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Sign for Aiutaci a garantire l'effettiva applicazione dell'art. 27 Cost.(funzione rieducativa della pena)

Mercoledi',23 Marzo 2011: interrogazioni per l'assunzione degli educatori penitenziari

Mercoledi',23 Marzo 2011,

(rinvio del 16 Marzo 2011)

in commissione giustizia discussione delle interrogazioni orali per l'assunzione degli educatori penitenziari.


5-04298 Cassinelli: Sull’iter del concorso pubblico per educatore penitenziario


5-04314 Ferranti: Questioni relative all’assunzione dei vincitori del concorso per educatore penitenziario




Per leggere il testo delle interrogazioni vai su news giornaliere o etichetta interrogazioni parlamentari




Carceri:necessario assumere educatori,assistenti e psicologi.

26 agosto 2010



Giustizia: Bernardini (Radicali); basta morti in carcere, varare in fretta misure deflattive



“Il tempo dell’illegalità e dell’inciviltà carceraria italiana è scandito ad un ritmo impressionante dalle morti, dai suicidi. Dico al Governo e ai miei colleghi parlamentari che così numerosi hanno partecipato all’iniziativa del Ferragosto in carcere, che occorre fare in fretta a varare, intanto, misure adeguate a decongestionare la sovrappopolazione carceraria”. Lo afferma Rita Bernardini, deputata Radicale, membro della Commissione Giustizia della Camera, dopo la morte di un detenuto a Sulmona. “Il disegno di legge Alfano - così come svuotato dalla Commissione Giustizia della Camera - non serve a spegnere l’incendio di disperazione e di morte che sta divampando - prosegue.Affidare infatti ai Tribunali di sorveglianza la valutazione della pericolosità sociale e l’idoneità del domicilio per consentire di scontare ai domiciliari pene residue sotto i 12 mesi, significa paralizzare tutto: la valutazione arriverà troppo tardi! Si dia ai direttori degli istituti penitenziari questo compito che saprebbero fare meglio e più in fretta dei magistrati di sorveglianza. Ridimensionata almeno un po’ la popolazione detenuta, occorre immediatamente riformare il sistema come previsto dalle mozioni approvate in gennaio dalle aule di Montecitorio e di Palazzo Madama a partire dallo stop all’uso indiscriminato della carcerazione preventiva e alla depenalizzazione dei reati minori, per arrivare alle misure e pene alternative che si rivelano molto più efficaci del carcere ai fini della rieducazione e del reinserimento sociale, all’adeguamento degli organici penitenziari (agenti, educatori, psicologi, assistenti sociali), alle possibilità di lavoro per i detenuti, agli istituti di custodia attenuata dove i tossicodipendenti possano curarsi”.





5 luglio 2010





Carceri: Favi, "Bene Tg2, condizioni indegne per detenuti e lavoratori"



Dichiarazione di Sandro Favi responsabile Carceri del Partito Democratico



L’inchiesta del Tg2 sulla drammatica situazione delle nostre carceri evidenzia ciò che il Partito Democratico denuncia da mesi, e cioè condizioni di vita per i detenuti e per i lavoratori penitenziari del tutto indegne. Quelle viste all’Ucciardone sono situazioni che in realtà riguardano la stragrande maggioranza delle carceri italiane. Le morti in carcere e gli atti di autolesionismo sono segnali inequivocabili: occorre attuare da subito politiche penitenziarie che decongestionino gli istituti. È assolutamente necessario investire sulle misure alternative alla detenzione e sull’aumento di agenti di polizia penitenziaria, di educatori, di assistenti sociali e psicologi.



Finora il ministro Alfano e il direttore delle carceri Ionta hanno saputo solo ipotizzare un piano carceri che avrà lunghissimi tempi di realizzazione e che non inciderà minimamente per un miglioramento della situazione nell’immediato.



Così non va.









Lettere: senza assunzione personale educativo il ddl Alfano è inutile





Comunicato stampa, 29 maggio 2010





Ai deputati di commissione bilancio



e giustizia camera









Al sottosegretario



On. Caliendo









Al sottosegretario



On. Giorgetti Alberti







Egregi Onorevoli,



dopo aver appreso la notizia sul parere negativo della Commissione Bilancio sugli artt. 2 quater e 2 sexies del Ddl Alfano questo Comitato ritiene necessario porre alla Vostra attenzione alcune osservazioni. L’eliminazione dell’articolo aggiuntivo Schirru 2.060 svuoterebbe di significato il Ddl Alfano riducendolo ad una imago sine re.



L’investimento in risorse umane è propedeutico alla concreta materializzazione della normativa contenuta nel provvedimento. Secondo quanto enunciato dall’art. 1 comma 3 del Ddl. il magistrato di sorveglianza decide sulla base della relazione inviatagli dall’istituto penitenziario.



Alla luce della normativa penitenziaria è l’educatore colui che osserva il comportamento del detenuto e provvede alla stesura della relazione di sintesi, cioè di quella relazione di cui si servirà il magistrato di sorveglianza per la decisione finale sulla misura alternativa.



Senza l’incremento di ulteriori unità di personale pedagogico la situazione del sovraffollamento carcerario non potrà mai essere risolta né tantomeno potrà trovare risoluzione la drammatica condizione in cui versano le carceri italiane.



Pochi educatori significa poche relazioni da inviare al magistrato di sorveglianza. Pochi educatori significa impossibilità di fare il trattamento. Pochi educatori significa stasi della concessione di misure alternative. L’eliminazione dell’articolo aggiuntivo Schirru creerebbe un vero e proprio effetto boomerang che provocherebbe la totale paralisi del Ddl Alfano.



La Commissione Giustizia dopo aver preso atto della grave situazione di disagio in cui versano le carceri italiani ha dato voce all’articolo 27 della Costituzione decidendo di investire su quello che già nel Settecento Beccaria definiva “il più sicuro mezzo di prevenire i delitti” ossia l’educazione.



L’approvazione dell’articolo aggiuntivo che esclude il Dap dalla riduzione della pianta organica e dal blocco delle assunzioni costituisce una vera e propria presa di coscienza dell’assunto secondo il quale non può esserci alcun miglioramento delle condizioni di detenzione senza l’investimento in risorse umane.



Si evidenzia inoltre che l’emendamento è già stato “riformulato” originariamente infatti prevedeva l’obbligo per il governo,dopo l’invio della relazione per l’adeguamento della pianta organica, di predisporre entro 2 mesi un piano straordinario di assunzioni.



La totale eliminazione di questo emendamento volto alla concreta applicazione della misura alternativa sulla quale questo Governo intende puntare per risolvere il dramma del pianeta carcere renderebbe inutile l’approvazione di un Ddl che non riuscirebbe mai ad essere attuato.



Ci sarebbe infatti una vera e propria antinomia tra norma e realtà. La realtà è che la situazione carceraria italiana è drammatica e preoccupante.



I continui suicidi in carcere sono da porre in relazione con le insopportabili condizioni di disagio in cui vivono i reclusi delle carceri italiane alla carenza di trattamento e attività rieducative e alla mancata assistenza psicologica dovuta alla cronica carenza di personale educativo



Ebbene, l’Italia, Paese democratico, è stata condannata dalla Cedu per trattamento degradante e disumano. A tale situazione va data una risposta concreta, soprattutto se si considera che il bilancio dello stato potrebbe essere aggravato dalle condanne della Cedu (Sic!).



Inoltre non si comprende come la crisi riguardi solo le risorse umane e non anche lo stanziamento dei fondi per l’edilizia penitenziaria ,infatti, una volta costruite nuove carceri queste rimarranno inutilizzate (Sic!) Un esempio è fornito dal carcere di Agrigento e dal carcere di Rieti, a Pinerolo inoltre, c’è un carcere vuoto da 10 anni ma è già stata individuata un’area per costruir un nuovo carcere (fonte Girodivite).



Per un provvedimento importante, come quello in esame, che punta sulla rieducazione e sul recupero del reo, occorre assumersi delle responsabilità serie, perché l’incremento del personale pedagogico rappresenta il sine qua non della correlazione legge - realtà.



Ancora una volta si evidenzia inoltre che il “decantato” vulnus di copertura finanziaria può essere sanato attingendo dai fondi della Cassa delle Ammende che secondo quanto disposto dall’art 129 III comma del Dpr 30 giugno 2000, n. 230, devono essere destinati ai programmi che tendono a favorire il reinserimento sociale dei detenuti e degli internati anche nella fase di esecuzione di misure alternative alla detenzione”e non all’edilizia penitenziaria (Sic!) . Qualora il Governo non intenda attingere i fondi necessari dalla cassa delle Ammende potrebbe ricavarli dai fondi del Fug, visto che il Presidente del Consiglio dei Ministri ha firmato il decreto che assegna per la prima volta le quote delle risorse sequestrate alla mafia e i proventi derivanti dai beni confiscati al Fondo Unico Giustizia (Fug), nella misura del 50 per cento al Ministero dell’Interno e del 50 per cento al Ministero della Giustizia. Attingendo i fondi o dalla cassa delle Ammende o dal Fug non vi sarebbe alcun onere aggiuntivo in quanto gli stessi sono già previsti in bilancio.



Per le ragioni suesposte riteniamo che l’emendamento presentato dall’On. Donatella Ferranti e Schirru sia una vera proposta “bipartisan” che deve, necessariamente,trovare accoglimento così come è stato approvato in Commissione Giustizia.



Riteniamo altresì che il governo, dopo aver provveduto all’adeguamento della pianta organica anche in relazione alla popolazione detenuta ( quasi 70mila detenuti) debba predisporre un piano straordinario di assunzioni di educatori penitenziari da attingersi dalla vigente graduatoria del concorso pubblico per esami a 397 posti nel profilo professionale di Educatore, Area C, posizione economica C1, indetto con Pdg 21 novembre 2003.



Una scelta in tal senso rappresenterebbe la chiave di volta per un chiaro e ben preciso impegno di responsabilità affinché la drammatica situazione che affligge il pianeta carcere possa finalmente essere risolta. Per tali ragioni auspichiamo che tutta la commissione bilancio della camera e il sottosegretario Alberto Giorgetti facciano una seria e proficua riflessione riconoscendo l’importanza ai fini dell’attuazione del Ddl in esame dell’emendamento Schirru 2.060.





FERRANTI SU DDL CARCERI,OTTENUTO ANCHE AMPLIAMENTO ORGANICO EDUCATORI PENITENZIARI.

Donatella Ferranti,PD:piano programmato di assunzioni del personale degli educatori.

Governo favorevole a emendamenti Pd per potenziamento personale penitenziario:piano programmato di assunzioni, per l`adeguamento degli organici del personale di Polizia penitenziaria, degli educatori, degli assistenti sociali e degli psicologi.


18 maggio 2010


La commissione Giustizia della Camera ha cominciato a votare gli emendamenti presentati al ddl carceri e il Governo ha dato parere favorevole alle proposte di modifica del Pd che prevedevano il potenziamento del personale civile e amministrativo penitenziario (psicologi, educatori, ecc) e l’adeguamento delle piante organiche di carabinieri e polizia in funzione del nuovo impegno che dovranno svolgere per vigilare sui detenuti che trascorreranno agli arresti domiciliari l’ultimo periodo della loro detenzione. Il capogruppo del Pd in commissione giustizia, Donatella Ferranti, ha espresso soddisfazione per questo parere favorevole del Governo augurandosi che alla fine l’emendamento venga approvato.



Pd: nostre proposte sono su linea indicata da Napolitano

“Il Pd è pronto” a rispondere al monito del presidente della Repubblica sulla necessità di risolvere il sovraffollamento delle carceri e “a fare la propria parte”. Per questo, annuncia Sandro Favi, responsabile Carceri dei democratici, “nei prossimi giorni il nostro partito presenterà proposte su questi temi, in un quadro di sistema e in continuità e sviluppo delle mozioni approvate dal Parlamento già nei primi mesi di quest`anno”.

“Proporremo - spiega Favi - che si proceda alla revisione del codice penale, che vengano riviste le norme che determinano l`alta incidenza di imputati in custodia cautelare in carcere e quelle sul trattamento penale dei tossicodipendenti, che siano ampliate le opportunità di accesso alle misure alternative alla detenzione. Chiederemo inoltre al Governo - prosegue - un piano programmato di assunzioni, per l`adeguamento degli organici del personale di Polizia penitenziaria, degli educatori, degli assistenti sociali e degli psicologi, nonché gli indispensabili stanziamenti ed investimenti per ripristinare la corretta funzionalità ed operatività dei servizi e delle strutture”.

“Il Partito Democratico - conclude l’esponente del Pd - rinnova la stima e la fiducia degli appartenenti al Corpo di polizia penitenziaria e l`apprezzamento verso i dirigenti dell`Amministrazione penitenziaria, verso le professionalità socio-educative, sanitarie, amministrative e tecniche che, in questa fase difficile, dimostrano il proprio impegno con alto senso di umanità e qualificate competenze”.

Ferranti: "Iter rapido? Vediamo atteggiamento maggioranza su nostre proposte"

Carceri: Pd, "Testo migliorato in commissione, ma serve uno sforzo in più" Ferranti: "Iter rapido? Vediamo atteggiamento maggioranza su nostre proposte"

“Lo stralcio della messa in prova consentirà di esaminare rapidamente il provvedimento sulla detenzione domiciliare”. Lo dichiara la capogruppo del Pd nella commissione Giustizia della Camera, Donatella Ferranti facendo notare come ‘la messa in prova non riguardava la popolazione carceraria e quindi non avrebbe avuto effetti sul grave stato di sovraffollamento delle carceri italiane. In ogni caso – sottolinea la democratica – il voto di oggi conferma il nostro giudizio negativo sul testo uscito dal consiglio dei ministri che era confuso ed inefficace anche perché privo di qualsiasi copertura finanziaria. Stiamo adesso valutando se aderire o meno alla richiesta di un voto in sede legislativa sul testo modificato nel corso dei lavori in commissione. La nostra disponibilità dipenderà anche dall’atteggiamento della maggioranza sulle nostre ulteriori proposte di modifica. In particolare: la tutela delle vittime di violenza domestica, il rafforzamento del personale di polizia (non solo quella penitenziaria) e del personale del comparto civile dell’amministrazione penitenziaria(educatori e psicologi)”.


