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Sign for Aiutaci a garantire l'effettiva applicazione dell'art. 27 Cost.(funzione rieducativa della pena)

Mercoledi',23 Marzo 2011: interrogazioni per l'assunzione degli educatori penitenziari

Mercoledi',23 Marzo 2011,

(rinvio del 16 Marzo 2011)

in commissione giustizia discussione delle interrogazioni orali per l'assunzione degli educatori penitenziari.


5-04298 Cassinelli: Sull’iter del concorso pubblico per educatore penitenziario


5-04314 Ferranti: Questioni relative all’assunzione dei vincitori del concorso per educatore penitenziario




Per leggere il testo delle interrogazioni vai su news giornaliere o etichetta interrogazioni parlamentari




Carceri:necessario assumere educatori,assistenti e psicologi.

26 agosto 2010



Giustizia: Bernardini (Radicali); basta morti in carcere, varare in fretta misure deflattive



“Il tempo dell’illegalità e dell’inciviltà carceraria italiana è scandito ad un ritmo impressionante dalle morti, dai suicidi. Dico al Governo e ai miei colleghi parlamentari che così numerosi hanno partecipato all’iniziativa del Ferragosto in carcere, che occorre fare in fretta a varare, intanto, misure adeguate a decongestionare la sovrappopolazione carceraria”. Lo afferma Rita Bernardini, deputata Radicale, membro della Commissione Giustizia della Camera, dopo la morte di un detenuto a Sulmona. “Il disegno di legge Alfano - così come svuotato dalla Commissione Giustizia della Camera - non serve a spegnere l’incendio di disperazione e di morte che sta divampando - prosegue.Affidare infatti ai Tribunali di sorveglianza la valutazione della pericolosità sociale e l’idoneità del domicilio per consentire di scontare ai domiciliari pene residue sotto i 12 mesi, significa paralizzare tutto: la valutazione arriverà troppo tardi! Si dia ai direttori degli istituti penitenziari questo compito che saprebbero fare meglio e più in fretta dei magistrati di sorveglianza. Ridimensionata almeno un po’ la popolazione detenuta, occorre immediatamente riformare il sistema come previsto dalle mozioni approvate in gennaio dalle aule di Montecitorio e di Palazzo Madama a partire dallo stop all’uso indiscriminato della carcerazione preventiva e alla depenalizzazione dei reati minori, per arrivare alle misure e pene alternative che si rivelano molto più efficaci del carcere ai fini della rieducazione e del reinserimento sociale, all’adeguamento degli organici penitenziari (agenti, educatori, psicologi, assistenti sociali), alle possibilità di lavoro per i detenuti, agli istituti di custodia attenuata dove i tossicodipendenti possano curarsi”.





5 luglio 2010





Carceri: Favi, "Bene Tg2, condizioni indegne per detenuti e lavoratori"



Dichiarazione di Sandro Favi responsabile Carceri del Partito Democratico



L’inchiesta del Tg2 sulla drammatica situazione delle nostre carceri evidenzia ciò che il Partito Democratico denuncia da mesi, e cioè condizioni di vita per i detenuti e per i lavoratori penitenziari del tutto indegne. Quelle viste all’Ucciardone sono situazioni che in realtà riguardano la stragrande maggioranza delle carceri italiane. Le morti in carcere e gli atti di autolesionismo sono segnali inequivocabili: occorre attuare da subito politiche penitenziarie che decongestionino gli istituti. È assolutamente necessario investire sulle misure alternative alla detenzione e sull’aumento di agenti di polizia penitenziaria, di educatori, di assistenti sociali e psicologi.



Finora il ministro Alfano e il direttore delle carceri Ionta hanno saputo solo ipotizzare un piano carceri che avrà lunghissimi tempi di realizzazione e che non inciderà minimamente per un miglioramento della situazione nell’immediato.



Così non va.









Lettere: senza assunzione personale educativo il ddl Alfano è inutile





Comunicato stampa, 29 maggio 2010





Ai deputati di commissione bilancio



e giustizia camera









Al sottosegretario



On. Caliendo









Al sottosegretario



On. Giorgetti Alberti







Egregi Onorevoli,



dopo aver appreso la notizia sul parere negativo della Commissione Bilancio sugli artt. 2 quater e 2 sexies del Ddl Alfano questo Comitato ritiene necessario porre alla Vostra attenzione alcune osservazioni. L’eliminazione dell’articolo aggiuntivo Schirru 2.060 svuoterebbe di significato il Ddl Alfano riducendolo ad una imago sine re.



L’investimento in risorse umane è propedeutico alla concreta materializzazione della normativa contenuta nel provvedimento. Secondo quanto enunciato dall’art. 1 comma 3 del Ddl. il magistrato di sorveglianza decide sulla base della relazione inviatagli dall’istituto penitenziario.



