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Sign for Aiutaci a garantire l'effettiva applicazione dell'art. 27 Cost.(funzione rieducativa della pena)

Mercoledi',23 Marzo 2011: interrogazioni per l'assunzione degli educatori penitenziari

Mercoledi',23 Marzo 2011,

(rinvio del 16 Marzo 2011)

in commissione giustizia discussione delle interrogazioni orali per l'assunzione degli educatori penitenziari.


5-04298 Cassinelli: Sull’iter del concorso pubblico per educatore penitenziario


5-04314 Ferranti: Questioni relative all’assunzione dei vincitori del concorso per educatore penitenziario




Per leggere il testo delle interrogazioni vai su news giornaliere o etichetta interrogazioni parlamentari




Carceri:necessario assumere educatori,assistenti e psicologi.

26 agosto 2010



Giustizia: Bernardini (Radicali); basta morti in carcere, varare in fretta misure deflattive



“Il tempo dell’illegalità e dell’inciviltà carceraria italiana è scandito ad un ritmo impressionante dalle morti, dai suicidi. Dico al Governo e ai miei colleghi parlamentari che così numerosi hanno partecipato all’iniziativa del Ferragosto in carcere, che occorre fare in fretta a varare, intanto, misure adeguate a decongestionare la sovrappopolazione carceraria”. Lo afferma Rita Bernardini, deputata Radicale, membro della Commissione Giustizia della Camera, dopo la morte di un detenuto a Sulmona. “Il disegno di legge Alfano - così come svuotato dalla Commissione Giustizia della Camera - non serve a spegnere l’incendio di disperazione e di morte che sta divampando - prosegue.Affidare infatti ai Tribunali di sorveglianza la valutazione della pericolosità sociale e l’idoneità del domicilio per consentire di scontare ai domiciliari pene residue sotto i 12 mesi, significa paralizzare tutto: la valutazione arriverà troppo tardi! Si dia ai direttori degli istituti penitenziari questo compito che saprebbero fare meglio e più in fretta dei magistrati di sorveglianza. Ridimensionata almeno un po’ la popolazione detenuta, occorre immediatamente riformare il sistema come previsto dalle mozioni approvate in gennaio dalle aule di Montecitorio e di Palazzo Madama a partire dallo stop all’uso indiscriminato della carcerazione preventiva e alla depenalizzazione dei reati minori, per arrivare alle misure e pene alternative che si rivelano molto più efficaci del carcere ai fini della rieducazione e del reinserimento sociale, all’adeguamento degli organici penitenziari (agenti, educatori, psicologi, assistenti sociali), alle possibilità di lavoro per i detenuti, agli istituti di custodia attenuata dove i tossicodipendenti possano curarsi”.





5 luglio 2010





Carceri: Favi, "Bene Tg2, condizioni indegne per detenuti e lavoratori"



Dichiarazione di Sandro Favi responsabile Carceri del Partito Democratico



L’inchiesta del Tg2 sulla drammatica situazione delle nostre carceri evidenzia ciò che il Partito Democratico denuncia da mesi, e cioè condizioni di vita per i detenuti e per i lavoratori penitenziari del tutto indegne. Quelle viste all’Ucciardone sono situazioni che in realtà riguardano la stragrande maggioranza delle carceri italiane. Le morti in carcere e gli atti di autolesionismo sono segnali inequivocabili: occorre attuare da subito politiche penitenziarie che decongestionino gli istituti. È assolutamente necessario investire sulle misure alternative alla detenzione e sull’aumento di agenti di polizia penitenziaria, di educatori, di assistenti sociali e psicologi.



Finora il ministro Alfano e il direttore delle carceri Ionta hanno saputo solo ipotizzare un piano carceri che avrà lunghissimi tempi di realizzazione e che non inciderà minimamente per un miglioramento della situazione nell’immediato.



Così non va.









Lettere: senza assunzione personale educativo il ddl Alfano è inutile





Comunicato stampa, 29 maggio 2010





Ai deputati di commissione bilancio



e giustizia camera









Al sottosegretario



On. Caliendo









Al sottosegretario



On. Giorgetti Alberti







Egregi Onorevoli,



dopo aver appreso la notizia sul parere negativo della Commissione Bilancio sugli artt. 2 quater e 2 sexies del Ddl Alfano questo Comitato ritiene necessario porre alla Vostra attenzione alcune osservazioni. L’eliminazione dell’articolo aggiuntivo Schirru 2.060 svuoterebbe di significato il Ddl Alfano riducendolo ad una imago sine re.



L’investimento in risorse umane è propedeutico alla concreta materializzazione della normativa contenuta nel provvedimento. Secondo quanto enunciato dall’art. 1 comma 3 del Ddl. il magistrato di sorveglianza decide sulla base della relazione inviatagli dall’istituto penitenziario.



Alla luce della normativa penitenziaria è l’educatore colui che osserva il comportamento del detenuto e provvede alla stesura della relazione di sintesi, cioè di quella relazione di cui si servirà il magistrato di sorveglianza per la decisione finale sulla misura alternativa.



Senza l’incremento di ulteriori unità di personale pedagogico la situazione del sovraffollamento carcerario non potrà mai essere risolta né tantomeno potrà trovare risoluzione la drammatica condizione in cui versano le carceri italiane.



Pochi educatori significa poche relazioni da inviare al magistrato di sorveglianza. Pochi educatori significa impossibilità di fare il trattamento. Pochi educatori significa stasi della concessione di misure alternative. L’eliminazione dell’articolo aggiuntivo Schirru creerebbe un vero e proprio effetto boomerang che provocherebbe la totale paralisi del Ddl Alfano.



La Commissione Giustizia dopo aver preso atto della grave situazione di disagio in cui versano le carceri italiani ha dato voce all’articolo 27 della Costituzione decidendo di investire su quello che già nel Settecento Beccaria definiva “il più sicuro mezzo di prevenire i delitti” ossia l’educazione.



L’approvazione dell’articolo aggiuntivo che esclude il Dap dalla riduzione della pianta organica e dal blocco delle assunzioni costituisce una vera e propria presa di coscienza dell’assunto secondo il quale non può esserci alcun miglioramento delle condizioni di detenzione senza l’investimento in risorse umane.



Si evidenzia inoltre che l’emendamento è già stato “riformulato” originariamente infatti prevedeva l’obbligo per il governo,dopo l’invio della relazione per l’adeguamento della pianta organica, di predisporre entro 2 mesi un piano straordinario di assunzioni.



La totale eliminazione di questo emendamento volto alla concreta applicazione della misura alternativa sulla quale questo Governo intende puntare per risolvere il dramma del pianeta carcere renderebbe inutile l’approvazione di un Ddl che non riuscirebbe mai ad essere attuato.



Ci sarebbe infatti una vera e propria antinomia tra norma e realtà. La realtà è che la situazione carceraria italiana è drammatica e preoccupante.



I continui suicidi in carcere sono da porre in relazione con le insopportabili condizioni di disagio in cui vivono i reclusi delle carceri italiane alla carenza di trattamento e attività rieducative e alla mancata assistenza psicologica dovuta alla cronica carenza di personale educativo



Ebbene, l’Italia, Paese democratico, è stata condannata dalla Cedu per trattamento degradante e disumano. A tale situazione va data una risposta concreta, soprattutto se si considera che il bilancio dello stato potrebbe essere aggravato dalle condanne della Cedu (Sic!).



Inoltre non si comprende come la crisi riguardi solo le risorse umane e non anche lo stanziamento dei fondi per l’edilizia penitenziaria ,infatti, una volta costruite nuove carceri queste rimarranno inutilizzate (Sic!) Un esempio è fornito dal carcere di Agrigento e dal carcere di Rieti, a Pinerolo inoltre, c’è un carcere vuoto da 10 anni ma è già stata individuata un’area per costruir un nuovo carcere (fonte Girodivite).



Per un provvedimento importante, come quello in esame, che punta sulla rieducazione e sul recupero del reo, occorre assumersi delle responsabilità serie, perché l’incremento del personale pedagogico rappresenta il sine qua non della correlazione legge - realtà.



Ancora una volta si evidenzia inoltre che il “decantato” vulnus di copertura finanziaria può essere sanato attingendo dai fondi della Cassa delle Ammende che secondo quanto disposto dall’art 129 III comma del Dpr 30 giugno 2000, n. 230, devono essere destinati ai programmi che tendono a favorire il reinserimento sociale dei detenuti e degli internati anche nella fase di esecuzione di misure alternative alla detenzione”e non all’edilizia penitenziaria (Sic!) . Qualora il Governo non intenda attingere i fondi necessari dalla cassa delle Ammende potrebbe ricavarli dai fondi del Fug, visto che il Presidente del Consiglio dei Ministri ha firmato il decreto che assegna per la prima volta le quote delle risorse sequestrate alla mafia e i proventi derivanti dai beni confiscati al Fondo Unico Giustizia (Fug), nella misura del 50 per cento al Ministero dell’Interno e del 50 per cento al Ministero della Giustizia. Attingendo i fondi o dalla cassa delle Ammende o dal Fug non vi sarebbe alcun onere aggiuntivo in quanto gli stessi sono già previsti in bilancio.



Per le ragioni suesposte riteniamo che l’emendamento presentato dall’On. Donatella Ferranti e Schirru sia una vera proposta “bipartisan” che deve, necessariamente,trovare accoglimento così come è stato approvato in Commissione Giustizia.



Riteniamo altresì che il governo, dopo aver provveduto all’adeguamento della pianta organica anche in relazione alla popolazione detenuta ( quasi 70mila detenuti) debba predisporre un piano straordinario di assunzioni di educatori penitenziari da attingersi dalla vigente graduatoria del concorso pubblico per esami a 397 posti nel profilo professionale di Educatore, Area C, posizione economica C1, indetto con Pdg 21 novembre 2003.



Una scelta in tal senso rappresenterebbe la chiave di volta per un chiaro e ben preciso impegno di responsabilità affinché la drammatica situazione che affligge il pianeta carcere possa finalmente essere risolta. Per tali ragioni auspichiamo che tutta la commissione bilancio della camera e il sottosegretario Alberto Giorgetti facciano una seria e proficua riflessione riconoscendo l’importanza ai fini dell’attuazione del Ddl in esame dell’emendamento Schirru 2.060.





FERRANTI SU DDL CARCERI,OTTENUTO ANCHE AMPLIAMENTO ORGANICO EDUCATORI PENITENZIARI.

Donatella Ferranti,PD:piano programmato di assunzioni del personale degli educatori.

Governo favorevole a emendamenti Pd per potenziamento personale penitenziario:piano programmato di assunzioni, per l`adeguamento degli organici del personale di Polizia penitenziaria, degli educatori, degli assistenti sociali e degli psicologi.


18 maggio 2010


La commissione Giustizia della Camera ha cominciato a votare gli emendamenti presentati al ddl carceri e il Governo ha dato parere favorevole alle proposte di modifica del Pd che prevedevano il potenziamento del personale civile e amministrativo penitenziario (psicologi, educatori, ecc) e l’adeguamento delle piante organiche di carabinieri e polizia in funzione del nuovo impegno che dovranno svolgere per vigilare sui detenuti che trascorreranno agli arresti domiciliari l’ultimo periodo della loro detenzione. Il capogruppo del Pd in commissione giustizia, Donatella Ferranti, ha espresso soddisfazione per questo parere favorevole del Governo augurandosi che alla fine l’emendamento venga approvato.



Pd: nostre proposte sono su linea indicata da Napolitano

“Il Pd è pronto” a rispondere al monito del presidente della Repubblica sulla necessità di risolvere il sovraffollamento delle carceri e “a fare la propria parte”. Per questo, annuncia Sandro Favi, responsabile Carceri dei democratici, “nei prossimi giorni il nostro partito presenterà proposte su questi temi, in un quadro di sistema e in continuità e sviluppo delle mozioni approvate dal Parlamento già nei primi mesi di quest`anno”.

“Proporremo - spiega Favi - che si proceda alla revisione del codice penale, che vengano riviste le norme che determinano l`alta incidenza di imputati in custodia cautelare in carcere e quelle sul trattamento penale dei tossicodipendenti, che siano ampliate le opportunità di accesso alle misure alternative alla detenzione. Chiederemo inoltre al Governo - prosegue - un piano programmato di assunzioni, per l`adeguamento degli organici del personale di Polizia penitenziaria, degli educatori, degli assistenti sociali e degli psicologi, nonché gli indispensabili stanziamenti ed investimenti per ripristinare la corretta funzionalità ed operatività dei servizi e delle strutture”.

“Il Partito Democratico - conclude l’esponente del Pd - rinnova la stima e la fiducia degli appartenenti al Corpo di polizia penitenziaria e l`apprezzamento verso i dirigenti dell`Amministrazione penitenziaria, verso le professionalità socio-educative, sanitarie, amministrative e tecniche che, in questa fase difficile, dimostrano il proprio impegno con alto senso di umanità e qualificate competenze”.

Ferranti: "Iter rapido? Vediamo atteggiamento maggioranza su nostre proposte"

Carceri: Pd, "Testo migliorato in commissione, ma serve uno sforzo in più" Ferranti: "Iter rapido? Vediamo atteggiamento maggioranza su nostre proposte"

“Lo stralcio della messa in prova consentirà di esaminare rapidamente il provvedimento sulla detenzione domiciliare”. Lo dichiara la capogruppo del Pd nella commissione Giustizia della Camera, Donatella Ferranti facendo notare come ‘la messa in prova non riguardava la popolazione carceraria e quindi non avrebbe avuto effetti sul grave stato di sovraffollamento delle carceri italiane. In ogni caso – sottolinea la democratica – il voto di oggi conferma il nostro giudizio negativo sul testo uscito dal consiglio dei ministri che era confuso ed inefficace anche perché privo di qualsiasi copertura finanziaria. Stiamo adesso valutando se aderire o meno alla richiesta di un voto in sede legislativa sul testo modificato nel corso dei lavori in commissione. La nostra disponibilità dipenderà anche dall’atteggiamento della maggioranza sulle nostre ulteriori proposte di modifica. In particolare: la tutela delle vittime di violenza domestica, il rafforzamento del personale di polizia (non solo quella penitenziaria) e del personale del comparto civile dell’amministrazione penitenziaria(educatori e psicologi)”.


Proposta emendativa 8.01.


Dopo l'articolo 8 inserire il seguente:


«Art. 8-bis. - 1. Entro centottanta giorni dall'entrata in vigore della presente legge, il Ministro della Giustizia, sentiti i Ministri dell'interno e della funzione pubblica, riferisce alle competenti Commissioni parlamentari in merito alle necessità di adeguamento numerico e professionale della pianta organica del Corpo di Polizia penitenziaria e del personale del comparto civile del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria anche in relazione all'entità numerica della popolazione carceraria e al numero dei posti esistenti e programmati.

2. A tal fine il Governo presenta al Parlamento entro i successivi novanta giorni un apposito piano straordinario di assunzioni di nuove unità specificandone i tempi di attuazione e le modalità di finanziamento.».
Ferranti Donatella, Schirru Amalia, Samperi Marilena, Amici Sesa



Proposta emendativa 8.03.

Dopo l'articolo 8 inserire il seguente:


«Art. 8-bis. - 1. Al comma 8-quinquies, della legge n. 26 del 2010, dopo le parole Il Corpo della Polizia penitenziaria, sono inserite le seguenti il personale del comparto civile del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria,».
Schirru Amalia, Ferranti Donatella, Samperi Marilena, Amici Sesa



28-04-10


Dopo l'ennesimo suicidio in carcere (23 dall'inizio dell'anno), nel penitenziario di Castrogno, a Teramo, il parlamentare dell'IdV, Augusto Di Stanislao, ribadisce la necessita' di interventi diretti ed immediati da parte del Governo. ''Non e' piu' ammissibile - afferma il deputato IdV - una tale situazione di completa incapacita' da parte del Governo di affrontare concretamente le problematiche delle carceri in Italia''. Di Stanislao ricorda che ''dopo varie visite presso il carcere di Castrogno e altrettante interrogazioni ad Alfano, dopo una mozione a mia prima firma approvata all'unanimita', con la quale anche la maggioranza si e' impegnata in una serie di iniziative atte a risollevare una drammatica realta' focalizzando l'attenzione sul sovraffollamento e sulla carenza di personale penitenziario e di educatori, dopo l'annuncio dell'emergenza carceri di Alfano e del fantomatico piano carceri, dopo continue denunce e sollecitazioni dei sindacati sulla necessita' di intervenire sulle strutture, sugli organici, siamo ancora di fronte ad una situazione insostenibile e all'emergenza soluzioni''. ''Ho presentato da tempo - conclude Di Stanislao - una proposta di legge per istituire una Commissione d'inchiesta parlamentare sulla situazione delle carceri in Italia che, ora piu' che mai, diventa fondamentale per dare risposte e soluzioni ai molteplici problemi e disagi dell'intero mondo penitenziario''.




Di Stanislao:il ministro tace sulle assunzioni degli educatori,riferisca in parlamento.

