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Sign for Aiutaci a garantire l'effettiva applicazione dell'art. 27 Cost.(funzione rieducativa della pena)

Mercoledi',23 Marzo 2011: interrogazioni per l'assunzione degli educatori penitenziari

Mercoledi',23 Marzo 2011,

(rinvio del 16 Marzo 2011)

in commissione giustizia discussione delle interrogazioni orali per l'assunzione degli educatori penitenziari.


5-04298 Cassinelli: Sull’iter del concorso pubblico per educatore penitenziario


5-04314 Ferranti: Questioni relative all’assunzione dei vincitori del concorso per educatore penitenziario




Per leggere il testo delle interrogazioni vai su news giornaliere o etichetta interrogazioni parlamentari




Carceri:necessario assumere educatori,assistenti e psicologi.

26 agosto 2010



Giustizia: Bernardini (Radicali); basta morti in carcere, varare in fretta misure deflattive



“Il tempo dell’illegalità e dell’inciviltà carceraria italiana è scandito ad un ritmo impressionante dalle morti, dai suicidi. Dico al Governo e ai miei colleghi parlamentari che così numerosi hanno partecipato all’iniziativa del Ferragosto in carcere, che occorre fare in fretta a varare, intanto, misure adeguate a decongestionare la sovrappopolazione carceraria”. Lo afferma Rita Bernardini, deputata Radicale, membro della Commissione Giustizia della Camera, dopo la morte di un detenuto a Sulmona. “Il disegno di legge Alfano - così come svuotato dalla Commissione Giustizia della Camera - non serve a spegnere l’incendio di disperazione e di morte che sta divampando - prosegue.Affidare infatti ai Tribunali di sorveglianza la valutazione della pericolosità sociale e l’idoneità del domicilio per consentire di scontare ai domiciliari pene residue sotto i 12 mesi, significa paralizzare tutto: la valutazione arriverà troppo tardi! Si dia ai direttori degli istituti penitenziari questo compito che saprebbero fare meglio e più in fretta dei magistrati di sorveglianza. Ridimensionata almeno un po’ la popolazione detenuta, occorre immediatamente riformare il sistema come previsto dalle mozioni approvate in gennaio dalle aule di Montecitorio e di Palazzo Madama a partire dallo stop all’uso indiscriminato della carcerazione preventiva e alla depenalizzazione dei reati minori, per arrivare alle misure e pene alternative che si rivelano molto più efficaci del carcere ai fini della rieducazione e del reinserimento sociale, all’adeguamento degli organici penitenziari (agenti, educatori, psicologi, assistenti sociali), alle possibilità di lavoro per i detenuti, agli istituti di custodia attenuata dove i tossicodipendenti possano curarsi”.





5 luglio 2010





Carceri: Favi, "Bene Tg2, condizioni indegne per detenuti e lavoratori"



Dichiarazione di Sandro Favi responsabile Carceri del Partito Democratico



L’inchiesta del Tg2 sulla drammatica situazione delle nostre carceri evidenzia ciò che il Partito Democratico denuncia da mesi, e cioè condizioni di vita per i detenuti e per i lavoratori penitenziari del tutto indegne. Quelle viste all’Ucciardone sono situazioni che in realtà riguardano la stragrande maggioranza delle carceri italiane. Le morti in carcere e gli atti di autolesionismo sono segnali inequivocabili: occorre attuare da subito politiche penitenziarie che decongestionino gli istituti. È assolutamente necessario investire sulle misure alternative alla detenzione e sull’aumento di agenti di polizia penitenziaria, di educatori, di assistenti sociali e psicologi.



Finora il ministro Alfano e il direttore delle carceri Ionta hanno saputo solo ipotizzare un piano carceri che avrà lunghissimi tempi di realizzazione e che non inciderà minimamente per un miglioramento della situazione nell’immediato.



Così non va.









Lettere: senza assunzione personale educativo il ddl Alfano è inutile





Comunicato stampa, 29 maggio 2010





Ai deputati di commissione bilancio



e giustizia camera









Al sottosegretario



On. Caliendo









Al sottosegretario



On. Giorgetti Alberti







Egregi Onorevoli,



dopo aver appreso la notizia sul parere negativo della Commissione Bilancio sugli artt. 2 quater e 2 sexies del Ddl Alfano questo Comitato ritiene necessario porre alla Vostra attenzione alcune osservazioni. L’eliminazione dell’articolo aggiuntivo Schirru 2.060 svuoterebbe di significato il Ddl Alfano riducendolo ad una imago sine re.



L’investimento in risorse umane è propedeutico alla concreta materializzazione della normativa contenuta nel provvedimento. Secondo quanto enunciato dall’art. 1 comma 3 del Ddl. il magistrato di sorveglianza decide sulla base della relazione inviatagli dall’istituto penitenziario.



Alla luce della normativa penitenziaria è l’educatore colui che osserva il comportamento del detenuto e provvede alla stesura della relazione di sintesi, cioè di quella relazione di cui si servirà il magistrato di sorveglianza per la decisione finale sulla misura alternativa.



Senza l’incremento di ulteriori unità di personale pedagogico la situazione del sovraffollamento carcerario non potrà mai essere risolta né tantomeno potrà trovare risoluzione la drammatica condizione in cui versano le carceri italiane.



Pochi educatori significa poche relazioni da inviare al magistrato di sorveglianza. Pochi educatori significa impossibilità di fare il trattamento. Pochi educatori significa stasi della concessione di misure alternative. L’eliminazione dell’articolo aggiuntivo Schirru creerebbe un vero e proprio effetto boomerang che provocherebbe la totale paralisi del Ddl Alfano.



La Commissione Giustizia dopo aver preso atto della grave situazione di disagio in cui versano le carceri italiani ha dato voce all’articolo 27 della Costituzione decidendo di investire su quello che già nel Settecento Beccaria definiva “il più sicuro mezzo di prevenire i delitti” ossia l’educazione.



L’approvazione dell’articolo aggiuntivo che esclude il Dap dalla riduzione della pianta organica e dal blocco delle assunzioni costituisce una vera e propria presa di coscienza dell’assunto secondo il quale non può esserci alcun miglioramento delle condizioni di detenzione senza l’investimento in risorse umane.



Si evidenzia inoltre che l’emendamento è già stato “riformulato” originariamente infatti prevedeva l’obbligo per il governo,dopo l’invio della relazione per l’adeguamento della pianta organica, di predisporre entro 2 mesi un piano straordinario di assunzioni.



La totale eliminazione di questo emendamento volto alla concreta applicazione della misura alternativa sulla quale questo Governo intende puntare per risolvere il dramma del pianeta carcere renderebbe inutile l’approvazione di un Ddl che non riuscirebbe mai ad essere attuato.



Ci sarebbe infatti una vera e propria antinomia tra norma e realtà. La realtà è che la situazione carceraria italiana è drammatica e preoccupante.



I continui suicidi in carcere sono da porre in relazione con le insopportabili condizioni di disagio in cui vivono i reclusi delle carceri italiane alla carenza di trattamento e attività rieducative e alla mancata assistenza psicologica dovuta alla cronica carenza di personale educativo



Ebbene, l’Italia, Paese democratico, è stata condannata dalla Cedu per trattamento degradante e disumano. A tale situazione va data una risposta concreta, soprattutto se si considera che il bilancio dello stato potrebbe essere aggravato dalle condanne della Cedu (Sic!).



Inoltre non si comprende come la crisi riguardi solo le risorse umane e non anche lo stanziamento dei fondi per l’edilizia penitenziaria ,infatti, una volta costruite nuove carceri queste rimarranno inutilizzate (Sic!) Un esempio è fornito dal carcere di Agrigento e dal carcere di Rieti, a Pinerolo inoltre, c’è un carcere vuoto da 10 anni ma è già stata individuata un’area per costruir un nuovo carcere (fonte Girodivite).