Alla luce della normativa penitenziaria è l’educatore colui che osserva il comportamento del detenuto e provvede alla stesura della relazione di sintesi, cioè di quella relazione di cui si servirà il magistrato di sorveglianza per la decisione finale sulla misura alternativa.



Senza l’incremento di ulteriori unità di personale pedagogico la situazione del sovraffollamento carcerario non potrà mai essere risolta né tantomeno potrà trovare risoluzione la drammatica condizione in cui versano le carceri italiane.



Pochi educatori significa poche relazioni da inviare al magistrato di sorveglianza. Pochi educatori significa impossibilità di fare il trattamento. Pochi educatori significa stasi della concessione di misure alternative. L’eliminazione dell’articolo aggiuntivo Schirru creerebbe un vero e proprio effetto boomerang che provocherebbe la totale paralisi del Ddl Alfano.



La Commissione Giustizia dopo aver preso atto della grave situazione di disagio in cui versano le carceri italiani ha dato voce all’articolo 27 della Costituzione decidendo di investire su quello che già nel Settecento Beccaria definiva “il più sicuro mezzo di prevenire i delitti” ossia l’educazione.



L’approvazione dell’articolo aggiuntivo che esclude il Dap dalla riduzione della pianta organica e dal blocco delle assunzioni costituisce una vera e propria presa di coscienza dell’assunto secondo il quale non può esserci alcun miglioramento delle condizioni di detenzione senza l’investimento in risorse umane.



Si evidenzia inoltre che l’emendamento è già stato “riformulato” originariamente infatti prevedeva l’obbligo per il governo,dopo l’invio della relazione per l’adeguamento della pianta organica, di predisporre entro 2 mesi un piano straordinario di assunzioni.



La totale eliminazione di questo emendamento volto alla concreta applicazione della misura alternativa sulla quale questo Governo intende puntare per risolvere il dramma del pianeta carcere renderebbe inutile l’approvazione di un Ddl che non riuscirebbe mai ad essere attuato.



Ci sarebbe infatti una vera e propria antinomia tra norma e realtà. La realtà è che la situazione carceraria italiana è drammatica e preoccupante.



I continui suicidi in carcere sono da porre in relazione con le insopportabili condizioni di disagio in cui vivono i reclusi delle carceri italiane alla carenza di trattamento e attività rieducative e alla mancata assistenza psicologica dovuta alla cronica carenza di personale educativo



Ebbene, l’Italia, Paese democratico, è stata condannata dalla Cedu per trattamento degradante e disumano. A tale situazione va data una risposta concreta, soprattutto se si considera che il bilancio dello stato potrebbe essere aggravato dalle condanne della Cedu (Sic!).



Inoltre non si comprende come la crisi riguardi solo le risorse umane e non anche lo stanziamento dei fondi per l’edilizia penitenziaria ,infatti, una volta costruite nuove carceri queste rimarranno inutilizzate (Sic!) Un esempio è fornito dal carcere di Agrigento e dal carcere di Rieti, a Pinerolo inoltre, c’è un carcere vuoto da 10 anni ma è già stata individuata un’area per costruir un nuovo carcere (fonte Girodivite).



Per un provvedimento importante, come quello in esame, che punta sulla rieducazione e sul recupero del reo, occorre assumersi delle responsabilità serie, perché l’incremento del personale pedagogico rappresenta il sine qua non della correlazione legge - realtà.



Ancora una volta si evidenzia inoltre che il “decantato” vulnus di copertura finanziaria può essere sanato attingendo dai fondi della Cassa delle Ammende che secondo quanto disposto dall’art 129 III comma del Dpr 30 giugno 2000, n. 230, devono essere destinati ai programmi che tendono a favorire il reinserimento sociale dei detenuti e degli internati anche nella fase di esecuzione di misure alternative alla detenzione”e non all’edilizia penitenziaria (Sic!) . Qualora il Governo non intenda attingere i fondi necessari dalla cassa delle Ammende potrebbe ricavarli dai fondi del Fug, visto che il Presidente del Consiglio dei Ministri ha firmato il decreto che assegna per la prima volta le quote delle risorse sequestrate alla mafia e i proventi derivanti dai beni confiscati al Fondo Unico Giustizia (Fug), nella misura del 50 per cento al Ministero dell’Interno e del 50 per cento al Ministero della Giustizia. Attingendo i fondi o dalla cassa delle Ammende o dal Fug non vi sarebbe alcun onere aggiuntivo in quanto gli stessi sono già previsti in bilancio.



Per le ragioni suesposte riteniamo che l’emendamento presentato dall’On. Donatella Ferranti e Schirru sia una vera proposta “bipartisan” che deve, necessariamente,trovare accoglimento così come è stato approvato in Commissione Giustizia.