“E’ giusta l’assunzione di 2.000 agenti così come evidenziato da Sarno, Segretario generale Uil Pa Penitenziari, per garantire il turnover e quindi supplire la carenza del personale di polizia penitenziaria, ma vi è una colpevole dimenticanza da parte del Ministro quando tace sulla necessità di garantire la presenza degli educatori così come previsto nella Mozione IdV approvata all’unanimità dal Parlamento.” Queste le parole dell’On. Di Stanislao che prosegue: “Non vorremmo che questo impegno del Ministro si focalizzi esclusivamente sull’edilizia carceraria e altresì non vorremmo che dietro la parola magica “stato di emergenza” si celi il grimaldello per ridare vita ad una ” Carceri d’oro 2″ che in barba alla procedure di appalti e alla trasparenza abbiano buon gioco, piuttosto che la pubblica utilità e l’urgenza, i furbetti delle sponsorizzazioni. Si segnala al Ministro, nel frattempo, che in Italia vi sono 40 penitenziari incompiuti ed inutilizzati in un Paese che ne ha 171 in tutto e nel Piano Carceri presentato non c’è cenno di recupero di questo patrimonio. Chiedo che il Ministro venga, così come richiesto in Aula, a riferire in Parlamento sugli impegni presi in relazione ai tempi e modi e risorse da impiegare. Nel frattempo con due distinte interrogazioni chiedo al Ministro quale modello di recupero intenda mettere in campo visto che non si parla assolutamente di assumere gli educatori e cosa intenda fare per i 40 penitenziari incompiuti.”


16 Marzo 2010:interrogazione a risposta in Commissione su assunzione idonei educatori penitenziari

Convocazione della II Commissione (Giustizia)

Martedì 16 marzo 2010

Ore 13.45

5-02550 Ferranti: In relazione all’assunzione di educatori penitenziari


Interrogazione a risposta in Commissione:

FERRANTI, MELIS, TIDEI e SAMPERI.



- Al Ministro della giustizia.

- Per sapere

- premesso che:

il 17 febbraio 2010 il Sottosegretario per la giustizia Caliendo è intervenuto in Senato sul tema dell'assunzione degli educatori penitenziari reclutati tramite il concorso pubblico per esami a 397 posti nel profilo professionale di educatore, area C, posizione economica C1, indetto con PDG 21 novembre 2003;

nel corso della succitata seduta, il Sottosegretario Caliendo ha affermato che entro aprile 2010 saranno assunti in via definitiva tutti gli educatori che hannosuperato i precedenti concorsi, oltre ai 170 già assunti (anche se agli interroganti risulta che siano stati assunti 97 educatori);

in realtà, l'assunzione dei vincitori del suddetto concorso era già programmata con l'indizione dello stesso nel 2003, per il quale il dipartimento dell'amministrazione penitenziaria già disponeva dei fondi necessari;

lo stesso Ministro interrogato, onorevole Alfano, aveva riconosciuto l'improcrastinabilità e l'urgenza di assumere più unità di educatori quando, il 12 gennaio 2010, furono approvate alla Camera le mozioni sui problemi del carcere presentate da vari gruppi parlamentari;a fronte di una popolazione carceraria di 67.000 unità, il rapporto educatore/detenuto è di circa 1 a 1.000, cosa che rende in pratica impossibile lo svolgimento di qualsivoglia progetto rieducativo impedendo il corretto reinserimento del detenuto nel tessuto sociale, così come previsto nel dettato costituzionale;

non avendo il Ministro interrogato ancora proceduto all'assunzione di ulteriori unità degli educatori, limitandosi a rimandare la questione ad un futuro confronto in merito con i Ministri Tremonti e Brunetta, sarebbe auspicabile ed urgente un rapido avvio della procedura di assunzione di educatori, almeno per completare la già esigua pianta organica, ulteriormente ridotta di circa 400 unità dal decreto legislativo n. 150 del 2009

se non ritenga opportuno procedere celermente all'assunzione di educatori attingendo dalla vigente graduatoria degli idonei risultante dal concorso pubblico a 397 posti di cui in premessa, al contempo prorogando la validità della stessa per almeno un quinquennio, al fine di permetterne lo scorrimento graduale per compensare il turn-over pensionistico, evitando l'indizione di nuovi concorsi che comporterebbe ulteriori oneri finanziari.

(5-02550)


Risposta all'interrogazione di Donatella Ferranti:dal 2011 assunzioni degli idonei educatori concorso,il comitato vigilera'.

Nel rispondere agli On. interroganti ritengo opportuno segnalare che il concorso pubblico per esami a 397 posti nel profilo di "Educatore", Area C, posizione economica C1, dell'Amministrazione Penitenziaria, è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 30 del 16.4.2004 - IV serie speciale e si è concluso in data 9 luglio 2008.La graduatoria definitiva, immediatamente dopo l'approvazione del Direttore Generale con provvedimento dell'11 luglio 2008, è stata trasmessa all'Ufficio centrale per il bilancio per l'apposizione del visto di controllo.Nell'anno 2009, in ragione dell'entità dei fondi stanziati ai sensi dell'articolo 1, comma 346, della Legge 24.12.2007 n. 244, è stato possibile procedere all'assunzione dei primi 103 vincitori del predetto concorso a 397 posti.Quanto alle restanti 294 unità, la competente Direzione Generale di questa amministrazione ha già programmato il relativo piano di assunzione ricorrendo, per la copertura degli originari 397 posti a concorso, allo scorrimento della graduatoria, ai sensi dell'art. 15, co. 7, DPR n. 487/99 e successive integrazioni e modificazioni.I nuovi educatori - alcuni dei quali individuati tra i candidati idonei, ma non vincitori del concorso, attese le 12 defezioni intervenute per rinunce, mancate stipule del contratto o dimissioni da parte degli aventi diritto - hanno infatti già scelto la sede di destinazione e, entro aprile del corrente anno, saranno formalmente assunti con firma del relativo contratto.Per quanto riguarda, invece, l'auspicata possibilità di procedere ad un ulteriore scorrimento della graduatoria oltre il numero dei posti originariamente messi a concorso, mi corre l'obbligo di segnalare che tale eventualità non rientra tra le ipotesi di cui all'art. 15, co. 7, del DPR n. 487/1994 e che pertanto, limitatamente all'anno in corso, non può essere attuata per mancato stanziamento dei fondi occorrenti.I fondi disponibili, infatti, sono stati impegnati sia per l'assunzione dei vincitori del suddetto concorso per educatori, sia per l'assunzione degli idonei al concorso a 110 posti di contabile, a copertura dei posti previsti dal relativo bando ed in ragione delle gravi carenze riscontrate anche nell'area contabile.Dato atto di quanto sopra e, premesso che la validità delle graduatorie è indicata in tre anni dalla data della pubblicazione nei Bollettini ufficiali, faccio presente che, nel caso di specie, la validità della graduatoria del concorso a 397 posti è fissata al 31 maggio 2012 e che, pertanto, a partire dal prossimo anno, in presenza delle risorse economiche necessarie, potranno esservi le condizioni per procedere ad uno scorrimento della graduatoria, anche oltre il numero dei posti pubblicati.




24 febbraio 2010:

ordine del giorno su non riduzione organico educatori di Roberto Rao

La Camera,

premesso che

il provvedimento in esame prevede, all'esito del processo di riorganizzazione di cui all'articolo 74, del decreto legge n. 112 del 2008, un'ulteriore riduzione degli assetti organizzativi delle amministrazioni pubbliche ai fini del contenimento della spesa pubblica;

il comma 8-quinquies dell'articolo 2 individua le amministrazioni che non sono interessate dalle riduzioni descritte, tra cui il Corpo di Polizia Penitenziaria;


nonostante le difficoltà operative, la scarsezza di mezzi e personale risulta, inopinatamente escluso da tale previsione il personale civile del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di adottare ulteriori iniziative normative volte ad includere tra il personale delle amministrazioni non interessate dalla riorganizzazione delle piante organiche non solo quello di polizia penitenziaria ma anche quello civile del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria, con particolare riferimento alle figure degli educatori, degli assistenti sociali e degli psicologi, anche in vista dell'avvio del Piano carceri che necessiterà di adeguate risorse umane e professionali. 9/3210/41. Rao, Ria
.


Accolto come raccomandazione.




19 Febbraio 2010:

ordine del giorno su assunzione educatori di Donatella Ferranti e PD


La Camera,

premesso che:

l'articolo 17-ter stabilisce che, per l'attuazione del cosiddetto «Piano carceri» si conferiscono pieni poteri al Commissario straordinario che, per individuare la localizzazione delle aree destinate alla realizzazione di nuove infrastrutture carcerarie, d'intesa con il Presidente della regione territorialmente competente e sentiti i sindaci dei comuni interessati, potrà agire in deroga alla normativa urbanistica vigente, velocizzando procedure e semplificando le gare di appalto, utilizzando il modello adottato per il dopo terremoto a L'Aquila, derogando anche all'obbligo previsto dalla legge 7 agosto 1990, n. 241, volto a consentire agli interessati, proprietari delle aree che si intendono espropriare, la necessaria partecipazione al procedimento amministrativo;

la localizzazione costituisce di per sé variante e produce l'effetto di imporre il vincolo preordinato all'espropriazione e contro di essa non sarà possibile ricorrere al giudice amministrativo e si introduce anche una deroga al limite dei subappalti, che potranno aumentare dall'attuale 30 per cento fino al 50 per cento, in deroga all'articolo 118 del codice dei contratti pubblici; in sostanza, si affidano pieni poteri al Commissario straordinario, che potrà avvalersi anche del Dipartimento per la protezione civile per le attività di progettazione, scelta del contraente, direzioni lavori e vigilanza degli interventi strutturali ed infrastrutturali, in deroga ai criteri di trasparenza e pubblicità e in palese contraddizione con la mozione Franceschini ed altri n. 1-00302 (approvata sostanzialmente all'unanimità alla Camera il 12 gennaio di quest'anno e accettata dal Governo) che impegnava chiaramente il Governo a garantire, nell'ambito dei progetti della nuova edilizia penitenziaria, i criteri di trasparenza delle procedure e l'economicità delle opere evitando il ricorso a procedure straordinarie, anche se legislativamente previste,

impegna il Governo

a verificare l'adeguatezza, in proporzione alla popolazione carceraria, delle piante organiche riferite non solo al personale di polizia penitenziaria ma anche alle figure degli educatori, degli assistenti sociali e degli psicologi, avviando un nuovo piano programmato di assunzioni che vada oltre il turn-over dovuto ai pensionamenti previsto dalla legge finanziaria per il 2010 e che garantisca le risorse umane e professionali necessarie all'attivazione delle nuove strutture penitenziarie, anche distribuendo meglio il personale sul territorio, concentrandolo nei compiti di istituto, sottraendolo ai servizi estranei, consentendogli un adeguato, costante ed effettivo aggiornamento professionale.

9/3196/13.
Donatella Ferranti.



Il comitato vincitori idonei concorso educatori dap in sostegno di Rita Bernadini

Educatori penitenziari sostengono la protesta di Rita Bernardini e Irene TestaRistretti Comitato vincitori e idonei del concorso per educatori condivide e sostiene l’iniziativa non violenta intrapresa da Irene Testa e Rita Bernardini.Il Comitato vincitori e idonei del concorso per educatori condivide e sostiene l’iniziativa non violenta intrapresa da Irene Testa e Rita Bernardini, impegnate in uno sciopero della fame perrichiedere l’esecuzione immediata di quanto proposto nelle cinque Mozioni parlamentari,unanimemente approvate nei giorni 11 e 12 gennaio 2010, riguardanti la situazione del sistema carcerario italiano.Giova ricordare che in quella occasione lo stesso Ministro Alfano assumeva precisi impegni ed affermava che vi avrebbe dato celere e certa attuazione sancendo l’inizio di un nuovo percorso,iniziato con la dichiarazione di Emergenza di tutto il sistema penitenziario alla quale ci si aspettava sarebbe seguita la predisposizione nel Piano Carceri di tutti quegli atti necessari ad ottemperare a quanto detto nelle citate Mozioni per poter, nei tempi strettamente necessari, affrontareconcretamente e efficacemente l´ormai ingestibile situazione creatasi nei nostri istituti penitenziari.Tuttavia, da un’iniziale analisi condotta sui primissimi elementi costitutivi e organizzativi del Piano Carceri emerge solo una particolare attenzione all’aspetto strutturale e custodiale, non prevedendo,invece, alcun intervento per incrementare e favorire la fondamentale componente rieducativa, vero obiettivo dell’esperienza carceraria.Questo Comitato ed altri illustri interlocutori del mondo penitenziario, continuano, infatti, a chiedere a gran voce che vengano assunti più educatori, affinché l’ingresso nelle nostre carceri non si limiti ad un forzato ozio, ma divenga precipuo momento di riflessione e riprogettazione del sé.Ad oggi, però, in merito alla questione degli educatori, alcuna volontà specifica è stata espressa dal Ministro, nonostante, le nostre carceri continuino quotidianamente ad affollarsi a causa dei numerosi nuovi ingressi, ma anche per la spaventosa carenza di educatori che, secondo quanto stabilito dalle vigenti leggi, rappresentano i coordinatori e i realizzatori materiali dei percorsirieducativi, nonché quelle figure professionali atte a garantire, nei giusti modi e nei tempi,l’espletamento, dell’intero iter necessario all’accesso alle misure alternative alla detenzione di quei detenuti che ne avrebbero i requisiti, ma che continuano a restare in carcere a causa dello sparuto numero di educatori attualmente in servizio a fronte di una popolazione di 66.000 persone carcerate.Pertanto, ci uniamo all´Onorevole Bernardini e a Irene Testa per chiedere l´immediata esecuzione delle citate mozioni e auspichiamo che il Ministro Alfano ne predisponga repentinamente l’avvio.Il Comitato, altresì, ad ausilio dell’iniziativa intrapresa da Rita Bernardini e da Irene Testa,promuove una “catena di informazione solidale” impegnandosi a diffondere la conoscenza di tale protesta non violenta tramite l’invio di questo comunicato non solo a tutti gli organi di informazione, ma anche ai propri conoscenti invitandoli a fare altrettanto.Il Comitato vincitori e idonei concorso educatori.


Donatella Ferranti,PD:da Ionta, un primo segnale l'immediata assunzione dei tanti educatori.

CARCERI: PD, VOGLIAMO VEDERCI CHIARO. AUDIZIONE ALLA CAMERA DI IONTA



Roma, 13 gen



''Lo vogliamo esaminare puntigliosamente ed e' per questo che gia' domani chiederemo al presidente della commissione Giustizia, Giulia Bongiorno di attivarsi per prevedere al piu' presto l'audizione del capo del Dap, dott. Franco Ionta''. Cosi' la capogruppo del Pd nella commissione Giustizia della Camera, Donatella Ferranti, commenta l'approvazione del piano carceri da parte del Cdm di oggi. ''I primi dati forniti dal ministro Alfano - sottolinea - non ci convincono fino in fondo: se infatti le carceri italiane possono ''tollerare' sino a circa 64.237 detenuti, da regolamento non potrebbero ospitarne piu' di 43.087. Il grado di sovraffollamento e' elevatissimo, siamo ampiamente fuori quota, e per arrivare ad 80.000 posti, i 21.749 annunciati oggi dal ministro Alfano sembrano insufficienti. E poi - prosegue - non basta costruire muri, occorre riempirli di personale numericamente e professionalmente adeguato: dalla polizia penitenzieria, agli psicologi, agli educatori e agli altri esperti. Di tutto questo ancora non c'e' traccia, ma aspettiamo di conoscere nel merito dal dott. Ionta le cifre esatte, certo - conclude - che un primo segnale potrebbe essere l'immediata assunzione dei tanti educatori e psicologi del concorso''.