Per un provvedimento importante, come quello in esame, che punta sulla rieducazione e sul recupero del reo, occorre assumersi delle responsabilità serie, perché l’incremento del personale pedagogico rappresenta il sine qua non della correlazione legge - realtà.



Ancora una volta si evidenzia inoltre che il “decantato” vulnus di copertura finanziaria può essere sanato attingendo dai fondi della Cassa delle Ammende che secondo quanto disposto dall’art 129 III comma del Dpr 30 giugno 2000, n. 230, devono essere destinati ai programmi che tendono a favorire il reinserimento sociale dei detenuti e degli internati anche nella fase di esecuzione di misure alternative alla detenzione”e non all’edilizia penitenziaria (Sic!) . Qualora il Governo non intenda attingere i fondi necessari dalla cassa delle Ammende potrebbe ricavarli dai fondi del Fug, visto che il Presidente del Consiglio dei Ministri ha firmato il decreto che assegna per la prima volta le quote delle risorse sequestrate alla mafia e i proventi derivanti dai beni confiscati al Fondo Unico Giustizia (Fug), nella misura del 50 per cento al Ministero dell’Interno e del 50 per cento al Ministero della Giustizia. Attingendo i fondi o dalla cassa delle Ammende o dal Fug non vi sarebbe alcun onere aggiuntivo in quanto gli stessi sono già previsti in bilancio.



Per le ragioni suesposte riteniamo che l’emendamento presentato dall’On. Donatella Ferranti e Schirru sia una vera proposta “bipartisan” che deve, necessariamente,trovare accoglimento così come è stato approvato in Commissione Giustizia.



Riteniamo altresì che il governo, dopo aver provveduto all’adeguamento della pianta organica anche in relazione alla popolazione detenuta ( quasi 70mila detenuti) debba predisporre un piano straordinario di assunzioni di educatori penitenziari da attingersi dalla vigente graduatoria del concorso pubblico per esami a 397 posti nel profilo professionale di Educatore, Area C, posizione economica C1, indetto con Pdg 21 novembre 2003.



Una scelta in tal senso rappresenterebbe la chiave di volta per un chiaro e ben preciso impegno di responsabilità affinché la drammatica situazione che affligge il pianeta carcere possa finalmente essere risolta. Per tali ragioni auspichiamo che tutta la commissione bilancio della camera e il sottosegretario Alberto Giorgetti facciano una seria e proficua riflessione riconoscendo l’importanza ai fini dell’attuazione del Ddl in esame dell’emendamento Schirru 2.060.





FERRANTI SU DDL CARCERI,OTTENUTO ANCHE AMPLIAMENTO ORGANICO EDUCATORI PENITENZIARI.

Donatella Ferranti,PD:piano programmato di assunzioni del personale degli educatori.

Governo favorevole a emendamenti Pd per potenziamento personale penitenziario:piano programmato di assunzioni, per l`adeguamento degli organici del personale di Polizia penitenziaria, degli educatori, degli assistenti sociali e degli psicologi.


18 maggio 2010


La commissione Giustizia della Camera ha cominciato a votare gli emendamenti presentati al ddl carceri e il Governo ha dato parere favorevole alle proposte di modifica del Pd che prevedevano il potenziamento del personale civile e amministrativo penitenziario (psicologi, educatori, ecc) e l’adeguamento delle piante organiche di carabinieri e polizia in funzione del nuovo impegno che dovranno svolgere per vigilare sui detenuti che trascorreranno agli arresti domiciliari l’ultimo periodo della loro detenzione. Il capogruppo del Pd in commissione giustizia, Donatella Ferranti, ha espresso soddisfazione per questo parere favorevole del Governo augurandosi che alla fine l’emendamento venga approvato.



Pd: nostre proposte sono su linea indicata da Napolitano

“Il Pd è pronto” a rispondere al monito del presidente della Repubblica sulla necessità di risolvere il sovraffollamento delle carceri e “a fare la propria parte”. Per questo, annuncia Sandro Favi, responsabile Carceri dei democratici, “nei prossimi giorni il nostro partito presenterà proposte su questi temi, in un quadro di sistema e in continuità e sviluppo delle mozioni approvate dal Parlamento già nei primi mesi di quest`anno”.

“Proporremo - spiega Favi - che si proceda alla revisione del codice penale, che vengano riviste le norme che determinano l`alta incidenza di imputati in custodia cautelare in carcere e quelle sul trattamento penale dei tossicodipendenti, che siano ampliate le opportunità di accesso alle misure alternative alla detenzione. Chiederemo inoltre al Governo - prosegue - un piano programmato di assunzioni, per l`adeguamento degli organici del personale di Polizia penitenziaria, degli educatori, degli assistenti sociali e degli psicologi, nonché gli indispensabili stanziamenti ed investimenti per ripristinare la corretta funzionalità ed operatività dei servizi e delle strutture”.

“Il Partito Democratico - conclude l’esponente del Pd - rinnova la stima e la fiducia degli appartenenti al Corpo di polizia penitenziaria e l`apprezzamento verso i dirigenti dell`Amministrazione penitenziaria, verso le professionalità socio-educative, sanitarie, amministrative e tecniche che, in questa fase difficile, dimostrano il proprio impegno con alto senso di umanità e qualificate competenze”.

Ferranti: "Iter rapido? Vediamo atteggiamento maggioranza su nostre proposte"

Carceri: Pd, "Testo migliorato in commissione, ma serve uno sforzo in più" Ferranti: "Iter rapido? Vediamo atteggiamento maggioranza su nostre proposte"

“Lo stralcio della messa in prova consentirà di esaminare rapidamente il provvedimento sulla detenzione domiciliare”. Lo dichiara la capogruppo del Pd nella commissione Giustizia della Camera, Donatella Ferranti facendo notare come ‘la messa in prova non riguardava la popolazione carceraria e quindi non avrebbe avuto effetti sul grave stato di sovraffollamento delle carceri italiane. In ogni caso – sottolinea la democratica – il voto di oggi conferma il nostro giudizio negativo sul testo uscito dal consiglio dei ministri che era confuso ed inefficace anche perché privo di qualsiasi copertura finanziaria. Stiamo adesso valutando se aderire o meno alla richiesta di un voto in sede legislativa sul testo modificato nel corso dei lavori in commissione. La nostra disponibilità dipenderà anche dall’atteggiamento della maggioranza sulle nostre ulteriori proposte di modifica. In particolare: la tutela delle vittime di violenza domestica, il rafforzamento del personale di polizia (non solo quella penitenziaria) e del personale del comparto civile dell’amministrazione penitenziaria(educatori e psicologi)”.


Proposta emendativa 8.01.


Dopo l'articolo 8 inserire il seguente:


«Art. 8-bis. - 1. Entro centottanta giorni dall'entrata in vigore della presente legge, il Ministro della Giustizia, sentiti i Ministri dell'interno e della funzione pubblica, riferisce alle competenti Commissioni parlamentari in merito alle necessità di adeguamento numerico e professionale della pianta organica del Corpo di Polizia penitenziaria e del personale del comparto civile del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria anche in relazione all'entità numerica della popolazione carceraria e al numero dei posti esistenti e programmati.

2. A tal fine il Governo presenta al Parlamento entro i successivi novanta giorni un apposito piano straordinario di assunzioni di nuove unità specificandone i tempi di attuazione e le modalità di finanziamento.».
Ferranti Donatella, Schirru Amalia, Samperi Marilena, Amici Sesa



Proposta emendativa 8.03.

