ntp (si esce sempre sotto scorta) ma di tutte le strutture penitenziarie e soprattutto della cittadinanza del posto. Il personale di polizia penitenziaria è ormai rassegnato a vedersi, da un giorno all’altro, cambiare i turni di servizio, revocare i riposi settimanali programmati, tagliare le ferie, non avere garantito nessuno dei diritti soggettivi sanciti dalle norme contrattuali e di legge.

A ciò va inoltre aggiunta, la grave carenza di educatori e psicologi, a fronte di un aumento dei detenuti che sono affetti da dipendenze croniche, con un conseguente incremento della richiesta di interventi specialistici di tipo psichiatrico e psicologico.

Come se non bastasse, aumentano a dismisura le incombenze richieste al personale di polizia penitenziaria direttamente dal Dap (emblematica è la circolare Ardita sull’osservazione dei detenuti, assolutamente inapplicabile con le attuali dotazioni organiche) e, cosa ancora più grave e fastidiosa, i provvedimenti di distacco o missione decisi al di fuori delle ipotesi previste dall’art. 7 del Dpr 254/99.

La concessione di tali trasferimenti temporanei, oltre a creare grosso malcontento nel personale che vede ledere il proprio diritto, acquisito nel tempo, ad avvicinarsi al luogo di nascita e talvolta di residenza ovvero a vedersi rigettare analoghe istanze seppur supportate da serie e comprovate esigenze familiari e/o di salute, finisce con l’aggravare fortemente la già drammatica carenza di personale.

Il personale di polizia penitenziaria della regione ha sempre dimostrato alta professionalità, senso del dovere ed encomiabile spirito di sacrificio, eseguendo tantissime ore di ore di lavoro straordinario mensile (fino a punte di 90 ore mensili) che tra l’altro non viene ultimamente neppure riconosciuto interamente per i rilevanti tagli operati ai relativi stanziamenti (con la ulteriore conseguenza che la prevista turnazione a sei ore giornaliere dei turni di lavoro non è nemmeno ipotizzabile), ma ora è stanco e sfiduciato da una politica miope fatta di scelte discutibili e provvedimenti unilaterali riguardo alla mobilità del personale non più accettabili. Concludendo, le scriventi OO.SS. chiedono l’assegnazione dai prossimi corsi per neo agenti di un’aliquota straordinaria ed adeguata a coprire le vacanze d’organico di tutti gli istituti della regione, l’immediato blocco dei provvedimenti di distacco-missione già disposti e/o eseguiti di recente a favore di personale di polizia penitenziaria della regione in assenza dei requisiti richiesti dall’art. 7 del Dpr 254/99, l’immediato rientro in sede di quei poliziotti distaccati per motivi diversi da quelli previsti dal predetto art. 7 del Dpr 254/99 nonché l’adozione di una serie di iniziative a sostegno del personale affinché venga alleviato il peso delle procedure lavorative all’interno degli istituti penitenziari della Regione maggiormente colpiti da sovraffollamento e carenza d’organico. Nell’attesa di riscontro, si porgono distinti saluti.



Lettera unitaria dei Sindacati
Osapp, Uil, Cisl, Cgil, Sinappe, Ugl, Cnpp

Carcere di Perugia: manca la meta' degli educatori previsti in organico! rita bernardini,carcere,governo,angelino alfano

Bernardini e Chiaramello in carcere a Perugia: sovraffollamento, carenze di cure psicologiche e mancanza di attività nel carcere di Capanne. Maori: a quattro anni dalla sua istituzione, manca il garante regionale dei detenuti


Durante la conferenza stampa di ieri che, grazie a Radio Radicale, si può riascoltare cliccando qui Rita Bernardini ha confermato molti dati già verificati in passate visite ispettive. La deputata radicale accompagnata da Liliana Chiaramello e dall’avvocato di radicaliperugia.org Francesco Mangone, ha effettuato una lunga visita che l’ha vista impegnata per almeno cinque, sei ore. Attualmente Capanne ospita 521 carcerati, 441 uomini e 80 donne, ma nel corso dell’anno ne transitano almeno 2000 con una mole di lavoro eccessiva per il poco personale a disposizione. Solo quattro gli educatori a fronte degli otto necessari, due le psicologhe e anche il soddimensionamento delle guardie carcaarie non è da meno. Il carcere di Perugia si segnala anche per gli atti di autolesionismo, al quarto posto in Italia. Le celle, concepite per ospitare un solo detenuto, sono attualmente occupate da due e qualche volta tre detenuti i quali vi trascorrono la maggior parte della giornata visto che solo in 39 (11 donne e 28 maschi) svolgono attività lavorative. Eppure una qualsiasi attività lavorativa costituirebbe un grande disincentivo verso le recidive e un aiuto soprattutto verso quel 75% di detenuti stranieri che costituiscono il grosso della popolazione carceraria di Capanne. 138 sono tossicodipendenti di cui 32 in terapia metadonica. Durante la conferenza stampa è intervenuta anche l’assessore alle pari opportunità Lorena Pesaresi, promotrice di un importante convegno con gli operatori del carcere di Perugia a cui la deputata radicale è intervenuta, convegno che ha avuto il merito di focalizzare l’attenzione in modo preciso sulla realtà carceraria perugina. Alla conferenza stampa, Andrea Maori ha sottolineato le iniziative dei radicali di Perugia per la nomina del garante regionale dei detenuti, ancora non avvenuta malgrado siano passati 4 anni dalla sua istituzione, mentre Bernardini ha annunciato che la visita a Capanne sarà l’oggetto di una interrogazione parlamentare rivolta al Ministro della Giustizia.

