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Sign for Aiutaci a garantire l'effettiva applicazione dell'art. 27 Cost.(funzione rieducativa della pena)

Mercoledi',23 Marzo 2011: interrogazioni per l'assunzione degli educatori penitenziari

Mercoledi',23 Marzo 2011,

(rinvio del 16 Marzo 2011)

in commissione giustizia discussione delle interrogazioni orali per l'assunzione degli educatori penitenziari.


5-04298 Cassinelli: Sull’iter del concorso pubblico per educatore penitenziario


5-04314 Ferranti: Questioni relative all’assunzione dei vincitori del concorso per educatore penitenziario




Per leggere il testo delle interrogazioni vai su news giornaliere o etichetta interrogazioni parlamentari




Carceri:necessario assumere educatori,assistenti e psicologi.

26 agosto 2010



Giustizia: Bernardini (Radicali); basta morti in carcere, varare in fretta misure deflattive



“Il tempo dell’illegalità e dell’inciviltà carceraria italiana è scandito ad un ritmo impressionante dalle morti, dai suicidi. Dico al Governo e ai miei colleghi parlamentari che così numerosi hanno partecipato all’iniziativa del Ferragosto in carcere, che occorre fare in fretta a varare, intanto, misure adeguate a decongestionare la sovrappopolazione carceraria”. Lo afferma Rita Bernardini, deputata Radicale, membro della Commissione Giustizia della Camera, dopo la morte di un detenuto a Sulmona. “Il disegno di legge Alfano - così come svuotato dalla Commissione Giustizia della Camera - non serve a spegnere l’incendio di disperazione e di morte che sta divampando - prosegue.Affidare infatti ai Tribunali di sorveglianza la valutazione della pericolosità sociale e l’idoneità del domicilio per consentire di scontare ai domiciliari pene residue sotto i 12 mesi, significa paralizzare tutto: la valutazione arriverà troppo tardi! Si dia ai direttori degli istituti penitenziari questo compito che saprebbero fare meglio e più in fretta dei magistrati di sorveglianza. Ridimensionata almeno un po’ la popolazione detenuta, occorre immediatamente riformare il sistema come previsto dalle mozioni approvate in gennaio dalle aule di Montecitorio e di Palazzo Madama a partire dallo stop all’uso indiscriminato della carcerazione preventiva e alla depenalizzazione dei reati minori, per arrivare alle misure e pene alternative che si rivelano molto più efficaci del carcere ai fini della rieducazione e del reinserimento sociale, all’adeguamento degli organici penitenziari (agenti, educatori, psicologi, assistenti sociali), alle possibilità di lavoro per i detenuti, agli istituti di custodia attenuata dove i tossicodipendenti possano curarsi”.





5 luglio 2010





Carceri: Favi, "Bene Tg2, condizioni indegne per detenuti e lavoratori"



Dichiarazione di Sandro Favi responsabile Carceri del Partito Democratico



L’inchiesta del Tg2 sulla drammatica situazione delle nostre carceri evidenzia ciò che il Partito Democratico denuncia da mesi, e cioè condizioni di vita per i detenuti e per i lavoratori penitenziari del tutto indegne. Quelle viste all’Ucciardone sono situazioni che in realtà riguardano la stragrande maggioranza delle carceri italiane. Le morti in carcere e gli atti di autolesionismo sono segnali inequivocabili: occorre attuare da subito politiche penitenziarie che decongestionino gli istituti. È assolutamente necessario investire sulle misure alternative alla detenzione e sull’aumento di agenti di polizia penitenziaria, di educatori, di assistenti sociali e psicologi.



Finora il ministro Alfano e il direttore delle carceri Ionta hanno saputo solo ipotizzare un piano carceri che avrà lunghissimi tempi di realizzazione e che non inciderà minimamente per un miglioramento della situazione nell’immediato.



Così non va.









Lettere: senza assunzione personale educativo il ddl Alfano è inutile





Comunicato stampa, 29 maggio 2010





Ai deputati di commissione bilancio



e giustizia camera









Al sottosegretario



On. Caliendo









Al sottosegretario



On. Giorgetti Alberti







Egregi Onorevoli,



dopo aver appreso la notizia sul parere negativo della Commissione Bilancio sugli artt. 2 quater e 2 sexies del Ddl Alfano questo Comitato ritiene necessario porre alla Vostra attenzione alcune osservazioni. L’eliminazione dell’articolo aggiuntivo Schirru 2.060 svuoterebbe di significato il Ddl Alfano riducendolo ad una imago sine re.



L’investimento in risorse umane è propedeutico alla concreta materializzazione della normativa contenuta nel provvedimento. Secondo quanto enunciato dall’art. 1 comma 3 del Ddl. il magistrato di sorveglianza decide sulla base della relazione inviatagli dall’istituto penitenziario.



Alla luce della normativa penitenziaria è l’educatore colui che osserva il comportamento del detenuto e provvede alla stesura della relazione di sintesi, cioè di quella relazione di cui si servirà il magistrato di sorveglianza per la decisione finale sulla misura alternativa.



Senza l’incremento di ulteriori unità di personale pedagogico la situazione del sovraffollamento carcerario non potrà mai essere risolta né tantomeno potrà trovare risoluzione la drammatica condizione in cui versano le carceri italiane.



Pochi educatori significa poche relazioni da inviare al magistrato di sorveglianza. Pochi educatori significa impossibilità di fare il trattamento. Pochi educatori significa stasi della concessione di misure alternative. L’eliminazione dell’articolo aggiuntivo Schirru creerebbe un vero e proprio effetto boomerang che provocherebbe la totale paralisi del Ddl Alfano.



La Commissione Giustizia dopo aver preso atto della grave situazione di disagio in cui versano le carceri italiani ha dato voce all’articolo 27 della Costituzione decidendo di investire su quello che già nel Settecento Beccaria definiva “il più sicuro mezzo di prevenire i delitti” ossia l’educazione.



L’approvazione dell’articolo aggiuntivo che esclude il Dap dalla riduzione della pianta organica e dal blocco delle assunzioni costituisce una vera e propria presa di coscienza dell’assunto secondo il quale non può esserci alcun miglioramento delle condizioni di detenzione senza l’investimento in risorse umane.



Si evidenzia inoltre che l’emendamento è già stato “riformulato” originariamente infatti prevedeva l’obbligo per il governo,dopo l’invio della relazione per l’adeguamento della pianta organica, di predisporre entro 2 mesi un piano straordinario di assunzioni.



La totale eliminazione di questo emendamento volto alla concreta applicazione della misura alternativa sulla quale questo Governo intende puntare per risolvere il dramma del pianeta carcere renderebbe inutile l’approvazione di un Ddl che non riuscirebbe mai ad essere attuato.



Ci sarebbe infatti una vera e propria antinomia tra norma e realtà. La realtà è che la situazione carceraria italiana è drammatica e preoccupante.



I continui suicidi in carcere sono da porre in relazione con le insopportabili condizioni di disagio in cui vivono i reclusi delle carceri italiane alla carenza di trattamento e attività rieducative e alla mancata assistenza psicologica dovuta alla cronica carenza di personale educativo



Ebbene, l’Italia, Paese democratico, è stata condannata dalla Cedu per trattamento degradante e disumano. A tale situazione va data una risposta concreta, soprattutto se si considera che il bilancio dello stato potrebbe essere aggravato dalle condanne della Cedu (Sic!).



Inoltre non si comprende come la crisi riguardi solo le risorse umane e non anche lo stanziamento dei fondi per l’edilizia penitenziaria ,infatti, una volta costruite nuove carceri queste rimarranno inutilizzate (Sic!) Un esempio è fornito dal carcere di Agrigento e dal carcere di Rieti, a Pinerolo inoltre, c’è un carcere vuoto da 10 anni ma è già stata individuata un’area per costruir un nuovo carcere (fonte Girodivite).



Per un provvedimento importante, come quello in esame, che punta sulla rieducazione e sul recupero del reo, occorre assumersi delle responsabilità serie, perché l’incremento del personale pedagogico rappresenta il sine qua non della correlazione legge - realtà.



Ancora una volta si evidenzia inoltre che il “decantato” vulnus di copertura finanziaria può essere sanato attingendo dai fondi della Cassa delle Ammende che secondo quanto disposto dall’art 129 III comma del Dpr 30 giugno 2000, n. 230, devono essere destinati ai programmi che tendono a favorire il reinserimento sociale dei detenuti e degli internati anche nella fase di esecuzione di misure alternative alla detenzione”e non all’edilizia penitenziaria (Sic!) . Qualora il Governo non intenda attingere i fondi necessari dalla cassa delle Ammende potrebbe ricavarli dai fondi del Fug, visto che il Presidente del Consiglio dei Ministri ha firmato il decreto che assegna per la prima volta le quote delle risorse sequestrate alla mafia e i proventi derivanti dai beni confiscati al Fondo Unico Giustizia (Fug), nella misura del 50 per cento al Ministero dell’Interno e del 50 per cento al Ministero della Giustizia. Attingendo i fondi o dalla cassa delle Ammende o dal Fug non vi sarebbe alcun onere aggiuntivo in quanto gli stessi sono già previsti in bilancio.



Per le ragioni suesposte riteniamo che l’emendamento presentato dall’On. Donatella Ferranti e Schirru sia una vera proposta “bipartisan” che deve, necessariamente,trovare accoglimento così come è stato approvato in Commissione Giustizia.



Riteniamo altresì che il governo, dopo aver provveduto all’adeguamento della pianta organica anche in relazione alla popolazione detenuta ( quasi 70mila detenuti) debba predisporre un piano straordinario di assunzioni di educatori penitenziari da attingersi dalla vigente graduatoria del concorso pubblico per esami a 397 posti nel profilo professionale di Educatore, Area C, posizione economica C1, indetto con Pdg 21 novembre 2003.



Una scelta in tal senso rappresenterebbe la chiave di volta per un chiaro e ben preciso impegno di responsabilità affinché la drammatica situazione che affligge il pianeta carcere possa finalmente essere risolta. Per tali ragioni auspichiamo che tutta la commissione bilancio della camera e il sottosegretario Alberto Giorgetti facciano una seria e proficua riflessione riconoscendo l’importanza ai fini dell’attuazione del Ddl in esame dell’emendamento Schirru 2.060.





FERRANTI SU DDL CARCERI,OTTENUTO ANCHE AMPLIAMENTO ORGANICO EDUCATORI PENITENZIARI.

Donatella Ferranti,PD:piano programmato di assunzioni del personale degli educatori.

Governo favorevole a emendamenti Pd per potenziamento personale penitenziario:piano programmato di assunzioni, per l`adeguamento degli organici del personale di Polizia penitenziaria, degli educatori, degli assistenti sociali e degli psicologi.


18 maggio 2010


La commissione Giustizia della Camera ha cominciato a votare gli emendamenti presentati al ddl carceri e il Governo ha dato parere favorevole alle proposte di modifica del Pd che prevedevano il potenziamento del personale civile e amministrativo penitenziario (psicologi, educatori, ecc) e l’adeguamento delle piante organiche di carabinieri e polizia in funzione del nuovo impegno che dovranno svolgere per vigilare sui detenuti che trascorreranno agli arresti domiciliari l’ultimo periodo della loro detenzione. Il capogruppo del Pd in commissione giustizia, Donatella Ferranti, ha espresso soddisfazione per questo parere favorevole del Governo augurandosi che alla fine l’emendamento venga approvato.



Pd: nostre proposte sono su linea indicata da Napolitano

“Il Pd è pronto” a rispondere al monito del presidente della Repubblica sulla necessità di risolvere il sovraffollamento delle carceri e “a fare la propria parte”. Per questo, annuncia Sandro Favi, responsabile Carceri dei democratici, “nei prossimi giorni il nostro partito presenterà proposte su questi temi, in un quadro di sistema e in continuità e sviluppo delle mozioni approvate dal Parlamento già nei primi mesi di quest`anno”.

“Proporremo - spiega Favi - che si proceda alla revisione del codice penale, che vengano riviste le norme che determinano l`alta incidenza di imputati in custodia cautelare in carcere e quelle sul trattamento penale dei tossicodipendenti, che siano ampliate le opportunità di accesso alle misure alternative alla detenzione. Chiederemo inoltre al Governo - prosegue - un piano programmato di assunzioni, per l`adeguamento degli organici del personale di Polizia penitenziaria, degli educatori, degli assistenti sociali e degli psicologi, nonché gli indispensabili stanziamenti ed investimenti per ripristinare la corretta funzionalità ed operatività dei servizi e delle strutture”.

“Il Partito Democratico - conclude l’esponente del Pd - rinnova la stima e la fiducia degli appartenenti al Corpo di polizia penitenziaria e l`apprezzamento verso i dirigenti dell`Amministrazione penitenziaria, verso le professionalità socio-educative, sanitarie, amministrative e tecniche che, in questa fase difficile, dimostrano il proprio impegno con alto senso di umanità e qualificate competenze”.

Ferranti: "Iter rapido? Vediamo atteggiamento maggioranza su nostre proposte"

Carceri: Pd, "Testo migliorato in commissione, ma serve uno sforzo in più" Ferranti: "Iter rapido? Vediamo atteggiamento maggioranza su nostre proposte"

“Lo stralcio della messa in prova consentirà di esaminare rapidamente il provvedimento sulla detenzione domiciliare”. Lo dichiara la capogruppo del Pd nella commissione Giustizia della Camera, Donatella Ferranti facendo notare come ‘la messa in prova non riguardava la popolazione carceraria e quindi non avrebbe avuto effetti sul grave stato di sovraffollamento delle carceri italiane. In ogni caso – sottolinea la democratica – il voto di oggi conferma il nostro giudizio negativo sul testo uscito dal consiglio dei ministri che era confuso ed inefficace anche perché privo di qualsiasi copertura finanziaria. Stiamo adesso valutando se aderire o meno alla richiesta di un voto in sede legislativa sul testo modificato nel corso dei lavori in commissione. La nostra disponibilità dipenderà anche dall’atteggiamento della maggioranza sulle nostre ulteriori proposte di modifica. In particolare: la tutela delle vittime di violenza domestica, il rafforzamento del personale di polizia (non solo quella penitenziaria) e del personale del comparto civile dell’amministrazione penitenziaria(educatori e psicologi)”.


Proposta emendativa 8.01.


Dopo l'articolo 8 inserire il seguente:


«Art. 8-bis. - 1. Entro centottanta giorni dall'entrata in vigore della presente legge, il Ministro della Giustizia, sentiti i Ministri dell'interno e della funzione pubblica, riferisce alle competenti Commissioni parlamentari in merito alle necessità di adeguamento numerico e professionale della pianta organica del Corpo di Polizia penitenziaria e del personale del comparto civile del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria anche in relazione all'entità numerica della popolazione carceraria e al numero dei posti esistenti e programmati.

2. A tal fine il Governo presenta al Parlamento entro i successivi novanta giorni un apposito piano straordinario di assunzioni di nuove unità specificandone i tempi di attuazione e le modalità di finanziamento.».
Ferranti Donatella, Schirru Amalia, Samperi Marilena, Amici Sesa



Proposta emendativa 8.03.