Proposta emendativa 8.01.


Dopo l'articolo 8 inserire il seguente:


«Art. 8-bis. - 1. Entro centottanta giorni dall'entrata in vigore della presente legge, il Ministro della Giustizia, sentiti i Ministri dell'interno e della funzione pubblica, riferisce alle competenti Commissioni parlamentari in merito alle necessità di adeguamento numerico e professionale della pianta organica del Corpo di Polizia penitenziaria e del personale del comparto civile del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria anche in relazione all'entità numerica della popolazione carceraria e al numero dei posti esistenti e programmati.

2. A tal fine il Governo presenta al Parlamento entro i successivi novanta giorni un apposito piano straordinario di assunzioni di nuove unità specificandone i tempi di attuazione e le modalità di finanziamento.».
Ferranti Donatella, Schirru Amalia, Samperi Marilena, Amici Sesa



Proposta emendativa 8.03.

Dopo l'articolo 8 inserire il seguente:


«Art. 8-bis. - 1. Al comma 8-quinquies, della legge n. 26 del 2010, dopo le parole Il Corpo della Polizia penitenziaria, sono inserite le seguenti il personale del comparto civile del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria,».
Schirru Amalia, Ferranti Donatella, Samperi Marilena, Amici Sesa



28-04-10


Dopo l'ennesimo suicidio in carcere (23 dall'inizio dell'anno), nel penitenziario di Castrogno, a Teramo, il parlamentare dell'IdV, Augusto Di Stanislao, ribadisce la necessita' di interventi diretti ed immediati da parte del Governo. ''Non e' piu' ammissibile - afferma il deputato IdV - una tale situazione di completa incapacita' da parte del Governo di affrontare concretamente le problematiche delle carceri in Italia''. Di Stanislao ricorda che ''dopo varie visite presso il carcere di Castrogno e altrettante interrogazioni ad Alfano, dopo una mozione a mia prima firma approvata all'unanimita', con la quale anche la maggioranza si e' impegnata in una serie di iniziative atte a risollevare una drammatica realta' focalizzando l'attenzione sul sovraffollamento e sulla carenza di personale penitenziario e di educatori, dopo l'annuncio dell'emergenza carceri di Alfano e del fantomatico piano carceri, dopo continue denunce e sollecitazioni dei sindacati sulla necessita' di intervenire sulle strutture, sugli organici, siamo ancora di fronte ad una situazione insostenibile e all'emergenza soluzioni''. ''Ho presentato da tempo - conclude Di Stanislao - una proposta di legge per istituire una Commissione d'inchiesta parlamentare sulla situazione delle carceri in Italia che, ora piu' che mai, diventa fondamentale per dare risposte e soluzioni ai molteplici problemi e disagi dell'intero mondo penitenziario''.




Di Stanislao:il ministro tace sulle assunzioni degli educatori,riferisca in parlamento.

“E’ giusta l’assunzione di 2.000 agenti così come evidenziato da Sarno, Segretario generale Uil Pa Penitenziari, per garantire il turnover e quindi supplire la carenza del personale di polizia penitenziaria, ma vi è una colpevole dimenticanza da parte del Ministro quando tace sulla necessità di garantire la presenza degli educatori così come previsto nella Mozione IdV approvata all’unanimità dal Parlamento.” Queste le parole dell’On. Di Stanislao che prosegue: “Non vorremmo che questo impegno del Ministro si focalizzi esclusivamente sull’edilizia carceraria e altresì non vorremmo che dietro la parola magica “stato di emergenza” si celi il grimaldello per ridare vita ad una ” Carceri d’oro 2″ che in barba alla procedure di appalti e alla trasparenza abbiano buon gioco, piuttosto che la pubblica utilità e l’urgenza, i furbetti delle sponsorizzazioni. Si segnala al Ministro, nel frattempo, che in Italia vi sono 40 penitenziari incompiuti ed inutilizzati in un Paese che ne ha 171 in tutto e nel Piano Carceri presentato non c’è cenno di recupero di questo patrimonio. Chiedo che il Ministro venga, così come richiesto in Aula, a riferire in Parlamento sugli impegni presi in relazione ai tempi e modi e risorse da impiegare. Nel frattempo con due distinte interrogazioni chiedo al Ministro quale modello di recupero intenda mettere in campo visto che non si parla assolutamente di assumere gli educatori e cosa intenda fare per i 40 penitenziari incompiuti.”


16 Marzo 2010:interrogazione a risposta in Commissione su assunzione idonei educatori penitenziari

Convocazione della II Commissione (Giustizia)

Martedì 16 marzo 2010

Ore 13.45

5-02550 Ferranti: In relazione all’assunzione di educatori penitenziari


Interrogazione a risposta in Commissione:

FERRANTI, MELIS, TIDEI e SAMPERI.



- Al Ministro della giustizia.

- Per sapere

- premesso che:

il 17 febbraio 2010 il Sottosegretario per la giustizia Caliendo è intervenuto in Senato sul tema dell'assunzione degli educatori penitenziari reclutati tramite il concorso pubblico per esami a 397 posti nel profilo professionale di educatore, area C, posizione economica C1, indetto con PDG 21 novembre 2003;

nel corso della succitata seduta, il Sottosegretario Caliendo ha affermato che entro aprile 2010 saranno assunti in via definitiva tutti gli educatori che hannosuperato i precedenti concorsi, oltre ai 170 già assunti (anche se agli interroganti risulta che siano stati assunti 97 educatori);

in realtà, l'assunzione dei vincitori del suddetto concorso era già programmata con l'indizione dello stesso nel 2003, per il quale il dipartimento dell'amministrazione penitenziaria già disponeva dei fondi necessari;

lo stesso Ministro interrogato, onorevole Alfano, aveva riconosciuto l'improcrastinabilità e l'urgenza di assumere più unità di educatori quando, il 12 gennaio 2010, furono approvate alla Camera le mozioni sui problemi del carcere presentate da vari gruppi parlamentari;a fronte di una popolazione carceraria di 67.000 unità, il rapporto educatore/detenuto è di circa 1 a 1.000, cosa che rende in pratica impossibile lo svolgimento di qualsivoglia progetto rieducativo impedendo il corretto reinserimento del detenuto nel tessuto sociale, così come previsto nel dettato costituzionale;

non avendo il Ministro interrogato ancora proceduto all'assunzione di ulteriori unità degli educatori, limitandosi a rimandare la questione ad un futuro confronto in merito con i Ministri Tremonti e Brunetta, sarebbe auspicabile ed urgente un rapido avvio della procedura di assunzione di educatori, almeno per completare la già esigua pianta organica, ulteriormente ridotta di circa 400 unità dal decreto legislativo n. 150 del 2009

se non ritenga opportuno procedere celermente all'assunzione di educatori attingendo dalla vigente graduatoria degli idonei risultante dal concorso pubblico a 397 posti di cui in premessa, al contempo prorogando la validità della stessa per almeno un quinquennio, al fine di permetterne lo scorrimento graduale per compensare il turn-over pensionistico, evitando l'indizione di nuovi concorsi che comporterebbe ulteriori oneri finanziari.

(5-02550)


Risposta all'interrogazione di Donatella Ferranti:dal 2011 assunzioni degli idonei educatori concorso,il comitato vigilera'.

Nel rispondere agli On. interroganti ritengo opportuno segnalare che il concorso pubblico per esami a 397 posti nel profilo di "Educatore", Area C, posizione economica C1, dell'Amministrazione Penitenziaria, è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 30 del 16.4.2004 - IV serie speciale e si è concluso in data 9 luglio 2008.La graduatoria definitiva, immediatamente dopo l'approvazione del Direttore Generale con provvedimento dell'11 luglio 2008, è stata trasmessa all'Ufficio centrale per il bilancio per l'apposizione del visto di controllo.Nell'anno 2009, in ragione dell'entità dei fondi stanziati ai sensi dell'articolo 1, comma 346, della Legge 24.12.2007 n. 244, è stato possibile procedere all'assunzione dei primi 103 vincitori del predetto concorso a 397 posti.Quanto alle restanti 294 unità, la competente Direzione Generale di questa amministrazione ha già programmato il relativo piano di assunzione ricorrendo, per la copertura degli originari 397 posti a concorso, allo scorrimento della graduatoria, ai sensi dell'art. 15, co. 7, DPR n. 487/99 e successive integrazioni e modificazioni.I nuovi educatori - alcuni dei quali individuati tra i candidati idonei, ma non vincitori del concorso, attese le 12 defezioni intervenute per rinunce, mancate stipule del contratto o dimissioni da parte degli aventi diritto - hanno infatti già scelto la sede di destinazione e, entro aprile del corrente anno, saranno formalmente assunti con firma del relativo contratto.Per quanto riguarda, invece, l'auspicata possibilità di procedere ad un ulteriore scorrimento della graduatoria oltre il numero dei posti originariamente messi a concorso, mi corre l'obbligo di segnalare che tale eventualità non rientra tra le ipotesi di cui all'art. 15, co. 7, del DPR n. 487/1994 e che pertanto, limitatamente all'anno in corso, non può essere attuata per mancato stanziamento dei fondi occorrenti.I fondi disponibili, infatti, sono stati impegnati sia per l'assunzione dei vincitori del suddetto concorso per educatori, sia per l'assunzione degli idonei al concorso a 110 posti di contabile, a copertura dei posti previsti dal relativo bando ed in ragione delle gravi carenze riscontrate anche nell'area contabile.Dato atto di quanto sopra e, premesso che la validità delle graduatorie è indicata in tre anni dalla data della pubblicazione nei Bollettini ufficiali, faccio presente che, nel caso di specie, la validità della graduatoria del concorso a 397 posti è fissata al 31 maggio 2012 e che, pertanto, a partire dal prossimo anno, in presenza delle risorse economiche necessarie, potranno esservi le condizioni per procedere ad uno scorrimento della graduatoria, anche oltre il numero dei posti pubblicati.




24 febbraio 2010:

ordine del giorno su non riduzione organico educatori di Roberto Rao

La Camera,

premesso che

il provvedimento in esame prevede, all'esito del processo di riorganizzazione di cui all'articolo 74, del decreto legge n. 112 del 2008, un'ulteriore riduzione degli assetti organizzativi delle amministrazioni pubbliche ai fini del contenimento della spesa pubblica;

il comma 8-quinquies dell'articolo 2 individua le amministrazioni che non sono interessate dalle riduzioni descritte, tra cui il Corpo di Polizia Penitenziaria;


nonostante le difficoltà operative, la scarsezza di mezzi e personale risulta, inopinatamente escluso da tale previsione il personale civile del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di adottare ulteriori iniziative normative volte ad includere tra il personale delle amministrazioni non interessate dalla riorganizzazione delle piante organiche non solo quello di polizia penitenziaria ma anche quello civile del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria, con particolare riferimento alle figure degli educatori, degli assistenti sociali e degli psicologi, anche in vista dell'avvio del Piano carceri che necessiterà di adeguate risorse umane e professionali. 9/3210/41. Rao, Ria
.


Accolto come raccomandazione.




19 Febbraio 2010:

ordine del giorno su assunzione educatori di Donatella Ferranti e PD


La Camera,

premesso che:

l'articolo 17-ter stabilisce che, per l'attuazione del cosiddetto «Piano carceri» si conferiscono pieni poteri al Commissario straordinario che, per individuare la localizzazione delle aree destinate alla realizzazione di nuove infrastrutture carcerarie, d'intesa con il Presidente della regione territorialmente competente e sentiti i sindaci dei comuni interessati, potrà agire in deroga alla normativa urbanistica vigente, velocizzando procedure e semplificando le gare di appalto, utilizzando il modello adottato per il dopo terremoto a L'Aquila, derogando anche all'obbligo previsto dalla legge 7 agosto 1990, n. 241, volto a consentire agli interessati, proprietari delle aree che si intendono espropriare, la necessaria partecipazione al procedimento amministrativo;

la localizzazione costituisce di per sé variante e produce l'effetto di imporre il vincolo preordinato all'espropriazione e contro di essa non sarà possibile ricorrere al giudice amministrativo e si introduce anche una deroga al limite dei subappalti, che potranno aumentare dall'attuale 30 per cento fino al 50 per cento, in deroga all'articolo 118 del codice dei contratti pubblici; in sostanza, si affidano pieni poteri al Commissario straordinario, che potrà avvalersi anche del Dipartimento per la protezione civile per le attività di progettazione, scelta del contraente, direzioni lavori e vigilanza degli interventi strutturali ed infrastrutturali, in deroga ai criteri di trasparenza e pubblicità e in palese contraddizione con la mozione Franceschini ed altri n. 1-00302 (approvata sostanzialmente all'unanimità alla Camera il 12 gennaio di quest'anno e accettata dal Governo) che impegnava chiaramente il Governo a garantire, nell'ambito dei progetti della nuova edilizia penitenziaria, i criteri di trasparenza delle procedure e l'economicità delle opere evitando il ricorso a procedure straordinarie, anche se legislativamente previste,

impegna il Governo

a verificare l'adeguatezza, in proporzione alla popolazione carceraria, delle piante organiche riferite non solo al personale di polizia penitenziaria ma anche alle figure degli educatori, degli assistenti sociali e degli psicologi, avviando un nuovo piano programmato di assunzioni che vada oltre il turn-over dovuto ai pensionamenti previsto dalla legge finanziaria per il 2010 e che garantisca le risorse umane e professionali necessarie all'attivazione delle nuove strutture penitenziarie, anche distribuendo meglio il personale sul territorio, concentrandolo nei compiti di istituto, sottraendolo ai servizi estranei, consentendogli un adeguato, costante ed effettivo aggiornamento professionale.