Riteniamo altresì che il governo, dopo aver provveduto all’adeguamento della pianta organica anche in relazione alla popolazione detenuta ( quasi 70mila detenuti) debba predisporre un piano straordinario di assunzioni di educatori penitenziari da attingersi dalla vigente graduatoria del concorso pubblico per esami a 397 posti nel profilo professionale di Educatore, Area C, posizione economica C1, indetto con Pdg 21 novembre 2003.



Una scelta in tal senso rappresenterebbe la chiave di volta per un chiaro e ben preciso impegno di responsabilità affinché la drammatica situazione che affligge il pianeta carcere possa finalmente essere risolta. Per tali ragioni auspichiamo che tutta la commissione bilancio della camera e il sottosegretario Alberto Giorgetti facciano una seria e proficua riflessione riconoscendo l’importanza ai fini dell’attuazione del Ddl in esame dell’emendamento Schirru 2.060.





FERRANTI SU DDL CARCERI,OTTENUTO ANCHE AMPLIAMENTO ORGANICO EDUCATORI PENITENZIARI.

Donatella Ferranti,PD:piano programmato di assunzioni del personale degli educatori.

Governo favorevole a emendamenti Pd per potenziamento personale penitenziario:piano programmato di assunzioni, per l`adeguamento degli organici del personale di Polizia penitenziaria, degli educatori, degli assistenti sociali e degli psicologi.


18 maggio 2010


La commissione Giustizia della Camera ha cominciato a votare gli emendamenti presentati al ddl carceri e il Governo ha dato parere favorevole alle proposte di modifica del Pd che prevedevano il potenziamento del personale civile e amministrativo penitenziario (psicologi, educatori, ecc) e l’adeguamento delle piante organiche di carabinieri e polizia in funzione del nuovo impegno che dovranno svolgere per vigilare sui detenuti che trascorreranno agli arresti domiciliari l’ultimo periodo della loro detenzione. Il capogruppo del Pd in commissione giustizia, Donatella Ferranti, ha espresso soddisfazione per questo parere favorevole del Governo augurandosi che alla fine l’emendamento venga approvato.



Pd: nostre proposte sono su linea indicata da Napolitano

“Il Pd è pronto” a rispondere al monito del presidente della Repubblica sulla necessità di risolvere il sovraffollamento delle carceri e “a fare la propria parte”. Per questo, annuncia Sandro Favi, responsabile Carceri dei democratici, “nei prossimi giorni il nostro partito presenterà proposte su questi temi, in un quadro di sistema e in continuità e sviluppo delle mozioni approvate dal Parlamento già nei primi mesi di quest`anno”.

“Proporremo - spiega Favi - che si proceda alla revisione del codice penale, che vengano riviste le norme che determinano l`alta incidenza di imputati in custodia cautelare in carcere e quelle sul trattamento penale dei tossicodipendenti, che siano ampliate le opportunità di accesso alle misure alternative alla detenzione. Chiederemo inoltre al Governo - prosegue - un piano programmato di assunzioni, per l`adeguamento degli organici del personale di Polizia penitenziaria, degli educatori, degli assistenti sociali e degli psicologi, nonché gli indispensabili stanziamenti ed investimenti per ripristinare la corretta funzionalità ed operatività dei servizi e delle strutture”.

“Il Partito Democratico - conclude l’esponente del Pd - rinnova la stima e la fiducia degli appartenenti al Corpo di polizia penitenziaria e l`apprezzamento verso i dirigenti dell`Amministrazione penitenziaria, verso le professionalità socio-educative, sanitarie, amministrative e tecniche che, in questa fase difficile, dimostrano il proprio impegno con alto senso di umanità e qualificate competenze”.

Ferranti: "Iter rapido? Vediamo atteggiamento maggioranza su nostre proposte"

Carceri: Pd, "Testo migliorato in commissione, ma serve uno sforzo in più" Ferranti: "Iter rapido? Vediamo atteggiamento maggioranza su nostre proposte"

“Lo stralcio della messa in prova consentirà di esaminare rapidamente il provvedimento sulla detenzione domiciliare”. Lo dichiara la capogruppo del Pd nella commissione Giustizia della Camera, Donatella Ferranti facendo notare come ‘la messa in prova non riguardava la popolazione carceraria e quindi non avrebbe avuto effetti sul grave stato di sovraffollamento delle carceri italiane. In ogni caso – sottolinea la democratica – il voto di oggi conferma il nostro giudizio negativo sul testo uscito dal consiglio dei ministri che era confuso ed inefficace anche perché privo di qualsiasi copertura finanziaria. Stiamo adesso valutando se aderire o meno alla richiesta di un voto in sede legislativa sul testo modificato nel corso dei lavori in commissione. La nostra disponibilità dipenderà anche dall’atteggiamento della maggioranza sulle nostre ulteriori proposte di modifica. In particolare: la tutela delle vittime di violenza domestica, il rafforzamento del personale di polizia (non solo quella penitenziaria) e del personale del comparto civile dell’amministrazione penitenziaria(educatori e psicologi)”.