Dopo l'articolo 8 inserire il seguente:


«Art. 8-bis. - 1. Al comma 8-quinquies, della legge n. 26 del 2010, dopo le parole Il Corpo della Polizia penitenziaria, sono inserite le seguenti il personale del comparto civile del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria,».
Schirru Amalia, Ferranti Donatella, Samperi Marilena, Amici Sesa



28-04-10


Dopo l'ennesimo suicidio in carcere (23 dall'inizio dell'anno), nel penitenziario di Castrogno, a Teramo, il parlamentare dell'IdV, Augusto Di Stanislao, ribadisce la necessita' di interventi diretti ed immediati da parte del Governo. ''Non e' piu' ammissibile - afferma il deputato IdV - una tale situazione di completa incapacita' da parte del Governo di affrontare concretamente le problematiche delle carceri in Italia''. Di Stanislao ricorda che ''dopo varie visite presso il carcere di Castrogno e altrettante interrogazioni ad Alfano, dopo una mozione a mia prima firma approvata all'unanimita', con la quale anche la maggioranza si e' impegnata in una serie di iniziative atte a risollevare una drammatica realta' focalizzando l'attenzione sul sovraffollamento e sulla carenza di personale penitenziario e di educatori, dopo l'annuncio dell'emergenza carceri di Alfano e del fantomatico piano carceri, dopo continue denunce e sollecitazioni dei sindacati sulla necessita' di intervenire sulle strutture, sugli organici, siamo ancora di fronte ad una situazione insostenibile e all'emergenza soluzioni''. ''Ho presentato da tempo - conclude Di Stanislao - una proposta di legge per istituire una Commissione d'inchiesta parlamentare sulla situazione delle carceri in Italia che, ora piu' che mai, diventa fondamentale per dare risposte e soluzioni ai molteplici problemi e disagi dell'intero mondo penitenziario''.




Di Stanislao:il ministro tace sulle assunzioni degli educatori,riferisca in parlamento.

“E’ giusta l’assunzione di 2.000 agenti così come evidenziato da Sarno, Segretario generale Uil Pa Penitenziari, per garantire il turnover e quindi supplire la carenza del personale di polizia penitenziaria, ma vi è una colpevole dimenticanza da parte del Ministro quando tace sulla necessità di garantire la presenza degli educatori così come previsto nella Mozione IdV approvata all’unanimità dal Parlamento.” Queste le parole dell’On. Di Stanislao che prosegue: “Non vorremmo che questo impegno del Ministro si focalizzi esclusivamente sull’edilizia carceraria e altresì non vorremmo che dietro la parola magica “stato di emergenza” si celi il grimaldello per ridare vita ad una ” Carceri d’oro 2″ che in barba alla procedure di appalti e alla trasparenza abbiano buon gioco, piuttosto che la pubblica utilità e l’urgenza, i furbetti delle sponsorizzazioni. Si segnala al Ministro, nel frattempo, che in Italia vi sono 40 penitenziari incompiuti ed inutilizzati in un Paese che ne ha 171 in tutto e nel Piano Carceri presentato non c’è cenno di recupero di questo patrimonio. Chiedo che il Ministro venga, così come richiesto in Aula, a riferire in Parlamento sugli impegni presi in relazione ai tempi e modi e risorse da impiegare. Nel frattempo con due distinte interrogazioni chiedo al Ministro quale modello di recupero intenda mettere in campo visto che non si parla assolutamente di assumere gli educatori e cosa intenda fare per i 40 penitenziari incompiuti.”


16 Marzo 2010:interrogazione a risposta in Commissione su assunzione idonei educatori penitenziari

Convocazione della II Commissione (Giustizia)

Martedì 16 marzo 2010

Ore 13.45

5-02550 Ferranti: In relazione all’assunzione di educatori penitenziari


Interrogazione a risposta in Commissione:

FERRANTI, MELIS, TIDEI e SAMPERI.



- Al Ministro della giustizia.

- Per sapere

- premesso che:

il 17 febbraio 2010 il Sottosegretario per la giustizia Caliendo è intervenuto in Senato sul tema dell'assunzione degli educatori penitenziari reclutati tramite il concorso pubblico per esami a 397 posti nel profilo professionale di educatore, area C, posizione economica C1, indetto con PDG 21 novembre 2003;

nel corso della succitata seduta, il Sottosegretario Caliendo ha affermato che entro aprile 2010 saranno assunti in via definitiva tutti gli educatori che hannosuperato i precedenti concorsi, oltre ai 170 già assunti (anche se agli interroganti risulta che siano stati assunti 97 educatori);

in realtà, l'assunzione dei vincitori del suddetto concorso era già programmata con l'indizione dello stesso nel 2003, per il quale il dipartimento dell'amministrazione penitenziaria già disponeva dei fondi necessari;

lo stesso Ministro interrogato, onorevole Alfano, aveva riconosciuto l'improcrastinabilità e l'urgenza di assumere più unità di educatori quando, il 12 gennaio 2010, furono approvate alla Camera le mozioni sui problemi del carcere presentate da vari gruppi parlamentari;a fronte di una popolazione carceraria di 67.000 unità, il rapporto educatore/detenuto è di circa 1 a 1.000, cosa che rende in pratica impossibile lo svolgimento di qualsivoglia progetto rieducativo impedendo il corretto reinserimento del detenuto nel tessuto sociale, così come previsto nel dettato costituzionale;

non avendo il Ministro interrogato ancora proceduto all'assunzione di ulteriori unità degli educatori, limitandosi a rimandare la questione ad un futuro confronto in merito con i Ministri Tremonti e Brunetta, sarebbe auspicabile ed urgente un rapido avvio della procedura di assunzione di educatori, almeno per completare la già esigua pianta organica, ulteriormente ridotta di circa 400 unità dal decreto legislativo n. 150 del 2009

se non ritenga opportuno procedere celermente all'assunzione di educatori attingendo dalla vigente graduatoria degli idonei risultante dal concorso pubblico a 397 posti di cui in premessa, al contempo prorogando la validità della stessa per almeno un quinquennio, al fine di permetterne lo scorrimento graduale per compensare il turn-over pensionistico, evitando l'indizione di nuovi concorsi che comporterebbe ulteriori oneri finanziari.

(5-02550)


Risposta all'interrogazione di Donatella Ferranti:dal 2011 assunzioni degli idonei educatori concorso,il comitato vigilera'.

Nel rispondere agli On. interroganti ritengo opportuno segnalare che il concorso pubblico per esami a 397 posti nel profilo di "Educatore", Area C, posizione economica C1, dell'Amministrazione Penitenziaria, è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 30 del 16.4.2004 - IV serie speciale e si è concluso in data 9 luglio 2008.La graduatoria definitiva, immediatamente dopo l'approvazione del Direttore Generale con provvedimento dell'11 luglio 2008, è stata trasmessa all'Ufficio centrale per il bilancio per l'apposizione del visto di controllo.Nell'anno 2009, in ragione dell'entità dei fondi stanziati ai sensi dell'articolo 1, comma 346, della Legge 24.12.2007 n. 244, è stato possibile procedere all'assunzione dei primi 103 vincitori del predetto concorso a 397 posti.Quanto alle restanti 294 unità, la competente Direzione Generale di questa amministrazione ha già programmato il relativo piano di assunzione ricorrendo, per la copertura degli originari 397 posti a concorso, allo scorrimento della graduatoria, ai sensi dell'art. 15, co. 7, DPR n. 487/99 e successive integrazioni e modificazioni.I nuovi educatori - alcuni dei quali individuati tra i candidati idonei, ma non vincitori del concorso, attese le 12 defezioni intervenute per rinunce, mancate stipule del contratto o dimissioni da parte degli aventi diritto - hanno infatti già scelto la sede di destinazione e, entro aprile del corrente anno, saranno formalmente assunti con firma del relativo contratto.Per quanto riguarda, invece, l'auspicata possibilità di procedere ad un ulteriore scorrimento della graduatoria oltre il numero dei posti originariamente messi a concorso, mi corre l'obbligo di segnalare che tale eventualità non rientra tra le ipotesi di cui all'art. 15, co. 7, del DPR n. 487/1994 e che pertanto, limitatamente all'anno in corso, non può essere attuata per mancato stanziamento dei fondi occorrenti.I fondi disponibili, infatti, sono stati impegnati sia per l'assunzione dei vincitori del suddetto concorso per educatori, sia per l'assunzione degli idonei al concorso a 110 posti di contabile, a copertura dei posti previsti dal relativo bando ed in ragione delle gravi carenze riscontrate anche nell'area contabile.Dato atto di quanto sopra e, premesso che la validità delle graduatorie è indicata in tre anni dalla data della pubblicazione nei Bollettini ufficiali, faccio presente che, nel caso di specie, la validità della graduatoria del concorso a 397 posti è fissata al 31 maggio 2012 e che, pertanto, a partire dal prossimo anno, in presenza delle risorse economiche necessarie, potranno esservi le condizioni per procedere ad uno scorrimento della graduatoria, anche oltre il numero dei posti pubblicati.




24 febbraio 2010:

ordine del giorno su non riduzione organico educatori di Roberto Rao

La Camera,

premesso che

il provvedimento in esame prevede, all'esito del processo di riorganizzazione di cui all'articolo 74, del decreto legge n. 112 del 2008, un'ulteriore riduzione degli assetti organizzativi delle amministrazioni pubbliche ai fini del contenimento della spesa pubblica;

il comma 8-quinquies dell'articolo 2 individua le amministrazioni che non sono interessate dalle riduzioni descritte, tra cui il Corpo di Polizia Penitenziaria;


nonostante le difficoltà operative, la scarsezza di mezzi e personale risulta, inopinatamente escluso da tale previsione il personale civile del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di adottare ulteriori iniziative normative volte ad includere tra il personale delle amministrazioni non interessate dalla riorganizzazione delle piante organiche non solo quello di polizia penitenziaria ma anche quello civile del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria, con particolare riferimento alle figure degli educatori, degli assistenti sociali e degli psicologi, anche in vista dell'avvio del Piano carceri che necessiterà di adeguate risorse umane e professionali. 9/3210/41. Rao, Ria
.


Accolto come raccomandazione.




19 Febbraio 2010:

ordine del giorno su assunzione educatori di Donatella Ferranti e PD


La Camera,

premesso che:

l'articolo 17-ter stabilisce che, per l'attuazione del cosiddetto «Piano carceri» si conferiscono pieni poteri al Commissario straordinario che, per individuare la localizzazione delle aree destinate alla realizzazione di nuove infrastrutture carcerarie, d'intesa con il Presidente della regione territorialmente competente e sentiti i sindaci dei comuni interessati, potrà agire in deroga alla normativa urbanistica vigente, velocizzando procedure e semplificando le gare di appalto, utilizzando il modello adottato per il dopo terremoto a L'Aquila, derogando anche all'obbligo previsto dalla legge 7 agosto 1990, n. 241, volto a consentire agli interessati, proprietari delle aree che si intendono espropriare, la necessaria partecipazione al procedimento amministrativo;

la localizzazione costituisce di per sé variante e produce l'effetto di imporre il vincolo preordinato all'espropriazione e contro di essa non sarà possibile ricorrere al giudice amministrativo e si introduce anche una deroga al limite dei subappalti, che potranno aumentare dall'attuale 30 per cento fino al 50 per cento, in deroga all'articolo 118 del codice dei contratti pubblici; in sostanza, si affidano pieni poteri al Commissario straordinario, che potrà avvalersi anche del Dipartimento per la protezione civile per le attività di progettazione, scelta del contraente, direzioni lavori e vigilanza degli interventi strutturali ed infrastrutturali, in deroga ai criteri di trasparenza e pubblicità e in palese contraddizione con la mozione Franceschini ed altri n. 1-00302 (approvata sostanzialmente all'unanimità alla Camera il 12 gennaio di quest'anno e accettata dal Governo) che impegnava chiaramente il Governo a garantire, nell'ambito dei progetti della nuova edilizia penitenziaria, i criteri di trasparenza delle procedure e l'economicità delle opere evitando il ricorso a procedure straordinarie, anche se legislativamente previste,

impegna il Governo

a verificare l'adeguatezza, in proporzione alla popolazione carceraria, delle piante organiche riferite non solo al personale di polizia penitenziaria ma anche alle figure degli educatori, degli assistenti sociali e degli psicologi, avviando un nuovo piano programmato di assunzioni che vada oltre il turn-over dovuto ai pensionamenti previsto dalla legge finanziaria per il 2010 e che garantisca le risorse umane e professionali necessarie all'attivazione delle nuove strutture penitenziarie, anche distribuendo meglio il personale sul territorio, concentrandolo nei compiti di istituto, sottraendolo ai servizi estranei, consentendogli un adeguato, costante ed effettivo aggiornamento professionale.

9/3196/13.
Donatella Ferranti.



Il comitato vincitori idonei concorso educatori dap in sostegno di Rita Bernadini

Educatori penitenziari sostengono la protesta di Rita Bernardini e Irene TestaRistretti Comitato vincitori e idonei del concorso per educatori condivide e sostiene l’iniziativa non violenta intrapresa da Irene Testa e Rita Bernardini.Il Comitato vincitori e idonei del concorso per educatori condivide e sostiene l’iniziativa non violenta intrapresa da Irene Testa e Rita Bernardini, impegnate in uno sciopero della fame perrichiedere l’esecuzione immediata di quanto proposto nelle cinque Mozioni parlamentari,unanimemente approvate nei giorni 11 e 12 gennaio 2010, riguardanti la situazione del sistema carcerario italiano.Giova ricordare che in quella occasione lo stesso Ministro Alfano assumeva precisi impegni ed affermava che vi avrebbe dato celere e certa attuazione sancendo l’inizio di un nuovo percorso,iniziato con la dichiarazione di Emergenza di tutto il sistema penitenziario alla quale ci si aspettava sarebbe seguita la predisposizione nel Piano Carceri di tutti quegli atti necessari ad ottemperare a quanto detto nelle citate Mozioni per poter, nei tempi strettamente necessari, affrontareconcretamente e efficacemente l´ormai ingestibile situazione creatasi nei nostri istituti penitenziari.Tuttavia, da un’iniziale analisi condotta sui primissimi elementi costitutivi e organizzativi del Piano Carceri emerge solo una particolare attenzione all’aspetto strutturale e custodiale, non prevedendo,invece, alcun intervento per incrementare e favorire la fondamentale componente rieducativa, vero obiettivo dell’esperienza carceraria.Questo Comitato ed altri illustri interlocutori del mondo penitenziario, continuano, infatti, a chiedere a gran voce che vengano assunti più educatori, affinché l’ingresso nelle nostre carceri non si limiti ad un forzato ozio, ma divenga precipuo momento di riflessione e riprogettazione del sé.Ad oggi, però, in merito alla questione degli educatori, alcuna volontà specifica è stata espressa dal Ministro, nonostante, le nostre carceri continuino quotidianamente ad affollarsi a causa dei numerosi nuovi ingressi, ma anche per la spaventosa carenza di educatori che, secondo quanto stabilito dalle vigenti leggi, rappresentano i coordinatori e i realizzatori materiali dei percorsirieducativi, nonché quelle figure professionali atte a garantire, nei giusti modi e nei tempi,l’espletamento, dell’intero iter necessario all’accesso alle misure alternative alla detenzione di quei detenuti che ne avrebbero i requisiti, ma che continuano a restare in carcere a causa dello sparuto numero di educatori attualmente in servizio a fronte di una popolazione di 66.000 persone carcerate.Pertanto, ci uniamo all´Onorevole Bernardini e a Irene Testa per chiedere l´immediata esecuzione delle citate mozioni e auspichiamo che il Ministro Alfano ne predisponga repentinamente l’avvio.Il Comitato, altresì, ad ausilio dell’iniziativa intrapresa da Rita Bernardini e da Irene Testa,promuove una “catena di informazione solidale” impegnandosi a diffondere la conoscenza di tale protesta non violenta tramite l’invio di questo comunicato non solo a tutti gli organi di informazione, ma anche ai propri conoscenti invitandoli a fare altrettanto.Il Comitato vincitori e idonei concorso educatori.