9/3196/13.
Donatella Ferranti.



Il comitato vincitori idonei concorso educatori dap in sostegno di Rita Bernadini

Educatori penitenziari sostengono la protesta di Rita Bernardini e Irene TestaRistretti Comitato vincitori e idonei del concorso per educatori condivide e sostiene l’iniziativa non violenta intrapresa da Irene Testa e Rita Bernardini.Il Comitato vincitori e idonei del concorso per educatori condivide e sostiene l’iniziativa non violenta intrapresa da Irene Testa e Rita Bernardini, impegnate in uno sciopero della fame perrichiedere l’esecuzione immediata di quanto proposto nelle cinque Mozioni parlamentari,unanimemente approvate nei giorni 11 e 12 gennaio 2010, riguardanti la situazione del sistema carcerario italiano.Giova ricordare che in quella occasione lo stesso Ministro Alfano assumeva precisi impegni ed affermava che vi avrebbe dato celere e certa attuazione sancendo l’inizio di un nuovo percorso,iniziato con la dichiarazione di Emergenza di tutto il sistema penitenziario alla quale ci si aspettava sarebbe seguita la predisposizione nel Piano Carceri di tutti quegli atti necessari ad ottemperare a quanto detto nelle citate Mozioni per poter, nei tempi strettamente necessari, affrontareconcretamente e efficacemente l´ormai ingestibile situazione creatasi nei nostri istituti penitenziari.Tuttavia, da un’iniziale analisi condotta sui primissimi elementi costitutivi e organizzativi del Piano Carceri emerge solo una particolare attenzione all’aspetto strutturale e custodiale, non prevedendo,invece, alcun intervento per incrementare e favorire la fondamentale componente rieducativa, vero obiettivo dell’esperienza carceraria.Questo Comitato ed altri illustri interlocutori del mondo penitenziario, continuano, infatti, a chiedere a gran voce che vengano assunti più educatori, affinché l’ingresso nelle nostre carceri non si limiti ad un forzato ozio, ma divenga precipuo momento di riflessione e riprogettazione del sé.Ad oggi, però, in merito alla questione degli educatori, alcuna volontà specifica è stata espressa dal Ministro, nonostante, le nostre carceri continuino quotidianamente ad affollarsi a causa dei numerosi nuovi ingressi, ma anche per la spaventosa carenza di educatori che, secondo quanto stabilito dalle vigenti leggi, rappresentano i coordinatori e i realizzatori materiali dei percorsirieducativi, nonché quelle figure professionali atte a garantire, nei giusti modi e nei tempi,l’espletamento, dell’intero iter necessario all’accesso alle misure alternative alla detenzione di quei detenuti che ne avrebbero i requisiti, ma che continuano a restare in carcere a causa dello sparuto numero di educatori attualmente in servizio a fronte di una popolazione di 66.000 persone carcerate.Pertanto, ci uniamo all´Onorevole Bernardini e a Irene Testa per chiedere l´immediata esecuzione delle citate mozioni e auspichiamo che il Ministro Alfano ne predisponga repentinamente l’avvio.Il Comitato, altresì, ad ausilio dell’iniziativa intrapresa da Rita Bernardini e da Irene Testa,promuove una “catena di informazione solidale” impegnandosi a diffondere la conoscenza di tale protesta non violenta tramite l’invio di questo comunicato non solo a tutti gli organi di informazione, ma anche ai propri conoscenti invitandoli a fare altrettanto.Il Comitato vincitori e idonei concorso educatori.


Donatella Ferranti,PD:da Ionta, un primo segnale l'immediata assunzione dei tanti educatori.

CARCERI: PD, VOGLIAMO VEDERCI CHIARO. AUDIZIONE ALLA CAMERA DI IONTA



Roma, 13 gen



''Lo vogliamo esaminare puntigliosamente ed e' per questo che gia' domani chiederemo al presidente della commissione Giustizia, Giulia Bongiorno di attivarsi per prevedere al piu' presto l'audizione del capo del Dap, dott. Franco Ionta''. Cosi' la capogruppo del Pd nella commissione Giustizia della Camera, Donatella Ferranti, commenta l'approvazione del piano carceri da parte del Cdm di oggi. ''I primi dati forniti dal ministro Alfano - sottolinea - non ci convincono fino in fondo: se infatti le carceri italiane possono ''tollerare' sino a circa 64.237 detenuti, da regolamento non potrebbero ospitarne piu' di 43.087. Il grado di sovraffollamento e' elevatissimo, siamo ampiamente fuori quota, e per arrivare ad 80.000 posti, i 21.749 annunciati oggi dal ministro Alfano sembrano insufficienti. E poi - prosegue - non basta costruire muri, occorre riempirli di personale numericamente e professionalmente adeguato: dalla polizia penitenzieria, agli psicologi, agli educatori e agli altri esperti. Di tutto questo ancora non c'e' traccia, ma aspettiamo di conoscere nel merito dal dott. Ionta le cifre esatte, certo - conclude - che un primo segnale potrebbe essere l'immediata assunzione dei tanti educatori e psicologi del concorso''.

Assunzione degli educatori primo impegno del governo

Il Comitato vincitori e idonei del concorso per educatori penitenziari esprime piena soddisfazione per l’approvazione delle cinque mozioni sul problema carcerario discusse ed accolte nei giorni 11 e 12 gennaio 2010 dal nostro Parlamento. Per la prima volta il Governo, rappresentato dal Ministro Alfano, ha preso consapevolezza della grave emergenza del sovraffollamento degli istituti di pena e, fra le altre fondamentali proposte presentate, si è impegnato:- a procedere all’assunzione immediata dei restanti educatori penitenziari previsti dalla pianta organica, da attingersi dagli idonei della vigente e menzionata graduatoria risultata dal concorso bandito per tale profilo professionale, affinché anche costoro possano partecipare ai previsti corsi di formazione che il dipartimento dell’amministrazione penitenziaria deve attivare per questi operatori prima dell’ingresso nelle carceri a cui sono destinati, onde evitare sprechi di danaro per doverli riattivare in seguito;- a prorogare di almeno un quinquennio la validità della graduatoria di merito del concorso citato in premessa, in linea con gli orientamenti del Ministro per la pubblica amministrazione e l’innovazione nonché con le disposizioni in materia di razionalizzazione delle spese pubbliche in vigore - per permetterne un graduale scorrimento parimenti all’avvicendarsi dei fisiologici turn-over pensionistici, al fine di evitare l’indizione di nuovi concorsi per il medesimo profilo che comporterebbero inutili oneri pubblici;- ad assumere iniziative per lo stanziamento di fondi necessari per completare l’organico di educatori previsti dalla pianta organica attualmente vigente presso il dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, considerato che lo sforzo economico da sostenere è annualmente molto esiguo, ma necessario per far funzionare meglio ed in modo più umano una branca importantissima del nostro sistema giustizia che non può più attendere;- a procedere all’alienazione di immobili ad uso penitenziario siti nei centri storici e alla costruzione di nuovi e moderni istituti penitenziari in altro sito;Esprimiamo, quindi, pieno compiacimento per l’importantissimo risultato raggiunto dall’On. Di Stanislao dell’Idv, il quale nella Sua circostanziata e approfondita mozione, ha dimostrato ancora una volta la Sua grande disponibilità e sensibilità verso tali problematiche, sapendo cogliere e far emergere sapientemente le necessità di questo delicato settore della nostra giustizia. Ringraziamo, inoltre, gli onorevoli Bernardini, Rao, Ferranti, Melis, Tidei, Vitali, Balzelli, Donadi, Paladini, Franceschini e tutti coloro che hanno appoggiato con voto favorevole le Loro mozioni, poiché di fronte a queste battaglie di umanità hanno saputo permeare il Loro impegno politico di quell’umanità e di quell’alto senso civico che rende capaci di abbandonare i colori politici e di volgere verso una proficua unità di intenti.Il Comitato vincitori e idonei del concorso per educatori penitenziari, intanto, continuerà a vigilare affinché tali doveri vengano rispettati e proseguirà nel suo lavoro di diffusione della necessità dell’intervento rieducativo e quindi sulla centralità della presenza degli educatori, ovvero di quella figura professionale che rappresenta il vero catalizzatore ed esecutore materiale del percorso rieducativo di un detenuto, percorso che rappresenta l’unica vera speranza di un sano reinserimento sociale di chi vive l’esperienza delle sbarre e che rappresenta uno dei più validi strumenti atti ad evitare quegli stati di inerzia, apatia, depressione, frustrazione, ansia, inadeguatezza che troppo spesso percorrono prepotentemente i corridoi lungo i quali si snodano le fila di quelle celle all’interno delle quali si consumano, quotidianamente, suicidi, abusi, violenze. Auspichiamo, quindi, che il Governo predisponga celermente tutti gli atti necessari ad ottemperare quanto detto e che questa stessa volontà continui ad animarne tutti i passaggi ad essi necessari, per poter, nei tempi strettamente necessari, cominciare ad affrontare concretamente e efficacemente l’ormai ingestibile emergenza creatasi.

Il Comitato vincitori e idonei del concorso per educatori penitenziari

lunedì 31 maggio 2010

Casellati; nel “Piano Carceri” 2mila assunzioni, dai direttori, alle guardie,ai medici,agli educatori e tutto il personale penitenziario,nel frattempo la commissione bilancio boccia emendamenti DDl Alfano perche' non ci sono fondi. Sottosegretario,parole?carcere,governo,giustizia,detenuti,donatella ferranti,politici

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Giustizia: Casellati; nel “Piano Carceri” 2mila assunzioni, dai direttori, alle guardie, ai medici,agli educatori e tutto il personale penitenziario. 


di Martino Valente


Italia Oggi, 31 maggio 2010



Quando il lavoro è una vera prigione. Negli ultimi tre mesi oltre 500 persone hanno trovato un posto fisso come educatori, contabili o collaboratori in istituti penitenziari. A breve partiranno anche i concorsi per l’assunzione di duemila guardie previste dal Piano carceri, provvedimento straordinario che dovrebbe portare a una profonda ristrutturazione del comparto grazie all’aumento di personale e dei centri detentivi.

In altre parole, con i chiari di luna degli ultimi tempi, la prigione è un lavoro (e non il contrario) e tutto il sistema carcerario può essere visto anche come una grande impresa pubblica nella quale investire il proprio futuro. Le carceri sono al collasso per sovraffollamento e il Piano del governo intende portare la capienza per gli “ospiti” a 80 mila unità.

Per questo sono in programma nuove assunzioni di personale e presto sarà necessario programmarne ad altre”, conferma il sottosegretario di stato alla giustizia Maria Elisabetta Alberti Casellati. Oggi, e fino a dicembre, vige lo stato d’emergenza: con 60 mila detenuti in 360 strutture sono in servizio 6.318 tra dirigenti, tecnici amministrativi ed educatori. Il personale di polizia penitenziaria è composto di 38.790 unità. A peggiorare il quadro il fatto che, se non bastasse, la popolazione nelle carceri aumenta di 800 unità al mese (26 al giorno).

Il governo”, puntualizza il sottosegretario, “ha dunque preso atto della situazione e ha deciso di percorrere una strada “costruttiva”, assai diversa rispetto alle scelte spesso solo paradossali fino a oggi adottate (trenta tra amnistie e indulti negli ultimi 60 anni)”.

Altro aspetto da (rivalutare considerando un ipotetico lavoro nelle carceri è che (forse) niente sarà più come prima. “Con il Piano si riuscirà a riportare la situazione sotto controllo e a garantire che l’espiazione della pena avvenga nel pieno rispetto di tutte le garanzie costituzionalmente garantite ai reclusi”, annuncia il braccio destro del ministro Alfano. Oggi le cronache parlano tutti I giorni di suicidi in cella, di condizioni e trattamenti al limite del regolamento e tutto il sistema vive e respira aria di emergenza. Alla realizzazione del piano le carceri come le conosciamo non dovranno essere più le stesse, sotto dotate di fondi, uomini e mezzi. Lavorarci potrà essere meno drammatico (e mortificante) di quanto non sia oggi.

“La riforma intrapresa prevede la creazione di 47 padiglioni all’interno delle carceri esistenti e di otto nuovi istituti. Il piano ha un costo stimato in 600 milioni di euro (500 dei quali previsti in Finanziaria, gli altri 100 a carico del ministero della giustizia) e si avvale anche dell’apporto di capitali privati”, continua Alberti Casellati. “Dal punto di vista del personale che nelle nuove e vecchie strutture dovrà lavorare è prevista l’assunzione di 2 mila agenti di custodia e, in prospettiva, lo sblocco del turnover che garantirà un ulteriore rafforzamento delle piante organiche. La proclamazione dello stato d’emergenza nazionale per tutto il 2010 consentirà di mettere in atto procedure snelle, sulla falsariga di quelle utilizzate per l’emergenza post terremoto in Abruzzo”.

Ma come l’indulto anche le nuove carceri e il nuovo personale rischiano di diventare misure insufficienti e tardive? “Per evitarlo il Piano carceri”, spiega ancora il sottosegretario, “è corredato da una serie di norme che amplieranno l’impatto del provvedimento sull’intero sistema. Il punto di partenza sarà il fatto che circa 24 mila dei 67 mila detenuti nei nostri penitenziari hanno cittadinanza straniera.

Il governo italiano sta avviando una serie di accordi bilaterali che mirano a ottenere la possibilità che questi detenuti scontino la pena nei Paesi d’origine. Si tratta peraltro di una riflessione avviata anche in sede di Unione europea, poi confluita nel “Programma di Stoccolma 2010 - 2014”.

C’è poi la risoluzione che, a partire dal Programma, getta le basi per il finanziamento di nuove carceri con fondi europei in quei paesi, come appunto l’Italia, in cui il sovraffollamento è determinato anche dalla massiccia presenza di detenuti stranieri”. A questo va aggiunta una serie di norme che il governo intende varare, come la messa in prova di tre anni, e l’accelerazione impressa al varo di misure già all’esame del parlamento, come la detenzione domiciliare a chi deve scontare un residuo di pena inferiore ad un anno.