Dopo l'articolo 8 inserire il seguente:


«Art. 8-bis. - 1. Al comma 8-quinquies, della legge n. 26 del 2010, dopo le parole Il Corpo della Polizia penitenziaria, sono inserite le seguenti il personale del comparto civile del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria,».
Schirru Amalia, Ferranti Donatella, Samperi Marilena, Amici Sesa



28-04-10


Dopo l'ennesimo suicidio in carcere (23 dall'inizio dell'anno), nel penitenziario di Castrogno, a Teramo, il parlamentare dell'IdV, Augusto Di Stanislao, ribadisce la necessita' di interventi diretti ed immediati da parte del Governo. ''Non e' piu' ammissibile - afferma il deputato IdV - una tale situazione di completa incapacita' da parte del Governo di affrontare concretamente le problematiche delle carceri in Italia''. Di Stanislao ricorda che ''dopo varie visite presso il carcere di Castrogno e altrettante interrogazioni ad Alfano, dopo una mozione a mia prima firma approvata all'unanimita', con la quale anche la maggioranza si e' impegnata in una serie di iniziative atte a risollevare una drammatica realta' focalizzando l'attenzione sul sovraffollamento e sulla carenza di personale penitenziario e di educatori, dopo l'annuncio dell'emergenza carceri di Alfano e del fantomatico piano carceri, dopo continue denunce e sollecitazioni dei sindacati sulla necessita' di intervenire sulle strutture, sugli organici, siamo ancora di fronte ad una situazione insostenibile e all'emergenza soluzioni''. ''Ho presentato da tempo - conclude Di Stanislao - una proposta di legge per istituire una Commissione d'inchiesta parlamentare sulla situazione delle carceri in Italia che, ora piu' che mai, diventa fondamentale per dare risposte e soluzioni ai molteplici problemi e disagi dell'intero mondo penitenziario''.




Di Stanislao:il ministro tace sulle assunzioni degli educatori,riferisca in parlamento.

“E’ giusta l’assunzione di 2.000 agenti così come evidenziato da Sarno, Segretario generale Uil Pa Penitenziari, per garantire il turnover e quindi supplire la carenza del personale di polizia penitenziaria, ma vi è una colpevole dimenticanza da parte del Ministro quando tace sulla necessità di garantire la presenza degli educatori così come previsto nella Mozione IdV approvata all’unanimità dal Parlamento.” Queste le parole dell’On. Di Stanislao che prosegue: “Non vorremmo che questo impegno del Ministro si focalizzi esclusivamente sull’edilizia carceraria e altresì non vorremmo che dietro la parola magica “stato di emergenza” si celi il grimaldello per ridare vita ad una ” Carceri d’oro 2″ che in barba alla procedure di appalti e alla trasparenza abbiano buon gioco, piuttosto che la pubblica utilità e l’urgenza, i furbetti delle sponsorizzazioni. Si segnala al Ministro, nel frattempo, che in Italia vi sono 40 penitenziari incompiuti ed inutilizzati in un Paese che ne ha 171 in tutto e nel Piano Carceri presentato non c’è cenno di recupero di questo patrimonio. Chiedo che il Ministro venga, così come richiesto in Aula, a riferire in Parlamento sugli impegni presi in relazione ai tempi e modi e risorse da impiegare. Nel frattempo con due distinte interrogazioni chiedo al Ministro quale modello di recupero intenda mettere in campo visto che non si parla assolutamente di assumere gli educatori e cosa intenda fare per i 40 penitenziari incompiuti.”


16 Marzo 2010:interrogazione a risposta in Commissione su assunzione idonei educatori penitenziari

Convocazione della II Commissione (Giustizia)

Martedì 16 marzo 2010

Ore 13.45

5-02550 Ferranti: In relazione all’assunzione di educatori penitenziari


Interrogazione a risposta in Commissione:

FERRANTI, MELIS, TIDEI e SAMPERI.



- Al Ministro della giustizia.

- Per sapere

- premesso che:

il 17 febbraio 2010 il Sottosegretario per la giustizia Caliendo è intervenuto in Senato sul tema dell'assunzione degli educatori penitenziari reclutati tramite il concorso pubblico per esami a 397 posti nel profilo professionale di educatore, area C, posizione economica C1, indetto con PDG 21 novembre 2003;

nel corso della succitata seduta, il Sottosegretario Caliendo ha affermato che entro aprile 2010 saranno assunti in via definitiva tutti gli educatori che hannosuperato i precedenti concorsi, oltre ai 170 già assunti (anche se agli interroganti risulta che siano stati assunti 97 educatori);

in realtà, l'assunzione dei vincitori del suddetto concorso era già programmata con l'indizione dello stesso nel 2003, per il quale il dipartimento dell'amministrazione penitenziaria già disponeva dei fondi necessari;

lo stesso Ministro interrogato, onorevole Alfano, aveva riconosciuto l'improcrastinabilità e l'urgenza di assumere più unità di educatori quando, il 12 gennaio 2010, furono approvate alla Camera le mozioni sui problemi del carcere presentate da vari gruppi parlamentari;a fronte di una popolazione carceraria di 67.000 unità, il rapporto educatore/detenuto è di circa 1 a 1.000, cosa che rende in pratica impossibile lo svolgimento di qualsivoglia progetto rieducativo impedendo il corretto reinserimento del detenuto nel tessuto sociale, così come previsto nel dettato costituzionale;

non avendo il Ministro interrogato ancora proceduto all'assunzione di ulteriori unità degli educatori, limitandosi a rimandare la questione ad un futuro confronto in merito con i Ministri Tremonti e Brunetta, sarebbe auspicabile ed urgente un rapido avvio della procedura di assunzione di educatori, almeno per completare la già esigua pianta organica, ulteriormente ridotta di circa 400 unità dal decreto legislativo n. 150 del 2009

se non ritenga opportuno procedere celermente all'assunzione di educatori attingendo dalla vigente graduatoria degli idonei risultante dal concorso pubblico a 397 posti di cui in premessa, al contempo prorogando la validità della stessa per almeno un quinquennio, al fine di permetterne lo scorrimento graduale per compensare il turn-over pensionistico, evitando l'indizione di nuovi concorsi che comporterebbe ulteriori oneri finanziari.

(5-02550)


Risposta all'interrogazione di Donatella Ferranti:dal 2011 assunzioni degli idonei educatori concorso,il comitato vigilera'.