Donatella Ferranti,PD:da Ionta, un primo segnale l'immediata assunzione dei tanti educatori.

CARCERI: PD, VOGLIAMO VEDERCI CHIARO. AUDIZIONE ALLA CAMERA DI IONTA



Roma, 13 gen



''Lo vogliamo esaminare puntigliosamente ed e' per questo che gia' domani chiederemo al presidente della commissione Giustizia, Giulia Bongiorno di attivarsi per prevedere al piu' presto l'audizione del capo del Dap, dott. Franco Ionta''. Cosi' la capogruppo del Pd nella commissione Giustizia della Camera, Donatella Ferranti, commenta l'approvazione del piano carceri da parte del Cdm di oggi. ''I primi dati forniti dal ministro Alfano - sottolinea - non ci convincono fino in fondo: se infatti le carceri italiane possono ''tollerare' sino a circa 64.237 detenuti, da regolamento non potrebbero ospitarne piu' di 43.087. Il grado di sovraffollamento e' elevatissimo, siamo ampiamente fuori quota, e per arrivare ad 80.000 posti, i 21.749 annunciati oggi dal ministro Alfano sembrano insufficienti. E poi - prosegue - non basta costruire muri, occorre riempirli di personale numericamente e professionalmente adeguato: dalla polizia penitenzieria, agli psicologi, agli educatori e agli altri esperti. Di tutto questo ancora non c'e' traccia, ma aspettiamo di conoscere nel merito dal dott. Ionta le cifre esatte, certo - conclude - che un primo segnale potrebbe essere l'immediata assunzione dei tanti educatori e psicologi del concorso''.

Assunzione degli educatori primo impegno del governo

Il Comitato vincitori e idonei del concorso per educatori penitenziari esprime piena soddisfazione per l’approvazione delle cinque mozioni sul problema carcerario discusse ed accolte nei giorni 11 e 12 gennaio 2010 dal nostro Parlamento. Per la prima volta il Governo, rappresentato dal Ministro Alfano, ha preso consapevolezza della grave emergenza del sovraffollamento degli istituti di pena e, fra le altre fondamentali proposte presentate, si è impegnato:- a procedere all’assunzione immediata dei restanti educatori penitenziari previsti dalla pianta organica, da attingersi dagli idonei della vigente e menzionata graduatoria risultata dal concorso bandito per tale profilo professionale, affinché anche costoro possano partecipare ai previsti corsi di formazione che il dipartimento dell’amministrazione penitenziaria deve attivare per questi operatori prima dell’ingresso nelle carceri a cui sono destinati, onde evitare sprechi di danaro per doverli riattivare in seguito;- a prorogare di almeno un quinquennio la validità della graduatoria di merito del concorso citato in premessa, in linea con gli orientamenti del Ministro per la pubblica amministrazione e l’innovazione nonché con le disposizioni in materia di razionalizzazione delle spese pubbliche in vigore - per permetterne un graduale scorrimento parimenti all’avvicendarsi dei fisiologici turn-over pensionistici, al fine di evitare l’indizione di nuovi concorsi per il medesimo profilo che comporterebbero inutili oneri pubblici;- ad assumere iniziative per lo stanziamento di fondi necessari per completare l’organico di educatori previsti dalla pianta organica attualmente vigente presso il dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, considerato che lo sforzo economico da sostenere è annualmente molto esiguo, ma necessario per far funzionare meglio ed in modo più umano una branca importantissima del nostro sistema giustizia che non può più attendere;- a procedere all’alienazione di immobili ad uso penitenziario siti nei centri storici e alla costruzione di nuovi e moderni istituti penitenziari in altro sito;Esprimiamo, quindi, pieno compiacimento per l’importantissimo risultato raggiunto dall’On. Di Stanislao dell’Idv, il quale nella Sua circostanziata e approfondita mozione, ha dimostrato ancora una volta la Sua grande disponibilità e sensibilità verso tali problematiche, sapendo cogliere e far emergere sapientemente le necessità di questo delicato settore della nostra giustizia. Ringraziamo, inoltre, gli onorevoli Bernardini, Rao, Ferranti, Melis, Tidei, Vitali, Balzelli, Donadi, Paladini, Franceschini e tutti coloro che hanno appoggiato con voto favorevole le Loro mozioni, poiché di fronte a queste battaglie di umanità hanno saputo permeare il Loro impegno politico di quell’umanità e di quell’alto senso civico che rende capaci di abbandonare i colori politici e di volgere verso una proficua unità di intenti.Il Comitato vincitori e idonei del concorso per educatori penitenziari, intanto, continuerà a vigilare affinché tali doveri vengano rispettati e proseguirà nel suo lavoro di diffusione della necessità dell’intervento rieducativo e quindi sulla centralità della presenza degli educatori, ovvero di quella figura professionale che rappresenta il vero catalizzatore ed esecutore materiale del percorso rieducativo di un detenuto, percorso che rappresenta l’unica vera speranza di un sano reinserimento sociale di chi vive l’esperienza delle sbarre e che rappresenta uno dei più validi strumenti atti ad evitare quegli stati di inerzia, apatia, depressione, frustrazione, ansia, inadeguatezza che troppo spesso percorrono prepotentemente i corridoi lungo i quali si snodano le fila di quelle celle all’interno delle quali si consumano, quotidianamente, suicidi, abusi, violenze. Auspichiamo, quindi, che il Governo predisponga celermente tutti gli atti necessari ad ottemperare quanto detto e che questa stessa volontà continui ad animarne tutti i passaggi ad essi necessari, per poter, nei tempi strettamente necessari, cominciare ad affrontare concretamente e efficacemente l’ormai ingestibile emergenza creatasi.

Il Comitato vincitori e idonei del concorso per educatori penitenziari

mercoledì 30 giugno 2010

Fleres,PDL,attacca Alfano: -"Sono ventiquattro le interrogazioni parlamentari che ho inoltrato al Ministro della Giustizia,carenza di psicologi, di educatori, di Polizia penitenziaria. carcere,governo,detenuti,politici,Italia,sicilia,angelino alfano,costituzione,educatori penitenziari

Emergenza carceri, Fleres attacca Alfano



PALERMO -"Sono ventiquattro le interrogazioni parlamentari che ho inoltrato al Ministro della Giustizia tutte in attesa di risposta". Lo dice il senatore Salvo Fleres, il garante per la tutela dei diritti fondamentali dei detenuti e per il loro resinserimento sociale.


"Attraverso gli atti ispettivi - aggiunge - ho sollevato le diverse problematiche che investono il mondo penitenziario e che oggi stanno sfociando in quell'emergenza di cui tutti parliamo, ma che nei fatti nessuno risolve. Medicina penitenziaria, prezzi al sopravvitto, carenza di psicologi, di educatori, di Polizia penitenziaria, risultati di ispezioni e richieste di ispezioni presso le strutture penitenziarie siciliane, sovraffollamento, ipotesi di maltrattamenti a detenuti presso il carcere Pagliarelli, modalità di effettuazione di talune traduzioni, questi sono alcuni degli argomenti trattati nelle interrogazioni a mia firma".

"In diverse strutture penitenziarie - prsegue - i detenuti si stanno apprestando a compiere delle proteste pacifiche ad oltranza, come all'Ucciardone di Palermo cui già fanno eco i detenuti di piazza Lanza a Catania.

Per quanto di mia competenza, intensificherò la presenza del personale dell'ufficio del Garante presso le strutture più a rischio, ma invito il Governo ad intervenire ponendo in essere tutte le iniziative necessarie ad arginare il problema, accanto a quelle già in corso, tenendo conto che la Sicilia è la seconda regione d'Italia in quanto a numero di detenuti, nonchè l'unica regione a non aver ancora recepito il Dpcm 1/4/2008".

Emergenza Carceri in tutta Italia: Eugenio Sarno,UIL PA:mancano agenti,assistenti sociali,contabili e 371 educatori! Ionta ed Alfano fanno finta di non capire! carcere,governo,detenuti,politici,italia,angelino alfano,penitenziari,costituzione


L’ultima puntata relativa alla situazione carceri in Italia, e in particolare in Emilia Romagna non ha purtroppo aggiunto nulla di nuovo alla precaria condizione in cui si trovano da troppo tempo gli istituti penitenziari italiani, poche eccezioni escluse.


“Alle ore 17 di ieri (lunedì; ndr) – recita il comunicato firmato da Eugenio Sarno, Segretario Generale della Uil P.A. Penitenziari – erano presenti in Emilia Romagna 4.508 detenuti (4345 uomini e 163 donne) a fronte di una ricettività massima consentita pari a 2393 (2273 uomini e 120 donne), per un indice di sovraffollamento pari all’ 88%, il più alto in Italia. Certamente la situazione della Dozza di Bologna e la più complessa, e per certi versi anche la più pericolosa del panorama penitenziario regionale. L’incredibile sovraffollamento (154 detenuti rispetto ad una capienza massima di 502) e la gravissima deficienza organica del personale di polizia ed amministrativo fanno della Dozza una vera emergenza nazionale”.



Altro problema nel problema i numeri inerenti il personale occupato nei vari penitenziari, tasto sui cui Sarno non ha certo sorvolato: “Confermando che l’emergenza più acuta sul fronte delle vacanze organiche in polizia penitenziaria è a Bologna (-164), non possiamo ignorare nemmeno situazioni davvero molto gravi come Parma (-131), Ferrara (- 55 ) Piacenza (-50) e Modena (-52). Rispetto agli organici prefissati mancano 5 dirigenti, 24 educatori, 33 assistenti sociali, 25 contabili, 113 collaboratori e 17 tecnici. Di questo passo la completa paralisi è uno scenario possibile e concreto”.


Significativi alcuni passaggi dell’intervento del Segretario Generale della Uil P.A. Penitenziari che vanno di pari passo alla gravità delle cifre registrate: “E’ del tutto evidente che questo incredibile sovrappopolamento impedisce di agire nel senso indicato dalla Carta Costituzionale all’art. 27. Il personale deve limitarsi, quando può, alla sola attività di vigilanza e controllo, che negli ultimi anni è divenuta anche una attività di salvataggio delle vite umane”.


E ancora: “Occorre premettere che le dotazioni organiche della polizia penitenziaria presentano un carenza spaventosa, pari a circa 5mila unità. Con questi numeri temo che il piano carceri, qualora fosse una certezza, si ridurrebbe alla costruzione di cattedrali nel deserto. Già oggi per garantire la funzionalità delle strutture attive il personale non può godere delle ferie ed è costretto a turni allucinanti, anche di dodici ore. Ne si può dimenticare come anche gli altri profili professionali del personale amministrativo presentino gravi carenze. Ad oggi rispetto alla piante organiche previste mancano 371 educatori, 535 assistenti sociali, 305 contabili, 1032 collaboratori d’istituto e 325 tecnici”.

La classifica nazionale degli indici di sovraffollamento , su base regionale, rispetto alla capacità ricettiva vede appunto in testa l’ Emilia Romagna con l’88%, seguita da: Puglia (77%), Veneto (75%), Calabria (65%), Friuli (61%), Lombardia ( 60%) , Sicilia (58%), Basilicata e Trentino (54%), Liguria (53%), Piemonte (50%), Umbria (49%), Campania (48%), Marche (43%), Lazio e Toscana (36%), Abruzzo (35%), Molise (19%), Sardegna (17%).

Si diceva di Ferrara, che non fa certo eccezione alla regola. Non più tardi di sei mesi fa, era il mese di dicembre, le croniche condizioni di carenza di personale al carcere dell’Arginone sfociarono dopo numerosi appelli in un corteo pubblico.

“L’attuale organico effettivo presente è di 166 unità – conteneva il volantino distribuito per l’occasione – , quello previsto dal decreto ministeriale del 2002 è di 232 unità; a fronte di una capienza regolamentare di 256 detenuti, tollerabile di 466 ma effettivi 532 e siamo arrivati a 555″ si leggeva sul volantino ufficiale distribuito durante la manifestazione svoltasi dal carcere sino al Municipio – di fine ottobre delle Guardie Penitenziarie”. Il sindaco Tagliani nel frattempo si era impegnato a scrivere al Ministro della Giustizia.

La situazione non era mutata nemmeno a metà gennaio 2010. Erano in tutto 526 persone rinchiuse in uno spazio che ne dovrebbe contenere 466: la situazione di sovraffollamento carcerario dell’Arginone di Ferrara finì sul tavolo del consiglio provinciale. A relazionare sullo stato di cose della casa circondariale Federica Berti, garante dei diritti delle persone private e delle libertà personali, che svolge il proprio servizio nelle carceri di Ferrara dal 2008. La Berti ricordò le attuali dimensioni della popolazione carceraria di Ferrara, col dato degli allora 526 detenuti rispetto alla tollerabilità della struttura valutata in 466 unità. Critica ovviamente risultò anche la situazione del personale in servizio: 165 le guardie carcerarie impiegate, con uno scarto di 67 agenti rispetto ad un organico stabilito in 232 unità.

Carceri Emilia Romagna:mancano 24 educatori, 33 assistenti sociali, 25 contabili, 113 collaboratori e 17 tecnici.Altro che rieducazione! carcere,governo,detenuti,politici,italia,angelino alfano,penitenziari












Carceri Emilia Romagna: è sempre più emergenza


Oramai a ritmo quotidiano registriamo i nuovi record di presenze detentive all’interno dei penitenziari italiani. Alle 8.00 di stamani, infatti, nelle strutture penitenziarie italiane erano ristretti 68.058 detenuti ( 64.994 uomini e 3.064 donne). Questo significa che in tutte le regioni si è superata la quota massima di ricettività e che il 99 % delle strutture presenta un sovradotazione delle presenze rispetto al consentito. ”


Questa è la premessa di Eugenio SARNO, Segretario Generale della UIL PA Penitenziari, che prelude ad una analisi dello stato in cui versano i penitenziari della Regione

“ Alle ore 17. 00 di ieri erano presenti in EMILIA ROMAGNA 4.508 detenuti ( 4345 uomini e 163 donne) a fronte di una ricettività massima consentita pari a 2393 ( 2273 uomini e 120 donne), per un indice di sovraffollamento pari all’ 88%, il più alto in Italia. Certamente la situazione della Dozza di Bologna e la più complessa, e per certi versi anche la più pericolosa del panorama penitenziario regionale. L’incredibile sovraffollamento ( 1154 detenuti rispetto ad una capienza massima di 502) e la gravissima deficienza organica del personale di polizia ed amministrativo fanno della Dozza una vera emergenza nazionale.”