Secondo le più recenti stime i reclusi che si trovano nella condizione di beneficiare di questa ultima norma sono circa 10mila, di cui circa 5.600 italiani, quasi 800 cittadini di paesi dell’Unione e circa 4 mila extracomunitari. “Si tratta”, precisa Alberti Casellati “di un provvedimento che non presenta alcun rischio per la sicurezza dei cittadini, giacché è congegnato in modo tale da infliggere il raddoppio della pena residua a coloro che si sottraessero agli obblighi previsti dalle nuove norme”. La chiamata sarà per concorso e toccherà tutte le figure che lavorano dall’altra parte delle sbarre: il direttore e il vice, le guardie e il personale medico - sanitario, tutte accomunate dal fatto di occuparsi per definizione giuridica del “trattamento dei detenuti e del loro recupero”.

Il direttore è responsabile del carcere e ha molteplici compiti, tra i quali la supervisione di tutto ciò che accade in istituto: oggi se ne contano 360 ma con il già citato Piano saliranno sicuramente. La polizia penitenziaria ha il compito di mantenere l’ordine e garantire la sicurezza sia dentro alla struttura sia negli spostamenti all’esterno. In organico oggi se ne contano circa 40 mila ma, come detto, è prevista l’assunzione di altre duemila unità a breve e nuovi concorsi. L’educatore è una figura di primaria importanza, coordina infatti tutte le attività che si svolgono all’interno dell’istituto (sociali, culturali, ricreative...) e traccia una sintesi della personalità del detenuto.

La relazione scritta dall’educatore, in collaborazione con lo psicologo e il criminologo viene inviata al magistrato, che in taluni casi può decidere di affidare il detenuto ai servizi sociali. Ciascun istituto è dotato di servizio medico e di servizio farmaceutico e dispone di almeno uno specialista in psichiatria (legge 354/1975, art. 11). Lo psicologo analizza la personalità del recluso, che in questo caso diventa “paziente”. Il criminologo infine ha un compito assai diverso che è quello di scoprire le caratteristiche che hanno portato la persona a compiere il reato cercando di valutarne la pericolosità sociale e la possibilità di continuare nell’attività criminosa.

Carcere:si teme una “evasione” di massa dei volontari perche' mancano troppi educatori,psicologi,assistenti sociali. angelin o alfano,governo,detenuti,politici

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Giustizia: dalle affollate carceri italiane adesso si teme una “evasione” di massa… dei volontari perche' ci sono troppi
vuoti di organico educatori,psicologi,assistenti sociali.



di Carlo Giorgi



Il Sole 24 Ore, 31 maggio 2010


Dalle carceri italiane si teme una “evasione” di massa. Una fuga, però, non di detenuti ma di volontari. Gli istituti di pena italiani non hanno mai visto una situazione più critica: a fine marzo i detenuti “censiti” dal ministero della Giustizia erano 67.206, oltre una volta e mezza il numero di ospiti consentiti dalla capienza del sistema penitenziario (44.236 posti). Un simile sovraffollamento rende impossibile il lavoro degli agenti di polizia e, soprattutto, la vita dei reclusi. E il numero di suicidi dei detenuti è aumentato, raggiungendo quota 24 nei primi cinque mesi del l’anno.


Autosospensione

È per questo motivo che la Conferenza nazionale volontariato e giustizia, che rappresenta il volontariato di settore in Italia, ha sollecitato i propri aderenti a realizzare manifestazioni pacifiche che contemplino anche, fatto del tutto inedito, l’autosospensione dal servizio. “Nelle carceri le necessità sono tali che spesso i volontari suppliscono alle mancanze dello Stato - spiega Elisabetta Laganà, presidente della Conferenza nazionale - . Siamo davvero preoccupati: con l’attuale sovraffollamento mancano gli spazi per svolgere le attività previste; in questo modo i volontari non riescono a lavorare e le persone ospitate in carcere non possono che peggiorare. Per far capire la gravità della situazione, abbiamo invitato le associazioni a considerare anche la temporanea sospensione delle attività. Ciascuno tuttavia, sceglierà la propria forma di protesta, più o meno simbolica”.


Presenza non uniforme

Secondo gli ultimi dati ministeriali disponibili, i volontari che svolgono il loro servizio nelle carceri italiane sono 9.576: la media è di un volontario ogni sette detenuti. In Italia la presenza del volontariato non è uniforme. La Lombardia, regione con il maggior numero di volontari (2.433) e di detenuti (9.030), vanta la media di un volontario ogni 3,7 reclusi. Una condizione simile si rileva in Veneto (3,6, il migliore “rapporto”) e in Lazio (4,4). Al l’estremo opposto, c’è la situazione in Abruzzo e con soli 162 volontari su una presenza di 2.329 detenuti: la media è di un volontario ogni 14,4 reclusi.

L’ordinamento penitenziario italiano (legge 354/1975) norma l’attività di volontariato agli articoli 17 e 78. I volontari più numerosi (8.194) sono quelli definiti dall’articolo 17: operano per la risocializzazione del detenuto attraverso attività precise. Si diventa volontari “articolo 17” presentando domanda al direttore dell’istituto, che la valuta comunicando la richiesta al magistrato di sorveglianza. I volontari definiti dall’articolo 78, invece, sono più rari (1.382): la loro candidatura passa direttamente attraverso il magistrato di sorveglianza e viene valutata dal Provveditorato locale. I volontari “articolo 78”, inoltre, lavorano in stretta collaborazione con educatori, assistenti sociali, psicologi.


Vuoti in organico

Un altro motivo di difficoltà per il volontariato carcerario è proprio la grave carenza di queste figure professionali, che i volontari dovrebbero semplicemente affiancare, nel lavoro volto alla risocializzazione dei detenuti. Al 31 marzo 2010, infatti, mancavano all’organico minimo stabilito per decreto ministeriale e peraltro non aggiornato ben 613 educatori, quasi la metà (il 44,6%) di quelli previsti per legge; ma anche 535 assistenti sociali (il che significa il 32,6% in meno rispetto al personale fissato dal decreto) e 265 tra esperti informatici, linguistici, comunicatori, psicologi, statistici ed ausiliari.

“Il ministero è certo dell’importanza dell’attività dei volontari - dice Laganà. Già nel 2006 una circolare ministeriale invitava tutti gli istituti a fare ogni sforzo per allungare l’orario delle attività di volontariato fino alle sei di sera. Oggi però non è più possibile lavorare. Il nostro appello è rivolto al governo perché entro l’estate trovi soluzioni adeguate alla situazione”.

Carcere: Piazza lanza è un inferno,senza educatori,psicologi,farmarci,spazi per socializzare.Il governo trovi i fondi necessari per investire sul personale. angelino alfano,governo,detenuti,giustizia,politici,dap

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Quell’inferno chiamato Piazza Lanza


 
di Francesco Silluzio
 
Vi è mai capitato di entrare nel Carcere di Piazza Lanza? Speriamo per Voi di no!!! La Casa Circondariale di Piazza Lanza attualmente ha circa 550 detenuti a fronte di una capienza massima di 285 posti e con 230 unità di polizia penitenziaria, invece delle 435 necessarie e previste dal Decreto Ministeriale sulle piante organiche.


Il carcere presenta, peggiorati, i problemi della maggior parte delle carceri italiane: sovraffollamento insostenibile e carenza di personale. Qualche settimana addietro è cominciata la protesta dei detenuti, che ha avuto una bassissima risonanza mediatica, i quali battendo sulle inferriate, cercavano di far percepire all’esterno la condizione di estremo disagio in cui sono costretti a vivere; il sindacato UIL della Polizia penitenziaria ha denunciato la situazione in cui versa il carcere e il suo organico; La situazione che emerge dalle denunce è allarmante.

Il carcere risulta essere una struttura vecchia e inadeguata agli scopi rieducativi che invece dovrebbe avere; in celle di circa 18 metri quadri, che a stento potrebbero ospitare tre detenuti, sono stipati fino a nove, o addirittura tredici detenuti, secondo la Uil penitenziari. Si registra anche una forte carenza di personale, sia di agenti di polizia penitenziaria che di figure specializzate come educatori e psicologi. La carenza di fondi colpisce l’area sanitaria: i farmaci sono insufficienti e mancano le dotazioni primarie per le medicazioni. Così com’è, la vecchia struttura penitenziaria sembra insomma una bomba ad orologeria.

Le denunce non sono nuove. Dal luglio 2009, periodo dell’ iniziativa di monitoraggio “Ferragosto 2009 in carcere”, organizzata dai radicali su tutto il territorio nazionale, che ha portato oltre 150 parlamentari in tutti gli istituti di pena, ad oggi, l’unico problema che è stato risolto è quello dei topi che infestavano l’istituto. Nelle celle sovraffollate fredde d’inverno (quest’anno l’impianto di riscaldamento non è stato attivato) e soffocanti d’estate, i cittadini detenuti trascorrono almeno venti ore chiusi a chiave. Nel carcere, a differenza di altri istituti di pena, non esistono attività al di fuori della cella e non vi è alcuna possibilità di socializzare. Per non parlare del fatto che, nella stessa struttura, si svolgono le Udienze di convalida degli arresti e i colloqui con i detenuti.

E’ chiaro che occorre un immediato intervento che non sia limitato solo a risolvere le emergenze ma a creare strutture degne di un paese civile e democratico.

FLP ministeri: DDL Alfano sara' vero fallimento senza risorse per assumere nuovi educatori,psicologi e assistenti sociali! carcere,governo,angelino alfano,detenuti,giustizia,politici,italia

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Federazione Lavoratori Pubblici


e Funzioni Pubbliche

Coordinamento Nazionale Giustizia
 
In Italia ci sono 58 Uffici di Sorveglianza e 29 Tribunali di Sorveglianza, a fronte di ben 166Tribunali e 260 sezioni distaccate; quindi Organo monocratico: 58 USOR Organo Collegiale: 29 TDS.
Simile situazione per gli uffici del UEPE distribuiti sull’intero territorio Nazionale.

La FLP in aula verde, convocata sull’argomento, alla presenza del Ministro Alfano aveva già prospettato la soluzione relativa al sovraffollamento in ordine al pianeta carceri. Infatti nella circostanza si era evidenziata l’opportunità di far scontare la pena, tramite accordi bilaterali, nel proprio paese d’origine,  riducendo così enormemente la cittadinanza carceraria (si conta che sono circa 25.000 i detenuti stranieri).
Altro suggerimento era quello relativo al recupero dei detenuti per la normativa sul controllo sulle sostanze stupefacenti che per il 2009 erano 26.118 su 63.630 detenuti. Va quindi ampliato l’affidamento nelle comunità terapeutiche al fine di seguire i programmi di riabilitazione e, pertanto, va ampliato anche l’utilizzo dipersonale specializzato come per esempio psicologi, educatori ed assistenti sociali valorizzando, quindi, anche le risorse di personale interno, ivi compreso quello delle cancellerie giudiziarie.
Inoltre, la FLP aveva suggerito che va restituita la competenza relativa all’assistenza sanitaria al Ministero della Giustizia poiché l’esperienza di questa materia sotto la competenza del Ministero della Salute, si è rilevata, a parere della FLP fallimentare.
Oggi invece, il Governo presenta un ddl sulle carceri, attualmente in commissione giustizia dove è inserita l’ipotesi, che tutti i detenuti condannati con sentenza irrevocabile, a poter scontare l’ultimo anno di pena detentiva tramutata in regime di detenzione domiciliare. Si pensa che almeno un terzo dei detenuti
odierni possano, se approvato il ddl, usufruire di questa pena alternativa.
Naturalmente queste nuove “facilitazioni” per i detenuti, si tramuteranno, inevitabilmente, in maggior carico di lavoro per gli uffici di Sorveglianza e Uepe. Ancora una volta una riforma a costo zero per l’amministrazione, in regime di blocco delle assunzioni, di drastico taglio alle piante organiche e senza turn-over.
I lavoratori delle cancellerie dovranno, in tempi brevi, istruire liberazioni anticipate, nonché istanze di detenzione domiciliare; successivamente sarà l'organo collegiale, ovvero il Tribunale di Sorveglianza a giudicare; inoltre,saranno sovraccaricati i Commissariati e le Stazioni di CC, nonché gli uffici UEPE
(assistenti sociali ecc…ecc...).
La FLP seguirà attentamente i lavori della Commissione Giustizia tenendovi come sempre prontamente informati sull’evoluzione in materia.

domenica 30 maggio 2010

Lettera dal carcere Dozza di Bologna:ci sono detenuti che da anni non hanno mai avuto la possibilità di avere un colloquio con gli educatori! carcere,governo,politici,angelino alfano,costituzione,suicidi,giustizia

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Giovanni Lentini, detenuto a Bologna, mi ha inviato una sua piccola relazione, scritta con un altro detenuto, Raffaele Catapano, circa la situazione carceraria della Dozza, che sarebbe il carcere di Bologna. Questo testo lo hanno scritto nell’ambito del loro ruolo di studenti-carcerati.Testi come questi sarebbero importanti anche se riguardassero solo un carcere, in questo caso quello della Dozza. Ma in realtà descrivono situazioni in buona parte estendibili a tutto il pianeta carcerario italiano, come quelle relative all’igiene, al trattamento e alle sezioni speciali. Aggiungo che si tratta di problematiche “classiche”, che non sono le sole presenti in alcune carceri. Carceri come quello di Bologna sono, con tutte le loro mancanze e inefficienze, non nello stato di totale illegalità in cui versano altri istituti, con diffuse angherie, prevaricazioni e violenze. Questo vuol dire che alcuni detenuti oltre già a dover sopportare le pesanti questioni poste da Lentini e Catapano nel loro testo, ne hanno davanti anche altre, ancora più odiose se possibile.