Proposta emendativa 8.01.


Dopo l'articolo 8 inserire il seguente:


«Art. 8-bis. - 1. Entro centottanta giorni dall'entrata in vigore della presente legge, il Ministro della Giustizia, sentiti i Ministri dell'interno e della funzione pubblica, riferisce alle competenti Commissioni parlamentari in merito alle necessità di adeguamento numerico e professionale della pianta organica del Corpo di Polizia penitenziaria e del personale del comparto civile del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria anche in relazione all'entità numerica della popolazione carceraria e al numero dei posti esistenti e programmati.

2. A tal fine il Governo presenta al Parlamento entro i successivi novanta giorni un apposito piano straordinario di assunzioni di nuove unità specificandone i tempi di attuazione e le modalità di finanziamento.».
Ferranti Donatella, Schirru Amalia, Samperi Marilena, Amici Sesa



Proposta emendativa 8.03.

Dopo l'articolo 8 inserire il seguente:


«Art. 8-bis. - 1. Al comma 8-quinquies, della legge n. 26 del 2010, dopo le parole Il Corpo della Polizia penitenziaria, sono inserite le seguenti il personale del comparto civile del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria,».
Schirru Amalia, Ferranti Donatella, Samperi Marilena, Amici Sesa



28-04-10


Dopo l'ennesimo suicidio in carcere (23 dall'inizio dell'anno), nel penitenziario di Castrogno, a Teramo, il parlamentare dell'IdV, Augusto Di Stanislao, ribadisce la necessita' di interventi diretti ed immediati da parte del Governo. ''Non e' piu' ammissibile - afferma il deputato IdV - una tale situazione di completa incapacita' da parte del Governo di affrontare concretamente le problematiche delle carceri in Italia''. Di Stanislao ricorda che ''dopo varie visite presso il carcere di Castrogno e altrettante interrogazioni ad Alfano, dopo una mozione a mia prima firma approvata all'unanimita', con la quale anche la maggioranza si e' impegnata in una serie di iniziative atte a risollevare una drammatica realta' focalizzando l'attenzione sul sovraffollamento e sulla carenza di personale penitenziario e di educatori, dopo l'annuncio dell'emergenza carceri di Alfano e del fantomatico piano carceri, dopo continue denunce e sollecitazioni dei sindacati sulla necessita' di intervenire sulle strutture, sugli organici, siamo ancora di fronte ad una situazione insostenibile e all'emergenza soluzioni''. ''Ho presentato da tempo - conclude Di Stanislao - una proposta di legge per istituire una Commissione d'inchiesta parlamentare sulla situazione delle carceri in Italia che, ora piu' che mai, diventa fondamentale per dare risposte e soluzioni ai molteplici problemi e disagi dell'intero mondo penitenziario''.




Di Stanislao:il ministro tace sulle assunzioni degli educatori,riferisca in parlamento.

“E’ giusta l’assunzione di 2.000 agenti così come evidenziato da Sarno, Segretario generale Uil Pa Penitenziari, per garantire il turnover e quindi supplire la carenza del personale di polizia penitenziaria, ma vi è una colpevole dimenticanza da parte del Ministro quando tace sulla necessità di garantire la presenza degli educatori così come previsto nella Mozione IdV approvata all’unanimità dal Parlamento.” Queste le parole dell’On. Di Stanislao che prosegue: “Non vorremmo che questo impegno del Ministro si focalizzi esclusivamente sull’edilizia carceraria e altresì non vorremmo che dietro la parola magica “stato di emergenza” si celi il grimaldello per ridare vita ad una ” Carceri d’oro 2″ che in barba alla procedure di appalti e alla trasparenza abbiano buon gioco, piuttosto che la pubblica utilità e l’urgenza, i furbetti delle sponsorizzazioni. Si segnala al Ministro, nel frattempo, che in Italia vi sono 40 penitenziari incompiuti ed inutilizzati in un Paese che ne ha 171 in tutto e nel Piano Carceri presentato non c’è cenno di recupero di questo patrimonio. Chiedo che il Ministro venga, così come richiesto in Aula, a riferire in Parlamento sugli impegni presi in relazione ai tempi e modi e risorse da impiegare. Nel frattempo con due distinte interrogazioni chiedo al Ministro quale modello di recupero intenda mettere in campo visto che non si parla assolutamente di assumere gli educatori e cosa intenda fare per i 40 penitenziari incompiuti.”


16 Marzo 2010:interrogazione a risposta in Commissione su assunzione idonei educatori penitenziari

Convocazione della II Commissione (Giustizia)

Martedì 16 marzo 2010

Ore 13.45

5-02550 Ferranti: In relazione all’assunzione di educatori penitenziari


Interrogazione a risposta in Commissione:

FERRANTI, MELIS, TIDEI e SAMPERI.