La UIL Penitenziari ricorda gli “eventi critici” più gravi determinatisi nei penitenziari emiliani dal 1 gennaio del 2010

“ Dal 1 gennaio 2010 ad oggi in Emilia Romagna sono 2 i detenuti che si sono suicidati (entrambi a Reggio Emilia), sette i tentati suicidi sventati dal personale di polizia penitenziaria - Bologna, Forlì, Parma (2) , Piacenza e Reggio Emilia (2) - mentre, nello stesso periodo, sono dieci gli agenti penitenziari feriti che hanno riportato prognosi superiore ai cinque giorni ( 1 Bologna, 8 Parma e 1 Piacenza ). “

Anche sul fronte del personale la UIL PA Penitenziari non manca di denunciare una situazione molto prossima all’implosione

“ Confermando che l’ emergenza più acuta sul fronte delle vacanze organiche in polizia penitenziaria è a Bologna ( - 164), non possiamo ignorare nemmeno situazioni davvero molto gravi come Parma ( - 131), Ferrara (- 55 , ) Piacenza ( -50) e Modena (- 52). Il contingente regionale della polizia penitenziaria è fissato in 2.401 unità, ma ne sono presenti solo 1.857, di cui 122 impiegate in strutture non operative come la Scuola di Parma , il Provveditorato e i vari Uffici per l’Esecuzione Penale Esterna (UEPE). Questo rende ancora più pesante il passivo e contribuisce ad aggravare le già non facili condizioni di lavoro dei poliziotti penitenziari dell’ Emilia Romagna. Sul versante del personale amministrativo – continua SARNO – non va certo meglio. Rispetto agli organici prefissati mancano 5 dirigenti, 24 educatori, 33 assistenti sociali, 25 contabili, 113 collaboratori e 17 tecnici. Di questo passo la completa paralisi è uno scenario possibile e concreto. “

Carceri Abruzzo:mancano 15 educatori, 29 assistenti sociali, 9 contabili, 8 collaboratori d’istituto e 11 tecnici”.carcere,governo,detenuti,politici,angelino alfano,giustizia,costituzione

Emergenza carceri: “Castrogno caso emblematico. Bisogna intervenire”


I numeri sono impietosi nel delineare per l'ennesima volta le difficoltà in cui versa il sistema carcerario italiano: “Oramai a ritmo quotidiano - Eugenio Sarno, Segretario Generale della UIL PA Penitenziari - registriamo i nuovi record di presenze detentive all’interno dei penitenziari italiani. Nelle strutture penitenziarie italiane sono ristretti 68.058 detenuti (64.994 uomini e 3064 donne). Questo significa che in tutte le regioni si è superata la quota massima di ricettività e che il 99% delle strutture presenta un sovradotazione delle presenze rispetto al consentito”. E non è che l'Abruzzo sia esente da queste problematiche: “Presenti in Abruzzo 1965 detenuti (1895 uomini e 70 donne) a fronte di una ricettività massima consentita pari a 1455 (1396 uomini e 59 donne). Situazioni di sovraffollamento a Lanciano (340 presenti, 181 previsti), Sulmona (423 presenti, 301 previsti, Vasto (282 presenti, 198 previsti), Chieti (127 presenti, 83 previsti) e Teramo (410 presenti, 231 previsti). In controtendenza L’Aquila (176 presenti, 205 previsti) e Pescara (207 presenti, 256 previsti)”.


Il carcere di Castrogno quindi è uno dei luoghi di detenzione che presenta maggiori disagi sotto questo profilo: “Noi cerchiamo sempre di rifuggire dai facili allarmismi – continua Sarno -. Abbiamo in tempo e per tempo lanciato l’allarme su alcune realtà abruzzesi, senza retorica o demagogia. Oggi l’analisi degli eventi critici conferma che a Sulmona, Teramo e Lanciano vi è una situazione di particolare difficoltà su cui è bene che l’Amministrazione concentri ogni possibile sforzo. Dal 1 gennaio 2010 ad oggi nelle prigioni dell’Abruzzo si sono suicidati tre detenuti (uno a Teramo e due a Sulmona), 8 sono i tentati suicidi da parte di detenuti sventati dal personale di polizia penitenziaria (due a Lanciano, cinque a Sulmona, uno a Teramo). Due gli agenti feriti che hanno riportato prognosi superiore ai cinque giorni (uno a Lanciano e uno a Sulmona)”.

Infine la nota pone l'accento anche su un altro endemico problema del sistema carcerario italiano, la carenza del personale: “Secondo la visione burocratica dell’Amministrazione gli organici del personale di polizia penitenziaria in Abruzzo sarebbero al completo. Noi contestiamo questi dati, confidando sulla certezza dei numeri. L’organico complessivo regionale è fissato in 1604. Per i soli servizi interni agli istituti sarebbero previste 1466 unità, invece ve ne sono solo 1362. 82 sono le unità impiegate in altre strutture non operative, come il Provveditorato e gli Uffici per l’Esecuzione Penale Esterna (UEPE). A conti fatti mancano pur sempre 22 unità. Senza dimenticare che a Lanciano è stato aperto di recente un nuovo padiglione e che Sulmona paga lo scotto di ospitare una sezione per infermi psichici, con quello che ne deriva in termini di gestione. Sul versante del personale amministrativo, rispetto agli organici determinati per legge, in Abruzzo mancano 15 educatori, 29 assistenti sociali, 9 contabili, 8 collaboratori d’istituto e 11 tecnici”.

martedì 29 giugno 2010

Armando Algozzino,UIL PA: pian o carcere fallira' se non si assumono piu' agenti,educatori,assistenti sociali. carcere,governo,detenuti,politici,angelino alfano,giustizia

COMUNICATO STAMPA 28 giugno 2010



Algozzino (UIL) :Ionta ci dica quando e come arriverà il personale


“ Ormai siamo stufi di sentire il solito refrain sul piano carceri e sull’arrivo di nuovo personale. Sarà


pur vero che il piano carceri è nella sua fase d’avvio esecutivo , ma è altrettanto vero che nessun

atto amministrativo o normativo conferma che si procederà a nuove assunzioni di personale

penitenziario.

Prendiamo atto che il Pres. Ionta ha voluto rompere il suo assordante silenzio, ma avremmo gradito ben

altre comunicazioni “

E’ questo il drastico commento di Armando Algozzino , Segretario Nazionale UIL PA Penitenziari,


all’intervista che il Capo del DAP, Franco IONTA, ha rilasciato questa mattina ai microfoni di

Isoradio –Rai nella quale il Commissario Straordinario per il Piano di Edilizia Penitenziaria, tra

l’altro, ha confermato , senza indicare alcun percorso, che arriverà nuovo personale.

“ Sia Alfano che Ionta non mancano mai di annunciare nuove assunzioni. Nei fatti, però, nulla si

muove concretamente. Il tentativo di portare a casa duemila assunzioni straordinarie nella polizia

penitenziaria è naufragato in Commissione Bilancio, tantomeno si hanno notizie delle unità da

assumere a copertura del turn - over. Quello della polizia penitenziaria – continua Algozzino – è un


problema molto serio ed è certamente una priorità assoluta ma non bisogna dimenticare che dalle

piante organiche non mancano solo 5mila poliziotti penitenziari ma anche 58 dirigenti,

609 educatori, 530 assistenti sociali, 337 contabili, 109 collaboratori e 328 tecnici. “

La UIL Penitenziari ha già giudicato velleitarie i propositi del piano carceri

“ Abbiamo buone ragioni per ritenere che i tempi previsti per l’edificazione di 11 nuovi istituti e 20

nuovi padiglioni saranno abbondantemente disattesi. E’ difficile immaginare che in poco più di trenta

mesi queste strutture potranno essere rese fruibili. In ogni caso qualcuno dovrà dirci con quale

personale si intende avviarle e, soprattutto, come e quando questo personale sarà assunto. Si parla di


circa 9000 nuovi posti detentivi che equivalgono a novemila persone. Queste persone dovranno

essere sorvegliate, tradotte, educate e seguite nel processo riabilitativo. Se non si assume il

personale saranno solo novemila persone in più ammassate nelle nostre prigioni.

Ed ha ragione il nostro Segretario Generale, Eugenio SARNO, quando prevede che in attesa delle nuove s

strutture quelle vecchie rischiano di crollare. L’indiscriminato taglio alle risorse economiche destinate al DAP

impediscono un piano di manutenzione straordinaria necessario a impedire l’ulteriore degrado di edifici per lo

più fatiscenti.

Anche per queste ragioni il 9 luglio il personale amministrativo aderirà allo sciopero e quello della


polizia penitenziaria si asterrà dalla consumazione del vitto “

A riprova dell’allarme penitenziario Armando Algozzino indica la situazione della Casa Circondariale di

Catania Piazza Lanza

“ Rispetto ad una capienza di circa 43.800 posti, oggi nelle carceri italiane sono ristretti poco più di

68mila detenuti. Una presenza record mai toccata nella storia penitenziaria d’Italia. In questo quadro di

criticità, illegalità, disorganizzazione, inciviltà e degrado vi sono alcune realtà davvero difficili e

certamente incompatibili con il concetto di umanità. A Catania Piazza Lanza , per esempio, a fronte di

una capienza massima di 361 detenuti, ne sono ospitati 630. Ciò significa non solo ammassare persone

in spazi che non ci sono, quant’anche non garantire servizi essenziali come la distribuzione del vitto. Le

cucine, infatti, non sono in grado di reggere il raddoppio degli utenti. Nè si possono sottacere le

infamanti, quanto afflittive, condizioni di lavoro. Ciò vale per tutti gli operatori penitenziari e per tutte

le carceri d’Italia. Per questo – chiosa il segretario Nazionale - ad Alfano e Ionta chiediamo meno


chiacchiere e più fatti”

Carceri Ligure:sovraffollamento del 53% e carenza di agenti,educatori,assistenti sociali e contabili! carcere,governo,politici,detenuti,giustizia,angelino alfano

Visita UIL in carcere a Sanremo, "Sovraffollamento del 53%" e carenza di personale



"Intendiamo manifestare attenzione, vicinanza e solidarietà al personale che lavora nei penitenziari della Liguria attraverso le due iniziative che terremo il 1 luglio a Sanremo e il 2 Luglio a Marassi"

Così Fabio Pagani, Segretario Regionale della UIL PA Penitenziari presenta la due giorni che vedrà in Liguria anche il Segretario Generale, Eugenio Sarno

“A Sanremo terremo un’assemblea con il personale. Il giorno dopo a Marassi faremo una visita sui luoghi di lavoro, cui seguirà un confronto con gli stessi lavoratori. La presenza del Segretario Generale in Liguria testimonia un’attenzione ed un impegno reale e concreto di tutta la UIL Penitenziari. Gli istituti penitenziari liguri – sottolinea il Segretario Regionale – potrebbero ospitare al massimo 1139 detenuti, invece si registra, ore 17.00 di ieri, la presenza di 1.738 detenuti per un indice di sovraffollamento pari al 53%. A Sanremo, Marassi e Pontedecimo si palesano le situazioni più a rischio, non solo per il grave sovraffollamento quant’anche per le gravi deficienze organiche del personale di polizia penitenziaria. Il contingente complessivo della polizia penitenziaria in servizio negli istituti regionali dovrebbe assommare, secondo un decreto ministeriale del 2001, a 1264 unità. Ne sono presenti, invece, solo 864 per una carenza organica pari a circa il 32%, che è la più alta in Italia. Abbiamo cercato di sensibilizzare il DAP su questo aspetto ma abbiamo ricevuto come risposta un silenzio tanto assordante quanto offensivo. Eppure basterebbe ragionare su come far rientrare le tante, troppe, unità (168) di polizia penitenziaria effettive presso gli istituti liguri, ma impiegate nei palazzi del potere romano, per alleviare i carichi di lavoro e garantire le ferie a chi in carcere ci lavora davvero. Anche per quanto attiene il personale amministrativo non va meglio. Rispetto alle piante organiche – ricorda Pagani – in Liguria mancano 5 dirigenti, 13 educatori, 20 assistenti sociali, 14 contabili, 67 collaboratori, e 8 tecnici"

Un quadro a tinte fosche quello tracciato dalla UIL PA Penitenziari per il sistema penitenziario ligure che poi aggiunge:

“Tutte le strutture sono sovraffollate e la situazione di Savona è letteralmente vergognosa ed intollerabile per un Paese civile. A Chiavari sono presenti 91 detenuti su una capienza di 78 , a Marassi sono 762 a fronte di 456, a Pontedecimo 187 in luogo di 96, a Imperia 116 su 78, a La Spezia 141 rispetto a 186, a Sanremo 360 al posto di 209 e, dulcis in fundo, a Savona 81 detenuti in spazi che ne potrebbero contenere al massimo 36"

A supportare le preoccupazioni della UIL PA Penitenziari contribuiscono gli eventi critici registratisi dal 1 gennaio del 2010

“A parte le reiterate proteste e i disordini di Marassi e Pontedecimo, occorre ricordare che sono ben dodici gli agenti penitenziari aggrediti e feriti dall’inizio dell’anno che hanno riportato prognosi superiore ai cinque giorni e sono tre i suicidi sventati in extremis dal personale. Insomma ce n’è quanto basta per dire che in Liguria siamo oltre la soglia di allarme rosso”



Stefano Michero

Martedì 29 Giugno 2010 ore 09:24

lunedì 28 giugno 2010

Carceri Emilia Romagna:manca la meta' delle unita' previste di agenti,educatori,assistenti sociali e contabili e Alfano e Ionta che fanno oltre a dover vergognarsi del loro fallimento? carcere,governo,giustizia,detenuti,angelino alfano,politici

Carceri Emilia Romagna:manca la meta' delle unita' previste di agenti,educatori,assistenti sociali e contabili e Alfano e Ionta che fanno oltre a dover vergognarsi del loro fallimento?


28/06/2010 16:37:23 - Piacenza:

Un detenuto trentenne, italiano, ha tentato di togliersi la vita impiccandosi, ma è stato salvato dai suoi compagni di cella e dagli agenti della polizia penitenziaria. E’ successo la scorsa notte alle Novate. L’uomo ha utilizzato per l’estremo gesto un rudimentale cappio fatto con le lenzuola.

A questo proposito è intervenuto con un comunicato il coordinatore regionale dell' Emilia-Romagna della FP CGIL Polizia Penitenziaria Marco Martucci.


Segue comunicato

Il 28.06.2010 a Piacenza un detenuto tenta il suicidio e viene salvato dagli agenti e da altri detenuti, è il settimo caso che dall'inizio dell'anno si verifica nella nostra regione, dopo Bologna Parma Forlì e Reggio Emilia. Fino ad oggi ci sono stati due suicidi in carcere, entrambi nell'O.P.G. di Reggio Emilia, 4 aggressioni ai danni di 10 agenti feriti.

Questo è il bollettino di guerra negli istituti penitenziari Emiliano Romagnoli in questi primi sei mesi dell'anno, quando si è alle porte di almeno un paio di mesi di massima calura estiva che verosimilmente accentuerà la situazione.

Oggi in regione, con un sistema penitenziario che prevede una capienza regolamentare di 2.393 detenuti, controllati da 2.401 Poliziotti Penitenziari e gestiti da 552 personale dirigenziale e tecnico (direttori, educatori, contabili, assistenti sociali ecc.ecc.), si assiste ad una presenza di 4.539 detenuti (+189%) controllati "solo" da 1.746 Poliziotti Penitenziari (-28%) e gestiti da 290 personale dirigenziale e tecnico ( -48%).