LA SITUAZIONE CARCERARIA DELLA DOZZA

Se si facesse una ricerca di tutti quelli che entrano in carcere, alla fine si scoprirebbe che, in maggioranza, alla base di tutto, c’è stato un disagio sociale. Sicuramente ha una grossa influenza anche il posto dove si è nati o cresciuti. Fatta questa premessa, arriviamo al dunque.

Considerando che la maggioranza della popolazione detenuta è composta da giovani e spesso con poca cultua scolastica, con un pò di volontà si potrebbe migliorare sia la vita in carcere, sia il recupero di una grossa percentuale degli stessi. La scuola in carcere sta facendo la sua parte, ma da sola non basta. Si dovrebbero impiegare le varie categorie del volontariato che orbitano intorno al carcere per organizzare dei seminari, e discutere dei vari argomenti sociali e culturali.

Anche i corsi professionali hanno la loro rilevanza. La maggioranza dei detenuti nella loro vita non ha mai lavorato, per cui una volta fuori dalle mura del carcere, con tutta la buona volontà che possono avere, è difficile che si inseriscano nel mondo del lavoro. Perciò già dal carcere si deve iniiare questo percorso lavorativo. Serve non solo ad insegnare loro un mestiere, ma anche a far capire il valore che hanno i soldi guadagnati onestamente.

Attualmente, con la scusa che c’è la crisi economica, in carcere lavorano appena il 5%. La restante parte della popolazione detenuta, a parte una esigua minoranza che frequenta la scuola, rimane chiusa nelle celle 20 ore su 24, buttati sui letti a guardare la televisione; quando le celle dovrebbero servire solo per il pernottamento. Per il poco spazio che c’è, è impossibile stare in piedi. L’alternativa è sdraiarsi sui letti. Celle progettate per ospitare un singolo detenuto, sono occupate da tre, e a volte anche da quattro.

Il miglioramento del predetto servizio del volontariato certamente consentirebbe di stimolare attività di partecipazione ed incentivi al lavoro, a quella popolazione detenuta che, oggi, affronta il percorso detentitvo in uno stato di assoluta immobilità ed inerzia. Peraltro ristretta, come sopra citato, in celle la cui occupazione talvolta è satura e, già da tempo, al limite della capienza.

Negli ultimi anni la vita in carcere è peggiorata, e ciò è dovuto anche al sovraffollamento, ma soprattutto alla noncuranza delle istituzioni.


Sinteticamente riportiamo alcune problematiche che affliggono i detenuti:


* SANITA’: scarseggia la specialistica e i medicinali. Gli unici farmaci che abbondano sono gli psicofarmaci, che non fanno altro che peggiorare lo stato psicofisico del detenuto, rendendolo incapace di fare qualsiasi cosa.

* AFFETTIVITA’: non ci sono spazi dove poter trascorrere qualche ora di colloquio tranquillamente con i propri cari. Le poche ore di colloquio (quattro ore mensili) si svolgono in salette insieme a numerosi detenuti e parenti. Sembra quasi di essere ad un mercato rionale.

* EDUCATORI: la figura dell’educatore è fondamentale per programmare ed iniziare un piano trattamentale per il reinserimento del detenuto. Purtroppo ci sono detenuti che da anni non hanno mai avuto la possibilità di avere un colloquio con gli stessi. Di conseguenza, taluni pur essendo nei termini per usufruire di misure alternative, si vedono rigettare le richieste per la mancanza della sintesi carceraria sul comportamento del detenuto.

* TRIBUNALE DI SORVEGLIANZA: ultimamente la matricola è intasata di rigetti con motivazioni anomale. Cosa che provoca un ingorgo totale, bloccando tutto il sistema penitenziario. Detenuti che già usufruivano di benefici (permessi premi, semilibertà e così via..) si sono visti rigettare le istanze, senza nessun motivo che possa giustificarne la negazione.

* IGIENE: anche questo è un tasto dolente della situazione carceraria della Dozza. Sporcizia ovunque, dalle scale che portano ai passeggi, ai locali adibiti alle docce, alle celle che non vengono pitturate regolarmente e sono prive di pavimentazione, alla mancanza di illuminazione sia artificiale sia naturale. Quella n aturale è oscurata dalle grate che sono state montate da poco. Quella artificiale viene erogata sono nelle ore pomeridiane. Non ci sono più frigoriferi per conservare gli alimenti acquistati tramite il sopravvitto, quindi si è costretti a tenere gli alimenti in cella, con le drastiche conseguenze che ne derivano (vanno a male e provocano cattivo odore).

* DIFFERENZIAZIONE DELLE SEZIONI IN AS1, AS2. AS3, E CIRCUITI COMUNI. Viene spontaneo citare la famosa frase scritta da Leonardo Sciascia, “la vera mafia è l’antimafia”. Creano allarmismo sociale ovunque. Hanno iniziato con creare allarme nelle regioni del sud, poi sono passati al nord. Adesso sono arrivati addirittura a creare allarme sociale nelle strutture penitenziarie, inventandosi la differenziazione dei detenuti. Sarà un’ulteriore emarginazione sociale. “Un’emarginazione nell’emarginazione”. Sarà ancora più difficile il reinserimento per queste categorie. Sicuramente si assisterà ad una riduzione delle già poche attività culturali e ricreative esistenti. Negli anni ’80, con l’applicazione dell’art. 90, l’apertura delle sezioni differenziate, e l’apertura dei cosiddetti “braccetti della morte” (piccole sezioni dove venivano ubicati non più di 5 detenuti) crearono il terrore, ma fortunatamente non ebbero lunga durata, perché abolite con l’approvazione della legge Gozzini. Adesso, a distanza di anni, non solo li stanno ripristinanoo, ma addirittura inasprendo. Si parla tanto di integrazione, socializzazione e di parità di diritti; ma restano solo chiacchere. Chi verrà inserito in questi circuiti non potrà avere gli stessi diritti degli altri. Sarà escluso da tutte le attività svolte nella struttura del carcere. Quindi diventerà impossibile attuare un piano trattamentale. Da venti anni esiste il famoso 41bis, una vergogna non solo per come vengono trattati i sottoposti, ma soprattutto per i figli costretti a vedere i propri genitori attraverso un vetro divisore.

* CULTO: chi è ubicato nelle sezioni di alta sicurezza non può avere accesso nella Chiesa Cattolica per poter partecipare alle sante messe, che vengono celebrate regolarmente ogni domenica.

Se c’è l’intenzione di far morire i detenuti in carcere si deve avere il coraggio di modificare l’art. 27 della nostra Costituzione italiana, e l’aart. 354 dell’ordinamento penitenziario. Oggi in Italia esiste una pena del carcere a vita, una pena perpetua che ti fa restare recluso fino alla morte. Questa si chiama Ergastolo Ostativo. L’art. 27 della Costituzione italiana recita testualmente “le pene devono tendere alla rieducazione del condannato”. La legge nà 354 O.P. afferma che nei confronti del condannato e degli internati deve essere attuato un trattamento rieducativo che tend, anche attraverso i contatti con l’ambiente esterno, al reinserimento sociale degli stessi. Se non vengono attuati questi principi costituzionali a cosa servono i Tribunali di Sorveglianza? A cosa servono gli educatori? A cosa servono gli assistenti sociali? A questo punto tanto vale abolirli. Almeno si risparmiano energie umane ed economiche.


Gli studenti/detenuti Lentini Giovanni e Catapano Raffaele
dell’IIS Keynes, sez. distaccata

L'incoerenza del governo:ennesimo suicidio di un detenuto in un carcere italiano e il governo taglia emendamenti al DDL Alfano perche' non vuole investire sull'aumento del personale penitenziario ed educativo! carcere,governo,politici,detenuti,

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SUICIDI IN CARCERE, UNA PIAGA SENZA FINE



Notizia del Giorno

Ennesimo suicidio di un detenuto in un carcere italiano. Un extracomunitario di 30 anni, recluso per droga, si è impiccato nel penitenziario di Lecce. Secondo il sindacato degli agenti penitenziari Osapp aveva lamentato il sovraffollamento della sua cella. Solo quest'anno si sono già uccisi 26 detenuti in Italia. A CNRmedia l'intervista a un'esperta dei problemi carcerari, la professoressa Laura Cesaris

Sovraffollamento, malfunzionamento, condizioni di vita pessime sia per i detenuti sia per gli agenti. Spesso delle carceri italiane si parla in questi termini. Ma qual è la differenza tra la situazione reale e quella prevista dalla legge? CNRmedia lo ha chiesto a un'esperta, la professoressa Laura Cesaris, docente di Diritto dell'esecuzione penale alla facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Pavia.


Sovraffollamento

Qual è la previsione normativa? "In una cella, secondo l'articolo 6 della legge penitenziaria, dovrebbe stare una persona o più. La legge non dice quante in più, ma dice che le celle sono dotate di uno o più posti. E agli imputati dovrebbe essere assicurata una cella singola".

E qual è la situazione reale? "In una cella ci sono molti più detenuti. Dipende, ovviamente, dalla disponibilità e da come sono fatte le celle. Ogni istituto varia e possiamo arrivare ad avere in una cella anche otto persone o in celle più grandi - cameroni - addirittura sedici persone. Questo è veramente inaccettabile. La popolazione carceraria, secondo i dati del ministero, oggi è di 67 mila persone, a fronte di una capienza ufficiale che è invece intorno alle 42 -43 mila".


Rapporto tra agenti e detenuti

Cosa dice la legge? "La legge non prevede un rapporto di questo genere, non sta a indicare qual è il rapporto unità - detenuti e unità - agenti di polizia penitenziaria. Il corpo è oggi costituito da circa 45 mila persone però, purtroppo, in servizio effettivo negli istituti penitenziari ce ne sono circa 30 mila. Adesso il ministero ha bandito nuovi concorsi per la Polizia Penitenziaria e anche nell'ultimo disegno di legge Alfano - quello che prevedeva una forma di detenzione domiciliare nell'ultimo periodo di pena - è prevista un'assunzione di altre 2 mila unità".


Assistenza psicologica

La legge prevede la presenza di uno psicologo in carcere? "Sì. Già durante la cosiddetta visita di primo ingresso, cioè quella che viene effettuata quando la persona entra in carcere - a titolo di custodia cautelare o a titolo di condanna definitiva - la persona viene visitata da un medico che, se ne avverte i sintomi, segnala la situazione di fragilità psicologica e c'è l'intervento di uno psicologo".

"Ultimamente, per prevenire - o comunque contenere - il problema dei suicidi in carcere, il Dap (la direzione dell'amministrazione penitenziaria) ha emanato una nuova circolare in cui sottolinea l'importanza della presenza dello psicologo, per cogliere eventuali fragilità e per venire incontro ai problemi che l'impatto con la realtà carceraria determina in ognuno di noi. L'impatto con il carcere è comunque disastroso".


Rieducazione

"Si fa, si fa molto in questo senso. Certo, una situazione di sovraffollamento riduce di molto le possibilità di perseguire effettivamente questo obiettivo. Sottolineo che la finalità rieducativa è l'unica che trova riconoscimento a livello costituzionale, nell'articolo 27 comma terzo della Costituzione, in base al quale le pene devono tendere alla rieducazione del condannato. Ma non è solo un problema di sovraffollamento: è un problema anche di scarsità di risorse e di personale, perchè il numero degli educatori è molto basso. Si calcola che ci sia un educatore in media per duecento detenuti. Quindi, di fatto, una situazione di questo genere non consentirebbe - o quasi - attività trattamentali, se non ci fossero interventi dall'esterno attraverso i volontari".


Diritti

Quali sono i principali diritti dei detenuti che non vengono rispettati nelle carceri? "Potrei rispondere, di primo acchito: tutti. Penso però che in primo luogo il diritto alla salute e ancor prima il diritto al rispetto della dignità della persona siano quelli che vengono maggiormente omessi. Poi da questi discende tutto, perchè il rispetto della dignità di una persona è il presupposto per il rispetto di tutti gli altri diritti".


Recidiva

E' vero, come si dice, che il carcere è criminogeno? "Ci sono statistiche che lo confermano. C'è un alto tasso di recidiva, che scende quando il carcere riesce ad attuare programmi trattamentali. La riprova si ha dal fatto che la percentuale di recidiva scende, e di molto, quando la persona condannata viene ammessa ad una delle misure alternative, che non sono una fuga dalla pena, ma un'esecuzione in una forma diversa, che ha soprattutto la grande valenza di consentire alla persona un percorso risocializzante. Attraverso, ad esempio, lo svolgimento di un'attività lavorativa".

sabato 29 maggio 2010

Carcere:senza assunzione personale educativo il ddl Alfano è inutile,il sottosegretario Giorgetti e la commissione bilancio faccia profonda rilfessione. giustizia,detenuti,angelino alfano,Giorgetti Alberto,politici,donatella ferranti,italia,misure alternative

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Lettere: Comitato educatori penitenziari; senza assunzione personale il ddl Alfano è inutile


Comunicato stampa, 29 maggio 2010





Ai deputati di commissione bilancio
e giustizia camera

Al sottosegretario
On. Caliendo

Al sottosegretario
On. Giorgetti Alberti


Egregi Onorevoli,

dopo aver appreso la notizia sul parere negativo della Commissione Bilancio sugli artt. 2 quater e 2 sexies del Ddl Alfano questo Comitato ritiene necessario porre alla Vostra attenzione alcune osservazioni. L’eliminazione dell’articolo aggiuntivo Schirru 2.060 svuoterebbe di significato il Ddl Alfano riducendolo ad una imago sine re.


L’investimento in risorse umane è propedeutico alla concreta materializzazione della normativa contenuta nel provvedimento. Secondo quanto enunciato dall’art. 1 comma 3 del Ddl. il magistrato di sorveglianza decide sulla base della relazione inviatagli dall’istituto penitenziario.


Alla luce della normativa penitenziaria è l’educatore colui che osserva il comportamento del detenuto e provvede alla stesura della relazione di sintesi, cioè di quella relazione di cui si servirà il magistrato di sorveglianza per la decisione finale sulla misura alternativa.