Assunzione degli educatori primo impegno del governo

Il Comitato vincitori e idonei del concorso per educatori penitenziari esprime piena soddisfazione per l’approvazione delle cinque mozioni sul problema carcerario discusse ed accolte nei giorni 11 e 12 gennaio 2010 dal nostro Parlamento. Per la prima volta il Governo, rappresentato dal Ministro Alfano, ha preso consapevolezza della grave emergenza del sovraffollamento degli istituti di pena e, fra le altre fondamentali proposte presentate, si è impegnato:- a procedere all’assunzione immediata dei restanti educatori penitenziari previsti dalla pianta organica, da attingersi dagli idonei della vigente e menzionata graduatoria risultata dal concorso bandito per tale profilo professionale, affinché anche costoro possano partecipare ai previsti corsi di formazione che il dipartimento dell’amministrazione penitenziaria deve attivare per questi operatori prima dell’ingresso nelle carceri a cui sono destinati, onde evitare sprechi di danaro per doverli riattivare in seguito;- a prorogare di almeno un quinquennio la validità della graduatoria di merito del concorso citato in premessa, in linea con gli orientamenti del Ministro per la pubblica amministrazione e l’innovazione nonché con le disposizioni in materia di razionalizzazione delle spese pubbliche in vigore - per permetterne un graduale scorrimento parimenti all’avvicendarsi dei fisiologici turn-over pensionistici, al fine di evitare l’indizione di nuovi concorsi per il medesimo profilo che comporterebbero inutili oneri pubblici;- ad assumere iniziative per lo stanziamento di fondi necessari per completare l’organico di educatori previsti dalla pianta organica attualmente vigente presso il dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, considerato che lo sforzo economico da sostenere è annualmente molto esiguo, ma necessario per far funzionare meglio ed in modo più umano una branca importantissima del nostro sistema giustizia che non può più attendere;- a procedere all’alienazione di immobili ad uso penitenziario siti nei centri storici e alla costruzione di nuovi e moderni istituti penitenziari in altro sito;Esprimiamo, quindi, pieno compiacimento per l’importantissimo risultato raggiunto dall’On. Di Stanislao dell’Idv, il quale nella Sua circostanziata e approfondita mozione, ha dimostrato ancora una volta la Sua grande disponibilità e sensibilità verso tali problematiche, sapendo cogliere e far emergere sapientemente le necessità di questo delicato settore della nostra giustizia. Ringraziamo, inoltre, gli onorevoli Bernardini, Rao, Ferranti, Melis, Tidei, Vitali, Balzelli, Donadi, Paladini, Franceschini e tutti coloro che hanno appoggiato con voto favorevole le Loro mozioni, poiché di fronte a queste battaglie di umanità hanno saputo permeare il Loro impegno politico di quell’umanità e di quell’alto senso civico che rende capaci di abbandonare i colori politici e di volgere verso una proficua unità di intenti.Il Comitato vincitori e idonei del concorso per educatori penitenziari, intanto, continuerà a vigilare affinché tali doveri vengano rispettati e proseguirà nel suo lavoro di diffusione della necessità dell’intervento rieducativo e quindi sulla centralità della presenza degli educatori, ovvero di quella figura professionale che rappresenta il vero catalizzatore ed esecutore materiale del percorso rieducativo di un detenuto, percorso che rappresenta l’unica vera speranza di un sano reinserimento sociale di chi vive l’esperienza delle sbarre e che rappresenta uno dei più validi strumenti atti ad evitare quegli stati di inerzia, apatia, depressione, frustrazione, ansia, inadeguatezza che troppo spesso percorrono prepotentemente i corridoi lungo i quali si snodano le fila di quelle celle all’interno delle quali si consumano, quotidianamente, suicidi, abusi, violenze. Auspichiamo, quindi, che il Governo predisponga celermente tutti gli atti necessari ad ottemperare quanto detto e che questa stessa volontà continui ad animarne tutti i passaggi ad essi necessari, per poter, nei tempi strettamente necessari, cominciare ad affrontare concretamente e efficacemente l’ormai ingestibile emergenza creatasi.

Il Comitato vincitori e idonei del concorso per educatori penitenziari

mercoledì 31 dicembre 2008

Angelino Alfano e Carcere: costruire nuovi istituti penitenziari si,ma senza personale ed educatori!

Giustizia: Vietti, 60 nuove carceri? È fiera degli annunci

(ANSA) - ROMA, 29 DIC - 'Sostenere di poter costruire 60 nuove carceri in poco piu' di un anno e' l'ennesima manifestazione della fiera degli annunci'.

Lo afferma Michele Vietti, vicepresidente dei deputati dell'Udc, commentando le dichiarazioni del deputato Pdl Nicolo' Ghedini che, in una intervista a 'La Stampa', ha annunciato il varo di un ddl per la costruzione di nuove strutture carcerarie.

'Abbiamo sempre sostenuto - ha spiegato Vietti - la necessita' di distinguere gli istituti di pena a seconda della tipologia dei detenuti e abbiamo sempre giudicato diseducativo il carcere generalista'.

Percio', secondo l'esponente centrista, non si puo' 'che condividere la proposta di destinare ai detenuti in attesa di giudizio specifiche strutture. Ma proprio perche' il problema e' serio affrontiamolo seriamente con programmi realistici e senza fughe in avanti'.(ANSA).

lunedì 29 dicembre 2008

Carceri,la rieducazione dei detenuti: tutti la vogliono ma nessuno la prende!

deputato del PdL: ‘Resto profondamente colpito dalla viva intelligenza di questi ragazzi, che se riportati su un percorso di vita positivo possono rappresentare una grande risorsa per la nostra terra’.

L'on. Nicola Formichella ha trascorso il pomeriggio di Natale con i ragazzi detenuti nel penitenziario minorile di Airola. "E' stata una grande esperienza, molto formativa soprattutto per me" ha dichiarato il deputato del Pdl.
La visita è durata quasi tre ore, i ragazzi hanno avuto modo di parlare a lungo con Nicola, come hanno cominciato a chiamare il giovane deputato. Durante l'incontro i ragazzi hanno fatto tante domande ed hanno espresso la volontà di avere un aiuto da parte della classe politica. In particolare si è parlato dell'opportunità di seguire corsi di formazione utili per il loro futuro e per la loro reintegrazione nella società. Nicola Formichella, ha ritenuto importante fare questa esperienza proprio nel giorno del Santo Natale.
Alla domanda sul perché avesse deciso di passare il giorno di Natale nel penitenziario minorile di Airola, ha risposto così:
"Da sempre sono convinto che il principale dovere dei giovani che hanno ruoli di responsabilità nelle istituzioni è aiutare altri giovani che si trovano in difficoltà. L'idea di andare proprio il giorno del Santo Natale mi è nata dal cuore. Adesso resto profondamente colpito dalla viva intelligenza di questi ragazzi che se riportati su un percorso di vita positivo possono rappresentare una grande risorsa per la nostra terra.
Ed ancora viene chiesto: credi che questi ragazzi possano un giorno essere recuperati alla vita sociale? Ecco la risposta:
"Questo dipende più dal percorso di rieducazione che non da loro stessi. Dal confronto con i dirigenti dell'istituto e CON ALCUNI VOLONTARI (NON GLI EDUCATORI EH..MA I VOLONTARI!!!!) ho capito che l'istituto di Airola è una struttura di eccellenza nella rieducazione.
Ho letto l'entusiasmo negli occhi di tutti e ho visto trattare i ragazzi con grande professionalità ma nello stesso tempo con grande cura ed attenzione. Il compito che la giustizia affida a queste persone è difficile e delicato e noi politici dobbiamo essergli vicini"
L'on Formichella ha quindi manifestato felicità e di soddisfazione, come se avessi fatto la cosa più bella della sua vita. Entusiasmo e consapevolezza nel constatare che con poco si possono aiutare gli altri. La curiosità di questi ragazzi, ma una curiosità intelligente e non di circostanza sono le basi per il futuro. Per aiutare chi è in difficoltà servono solo due cose: volontà e costanza.
Al termine dell'incontro è stato chiesto a Nicola:"pensa di tornare presto nella struttura di Airola?" ecco la risposta:
"Non solo penso di tornare al più presto, ma penso soprattutto di impegnarmi a mantenere qualche piccola promessa che ho fatto ai ragazzi. Questo lo dirò quando l'avrò realizzata. Intanto ci lavoro, a cominciare da subito".
Benevento, 29 dicembre 2008

domenica 28 dicembre 2008

Ministro Angelino Alfano: ma la rieducazione non era importante sino a ieri durante la visita del carcere minorile di Palermo?

Carceri, con la Finanziaria taglio del 30 percento ai fondi
di DAVIDE MADEDDU

Signori si taglia. I detenuti crescono ma i soldi per le carceri si riducono. Cresce la popolazione che vive dietro le sbarre, al ritmo di mille persone, al mese ma il governo taglia le risorse per far funzionare le prigioni. Centotrenta milioni in meno, questo a sentire i parlamentari del Pd e le organizzazioni sindacali, l'importo che l'esecutivo ha deciso di tagliare, rispetto allo scorso anno per il funzionamento delle carceri.

«Siamo al paradosso - esordisce Amalia Schirru, parlamentare Pd - il numero dei detenuti cresce a dismisura e il governo taglia le risorse per il funzionamento». Sforbiciata che riguarda un importo consistente per un sistema che oggi ha raggiunto quasi quota 59mila detenuti.«La nuova Finanziaria prevede un taglio del 30 per cento delle risorse destinate al sistema penitenziario rispetto alle somme stanziate l’anno scorso - dice Amalia Schirru, parlamentare del Pd - che tradotto in soldi dovrebbe voler dire quasi 130 milioni di euro in meno rispetto al passato». Un fatto che, a sentire operatori e addetti ai lavori, non potrà che avere conseguenze sull’intero sistema. chi in carcere sconta una pena. Risultato? Meno servizi e detenuti sempre più stretti.

«Il taglio di queste risorse produrrà una serie di disfunzioni alla vita del carcere - denuncia Francesco Quinti, responsabile del settore penitenziario per la funzione pubblica della Cgil nazionale - anche perché diminuiranno i soldi per i costi di formazione, per le attività culturali, la pulizia dei locali negli istituti, la luce, acqua e telefono». Eppoi le iniziative culturali e le attività di recupero. «Non bisogna dimenticare che, oltre a tagliare i corsi di educazione - prosegue il sindacalista - si vanno a ridurre le spese per il personale, che significa naturalmente salti mortali per garantire il funzionamento di strutture che sono quasi al collasso».

Ricorda la protesta dell’albero di Natale di carta igienica davanti a San Vittore per dire che «verranno a mancare anche i soldi per la carta igienica», Lillo di Mauro, responsabile della Consulta penitenziaria di Roma che non nasconde il suo disappunto e le critiche per un «sistema che si dirige verso il collasso». «Sia chiaro - dice - qui si sta tagliando su una cosa concreta: il reinserimento dei detenuti nella società. Con questo sistema alla pena inflitta dal tribunale se ne aggiunge un'altra, non scritta ma non meno dura».

I tagli, a sentire il rappresentante della Consulta riguardano anche il lavoro all'interno delle carceri. «Ci sarà una riduzione del 22 per cento delle spese per le mercedi - spiega - ossia il pagamento del lavoro ai detenuti, un altro taglio del 28 per cento riguarda l'acquisto di nuovi arredi mentre un altro taglio del 18 per cento riguarda gli investimenti per il funzionamento del lavoro agricolo». Non mancano poi le polemiche e i problemi legati alla sanità dietro le sbarre. Il passaggio di competenze dal ministero della Giustizia a quello della Sanità con conseguente trasferimento alle Regioni e alle Asl non è ancora terminato.

«Il problema vero è che la fase di transizione non è ancora terminata - prosegue Di Mauro - e all'interno delle strutture detentive si vive ancora una situazione di perenne incertezza». Motivo? «Il governo non trasferisce i soldi alle regioni - aggiunge Amalia Schirru - e questo non può che aumentare il livello di incertezza in cui si è costretti a operare».



27 dicembre 2008

sabato 27 dicembre 2008

Caro ministro Angelino alfano sicuro che non ci siano fondi? E le somme recuperate dal sequestro dei beni alla mafia?

Giustizia: Osapp; usare per le carceri soldi sequestrati a mafia



Apcom, 26 dicembre 2008



Nel carcere di San Vittore si muore di freddo e a Catania i detenuti e gli agenti passeranno il Natale in compagnia dei topi. È quanto denunciano dall’organizzazione sindacale autonoma polizia penitenziaria (Osapp).

"Questo ministro della Giustizia, Angelino Alfano, più che un novello Babbo Natale, si sta trasformando sempre più nella Befana delle tipiche storielle post-natalizie, che invece dei doni porta solo carbone - scrive Leo Beneduci, segretario generale dell’Osapp -.

Siamo certi che non un solo centesimo dei denari sottratti alla mafia sarà utilizzato, per alimentare quello che invece è poi un serio progetto di costruzione e gestione degli istituti di pena, polizia penitenziaria compresa".

Il segretario fa riferimento alle parole del Ministro Roberto Maroni: "Lo Stato avrebbe solo nel 2009 recuperato la bellezza di 4 miliardi di euro: che in termini di spesa renderebbero il nostro sistema uno dei più moderni ed evoluti al mondo se solo il 10% fosse distratto per gli istituti di pena", si legge nella nota

venerdì 26 dicembre 2008

Rita bernardini: un solo educatore distaccato nel carcere di catanzaro...bocciato!

Delle quattro visite effettuate fra sabato e domenica dalle parlamentari radicali Rita Bernardini ed Elisabetta Zamparutti, l’unica non preannunciata è stata quella al carcere di Catanzaro. «Una situazione disastrosa», ha commentato all’uscita l’on. Bernardini, che ha descritto un penitenziario fatiscente, con problemi di ogni specie: dal sovraffollamento nelle celle alla carenza di personale di sorveglianza, alla mancanza di servizi elementari.

Le altre tre visite delle due deputate radicali sono state al “Cara” (Centro d’accoglienza per richiedenti asilo) recentemente istituito in un villaggio turistico di Cropani, al Cpa-Centro di prima accoglienza ed identificazione con annesso “Cara” di località Sant’Anna di Isola Capo Rizzuto, ed al carcere di Rossano. In tutti e tre i casi l’apprezzamento delle parlamentari radicali per le condizioni delle strutture è stato superiore ai rilievi effettuati.

La delegazione dei Radicali italiani composta dalle deputate Elisabetta Zamparutti e Rita Bernardini col dirigente calabrese del partito Giuseppe Candido si è presentata sabato — non attesa — al carcere di Catanzaro. «Abbiamo trovato una realtà difficile — ha spiegato l’on. Bernardini — si tratta di un carcere fatiscente, in una situazione disastrosa. Ci piove dentro, i corridoi erano allagati». La parlamentare ha aggiunto: «Il sovraffollamento è al limite, con 500 detenuti. All’interno di celle piccolissime stanno anche in tre. Da due mesi non c’è acqua calda. I detenuti da due mesi si fanno la doccia con l’acqua ghiacciata!».

«Poi — ha riferito la deputata radicale — abbiamo visto una situazione mista, con insieme detenuti in media e alta sicurezza. Abbiamo visitato un reparto ad alto indice di vigilanza, per ergastolani, brigatisti rossi, detenuti per mafia». L’on. Bernardini ha spiegato «E' una situazione di difficile intervento, soprattutto per il comandante. Pochi agenti, sottopagati, che fanno una vita d’inferno. Lo stesso comandante non può seguire programmi trattamentali. I detenuti passano 20 ore della giornata in cella».

La visita effettuata da Zamparutti e Bernardini nella giornata di sabato al “Cara” di Cropani, ospitato in un villaggio turistico, è stata meno preoccupante. Lì si trovano 250 immigrati (quasi tutti dalla Nigeria) richiedenti asilo politico, destinati dal ministero dell’interno al villaggio turistico un mese fa. Lo scopo era di liberare dei posti nel Cpa di Sant’Anna nel periodo in cui a questo, già strapieno con 2 mila ospiti, continuavano ad arrivare i migranti sbarcati a Lampedusa. Come si sa, l’acquazzone di sabato ha dissuaso i cittadini di Cropani dalla protesta che nella stessa giornata avevano organizzato. E giunta invece a Cropani la delegazione radicale. «Abbiamo visto — ha dichiarato l’on. Bemardini — una situazione sotto controllo, nonostante le difficoltà dell’impatto di 250 immigrati su un territorio così piccolo, ed anche per la scelta effettuata all’improvviso, senza avere un dialogo prima con la popolazione». «Gli immigrati sono seguiti bene, soprattutto rispetto ad altri “Cara” come quelli siciliani».

Del Cpa di Sant’Anna di Isola Capo Rizzuto, visitato ieri mattina, Rita Bernardini ha detto:

«Fanno miracolì. Abbiamo trovato 1.700 immigrati, quasi tutti richiedenti asilo politico, in una struttura che potrebbe contenerne la metà. C’è un’atmosfera serena. Pulizia diffusa. Non ho trovato i problemi di igiene che ho trovato in altri centri d’Italia». «A Sant’Anna — ha puntualizzato la parlamentare — il problema è che ci sono pochi avvocati che fanno il gratuito patrocinio quando gli immigrativogliono ricòrrere contro le domande d’asilo rigettate. Per il resto, gli immigrati sono tenutibene: li abbiamovistipassare il tempo raccogliendo lumache. nei campi, e poi rivenderle sulla strada a 5 euro il sacchetto!».

E a Rossano? «Lì — ha spiegato l’on. Bernardini — abbiamo visitato un carcere nuovo, con 235 detenuti, lontanissimo dagli inconvenienti visti a Catanzaro. Posso definirlo il carcere più pulito d’Italia: parlo di una pulizia che non è improvvisata, perché si vede quando è così». «A Rossano - ha rilevato la parlamentare — le possibilità trattamentali sono ridotte a causa delle carenze d’organico nel Corpo di Polizia penitenziaria. Hanno solamente un educatore, fra l’altro distaccato. Gli agenti sono 135, mentre il direttore spiega che la normalità sarebbe 180. Forse anche per questo i detenuti hanno lamentato eccessiva severità, punizioni, isòlamento. Meno personale, più severità».

Angelino Alfano ai minori del carcere di Palermo: avete la possibilità di tornare sulla giusta strada e rieducarvi. E gli educatori?

Giustizia/ Auguri di Natale di Alfano a minori detenuti

Stretta di mano e un panettone:Avete sbagliato,potete recuperare.Il ministro ha insistito sulla funzione rieducativa della pena.