Nel rispondere agli On. interroganti ritengo opportuno segnalare che il concorso pubblico per esami a 397 posti nel profilo di "Educatore", Area C, posizione economica C1, dell'Amministrazione Penitenziaria, è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 30 del 16.4.2004 - IV serie speciale e si è concluso in data 9 luglio 2008.La graduatoria definitiva, immediatamente dopo l'approvazione del Direttore Generale con provvedimento dell'11 luglio 2008, è stata trasmessa all'Ufficio centrale per il bilancio per l'apposizione del visto di controllo.Nell'anno 2009, in ragione dell'entità dei fondi stanziati ai sensi dell'articolo 1, comma 346, della Legge 24.12.2007 n. 244, è stato possibile procedere all'assunzione dei primi 103 vincitori del predetto concorso a 397 posti.Quanto alle restanti 294 unità, la competente Direzione Generale di questa amministrazione ha già programmato il relativo piano di assunzione ricorrendo, per la copertura degli originari 397 posti a concorso, allo scorrimento della graduatoria, ai sensi dell'art. 15, co. 7, DPR n. 487/99 e successive integrazioni e modificazioni.I nuovi educatori - alcuni dei quali individuati tra i candidati idonei, ma non vincitori del concorso, attese le 12 defezioni intervenute per rinunce, mancate stipule del contratto o dimissioni da parte degli aventi diritto - hanno infatti già scelto la sede di destinazione e, entro aprile del corrente anno, saranno formalmente assunti con firma del relativo contratto.Per quanto riguarda, invece, l'auspicata possibilità di procedere ad un ulteriore scorrimento della graduatoria oltre il numero dei posti originariamente messi a concorso, mi corre l'obbligo di segnalare che tale eventualità non rientra tra le ipotesi di cui all'art. 15, co. 7, del DPR n. 487/1994 e che pertanto, limitatamente all'anno in corso, non può essere attuata per mancato stanziamento dei fondi occorrenti.I fondi disponibili, infatti, sono stati impegnati sia per l'assunzione dei vincitori del suddetto concorso per educatori, sia per l'assunzione degli idonei al concorso a 110 posti di contabile, a copertura dei posti previsti dal relativo bando ed in ragione delle gravi carenze riscontrate anche nell'area contabile.Dato atto di quanto sopra e, premesso che la validità delle graduatorie è indicata in tre anni dalla data della pubblicazione nei Bollettini ufficiali, faccio presente che, nel caso di specie, la validità della graduatoria del concorso a 397 posti è fissata al 31 maggio 2012 e che, pertanto, a partire dal prossimo anno, in presenza delle risorse economiche necessarie, potranno esservi le condizioni per procedere ad uno scorrimento della graduatoria, anche oltre il numero dei posti pubblicati.




24 febbraio 2010:

ordine del giorno su non riduzione organico educatori di Roberto Rao

La Camera,

premesso che

il provvedimento in esame prevede, all'esito del processo di riorganizzazione di cui all'articolo 74, del decreto legge n. 112 del 2008, un'ulteriore riduzione degli assetti organizzativi delle amministrazioni pubbliche ai fini del contenimento della spesa pubblica;

il comma 8-quinquies dell'articolo 2 individua le amministrazioni che non sono interessate dalle riduzioni descritte, tra cui il Corpo di Polizia Penitenziaria;


nonostante le difficoltà operative, la scarsezza di mezzi e personale risulta, inopinatamente escluso da tale previsione il personale civile del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di adottare ulteriori iniziative normative volte ad includere tra il personale delle amministrazioni non interessate dalla riorganizzazione delle piante organiche non solo quello di polizia penitenziaria ma anche quello civile del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria, con particolare riferimento alle figure degli educatori, degli assistenti sociali e degli psicologi, anche in vista dell'avvio del Piano carceri che necessiterà di adeguate risorse umane e professionali. 9/3210/41. Rao, Ria
.


Accolto come raccomandazione.




19 Febbraio 2010:

ordine del giorno su assunzione educatori di Donatella Ferranti e PD


La Camera,

premesso che:

l'articolo 17-ter stabilisce che, per l'attuazione del cosiddetto «Piano carceri» si conferiscono pieni poteri al Commissario straordinario che, per individuare la localizzazione delle aree destinate alla realizzazione di nuove infrastrutture carcerarie, d'intesa con il Presidente della regione territorialmente competente e sentiti i sindaci dei comuni interessati, potrà agire in deroga alla normativa urbanistica vigente, velocizzando procedure e semplificando le gare di appalto, utilizzando il modello adottato per il dopo terremoto a L'Aquila, derogando anche all'obbligo previsto dalla legge 7 agosto 1990, n. 241, volto a consentire agli interessati, proprietari delle aree che si intendono espropriare, la necessaria partecipazione al procedimento amministrativo;

la localizzazione costituisce di per sé variante e produce l'effetto di imporre il vincolo preordinato all'espropriazione e contro di essa non sarà possibile ricorrere al giudice amministrativo e si introduce anche una deroga al limite dei subappalti, che potranno aumentare dall'attuale 30 per cento fino al 50 per cento, in deroga all'articolo 118 del codice dei contratti pubblici; in sostanza, si affidano pieni poteri al Commissario straordinario, che potrà avvalersi anche del Dipartimento per la protezione civile per le attività di progettazione, scelta del contraente, direzioni lavori e vigilanza degli interventi strutturali ed infrastrutturali, in deroga ai criteri di trasparenza e pubblicità e in palese contraddizione con la mozione Franceschini ed altri n. 1-00302 (approvata sostanzialmente all'unanimità alla Camera il 12 gennaio di quest'anno e accettata dal Governo) che impegnava chiaramente il Governo a garantire, nell'ambito dei progetti della nuova edilizia penitenziaria, i criteri di trasparenza delle procedure e l'economicità delle opere evitando il ricorso a procedure straordinarie, anche se legislativamente previste,

impegna il Governo

a verificare l'adeguatezza, in proporzione alla popolazione carceraria, delle piante organiche riferite non solo al personale di polizia penitenziaria ma anche alle figure degli educatori, degli assistenti sociali e degli psicologi, avviando un nuovo piano programmato di assunzioni che vada oltre il turn-over dovuto ai pensionamenti previsto dalla legge finanziaria per il 2010 e che garantisca le risorse umane e professionali necessarie all'attivazione delle nuove strutture penitenziarie, anche distribuendo meglio il personale sul territorio, concentrandolo nei compiti di istituto, sottraendolo ai servizi estranei, consentendogli un adeguato, costante ed effettivo aggiornamento professionale.

9/3196/13.
Donatella Ferranti.



Il comitato vincitori idonei concorso educatori dap in sostegno di Rita Bernadini

Educatori penitenziari sostengono la protesta di Rita Bernardini e Irene TestaRistretti Comitato vincitori e idonei del concorso per educatori condivide e sostiene l’iniziativa non violenta intrapresa da Irene Testa e Rita Bernardini.Il Comitato vincitori e idonei del concorso per educatori condivide e sostiene l’iniziativa non violenta intrapresa da Irene Testa e Rita Bernardini, impegnate in uno sciopero della fame perrichiedere l’esecuzione immediata di quanto proposto nelle cinque Mozioni parlamentari,unanimemente approvate nei giorni 11 e 12 gennaio 2010, riguardanti la situazione del sistema carcerario italiano.Giova ricordare che in quella occasione lo stesso Ministro Alfano assumeva precisi impegni ed affermava che vi avrebbe dato celere e certa attuazione sancendo l’inizio di un nuovo percorso,iniziato con la dichiarazione di Emergenza di tutto il sistema penitenziario alla quale ci si aspettava sarebbe seguita la predisposizione nel Piano Carceri di tutti quegli atti necessari ad ottemperare a quanto detto nelle citate Mozioni per poter, nei tempi strettamente necessari, affrontareconcretamente e efficacemente l´ormai ingestibile situazione creatasi nei nostri istituti penitenziari.Tuttavia, da un’iniziale analisi condotta sui primissimi elementi costitutivi e organizzativi del Piano Carceri emerge solo una particolare attenzione all’aspetto strutturale e custodiale, non prevedendo,invece, alcun intervento per incrementare e favorire la fondamentale componente rieducativa, vero obiettivo dell’esperienza carceraria.Questo Comitato ed altri illustri interlocutori del mondo penitenziario, continuano, infatti, a chiedere a gran voce che vengano assunti più educatori, affinché l’ingresso nelle nostre carceri non si limiti ad un forzato ozio, ma divenga precipuo momento di riflessione e riprogettazione del sé.Ad oggi, però, in merito alla questione degli educatori, alcuna volontà specifica è stata espressa dal Ministro, nonostante, le nostre carceri continuino quotidianamente ad affollarsi a causa dei numerosi nuovi ingressi, ma anche per la spaventosa carenza di educatori che, secondo quanto stabilito dalle vigenti leggi, rappresentano i coordinatori e i realizzatori materiali dei percorsirieducativi, nonché quelle figure professionali atte a garantire, nei giusti modi e nei tempi,l’espletamento, dell’intero iter necessario all’accesso alle misure alternative alla detenzione di quei detenuti che ne avrebbero i requisiti, ma che continuano a restare in carcere a causa dello sparuto numero di educatori attualmente in servizio a fronte di una popolazione di 66.000 persone carcerate.Pertanto, ci uniamo all´Onorevole Bernardini e a Irene Testa per chiedere l´immediata esecuzione delle citate mozioni e auspichiamo che il Ministro Alfano ne predisponga repentinamente l’avvio.Il Comitato, altresì, ad ausilio dell’iniziativa intrapresa da Rita Bernardini e da Irene Testa,promuove una “catena di informazione solidale” impegnandosi a diffondere la conoscenza di tale protesta non violenta tramite l’invio di questo comunicato non solo a tutti gli organi di informazione, ma anche ai propri conoscenti invitandoli a fare altrettanto.Il Comitato vincitori e idonei concorso educatori.