A tutto questo occorre aggiungere un taglio del 50% delle risorse economiche negli ultimi anni e di 100.000 ore di prestazioni di lavoro straordinario (-21%).


Con questi dati non ci si deve poi meravigliare che nelle carceri aumentino i suicidi, i tentativi di suicidio e le aggressioni verso il personale.

Con il "cosiddetto piano carceri" l'amministrazione penitenziaria ritiene di poter aumentare la capienza regolamentare di ulteriori 1.240 posti letto entro il 2012, ciò per far fronte al sovraffollamento. Noi invece denunciamo che con un'amministrazione che non riesce ad assumere a livello nazionale le 2000 unità promesse dal governo, per assenza di copertura finanziaria, a conti fatti, in Emilia Romagna fatte le debite proporzioni occorrerebbe un aumento del 300% delle risorse economiche, di 502 tra educatori contabili, assistenti sociali, ecc. e 1.900 poliziotti penitenziari, tutto per rendere equilibrato e funzionale il sistema "carceri" agli obiettivi costituzionali. Oggi invece dobbiamo ancora scontrarci con chi non conoscendo nulla del mondo penitenziario, sostiene che non necessitano ulteriori aumenti di personale, dimenticando che in Italia a differenza di altri paesi UE, esistono reati come la colpa del custode e l'omicidio colposo per omessa vigilanza e tante altre differenze che rendono il nostro sistema penitenziario molto più complesso di altri.

La verità è una sola, oggi grazie alle particolari attenzioni del mondo politico, negli istituti penitenziari Emiliani Romagnoli ai Poliziotti penitenziari viene richiesto di essere educatori, contabili, assistenti sociali, uscieri e regolatori del traffico pedonali, insomma tutto ciò che non riguarda l'essere un poliziotto e per di più in perfetta solitudine a differenza dei colleghi delle altre forze di Polizia, per 8 ore in sezioni detentive con 200 detenuti, sperando poi di non essere indagati per un suicidio in carcere.



Il coordinatore regionale Emilia-Romagna
p. la FP CGIL Polizia Penitenziaria
Marco Martucci



giovedì 24 giugno 2010

Carceri, situazione disastrosa in Italia,detenuti a quota 68.000,mancano agenti,educatori,assistenti,i detenuti si uccidono mentre il governo ronfa

Il sovraffollamento ha raggiunto livelli record


Carceri, situazione disastrosa in Italia

A fronte di una ricettività di 43.000 posti, i reclusi sono più di 68.000

Gli istituti penitenziari italiani presentano condizioni sempre peggiori. I primi a farne le spese in molti casi sono i detenuti che soffrono condizioni di disagio estremo. I tentativi di suicidio sono sempre più frequenti. In altri casi a causa della carenza di personale a rimetterci sono i poliziotti penitenziari, come accaduto martedi all'Ucciardone di Palermo.

Numeri


Scenario allarmante per le carceri italiane. Il sovraffollamento ha raggiunto nel 2010 cifre record. In Italia a fronte di una ricettività carceraria di circa 43 mila posti, si registrano 67.271 detenuti, di cui 42.288 italiani e 24.983 stranieri. La conseguenza di questo sovraffollamento è causa situazioni di convivenza molto difficili. Si verificano casi sempre più frequenti di celle che dovrebbero ospitare 2 detenuti e invece ne ospitano fino a 4.


I suicidi

Una delle conseguenze dirette degli spazi ridotti è l'aumento del numero dei suicidi o dei tentativi di suicidio. Si pensi che in tutto il 2009 i tentativi di suicidio sonio stati circa 800, quest'anno in appena sei mesi siamo già arrivati a più di 400 casi.
Una vera e propria emergenza che viene fronteggiata grazie all'attento lavoro delle guardie carcerarie che nella maggior parte dei casi riescono a bloccare in tempo i tentativi. Lo scorso anno, considerato un anno nero, si sono registrati in tutto 59 suicidi, ma il bollettino del 2010 potrebbe essere addirittura peggiore.


Le situazioni critiche

Quasi tutti gli istituti di pena sono vecchi e fatiscenti. Tra i casi più gravi l'istituto di Sulmona in Abruzzo, l'Ucciardone di Palermo, San Vittore di Milano e Poggioreale a Napoli.
Questi Isituti vivono un'emergenza costante, basti pensare che a Poggioreale a fronte di una capienza di 1400 posti risultano essere presenti 2700 detenuti.
All' Ucciardone di Palermo oltre al sovraffollamento dei reclusi, ci si trova a dover fronteggiare la carenza di personale. E' di martedì la notizia di un'aggressione avvenuta ai danni di 7 guardie carcerarie, intervenuti per sedare una rissa in una cella della sezione 7.
I poliziotti penitenziari che hanno avuto la peggio nella colluttazione hanno riportato lesioni per una prognosi di una settimana.


La carenza di personale specifico

Oltre alla carenza di agenti di polizia, si registra anche la mancanza di personale specifico. Mancano psicologi, medici, educatori e operatori sanitari. L'assistenza sanitaria all'interno delle carceri è in mano al Servizio sanitario nazionale, da ciò deriva che tutti i problemi che affliggono il Ssn si riflettono inevitabilmente anche sugli Istituti penitenziari italiani.

lunedì 21 giugno 2010

Donato Capece,Sappe,continua a denunciare la carenza non solo di agenti,ma anche di educatori e psicologi penitenziari.perche' gli altri sindacati non lo fanno? carcere,governo,detenuti,giustizia,angelino alfano,politici,italia

Carceri: Sappe, in poche ore altra aggressione agenti UcciardoneRoma, 21 giu. (Adnkronos) - "Abbiamo saputo di un nuova aggressione ad agenti di Polizia penitenziaria nel carcere di Palermo Ucciardone. A pochi giorni dalla violenta colluttazione in cui sono rimasti feriti 4 agenti, pochi istanti fa un collega dell'Ufficio Matricola, nel notificare un atto a un ristretto, e' stato da questi proditoriamente aggredito; colpito anche l'agente di servizio nel piano. Entrambi i Baschi Azzurri, cui va la nostra piena solidarieta', sono dovuti ricorrere alle cure dei sanitari del nosocomio palermitano". In poche ore, il segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe, Donato Capece, denuncia ripetute aggressioni agli agenti del carcere di Palermo Ucciardone.


"Questa ennesima aggressione ci preoccupa. La carenza di personale di Polizia Penitenziaria e di educatori, di psicologi e di Personale medico specializzato, il pesante sovraffollamento dei carceri italiani (68mila detenuti in carceri che ne potrebbero ospitare 43mila,con le conseguenti ripercussioni negative sulla dignita' stessa di chi deve scontare una pena in celle affollate oltre ogni limite) - fa notare - sono temi che si dibattono da tempo, senza soluzione, e sono concause di questi tragici episodi".

Il leader sindacale fa poi notare che "spesso, come a Palermo Ucciardone, il personale di Polizia Penitenziaria e' stato ed e' lasciato da solo a gestire all'interno delle nostre carceri moltissime situazioni di disagio sociale e di tensione, 24 ore su 24, 365 giorni all'anno. Le tensioni in carcere crescono non piu' di giorno in giorno, ma di ora in ora: bisogna intervenire tempestivamente per garantire adeguata sicurezza agli Agenti e alle strutture e impedire l'implosione del sistema''.

sabato 19 giugno 2010

Senatrice Soliani, PD: un’interrogazione per chiedere più agenti di polizia penitenziaria, educatori e psicologi penitenziari. carcere,governo,detenuti,giustizia,angelino alfano,politici,italia

Parma: un’interrogazione per chiedere più agenti di polizia penitenziaria, educatori e psicologi  penitenziari


Carceri: Soliani, "Difficili condizioni carcere parma"


Duplice tentato suicidio nel carcere di Parma, la senatrice Albertina Soliani interroga il ministro della Giustizia Alfano

A seguito del duplice tentato suicidio nel carcere di Parma la senatrice Albertina Soliani – che si è occupata più volte dei temi legati alle carceri italiane - interviene sull’argomento con un’interrogazione al ministro della Giustizia Angelino Alfano.



I due recenti eventi di Parma ma anche l’aumento del fenomeno in Italia sono al centro dell’interrogazione rivolta al ministro. «Ho chiesto quali provvedimenti urgenti intende intraprendere - dice Soliani - e che sia immediatamente assegnato al carcere di Parma un numero adeguato di agenti di polizia penitenziaria, di educatori e di psicologi».

«La carenza degli organici è la causa primaria della difficoltà nelle relazioni umane all’interno del carcere. Lo stato di abbandono a se stessi dei detenuti, senza adeguate iniziative interne ed esterne che favoriscano il loro recupero, è fuori dai principi costituzionali. La polizia penitenziaria stessa soffre fortemente di questa condizione. Si tratta – ha concluso Soliani – di un allarme sociale che deve essere raccolto da tutte le istituzioni che hanno la responsabilità nella gestione delle carceri italiane.»

venerdì 18 giugno 2010

UGL Ministeri:Ad Alfano e Ionta chiediamo l'incremento degli organici educatori penitenziari,le cui competenze sono risorsa indispensabile in questo momento storico così delicato per le carceri. carcere,governo,detenuti,giustizia,angelino alfano,donatella ferranti,governo,politici

Prot. n. 6_621_GIUSTIZIA Roma, 18 giugno 2010










Al Ministro della Giustizia


On.le Angelino ALFANO


fax 06.68897951






Al Capo Dipartimento


Pres. Franco IONTA


Dipartimento Amm.ne Penitenziaria


fax 06.66165136






Oggetto: assunzione di educatori penitenziari.






Facendo seguito alle nostre precedenti richieste relative alla necessità di assumere in tempi brevi non solo i vincitori dei due concorsi per educatori per adulti (rispettivamente, a 397 posti di educatore C1 e a 50 posti di educatore C2), ma anche gli idonei all’interno delle rispettive graduatorie, al fine di colmare le gravissime lacune degli organici.


La presente richiesta, muove dalla constatazione dell’impressionante numero di suicidi che si susseguono all’interno delle nostre carceri.


Questi drammatici episodi, sono l’aspetto più allarmante del sovraffollamento, non più sostenibile, che affligge oramai tutti gli istituti penitenziari del nostro Paese.


L’immissione di un consistente contingente di educatori penitenziari, potrebbe essere la via per tentare di contrastare questa terribile tendenza, in attesa di altri interventi che possano alleggerire la pressione sugli istituti.


Crediamo che la professionalità e le competenze degli educatori penitenziari si pongano come risorsa indispensabile in questo momento storico così delicato.


Confidiamo pertanto nella sensibilità delle SS. LL. nell’operare nel senso indicato.


Distinti saluti.


Il Segretario Nazionale


Paola Saraceni


(347/0662930)



giovedì 17 giugno 2010

Leoluca Orlando,IDV:preoccupazione per la scomparsa del tema della salute nelle carceri dall'agenda della politica e incrementare con urgenza psicologici ed educatori.carcere,governo,detenuti,angelino alfano,politici,giustizia

LeolucaOrlando,IDV:preoccupazione per la scomparsa del tema della salute nelle carceri dall'agenda della politica e incrementare con urgenza psicologici ed educatori.




(ASCA) - Roma, 17 giu - La Commissione parlamentare d'inchiesta sugli errori in campo sanitario ha audito oggi il presidente e il vicepresidente del Forum nazionale per il diritto alla salute delle persone private di liberta' personale, Leda Colombini e Lillo Di Mauro, il garante dei detenuti del Lazio Angiolo Marroni e il vicesindaco di Montelupo Fiorentino, con delega all'Ospedale Psichiatrico Gudiziario, Giacomo Tizzanini.

''Dall'audizione - ha commentato il presidente della Commissione Leoluca Orlando - emerge preoccupazione per la scomparsa del tema della salute nelle carceri dall'agenda della politica e la necessita' di riportare l'attenzione sull'argomento. I dati sono preoccupanti: basti pensare che il 40 % dei detenuti del Lazio e' affetto da epatite cronica, il 27% soffre di problemi psichici o psichiatrici''.

''Le difficolta' economiche delle regioni e i tagli previsti nelle ultime manovre contribuiscono ad aggravare la situazione. E' emersa inoltre - ha aggiunto Orlando - la necessita' di utilizzare al meglio il personale esistente, in particolare di incrementare con urgenza non solo le unita' di polizia penitenziaria ma anche psicologici ed educatori, al fine di garantire una diversa qualita' della vita con evidente influenza anche sul versante della salute''.

Tra le problematiche trattate nell'ambito del tema della salute dei detenuti, il sovraffollamento delle strutture penitenziarie, il personale mancante e la mancata attuazione della riforma del sistema carcerario. A proposito di quest'ultima e' stata evidenziata la necessita' di completare il trasferimento della tutela della salute dall'Amministrazione Penitenziaria alle regioni a statuto speciale ed e' stata inoltre sottolineato il mancato trasferimento, nelle regioni a statuto ordinario, di risorse destinate ai detenuti.



mercoledì 16 giugno 2010

I detenuti di Marassi scrivono a RadioCarcere:senza educatori e non ci fanno neanche telefonare a casa, come ci spetterebbe perché siamo in troppi! carcere,detenuti,politici,giustizia,angelino alfano,italia

Lettere: da Genova, dopo la protesta nel penitenziario di Marassi i detenuti scrivono a RadioCarcere


www.radiocarcere.com, 16 giugno 2010



Genova, 14 giugno. “Una rumorosissima protesta, è stata messa in atto, ieri a tarda sera, dai detenuti ristretti nel penitenziario genovese di Marassi.” Lo afferma il Segretario Generale della UIL Penitenziari, Eugenio Sarno, che sottolinea: “Dalle 22.00 alle 23.00 in tutte le sezioni i detenuti hanno battuto stoviglie e pentolame alle grate e alle porte delle celle. I detenuti” - prosegue Sarno - “protestano contro il sovrappopolamento e contro le deficienze organizzative dell’istituto. Di certo la situazione di Marassi non può definirsi ottimale, nemmeno normale. Rispetto alla capienza regolamentare di 456 detenuti, sono ristretti circa 760 detenuti. In alcune celle sono stipate otto persone, quando al massimo potrebbero contenerne quattro”.

L’illegale condizione di vita a cui sono costrette le persone detenute nel carcere Marassi di Genova, ci è confermata anche da un lettera inviata a Radiocarcere da alcuni detenuti e che pubblichiamo qui di seguito: Cara Radiocarcere, ti scriviamo per informarti che qui nel carcere Marassi di Genova viviamo in condizioni veramente disastrate. Considera che in una cella piccolissima ci dobbiamo vivere in ben 8 detenuti e qui dentro lo spazio è talmente poco che non sappiamo come muoverci, non a caso la mattina si forma una lunga fila davanti al nostro unico cessetto e spesso c’è chi rischia di farsela addosso.

Qui non solo non ci sono educatori o psicologi, ma spesso capita che non ci fanno neanche telefonare a casa, come ci spetterebbe, perché si perdono la nostra domandina. Ed è così che non possiamo sentire al telefono i nostri familiari. Il tutto avviene chiaramente perché siamo in troppi e il carcere è nel caos. Come se non bastasse ci fanno fare meno tempo di ora d’aria, in quanto , per evitare le risse, ci dividono per paesi di origine, con il risultato che stiamo quasi per tutto il giorno chiusi in questa celletta sovraffollata. Grazie di cuore.