Palermo, 25 dic. (Apcom) - Una stretta di mano come auguri di Natale, un panettone per ciascuno dei 40 ragazzi detenuti e per gli agenti della polizia penitenziaria e dopo un breve discorso, la visita della struttura. Il ministro Angelino Alfano, ha deciso così oggi, giorno di Natale, di far sentire ai minori detenuti la presenza dello Stato, uno "Stato che non dimentica chi ha sbagliato". Parlando ai ragazzi nella sala multifunzionale dell'Istituto di pena 'Malaspina' di Palermo, Alfano ha detto:"Voi siete qui perchè lo Stato ritiene che una parte di voi, ancora in attesa di giudizio, ha quasi certamente sbagliato, mentre l'altra metà è stata già condannata".

Lo Stato - ha continuato Alfano dopo che nella sala è suonato anche l'inno nazionale ascoltato in piedi da tutti - non vi ha dimenticati perchè non dimentica le vittime di un reato ma neanche chi ha sbagliato. Oggi è una giornata di nascita, una giornata di riflessione per voi nella quale pensare cosa volete fare da grandi. Lo Stato - ha proseguito - ritiene che abbiate la possibilità di tornare sulla giusta strada e rieducarvi".
Poi, prima di visitare il campetto di calcio, la piscina ed il teatro che gli stessi detenuti hanno realizzato al 'Malaspina', Alfano ha augurato a coloro che sono in attesa di giudizio "che riusciate a dimostrare la vostra innocenza".

Al Malaspina di Palermo sono ospitati per oro 40 ragazzi che trascorrono le giornate assistiti dagli educatori - il 65% entra analfabeta rivelano - e stanno in camerette con letti singoli o a castello, con porte blindate, ma rivestite di legno, e sbarre alle finestre.

mercoledì 24 dicembre 2008

Una telefonata tra il premier Berlusconi e il ministro della Giustizia Alfano stoppa il "pacchetto sicurezza contenente anche il piano carceri"

Giustizia, riforma rinviata al 2009
Alfano: ''Riaperto dialogo col Pd''Il Guardasigilli, Angelino Alfano, ha deciso di rinviare la riforma della giustizia a Gennaio 2009. Si riapre il dialogo col Pd "almeno sulle modifiche con legge ordinaria al processo penale, visto che sulle riforme costituzionali resta la netta contrarietà del Pd", ha detto il ministro. L'opposizione esprime apprezzamento. Tutto rinviato a gennaio. Una telefonata tra il premier Berlusconi e il ministro della Giustizia Alfano stoppa il "pacchetto" contenente modifiche al processo penale (con la previsione di una polizia giudiziaria più autonoma dal pm nelle indagini) e misure per costruire nuove carceri. I provvedimenti (un ddl e un ipotizzato decreto legge sui penitenziari) non saranno più all'esame del consiglio dei ministri del prossimo 19 dicembre. Uno slittamento che negli ambienti di governo viene motivato con il tentativo di riannodare il filo del dialogo con il Pd almeno su quella parte di riforma della giustizia che non prevede modifiche costituzionali (Csm, obbligatorietà dell'azione penale e separazione giudici-pm), rispetto alle quali il partito di Veltroni ha opposto un netto sbarramento.

LA LEGA. L'esultanza con cui la Lega accoglie la notizia del rinvio fa intendere che Berlusconi non è rimasto sordo alla richiesta del Carroccio di smorzare lo scontro sulla giustizia per non mandare in fumo le prioritarie intese bipartisan sul federalismo. "Noi abbiamo chiesto a tutti, maggioranza e opposizione, di abbassare i toni. Tutto quello che fa il governo per andare in questa direzione non ci può che far piacere", conferma il capogruppo della Lega al Senato, Federico Bricolo.

PD. Il Pd si dice pronto ad incontrare Alfano al quale sottoporrà le sue proposte di riforma ma - non manca di far notare Lanfranco Tenaglia, ministro della Giustizia del governo ombra - dopo la scuola ora il rinvio sulla giustizia: "Questo è il governo degli annunci roboanti e delle marce indietro".

ALFANO. Oltre al Pd, che vedrà martedì, Alfano tornerà a incontrarsi, il giorno dopo, con Michele Vietti (Udc) e a seguire terrà nuove riunioni con gli alleati di governo (la Lega insiste sui giudici di pace eletti dal popolo). Trovare la "quadra" non è semplice, e lo stesso Alfano si è già scottato, appena qualche settimane fa, con l'altolà di Lega e An al ddl che prevedeva, tra l'altro, la messa alla prova per chi è accusato di reati punibili con pene fino a quattro anni di carcere. Nella bozza di ddl alla quale gli uffici del ministero della Giustizia hanno lavorato fino a ieri sera la soglia era stata abbassata a due anni, proprio per fugare sospetti di amnistie mascherate. Ma il sovraffollamento delle carceri è per Alfano ormai un'emergenza, tanto da aver ipotizzato di portare al Cdm pre-natalizio anche un decreto con nuove norme sulle gare di appalto per costruire nuovi penitenziari, così da evitare che in caso di contenzioso i lavori si blocchino. Rinviato anche il decreto, forse pure per non dare l'idea di un blitz nei confronti del Parlamento.

LA MODIFICA. Il cuore del "pacchetto" è la modifica al codice di procedura penale per dare maggiore autonomia investigativa alla polizia giudiziaria rispetto al pubblico ministero. Un'idea avanzata lo scorso settembre da Luciano Violante (Pd) e appoggiata anche dall'Udc. Ma nella formulazione del governo si arriva ad escludere il pm dalla libera ricerca della notizia di reato che - secondo l'ultima versione della bozza - viene affidata solo a polizia, guardia di finanza, carabinieri e ai corpi di polizia giudiziaria in generale, mentre il pm può soltanto riceverla (non solo dalla pg ma anche con denunce di privati, querele etc). Risultato: niente più apertura di fascicoli da parte dei pm prendendo spunto da articoli di giornale oppure da una confidenza privata, e previsione di indagini parallele da parte della pg anche dopo aver informato il pm. Su questo punto Associazione nazionale magistrati e Pd preannunciano battaglia. Ma - dice conciliante Niccolò Ghedini, consigliere giuridico del premier - ci sono alcune indicazioni del Pd per accelerare i processi penali che "prenderemo in considerazione, come ad esempio quelle sui procedimenti per gli irreperibili, il sistema delle notifiche e lo snellimento dei riti alternativi". Se son rose fioriranno in gennaio.

Il ministro della Giustizia Angelino Alfano (foto: La Presse)

domenica 21 dicembre 2008

Buon Natale!

Appello agli ultimi idonei del concorso per operatore amministrativo a 200 posti con graduatoria pubblicata nell'anno 2000

Gli ultimi idonei del concorso per operatore amministrativo a 200 posti bandito nell'anno 1997 e con graduatoria pubblicata nell'anno 2000 ci contattino in e mail per impedirne la scadenza.

Vi metteremo in contatto con altri idonei del suindicato concorso.

Ricordiamo che il Dap, dopo aver assunto 100 idonei, ha successivamente preferito riqualificare il personale gia' in servizio aumentandone le unita' piu' del doppio piuttosto che procedere alle assunzioni degli ultimi idonei.

Al momento è importante che la gradutoria in prossimita' della scadenza venga prorogata ulteriormente.

Indirizzo e mail: venusina_75@hotmail.com

sabato 20 dicembre 2008

Roberto Rao dell'UDC: interrogazione su sovraffollamento carcerario

Atto Camera

Interrogazione a risposta orale 3-00295
presentata da
ROBERTO RAO
venerdì 19 dicembre 2008, seduta n.108

RAO, COMPAGNON e VIETTI. - Al Ministro della giustizia.- Per sapere - premesso che:

secondo quanto riportato il 18 dicembre scorso da Il Gazzettino, il problema del sovraffollamento delle carceri assume dimensioni rilevanti anche nel Nord est;

secondo i dati del Ministero della giustizia solo in Veneto i detenuti superano di mille unità la capienza regolamentare;

nel 2007 la casa circondariale di Padova, che accoglie i carcerati in attesa di giudizio, è stata oggetto di un intervento di ristrutturazione (non ancora iniziata), con la conseguente chiusura dei vecchi reparti detentivi;

pur in presenza di un incessante impegno del Provveditorato regionale nello sfollare numeri sempre più elevati di detenuti verso altre sedi penitenziarie, l'aumento costante degli ingressi giornalieri e la diminuzione percentuale delle scarcerazioni hanno reso la situazione ai limiti della gestibilità, dal momento che non è possibile garantire neppure l'isolamento;

non meno critiche sono le condizioni delle case circondariali di Treviso, Rovigo, Belluno e delle province autonome di Trento e Bolzano;

nelle cinque case circondariali del Friuli-Venezia Giulia su un totale «regolamentare» fermo a 551 posti disponibili, la popolazione carceraria effettiva era a fine giugno di 707 persone;

a Pordenone, oltre al sovraffollamento, si aggiunge anche il problema di un edificio del XIV secolo che rischia addirittura la chiusura;

il mese scorso il Ministro ha ribadito il suo impegno nella soluzione di questa grave emergenza, attraverso la costruzione di nuove strutture e la stipula di accordi internazionali, in modo da far scontare le pene a chi è straniero nei paesi di provenienza -:

quali provvedimenti urgenti intenda adottare, al fine di risolvere concretamente la drammatica situazione in cui versa l'intero sistema carcerario, in particolare quella degli istituti di prevenzione e pena in Veneto e in Friuli. (3-00295)

venerdì 19 dicembre 2008

Benvenuto Giampaolo Cassitta! Il comitato ringrazia la tua disponibilita' e solidarieta'.

ciao a tutti.
Sono Giampaolo Cassitta e molti di voi, probabilmente hanno sentito parlare di me (o mi conoscono). Grazie a Claudio Massa son finito sul vostro blog anche se sapevo che vi stavate ben organizzando (non così bene però... bravissimi).
Seguo un pò da vicino le vostre vicissitudini anche perchè per situazioni paradossali sono state anche le mie recentemente. Infatti, solo nel 2008 io e altri 40 colleghi siamo riusciti ad essere assunti come dirigenti, dopo aver espletato un concorso bandito nel 2000 e dopo che gli esami erano conclusi dal 2006. Non voglio raccontarvi le varie tappe che hanno portato all'assunzione ma, credetemi il nostro DAP è davvero tosto. Consiglio, in ogni caso, di trovare buoni interlocutori all'interno (il collega educatore Nunzio Pepe è molto affidabile e disponibile) e comunque suggerisco un contatto con i sindacati per capire il clima. E' assolutamente necessario che la deroga sia proposta dalla maggioranza perchè la finanziaria, come ogni anno e questi ultimi giorni peggiorano le notizie, è assolutamente blindata. Seguirò comunque la vicenda e sono ASSOLUTAMENTE con voi e, se volete potete tranquillamente scrivermi all'indirizzo di posta elettronica(omissis).
Per chi non mi conosce aggiungo che attualmente lavoro presso il Provveditorato della Sardegna, a Cagliari dove, da gennaio 2008, dirigo l'ufficio detenuti e trattamento.
In bocca al lupo a tutti.
Giampaolo

14 ottobre 2008 12.03

mercoledì 17 dicembre 2008

Il Coordinatore Nazionale Penitenziari C.Ministeri Lina Lamonica invia nota al ministro e al Capo Dap

Pubblichiamo l'e mail che poc'anzi il comitato ha ricevuto da lina Lamonica della CGIL penitenziario.

Ringraziamo anche Marco Romagnolo per l'intermediazione svolta e per l'invio di tutta quanta la documentazione relativa alla vicenda.

La nota non parla degli idonei ma noi teniamo a ribadire che il nostro obiettivo è l'assunzione dei vincitori e degli idonei del concorso a causa della gravissima carenza in cui versa l'organico degli educatori penitenziari e che allo stato lamenta la mancanza di 800 educatori circa rispetto ai soli 600 circa in servizio.

Tale questione,sebbene esplicitamente illustrata nella relazione, sara'nuovamente precisata al segretario generale della cgil.

Ad ogni modo altri sindacati nelle loro relazioni hanno espressamente ravvisato la necessita' di procedere alle assunzioni non solo dei vincitori ma anche degli idonei per far fronte alla paralisi che sta vivendo l'attivita' rieducativa nelle Carceri.

Comitato vincitori idonei concorso educatori Dap


--- Original Message -----
From: DAP Ministeri - FPCGIL
To: 'marco.romagnolo4'
Sent: Tuesday, December 09, 2008 3:23 PM
Subject: R: R:




Prot.n.CM 318/2008
Al Ministro della Giustizia
On.Avv.A. Alfano

Al Sottosegretario di Stato
Ministero della Giustizia
On. Caliendo

Al Capo del DAP
Pres. F. Ionta

Al Vice Capo Vicario del DAP
Dr. E. di Somma

Al Direttore Generale del Personale
e della Formazione
Dr. M. De Pascalis

e, per conoscenza

All’Ufficio per le Relazioni Sindacali
Dssa P. Conte
Eg. Ministro,

abbiamo apprezzato la Sua dichiarazione nel corso dell’audizione in Commissione Giustizia volta a rassicurare i vincitori del concorso a 396 posti di educatore penitenziario della loro certa assunzione che potrà avvenire, per carenza di risorse economiche, nell’arco dei prossimi due anni, 2009 e 2010.
La Sua dichiarazione ha rassicurato anche noi che da tempo auspichiamo l’incremento numerico della professionalità dell’educatore, fondamentale al mandato istituzionale cui tende l’esecuzione penale, che nel corso degli ultimi dieci anni ha raggiunto una carenza di organico gravissima, di circa 700 unità , tanto da definirla endemica.
Ma la FpCgil Le chiede sulla questione un maggior impegno mirato, infatti, ad assumere i 396 vincitori del concorso anzidetto in una sola soluzione e non diluita nell’arco dei due anni, contribuendo, in tal modo, non solo a soddisfare le aspettative di coloro che attendono da tempo l’assunzione ma anche quelle meramente istituzionali svolte con impegno e abnegazione dall’esiguo numero di educatori in servizio negli istituti penitenziari.
In tal senso Le chiediamo, considerando l’urgenza, la possibilità di avvalersi del Fondo della Cassa delle Ammende che provvisoriamente potrebbe essere impiegato per un fine comunque afferente alle sue finalità, ovvero, “il reinserimento del detenuto”; quale professionalità, in via prioritaria, se non quella dell’educatore penitenziario può rappresentare tale assunto costituzionale?
Siamo certi che tale proposta possa trovare in Lei giusto accoglimento e sostegno.
Restiamo in attesa di riscontro e le porgiamo distinti saluti.

Il Coordinatore Nazionale
Penitenziari C.Ministeri
Lina Lamonica

Giustizia: 5 miliardi di euro per i tribunali e 2 per i penitenziari

Giustizia: 5 miliardi di euro per i tribunali e 2 per i penitenziari

di Domenico Marchetta



www.lavoce.info, 17 dicembre 2008



La spesa per giustizia ha un’incidenza relativamente modesta sul bilancio dello Stato, ma un rilevante impatto sul sistema economico. In questo comparto, una corretta azione di spesa pubblica deve perseguire contemporaneamente obiettivi di risparmio e di miglioramento dei risultati. E l’elenco degli interventi possibili comprende razionalizzazione organizzativa del settore, revisione della geografia giudiziaria, riduzione degli oneri sulle intercettazioni, processo telematico, sistema a forfait per l’onorario degli avvocati.

Secondo il Budget dello Stato 2009 appena pubblicato dalla Ragioneria generale, la spesa per l’esercizio della funzione giudiziaria civile e penale, quasi 5 miliardi di euro, rappresenta circa l’1,3 per cento del totale generale dei costi dello Stato; si arriva a circa il 2 per cento se si include la spesa per i penitenziari (2 miliardi di euro). La spesa per giustizia ha un’incidenza relativamente modesta sul bilancio dello Stato, ma un rilevante impatto sul sistema economico.

Gli effetti negativi che l’inefficienza della giustizia può produrre sull’economia sono molti: compromettere la crescita dimensionale delle imprese, impedire lo sviluppo dei mercati finanziari, distorcere il mercato del credito e quello del prodotto, ostacolare la crescita dell’economia.

Una corretta azione di spesa pubblica, volta a sostenere crescita e risanamento della nostra economia, deve pertanto perseguire, per il comparto giustizia, sia obiettivi di risparmio, sia obiettivi di miglioramento dei risultati, attualmente molto modesti.

È possibile farlo impostando un percorso di riforma che non si occupi solo delle grandi questioni di principio, su cui è in atto un aspro confronto politico. Ma preveda anche un massiccio intervento su una serie di profili minori, che tuttavia svolgono un ruolo decisivo per l’efficienza complessiva del sistema, come dimostrano le analisi della soppressa Commissione tecnica per la finanza pubblica.

Si può stimare che il beneficio derivante dagli interventi attuabili in questi campi sia molto importante in termini di risparmio per il bilancio dello Stato e di riduzione della durata media dei processi. Ecco alcuni dei principali interventi ipotizzabili.