Donatella Ferranti,PD:da Ionta, un primo segnale l'immediata assunzione dei tanti educatori.

CARCERI: PD, VOGLIAMO VEDERCI CHIARO. AUDIZIONE ALLA CAMERA DI IONTA



Roma, 13 gen



''Lo vogliamo esaminare puntigliosamente ed e' per questo che gia' domani chiederemo al presidente della commissione Giustizia, Giulia Bongiorno di attivarsi per prevedere al piu' presto l'audizione del capo del Dap, dott. Franco Ionta''. Cosi' la capogruppo del Pd nella commissione Giustizia della Camera, Donatella Ferranti, commenta l'approvazione del piano carceri da parte del Cdm di oggi. ''I primi dati forniti dal ministro Alfano - sottolinea - non ci convincono fino in fondo: se infatti le carceri italiane possono ''tollerare' sino a circa 64.237 detenuti, da regolamento non potrebbero ospitarne piu' di 43.087. Il grado di sovraffollamento e' elevatissimo, siamo ampiamente fuori quota, e per arrivare ad 80.000 posti, i 21.749 annunciati oggi dal ministro Alfano sembrano insufficienti. E poi - prosegue - non basta costruire muri, occorre riempirli di personale numericamente e professionalmente adeguato: dalla polizia penitenzieria, agli psicologi, agli educatori e agli altri esperti. Di tutto questo ancora non c'e' traccia, ma aspettiamo di conoscere nel merito dal dott. Ionta le cifre esatte, certo - conclude - che un primo segnale potrebbe essere l'immediata assunzione dei tanti educatori e psicologi del concorso''.

Assunzione degli educatori primo impegno del governo

Il Comitato vincitori e idonei del concorso per educatori penitenziari esprime piena soddisfazione per l’approvazione delle cinque mozioni sul problema carcerario discusse ed accolte nei giorni 11 e 12 gennaio 2010 dal nostro Parlamento. Per la prima volta il Governo, rappresentato dal Ministro Alfano, ha preso consapevolezza della grave emergenza del sovraffollamento degli istituti di pena e, fra le altre fondamentali proposte presentate, si è impegnato:- a procedere all’assunzione immediata dei restanti educatori penitenziari previsti dalla pianta organica, da attingersi dagli idonei della vigente e menzionata graduatoria risultata dal concorso bandito per tale profilo professionale, affinché anche costoro possano partecipare ai previsti corsi di formazione che il dipartimento dell’amministrazione penitenziaria deve attivare per questi operatori prima dell’ingresso nelle carceri a cui sono destinati, onde evitare sprechi di danaro per doverli riattivare in seguito;- a prorogare di almeno un quinquennio la validità della graduatoria di merito del concorso citato in premessa, in linea con gli orientamenti del Ministro per la pubblica amministrazione e l’innovazione nonché con le disposizioni in materia di razionalizzazione delle spese pubbliche in vigore - per permetterne un graduale scorrimento parimenti all’avvicendarsi dei fisiologici turn-over pensionistici, al fine di evitare l’indizione di nuovi concorsi per il medesimo profilo che comporterebbero inutili oneri pubblici;- ad assumere iniziative per lo stanziamento di fondi necessari per completare l’organico di educatori previsti dalla pianta organica attualmente vigente presso il dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, considerato che lo sforzo economico da sostenere è annualmente molto esiguo, ma necessario per far funzionare meglio ed in modo più umano una branca importantissima del nostro sistema giustizia che non può più attendere;- a procedere all’alienazione di immobili ad uso penitenziario siti nei centri storici e alla costruzione di nuovi e moderni istituti penitenziari in altro sito;Esprimiamo, quindi, pieno compiacimento per l’importantissimo risultato raggiunto dall’On. Di Stanislao dell’Idv, il quale nella Sua circostanziata e approfondita mozione, ha dimostrato ancora una volta la Sua grande disponibilità e sensibilità verso tali problematiche, sapendo cogliere e far emergere sapientemente le necessità di questo delicato settore della nostra giustizia. Ringraziamo, inoltre, gli onorevoli Bernardini, Rao, Ferranti, Melis, Tidei, Vitali, Balzelli, Donadi, Paladini, Franceschini e tutti coloro che hanno appoggiato con voto favorevole le Loro mozioni, poiché di fronte a queste battaglie di umanità hanno saputo permeare il Loro impegno politico di quell’umanità e di quell’alto senso civico che rende capaci di abbandonare i colori politici e di volgere verso una proficua unità di intenti.Il Comitato vincitori e idonei del concorso per educatori penitenziari, intanto, continuerà a vigilare affinché tali doveri vengano rispettati e proseguirà nel suo lavoro di diffusione della necessità dell’intervento rieducativo e quindi sulla centralità della presenza degli educatori, ovvero di quella figura professionale che rappresenta il vero catalizzatore ed esecutore materiale del percorso rieducativo di un detenuto, percorso che rappresenta l’unica vera speranza di un sano reinserimento sociale di chi vive l’esperienza delle sbarre e che rappresenta uno dei più validi strumenti atti ad evitare quegli stati di inerzia, apatia, depressione, frustrazione, ansia, inadeguatezza che troppo spesso percorrono prepotentemente i corridoi lungo i quali si snodano le fila di quelle celle all’interno delle quali si consumano, quotidianamente, suicidi, abusi, violenze. Auspichiamo, quindi, che il Governo predisponga celermente tutti gli atti necessari ad ottemperare quanto detto e che questa stessa volontà continui ad animarne tutti i passaggi ad essi necessari, per poter, nei tempi strettamente necessari, cominciare ad affrontare concretamente e efficacemente l’ormai ingestibile emergenza creatasi.

Il Comitato vincitori e idonei del concorso per educatori penitenziari

martedì 15 giugno 2010

Carcere: su emendamenti a DDL Alfano pene domiciliari la COMMISSIONE BILANCIO NON ANCORA ESPRESSO NUOVO PARERE,IL GOVERNO NON SI ESPRIME. giustizia,angelino alfano,detenuti,politici,governo,donatella ferranti

SPECIALE: CARCERE E GIUSTIZIA, ULTIMISSIME DAL MONDO POLITICA




COMMISSIONE BILANCIO NON ANCORA ESPRESSO NUOVO PARERE , IL GOVERNO NON SI ESPRIME


Nuovo stop alla Camera per il cosiddetto 'svuota carceri'. Per il ddl Alfano, che concede i domiciliari a chi deve scontare un anno di pena, e' a rischio la sede legislativa, ossia l'iter rapido senza passaggio in aula. L'ipotesi di una corsia preferenziale del testo era stata caldeggiata dalla quasi totalita' dei gruppi in commissione Giustizia (hanno detto si' i quattro quinti), tant'e' che il 17 maggio scorso il provvedimento era stato espunto dal calendario d'aula su richiesta della presidente della commissione, Giulia Bongiorno, dopo un accordo tra maggioranza e opposizione.