Luca, Rosario, Alex e Michele dalla prima sezione del carcere Marassi di Genova

Carcere di Poggioreale, condizioni disumane pure nei colloqui,1 educatore ogni 200 detenuti,quale relazione di condotta? carcere,governo,angelino alfano,detenuti,penitenziari,politici

Carcere di Poggioreale, condizioni disumane pure nei colloqui,
1 educatore ogni 200 detenuti,quale relazione di condotta?


mercoledì, 16 giugno, 2010, 11:50



L’inferno è dentro e fuori. Poggioreale vuol dire condizioni disumane per chi finisce in cella e per chi è costretto a farvi visita. Una vita impossibile. Anzi. «Una non vita», dice uno dei prigionieri al plotoncino formato dal consigliere regionale Corrado Gabriele, dal garante dei detenuti Adriana Tocco e dal direttore dell’istituto di pena, Cosimo Giordano. A Poggioreale i reclusi sono 2666: secondo l’associazione Antigone oltre mille in più rispetto alla capienza tollerabile. Solo 17 gli educatori. Un carcere dove nei primi sei mesi dell’anno si è registrato un suicidio e dove i parenti (per effettuare i colloqui) arrivano lì davanti in piena notte. E poi attendono il turno per ore: perchè sono in troppi, pure loro. Ma non ci sono fondi per costruire ambienti migliori: tre milioni di euro sono svaniti nel percorso tra le istituzioni ed il carcere. Sacchi blu in mano dove viene stipato di tutto, i parenti dei detenuti aspettano e aspettano. C’è chi si sente male e chi, come Patrizia, ha deciso di montare un ombrellone e su un tavolino raccoglie firme per il Camper della Speranza: «Domani qui davanti facciamo una protesta». Dentro, ovviamente, è peggio. Celle che garantiscono due metri quadrati di sopravvivenza per ogni detenuto: sono anche in nove in appena 18 metri quadri. Per 22 ore al giorno. Soltanto 120 i minuti di passeggiata forzata concessi all’aria aperta. Niente refrigerio, dietro la tendina bagni spesso non funzionanti. «Qui facciamo i turni per stare in piedi, non c’è lo spazio – racconta Enzo – la notte qui si soffoca, c’è una sola finestra e quando chiudono la porta blindata non si respira più». La cella accanto ecco Giuseppe, 32 anni. Si trascina il catetere. Da sette mesi. «Aspetto la chiamata dal Cardarelli, ma non arriva. Mi potete aiutare?». Nessuno risponde. di Mario Fabbroni Leggo

martedì 15 giugno 2010

Carcere: su emendamenti a DDL Alfano pene domiciliari la COMMISSIONE BILANCIO NON ANCORA ESPRESSO NUOVO PARERE,IL GOVERNO NON SI ESPRIME. giustizia,angelino alfano,detenuti,politici,governo,donatella ferranti

SPECIALE: CARCERE E GIUSTIZIA, ULTIMISSIME DAL MONDO POLITICA




COMMISSIONE BILANCIO NON ANCORA ESPRESSO NUOVO PARERE , IL GOVERNO NON SI ESPRIME


Nuovo stop alla Camera per il cosiddetto 'svuota carceri'. Per il ddl Alfano, che concede i domiciliari a chi deve scontare un anno di pena, e' a rischio la sede legislativa, ossia l'iter rapido senza passaggio in aula. L'ipotesi di una corsia preferenziale del testo era stata caldeggiata dalla quasi totalita' dei gruppi in commissione Giustizia (hanno detto si' i quattro quinti), tant'e' che il 17 maggio scorso il provvedimento era stato espunto dal calendario d'aula su richiesta della presidente della commissione, Giulia Bongiorno, dopo un accordo tra maggioranza e opposizione.

Ma oggi, spiega la capogruppo del Pd in Giustizia, Donatella Ferranti, "il governo non ha fatto pervenire il suo orientamento sull'ipotesi legislativa, nonostante sia gia' stato sollecitato a esprimersi". Inoltre, "la commissione Bilancio- continua Ferranti- non ha risposto alla richiesta, fatta da tutta la nostra commissione, di rivedere il parere negativo sull'assunzione di nuovi agenti di polizia e carabinieri e sulla previsione di rinviare il taglio del 10 per cento del personale civile dell'amministrazione penitenziaria".

Per la commissione Bilancio della Camera, quindi, per ora il ddl 'svuota-carceri', cosi' come modificato dopo una trattativa tra il guardasigilli Alfano e il ministro dell'Interno Maroni, non ha la necessaria copertura economica. Su pressione della Lega, inoltre, era stata stralciata la parte della messa in prova ed e' stato introdotto uno stop all'automaticita' della concessione dei domiciliari, con l'introduzione del 'filtro' del giudice, che valuta caso per caso.

La commissione Giustizia, visto lo stallo provocato dal parere negativo della Bilancio sul ddl domiciliari, giovedi' scorso aveva chiesto di rivedere quel giudizio. Ma ad ora, sottolinea Ferranti, "nessun segnale e' arrivato dalla V commissione. Stando cosi' le cose- conclude- domani ci rivedremo in sede referente per capire come procedere. Se non si sono le condizioni per la legislativa, il testo allora va calendarizzato in aula".


Per il governo, il sottosegretario alla Giustizia, Giacomo Caliendo, spiega che "per dire si' alla sede legislativa e' indispensabile avere un parere favorevole della commissione Bilancio", che, a quanto si apprende, sarebbe intenzionata a chiedere la relazione tecnica al governo sui costi del provvedimento.




COMMENTI ALLA DICHIARAZIONE DI GIANLUCA BONNANNO (LEGA): "BENE SE PEDOFILI E MAFIOSI SI SUICIDANO"


ANTIGONE: “Augurarsi il suicidio di una persona, detenuta per qualunque causa, è incivile e inumano”

Dichiarazione del Presidente dell’Associazione Antigone Patrizio Gonnella: “Le dichiarazioni dell’Onorevole Gianluca Buonanno sono indegne per un Paese che per tanti anni si è giustamente vantato di essere la culla del diritto. Ormai alcune forze politiche assomigliano più a orde barbariche che non a partiti moderni. Augurarsi il suicidio di una persona, detenuta per qualunque causa, è incivile e inumano: assomiglia tanto a chiedere il ripristino della pena di morte. Speriamo che gli esponenti di tutte le altre forze politiche, di centro, di destra o di sinistra, si indignino e lascino isolata questa voce”.



PD: ALLUCINANTE BUONANNO. MARONI PRENDA DISTANZE

(AGI) - Roma, 15 giu. - "Il ministro Maroni prenda immediatamente le distanze dalle parole del suo collega di partito Buonanno, che oggi si e' dilettato in dichiarazioni allucinanti, che fanno carta straccia del rispetto della vita umana e alimentano il clima di intolleranza e violenza". Cosi' la capogruppo Pd in commissione Giustizia alla Camera, Donatella Ferranti, che definisce quelle del deputato leghista "parole di una gravita' inaudita".

"Non e' certo augurandosi il suicidio degli autori di gravissimi reati - conclude - che si tutelano le vittime e si garantisce rispetto della legalita'".



BURTONE (PD), DOPO ENNESIMO SUICIDIO ALFANO INTERVENGA

(AGI) - Palermo, 15 giu. - "L'ennesimo suicidio di un detenuto avvenuto a Catania, dimostra la gravita' della situazione nelle carceri italiane. Non sono piu' rinviabili interventi per migliorare la condizione di vita di quanti scontano una pena. Il governo per il momento si e' dimostrato molto attivo nelle promesse e negli annunci anche su temi delicati come questo. Il ministro Alfano intervenga subito". Lo ha detto Giovanni Burtone, deputato del Pd.

Rita Bernardini interroga Alfano sulle disastrose condizione del carcere carcere bolognese della Dozza,quali iniziative al fine di aumentare l'organico degli agenti penitenziari e degli educatori? carcere,governo,detenuti,costiotuzione,giustizia,angelino alfano,politici,italia,governo

BERNARDINI, BELTRANDI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI.

- Al Ministro della giustizia, al Ministro della salute.

- Per sapere

- premesso che:


sabato 5 giugno 2010 la prima firmataria del presente atto si è recata - insieme ai militanti radicali Monica Mischiatti e Matteo Angioli - in visita ispettiva presso il carcere bolognese della Dozza, il cui direttore attualmente è il dottor Palma Mercurio;

a fronte di una capienza regolamentare di 492 detenuti, nell'istituto penitenziario in questione si trovano ristrette 1.145 persone (il 65 per cento è di nazionalità straniera), di cui 1075 uomini e 70 donne; oltre a due bambini sotto i tre anni reclusi nelle celle con le loro madri; ciò provoca molti disagi e problemi organizzativi in quanto tutte le risorse dell'istituto sono tarate solo ed esclusivamente sulla capienza regolamentare;

la struttura ha bisogno di numerosi interventi di ristrutturazione, in particolare le docce sono carenti ed inadeguate, ciò anche in relazione all'elevato numero di detenuti; alle finestre, oltre alle sbarre, c'è una rete di protezione che, facendo filtrare poca luce, crea ulteriore disagio ai detenuti per scrivere e leggere;

nelle celle gli impianti elettrici non risultano a norma, con grave rischio per l'incolumità dei detenuti e del personale, soprattutto in caso di incidente notturno, quando gli agenti di guardia sono ridotti all'osso e un intervento di soccorso dall'esterno richiederebbe troppo tempo per trarre in salvo le persone;

la drastica riduzione delle risorse determina la mancanza anche di beni di prima necessità come gli strumenti necessari a tenere pulita una cella e ciò mette in serio rischio l'igiene più che necessaria nelle condizioni di sovraffollamento riscontrate;

in genere nelle celle di 11 metri quadrati (bagno compreso) convivono tre detenuti; peraltro al momento della visita si contavano tre detenuti in isolamento per sospetta TBC;

per quanto possibile, i tossicodipendenti sono assegnati in tre sezioni di 75 persone e sono seguiti direttamente dal SERT;

il passaggio della sanità penitenziaria al Servizio sanitario nazionale, ha creato non pochi problemi organizzativi e gestionali, soprattutto in odontoiatria e assistenza psichiatrica, senza contare che le medicine di prima necessità sono a carico dei detenuti i quali sono costretti ad acquistarle all'esterno;

i problemi di cui sopra non sono venuti meno sebbene sia stato mantenuto il precedente personale sanitario, ciò anche a causa del fatto che il compito di coordinare il settore è stato assegnato a due manager esterni che si occupano anche di altro e non vivono né conoscono a fondo la difficile realtà sanitaria dell'istituto;

i detenuti occupati nelle diverse attività lavorative sono 120 ma, secondo quanto riferito dalla direzione dell'istituto, a seguito degli ulteriori tagli alle mercedi operati dal Ministero della giustizia di concerto con quello dell'economia e delle finanze, i lavoranti dovranno essere ridotti a circa 90 unità;

i volontari ammessi dalla direzione sono tantissimi; ogni giorno entrano in carcere circa 200 persone che contribuiscono - per quanto possibile - ad alleviare le sofferenze dei detenuti e del personale;

gli educatori, dopo lo sblocco di un vecchio concorso che ha consentito 6 nuove assunzioni, sono in tutto 8, compreso il capoarea, a fronte di una pianta organica che ne prevede 11;

gli agenti di polizia penitenziaria previsti in pianta organica sono 567, ma assegnati ve ne sono appena 520, di cui solo 379, al netto dei distacchi delle missioni e delle agenti in maternità. Peraltro attualmente di questi 379 circa 35 risultano essere in malattia;

solo una minoranza dei detenuti ha i familiari residenti in regione e tutto ciò comporta grandi sofferenze per coloro che raramente (spesso mai) hanno la possibilità di incontrare mogli, figli e genitori. A questo proposito si segnala il caso di Talbi Seifeddine che da sei mesi ha avanzato - senza ricevere risposta - la richiesta di trasferimento al carcere di Pisa, città dove vivono moglie e figlio di undici anni italiani;

un altro ragazzo Haddar Anis, avendo una condanna a 5 anni e otto mesi ed avendo già scontato tre anni e due mesi ha giustamente chiesto il trasferimento nel reparto penale senza essere costretto a convivere con persone in attesa di giudizio che hanno problematiche completamente diverse da chi ha ricevuto una condanna definitiva ed è in una situazione più stabile e segnata di chi non sa ancora quale sarà il futuro -:

quali urgenti iniziative si intendano assumere per garantire normali condizioni di vita ai detenuti ed agli operatori del carcere della Dozza; in particolare, entro quali tempi si preveda che l'istituto possa rientrare nella dimensione regolamentare dei posti previsti;

se la ASL di riferimento abbia fatto i previsti controlli periodici sull'idoneità igienico-sanitaria dell'intera struttura e se sia stata rilasciata secondo la normativa vigente la necessaria dichiarazione di conformità di tutti gli impianti dell'istituto;

cosa intendano fare per rimuovere le diffuse situazioni di pericolo riscontrate dall'interrogante;

cosa intendano fare, negli ambiti di rispettiva competenza, per garantire il diritto alla salute dei detenuti e, in particolare, entro quali tempi verrà ripristinata un'adeguata assistenza psicologica e psichiatrica;

cosa si intenda fare per garantire ai detenuti l'attività trattamentale, sia essa di studio e/o di formazione e lavoro, atta a preparare il futuro reinserimento sociale previsto dall'articolo 27 della Costituzione;

se non si intendano adottare le opportune iniziative al fine di aumentare l'organico degli agenti penitenziari, degli educatori, degli psicologi e degli assistenti sociali in servizio presso il predetto istituto di pena, in modo da rendere lo stesso adeguato al numero delle persone recluse;

se, più in generale, visti gli attuali vuoti d'organico di cui soffre il Corpo dei «baschi azzurri», il Governo non intenda richiamare in servizio i quasi 2.000 agenti penitenziari distaccati tra Ministero e dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, il cui utilizzo sul campo risulterebbe quanto mai prezioso;

entro quali tempi verrà garantito un normale funzionamento dell'istituto quanto alla manutenzione, in particolare se intenda procedere all'immediato rifacimento degli impianti-docce in modo da rendere il numero degli stessi adeguato a quello dei detenuti ivi ristretti;

se ed in che modo si intendano potenziare, all'interno della struttura penitenziaria in questione, le attività di orientamento e formazione al lavoro e di ricerca di posti di lavoro da offrire ai detenuti, in particolar modo per quelli che hanno quasi finito di scontare la pena;

quali iniziative urgenti intenda adottare al fine di dare piena attuazione del principio della territorialità della pena previsto dall'ordinamento penitenziario, così che possano essere finalmente esercitate al meglio tutte quelle attività di sostegno e trattamento dei detenuti rinchiusi nel carcere della Dozza che richiedono relazioni stabili e assidue tra questi ultimi, i loro familiari ed i servizi territoriali della regione di residenza;

per quali motivi il detenuto Talbi Seifeddine non abbia ancora ottenuto il trasferimento presso il carcere di Pisa, città dove risiedono la moglie ed il figlio 11enne;

quali siano le ragioni che non consentano l'immediato trasferimento del detenuto Haddar Anis - condannato in via definitiva a 5 anni e 8 mesi ed attualmente ristretto insieme ai detenuti in atteso di giudizio - presso il reparto penale del carcere bolognese.