Si tratta, in primo luogo, di avviare la razionalizzazione organizzativa dell’intero settore, con l’introduzione di tecniche e competenze manageriali nella conduzione degli uffici giudiziari, l’ottimizzazione della micro-organizzazione dei tribunali e la semplificazione delle procedure amministrative e di gestione, ivi comprese quelle dei penitenziari. Nella stessa direzione, e con benefici consistenti in termini di efficienza del servizio, si colloca la revisione della geografia giudiziaria, che risponde all’esigenza di sfruttare le economie di scala che si possono ottenere con l’accorpamento dei tribunali minori.

L’onere delle intercettazioni disposte dalle singole procure può essere sensibilmente ridotto dando piena applicazione alle norme, approvate dal Parlamento nel 2005, che prevedono la forfettizazione dei costi unitari giornalieri da imputare al fascicolo dell’indagato e dei costi annuali da corrispondere agli operatori di telecomunicazioni. La Legge finanziaria 2008 ha inoltre istituito il "sistema unico nazionale delle intercettazioni". Il nuovo sistema, secondo una stima effettuata dalla Ctfp, potrebbe assicurare risparmi di circa 250 milioni l’anno, a parità di bersagli intercettati, circa 100mila per anno. Non è però ancora entrato a regime nonostante che l’avvio fosse previsto entro il 31 gennaio 2008. Va ricordato che gli oneri delle intercettazioni, secondo il parere espresso dalla Commissione giustizia del Senato nella precedente legislatura, potrebbero essere praticamente azzerati, imponendo alle società di gestione dei servizi di telefonia la gratuità delle prestazioni, come avviene in Germania. Poiché infatti le società stesse operano in regime di concessione da parte dello Stato, le prestazioni per fini di giustizia potrebbero ben rientrare fra gli oneri di concessione.

Anche con misure minori si potrebbero ottenere risparmi di qualche rilievo. Ad esempio si può intervenire sulle spese postali, con l’introduzione generalizzata della posta elettronica certificata (Pec) e del protocollo informatico e, nel frattempo, affidando con apposita gara il ritiro dagli uffici giudiziari della posta diretta all’amministrazione centrale (63 per cento del totale), con un risparmio stimabile in circa 10 milioni l’anno: per la posta interna non esiste un vincolo di esclusiva a favore della società concessionaria del servizio postale. A una riduzione si presta anche la spesa, circa 50 milioni, per l’assistenza sistemistica agli uffici giudiziari: sarebbe opportuno indire gare nazionali, individuando in modo specifico le prestazioni richieste e limitandole a quelle effettivamente utili e ricorrenti. Il risparmio è stimabile in almeno 10 milioni l’anno.

Per ridurre la durata dei processi civili è essenziale l’attuazione urgente del processo telematico, in grado di accelerare l’iter dei procedimenti e di incentivare la progressiva innovazione delle forme organizzative e delle funzioni svolte dai vari attori del processo. Si tratta di concentrare su questo settore prioritario gli investimenti necessari.

In Italia la formula di determinazione dell’onorario degli avvocati nei processi civili prevede che il difensore sia pagato secondo il numero delle attività svolte nel processo, il cosiddetto compenso "a prestazione". Il sistema incentiva la moltiplicazione degli atti e la complicazione dell’iter della causa ed è uno dei principali fattori che incidono negativamente sull’allungamento dei tempi dei processi. L’introduzione di un sistema di compensi "a forfait" eviterebbe tali inconvenienti, rendendo economicamente vantaggioso per il professionista semplificare le cause e snellire i fascicoli.

martedì 16 dicembre 2008

Che strano modo di intendere la Costituzione!

Alfano: la Giustizia si può cambiare

La giustizia e il Csm stanno nella seconda parte della Costituzione e quelle parti della Carta possono essere modifcate. Lo afferma il ministro della Giustizia Angelino Alfano, intervistato dal 'Corriere della sera'. "Il presidente della Repubblica -dice Alfano a proposito del monito del Capo dello Stato sulle parti non modificabili della Costituzione- parla con cognizione di causa della Costituzione i cui principi fondamentali sono quelli contenuti dall'articolo 1 all'articolo 12. Poi c'e' la prima parte che riguarda i Diritti e doveri dei cittadini, fino all'articolo 54.
Infine la seconda parte che riguarda l'ordinamento della Repubblica".

15/12/2008

lunedì 15 dicembre 2008

"In una condizione di morte e di abbandono affettivo e culturale, non e' possibile generare rieducazione ne' risocializzazione"

Questo articolo è particolarmente bello ed è per questo che abbiamo deciso di pubblicarlo...vogliamo che possa offrire un momento di rifflessione.........

Educare alla vita dentro il carcere
"C’e' bisogno di educare alla vita, senza falsi moralismi, ma attraverso una relazione, un rapporto con la societa'"


Rimbomba un silenzio che fa baccano, ma nessuno intende farsene carico, neppure della pietà della morte, quella che dovrebbe indignare le coscienze, perché ingiustificata, spettacolarizzata, dimenticata. Sulla condizione del carcere italiano, ognuno indica le cause, le deficienze, le cure e gli interventi da apportare, le urgenze non più procrastinabili per tentare di riconsegnare al carcere la propria utilità. Eppure rimane sempre più incancrenito l’isolamento a cui è costretto, l’emarginazione a cui non si riesce a dare un senso, come se circondare il tempio del castigo con un incessante sequestro dei bisogni, primo tra tutti il non rispettare la dignità della persona, fosse il metodo meno costoso in termini di investimenti finanziari e di professionalità umane.

Il carcere non è un universo chiuso in se stesso, infatti un esercito di volontari varca ogni giorno quei cancelli per dare conforto e assistenza, poco importa se ciò avviene mantenendo inalterato il meccanismo perverso che il sistema penitenziario riproduce quotidianamente. Il carcere è opposto e contrario a quanto auspicato dalla nostra carta magna nell’art. 27, perché in una condizione di morte e di abbandono affettivo e culturale, non è possibile generare rieducazione né risocializzazione, tanto meno consolidare il valore della pazienza della speranza, annullando la pazienza della disperazione. Un mero contenitore da fare rotolare sopra gli ammanchi intellettuali, in queste restrizioni solidaristiche, dovrebbe comunque assolvere alla richiesta di sicurezza della società, contrastare subculture, autismi istituzionali che partoriscono cittadinanze disperanti.

Non è lecito contemplare pietà, né carità, dentro una pena che passa avanti sulla morte di tanti ragazzi-cittadini detenuti, dall’inizio dell’anno quanti sono stati i decessi per suicidio e connessi, una moltiplicazione da non potere passare inosservata, eppure è quello che accade tra cecità e sordità dei numeri, soprattutto dei silenzi colpevoli. Forse sul mondo capovolto del carcere, delle sue celle stracolme, a intorbidire oltremodo il disagio, c’è una letteratura grossolana, che avvolge quella sorta di terra di nessuno e la popolazione detenuta, rendendo impossibile “uscire” dalle menzogne costruite a arte, “uscire “ dalla ideologia mascherata di giustizia, “uscire” da un giustizialismo di periferia, “uscire” dalla costrizione a sopravvivere violentemente e miserabilmente. Forse il metodo da adottare e portare avanti per riuscire ad accettare le prove della vita, anche le più dure, sta nel tentare di delineare progetti futuri, che vedano il detenuto impegnato in prima persona. Infatti è al detenuto (giustamente) che si chiede di fare autocritica, di accettare l’accompagnamento in un tragitto di vita privo di libertà, a causa delle proprie azioni sbagliate.

C’è bisogno di educare alla vita, senza falsi moralismi, ma attraverso una relazione, un rapporto con la società, perché è solo nell’incontro con l’altro che esiste possibilità di uscire dal proprio sé. Chissà non ci aiuti un po’ il pensare che occorre riparare al male fatto, continuando a sopravvivere, e magari tentando di diventare migliori di quando siamo entrati, nonostante il carcere e le sue inaccettabilità, intendendo questa sfida una conquista di coscienza, non certamente una disattenzione statuale.
Vincenzo Andraous

Pubblicata la graduatoria del concorso per educatori nel Dap

Link graduatoria,pag 60

http://www.bv.ipzs.it/bv-pdf/003/MOD-BP-08-2-23_903_1.pdf

giovedì 11 dicembre 2008

Anche gli educatori penitenziari denunciano la mancata assunzione di nuove unita' da destinare alla rieducazione!

Finalmente il comitato giunge ad un altro obiettivo:
coinvolgere nella battaglia anche gli educatori penitenziari gia' in servizio.

Da un po' di tempo il nostro Comitato ha provveduto ad avere e a mantenere contatti anche con il personale educativo gia' in servizio.

Ringraziamo per la disponibilita' tutti gli educatori penitenziari che da sempre ci hanno dimostrato e riservato grande disponibilita'.

Ringraziamo altresi' Claudio che ci ha consentito di far sentire la nostra voce anche all'interno degli istituti penitenziari.

Educatori penitenziari grazie,abbiamo bisogno di Voi!

Giustizia: educatori carcerari; scandalo di mancate assunzioni



Apcom, 11 dicembre 2008



Parlano di "scandalo senza fine" gli educatori penitenziari, che denunciano la mancata assunzione dei vincitori di concorso e annunciano di volersi rivolgere al capo dello Stato Giorgio Napolitano. "Gli educatori penitenziari vincitori di concorso non vengono assunti - spiega Roberto Greco, segretario nazionale del Collettivo educatori penitenziari, rappresentativo di oltre 300 iscritti in tutta Italia - ma dobbiamo ascoltare il ministro e oggi anche il sindaco di Roma annunciare la costruzione di nuove carceri.

Allora qualcuno ci deve spiegare: i soldi ci sono o non ci sono? Se ci sono i miliardi di euro che servono per costruire nuove carceri, perché non ci sono i milioni per assumere chi ha vinto un regolare concorso?". "Il ministro - aggiunge Greco - ha solennemente promesso la nostra assunzione, ma poi è scomparso: nessuno ci ha chiamato, nessuno ci ha fatto sapere nulla. Ora basta. Non siamo più disposti a subire questo scandalo e il nostro prossimo passo - conclude - sarà quello di rivolgerci al Capo dello Stato, per chiedere che sia fatta giustizia, assumendo chi ha vinto il concorso".

Nota del Capo Dap Ionta in risposta alla lettera sulla richiesta d'incontro spedita dal Comitato

Il capo Dap Ionta ha risposto alla lettera spedita tempo addietro dal nostro Comitato ed avente ad oggetto una richiesta urgente di incontro.

Nella parte finale della nota, contenuta in due pagine, è dato leggere che "le somme stanziate permetteranno l'assunzione nella posizione economica C1 di n. 135 unità di personale per l'anno 2009 e di n. 270 unità per l'anno 2010 e quindi, avuto riguardo alle priorità che saranno definite, tenuto conto delle esigenze dell'Amministrazione, di risolvere in maniera considerevole la questione in argomento".

Ormai appprendiamo quali siano le reali intenzioni ufficiali che vi mostreremo con la pubblicazione della nota non appena sara' possibile.

mercoledì 10 dicembre 2008

Minuta del ministero della giustizia inviata dal capo Dap Ionta al senatore D'ali'

Questa mattina, presso l'ufficio del senatore D'ali', si è tenuto un incontro fra il sopracitato senatore e un membro del nostro comitato nel corso del quale è stato esaminato il fax contenente la minuta proveniente dal ministero della giustizia e trasmessa al capo dap Ionta.

Il dott. Ionta ha provveduto ad inviare il suindicato fax al senatore D'ali' che con puntualita' ha avvisato il nostro comitato del provvedimento in esso contenuto.

La minuta dispone l'assunzione di 130 unita' di tutto il profilo C1 (senza distinguere fra educatori,collaboratori e contabili e,quindi,comprendendovi tutti e 3i settori) per l'anno 2009 e altresi' l'assunzione di 270 unita' riguardanti sempre tutto il profilo C1 per l'anno 2010.

Trattasi di dati ormai ufficiali poiche' contenuti nel provvedimento emanato dal ministero e di cui si attribuisce l'attuazione al capo del dipartimento .

Al piu' presto provvederemo alla pubblicazione del fax originale.

martedì 9 dicembre 2008

Corriere della sera: LO STATO FA PEGGIO DI ZIO PAPERONE

Un articolo di Milena Gabanelli nella rubrica “Punto critico” sul settimanale "iO" del 22 novembre, tocca un nervo scoperto nella gestione delle carceri italiane, quello della mancanza di volontà ad attuare politiche che rispettino la Costituzione e l'Ordinamento penitenziario e dare maggiori risorse all'area trattamentale.

L'articolo 27 della Costituzione recita: «Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato». In questa logica nasce la figura dell'educatore penitenziario, uno specialista che svolge un ruolo chiave nel processo di sostegno umano, culturale e professionale ai detenuti, per recuperarli alla legalità. Compito dell'educatore è anche costruire alleanze e accordi per offrire ai detenuti opportunità di lavoro fuori dal carcere, una volta scontata la pena. E più lavoro per i detenuti significa meno recidiva, cioè più sicurezza sociale. Nel novembre del 2003, l'Amministrazione penitenziaria pubblica un bando di concorso per 397 educatori; si presentano in 60mila. Effettuata una prima selezione, solo 2.500 sostengono le prove scritte e, tra questi, 1.200 vengono ammessi alle prove orali. Dopo più di quattro anni e mezzo, nel luglio scorso, vengono resi noti i nomi dei 397 vincitori e dei circa 500 idonei. L'assunzione dovrebbe essere vicina, ma l’Amministrazione penitenziaria utilizza i fondi del 2008 per assumere una parte dei vincitori del concorso per contabili. Non solo: nel 2009 intende prima completare l'assunzione dei contabili, poi sarà la volta degli educatori penitenziari: ma solo un centinaio, cioè un quarto del previsto. In poche parole, mancano i fondi necessari ad attuare quanto sancito dalla Costituzione. Il rapporto numerico fra educatori e detenuti è di uno a 207; si può immaginare la qualità dei percorsi rieducativi e quanto sia improbabile la realizzazione di un qualunque progetto, con la conseguente inefficacia delle poche risorse investite. Sempre questione di soldi!
Eppure esiste un istituto, la Cassa delle ammende, che raccoglie i proventi derivanti dalle multe amministrative e dalla vendita di manifatture carcerarie e di corpi di reato. Denaro "prodotto" in qualche modo dai detenuti e proprio per i detenuti dovrebbe essere usato, per esempio per il loro reinserimento sociale o per assistere economicamente le loro famiglie. In realtà la Cassa rigurgita di denari non spesi: la Corte dei conti ha reso noto che, su un saldo contabile di quasi 140 milioni di euro, lo scorso maggio, circa 87 milioni sono stati reinvestiti in Bot semestrali. Il dato è sorprendente, in netta controtendenza rispetto alla misera situazione finanziaria del comparto giustizia in Italia. Situazione davvero vergognosa: a centinaia di persone viene negato un posto di lavoro cui hanno pieno diritto e si tiene in sospeso un investimento necessario, per mancanza di fondi, quando i fondi ci sono. Peggio di Zio Paperone: anche lui è avaro, però almeno i soldi sono suoi!

giovedì 4 dicembre 2008

Roberto Rao dell'UDC: continuero' ad incalzare il Ministro della giustizia rispetto ai tempi e modalita' certe di assunzione.

L'On Roberto Rao dell'Udc ha poc'anzi comunicato al nostro Comitato che
continuera' la battaglia assieme a tutti noi al fine della assunzione
dei vincitori e degli idonei del concorso per educatori e psicologi.

A tal fine pubblichiamo l'estratto dell'audizione del
Ministro Alfano in commissione giustizia del 27 novembre,
si tratta
ancora di risposte indefinite e di "buone intenzioni", dopo sei mesi
di governo sarebbe stato giusto aspettarci parole e assunzioni di
responsabilità maggiori.


ANGELINO ALFANO, Ministro della giustizia.
Sugli educatori penitenziari avevo già risposto l'altra volta, però ha ragione.
Abbiamo intenzione di assumerli. I vincitori di concorso hanno il
diritto di essere assunti, diritto che non intendiamo negare. Le leggi
pongono vincoli relativamente alle piante organiche, per cui terremo
ferma questa graduatoria in modo tale da «assorbire» i vincitori di
concorso, auspicabilmente tra il 2009 e il 2010. Effettueremo a ondate
le assunzioni che il turnover fisiologico e i limiti consentiti dalle
leggi ci permetteranno di effettuare. Possiamo comunque assicurare
agli educatori penitenziari di non aver vinto un concorso virtuale.

MARILENA SAMPERI. Anche per gli psicologi?

ANGELINO ALFANO, Ministro della giustizia. Sì, questa è una regola generale.

mercoledì 3 dicembre 2008

18,2 milioni in più per l'Amministrazione penitenziaria

Via libera a nuove risorse, pari a 565,7 milioni di euro, per la sicurezza e l'ordine pubblico, mentre la spesa sanitaria regionale verra' decurtata di 18,5 milioni nel 2009: e' quanto previsto da alcuni emendamenti del governo al disegno di legge Bilancio ed approvati dalla commissione Bilancio del Senato.

In arrivo anche maggiori stanziamenti per l'amministrazione penitenziaria (18,2 milioni) e per la giustizia minorile (300.000 euro). Respinte invece tutte le proposte delle opposizioni.