- Al Ministro della giustizia.

- Per sapere

- premesso che:

il 17 febbraio 2010 il Sottosegretario per la giustizia Caliendo è intervenuto in Senato sul tema dell'assunzione degli educatori penitenziari reclutati tramite il concorso pubblico per esami a 397 posti nel profilo professionale di educatore, area C, posizione economica C1, indetto con PDG 21 novembre 2003;

nel corso della succitata seduta, il Sottosegretario Caliendo ha affermato che entro aprile 2010 saranno assunti in via definitiva tutti gli educatori che hannosuperato i precedenti concorsi, oltre ai 170 già assunti (anche se agli interroganti risulta che siano stati assunti 97 educatori);

in realtà, l'assunzione dei vincitori del suddetto concorso era già programmata con l'indizione dello stesso nel 2003, per il quale il dipartimento dell'amministrazione penitenziaria già disponeva dei fondi necessari;

lo stesso Ministro interrogato, onorevole Alfano, aveva riconosciuto l'improcrastinabilità e l'urgenza di assumere più unità di educatori quando, il 12 gennaio 2010, furono approvate alla Camera le mozioni sui problemi del carcere presentate da vari gruppi parlamentari;a fronte di una popolazione carceraria di 67.000 unità, il rapporto educatore/detenuto è di circa 1 a 1.000, cosa che rende in pratica impossibile lo svolgimento di qualsivoglia progetto rieducativo impedendo il corretto reinserimento del detenuto nel tessuto sociale, così come previsto nel dettato costituzionale;

non avendo il Ministro interrogato ancora proceduto all'assunzione di ulteriori unità degli educatori, limitandosi a rimandare la questione ad un futuro confronto in merito con i Ministri Tremonti e Brunetta, sarebbe auspicabile ed urgente un rapido avvio della procedura di assunzione di educatori, almeno per completare la già esigua pianta organica, ulteriormente ridotta di circa 400 unità dal decreto legislativo n. 150 del 2009

se non ritenga opportuno procedere celermente all'assunzione di educatori attingendo dalla vigente graduatoria degli idonei risultante dal concorso pubblico a 397 posti di cui in premessa, al contempo prorogando la validità della stessa per almeno un quinquennio, al fine di permetterne lo scorrimento graduale per compensare il turn-over pensionistico, evitando l'indizione di nuovi concorsi che comporterebbe ulteriori oneri finanziari.

(5-02550)


Risposta all'interrogazione di Donatella Ferranti:dal 2011 assunzioni degli idonei educatori concorso,il comitato vigilera'.

Nel rispondere agli On. interroganti ritengo opportuno segnalare che il concorso pubblico per esami a 397 posti nel profilo di "Educatore", Area C, posizione economica C1, dell'Amministrazione Penitenziaria, è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 30 del 16.4.2004 - IV serie speciale e si è concluso in data 9 luglio 2008.La graduatoria definitiva, immediatamente dopo l'approvazione del Direttore Generale con provvedimento dell'11 luglio 2008, è stata trasmessa all'Ufficio centrale per il bilancio per l'apposizione del visto di controllo.Nell'anno 2009, in ragione dell'entità dei fondi stanziati ai sensi dell'articolo 1, comma 346, della Legge 24.12.2007 n. 244, è stato possibile procedere all'assunzione dei primi 103 vincitori del predetto concorso a 397 posti.Quanto alle restanti 294 unità, la competente Direzione Generale di questa amministrazione ha già programmato il relativo piano di assunzione ricorrendo, per la copertura degli originari 397 posti a concorso, allo scorrimento della graduatoria, ai sensi dell'art. 15, co. 7, DPR n. 487/99 e successive integrazioni e modificazioni.I nuovi educatori - alcuni dei quali individuati tra i candidati idonei, ma non vincitori del concorso, attese le 12 defezioni intervenute per rinunce, mancate stipule del contratto o dimissioni da parte degli aventi diritto - hanno infatti già scelto la sede di destinazione e, entro aprile del corrente anno, saranno formalmente assunti con firma del relativo contratto.Per quanto riguarda, invece, l'auspicata possibilità di procedere ad un ulteriore scorrimento della graduatoria oltre il numero dei posti originariamente messi a concorso, mi corre l'obbligo di segnalare che tale eventualità non rientra tra le ipotesi di cui all'art. 15, co. 7, del DPR n. 487/1994 e che pertanto, limitatamente all'anno in corso, non può essere attuata per mancato stanziamento dei fondi occorrenti.I fondi disponibili, infatti, sono stati impegnati sia per l'assunzione dei vincitori del suddetto concorso per educatori, sia per l'assunzione degli idonei al concorso a 110 posti di contabile, a copertura dei posti previsti dal relativo bando ed in ragione delle gravi carenze riscontrate anche nell'area contabile.Dato atto di quanto sopra e, premesso che la validità delle graduatorie è indicata in tre anni dalla data della pubblicazione nei Bollettini ufficiali, faccio presente che, nel caso di specie, la validità della graduatoria del concorso a 397 posti è fissata al 31 maggio 2012 e che, pertanto, a partire dal prossimo anno, in presenza delle risorse economiche necessarie, potranno esservi le condizioni per procedere ad uno scorrimento della graduatoria, anche oltre il numero dei posti pubblicati.