carcere di Capanne: i detenuti chiedono piu' lavoro e piu' educatori e psicologi! carcere,governo,giustizia,angelino fano

Non c’è più lavoro neanche in cella. Bernardini: «Così non c’è sicurezza». I mali del carcere perugino



I risultati della visita ispettiva condotta da alcuni parlamentari

 
di Daniele Bovi


Chiedono più lavoro e più assistenza, specialmente psicologica, i carcerati e l’amministrazione del penitenziario di Capanne, visitato ieri mattina dai parlamentari Rita Bernardini (radicale eletta nelle liste del Pd), Marina Sereni (Pd) e Walter Verini (Pd), accompagnati da Liliana Chiaramello (segretaria di Radicaliperugia.org) e dall’avvocato Francesco Mangone. La tanto sbandierata sicurezza infatti, cavalcando la quale si vincono le campagne elettorali salvo poi incidere scarsamente nella vita dei cittadini, passa anche da maggiori investimenti sui penitenziari italiani.

Più lavoro uguale più sicurezza I dati citati in una delle ultime puntate della trasmissione di Riccardo Iacona Presa Diretta, e ricordati da Bernardini ieri durante la conferenza stampa nella quale sono stati illustrati gli esiti della visita ispettiva, sono impressionanti. Nel carcere di Bollate, dove quasi tutti i detenuti lavorano, il tasso di recidiva è del 12%. Dove invece non si lavora e si passano anni in cella disattendendo in pieno la funzione rieducativa della pena, si arriva al 65%: «Investire di più nel lavoro in carcere – spiega Bernardini – significa investire in sicurezza».

Al lavoro solo 39 persone A Capanne lavorano, in tutto, solo 39 persone (11 donne e 28 uomini): «Un dato grave – spiega la deputata radicale – che non dipende però dall’amministrazione del carcere bensì dal Ministero. Tolte quindi le quattro ore d’aria e le due di “socialità” la maggior parte dei detenuti passa 18 ore al giorno in cella. Come può essere rieducativo un carcere in queste condizioni?». E’ dunque l’emergenza lavoro quella più sentita proprio perché è da esso che arriva il riscatto sociale

Oltre 500 detenuti Secondo i dati aggiornati a ieri mattina, nel penitenziario perugino aperto dopo molti travagli nel 2004, sono detenute 521 persone (il 75% straniere), 441 maschi e 80 femmine. I tossicodipendenti sono invece 138 (52 quelli in terapia metadonica). «Questo è un carcere – dice Marina Sereni – che presenta una situazione non drammatica ma certo non esente da problemi». Uno di questi è l’enorme numero di detenuti che transita solo per pochi giorni: «Duemila persone all’anno – spiega il deputato radicale – transitano a Capanne solo per pochi giorni: questo comporta un enorme lavoro per psicologi, educatori, per le visite mediche e così via».


Psicologi e atti di autolesionismo Psicologi ed educatori che in carcere scarseggiano. Il Ministero infatti ha tagliato ancora il monte ore degli psicologi, così che a fronte di una richiesta dell’amministrazione carceraria, già sottostimata, di 36mila euro per coprire i costi del servizio, ora se ne ritrova in tasca 21mila. Una sforbiciata di quasi il 50%: «Questo significa – dice sempre Bernardini – che ci sono solo due psicologhe che svolgono un’attività con orario 19.30-21». Oltre a ricordare poi i dati pubblicati nelle settimane scorse da Umbria24.it che mostrano come Capanne sia il quarto carcere in Italia per atti di autolesionismo, Bernardini spiega come altri problemi sono rappresentati dalle scuole all’interno del carcere, scarsamente frequentate, dalle celle concepite per due persone dove a volte però ce ne stanno tre o quattro, e quello dei colloqui. «Ci sono persone – spiega il deputato – che non vedono i loro figli da anni».

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Carcere di Maiano: carenza di agenti,psicologi ed educatori i temi principali dell'interrogazione! carcere,governo,angelino alfano,detenuti

Carcere di Maiano, il Partito democratico interroga il Sindaco



Sovraffollamento dei detenuti e carenza di personale i temi principali

di Dan. Ub.



Il Partito democratico interroga il sindaco Bendetti sulle condizioni del carcere di Maiano, alla luce del sovraffollamento di detenuti che affligge la struttura e dello scarso numero di personale impiegato. Attualmente sono circa 670 i reclusi a Spoleto, a fronte di un organico di polizia



penitenziaria "drammaticamente sottostimato", con circa il 20% in meno degli effettivi necessari. Stesso discorso per il personale civile (educatori, psicologi, volontari ecc), con una carenza di fondi imbarazzante anche per la sola gestione dell'ordinaria amministrazione.