3/12/2008

In attesa di poter procedere a nuove assunzioni, tocca affidarsi al "recupero e alla razionalizzazione delle risorse umane esistenti,replica Alfano!

Giustizia: il "metodo Brunetta", per il personale penitenziario?

di Emilio Gioventù



Italia Oggi, 3 dicembre 2008



Cercasi disperatamente personale per gli istituti di pena italiani. Agenti di polizia penitenziaria e personale civile scarseggiano.

Ci vorrebbe un colpo alla Renato Brunetta per ovviare all’impossibilità di fare nuove assunzioni. Magari un bel trasferimento d’ufficio di personale in esubero della Pa lì dove ci sono posti da coprire oppure il ricorso a "processi di rafforzamento delle motivazioni professionali e lavorative".

E a questo che vorrebbe aggrapparsi il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, quando si mette di impegno a rispondere a due interrogazioni sull’argomento presentate dai deputati Franco Ceccuzzi del Pd e da Tommaso Foti del Pdl. Il primo, nell’interrogazione cita stime di Cgil e Cisl che indicano "una carenza di organico del 30% per quanto riguarda la polizia penitenziaria e del 75% per le aree pedagogica, amministrativa e contabile".

Alfano risponde per iscritto: "Per sopperire alle esigenze di servizio la direzione è stata supportata dal provveditorato competente attraverso l’assegnazione di 46.856 ore di straordinario, con un evidente incremento rispetto al biennio precedente il cui monte ore si attestava mediamente intorno alle 42 ore".

Intanto, in attesa di poter procedere a nuove assunzioni, tocca affidarsi al "recupero e alla razionalizzazione delle risorse umane esistenti, attraverso processi di rafforzamento delle motivazioni professionali e lavorative", è la risposta di Alfano che si ripete anche nella replica a Tommaso Foti che passa ai raggi X le carenze d’organico in 13 istituti penitenziari dell’Emilia Romagna.

E qui, leggendo la risposta di Alfano, il pensiero va appunto a Brunetta quando si legge che il Dap (il Dipartimento di Amministrazione Penitenziaria) "mediante l’adozione di provvedimento di mobilità ordinaria ha incrementato il personale" per le sedi di Bologna, Ferrara, Piacenza e Parma. Anche questa volta Alfano torna a ribadire che in attesa di poter assumere nuove unità si potrebbe pensare a motivare i dipendenti, magari adottando "sistemi di sorveglianza nuovi, capaci di valorizzare la flessibilità del servizio istituzionale" e soprattutto "in grado di assorbire meglio il maggiore carico di lavoro determinato dalla crescita della popolazione detenuta".

Colpi di professionalità creativa a parte, resta in generale il problema della carenza di organico nell’amministrazione penitenziaria. Secondo gli ultimi dati statistici forniti mancherebbero all’appello poco meno di 2.000 agenti e assistenti e una ventina di ispettori di polizia penitenziaria. Così come all’appello mancherebbe più di un migliaio di personale cosiddetto civile, ovvero di competenza ministeriale.

martedì 2 dicembre 2008

Rita Bernardini: altra interrogazione per sollecitare l'applicazione dell'art. 27 Cost. e delle attivita' rieducative

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-01722
presentata da
RITA BERNARDINI
martedì 25 novembre 2008, seduta n.092

BERNARDINI. - Al Ministro della giustizia.- Per sapere - premesso che:

in data 15 novembre 2008, l'interrogante si recava in visita ispettiva presso la casa circondariale di «Catanzaro Siano» accompagnata dal signor Giuseppe Candido e dalla signora Giovanna Canigiula riscontrando la seguente situazione:

la struttura è oltremodo fatiscente sia all'esterno che all'interno dove è possibile osservare scale sconnesse, infiltrazioni d'acqua dai soffitti, mura scrostate e sporche; le condizioni igieniche sono decisamente carenti, con presenza di scarafaggi e altri insetti; gli stessi agenti di polizia penitenziaria hanno riferito della presenza, fortunatamente all'esterno, di topi di dimensioni impressionanti;

l'istituto ospita attualmente 459 detenuti a fronte di una capienza regolamentare di 354 e il sovraffollamento già di per sé rilevante assume proporzioni di eccezionale allarme per il tipo di regime di reclusione di media e alta sicurezza, oltre che di elevato indice di vigilanza; in particolare, nel padiglione di media sicurezza, a fronte di una capienza regolamentare di 92 persone, sono presenti 152 detenuti mentre, nel padiglione di alta sicurezza, a fronte di una capienza regolamentare di 199 persone, sono presenti 275 detenuti;

il corpo degli agenti di polizia penitenziaria è decisamente carente: 58 effettivi, 69 distaccati (tra uscita e ingresso), 7 missioni, 22 ingresso/uscita da altri istituti; questo deficit di organico, considerato il particolare regime di detenzione che richiede un'accorta vigilanza, induce la direzione dell'istituto a lasciare poco spazio alle attività trattamentali e di socializzazione, il che costringe i detenuti a passare almeno 20 ore al giorno nelle celle sovraffollate;

entrando più nel dettaglio della condizione di reclusione, c'è da rilevare che essendo da tre mesi rotto l'impianto per la fornitura di acqua calda, i detenuti sono costretti o a rinunciare alla doccia o a farla con l'acqua gelata; inoltre, l'orario della doccia coincide con il tempo destinato all'ora d'aria perciò, il detenuto che sceglie di lavarsi (seppure con l'acqua fredda!) sottrae tempo ad una delle poche attività di socializzazione alle quali gli è consentito accedere;

sia in alta che in media sicurezza, i detenuti lamentano il disagio dei colloqui con i familiari non solo perché sono pochi quelli concessi, ma anche perché bastano pochi minuti di ritardo dei parenti per annullare gli incontri e ciò accade anche nel caso in cui mogli, figli e/o genitori giungano al carcere di Siano da molto lontano; in alta sicurezza è capitato di dover svolgere i colloqui nella sala con il muretto divisorio non essendo disponibile la sala con i tavolini tondi; altri disagi segnalati dai detenuti sono relativi alla forzata convivenza con i fumatori, all'eccessiva severità da parte della Direzione nel respingere i pacchi di alimenti, all'alto costo di questi ultimi per chi si serve dallo spaccio interno, all'impossibilità, per chi proviene da altre regioni e non riceve visite settimanali, di poter usufruire di servizi come la lavanderia, il che comporta il dover indossare indumenti sporchi per molti giorni; altre rimostranze dei detenuti riguardano l'umidità e il freddo che sono difficili da sopportare con l'accensione per una sola ora al giorno dei termosifoni; il divieto di tenere CD in cella; il rigetto ripetuto delle richieste di trasferimento in istituti più vicini alla famiglia o dove sia possibile svolgere particolari corsi di studio; l'impossibilità di avere il numero di protocollo delle domandine presentate; il calcolo parziale delle telefonate fatte: per regolamento, denuncia qualcuno; ne spettano tre al mese, ma ogni telefonata è conteggiata contemporaneamente sia a chi la fa che a chi la riceve;

il padiglione che ospita i detenuti sottoposti ad elevato indice di vigilanza è composto da un'ala, sovraffollata, che custodisce i detenuti del 41-bis e da un'altra, sottodimensionata, dove si trovano i condannati per terrorismo, ognuno in cella singola;

nella prima ala che è stata aperta nel settembre del 2007 dopo la chiusura del carcere di Palmi, alcuni detenuti lamentano la convivenza con fumatori, la mancanza di acqua calda, l'eccessiva applicazione di sanzioni che arrivano fino a tre mesi anche per violazioni veniali come quella di essere stati trovati con un litro di vino in cella anziché il previsto mezzo litro e ciò nonostante la spesa non sia possibile farla ogni giorno;

il rigetto di domande in cui si chiedono semplici cose, dalle fotocopie alla pasta per la dentiera, dai libri all'assistenza sanitaria; nell'ala che ospita i condannati per terrorismo l'atmosfera è senz'altro più tranquilla: i detenuti sono stati trovati dall'interrogante nelle loro celle singole o a scrivere o a leggere e solo uno di loro si è lamentato di qualcosa, in particolare del fatto che, iscrittosi a scuola, si è visto sequestrare i libri di testo che l'insegnante gli aveva consegnato per studiare;

nonostante una situazione così allarmante determinata da quanto sopra esposto, gli agenti hanno riferito all'interrogante di essere riusciti a sventare ben 6 tentativi di suicidio e di essere poi venuti a conoscenza del fatto che due detenuti salvati dal loro pronto intervento si sono poi uccisi dopo il trasferimento nel carcere di Torino;

l'istituto non dispone ancora di un regolamento che, come ha riferito all'interrogante il comandante Salvatore Opipari che l'ha accompagnata durante la visita, è in corso di approvazione da parte del DAP -:

se sia a conoscenza di quanto descritto in premessa e cosa intenda fare per riportare alla legalità il carcere di Siano/Catanzaro sia per quel che riguarda il sovraffollamento delle celle sia per quel che riguarda la cronica carenza di organico del personale in servizio;

se ritenga che in una situazione come quella descritta sia possibile assolvere al dettato costituzionale secondo il quale «le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato».(4-01722)

lunedì 1 dicembre 2008

Entro il 2010 solo 400 educatori rispetto a una carenza in organico che supera le 800 unita'?scherzetto o dolcetto?

Giustizia: Alfano; 400 educatori verranno assunti entro il 2010



Ansa, 29 novembre 2008



Gli educatori penitenziari che hanno superato il concorso verranno assunti "tra il 2009 e il 2010". Ad assicurarlo è il Guardasigilli Angelino Alfano durante la sua audizione in commissione Giustizia della Camera. "Vorrei rassicurare questi educatori - aggiunge - che non hanno fatto alcun concorso virtuale, ma un concorso vero per cui verranno assunti". Ci sono, infatti, circa 400 educatori penitenziari che hanno sostenuto e superato un concorso durato cinque anni (cominciato nel 2003, le ultime prove orali si sono tenute nel giugno 2008), ma che non sono stati ancora assunti dal ministero per mancanza di fondi.



Educatori: grazie ad Alfano per rassicurazioni



"Grazie, al ministro Alfano, per aver assunto un impegno preciso per gli educatori carcerari, parlando oggi in Commissione, alla Camera. E grazie anche per aver escluso la presenza dei privati per la costruzione e la gestione delle carceri". Lo afferma Roberto Greco, segretario nazionale del Collettivo Educatori Penitenziari. "Ora - dice Greco - ci aspettiamo che l’onorevole Vitali, che ieri ci aveva insultato per aver preso posizione contro i privati nelle carceri, insulti anche il ministro della Giustizia".

venerdì 28 novembre 2008

Giustizia: Ionta (Dap); l'affollamento delle carceri è fisiologico

Redattore Sociale - Dire, 28 novembre 2008



Il capo del Dap parla di sovraffollamento e riorganizzazione dei servizi durante il 41° Convegno nazionale del volontariato penitenziario. Interviene anche il sottosegretario Caliendo "La giustizia minorile sarà assorbita dal Dap".

"Il carcere non è così immobile come sembra, molte cose sono cambiate negli ultimi anni ed è comunque sbagliato vedere l’istituzione carceraria come separata dal resto del mondo. Il carcere è un pezzo di mondo e ben venga l’attività del volontariato, ma stiamo attenti a vederlo come una palude". Con queste parole il capo del Dap, Franco Ionta, ha risposto alla relazione con cui la dottoressa Elisabetta Laganà, presidente del Coordinamento enti e associazioni di volontariato penitenziario, ha introdotto oggi il 41° Convegno nazionale, dedicato al tema "i diritti dei detenuti e la Costituzione". Il nuovo capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria ha contestato alla presidente del Coordinamento del volontariato una impostazione troppo "depressiva" della questione, troppo statica. La dottoressa Laganà gli ha risposto che la sua relazione - piena di denunce sulla violazione dei diritti dei carcerati - non era affatto depressiva. "Caso mai mi sento disillusa", ha detto Laganà nel batti e risposta con Ionta, il quale a sua volta ha replicato: "Attenzione, la disillusione può essere più rischiosa della depressione, male che comunque si può curare".

Ma a parte lo scambio cortesemente polemico tra i due, dal convegno di oggi è emerso un quadro abbastanza preoccupante del carcere. In ballo ci sono infatti di nuovo questioni scottanti, da emergenza, prima tra tutte il livello di sovraffollamento. Ma anche su questo Ionta ha detto che ormai bisognerà farsene una ragione. "Il livello fisiologico della presenze in carcere in un paese come l’Italia si attesterà sulle 60-70 mila unità. Dobbiamo farcene una ragione e dobbiamo misurare tutta l’organizzazioni su questo dato ineludibile". Ovviamente, ha spiegato sempre Ionta, più si aumentano le pene e i reati e più inevitabilmente aumenteranno i detenuti. "Quindi più che auspicare una speranza un po’ vaga di cambiamento, è meglio fare riferimento alla categoria dell’impegno. E con impegno - ha concluso Ionta - io intendo sia quello delle istituzioni che lavorano per il detenuto, sia però anche quello del detenuto stesso che deve scegliere di uscire dalla sua condizione. E scegliere di uscire dal crimine, in una società come la nostra, oggi non è certo una impresa facile". Quello che è necessario fare intanto è avviare una serie ristrutturazione dei servizi. Molto c’è da fare. Il capo del Dap ha suggerito per esempio un ripensamento sul ruolo della polizia femminile. Anche i poliziotti penitenziari oggi in servizio presso gli istituti minorili quasi vuoti sono risorse sprecate, quando nelle carcere normali manca il personale.

Spunti polemici durante la prima giornata del 41° Convegno Seac sono venuti anche dalle questioni della detenzione alternativa al carcere e del possibile assorbimento (amministrativo) della giustizia minorile nella giustizia generale. È stato il sottosegretario Giacomo Caliendo a rispondere all’obiezione di un sacerdote impegnato in carcere come cappellano. "L’assorbimento della giustizia minorile - ha detto Caliendo - nel dipartimento è solo una questione amministrativa. Il personale che prima dipendeva da certi uffici, poi dipenderà da altri, ma questo non vuol dire che all’interno del Dap non venga conservata una specificità per i temi della devianza minorile".

Da parte sua il Coordinamento degli enti e delle associazioni del volontariato penitenziario ha ribadito che l’unica vera soluzione ai tanti mali del carcere e al nuovo sovraffollamento sta nelle misure alternative che abbassano la recidiva moltissimo. In un documento approvato anche dalla Conferenza stato regioni i volontari del carcere ribadiscono infatti che sarebbe necessario cominciare a spostare più risorse possibile sugli Uepe, ovvero le strutture della detenzione alternativa.



La situazione delle carceri è fisiologica?!? (www.radiocarcere.com)



"Non credo che sia giusto pensare alle condizioni della popolazione detenuta nelle carceri italiane in termini emergenziali, occorre pensare che sia fisiologico". Ed ancora: "Guardando alle statistiche internazionali quando anche in Italia si raggiungano le 60-70 mila unità popolazione di detenuti si deve parlare di fisiologia del sistema". Lo ha affermato ieri Franco Ionta, magistrato, e Capo del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria del Ministero della Giustizia.

Un’affermazione grazie alla quale siamo finalmente liberi da quelle assillanti riflessioni su come migliorare il sistema delle pene, l’edilizia penitenziaria, o la vita di quelle persone che oggi in carcere subiscono pene in più non previste in nessuna sentenza di condanna.

Finalmente, grazie al dottor Ionta, scopriamo che è fisiologico che in una piccola cella di 8 mq ci siano ammucchiate 8, 10 o 12 persone detenute. Persone chiuse in quella cella per 22 ore al giorno, tra muffa e scarafaggi. Scopriamo con sorpresa che è fisiologico che in carcere, a causa del degrado determinato dal sovraffollamento, non si riesca ad assicurare un’adeguata assistenza sanitaria per i detenuti. È fisiologico quindi che in carcere un detenuto possa anche morire perché non prontamente curato. Ricordate la morte in cella di Aldo Bianzino? Ecco... è fisiologico!

Insomma, oggi grazie al dottor Ionta riusciamo a capire che è fisiologica l’illegalità, il non rispetto della legge, nella sovraffollate carceri italiane. Istituti dello Stato dove è dunque normale violare anche la dignità della persona detenuta. Oh! E ci voleva tanto? Grazie dottor Ionta. Ora possiamo stare tranquilli. Possiamo iniziare il fine settimana dimenticando la Costituzione, le leggi e quei valori di civiltà che ne sono fondamento. Ma che bella notizia!

Giustizia: Vitali (Pdl); con i privati, più risorse per il personale

Adnkronos, 27 novembre 2008



"La possibilità di affidare ai privati la costruzione delle carceri e la gestione dei servizi ad eccezione della vigilanza e degli interventi sui detenuti, non può essere esclusa senza un serio dibattito da realizzare evitando facili entusiasmi ma anche pregiudizi preconcetti". Lo afferma Luigi Vitali (Pdl), componente della commissione giustizia della Camera dei Deputati, replicando al segretario dell’Osapp Leo Beneduci.