24 febbraio 2010:

ordine del giorno su non riduzione organico educatori di Roberto Rao

La Camera,

premesso che

il provvedimento in esame prevede, all'esito del processo di riorganizzazione di cui all'articolo 74, del decreto legge n. 112 del 2008, un'ulteriore riduzione degli assetti organizzativi delle amministrazioni pubbliche ai fini del contenimento della spesa pubblica;

il comma 8-quinquies dell'articolo 2 individua le amministrazioni che non sono interessate dalle riduzioni descritte, tra cui il Corpo di Polizia Penitenziaria;


nonostante le difficoltà operative, la scarsezza di mezzi e personale risulta, inopinatamente escluso da tale previsione il personale civile del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di adottare ulteriori iniziative normative volte ad includere tra il personale delle amministrazioni non interessate dalla riorganizzazione delle piante organiche non solo quello di polizia penitenziaria ma anche quello civile del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria, con particolare riferimento alle figure degli educatori, degli assistenti sociali e degli psicologi, anche in vista dell'avvio del Piano carceri che necessiterà di adeguate risorse umane e professionali. 9/3210/41. Rao, Ria
.


Accolto come raccomandazione.




19 Febbraio 2010:

ordine del giorno su assunzione educatori di Donatella Ferranti e PD


La Camera,

premesso che:

l'articolo 17-ter stabilisce che, per l'attuazione del cosiddetto «Piano carceri» si conferiscono pieni poteri al Commissario straordinario che, per individuare la localizzazione delle aree destinate alla realizzazione di nuove infrastrutture carcerarie, d'intesa con il Presidente della regione territorialmente competente e sentiti i sindaci dei comuni interessati, potrà agire in deroga alla normativa urbanistica vigente, velocizzando procedure e semplificando le gare di appalto, utilizzando il modello adottato per il dopo terremoto a L'Aquila, derogando anche all'obbligo previsto dalla legge 7 agosto 1990, n. 241, volto a consentire agli interessati, proprietari delle aree che si intendono espropriare, la necessaria partecipazione al procedimento amministrativo;

la localizzazione costituisce di per sé variante e produce l'effetto di imporre il vincolo preordinato all'espropriazione e contro di essa non sarà possibile ricorrere al giudice amministrativo e si introduce anche una deroga al limite dei subappalti, che potranno aumentare dall'attuale 30 per cento fino al 50 per cento, in deroga all'articolo 118 del codice dei contratti pubblici; in sostanza, si affidano pieni poteri al Commissario straordinario, che potrà avvalersi anche del Dipartimento per la protezione civile per le attività di progettazione, scelta del contraente, direzioni lavori e vigilanza degli interventi strutturali ed infrastrutturali, in deroga ai criteri di trasparenza e pubblicità e in palese contraddizione con la mozione Franceschini ed altri n. 1-00302 (approvata sostanzialmente all'unanimità alla Camera il 12 gennaio di quest'anno e accettata dal Governo) che impegnava chiaramente il Governo a garantire, nell'ambito dei progetti della nuova edilizia penitenziaria, i criteri di trasparenza delle procedure e l'economicità delle opere evitando il ricorso a procedure straordinarie, anche se legislativamente previste,

impegna il Governo

a verificare l'adeguatezza, in proporzione alla popolazione carceraria, delle piante organiche riferite non solo al personale di polizia penitenziaria ma anche alle figure degli educatori, degli assistenti sociali e degli psicologi, avviando un nuovo piano programmato di assunzioni che vada oltre il turn-over dovuto ai pensionamenti previsto dalla legge finanziaria per il 2010 e che garantisca le risorse umane e professionali necessarie all'attivazione delle nuove strutture penitenziarie, anche distribuendo meglio il personale sul territorio, concentrandolo nei compiti di istituto, sottraendolo ai servizi estranei, consentendogli un adeguato, costante ed effettivo aggiornamento professionale.

9/3196/13.
Donatella Ferranti.