(4-07576)

Vincenzo Andraous:sul carcere il governo sta giocando una partita sporca? carcere,governo,detenuti,angelino alfano,politici,italia,giustizia

SILENZI CHE NON AIUTANO





Silenzi che non aiutano alcun esame di coscienza, distrazioni che non leniscono alcun dolore, guardare dove non è consentito farlo davvero, e fare chiacchiere da mercato sulla morte e l’abbandono di ogni pietà.

Descrivere il carcere approfittandone con riflessioni di taglio storico, nonostante i tanti articoli, libri, dossier, mentre un altro detenuto si è lasciato morire, un numero tra i tanti, ha deciso di mollare gli ormeggi da una condanna ulteriore e non scritta oltre quella erogata dal giudice in nome del popolo italiano.

Un ragazzo ha deciso di ammazzarsi per stanchezza e per follia, per l’insopportabile sofferenza a scegliere di sopravvivere. Quando un essere umano è posto nelle condizioni non solo della privazione della libertà personale, ma anche di quell’altra meno onorevole e legale, dove neppure più esiste la convergenza di altre scelte per un possibile cambiamento, una reale emancipazione, ebbene quella persona non ha alcuna possibilità di avvicinarsi ad una dimensione di riparazione, di speranza, di perdono.

Un talk-show persistente, uno spettacolo che a seconda delle priorità del mercato, non certo dell’etica e della morale sbandierate malamente, stabilisce i criteri con cui si deve accelerare o rallentare per modificare i meccanismi di degrado umano e civile del nostro paese.

All’impiccato di turno, al gasato di ieri, al dissanguato di domani, c’è necessità di approfondire equità sociale e salvaguardia della collettività, per non continuare a sdoganare atteggiamenti e comportamenti che debordano, gestualità che tagliano fino alle ossa.

Quando c’è di mezzo una cella, una galera, la richiesta di una pena da scontare con dignità e progettualità, diventa tutto così banale, scontato, che è meglio non parlarne, anzi parliamone pure, ma per non fare nulla o quasi: persino la fatica che deve accompagnare il pensare e conseguentemente il fare, perde contatto con la sostanza delle cose.

La giustizia è maltrattata, è mantenuta a debita distanza in un perimetro sempre più out rispetto a quei percorsi veramente condivisi, quasi che il carcere fosse diventato un luogo defenestrato da cittadinanza e quindi negato a essere parte attiva di qualcosa.

Un altro ragazzo è morto per incuria del cuore, per ciò che gli restava e che improvvisamente non c’era più, se non l’unica scelta di farla finita. Un altro uomo al macero, un treno merci di colpe e di abbandoni, di condanna e di castigo, di impossibilità a riparare.

Ho l’impressione che sul carcere si giochi una partita sporca, una specie di esperimento per verificare la capacità di sopportazione di un pezzo di società costretta a sopravvivere, a barcamenarsi in un passato che non intende farsi da parte, un presente mascherato da passato impenitente, un futuro assassinato da un passato che non ha insegnato niente.

Un futuro affidato alla nostra incapacità di rivedere i nostri vissuti, a rispettare lo spirito costituzionale degli sguardi nuovi e ulteriori auspicati, nella volontà negata di una alternativa, non avendo un’alternativa, non ricercando un’alternativa alla pena, allora rimane l’incapacità a immaginare una vita nuova e diversa, più consona al vivere civile, tentativo consapevole di cambiare le sorti proprie e altrui.

Carcere:quanto risparmierebbe lo Stato se avesse il coraggio di investire sulla rieducazione e incrementando gli organici di educatori penitenziari? angelino alfano,governo,politici,detenuti,giustizia

Lettere: quanto risparmierebbe lo Stato se avesse il coraggio di investire sulla rieducazione?


Ristretti Orizzonti, 14 giugno 2010



Nuova nota ai fini della copertura finanziaria dell’emendamento dell’on. Donatella Ferranti per l’adeguamento della pianta organica del personale del comparto civile del dipartimento amministrazione penitenziaria ed in particolare per l’assunzione di nuove unità di educatori penitenziari.

Un provvedimento importante come il ddl Alfano che vede quale punto centrale per la risoluzione del sovraffollamento carcerario la misura alternativa alla detenzione concessa, per i soggetti già detenuti, sulla base della relazione comportamentale dell’istituto richiede, necessariamente, un adeguamento del personale dell’area deputata al trattamento.

A fronte di una popolazione detenuta pari a 67.593 unità è impensabile poter parlare di rieducazione della pena e di trattamento penitenziario. Nel carcere non si fa niente e chi non fa niente si trova in un tempo eterno , la condizione psicologica di chi non fa niente si risolve nel puro e semplice aspettare con conseguente degrado psichico e aumento dello stato di frustrazione e la frustrazione genera aggressività. (Cfr. Freud, Dollard e Miller Frustration and Aggression).

Ed ancora a fronte di una popolazione di detenuti pari a 67.593 mancherebbero, secondo dati aggiornati al 31 marzo 2010, ben 603 unità di educatori. Con queste cifre non è possibile rieducare, non è possibile stimolare il cambiamento perché il cambiare implica un fare, un fare qualcosa che rende l’altro diverso da come era.

Con queste cifre non sarà possibile attuare il ddl Alfano perché non sarà possibile rispondere tempestivamente alle incombenze del personale pedagogico interessato alla produzione delle relazioni comportamentali ex art. 1 comma 3. L’incremento di unità di personale pedagogico è condizione imprescindibile per la concreta applicazione di quanto previsto nel ddl Alfano.

La normativa penitenziaria affida all’educatore il compito di osservare il comportamento del detenuto e redigere la relazione di sintesi cioè quella relazione di cui si servirà il magistrato di sorveglianza per la decisione finale sulla misura alternativa (Cfr art. 82 O.P.; Circ. Dap n. 2598/5051; Circ. Dap 3337/5787e Circ. Dap 2598/5051).

Senza l’incremento di personale pedagogico chi redigerà la relazione prevista al comma 3 dell’art. 1 del ddl Alfano? Ovviamente si creerà una reazione a catena che porterà ad una implosione del ddl Alfano e ad un’esplosione del pianeta carcere. Senza relazione comportamentale il magistrato di sorveglianza non avrà nulla su cui poter decidere e si vedrà costretto a rigettare l’istanza.

Il ddl Alfano deve fare i conti con la realtà non solo con la finanziaria, e la realtà è questa: la figura dell’educatore è fondamentale per programmare ed iniziare un piano trattamentale, per il reinserimento del detenuto. Ci sono detenuti che da anni non hanno mai avuto la possibilità di avere un colloquio con gli educatori. Alcuni detenuti pur essendo nei termini per usufruire di misure alternative, si vedono rigettare le richieste per la mancanza della sintesi carceraria sul comportamento del detenuto.

Se si vuole utilizzare il ddl Alfano come panacea del sovraffollamento carcerario si deve avere il coraggio di mantenere gli artt. 2 quater e 2 sexies. L’articolo aggiuntivo Schirru - Ferranti che esclude il Dap dalla riduzione della pianta organica e dal blocco delle assunzioni costituisce una vera e propria presa di coscienza dell’assunto secondo il quale non può esserci alcun miglioramento delle condizioni di detenzione senza l’investimento in risorse umane.

A distanza di quasi un anno dalla condanna Cedu per trattamento inumano e degradante la situazione delle carceri italiani in barba alla condanna per violazione dell’art. 3 della convenzione europea a salvaguardia dei diritti dell’uomo è peggiorata, dopo dieci anni dall’entrata in vigore del nuovo regolamento penitenziario che guardava verso condizioni più dignitose di detenzione si sente parlare di carceri in rivolta, agenti penitenziari in sciopero della fame, aggressioni, battitura e lenzuola a fuoco.

L’emergenza carceri è ormai cronica in Italia: sovraffollamento dei detenuti, condizioni di vita non idonee, attività lavorative di formazione e di recupero educativo che non possono essere svolte per mancanza di personale e di spazi. Qualcuno canterebbe: “lo Stato che fa? Si costerna, si indigna si impegna poi getta la spugna con gran dignità”.

Il ddl Alfano corre il rischio di rimanere senza braccia per l’eliminazione di quegli articoli che rappresentano il collegamento norma - realtà perché manca la copertura finanziaria e allora facciamo due conti e vediamo se quadra il bilancio : quanto costa un detenuto allo Stato? Ogni detenuto costa allo stato, giornalmente 112 euro. Le persone in carcere sono circa 70 mila, pertanto lo stato spende in media 8,5 milioni di euro al giorno.

In un analisi di costi e benefici una riduzione della popolazione carceraria porterebbe, matematicamente, ad un risparmio di spesa pubblica . Inoltre un programma di trattamento individualizzato che si conclude con l’espiazione della pena in misura alternativa previene la recidiva. Infatti l’ultima ricerca sul rapporto misure alternative e recidiva presentato al convegno del 19 marzo 2010 a Roma evidenzia che solo il 14,6% delle persone che scontano la parte conclusiva della condanna in misura alternativa commette un nuovo reato contro il 67% di chi espia tutta la pena in carcere.

Ancora da studi effettuati emerge che il 75% dei detenuti che non hanno potuto avere un percorso riabilitativo o rieducativo torna a delinquere , la percentuale di recidiva si abbassa al 35% per chi ha potuto seguire un percorso formativo - riabilitativo”. Quanto risparmierebbe lo stato nel medio e lungo termine se avesse il coraggio di investire sulla rieducazione?

Riteniamo che l’emendamento presentato dall’On. Donatella Ferranti e Schirru sia una vera proposta “bipartisan” che deve, necessariamente,trovare accoglimento così come è stato approvato in Commissione Giustizia.

Riteniamo altresì che il governo, dopo aver provveduto all’adeguamento della pianta organica anche in relazione alla popolazione detenuta (quasi 70mila detenuti) debba predisporre un piano straordinario di assunzioni di educatori penitenziari da attingersi dalla vigente graduatoria del concorso pubblico per esami a 397 posti nel profilo professionale di educatore, area c, posizione economica c1, indetto con pdg 21 novembre 2003.

Una scelta in tal senso rappresenterebbe la chiave di volta per un chiaro e ben preciso impegno di responsabilità affinché la drammatica situazione che affligge il pianeta carcere possa finalmente essere risolta. Per tali ragioni auspichiamo che tutta la Commissione Bilancio della Camera e il Sottosegretario Alberto Giorgetti facciano una seria e proficua riflessione riconoscendo l’importanza ai fini dell’attuazione del ddl in esame dell’emendamento Schirru 2.060.



Avv. Anna Fasulo

Comitato vincitori e idonei concorso educatori penitenziari

lunedì 14 giugno 2010

Nota del Comitato ai fini della copertura finanziaria dell'emendamento dell'on. Donatella Ferranti per l'adeguamento della pianta organica del personale del comparto civile del dipartimento amministrazione penitenziaria ed in particolare per l'assunzione di nuove unita' di educatori penitenziari. carcere

A tutti i deputati di commissione

bilancio e giustizia della camera




Al sottosegretario,On.
Alberto GIORGETTI




Al sottosegretario,On.
CALIENDO







Egregio Onorevole,


ai fini di comprendere le reali possibilità, secondo la normativa vigente e con le disponibilità presenti nel bilancio dello Stato, di assunzioni di ulteriori unità educatori all’interno delle strutture penitenziarie e di accelerarne la loro presa, in servizio si esprimono alcune considerazioni.

L’art 1 comma 527 della legge 296/2006 (legge finanziaria 2007) per come modificato dall’art 66 comma 6 del decreto legge n112/2008 prevede : «Per l'anno 2008 le amministrazioni di cui al comma 523 possono procedere ad ulteriori assunzioni di personale a tempo indeterminato, previo effettivo svolgimento delle procedure di mobilità, nel limite di un contingente complessivo di personale corrispondente ad una spesa annua lorda pari a 75 milioni di euro a regime. A tal fine e' istituito un apposito fondo nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze pari a 25 milioni di euro per l'anno 2008 ed a 75 milioni di euro a decorrere dall'anno 2009. Le autorizzazioni ad assumere sono concesse secondo le modalità di cui all'articolo 39, comma 3-ter, della legge 27 dicembre 1997, n. 449, e successive modificazioni.». Da come si evince dal testo riportato è istituito presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze un apposito fondo, destinato ad assunzione di personale per le amministrazioni di cui al comma 523 della finanziaria 2007, tra cui il DAP. La presenza di tale fondo si evince anche dal provvedimento n. 58/ 2009 del Consiglio dei Ministri : “Alla copertura dell’onere a carico delle amministrazioni interessate si provvede mediante utilizzo delle risorse iscritte nell'ambito della missione “Fondi da ripartire” - Programma “Fondi da assegnare” - U.P.B. 25.1.3. “ Oneri comuni di parte corrente” - capitolo 3032, dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2009 e corrispondenti capitoli per gli esercizi successivi”.

Acclarato quanto sopra si rappresenta di invitare l’on.le Ministro della Giustizia a richiedere alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Dipartimento per la Funzione Pubblica e al Ministero dell’Economia e delle Finanze, autorizzazione all’assunzione di nuove unità di educatori C1 presso il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria. Risulta superfluo ribadire che gli istituti penitenziari italiani hanno una profonda carenza di educatori e che la presenza e l’utilità degli stessi sarà resa ancor più impellente dalle funzioni che agli stessi verranno attribuiti dall’imminente approvazione del disegno di legge n. 3291-bis.

Nel disegno di legge citato sono stati approvati alcuni emendamenti finalizzati ad eliminare la riduzione del 10 % delle piante organiche del comporto civile del Dap per come invece previsto dalla legge n. 25/2010. Oltre ciò un ulteriore articolo approvato impegna il Ministro a riferire alle Camere entro centottanta giorni dall’approvazione del disegno di legge circa l’adeguamento delle piante organiche degli educatori anche alla luce dell’aumento della popolazione detenuta.

Si è ritenuto opportuno citare tali emendamenti, approvati con il parere positivo del Governo, onde dare contezza di quanto sia sentita e condivisa da tutte le forze politiche la problematica della mancanza degli educatori. Nelle more della revisione delle piante organiche, che il Ministro dovrà attuare successivamente all’approvazione della legge di cui sopra, ai fini di rendere sicura e ed agevole la concessione delle misure alternative da parte del Magistrato di Sorveglianza, in quanto basate su relazioni di sintesi e comportamentali redatte dagli educatori, si chiede di procedere con celerità alle richieste sopra specificate.

E’ superfluo sottolineare che in mancanza delle assunzioni di educatori e tenuto conto delle carenze attuali, sarà impossibile pervenire alla concessioni di misure alternative che valutino la pericolosità del soggetto.








Firma

(membro del Comitato vincitori e idonei concorso educatori penitenziari)








REFERENTE:


avv. Anna Fasulo


via Torrearsa, 67


91027 Paceco (Trapani)


Cell. 349 2640509


e-mail: comitatoeducatori@live.it


http://comitatoconcorsoeducatoridap.blogspot.com







domenica 13 giugno 2010

L'Ugl: "Carceri al collasso,mancano 600 educatori (dati peraltro non aggiornati) servono misure alternative". carcere,governo,detenuti,giustizia,governo,politici,angelino alfano,costituzione,dap,educatori penitenziari

L'Ugl: "Carceri al collasso,mancano 600 educatori (dati peraltro non aggiornati) servono misure alternative"


Le carceri italiane sono le piu’ affollate d’Europa , le piu’ invivibili , con una grave carenza di personale e di Polizia Penitenziaria e fanno registrare il maggior numero di suicidi ( 24 nei primi mesi del 2010 ) .