"Non si tratta di appaltare ai privati la gestione delle carceri - osserva Vitali - né di far realizzare affari d’oro a chicchessia; né, infine, di pregiudicare, compromettere o mortificare il lavoro della polizia penitenziaria e di quanti altri operano negli istitutivi pena. Bensì di prendere atto che un detenuto ci costa circa 300 euro al giorno; che non siamo in grado, per carenza di fondi e per pastoie burocratiche, a costruire in tempi ragionevoli nuovi istituti; e che spendendo molto meno razionalizzeremmo le dotazioni economiche, realizzeremmo veramente le carceri e con l’eventuale risparmio adegueremmo sia il personale di polizia sia quello amministrativo e di rieducazione".
"Il Signor Greco non sa di cosa parla. Il coinvolgimento dei privati nella costruzione delle carceri libererebbe risorse per adeguare sia gli organici della Polizia Penitenziaria che dell’altro personale, educatori compresi, che operano negli istituti". Così Luigi Vitali (Pdl) replica a Roberto Greco, segretario nazionale del Col.Edu.Pen (Collettivo educatori penitenziari) che aveva definito scandalosa la sua proposta di rivolgersi a soggetti privati per la costruzione di nuove carceri e l’affidamento dei servizi accessori nelle stesse. "Chi guarda al futuro con occhio pregiudizievole e teso solo a garantirsi rendite di posizione non dovrebbe solo vergognarsi ma - conclude Vitali - rinunciare e nascondersi dietro la presunta difesa di diritti sacrosanti ma rappresentati malamente".

Giustizia: Vietti (Udc); Governo non sa più che pesci prendere

Ansa, 27 novembre 2008



"Attendiamo di conoscere nel dettaglio le misure del pacchetto sulla giustizia annunciato oggi, per l’ennesima volta, dal Guardasigilli con l’aggiunta del piano carceri. Il ventilato e generico coinvolgimento di privati per risolvere il problema del sovraffollamento degli istituti penitenziari conferma che il Governo non sa che pesci prendere". È quanto afferma il vicepresidente dei deputati Udc in una nota. "Ci auguriamo - aggiunge - che la gravità della situazione in cui versa l’intero sistema giudiziario, e quello carcerario in particolare, induca una buona volta l’esecutivo a presentare proposte concrete, praticabili e condivisibili".

per il capo dap Ionta il sovraffollamento nelle carceri è fisiologico...ottimo...tutto va bene!?!

Giustizia: l’apertura del Convegno Seac, con Ionta e Caliendo

di Costantino Coros



Vita, 27 novembre 2008



"Il mondo carcerario è cambiato: da quello che era un ambiente di esclusiva detenzione è diventato un mondo di elaborazione di esperienze. Si è aperto sempre di più alla società civile, al volontariato. Questo non vuole dire che i problemi non ci sono, anzi sono ancora tantissimi e vanno affrontati e risolti, cosa che si sta facendo".

Così si è espresso Franco Ionta, capodipartimento dell’amministrazione penitenziaria nel corso del suo intervento fatto in occasione della giornata di apertura del 41° convegno nazionale del Seac (il Coordinamento enti e associazioni di volontariato penitenziario), dal titolo "I diritti dei detenuti e la Costituzione" in svolgimento a Roma e che ha preso il via oggi pomeriggio per concludersi sabato 29 novembre.

Ionta ha poi proseguito affrontando il tema relativo alle recenti proposte di introdurre l’esecuzione esterna della pena. Il Capo dipartimento dell’amministrazione penitenziaria ha sottolineato che "questa materia necessita di elaborazioni esterne di carattere politico" è ovvio però, ha proseguito Ionta "che se si aumentano i reati e le pene è inevitabile che aumentino anche i detenuti. Ritengo che oggi bisogna non pensare sempre in termini emergenziali, ma anche in termini di fisiologia. La cifra di 60 - 70mila persone detenute rappresenta un numero che si può considerare fisiologico anche in relazione a ciò che accade in Europa".

Il sottosegretario al ministero della Giustizia, Giacomo Caliendo ha affermato che: "L’amministrazione penitenziaria da sola non può riuscire a determinare il reinserimento nella società dei detenuti. Ritengo che il volontariato può ricoprire un ruolo importante in questo campo". In più ha proseguito il sottosegretario "mentre abbiamo un grosso problema di affollamento nelle carceri per adulti gli istituti per i minori sono praticamente vuoti con un personale in eccesso rispetto alle necessità".

Infine, Elisabetta Laganà presidente del Seac, ha ricordato che "in carcere avvengono suicidi 20 volte di più rispetto a quelli che accadono nella società civile" e che "è dimostrato che l’esecuzione penale esterna determina meno recidive di chi sconta la pena negli istituti di detenzione".

giovedì 27 novembre 2008

Il ministro rassicura gli educatori del concorso: saranno assunti entro il 2009/2010 su sollecitazione dell'On. Roberto Rao e Melis

Ringraziamo l'On. Melis che poc'anzi ci ha comunicato che continuera' a sostenere la nostra vicenda assieme a tutto il Pd e ringraziamo altresi' l'On. Rao dell'UDC che ha continuato a sollecitare il nostro ministro della giustizia con vari interventi in commissione facendo si' che il guardasigilli dichiarasse pubblicamente il suo impegno ad assumerci.
Un ulteriore passo in avanti, anche se noi del Comitato continueremo la nostra battaglia con le prossime iniziative affinche' si provveda nel piu' breve tempo possibile all'assunzione di tutti i vincitori e gli idonei del concorso data la gravissima carenza di educatori nelle carceri italiane.

Riportiamo di seguito gli interventi in commissione e la risposta del ministro Alfano.

Intervento On. Roberto Rao in sede di audizione del Ministro Alfano in
commissione giustizia del 19 novembre 2008


ROBERTO RAO. Signor presidente, la ringrazio per avermi concesso la parola
in rappresentanza del mio gruppo, benché prima fossi assente; è sempre
molto cortese.
Intendo svolgere veramente soltanto una piccola premessa, a partire dalle
ultime considerazioni fatte dal collega Palomba. Evidentemente anche noi
siamo assolutamente disponibili, senza alcun pregiudizio, a dare il
sostegno pieno a qualsiasi iniziativa della maggioranza o del Governo che
vada nella direzione di trovare nuovi fondi, della cui carenza spesso si
lamenta, signor Ministro, per l'edificazione di nuove carceri e la
ristrutturazione di quelle esistenti, oltre che - e soprattutto - per il
personale.
Le strutture, infatti, sono importanti, ma il personale è importante
almeno quanto le strutture, sia sotto il profilo del numero, sia sotto il
profilo della qualificazione, sia, soprattutto, sotto il profilo del
benessere di chi lavora in un regime complesso come quello carcerario.

Innanzitutto, nella mia premessa non posso che darle atto della
disponibilità e della grande attenzione che ha sempre dato alla nostra
Commissione. Questa è una Commissione fortunata per l'attenzione che
riceve dal Ministro di riferimento.
Condividiamo la sua buona volontà, l'impegno, la capacità di lavoro: sono
tutti buoni propositi. Tuttavia, evidentemente, le carceri traboccano. È
di ieri l'annuncio dell'OSAPP - ma non era necessario che lo desse l'OSAPP
- del superamento della soglia dei 58 mila detenuti nelle carceri. Questo
dato rappresenta una sconfitta per tutti; lo è per questo Governo, ma lo è
anche per il Parlamento se non riesce a dare una immediata risposta.
Visto che i soldi mancano e siamo sempre costretti a gestire la situazione
in fase emergenziale con interventi presumibilmente di emergenza e senza
pianificazioni, vengo subito al punto.
Sul provvedimento annunciato oggi, che lei dice essere stato in parte
distorto sugli organi di informazione, le chiediamo un approfondimento, se
possibile anche in Commissione, per evitare che poi emergano messaggi
fuorvianti che possano essere interpretati in maniera non univoca.
La richiamo, inoltre, ad alcuni degli annunci lanciati dal Governo in
campagna elettorale, ovvero il programma a cui lei sempre si richiama,
signor Ministro, con una coerenza stringente che rivendica e che come
metodo apprezzo. Tuttavia, alcuni di quegli annunci sono rimasti tali.
Parlo della sperimentazione dei braccialetti elettronici, strumenti, mi
pare, ancora di dubbia affidabilità, sulla quale si è aperto anche un
piccolo contenzioso con il Ministero dell'interno. Ebbene,

vorrei capire a che punto siamo con questa sperimentazione, con i costi
che ancora si devono sostenere per attivarla e quali prospettive questa
abbia.
Per quanto riguarda la costosa ristrutturazione delle vecchie sedi
carcerarie, in parte lei ha risposto, tuttavia forse sarebbe importante
che venisse stanziata qualche cifra in più e che lo si facesse in tempi
rapidi.
Un altro suo annuncio riguardava l'espulsione dei detenuti stranieri. Far
scontare la pena nei Paesi di origine sarebbe sicuramente positivo.
Ciononostante, spesso questo fallisce per la mancanza di accordi
internazionali con i Paesi da cui i rei provengono. Sarebbe importante,
dunque, capire a che punto sono questi accordi bilaterali e quali di essi
sono stati messi in campo.
In ultimo, per quanto riguarda il personale, che dicevamo essere
importante almeno quanto le strutture, lei ha risposto già
precedentemente, quindi non mi dilungo oltre sui vincitori dei due
concorsi rispettivamente per educatori penitenziari e per psicologi, e
sulla situazione della polizia penitenziaria che è sotto organico.
Vorremmo, però, da lei delle rassicurazioni in ordine alla data di tali
assunzioni. Ho capito che vi è l'impegno, ma le chiedo se sia possibile
essere più stringenti.

RISPOSTA DEL MINISTRO ALFANO OGGI (27.11.08)NELLA SECONDA AUDIZIONE, ANCHE
IN RISPOSTA A SOLLECITAZIONE ON.RAO DEL 19.11
CARCERI: ALFANO, EDUCATORI VERRANNO ASSUNTI ENTRO 2010(ANSA) - ROMA, 27 NOV -

Gli educatori penitenziari che hanno
superato il concorso verranno assunti ''tra il 2009 e il 2010''.
Ad assicurarlo e' il Guardasigilli Angelino Alfano durante la
sua audizione in commissione Giustizia della Camera.
''Vorrei rassicurare questi educatori - aggiunge - che non
hanno fatto alcun concorso 'virtuale', ma un concorso vero per
cui verranno assunti''.
Ci sono, infatti, circa 400 educatori penitenziari che hanno
sostenuto e superato un concorso durato cinque anni (cominciato
nel 2003, le ultime prove orali si sono tenute nel giugno 2008),
ma che non sono stati ancora assunti dal ministero per mancanza
di fondi

mercoledì 26 novembre 2008

E questo è uno scandalo", afferma Roberto Greco, segretario nazionale del Col.Edu.Pen (Collettivo educatori penitenziari)

Giustizia: Alfano; le nuove carceri saranno costruite da privati



Vita, 26 novembre 2008



Un Consiglio dei ministri prima di Natale riguardante un pacchetto di misure sul tema della giustizia. È quanto ha annunciato il ministro della Giustizia Angelino Alfano nel corso della conferenza di presentazione del protocollo di intesa firmato dal ministero di via Arenula con il ministro per la Pubblica amministrazione e l’Innovazione Renato Brunetta, per l’innovazione digitale nella giustizia.

Il Guardasigilli ha sottolineato che come è accaduto per il pacchetto sicurezza, anche sul tema della giustizia verrà presentato il pacchetto di misure che spazierà su vari argomenti, tra cui "le carceri, il processo penale, la condizionale e la messa alla prova. Valuteremo - ha aggiunto Alfano - la coalizione come è orientata su questi argomenti. Ieri, è stata assunta una decisione politica importante, quella di procedere alla costruzione di nuove carceri come risposta al problema del sovraffollamento, anche con il coinvolgimento dei privati per la realizzazione e la costruzione delle nuove strutture penitenziarie". Quale sarà la soluzione tecnica per il piano carceri "è presto per dirlo", ha detto ancora Alfano, ma se ne saprà di più "nel Consiglio dei Ministri che si terrà prima di Natale, che sarà dedicato ai temi della giustizia".

Il tema del carcere e della possibilità che a costruirne altri siano soggetti privati è incandescente. Oggi è intervenuto anche Luigi Vitali (Pdl), componente della commissione giustizia della Camera, in modo esplicito: "Non c’è tempo da perdere", ha detto, "bisogna risolvere il problema dell’affollamento delle carceri prima che sia troppo tardi". Vitali ha anche caldeggiato la costruzione di nuove carceri da parte di privati e l’affidamento a questi ultimi dei servizi accessori, annunciando una mozione in questo senso.

"La cosa migliore sarebbe costruirne di nuove. Ma le lungaggini burocratiche e la impossibilità, almeno per ora, di reperire i fondi necessari, farebbe fallire l’iniziativa. Perché, allora, non utilizzare i privati come in America, ai quali affidare oltre che la costruzione tutti i servizi accessori lasciando alla Polizia Penitenziaria il controllo e la gestione dei detenuti?

Ho detto al Ministro Alfano, che non è pregiudizialmente contrario all’idea, che presenterò una mozione in tal senso in Commissione: sarà l’occasione", ha concluso Vitali, "per discuterne senza strumentalizzazioni".

La risposta non si è fatta attendere: "Le parole pronunciate dall’onorevole Luigi Vitali, sottosegretario in pectore alla Giustizia, rappresentano una confessione sugli intenti di certa politica, che finalmente getta la maschera: si vogliono affidare le carceri, dalla costruzione in poi, ai privati. E questo è uno scandalo", afferma Roberto Greco, segretario nazionale del Col.Edu.Pen (Collettivo educatori penitenziari), rappresentativo di oltre 300 iscritti in Italia.

"Non ci sono i soldi per assumere gli educatori penitenziari vincitori di concorso - aggiunge Greco - ma già ci si muove per trovare i soldi da mettere in mano ai privati. Nessuno, dal ministro in giù, si preoccupa delle condizioni di vita negli istituti di pena, ma tutti studiano soluzioni per favorire non chi vive e lavora nelle carceri, ma imprenditori privati, pronti a lucrare anche sulle carceri. A via Arenula e dintorni dovrebbero vergognarsi".

martedì 25 novembre 2008

Giustizia: le carceri scoppiano, quasi 60mila i detenuti in cella

Il Giornale, 21 novembre 2008



Detenuti al 31 ottobre 2007: 47.807. Detenuti al 31 ottobre 2008: 57.861. In attesa di giudizio: 29.500 (di cui 16.118 in attesa del 1° giudizio, 9.696 appellanti e 3.690 ricorrenti). Definitivi: 24.919. Le regioni più affollate: 8.377 Lombardia, 7.338 Campania. Stranieri: 21.4781, di cui 3.904 comunitari e 17.374 extracomunitari. Nazionalità prevalenti: Marocco 4.626 Romania 2.738 Albania 2.623.

La giustizia dà i numeri: nelle patrie galere piene come mai in precedenza albergano più detenuti in attesa di giudizio (29.504) che condannati in via definitiva (24.919). Oltre 16mila i reclusi che non hanno mai visto un giudice, 9.696 quelli che in cella aspettano l’appello. Per non parlare dei prigionieri stranieri saliti a 21.478 rispetto ai 17.750 di appena un anno fa. Il rapporto del Dap sulla popolazione detenuta aggiornato al 31 ottobre fotografa una situazione esplosiva. Che nel suo dato complessivo (quasi 58mila persone in cella rispetto alle 47mila del 2007) dà conto di una situazione "alloggiativa" a dir poco disastrosa.

Le cifre sciorinate dal ministero della Giustizia parlano da sole, indipendentemente dal raffronto con i dati sui 144mila procedimenti penali estinti per prescrizione nel 2007. Regione per regione, l’elemento "sovrannumero" regna sovrano. Fino a otto detenuti per celle singole. Sul territorio nazionale spopola l’iper affollamento in Lombardia (8.377 detenuti) Campania (7.338) e Sicilia (6.743). A Napoli-Secondigliano i presenti sono quasi il doppio (2.495) dei posti letto previsti. In Emilia situazione limite: alla Dozza di Bologna si schizza a quota 1.078 quando la capienza massima è di 483 unità. Per non dire di Modena (463 per 222 posti), Piacenza (359 per 178) e Ferrara (422 per 256). Preoccupa la Lombardia, a cominciare da Milano San Vittore (1.527 reclusi per 702 posti), Bergamo (524 per 210), Busto Arsizio (434 per 167) e Monza (765 per 420).

Da brividi i numeri su Bari (516 detenuti per 292 posti) e soprattutto Lecce (1.170 arrestati per una capienza totale da 681 posti). Spostandoci nelle isole, il risultato non cambia. In Sardegna le situazioni più critiche vengono evidenziate su Cagliari, Iglesias e Oristano mentre in Sicilia c’è l’imbarazzo della scelta: Caltagirone ospita 225 persone a fronte di una capienza di 75; il claustrofobico istituto di Favignana, posizionato dieci metri sotto terra, ne ha venti in più sui 90 di base; l’Ucciardone di Palermo ne conta 1.176 anziché 999, Termini Imerese 492 invece di 290, Siracusa 492 su 280.