Ma oggi, spiega la capogruppo del Pd in Giustizia, Donatella Ferranti, "il governo non ha fatto pervenire il suo orientamento sull'ipotesi legislativa, nonostante sia gia' stato sollecitato a esprimersi". Inoltre, "la commissione Bilancio- continua Ferranti- non ha risposto alla richiesta, fatta da tutta la nostra commissione, di rivedere il parere negativo sull'assunzione di nuovi agenti di polizia e carabinieri e sulla previsione di rinviare il taglio del 10 per cento del personale civile dell'amministrazione penitenziaria".

Per la commissione Bilancio della Camera, quindi, per ora il ddl 'svuota-carceri', cosi' come modificato dopo una trattativa tra il guardasigilli Alfano e il ministro dell'Interno Maroni, non ha la necessaria copertura economica. Su pressione della Lega, inoltre, era stata stralciata la parte della messa in prova ed e' stato introdotto uno stop all'automaticita' della concessione dei domiciliari, con l'introduzione del 'filtro' del giudice, che valuta caso per caso.

La commissione Giustizia, visto lo stallo provocato dal parere negativo della Bilancio sul ddl domiciliari, giovedi' scorso aveva chiesto di rivedere quel giudizio. Ma ad ora, sottolinea Ferranti, "nessun segnale e' arrivato dalla V commissione. Stando cosi' le cose- conclude- domani ci rivedremo in sede referente per capire come procedere. Se non si sono le condizioni per la legislativa, il testo allora va calendarizzato in aula".


Per il governo, il sottosegretario alla Giustizia, Giacomo Caliendo, spiega che "per dire si' alla sede legislativa e' indispensabile avere un parere favorevole della commissione Bilancio", che, a quanto si apprende, sarebbe intenzionata a chiedere la relazione tecnica al governo sui costi del provvedimento.




COMMENTI ALLA DICHIARAZIONE DI GIANLUCA BONNANNO (LEGA): "BENE SE PEDOFILI E MAFIOSI SI SUICIDANO"


ANTIGONE: “Augurarsi il suicidio di una persona, detenuta per qualunque causa, è incivile e inumano”

Dichiarazione del Presidente dell’Associazione Antigone Patrizio Gonnella: “Le dichiarazioni dell’Onorevole Gianluca Buonanno sono indegne per un Paese che per tanti anni si è giustamente vantato di essere la culla del diritto. Ormai alcune forze politiche assomigliano più a orde barbariche che non a partiti moderni. Augurarsi il suicidio di una persona, detenuta per qualunque causa, è incivile e inumano: assomiglia tanto a chiedere il ripristino della pena di morte. Speriamo che gli esponenti di tutte le altre forze politiche, di centro, di destra o di sinistra, si indignino e lascino isolata questa voce”.



PD: ALLUCINANTE BUONANNO. MARONI PRENDA DISTANZE

(AGI) - Roma, 15 giu. - "Il ministro Maroni prenda immediatamente le distanze dalle parole del suo collega di partito Buonanno, che oggi si e' dilettato in dichiarazioni allucinanti, che fanno carta straccia del rispetto della vita umana e alimentano il clima di intolleranza e violenza". Cosi' la capogruppo Pd in commissione Giustizia alla Camera, Donatella Ferranti, che definisce quelle del deputato leghista "parole di una gravita' inaudita".

"Non e' certo augurandosi il suicidio degli autori di gravissimi reati - conclude - che si tutelano le vittime e si garantisce rispetto della legalita'".



BURTONE (PD), DOPO ENNESIMO SUICIDIO ALFANO INTERVENGA

(AGI) - Palermo, 15 giu. - "L'ennesimo suicidio di un detenuto avvenuto a Catania, dimostra la gravita' della situazione nelle carceri italiane. Non sono piu' rinviabili interventi per migliorare la condizione di vita di quanti scontano una pena. Il governo per il momento si e' dimostrato molto attivo nelle promesse e negli annunci anche su temi delicati come questo. Il ministro Alfano intervenga subito". Lo ha detto Giovanni Burtone, deputato del Pd.

Rita Bernardini interroga Alfano sulle disastrose condizione del carcere carcere bolognese della Dozza,quali iniziative al fine di aumentare l'organico degli agenti penitenziari e degli educatori? carcere,governo,detenuti,costiotuzione,giustizia,angelino alfano,politici,italia,governo

BERNARDINI, BELTRANDI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI.

- Al Ministro della giustizia, al Ministro della salute.

- Per sapere

- premesso che:


sabato 5 giugno 2010 la prima firmataria del presente atto si è recata - insieme ai militanti radicali Monica Mischiatti e Matteo Angioli - in visita ispettiva presso il carcere bolognese della Dozza, il cui direttore attualmente è il dottor Palma Mercurio;

a fronte di una capienza regolamentare di 492 detenuti, nell'istituto penitenziario in questione si trovano ristrette 1.145 persone (il 65 per cento è di nazionalità straniera), di cui 1075 uomini e 70 donne; oltre a due bambini sotto i tre anni reclusi nelle celle con le loro madri; ciò provoca molti disagi e problemi organizzativi in quanto tutte le risorse dell'istituto sono tarate solo ed esclusivamente sulla capienza regolamentare;

la struttura ha bisogno di numerosi interventi di ristrutturazione, in particolare le docce sono carenti ed inadeguate, ciò anche in relazione all'elevato numero di detenuti; alle finestre, oltre alle sbarre, c'è una rete di protezione che, facendo filtrare poca luce, crea ulteriore disagio ai detenuti per scrivere e leggere;

nelle celle gli impianti elettrici non risultano a norma, con grave rischio per l'incolumità dei detenuti e del personale, soprattutto in caso di incidente notturno, quando gli agenti di guardia sono ridotti all'osso e un intervento di soccorso dall'esterno richiederebbe troppo tempo per trarre in salvo le persone;

la drastica riduzione delle risorse determina la mancanza anche di beni di prima necessità come gli strumenti necessari a tenere pulita una cella e ciò mette in serio rischio l'igiene più che necessaria nelle condizioni di sovraffollamento riscontrate;

in genere nelle celle di 11 metri quadrati (bagno compreso) convivono tre detenuti; peraltro al momento della visita si contavano tre detenuti in isolamento per sospetta TBC;

per quanto possibile, i tossicodipendenti sono assegnati in tre sezioni di 75 persone e sono seguiti direttamente dal SERT;

il passaggio della sanità penitenziaria al Servizio sanitario nazionale, ha creato non pochi problemi organizzativi e gestionali, soprattutto in odontoiatria e assistenza psichiatrica, senza contare che le medicine di prima necessità sono a carico dei detenuti i quali sono costretti ad acquistarle all'esterno;

i problemi di cui sopra non sono venuti meno sebbene sia stato mantenuto il precedente personale sanitario, ciò anche a causa del fatto che il compito di coordinare il settore è stato assegnato a due manager esterni che si occupano anche di altro e non vivono né conoscono a fondo la difficile realtà sanitaria dell'istituto;

i detenuti occupati nelle diverse attività lavorative sono 120 ma, secondo quanto riferito dalla direzione dell'istituto, a seguito degli ulteriori tagli alle mercedi operati dal Ministero della giustizia di concerto con quello dell'economia e delle finanze, i lavoranti dovranno essere ridotti a circa 90 unità;