Inoltre rischiano di essere abbandonate dai volontari , gli unici che sopperiscono alla forte mancanza anche di personale educativo specializzato.

E' quando afferma Massimo Scardicchio neo segretario locale della UGL in forza alle Novate.

La situazione non è delle migliori nel carcere cittadino , continua il segretario locale , il carcere piacentino è uno dei piu’ disastrati della Regione , sotto tutti i punti di vista , come ha affermato anche nell’incontro avuto con il Provveditore Regionale il giorno 4 giugno. Una folte rappresentanza sindacale della UGL con a capo Gennaro Narducci e Pasquale Barilaro , hanno espresso tutta la frustrazione di tutto il personale di Polizia Penitenziaria che è costretto a lavorare in condizioni a dir poco critiche con aumenti di carichi di lavoro , accumulo di stress psico-fisico , un agente deve addirittura ricoprire piu’ posti di servizio contemporaneamente. Anche il Provveditore si è lamentato denunciando l’alto tasso di assenze giustificate che vi sono nell’istituto piacentino dovuto , secondo al sindacato soprattutto ad una cattiva gestione del poco personale a disposizione con violazione dei diritti piu’ elementari come i riposi settimanali , le licenze , la prevenzione sulle condizioni igienico-sanitarie.

Mancano 600 educatori , 535 assistenti sociali , piu’ di 265 tra psicologi, comunicatori, esperti linguistici , informatici , statistici ed ausiliari.

E quanto emerge a livello nazionale dai dati forniti dal Segretario Regionale UGL Emilia Romagna “ Gennaro Narducci “ .

I detenuti attualmente censiti siano una volta e mezzo in piu’ dei posti letto disponibili.

In questa situazione parlare di rieducazione dei detenuti funzione assegnata al carcre dalla Costituzione , diventa non solo impossibile ma utopico: 67.593 detenuti a fronte di una capienza di 44.000 posti ; 38.337 unita’ di Polizia Penitenziaria in forza ; solo 9.576 volontari .

Questi numeri fanno capire quanto la situazione sia fuori controllo, spiega il segretario regionale.

Bisogna necessariamente che il Governo si adoperi per le misure “ alternative “ rispetto all’inasprimento delle pene.


Chi ha usufruito di pene alternative alla detenzione ha avuto un tasso di recidivita’ del 5% , mentre chi ha scontato tutta la pena è tornato a delinquere 2 volte su 3 ( nel 66 % dei casi ) .

Il SEGRETARIO REGIONALE UGL FF PP

Gennaro Narducci

Il sottosegretario Casellati sminuisce il grande dramma dei suicidi nelle carcere italiane,e se a suicidarsi fosse un suo parente?Vergogna!!! Favi,PD,"Casellati sbaglia,anche un solo morto è troppo!!! carcere,governo,politici,detenuti,giustizia,angelino alfano,penitenziari

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Carceri: Favi, "Casellati sbaglia anche un solo morto è troppo"



Dichiarazione di Sandro Favi, Responsabile carceri del Pd



“Le carceri italiane si trovano in una situazione davvero drammatica e il sottosegretario alla giustizia Casellati invece cita ipotetiche statistiche che ci porrebbero come “fanalino di coda in Europa” per numero di suicidi. Se non si accontentasse di parlare di percentuali e si occupasse delle persone in carne ed ossa saprebbe che il problema delle carceri non si risolve sminuendo il dramma dei suicidi e il sottosegretario, in virtù del suo ruolo, dovrebbe apportare proposte risolutive ai problemi e non sminuirli.
Sono forse poche quasi 30 “persone” che si sono tolte la vita dall’inizio del 2010?
Il dramma dei suicidi, dei tentativi e degli atti di autolesionismo in carcere sono sicuramente sintomi di grave malessere che oggi con i dati che abbiamo è dovuto principalmente al forte disagio dovuto al sovraffollamento.
Servono interventi urgenti e non annunci di un “piano definitivo delle carceri” perché noi non abbiamo ancora visto neanche quello ipotetico”.

sabato 12 giugno 2010

I detenuti del carcere di Nuoro aderiscono all'appello,solo 2 educatori rispetto ai 6 previsti nell'organico,indecente! carcere,giustizia,politici,angelino alfano,detenuti,governo,costituzione

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OGGI ACCADRA'. I detenuti del carcere di Nuoro aderiscono all'appello,solo 2 educatori rispetto ai 6 previsti nell'organico,indecente! 


Rosa Mordenti
 
 
«Ecco le nostre firme. Sono quelle dei prigionieri del padiglione speciale dell’Alta sicurezza. Ci tenevamo ad esserci e ci saremo per tutte le altre lotte contro lo status quo d’illegalità in cui versano vergognosamente le prigioni italiane». Con questo messaggio sono arrivate per posta, qui in redazione, le firme dei detenuti nel carcere di Badu’e Carros [Nuoro] per aderire all’appello «Le carceri sono fuorilegge» , lanciato da A buon diritto, Antigone e Carta per dare il via a una vera e propria vertenza nei confronti delle istituzioni affinché siano rispettati i diritti delle persone detenute.


Il carcere di Nuoro, tra l’altro, è tra i più invivibili in Italia. Nel suo rapporto sulle condizioni di tutte le carceri italiane, a proposito di Badu’e Carros l’associazione Antigone scrive: «Permangono a livello strutturale delle situazioni critiche, come la presenza di celle di 29 mq che ospitano fino a sei -sette detenuti». E ancora «il sovraffollamento, la mancanza dei fondi necessari per i lavori di adeguamento della struttura e la carenza di organico sono tra i problemi principali dell’istituto. Ci sono due educatori contro i sei previsti dalla pianta organica, è assente la figura dello psicologo». Un anno fa, nel carcere di Badu ‘e Carros, morì Giampaolo Cardia. Il referto ufficiale parla di morte per arresto cardiaco, però è stata aperta un’inchiesta, e Sardigna Natzione denunciò la morte «in seguito a una congestione provocata dalla doccia gelata, l’unica possibile dal momento che nel carcere l’acqua calda è un lusso».

Ecco i nomi dei detenuti nel carcere di massima sicurezza di Badu’e Carros che aderiscono all’appello [purtroppo alcuni sono illegibili]: Giuseppe Fontana, Gioacchino Corso, Giovanni Soddu, Gennaro Mokbel, Diego Calì, Pasquale Zagone, Vincenzo Pisacane, Antonio Possidente, Giuseppe Sorgia, Qoba Cesk, Shemsedin Dobelluka, Tom Fufi, Markci Bardhok, Alberto Campus, Renato Carone, Gianluca Bolloco, Maurizio Fermento, Vincenzo Ricciardi, Alexander Aleto, Onvamdnam Callistus, Antonio Marini, Michelangelo Dionsilio, Giuseppe Lo Verde, Tommaso Zeno, Cosimo Di Fonte, Sabato Nappa, Giulio De Angioletti, Salvatore Puggioni, Giancarlo Orru, Francesco ferrari, Vincenzo palma, Cosimo Di Pierro, Gaetano Stabilo, Rosario Petrolo, Fiore Gentile, Francesco Lacognata, Giuseppe Fonda, Gaetano Covello, Ganer Isofom, Giuseppe Laudani, Salvatore Mariano, Ciro Paduano, Pietro Salerno, Luigi Galli, Antonio Alcamo, Alessandro Bozza, Carmine De Stefano, Francesco Stilo.

Le adesioni [vanno mandate a carta@carta.org] continuano a crescere, ogni giorno, lentamente ma senza fermarsi Tra gli ultimi a voler partecipare alla campagna ci sono Grazia Zuffa di Fuoriluogo, Erri De Luca, il Comitato Verità e Giustizia per Aldo Bianzino.

giovedì 10 giugno 2010

Giulio Marini,PD,interroga Alfano su carenza agenti ed educatori del carcere di Viterbo. carcere,governo,angelino alfano,giustizia,educatori penitenziari,detenuti,politici,italia

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Interrogazione a risposta in Commissione:




GIULIO MARINI.

- Al Ministro della giustizia.

- Per sapere

- premesso che:

il sistema penitenziario nazionale attraversa un assai noto periodo di grave sovraffollamento e la realtà della casa circondariale di Viterbo emerge tra le criticità; alcune peculiarità del fenomeno sono direttamente imputabili alle cause del sovraffollamento penitenziario, altre alle inefficienze di gestione nelle assegnazioni delle risorse verso la periferia;

l'istituto della casa circondariale di Viterbo può essere considerato, per importanza, il terzo carcere laziale con una presenza di circa 700 detenuti, tra i quali, 50 in regime di 41-bis, 100 in alta sicurezza, 40 protetti;

la forza del locale Reparto di Polizia Penitenziaria è attualmente di 360 unità a fronte delle 540 previste dalla pianta organica (non conteggiando le 33 unità necessarie all'apertura del reparto di medicina protetta presso l'ospedale di «Belcolle» - Viterbo, avvenuta nel 2005, in tempo successivo alla previsione normativa per l'organico del decreto ministeriale 2002 e la prospettiva di 3 unità del ruolo dei commissari avvenuta anch'essa post 2002) quindi in carenza del 30 per cento con ben 180 unità mancanti secondo quanto recriminato dalle sigle sindacali;

ad oggi l'unico provvedimento preso dal Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, per colmare la grave carenza di organico, come si apprende da fonti sindacali, è stato l'invio in missione di 12 unità di polizia penitenziaria per il solo periodo compreso tra il 12 maggio 2010 e il 30 giugno 2010 (data che coincide proprio con l'inizio del piano ferie);

da fonti sindacali si apprende che il monte ore per il lavoro straordinario assegnato all'istituto è di 35000 ore per l'anno 2010;

è tutt'ora in atto uno stato di agitazione delle sigle sindacali locali che ha visto, tra l'altro, diverse manifestazioni di protesta poste in essere -:

se risponda al vero che negli ultimi tre anni la casa circondariale di Viterbo abbia perso circa 50 unità di polizia penitenziaria per pensionamento o riforma totale a causa di patologie per servizio e che le stesse non siano mai state reintegrate;

se risponda al vero, come appreso da fonti sindacali, che dopo un primo piano di mobilità previsto dal dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, che prevedeva l'assegnazione di 39 agenti di polizia penitenziaria, ne abbia fatto seguito un secondo con la previsione di 15 unità, per poi lasciare il posto addirittura ad un terzo che ne prevede 12; in caso affermativo quali siano le ragioni di tale decremento delle risorse umane destinate al carcere di Viterbo;

se, nonostante le gravi carenze di organico del reparto di polizia penitenziaria di Viterbo, sia prevista a breve l'apertura della sezione IV piano lato «D» (destinata ad ospitare 50 detenuti in alta sicurezza) e la riapertura delle officine di falegnameria e sartoria all'interno del reparto delle lavorazioni, tutt'ora presidiato da un insufficiente nucleo di vigilanza;

se risultino spesso disattivate, malgrado la presenza di detenuti in regime di 41-bis ed alta sicurezza, le postazioni di sentinella sul muro di cinta e se lo stesso sia sprovvisto di un idoneo impianto tecnologico anti-intrusione e video sorveglianza; in caso affermativo quali siano gli interventi strutturali per la dotazione di un sistema anti scavalcamento, idoneo a supportare le attività di vigilanza della polizia penitenziaria ed a tutelare la sicurezza della struttura e dell'intera cittadinanza;

se risulti una elevata concentrazione, come lamentato dalle sigle sindacali, di detenuti trasferiti da altri penitenziari della regione e del territorio nazionale, per motivi di ordine e sicurezza, ovvero di soggetti che più di altri creano tensioni all'interno dei penitenziari (spesso detenuti dediti all'introduzione in carcere di sostanze stupefacenti o comunque protagonisti di aggressioni ad altri detenuti) e quindi necessitano di maggiori controlli, una maggiore presenza di personale di polizia penitenziaria ed educatori;

quali siano le ragioni per cui nonostante le continue richieste di sfollamento, il dipartimento dell'amministrazione penitenziaria non prenda iniziative finalizzate a riportare alla normalità situazioni specifiche, che rischiano di diventare esplosive con il passare dei giorni, tanto da risultare, come si prende atto da lamentele sindacali, che sovente la sezione destinata ai Nuovi Giunti ed all'isolamento sia piena con la conseguenza che, gli ultimi arrivati stiano per diverso tempo nella sezione, priva tra l'altro degli spazi trattamentali (si pensi all'importanza per un detenuto della sala per la socialità o il passeggio in comune), e che invece i detenuti sanzionati con l'esclusione delle attività in comune, a norma dell'ordinamento penitenziario, non possano scontare la sanzione per mancanza di celle singole rimanendo in sezione, in uno stato di impunità che può comportare gravi ricadute dal lato della sicurezza;

se, come riferito dalle medesime fonti sindacali, siano in aumento a causa delle sproporzioni tra detenuti etero-aggressivi e personale di polizia penitenziaria, casi di aggressioni a danno degli stessi agenti di polizia penitenziaria;

avendo acquisito dati che attestano un'abnorme presenza, tra i detenuti ristretti nella casa circondariale, di soggetti affetti da gravi patologie (430/440 in varie terapie, 12 HIV positivi, 175 tossicodipendenti, 18 terapie metadoniche, 80 HCV positivi, 21 terapie anti-retrovirale, 22 diabetici, 75 tra cardiopatici ed ipertesi e ben 230 terapie psichiatriche), se siano previste misure organizzative idonee a fronteggiare in modo efficace le esigenze di tali detenuti in un quadro a dir poco allarmante;

se risponda al vero quanto lamentato dalle sigle sindacali, ossia il fatto che, nella ripartizione del monte ore per il lavoro straordinario, vi sia stata una grave sottovalutazione del fabbisogno dell'istituto viterbese in rapporto ad altre realtà della regione Lazio che, pur avendo meno detenuti e meno personale amministrato, hanno ottenuto in proporzione molte più ore da parte del provveditorato; se sia vero che addirittura parte dell'esiguo monte ore assegnato venga assorbito, in misura pari al 10 per cento, da servizi svolti dal nucleo traduzioni e piantonamenti di Viterbo, per il piantonamento di detenuti ristretti in istituti romani presso il palazzo di giustizia di Roma; se per tutto ciò sia prevista un'integrazione del monte ore che tenga conto delle sperequazioni iniziali e sostenga la grave carenza di uomini che affligge il carcere viterbese;

se, visto che nell'anno 2008 operavano nell'istituto, nell'area del trattamento, un capo area e cinque educatori e che attualmente operano un capoarea e tre operatori (rapporto di 1 a 170 detenuti), siano previste integrazioni di personale dell'area del trattamento idonee a sanare una situazione manifestamente inadeguata, ove si tenga conto dell'elevata concentrazione di detenuti tossicodipendenti e psichiatrici, con alto rischio di suicidio;

quali iniziative adotti la direzione dell'istituto per fronteggiare le attuali criticità e migliorare il benessere del personale, stante anche la grave problematica del crescente numero di suicidi da parte di appartenenti al Corpo di polizia penitenziaria.
(5-03026)