Senza l’incremento di ulteriori unità di personale pedagogico la situazione del sovraffollamento carcerario non potrà mai essere risolta né tantomeno potrà trovare risoluzione la drammatica condizione in cui versano le carceri italiane.


Pochi educatori significa poche relazioni da inviare al magistrato di sorveglianza. Pochi educatori significa impossibilità di fare il trattamento. Pochi educatori significa stasi della concessione di misure alternative. L’eliminazione dell’articolo aggiuntivo Schirru creerebbe un vero e proprio effetto boomerang che provocherebbe la totale paralisi del Ddl Alfano.


La Commissione Giustizia dopo aver preso atto della grave situazione di disagio in cui versano le carceri italiani ha dato voce all’articolo 27 della Costituzione decidendo di investire su quello che già nel Settecento Beccaria definiva “il più sicuro mezzo di prevenire i delitti” ossia l’educazione.


L’approvazione dell’articolo aggiuntivo che esclude il Dap dalla riduzione della pianta organica e dal blocco delle assunzioni costituisce una vera e propria presa di coscienza dell’assunto secondo il quale non può esserci alcun miglioramento delle condizioni di detenzione senza l’investimento in risorse umane.


Si evidenzia inoltre che l’emendamento è già stato “riformulato” originariamente infatti prevedeva l’obbligo per il governo,dopo l’invio della relazione per l’adeguamento della pianta organica, di predisporre entro 2 mesi un piano straordinario di assunzioni.


La totale eliminazione di questo emendamento volto alla concreta applicazione della misura alternativa sulla quale questo Governo intende puntare per risolvere il dramma del pianeta carcere renderebbe inutile l’approvazione di un Ddl che non riuscirebbe mai ad essere attuato.


Ci sarebbe infatti una vera e propria antinomia tra norma e realtà. La realtà è che la situazione carceraria italiana è drammatica e preoccupante.


I continui suicidi in carcere sono da porre in relazione con le insopportabili condizioni di disagio in cui vivono i reclusi delle carceri italiane alla carenza di trattamento e attività rieducative e alla mancata assistenza psicologica dovuta alla cronica carenza di personale educativo


Ebbene, l’Italia, Paese democratico, è stata condannata dalla Cedu per trattamento degradante e disumano. A tale situazione va data una risposta concreta, soprattutto se si considera che il bilancio dello stato potrebbe essere aggravato dalle condanne della Cedu (Sic!).


Inoltre non si comprende come la crisi riguardi solo le risorse umane e non anche lo stanziamento dei fondi per l’edilizia penitenziaria ,infatti, una volta costruite nuove carceri queste rimarranno inutilizzate (Sic!) Un esempio è fornito dal carcere di Agrigento e dal carcere di Rieti, a Pinerolo inoltre, c’è un carcere vuoto da 10 anni ma è già stata individuata un’area per costruir un nuovo carcere (fonte Girodivite).


Per un provvedimento importante, come quello in esame, che punta sulla rieducazione e sul recupero del reo, occorre assumersi delle responsabilità serie, perché l’incremento del personale pedagogico rappresenta il sine qua non della correlazione legge - realtà.


Ancora una volta si evidenzia inoltre che il “decantato” vulnus di copertura finanziaria può essere sanato attingendo dai fondi della Cassa delle Ammende che secondo quanto disposto dall’art 129 III comma del Dpr 30 giugno 2000, n. 230, devono essere destinati ai programmi che tendono a favorire il reinserimento sociale dei detenuti e degli internati anche nella fase di esecuzione di misure alternative alla detenzione”e non all’edilizia penitenziaria (Sic!) . Qualora il Governo non intenda attingere i fondi necessari dalla cassa delle Ammende potrebbe ricavarli dai fondi del Fug, visto che il Presidente del Consiglio dei Ministri ha firmato il decreto che assegna per la prima volta le quote delle risorse sequestrate alla mafia e i proventi derivanti dai beni confiscati al Fondo Unico Giustizia (Fug), nella misura del 50 per cento al Ministero dell’Interno e del 50 per cento al Ministero della Giustizia. Attingendo i fondi o dalla cassa delle Ammende o dal Fug non vi sarebbe alcun onere aggiuntivo in quanto gli stessi sono già previsti in bilancio.


Per le ragioni suesposte riteniamo che l’emendamento presentato dall’On. Donatella Ferranti e Schirru sia una vera proposta “bipartisan” che deve, necessariamente,trovare accoglimento così come è stato approvato in Commissione Giustizia.


Riteniamo altresì che il governo, dopo aver provveduto all’adeguamento della pianta organica anche in relazione alla popolazione detenuta ( quasi 70mila detenuti) debba predisporre un piano straordinario di assunzioni di educatori penitenziari da attingersi dalla vigente graduatoria del concorso pubblico per esami a 397 posti nel profilo professionale di Educatore, Area C, posizione economica C1, indetto con Pdg 21 novembre 2003.


Una scelta in tal senso rappresenterebbe la chiave di volta per un chiaro e ben preciso impegno di responsabilità affinché la drammatica situazione che affligge il pianeta carcere possa finalmente essere risolta. Per tali ragioni auspichiamo che tutta la commissione bilancio della camera e il sottosegretario Alberto Giorgetti facciano una seria e proficua riflessione riconoscendo l’importanza ai fini dell’attuazione del Ddl in esame dell’emendamento Schirru 2.060.






Anna Fasulo


Comitato vincitori e idonei concorso educatori penitenziari

venerdì 28 maggio 2010

Commissione bilancio dice no a emendamenti su DDL Alfano per incremento organico pol pen,personale civile dap,giustizia minorile,archivi notarli,il Sottosegretario Caliendo dichiara di andare avanti lo stesso, carcere,governo,giustizia,angelino alfano,detenuti,politici,italia

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Giustizia: stop della Commissione Bilancio al ddl Alfano, no all’aumento degli organici ma Caliendo dice si.


Apcom, 28 maggio 2010


La commissione Bilancio di Montecitorio boccia due articoli del ddl Alfano che prevede la possibilità di scontare l’ultimo anno di pena ai domiciliari: le norme che prevedono l’assunzione di 1.500 poliziotti e 1.500 Carabinieri oltre che l’adeguamento del personale di polizia penitenziaria e del ministero della Giustizia non hanno copertura finanziaria. Il parere ricalca la posizione espressa in Commissione dal sottosegretario all’Economia Alberto Giorgetti ed esprime dubbi anche sulla norma che prevede la possibilità per i detenuti tossicodipendenti o alcoldipendenti di scontare la pena residua presso strutture sanitarie pubbliche o private accreditate: “È suscettibile di determinare maggiori oneri non quantificati né coperti a carico del Servizio sanitario nazionale”, osserva il sottosegretario secondo quanto riportato dal Bollettino delle Commissioni.

Per il sottosegretario alla Giustizia, Giacomo Caliendo, bisogna andare avanti comunque con il mantenimento dei due articoli bocciati dalla Bilancio: “Su un provvedimento così importante come quello in esame bisogna assumersi delle responsabilità serie”, dice nel corso della seduta della Commissione presieduta da Giulia Bongiorno che invece sottolinea la “necessità di approfondire ulteriormente il parere della Bilancio e di verificare la possibilità di una riformulazione delle norme delle quali si chiede la soppressione al fine di renderle adeguate sotto il profilo della copertura finanziaria”.



Ferranti: Giorgetti smentisce Maroni e affossa il ddl Alfano



“La commissione Bilancio azzoppa il ddl svuota carceri e smentisce il ministro Maroni che aveva legato l’approvazione del provvedimento ad un potenziamento dell’organico delle forze dell’ordine”. Così la capogruppo del Pd nella commissione Giustizia della Camera, Donatella Ferranti dopo che la V commissione di Montecitorio, presieduta da Giancarlo Giorgetti, ha bocciato tutte la parti del provvedimento che richiedono un impegno economico per le casse dello Stato. “Insomma, questo provvedimento tanto sbandierato dal Governo come la panacea di tutti i mali delle nostri carceri proprio non riesce a decollare.

A questo punto però - sottolinea Ferranti - il governo e la maggioranza dovrebbero dire con chiarezza come intendono proseguire visto che ogni ulteriore dibattito in commissione Giustizia risulterebbe sterile. Infatti - spiega - se non venissero recepite le richieste di Maroni sull’organico della polizia il provvedimento sarebbe inapplicabile, mentre se venissero accolte ci sarebbero, a quanto pare, rilievi di carattere economico. Insomma - conclude Ferranti - ancora una volta il provvedimento è in un cul de sac e pensare che era stato approvata all’unanimità dal consiglio dei ministri e presentato in pompa magna come la soluzione a tutti i mali delle carceri”.

giovedì 27 maggio 2010

Donatella Ferranti,PD:senza emendamento su assunzione forze di polizia e su non ulteriore riduzione organico e non blocco per il personale civile DAP.giustizia minorile e archivi notarili,no a trasferimento del DDL Alfano in sede legislativa! Caliendo è favorevole la commissione bilancio incerta.L'esame prosegue ad altra seduta. carcere,governo,angelino alfano.politici,detenuti,giustizia

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Disposizioni relative all'esecuzione presso il domicilio delle pene detentive non superiori ad un anno.


C. 3291-bis Governo.

(Seguito dell'esame e rinvio).


La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato il 18 maggio 2010.

Giulia BONGIORNO, presidente, avverte che le Commissioni hanno trasmesso i pareri di competenza. Rileva, peraltro, che la Commissione bilancio ha espresso un parere favorevole con condizioni e che, in particolare, tra le condizioni viene richiesta la soppressione dell'articolo 2-quater, corrispondente all'articolo aggiuntivo Brigandì 2.040,(emendamento assunzione forze di polizia,LEGA NORD) e dell'articolo 2-sexies, corrispondente all'articolo aggiuntivo Schirru 2.060.(emendamento per non ulteriore riduzione organico del DAP,DGM e uffici notarili).

Mario CAVALLARO (PD) rileva con rammarico come non sia la prima volta che la Commissione bilancio, che dovrebbe avere una propria autonomia di valutazione, si faccia invece portatrice di interessi di una parte del Governo, finendo per svuotare provvedimenti importanti di contenuti significativi. La soppressione degli articoli 2-quater e 2-sexies, in particolare, riduce notevolmente l'efficacia delle misure contenute nel provvedimento in esame.

Donatella FERRANTI (PD) osserva con rammarico come il parere della Commissione bilancio ponga quale condizione la soppressione di disposizioni estremamente rilevanti, che costituiscono il frutto di accordo e di condivisione con il Governo stesso, nonché il presupposto per il trasferimento dell'esame del provvedimento in sede legislativa.

Il Sottosegretario Giacomo CALIENDO ritiene che con riferimento ad un provvedimento importante come quello in esame occorra assumersi delle responsabilità serie e dichiara di essere personalmente favorevole al mantenimento degli articoli 2-quater e 2-sexies, pur comprendendo le difficoltà derivanti dalla situazione economica attuale.

Giulia BONGIORNO, presidente, sottolinea la necessità di approfondire ulteriormente il parere espresso dalla Commissione bilancio e di verificare la possibilità di una riformulazione delle norme delle quali si chiede la soppressione, al fine di renderle adeguate sotto il profilo della copertura finanziaria, senza comunque pregiudicare la possibilità di un trasferimento in sede legislativa.



Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

MELIS e TOUADI,PD, interrogano Alfano sulla necessita' di assumere educatori e psicologi penitenziari dei concorsi gia' espletati.Tal carenza è concausa dei suidici detenuti. carcere,governo,politici,detenuti,angelino alfano,italia

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Interrogazioni a risposta scritta:




MELIS e TOUADI.

- Al Ministro della giustizia.

- Per sapere

- premesso che:

nei soli primi mesi dell'anno in corso 2010, si sono registrati nelle carceri italiane 76 suicidi, ossia - come documenta il periodico on line Ristretti orizzonti - ogni 2 giorni si è suicidato un detenuto (21 impiccandosi, 6 inalando gas);

tale gravissimo dato è certamente da porsi in relazione con le condizioni di insopportabile disagio in cui vivono oggi i detenuti italiani (quasi 64 mila ospitati in spazi che ne potrebbero al massimo contenere 43 mila);

concorrono a determinare questo risultato tragico le condizioni generali di vivibilità (spazio, aria, luce, promiscuità), l'assenza in molti casi oggettiva delle attività di rieducazione, la mancata assistenza psicologica per difetto cronico di personale specialistico, la deficienza numerica degli educatori e in genere la condizione di crisi di tutti i servizi di supporto -:

quali concrete misure il Ministro intenda assumere per porre fine da subito al fenomeno dei suicidi in carcere, o quanto meno per contenerne la crescita;

se non ravvisi l'urgenza di garantire almeno l'assistenza diretta nelle carceri, dando luogo a politiche sistematiche di integrazione degli organici per quanto concerne agenti penitenziari, psicologi, educatori, categorie per le quali il reclutamento o anche la semplice chiamata dei vincitori di recenti concorsi ha subito per ragioni di bilancio significativi blocchi o rallentamenti.

(4-07352)

Andrea Orlando,PD,interroga Alfano sulla carenza di agenti ed educatori delle carceri di Siracusa. carcere,politici,detenuti,angelino alfano,costituzione,sovraffollamento,Ionta

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Interrogazioni a risposta orale:




BERRETTA e ANDREA ORLANDO.

- Al Ministro della giustizia.