i volontari ammessi dalla direzione sono tantissimi; ogni giorno entrano in carcere circa 200 persone che contribuiscono - per quanto possibile - ad alleviare le sofferenze dei detenuti e del personale;

gli educatori, dopo lo sblocco di un vecchio concorso che ha consentito 6 nuove assunzioni, sono in tutto 8, compreso il capoarea, a fronte di una pianta organica che ne prevede 11;

gli agenti di polizia penitenziaria previsti in pianta organica sono 567, ma assegnati ve ne sono appena 520, di cui solo 379, al netto dei distacchi delle missioni e delle agenti in maternità. Peraltro attualmente di questi 379 circa 35 risultano essere in malattia;

solo una minoranza dei detenuti ha i familiari residenti in regione e tutto ciò comporta grandi sofferenze per coloro che raramente (spesso mai) hanno la possibilità di incontrare mogli, figli e genitori. A questo proposito si segnala il caso di Talbi Seifeddine che da sei mesi ha avanzato - senza ricevere risposta - la richiesta di trasferimento al carcere di Pisa, città dove vivono moglie e figlio di undici anni italiani;

un altro ragazzo Haddar Anis, avendo una condanna a 5 anni e otto mesi ed avendo già scontato tre anni e due mesi ha giustamente chiesto il trasferimento nel reparto penale senza essere costretto a convivere con persone in attesa di giudizio che hanno problematiche completamente diverse da chi ha ricevuto una condanna definitiva ed è in una situazione più stabile e segnata di chi non sa ancora quale sarà il futuro -:

quali urgenti iniziative si intendano assumere per garantire normali condizioni di vita ai detenuti ed agli operatori del carcere della Dozza; in particolare, entro quali tempi si preveda che l'istituto possa rientrare nella dimensione regolamentare dei posti previsti;

se la ASL di riferimento abbia fatto i previsti controlli periodici sull'idoneità igienico-sanitaria dell'intera struttura e se sia stata rilasciata secondo la normativa vigente la necessaria dichiarazione di conformità di tutti gli impianti dell'istituto;

cosa intendano fare per rimuovere le diffuse situazioni di pericolo riscontrate dall'interrogante;

cosa intendano fare, negli ambiti di rispettiva competenza, per garantire il diritto alla salute dei detenuti e, in particolare, entro quali tempi verrà ripristinata un'adeguata assistenza psicologica e psichiatrica;

cosa si intenda fare per garantire ai detenuti l'attività trattamentale, sia essa di studio e/o di formazione e lavoro, atta a preparare il futuro reinserimento sociale previsto dall'articolo 27 della Costituzione;

se non si intendano adottare le opportune iniziative al fine di aumentare l'organico degli agenti penitenziari, degli educatori, degli psicologi e degli assistenti sociali in servizio presso il predetto istituto di pena, in modo da rendere lo stesso adeguato al numero delle persone recluse;

se, più in generale, visti gli attuali vuoti d'organico di cui soffre il Corpo dei «baschi azzurri», il Governo non intenda richiamare in servizio i quasi 2.000 agenti penitenziari distaccati tra Ministero e dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, il cui utilizzo sul campo risulterebbe quanto mai prezioso;

entro quali tempi verrà garantito un normale funzionamento dell'istituto quanto alla manutenzione, in particolare se intenda procedere all'immediato rifacimento degli impianti-docce in modo da rendere il numero degli stessi adeguato a quello dei detenuti ivi ristretti;

se ed in che modo si intendano potenziare, all'interno della struttura penitenziaria in questione, le attività di orientamento e formazione al lavoro e di ricerca di posti di lavoro da offrire ai detenuti, in particolar modo per quelli che hanno quasi finito di scontare la pena;

quali iniziative urgenti intenda adottare al fine di dare piena attuazione del principio della territorialità della pena previsto dall'ordinamento penitenziario, così che possano essere finalmente esercitate al meglio tutte quelle attività di sostegno e trattamento dei detenuti rinchiusi nel carcere della Dozza che richiedono relazioni stabili e assidue tra questi ultimi, i loro familiari ed i servizi territoriali della regione di residenza;

per quali motivi il detenuto Talbi Seifeddine non abbia ancora ottenuto il trasferimento presso il carcere di Pisa, città dove risiedono la moglie ed il figlio 11enne;

quali siano le ragioni che non consentano l'immediato trasferimento del detenuto Haddar Anis - condannato in via definitiva a 5 anni e 8 mesi ed attualmente ristretto insieme ai detenuti in atteso di giudizio - presso il reparto penale del carcere bolognese.

(4-07576)

Vincenzo Andraous:sul carcere il governo sta giocando una partita sporca? carcere,governo,detenuti,angelino alfano,politici,italia,giustizia

SILENZI CHE NON AIUTANO





Silenzi che non aiutano alcun esame di coscienza, distrazioni che non leniscono alcun dolore, guardare dove non è consentito farlo davvero, e fare chiacchiere da mercato sulla morte e l’abbandono di ogni pietà.

Descrivere il carcere approfittandone con riflessioni di taglio storico, nonostante i tanti articoli, libri, dossier, mentre un altro detenuto si è lasciato morire, un numero tra i tanti, ha deciso di mollare gli ormeggi da una condanna ulteriore e non scritta oltre quella erogata dal giudice in nome del popolo italiano.

Un ragazzo ha deciso di ammazzarsi per stanchezza e per follia, per l’insopportabile sofferenza a scegliere di sopravvivere. Quando un essere umano è posto nelle condizioni non solo della privazione della libertà personale, ma anche di quell’altra meno onorevole e legale, dove neppure più esiste la convergenza di altre scelte per un possibile cambiamento, una reale emancipazione, ebbene quella persona non ha alcuna possibilità di avvicinarsi ad una dimensione di riparazione, di speranza, di perdono.

Un talk-show persistente, uno spettacolo che a seconda delle priorità del mercato, non certo dell’etica e della morale sbandierate malamente, stabilisce i criteri con cui si deve accelerare o rallentare per modificare i meccanismi di degrado umano e civile del nostro paese.

All’impiccato di turno, al gasato di ieri, al dissanguato di domani, c’è necessità di approfondire equità sociale e salvaguardia della collettività, per non continuare a sdoganare atteggiamenti e comportamenti che debordano, gestualità che tagliano fino alle ossa.

Quando c’è di mezzo una cella, una galera, la richiesta di una pena da scontare con dignità e progettualità, diventa tutto così banale, scontato, che è meglio non parlarne, anzi parliamone pure, ma per non fare nulla o quasi: persino la fatica che deve accompagnare il pensare e conseguentemente il fare, perde contatto con la sostanza delle cose.

La giustizia è maltrattata, è mantenuta a debita distanza in un perimetro sempre più out rispetto a quei percorsi veramente condivisi, quasi che il carcere fosse diventato un luogo defenestrato da cittadinanza e quindi negato a essere parte attiva di qualcosa.

Un altro ragazzo è morto per incuria del cuore, per ciò che gli restava e che improvvisamente non c’era più, se non l’unica scelta di farla finita. Un altro uomo al macero, un treno merci di colpe e di abbandoni, di condanna e di castigo, di impossibilità a riparare.

Ho l’impressione che sul carcere si giochi una partita sporca, una specie di esperimento per verificare la capacità di sopportazione di un pezzo di società costretta a sopravvivere, a barcamenarsi in un passato che non intende farsi da parte, un presente mascherato da passato impenitente, un futuro assassinato da un passato che non ha insegnato niente.