Ovunque, o quasi, è un dramma. Laconico il commento di Riccardo Arena, speaker di Radio Carcere: "Una riforma sulle carceri non è più rinviabile. Si potrebbe ridurre il cosiddetto flusso (90 mila all’anno) di quelli che entrano e escono dopo pochi giorni: i detenuti in stato di custodia cautelare. Questi andrebbero arrestati quando è indispensabile, cosa che evidentemente non avviene se dopo pochi giorni escono. Il sistema delle pene andrebbe riformato, prevedendo sanzioni diverse dalla detenzione in carcere, sanzioni ugualmente punitive e magari esecutive già dopo la condanna in primo grado. Come dimostrano questi dati, si deve intervenire sull’edilizia penitenziaria. Il 50% delle nostre 205 carceri risale al 1200 o al 1800, vanno chiuse...".

lunedì 24 novembre 2008

Seguito dell'audizione del Ministro della Giustizia sulla situazione degli istituti penitenziari.

Seguito dell'audizione del Ministro della Giustizia sulla situazione degli istituti penitenziari.
(Seguito dell'audizione, ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del regolamento, e rinvio).

Giulia BONGIORNO, presidente, propone che la pubblicità dei lavori sia assicurata anche mediante impianti audiovisivi a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, così rimane stabilito.
Introduce quindi il seguito dell'audizione, rinviata nella seduta del 14 ottobre scorso.

Intervengono per formulare quesiti ed osservazioni i deputati Manlio CONTENTO (PdL), Lanfranco TENAGLIA (PD), Antonio DI PIETRO (IdV), Enrico COSTA (PdL) e Matteo BRIGANDÌ (LNP).

Interviene in replica Il Ministro Angelino ALFANO.

Intervengono per formulare quesiti ed osservazioni i deputati Federico PALOMBA (IdV), Roberto RAO (UDC) e Luigi VITALI (PdL).

Giulia BONGIORNO, presidente, ringrazia il ministro per essere intervenuto e, ricordando che risultano iscritti a parlare ulteriori deputati, rinvia il seguito dell'audizione ad altra seduta.

La seduta termina alle 16.

La diretta audio dell'audizione:http://download.radioradicale.it/sto...8/MP498541.mp3

Non appena disponibile pubblicheremo il resoconto stenografico

mercoledì 19 novembre 2008

L'On. Rita Bernardini e radicali presentano mozione in Parlamento sulla la vicenda educatori del concorso

Finalmente I Radicali e in particolare L'On. Rita Bernardini hanno presentato una mozione alla camera impegnando il Governo ad assumere i vincitori e gli idonei del concorso per educatori nel Dap.
Il nostro comitato,tempo fa,dopo l'insoddisfacente risposta del ministro della giustizia sulla nostra vicenda,aveva proposto di intervenire sollecitando la presentazione di una mozione sulla nostra vicenda e che adesso leggiamo presentata in Parlamento.
Come sempre provvedermo a tutti gli aggiornamenti.
La Camera,
premesso che:
il numero elevato e in costante
crescita della popolazione detenuta, che
oggi sfiora le 60.000 presenze, produce un
sovraffollamento insostenibile delle strutture
penitenziarie, capaci di ospitarne in
condizioni critiche circa 43.000. Questo
dato ha effetti dirompenti sulle condizioni
di vita dei reclusi e sulla sicurezza dei
singoli operatori e delle strutture;
le stesse organizzazioni sindacali
rappresentative del personale penitenziario
denunciano gravi carenze nelle piante
organiche degli istituti penitenziari e dei
centri di servizio sociale per gli adulti e
per i minori;
in particolare: a) negli 80 istituti
penitenziari visitati dai deputati radicali
eletti nelle liste del PD nel giorno di
ferragosto del corrente anno, a fronte di
una pianta organica che prevede 18.509
agenti di polizia penitenziaria, ne sono
stati effettivamente assegnati 16.411, cioè
2.098 in meno di quanti ne servirebbero,
pari all’11,3 per cento; b) in 45 istituti
penitenziari visitati dai radicali eletti nelle
liste del PD sempre nello stesso giorno è
risultato che, a fronte di una pianta organica
che prevede 373 educatori, ne sono
stati effettivamente assegnati 168, cioè il
45 per cento di quanti ne servirebbero; più
in generale, all’interno delle carceri, le
dotazioni organiche di educatori, assistenti
sociali, contabili, psicologi e di altre figure
professionali preposte al trattamento ed al
reinserimento sociale risultano scoperte in
percentuali comprese fra il 30 ed il 40 per
cento;
la carenza di organico del corpo
della Polizia penitenziaria sottopone gli
agenti a turni stressanti con molte ore di
straordinario e questa situazione finisce
col ripercuotersi sulla vivibilità negli istituti
di pena dove, spesso, gli agenti sono
costretti a far fronte alla custodia di un
numero elevatissimo di detenuti il che
comporta inevitabilmente – soprattutto
nelle carceri più sovraffollate – non solouna drastica riduzione dei tempi di socializzazione,
ma anche la difficoltà concreta
di intervento nei casi di tensioni fra i
detenuti, o di episodi di autolesionismo o
di tentato suicidio;
peraltro in sede di confronto con i
sindacati rappresentativi del Corpo di polizia
penitenziaria è stata riconosciuta una
penalizzazione di questi lavoratori, rispetto
alle altre forze di polizia, per
quanto riguarda gli incentivi alla produttività
ed all’efficienza dei servizi nonché
per quanto concerne il pagamento degli
straordinari, retribuiti con cifre che variano
dai 6 ai 9 euro all’ora, cifre che
ormai non vengono più corrisposte nemmeno
per i lavori meno qualificati;
l’articolo 82 del Regolamento penitenziario,
viceversa, assegna agli educatori
un ruolo essenziale per il trattamento
rieducativo dei detenuti ed è altresì dimostrato
che negli istituti penitenziari ove si
praticano programmi di reinserimento per
i detenuti il fenomeno della recidiva si
riduca drasticamente elevando così concretamente
la sicurezza dei cittadini;
nel 2003 e precisamente con provvedimento
del direttore generale del personale
e della formazione del 21 novembre
2003 venne bandito un concorso pubblico
per esami per la copertura di 397 posti
nell’area C, posizione economica Cl, profilo
professionale di educatore pubblicato
sulla Gazzetta Ufficiale n. 30 del 16 aprile
2004 e, seppur dopo un lunghissimo iter
procedurale, durato ben quattro anni, il
suddetto concorso si è concluso il 13
giugno 2008, ciò nonostante i vincitori di
esso non sono stati ancora chiamati in
servizio;
inoltre da un recente rapporto
sulla sanità penitenziaria predisposto dalla
Commissione Giustizia del Senato risulta
che, a fronte di una popolazione carceraria
dove il 38 per cento dei detenuti si
trova in condizioni di salute mediocri, il
37 per cento in condizioni scadenti, il 4
per cento gravi o con alto indice di morbosità,
l’organico dei sanitari continua ad
essere ridotto all’osso in quanto composto
da appena 15 medici, 183 infermieri e 5
assistenti sociali, per la metà part-time,
senza considerare che solo 15 istituti di
pena dispongono di propri centri per diagnosi
e terapia e che gli ospedali con
reparti speciali per il ricovero dei reclusi
sono rarissimi;
la situazione drammatica della medicina
penitenziaria, la cui competenza è
stata ora trasferita dal Ministero della
Giustizia alle ASL, risulta vieppiù paradossale
considerato che, solo per limitarsi
alle cinque patologie maggiormente diffuse,
ben il 21 per cento dei detenuti è
tossicodipendente, il 15 per cento ha problemi
di masticazione, altrettanti soffrono
di depressione e di altri disturbi psichiatrici,
il 13 per cento soffre di malattie
osteo-articolari e il 10 per cento di malattie
al fegato; oltre al fatto che la stessa
tossicodipendenza è spesso associata a
Aids, epatite C e disturbi mentali;
l’attuale insufficienza di risorse, di
strumenti e di mezzi svilisce pertanto i
servizi e la professionalità degli operatori,
oltre a pregiudicare le attività di trattamento,
vigilanza, cura e assistenza degli
stessi detenuti;
questo quadro sconfortante, del resto,
è coerente con il fallimento delle
politiche governative succedutesi negli ultimi
venti anni in materia penitenziaria
relativamente alla sanità, all’edilizia, al
lavoro intra ed extra murario, alla formazione
e al trattamento, anche con riguardo
all’esecuzione penale esterna, e conferma
così la scelta operata attualmente di ridurre
la questione carceraria ad una concezione
meramente punitiva, in aperto
contrasto con i diritti costituzionalmente
garantiti ai detenuti;
rendere congruo il numero degli
agenti penitenziari, degli educatori, degli
psicologi, degli assistenti sociali e del personale
sanitario, contribuirebbe, come
prima base di partenza, a rendere più
sicure e vivibili le nostre carceri sia per i
detenuti che per il personale stesso, dando
maggiori possibilità di reinserimento sociale
ai detenuti, secondo il principio co-
stituzionale per il quale « le pene non
possono consistere in trattamenti contrari
al senso di umanità e devono tendere alla
rieducazione del condannato »,
impegna il Governo
ad adottare iniziative per assicurare,
nell’ambito dell’amministrazione penitenziaria,
le necessarie risorse finanziarie per
consentire l’assunzione degli assistenti sociali,
degli psicologi, del personale sanitario
e, soprattutto, degli educatori, per i
quali il relativo concorso bandito nel 2003
si è pressoché concluso il 13 giugno 2008;
nonché l’adeguamento della pianta organica
del Corpo di polizia penitenziaria e
della retribuzione degli straordinari effettuati
dal personale ad esso appartenente,
oltre a prevedere adeguati incentivi per
l’efficienza dei servizi prestati dallo stesso
Corpo di polizia penitenziaria;
a proporre adeguati stanziamenti di
bilancio per l’amministrazione penitenziaria,
tali da garantire la funzionalità dei
servizi relativi all’assistenza sanitaria ai
detenuti.

9/1713/20. Bernardini, Farina Coscioni,
Maurizio Turco, Mecacci, Beltrandi.

La Camera,
premesso che:
il numero elevato e in costante
crescita della popolazione detenuta, che
oggi sfiora le 60.000 presenze, produce un
sovraffollamento insostenibile delle strutture
penitenziarie, capaci di ospitarne in
condizioni critiche circa 43.000. Questo
dato ha effetti dirompenti sulle condizioni
di vita dei reclusi e sulla sicurezza dei
singoli operatori e delle strutture;
le stesse organizzazioni sindacali
rappresentative del personale penitenziario
denunciano gravi carenze nelle piante
organiche degli istituti penitenziari e dei
centri di servizio sociale per gli adulti e
per i minori;
in particolare: a) negli 80 istituti
penitenziari visitati dai deputati radicali
eletti nelle liste del PD nel giorno di
ferragosto del corrente anno, a fronte di
una pianta organica che prevede 18.509
agenti di polizia penitenziaria, ne sono
stati effettivamente assegnati 16.411, cioè
2.098 in meno di quanti ne servirebbero,
pari all’11,3 per cento; b) in 45 istituti
penitenziari visitati dai radicali eletti nelle
liste del PD sempre nello stesso giorno è
risultato che, a fronte di una pianta organica
che prevede 373 educatori, ne sono
stati effettivamente assegnati 168, cioè il
45 per cento di quanti ne servirebbero; più
in generale, all’interno delle carceri, le
dotazioni organiche di educatori, assistenti
sociali, contabili, psicologi e di altre figure
professionali preposte al trattamento ed al
reinserimento sociale risultano scoperte in
percentuali comprese fra il 30 ed il 40 per
cento;
la carenza di organico del corpo
della Polizia penitenziaria sottopone gli
agenti a turni stressanti con molte ore di
straordinario e questa situazione finisce
col ripercuotersi sulla vivibilità negli istituti
di pena dove, spesso, gli agenti sono
costretti a far fronte alla custodia di un
numero elevatissimo di detenuti il che
comporta inevitabilmente – soprattutto
nelle carceri più sovraffollate – non solo
una drastica riduzione dei tempi di socializzazione,
ma anche la difficoltà concreta
di intervento nei casi di tensioni fra i
detenuti, o di episodi di autolesionismo o
di tentato suicidio;
peraltro in sede di confronto con i
sindacati rappresentativi del Corpo di polizia
penitenziaria è stata riconosciuta una
penalizzazione di questi lavoratori, rispetto
alle altre forze di polizia, per
quanto riguarda gli incentivi alla produttività
ed all’efficienza dei servizi nonché
per quanto concerne il pagamento degli
straordinari, retribuiti con cifre che variano
dai 6 ai 9 euro all’ora, cifre che
ormai non vengono più corrisposte nemmeno
per i lavori meno qualificati;
l’articolo 82 del Regolamento penitenziario,
viceversa, assegna agli educatori
un ruolo essenziale per il trattamento
rieducativo dei detenuti ed è altresì dimostrato
che negli istituti penitenziari ove si
praticano programmi di reinserimento per
i detenuti il fenomeno della recidiva si
riduca drasticamente elevando così concretamente
la sicurezza dei cittadini;
nel 2003 e precisamente con provvedimento
del direttore generale del personale
e della formazione del 21 novembre
2003 venne bandito un concorso pubblico
per esami per la copertura di 397 posti
nell’area C, posizione economica Cl, profilo
professionale di educatore pubblicato
sulla Gazzetta Ufficiale n. 30 del 16 aprile
2004 e, seppur dopo un lunghissimo iter
procedurale, durato ben quattro anni, il
suddetto concorso si è concluso il 13
giugno 2008, ciò nonostante i vincitori di
esso non sono stati ancora chiamati in
servizio;
inoltre da un recente rapporto
sulla sanità penitenziaria predisposto dalla
Commissione Giustizia del Senato risulta
che, a fronte di una popolazione carceraria
dove il 38 per cento dei detenuti si
trova in condizioni di salute mediocri, il
37 per cento in condizioni scadenti, il 4
per cento gravi o con alto indice di morbosità,
l’organico dei sanitari continua ad
essere ridotto all’osso in quanto composto
da appena 15 medici, 183 infermieri e 5
assistenti sociali, per la metà part-time,
senza considerare che solo 15 istituti di
pena dispongono di propri centri per diagnosi
e terapia e che gli ospedali con
reparti speciali per il ricovero dei reclusi
sono rarissimi;
la situazione drammatica della medicina
penitenziaria, la cui competenza è
stata ora trasferita dal Ministero della
Giustizia alle ASL, risulta vieppiù paradossale
considerato che, solo per limitarsi
alle cinque patologie maggiormente diffuse,
ben il 21 per cento dei detenuti è
tossicodipendente, il 15 per cento ha problemi
di masticazione, altrettanti soffrono
di depressione e di altri disturbi psichiatrici,
il 13 per cento soffre di malattie
osteo-articolari e il 10 per cento di malattieal fegato;
oltre al fatto che la stessa
tossicodipendenza è spesso associata a
Aids, epatite C e disturbi mentali;
l’attuale insufficienza di risorse, di
strumenti e di mezzi svilisce pertanto i
servizi e la professionalità degli operatori,
oltre a pregiudicare le attività di trattamento,
vigilanza, cura e assistenza degli
stessi detenuti;
questo quadro sconfortante, del resto,
è coerente con il fallimento delle
politiche governative succedutesi negli ultimi
venti anni in materia penitenziaria
relativamente alla sanità, all’edilizia, al
lavoro intra ed extra murario, alla formazione
e al trattamento, anche con riguardo
all’esecuzione penale esterna, e conferma
così la scelta operata attualmente di ridurre
la questione carceraria ad una concezione
meramente punitiva, in aperto
contrasto con i diritti costituzionalmente
garantiti ai detenuti;
rendere congruo il numero degli
agenti penitenziari, degli educatori, degli
psicologi, degli assistenti sociali e del personale
sanitario, contribuirebbe, come
prima base di partenza, a rendere più
sicure e vivibili le nostre carceri sia per i
detenuti che per il personale stesso, dando
maggiori possibilità di reinserimento sociale
ai detenuti, secondo il principio costituzionale
per il quale « le pene non
possono consistere in trattamenti contrari
al senso di umanità e devono tendere alla
rieducazione del condannato »,
impegna il Governo
a valutare l’opportunità di adottare
iniziative per assicurare, nell’ambito dell’amministrazione
penitenziaria, le necessarie
risorse finanziarie per consentire
l’assunzione degli assistenti sociali, degli
psicologi, del personale sanitario e, soprattutto,
degli educatori, per i quali il relativo
concorso bandito nel 2003 si è pressoché
concluso il 13 giugno 2008; nonché l’adeguamento
della pianta organica del Corpo
di polizia penitenziaria e della retribuzione
degli straordinari effettuati dal personale
ad esso appartenente, oltre a pre-
vedere adeguati incentivi per l’efficienza
dei servizi prestati dallo stesso Corpo di
polizia penitenziaria;
a proporre adeguati stanziamenti di
bilancio per l’amministrazione penitenziaria,
tali da garantire la funzionalità dei
servizi relativi all’assistenza sanitaria ai
detenuti.
9/1713/20. (Testo modificato nel corso
della seduta). Bernardini, Farina Coscioni,
Maurizio Turco, Mecacci, Beltrandi