Il comitato vincitori idonei concorso educatori dap in sostegno di Rita Bernadini

Educatori penitenziari sostengono la protesta di Rita Bernardini e Irene TestaRistretti Comitato vincitori e idonei del concorso per educatori condivide e sostiene l’iniziativa non violenta intrapresa da Irene Testa e Rita Bernardini.Il Comitato vincitori e idonei del concorso per educatori condivide e sostiene l’iniziativa non violenta intrapresa da Irene Testa e Rita Bernardini, impegnate in uno sciopero della fame perrichiedere l’esecuzione immediata di quanto proposto nelle cinque Mozioni parlamentari,unanimemente approvate nei giorni 11 e 12 gennaio 2010, riguardanti la situazione del sistema carcerario italiano.Giova ricordare che in quella occasione lo stesso Ministro Alfano assumeva precisi impegni ed affermava che vi avrebbe dato celere e certa attuazione sancendo l’inizio di un nuovo percorso,iniziato con la dichiarazione di Emergenza di tutto il sistema penitenziario alla quale ci si aspettava sarebbe seguita la predisposizione nel Piano Carceri di tutti quegli atti necessari ad ottemperare a quanto detto nelle citate Mozioni per poter, nei tempi strettamente necessari, affrontareconcretamente e efficacemente l´ormai ingestibile situazione creatasi nei nostri istituti penitenziari.Tuttavia, da un’iniziale analisi condotta sui primissimi elementi costitutivi e organizzativi del Piano Carceri emerge solo una particolare attenzione all’aspetto strutturale e custodiale, non prevedendo,invece, alcun intervento per incrementare e favorire la fondamentale componente rieducativa, vero obiettivo dell’esperienza carceraria.Questo Comitato ed altri illustri interlocutori del mondo penitenziario, continuano, infatti, a chiedere a gran voce che vengano assunti più educatori, affinché l’ingresso nelle nostre carceri non si limiti ad un forzato ozio, ma divenga precipuo momento di riflessione e riprogettazione del sé.Ad oggi, però, in merito alla questione degli educatori, alcuna volontà specifica è stata espressa dal Ministro, nonostante, le nostre carceri continuino quotidianamente ad affollarsi a causa dei numerosi nuovi ingressi, ma anche per la spaventosa carenza di educatori che, secondo quanto stabilito dalle vigenti leggi, rappresentano i coordinatori e i realizzatori materiali dei percorsirieducativi, nonché quelle figure professionali atte a garantire, nei giusti modi e nei tempi,l’espletamento, dell’intero iter necessario all’accesso alle misure alternative alla detenzione di quei detenuti che ne avrebbero i requisiti, ma che continuano a restare in carcere a causa dello sparuto numero di educatori attualmente in servizio a fronte di una popolazione di 66.000 persone carcerate.Pertanto, ci uniamo all´Onorevole Bernardini e a Irene Testa per chiedere l´immediata esecuzione delle citate mozioni e auspichiamo che il Ministro Alfano ne predisponga repentinamente l’avvio.Il Comitato, altresì, ad ausilio dell’iniziativa intrapresa da Rita Bernardini e da Irene Testa,promuove una “catena di informazione solidale” impegnandosi a diffondere la conoscenza di tale protesta non violenta tramite l’invio di questo comunicato non solo a tutti gli organi di informazione, ma anche ai propri conoscenti invitandoli a fare altrettanto.Il Comitato vincitori e idonei concorso educatori.


Donatella Ferranti,PD:da Ionta, un primo segnale l'immediata assunzione dei tanti educatori.

CARCERI: PD, VOGLIAMO VEDERCI CHIARO. AUDIZIONE ALLA CAMERA DI IONTA



Roma, 13 gen



''Lo vogliamo esaminare puntigliosamente ed e' per questo che gia' domani chiederemo al presidente della commissione Giustizia, Giulia Bongiorno di attivarsi per prevedere al piu' presto l'audizione del capo del Dap, dott. Franco Ionta''. Cosi' la capogruppo del Pd nella commissione Giustizia della Camera, Donatella Ferranti, commenta l'approvazione del piano carceri da parte del Cdm di oggi. ''I primi dati forniti dal ministro Alfano - sottolinea - non ci convincono fino in fondo: se infatti le carceri italiane possono ''tollerare' sino a circa 64.237 detenuti, da regolamento non potrebbero ospitarne piu' di 43.087. Il grado di sovraffollamento e' elevatissimo, siamo ampiamente fuori quota, e per arrivare ad 80.000 posti, i 21.749 annunciati oggi dal ministro Alfano sembrano insufficienti. E poi - prosegue - non basta costruire muri, occorre riempirli di personale numericamente e professionalmente adeguato: dalla polizia penitenzieria, agli psicologi, agli educatori e agli altri esperti. Di tutto questo ancora non c'e' traccia, ma aspettiamo di conoscere nel merito dal dott. Ionta le cifre esatte, certo - conclude - che un primo segnale potrebbe essere l'immediata assunzione dei tanti educatori e psicologi del concorso''.