Un futuro affidato alla nostra incapacità di rivedere i nostri vissuti, a rispettare lo spirito costituzionale degli sguardi nuovi e ulteriori auspicati, nella volontà negata di una alternativa, non avendo un’alternativa, non ricercando un’alternativa alla pena, allora rimane l’incapacità a immaginare una vita nuova e diversa, più consona al vivere civile, tentativo consapevole di cambiare le sorti proprie e altrui.

Carcere:quanto risparmierebbe lo Stato se avesse il coraggio di investire sulla rieducazione e incrementando gli organici di educatori penitenziari? angelino alfano,governo,politici,detenuti,giustizia

Lettere: quanto risparmierebbe lo Stato se avesse il coraggio di investire sulla rieducazione?


Ristretti Orizzonti, 14 giugno 2010



Nuova nota ai fini della copertura finanziaria dell’emendamento dell’on. Donatella Ferranti per l’adeguamento della pianta organica del personale del comparto civile del dipartimento amministrazione penitenziaria ed in particolare per l’assunzione di nuove unità di educatori penitenziari.

Un provvedimento importante come il ddl Alfano che vede quale punto centrale per la risoluzione del sovraffollamento carcerario la misura alternativa alla detenzione concessa, per i soggetti già detenuti, sulla base della relazione comportamentale dell’istituto richiede, necessariamente, un adeguamento del personale dell’area deputata al trattamento.

A fronte di una popolazione detenuta pari a 67.593 unità è impensabile poter parlare di rieducazione della pena e di trattamento penitenziario. Nel carcere non si fa niente e chi non fa niente si trova in un tempo eterno , la condizione psicologica di chi non fa niente si risolve nel puro e semplice aspettare con conseguente degrado psichico e aumento dello stato di frustrazione e la frustrazione genera aggressività. (Cfr. Freud, Dollard e Miller Frustration and Aggression).

Ed ancora a fronte di una popolazione di detenuti pari a 67.593 mancherebbero, secondo dati aggiornati al 31 marzo 2010, ben 603 unità di educatori. Con queste cifre non è possibile rieducare, non è possibile stimolare il cambiamento perché il cambiare implica un fare, un fare qualcosa che rende l’altro diverso da come era.

Con queste cifre non sarà possibile attuare il ddl Alfano perché non sarà possibile rispondere tempestivamente alle incombenze del personale pedagogico interessato alla produzione delle relazioni comportamentali ex art. 1 comma 3. L’incremento di unità di personale pedagogico è condizione imprescindibile per la concreta applicazione di quanto previsto nel ddl Alfano.

La normativa penitenziaria affida all’educatore il compito di osservare il comportamento del detenuto e redigere la relazione di sintesi cioè quella relazione di cui si servirà il magistrato di sorveglianza per la decisione finale sulla misura alternativa (Cfr art. 82 O.P.; Circ. Dap n. 2598/5051; Circ. Dap 3337/5787e Circ. Dap 2598/5051).

Senza l’incremento di personale pedagogico chi redigerà la relazione prevista al comma 3 dell’art. 1 del ddl Alfano? Ovviamente si creerà una reazione a catena che porterà ad una implosione del ddl Alfano e ad un’esplosione del pianeta carcere. Senza relazione comportamentale il magistrato di sorveglianza non avrà nulla su cui poter decidere e si vedrà costretto a rigettare l’istanza.

Il ddl Alfano deve fare i conti con la realtà non solo con la finanziaria, e la realtà è questa: la figura dell’educatore è fondamentale per programmare ed iniziare un piano trattamentale, per il reinserimento del detenuto. Ci sono detenuti che da anni non hanno mai avuto la possibilità di avere un colloquio con gli educatori. Alcuni detenuti pur essendo nei termini per usufruire di misure alternative, si vedono rigettare le richieste per la mancanza della sintesi carceraria sul comportamento del detenuto.

Se si vuole utilizzare il ddl Alfano come panacea del sovraffollamento carcerario si deve avere il coraggio di mantenere gli artt. 2 quater e 2 sexies. L’articolo aggiuntivo Schirru - Ferranti che esclude il Dap dalla riduzione della pianta organica e dal blocco delle assunzioni costituisce una vera e propria presa di coscienza dell’assunto secondo il quale non può esserci alcun miglioramento delle condizioni di detenzione senza l’investimento in risorse umane.

A distanza di quasi un anno dalla condanna Cedu per trattamento inumano e degradante la situazione delle carceri italiani in barba alla condanna per violazione dell’art. 3 della convenzione europea a salvaguardia dei diritti dell’uomo è peggiorata, dopo dieci anni dall’entrata in vigore del nuovo regolamento penitenziario che guardava verso condizioni più dignitose di detenzione si sente parlare di carceri in rivolta, agenti penitenziari in sciopero della fame, aggressioni, battitura e lenzuola a fuoco.

L’emergenza carceri è ormai cronica in Italia: sovraffollamento dei detenuti, condizioni di vita non idonee, attività lavorative di formazione e di recupero educativo che non possono essere svolte per mancanza di personale e di spazi. Qualcuno canterebbe: “lo Stato che fa? Si costerna, si indigna si impegna poi getta la spugna con gran dignità”.

Il ddl Alfano corre il rischio di rimanere senza braccia per l’eliminazione di quegli articoli che rappresentano il collegamento norma - realtà perché manca la copertura finanziaria e allora facciamo due conti e vediamo se quadra il bilancio : quanto costa un detenuto allo Stato? Ogni detenuto costa allo stato, giornalmente 112 euro. Le persone in carcere sono circa 70 mila, pertanto lo stato spende in media 8,5 milioni di euro al giorno.

In un analisi di costi e benefici una riduzione della popolazione carceraria porterebbe, matematicamente, ad un risparmio di spesa pubblica . Inoltre un programma di trattamento individualizzato che si conclude con l’espiazione della pena in misura alternativa previene la recidiva. Infatti l’ultima ricerca sul rapporto misure alternative e recidiva presentato al convegno del 19 marzo 2010 a Roma evidenzia che solo il 14,6% delle persone che scontano la parte conclusiva della condanna in misura alternativa commette un nuovo reato contro il 67% di chi espia tutta la pena in carcere.

Ancora da studi effettuati emerge che il 75% dei detenuti che non hanno potuto avere un percorso riabilitativo o rieducativo torna a delinquere , la percentuale di recidiva si abbassa al 35% per chi ha potuto seguire un percorso formativo - riabilitativo”. Quanto risparmierebbe lo stato nel medio e lungo termine se avesse il coraggio di investire sulla rieducazione?

Riteniamo che l’emendamento presentato dall’On. Donatella Ferranti e Schirru sia una vera proposta “bipartisan” che deve, necessariamente,trovare accoglimento così come è stato approvato in Commissione Giustizia.

Riteniamo altresì che il governo, dopo aver provveduto all’adeguamento della pianta organica anche in relazione alla popolazione detenuta (quasi 70mila detenuti) debba predisporre un piano straordinario di assunzioni di educatori penitenziari da attingersi dalla vigente graduatoria del concorso pubblico per esami a 397 posti nel profilo professionale di educatore, area c, posizione economica c1, indetto con pdg 21 novembre 2003.

Una scelta in tal senso rappresenterebbe la chiave di volta per un chiaro e ben preciso impegno di responsabilità affinché la drammatica situazione che affligge il pianeta carcere possa finalmente essere risolta. Per tali ragioni auspichiamo che tutta la Commissione Bilancio della Camera e il Sottosegretario Alberto Giorgetti facciano una seria e proficua riflessione riconoscendo l’importanza ai fini dell’attuazione del ddl in esame dell’emendamento Schirru 2.060.



Avv. Anna Fasulo

Comitato vincitori e idonei concorso educatori penitenziari