- Per sapere

- premesso che:

a partire dal 29 gennaio 2010 una delegazione di consiglieri della provincia regionale di Siracusa, ha effettuato una serie di visite agli istituti di pena della provincia di Siracusa, accertando alcune criticità inerenti al sovraffollamento e alle carenze strutturali e di personale di tali istituti;

nella casa di reclusione di Brucoli-Augusta, dall'illustrazione del direttore è emerso che l'istituto penitenziario è stato aperto nel 1987 ed alla data della visita ospitava oltre 600 detenuti pur essendo concepito per contenerne 300;

risulta insufficiente la dotazione organica effettiva della polizia penitenziaria: a fronte dei previsti 358 agenti di custodia infatti ve ne sono solo 225, una carenza grave dunque pari al 37 per cento della dotazione necessaria a garantire i compiti e le funzioni istituzionali;

la mancanza di personale di polizia penitenziaria comporta aggravio dei carichi di lavoro, stress psicofisico, assenze per malattia, ricorso al lavoro straordinario, ed alimenta il malcontento ed il malessere fra gli agenti;

particolarmente grave risulta la carenza di organico per il personale educativo che presenta solo due unità sulle quindici previste;

sconcertante ed inaccettabile risulta la situazione verificata in merito alle necessità di rifornimento e somministrazione idrica: il rifornimento dell'acqua avviene tramite autobotti ed i detenuti sono sottoposti al razionamento;

questa grave carenza ha delle inevitabili conseguenze sotto l'aspetto igienico sanitario soprattutto per le alte temperature registrate durante la stagione estiva, che causano condizioni di invivibilità per la popolazione carceraria in primo luogo ed anche per il personale che vi opera;

particolarmente carenti le condizioni strutturali del carcere che sono state verificate anche a seguito delle audizioni effettuate successivamente con le organizzazioni sindacali della polizia penitenziaria: i sistemi elettrici non sono a norma e non consentono il raggiungimento di standard minimi sia per la sicurezza della struttura carceraria sia per l'incolumità del personale che vi opera;

gravi si appalesano i mancati interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria anche in riferimento alle condizioni strutturali del carcere con particolare riferimento ai locali sotterranei che, da dichiarazioni acquisite, sovente si trasformano in ricettacolo e contenitore di infiltrazioni diffuse di acqua;

il 4 marzo 2010 si è verificato il crollo, a causa del forte vento, di parte dell'alta inferriata di recinzione del carcere;

il 18 febbraio 2010 la succitata delegazione ha eseguito una visita nella casa di reclusione di Noto, rilevando anche qui, notevoli criticità;

tale struttura grazie ai lavori di ammodernamento, terminati nel 2009, avrebbe dovuto migliorare ovvero risolvere il grave problema del sovraffollamento, ad oggi ospita 250 detenuti, nonostante la popolazione carceraria consentita è pari a 180 detenuti;

grave ed insostenibile è la situazione della polizia penitenziaria: l'organico reale è di 75 unità, ma quelli effettivamente in servizio sono circa 60 sui 169 necessari;

vengono denunciate gravi deficienze nelle procedure e negli standard di sicurezza e di controllo: il servizio serale di vigilanza è di sole 6 unità di polizia penitenziaria ed i servizi minimi non possono essere garantiti tanto da compromettere addirittura il livello minimo di sicurezza;

altrettanto grave appare la situazione del personale civile, quale quella degli educatori, presenti in sole due unità;

non accettabile infine si presenta la situazione relativa all'approvvigionamento idrico poiché l'acqua viene razionata e distribuita solo per poche ore durante l'arco della giornata ed in maniera non assolutamente sufficiente;

la carenza di personale di custodia ha assunto limiti intollerabili: i turni che gli agenti sono obbligati a sostenere sono massacranti e lo straordinario non viene remunerato per carenza di fondi;

in data 11 marzo 2010 la delegazione del consiglio provinciale ha effettuato la sua visita presso casa circondariale di Cavadonna;

la struttura ospita 550 detenuti, la capienza ottimale sarebbe di 280, mentre quella tollerabile è di 350 reclusi, la sezione di massima sicurezza accoglie 100 detenuti;

nelle sezioni che ospitano i detenuti comuni, gli standard minimi di decenza e di vivibilità, sono assolutamente intollerabili: in alcune di queste celle i detenuti vivono in 12 in uno spazio di circa 30 metri quadrati che comprendono anche gli arredamenti;

il 35 per cento della popolazione reclusa totale è composta da extracomunitari ed è anche presente una sezione «protetta» dove sono ospitati detenuti per reati che attengono la sfera sessuale: la casa circondariale contiene 138 detenuti che scontano una pena definitiva, mentre la restante parte è in attesa di giudizio o reclusa con pena non definitiva;

la condizione lavorativa della polizia penitenziaria risulta inaccettabile: su una previsione organica di 315 agenti, effettivamente in servizio ce ne sono 150 in quanto 36 risultano distaccati presso altre sedi e 40 si occupano della traduzione dei detenuti, di questo contingente residuo (150), 50 lavorano in attività meramente amministrativa presso uffici;

altrettanto, a dir poco, carente appare l'organico degli educatori presenti in 3 unità;

l'assistenza sanitaria è assicurata con medici ed infermieri 24 ore su 24, mentre mancano i medici specialisti e l'assistenza farmacologica è assolutamente carente;

l'assistenza psicologica è garantita con convenzione ed assicurata per 28 ore mensili;

la struttura, pur di recente costruzione, presenta carenze di manutenzione ordinaria ed in alcuni reparti sono evidenti infiltrazioni d'acqua, che in alcuni casi raggiungono le celle;

la fornitura idrica è garantita dall'esistenza di due pozzi, ma, per carenza di fondi, l'acqua calda è garantita solo un'ora al giorno -:

se sia a conoscenza delle gravi carenze degli istituti di pena presenti in provincia di Siracusa denunciate dal consiglio provinciale;

quali interventi urgenti intenda adottare al fine di fronteggiare le gravi criticità emerse dall'indagine svolta dal consiglio provinciale di Siracusa presso gli istituti di pena della provincia di Siracusa, con particolare riferimento allo stato di abbandono dei mezzi di traduzione dei detenuti, al sistema di video sorveglianza delle carceri, alla situazione di abbandono in cui vengono relegati alcuni detenuti, soprattutto gli extracomunitari che non ricevono adeguata assistenza esterna (visite, denaro), al sovraffollamento nelle celle che trasformano, in alcuni casi, le carceri in luoghi dove si registra una presenza carceraria tripla a quella prevista e doppia rispetto a quella tollerabile, al carente approvvigionamento idrico che rende necessario il razionamento dell'acqua.

(3-01088)

martedì 25 maggio 2010

Donatella Ferranti,PD:dopo emendamenti a DDL Alfano,avviare nuovo piano di assunzione educatori,assistenti sociali e psicologi,la cui carenza è concausa di suicidi nelle carceri. carcere,detenuti,angelino alfano,giustizia,dap,politici,italia

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Il programma fondamentale del Partito democratico per la giustizia si chiama Costituzione repubblicana.
 
Programma sul carcere: 





La situazione nelle carceri italiane è drammatica per il sovraffollamento (con il numero dei detenuti che aumenta di oltre 700 unità al mese), per la carenza di personale di sorveglianza e per l’insufficienza di personale in grado di fornire assistenza sociale e psicologica in carcere. Questa situazione porta al numero incredibile di suicidi che ogni anno si susseguono e vanifica completamente la previsione costituzionale della finalità rieducativa della pena. E’ necessario ampliare la tipologia delle misure alternative alla pena detentiva in favore di quelle specificamente supportate da progetti professionalmente strutturati volti al reinserimento sociale, fondati su attività di giustizia riparativa a favore delle vittime dei reati o da programmi di istruzione, di formazione professionale e di inserimento lavorativo. Per fare ciò non si può prescindere dall’adeguare le piante organiche riferite al personale di Polizia penitenziaria e alle figure degli educatori, degli assistenti sociali e degli psicologi, avviando un nuovo piano di assunzioni (almeno 1.000 unità per queste ultime figure professionali), che garantisca le risorse umane e professionali necessarie all'attivazione delle nuove strutture penitenziarie.


Crediamo debbano essere riviste anche le norme sulla custodia precautelare e sulla custodia cautelare in carcere limitandola a criteri più stringenti per il suo utilizzo, anche al fine di eliminare quei meccanismi che concorrono al sovraffollamento con detenzioni in attesa di giudizio. Per garantire il rispetto della dignità dei detenuti proponiamo l'istituzione a livello nazionale del Garante dei diritti dei detenuti, un soggetto che possa coordinarsi con i garanti regionali e comunali e con la magistratura di sorveglianza. Infine, chiediamo l’introduzione del reato di tortura nel codice penale.



Anche il Sappe,sindacato polpen,chiede potenziamento dell'area educativa delle carceri! giustizia,carcere,angelino alfano,detenuti,costituzione,italia,politici

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Carcere Teramo, Sappe: «situazione al collasso. La politica intervenga»




TERAMO. L’organico della Polizia penitenziaria di Teramo nei primi anni novanta contava 240 unità, il servizio degli spostamenti dei detenuti era affidato ai carabinieri e i reclusi erano circa 190.


Oggi questo dato è raddoppiato è risultano circa 400 carcerati. «A questa crescita», assicurano dal Sappe, l’organizzazione sindacale più rappresentativa del Corpo, «non è minimamente corrisposto un adeguamento dell’organico. Anzi abbiamo assistito ad una flessione continua, inarrestabile, con pericoli sempre più allarmanti per la sicurezza e con disagi e difficoltà per l’adempimento dei compiti istituzionali».

Così, spiega il sindacato, la carenza costante ha significato «riposi e congedo ordinario non fruiti, lavoro straordinario e indennità di missione eseguito e non retribuito, accorpamenti di più posti di servizio, inconvenienti quotidiani di interi nuclei familiari, rapporti disciplinari per inadempienze inevitabili, aggressioni e violenze subite e uno stato permanente di malessere e un abbassamento costante e rischioso dei livelli minimi di sicurezza».

Nei dieci anni di raffronto, il personale collocato in quiescenza o trasferito in altre sedi ammonta a 55 unità: «la sproporzione tra le presenze in carcere e i sorvegliati ordinari è vistosamente traumatica», denuncia ancora il Sappe, «e diventa ancor più allarmante se si considera che ad una popolazione reclusa stanziale e permanente stabile nell’istituto fa fronte personale del Corpo che effettua orari di servizio organizzati su 3-4 turni lavorativi, nell’arco di una giornata. Vale a dire che il rapporto tra le valenze numeriche indicate si allarga in maniera macroscopica,evidenziando carenza biblica che appare incolmabile».



Il carcere teramano scoppia per il pesantissimo sovraffollamento e per il sindacato di polizia la classe politica «assiste inerte all’implosione del sistema penitenziario, che con l’avvicinarsi dell’estate renderà certamente rovente l’istituto».

Il sindacato torna così a chieder un’integrazione dell’organico, «per fronteggiare adeguatamente le molteplici esigenze e incombenze», il potenziamento dell’Area Educativa e Sanitaria e il sostegno di tutte le istituzioni a vario titolo, da quella regionale passando per quella provinciale e locale, «con una popolazione detenuta che comunque continuerà a crescere».

25/05/2010 9.22

lunedì 24 maggio 2010

Carcere,Tidei,PD,interroga il ministro sulla grave situazione penitenziaria e su carenza agenti ed educatori delle carceri. giustizia,governo,angelino alfano,politici,detenuti,

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Seduta n. 325 del 20/5/2010



GIUSTIZIA

Interrogazione a risposta scritta:



TIDEI.

- Ministro della giustizia.

- Per sapere

- premesso che:

il 27 aprile 2010, nel reparto di alta sicurezza del carcere abruzzese di Castrogno, Teramo, è stato trovato impiccato nella sua cella, Gianluca Protino, 34 anni, originario di San Severo di Puglia;

si tratta dell'ennesimo caso di suicidio nelle sovraffollate, e ormai al collasso conclamato, carceri italiane;

Protino era detenuto nel carcere di Castrogno da ottobre, in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dalla Direzione Distrettuale antimafia di Bari per la contestazione di associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti, era in attesa della conclusione delle indagini; il cadavere è stato trovato dagli agenti di polizia penitenziaria ieri alle 7,30. Si è impiccato con i lacci delle scarpe, con cui ha fatto un cappio legato alle sbarre della finestra;

la difficile situazione del carcere di Teramo era stata già stata più volte denunciata, (380 detenuti in celle adeguate per accogliere un massimo di 230 persone, con almeno 15 agenti in meno in organico), inoltre il penitenziario teramano era finito nella bufera per un suicidio di un senegalese nel settembre scorso e per le registrazione di un presunto pestaggio pubblicate da un quotidiano locale a novembre 2009;

la condizione delle nostre carceri, come da noi moltissime volte, purtroppo senza risultati, denunciato, sta assumendo il carattere e i contorni di un'autentica tragedia, che rischia di travolgere l'intero sistema penitenziario italiano; il numero dei detenuti ha raggiunto la cifra record di 67.000 a fronte di una capienza massima di 44.000 persone, con la conseguenza per i detenuti, per gli operatori dei settore e per la stessa sicurezza del nostro Paese che abbiamo tutti sotto gli occhi;

le soluzione fino ad ora prospettate dal Governo, come ad esempio l'oramai quasi fantomatico «Piano carceri», si sono rivelate del tutto insufficienti: infatti, se da una parte è vero che vi è la necessità di affrontare l'emergenza carceri in maniera veloce ed efficiente, è altrettanto vero che il reale problema dell'emergenza carceri non riguarda soltanto l'edilizia carceraria: esso riguarda, come abbiamo già più volte detto, le gravissime carenze negli organici (ad esempio, a fronte della mancanza di circa seimila agenti penitenziari se ne assumeranno a stento duecento per tutto il territorio nazionale, per non parlare della situazione degli educatori penitenziari), dei drammatici tagli alle risorse e del complesso ma cruciale tema della sanità penitenziaria;



siamo di fronte ad un'emergenza carceri fatta di un esorbitante sovraffollamento, di fatiscenza ed inadeguatezza delle strutture, di ormai cronica e crescente carenza di risorse economiche ed umane, tutti elementi, questi che rendono, di fatto, impossibile il sostegno e l'assistenza ai detenuti e l'attuazione del principio costituzionale del recupero del reo;

il Governo fino ad ora, nonostante i ripetuti richiami e la presa d'atto della gravissima emergenza negli istituti di pena italiani, non ha dato attuazione a tutti gli strumenti che sono a sua disposizione -:

se il Governo non ritenga di dovere, con urgenza, predisporre tutte le misure necessarie atte ad impedire questa strage silenziosa ma in costante aumento, che si verifica all'interno dei nostri istituti di pena, facendosene seriamente carico senza alcuna demagogia, e dimostrando responsabilità e impegno al fine di evitare qualunque violazione dei diritti umani e della dignità del cittadino.