Se a tutto ciò si aggiunge che l'annunciato piano carceri del Governo andrà a malapena a coprire i pensionamenti degli attuali dipendenti, e che il sovraffollamento e la promiscuità dei detenuti comporta, oltre a conseguenze negative dal punto di vista psicologico, anche potenziali problemi per l'ordine pubblico, il quadro è completo.

Alla luce di tutti questi elementi, pertanto, il Partito democratico - per bocca del suo capogruppo Marco Trippetti - ha interrogato il sindaco di Spoleto "per conoscere quali azioni intenda intraprendere presso tutte le sedi competenti per porre il tema del sovraffollamento e della carenza di personale del carcere di Spoleto al centro dell'attenzione politica, al di là delle appartenenze partitiche e nel rispetto istituzionale di ognuno, al fine di risolvere una volta per tutte le gravi difficoltà" che affliggono la casa circondariale spoletina.

sabato 12 marzo 2011

Mercoledi',16 Marzo 2011,in commissione giustizia discussione delle interrogazioni orali per l'assunzione degli educatori penitenziari. carcere,governo,angelino alfano,donatella ferranti,cassinelli

Convocazione della II Commissione


(Giustizia)

Mercoledì 16 marzo 2011




5-04298 Cassinelli: Sull’iter del concorso pubblico per educatore penitenziario


5-04314 Ferranti: Questioni relative all’assunzione dei vincitori del concorso per educatore penitenziario



Interrogazione a risposta in commissione:





FERRANTI.



- Al Ministro della giustizia.

- Per sapere

- premesso che:



nel corso del Consiglio dei ministri n. 119 del 17 dicembre 2010, su proposta del Ministro interrogato, veniva approvato il nuovo schema di decreto del Presidente della Repubblica recante il «Regolamento di organizzazione del Ministero della giustizia»;

il testo avrebbe dovuto essere trasmesso al Consiglio di Stato ed alle commissioni parlamentari competenti di Camera e Senato per i prescritti pareri necessari affinché le norme in esso contenute potessero perfezionarsi ed entrare in vigore, ma, allo stato, non se ne ritrova traccia;

il dipartimento dell'amministrazione penitenziaria in assenza delle norme suesposte non può procedere alle assunzioni dei vincitori e degli idonei dei concorsi relativi ai profili di educatore penitenziario, collaboratore amministrativo e contabile;

infatti proprio dall'entrata in vigore del decreto suddetto dipende l'immissione in ruolo degli ultimi 44 vincitori del concorso a 397 posti di educatore penitenziario, nonché di tutti i vincitori dei concorsi a collaboratore amministrativo e contabile;

inoltre, se il decreto di cui sopra non vedrà la luce, non sarà mai possibile neppure procedere all'assunzione di tutti gli altri idonei delle graduatorie dei relativi concorsi, assunzioni in merito alle quali l'attuale Governo si è più di una volta impegnato con il Parlamento, sia rispondendo ad interrogazioni parlamentari sia accogliendo alcune mozioni «bipartisan» in merito;

è importante sottolineare che ci si riferisce a concorsi banditi ormai nel lontano 2003, e che, per quanto riguarda i 44 educatori in attesa di assunzione, appartenendo loro all'ultima tranche di 397 vincitori, le risorse finanziarie necessarie a copertura sono già state stanziate e il DAP ha già proceduto anche all'assegnazione delle sedi;

appare del tutto evidente, quindi, come ulteriori ritardi nella soluzione di tale problema lederebbero ancor più di quello che in questi anni è già stato fatto, i diritti di coloro che, come i 44 educatori in attesa di assunzione, vedono ritardarsi di giorno, per anni, un diritto acquisito e legittimo;

inoltre in questo modo non si fa altro che aggravare ulteriormente la già insostenibile situazione del sistema penitenziario, e che fino ad ora da parte di questo Governo ha goduto di un'attenzione fatta più di spot che di soluzioni reali -:

come il Ministro intenda intervenire per garantire la immediata conclusione del procedimento per l'emanazione del citato decreto del Presidente della Repubblica e consentire in tal modo l'assunzione dei vincitori del concorso per educatore penitenziario.

(5-04314)



Interrogazione a risposta in Commissione:



CASSINELLI.


- Al Ministro della giustizia.

- Per sapere

- premesso che:


il 21 novembre 2003, il Ministero della giustizia, bandiva un concorso pubblico per la copertura di 397 posti di educatore penitenziario, nell'area C, posizione economica C1;

dopo un lunghissimo iter procedurale, tale concorso si è concluso il 13 giugno 2008;

allo stato, i vincitori di tale concorso non hanno avuto notizia circa i tempi e le modalità di assunzione -:

per quali ragioni l'iter di tale concorso pubblico si sia rivelato tanto lungo e complesso e perché, ancora oggi, i vincitori non abbiano certezze sul loro futuro.

(5-04298)