(4-07276)

COMUNICATO DEL COORDINAMENTO NAZIONALE PENITENZIARI COMPARTO MINISTERI:DDL Alfano necessita di di un numero congruo di operatori trattamentali(educatori,assistenti sociali). Si chiede una maggiore attenzione delle forze politiche impegnate in questi giorni nella disamina degli articoli del DDL. carcere,giustizia,governo,politici,detenuti,angelino alfano

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COMUNICATO DEL COORDINAMENTO NAZIONALE PENITENZIARI COMPARTO MINISTERI:DDL Alfano necessita di  di un numero congruo di operatori trattamentali(educatori,assistenti sociali). Si chiede una maggiore attenzione delle forze politiche impegnate in questi giorni nella disamina degli articoli del DDL.





In questo difficile momento le carceri risentono di un sovraffollamento senza precedenti: gli utenti sono in larga parte indigenti, psichiatrici, tossicodipendenti e stranieri privi di permesso di soggiorno.

La Fp CGIL ed i lavoratori penitenziari hanno, in questi anni, condotto un'azione di denuncia costante dei danni che questo stato di cose avrebbe provocato, ma dobbiamo ammettere che si è preferito soffiare sul fuoco delle paure collettive piuttosto che approntare un organico "Piano carceri" che restituisse civiltà e sicurezza al nostro paese in coerenza dell'art. 27 della Costituzione.

Oggi, ancora una volta, dobbiamo misurarci con il facile sensazionalismo del piano carceri varato dal governo Berlusconi, un impianto normativo che annuncia una serie di azioni che graveranno sugli esigui numeri degli operatori trattamentali, educatori ed assistenti sociali in primis, chiamati dalla legge a contribuire con atti ed indagini sociali rimesse alle valutazioni della Magistratura di Sorveglianza.

In questo quadro i danni della giustizia si intrecciano con le vite di quelle persone e di quelle famiglie che si trovano a vivere il dramma della carcerazione, meritata o immeritata che sia, e che non possono contare sulla speranza di un reinserimento sociale potendo essere sicuri del solo contenimento fisico in strutture sempre più affollate e ipocritamente "aperte".

Non resta che la forza di un'idea, quella di un paese che sostiene di essere ancora in democrazia e per questo i lavoratori penitenziari chiedono di poter svolgere compiutamente il loro mandato con i mezzi ed i numeri necessari per farlo: non si può pensare ad un reinserimento sociale senza un intervento sul territorio, sulle persone e sui meccanismi di emarginazione che inevitabilmente si attivano non appena scatta la detenzione.

Il nuovo "Piano carceri" non ci convince, non ci piace nella sua ipocrisia e non ci sembra sufficiente a risolvere il sovraffollamento penitenziario che invece si nutre delle crisi sociali e dell'incremento di nuove fattispecie di reato.

Per poter declinare efficacemente le azioni necessarie alla salvaguardia della sicurezza sociale ed al rispetto della civiltà serve credere davvero nell'azione risocializzante della pena e nella sua efficacia verso tutti.


Auspichiamo una maggiore attenzione delle forze politiche impegnate in questi giorni nella disamina degli articoli del DDL.

Auspichiamo che dalla propaganda mediatica sull'uso di "braccialetti" o di edilizia carceraria selvaggia si passi a pensare, invece, al carcere come elemento di un sistema sociale vivo che necessita di un numero congruo di operatori trattamentali e di collegamenti di rete con il territorio, contesto ove dover incidere per limitare le recidive e la paura sociale.

In caso contrario assisteremmo per l'ennesima volta al triste ed irrispettoso scenario al quale l'attuale compagine governativa ci ha abituati ove gli interessi e le incapacità risultano essere i veri protagonisti. Una immagine vergognosa che, nel caso specifico, oltre all'incremento abnorme della popolazione detenuta ha ulteriormente depotenziato e svilito il mandato istituzionale delle professionalità preposte.



"Il grado di civiltà di un paese si misura osservando la condizione delle sue carceri" (Voltaire)

sabato 22 maggio 2010

Carcere: detenuti di Termini Imerese,siamo abbandonati da tutti.non ci sono il direttore,educatatori e medici,aiutateci. angelino alfano,governo,detenuti,giustizia,politici

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Viviamo il tempo della morte di ogni pensiero critico sulla realtà, il tempo dell'affermazione di un pensiero che esalta i forti e i vincenti. Ma resta la speranza...siamo noi stessi...
 
 
La vergogna delle carceri italiane: perchè un carcere lager non ha alcuna utilità neanche per noi che stiamo fuori.Perchè in carcere sono uomini e non bestie





Vi do conto di quanto appreso da radiocarcere.com



Cara Radiocarcere, qui nel carcere di Termini Imerese la situazione è terribile.


Il carcere non solo è vecchissimo , ma è anche molto sovraffollato. Infatti potrebbe ospitare solo 60 detenuti, mentre noi oggi siamo più di 175. Di fatto viviamo in 8 o in 9 detenuti dentro piccole celle, i letti a castello sono alti anche quattro piani e in tantissime celle c’è qualcuno di noi che è costretto a dormire per terra. Nelle celle non abbiamo nulla. Né sgabelli dive sederci, né tantomeno i cuscini per dormirci e anche l’acqua calda ci hanno tolto!


Il cesso poi, oltre ad essere piccolissimo, è anche rotto, tanto che la tazza si stacca dal muro con estrema facilità. Rimaniamo chiusi in queste celle per 24 ore al giorno, in quanto il cortile per fare l’ora d’aria è troppo piccolo per ospitarci tutti.


Considera che le nostre celle sono anche moto rovinate e sporche. Le mura sono luride e quando piove l’acqua ci cade nelle celle perché, per evitare che il tetto del carcere crollasse con il peso della pioggia, ci hanno fatto dei buchi sopra. Per il resto siamo abbandonati da tutti. Dal direttore, dagli educatori e dai medici che qui non vediamo mai.


La disperazione qui si potrebbe tagliare con un colpetto, e non a caso ultimamente hanno cercato di uccidersi ben 4 detenuti. 4 tentativi di suicidio di cui nessuno però ha detto nulla.


Insomma qui nel carcere di Termini Imerese siamo veramente nei guai, aiutateci.


Ciao e grazie per averci dato voce



Alessandro, Franco, Bernardo, Antonio, Domenico, Mico e Rosario dal carcere di Termini Imerese

venerdì 21 maggio 2010

CARCERI: MARAN,PD,Servono soprattutto educatori, sociologi, psicologi e assistenti sociali. Come si fa a predisporre misure alternative alla detenzione se non si fa opera di rieducazione? giustizia,governo,politici,detenuti,angelino alfano,educatori penitenziari

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CARCERI: MARAN,PD, MA DI QUALE PIANO PARLA ALFANO?
Servono soprattutto educatori, sociologi, psicologi e assistenti sociali. Come si fa a predisporre misure alternative alla detenzione se non si fa opera di rieducazione?


(AGI)  - “Fa bene il presidente della Repubblica a richiamare l’attenzione sulla situazione difficile delle carceri italiane e sulla necessita’ di intervento immediato. Ma, mentre sottoscriviamo in pieno il richiamo di Napolitano, ci stupisce che ancora una volta il ministro della Giustizia parli di un piano carceri che nessuno ancora conosce. L’ultima uscita di Alfano ad uso esclusivo dei media, e’ del gennaio scorso quando il ministro, dopo l’ennesima discussione in Cdm, si e’ guadagnato le prime pagine dei giornali. Da qui al piano che oggi Alfano dice ‘va avanti’ ce ne corre!”. Lo dice Alessandro Maran, vicepresidente dei deputati del PD commentando le dichiarazioni in occasione del 193esimo anniversario della fondazione del corpo delle guardie penitenziarie. “La verita’ - spiega - e’ che questo governo ha cercato di risolvere problemi che bisognava affrontare in altro modo con il regime penitenziario sicche’ le nostre carceri sono piene di drogati, immigrati e persino malati psichici”. “Servono investimenti e personale, ma niente di generico, Servono soprattutto educatori, sociologi, psicologi e di assistenti sociali. Come si fa a predisporre misure alternative alla detenzione se non si fa opera di rieducazione? Bisogna incrementare i programmi di esecuzione esterna e rivitalizzare le misure alternative alla detenzione soprattutto se si considera che dopo anni dalla conclusione dell’esecuzione della misura alternativa, la recidiva si verifica nel 19 per cento dei casi, mentre, nello stesso tempo di commisurazione, dopo l’esecuzione in carcere, la recidiva e’ del 68,5 per cento”. “Trentamila mila persone all’anno trascorrono in carcere non piu’ di 11 giorni; 31 dei 65mila reclusi sono in attesa di giudizio; i detenuti per i quali si esige un regime di elevata sicurezza non raggiungono le 10 mila unita’ sull’intera popolazione carceraria. Tutto cio’ dimostra - conclude Maran - che s’ impone un ripensamento del modello unico di istituto penitenziario attuale”. (AGI) Ted

Un altro suicidio. In carcere si continua a morire:carenza di educatori e psicologi sono concausa dei gesti suicidari. carcere,governo,poltiici,detenuti,giustizia,angelino alfano,educatori penitenziari

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Un altro suicidio. In carcere si continua a morire


Aldo Caselli, 44 anni, si è impiccato nella sua cella. E' il 76° detenuto che perde la vita nel 2010. Prima di lui, hanno cercato di uccidersi in 26. Ma in questo caso, secondo il presidente del Tribunale di sorveglianza di Bologna, il sovraffollamento non c'entra

REGGIO EMILIA, 20 MAG. 2010 - Aldo Caselli, 44 anni, era da pochi giorni nel carcere di Reggio Emilia. Stanotte, tra le 22.30 e le 23, ha annodato le lenzuola alle sbarre della cella e con quelle si è impiccato. Secondo le stime del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, il suo è il ventisettesimo suicidio dall'inizio dell'anno. Il secondo nell'istituto reggiano, dove il 27 marzo un altro detenuto aveva inalato il gas delle bombolette usato per cucinare e riscaldare cibi e bevande. Sempre a Reggio Emilia, nello stesso periodo, due internati avevano tentato il suicidio nell'ospedale psichiatrico giudiziario, dove ci sono più di 300 persone, ed erano stati salvati dalla polizia penitenziaria.

In un comunicato, il segretario generale aggiunto del Sappe - Sindacato autonomo polizia penitenziaria, Giovanni Battista Durante, ha sottolineato che l'agente della polizia penitenziaria in turno ieri sera nel carcere "é intervenuto prontamente, soccorrendo l'uomo che è stato visitato dai sanitari, ma non c'é stato niente da fare. A quell'ora c'era un solo agente che controllava due reparti a causa della cronica carenza di personale della polizia penitenziaria". A Reggio Emilia, dice ancora Durante, è prevista la presenza di 144 agenti, ma ce ne sono circa 110, mentre i detenuti sono circa 350, a fronte di una capienza di 160 posti detentivi.

"Sicuramente il sovraffollamento nelle carceri è drammatico, ma il suicidio di Aldo Caselli è una vicenda più complessa e che va ben al di là del numero di detenuti reclusi o degli organici penitenziari ridotti". A spiegarlo è il presidente del Tribunale di sorveglianza di Bologna, Francesco Maisto. Caselli era stato arrestato altre volte per reati vari ed era tornato in carceri solo tre giorni fa, il 17 maggio scorso, dopo un periodo agli arresti domiciliari. Con problemi di tossicodipendenza e malato da tempo, era stato assegnato ad una struttura specialistica, la comunità terapeutica "Bellarosa" di Reggio Emilia, perchè il suo stato di salute era stato giudicato incompatibile con la detenzione. Poi però è stato fermato dai carabinieri perché sospettato di aver compiuto una rapina, armato di una mannaia, ad un ristorante di Castelnuovo di sotto.

"Tutti, o quasi, i gesti suicidari in carcere sono collegati al vissuto personale, familiare e giudiziario dei detenuti. La maggior parte di costoro provengono da esperienze di droga e da situazioni di instabilità affettiva e, spesso, anche psichica - sostiene Giovanni Battista Durante - Ciò però non esclude che la drammatica situazione delle carceri, dovuta proprio al sovraffollamento e alla carenza di personale di polizia penitenziaria e di altre figure professionali come educatori e psicologi, contribuisca e sia concausa dei gesti suicidari e, soprattutto, della impossibilità di attuare qualsiasi programma di prevenzione rispetto a tale drammatico fenomeno".

A prescindere dai motivi di questo suicidio, infatti, sono ormai 76 i detenuti - in media uno ogni due giorni - morti nelle carceri dall'inizio dell'anno: 21 si sono impiccati, 6 per aver inalato gas, 49 per malattia. Lo afferma l'Osservatorio permanente sulle morti in carcere, che dopo i fatti di ieri sera ha aggiornato l'elenco dei deceduti. "Tra i 21 suicidi 'certi' - afferma in una nota - 5 avevano meno di 30 anni, 8 tra i 30 e i 40 anni, 4 tra i 40 e i 50 anni, 3 tra i 50 e i 60 anni, 1 più di 60 anni: 39 anni l'età media. 17 erano italiani e 4 stranieri". L'associazione sottolinea poi che lo scorso anno, dal primo gennaio al 20 maggio i detenuti suicidi furono 22, nello stesso periodo del 2008 15, nel 2007 13, nel 2006 20, nel 2005 18.