Assunzione degli educatori primo impegno del governo

Il Comitato vincitori e idonei del concorso per educatori penitenziari esprime piena soddisfazione per l’approvazione delle cinque mozioni sul problema carcerario discusse ed accolte nei giorni 11 e 12 gennaio 2010 dal nostro Parlamento. Per la prima volta il Governo, rappresentato dal Ministro Alfano, ha preso consapevolezza della grave emergenza del sovraffollamento degli istituti di pena e, fra le altre fondamentali proposte presentate, si è impegnato:- a procedere all’assunzione immediata dei restanti educatori penitenziari previsti dalla pianta organica, da attingersi dagli idonei della vigente e menzionata graduatoria risultata dal concorso bandito per tale profilo professionale, affinché anche costoro possano partecipare ai previsti corsi di formazione che il dipartimento dell’amministrazione penitenziaria deve attivare per questi operatori prima dell’ingresso nelle carceri a cui sono destinati, onde evitare sprechi di danaro per doverli riattivare in seguito;- a prorogare di almeno un quinquennio la validità della graduatoria di merito del concorso citato in premessa, in linea con gli orientamenti del Ministro per la pubblica amministrazione e l’innovazione nonché con le disposizioni in materia di razionalizzazione delle spese pubbliche in vigore - per permetterne un graduale scorrimento parimenti all’avvicendarsi dei fisiologici turn-over pensionistici, al fine di evitare l’indizione di nuovi concorsi per il medesimo profilo che comporterebbero inutili oneri pubblici;- ad assumere iniziative per lo stanziamento di fondi necessari per completare l’organico di educatori previsti dalla pianta organica attualmente vigente presso il dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, considerato che lo sforzo economico da sostenere è annualmente molto esiguo, ma necessario per far funzionare meglio ed in modo più umano una branca importantissima del nostro sistema giustizia che non può più attendere;- a procedere all’alienazione di immobili ad uso penitenziario siti nei centri storici e alla costruzione di nuovi e moderni istituti penitenziari in altro sito;Esprimiamo, quindi, pieno compiacimento per l’importantissimo risultato raggiunto dall’On. Di Stanislao dell’Idv, il quale nella Sua circostanziata e approfondita mozione, ha dimostrato ancora una volta la Sua grande disponibilità e sensibilità verso tali problematiche, sapendo cogliere e far emergere sapientemente le necessità di questo delicato settore della nostra giustizia. Ringraziamo, inoltre, gli onorevoli Bernardini, Rao, Ferranti, Melis, Tidei, Vitali, Balzelli, Donadi, Paladini, Franceschini e tutti coloro che hanno appoggiato con voto favorevole le Loro mozioni, poiché di fronte a queste battaglie di umanità hanno saputo permeare il Loro impegno politico di quell’umanità e di quell’alto senso civico che rende capaci di abbandonare i colori politici e di volgere verso una proficua unità di intenti.Il Comitato vincitori e idonei del concorso per educatori penitenziari, intanto, continuerà a vigilare affinché tali doveri vengano rispettati e proseguirà nel suo lavoro di diffusione della necessità dell’intervento rieducativo e quindi sulla centralità della presenza degli educatori, ovvero di quella figura professionale che rappresenta il vero catalizzatore ed esecutore materiale del percorso rieducativo di un detenuto, percorso che rappresenta l’unica vera speranza di un sano reinserimento sociale di chi vive l’esperienza delle sbarre e che rappresenta uno dei più validi strumenti atti ad evitare quegli stati di inerzia, apatia, depressione, frustrazione, ansia, inadeguatezza che troppo spesso percorrono prepotentemente i corridoi lungo i quali si snodano le fila di quelle celle all’interno delle quali si consumano, quotidianamente, suicidi, abusi, violenze. Auspichiamo, quindi, che il Governo predisponga celermente tutti gli atti necessari ad ottemperare quanto detto e che questa stessa volontà continui ad animarne tutti i passaggi ad essi necessari, per poter, nei tempi strettamente necessari, cominciare ad affrontare concretamente e efficacemente l’ormai ingestibile emergenza creatasi.

Il Comitato vincitori e idonei del concorso per educatori penitenziari

venerdì 29 gennaio 2010

Carceri: Favi, “Il piano del Governo sono solo parole” senza assunzione di educatori e assistenti sociali.giustizia,politici,governo,Rita Bernardini,

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Carceri: Favi, “Il piano del Governo sono solo parole”

“Il Piano Carceri del Ministro Alfano e del neo-Commissario delegato per l’emergenza penitenziaria Franco Ionta, illustrato ieri ai sindacati della polizia penitenziaria, si conferma all’insegna della confusione e dell’ambiguità.

Gli stanziamenti previsti dalla Legge finanziaria (500 milioni di euro), sono stati messi a disposizione del Fondo infrastrutture del Ministro Matteoli, che ne dispone però solo dietro delibera del CIPE diretto dal Ministero dell’Economia, mentre il braccio operativo sarà la costituenda Protezione Civile S.p.A., alle dipendenze della Presidenza del Consiglio dei Ministri”.

Lo dichiara Sandro Favi Responsabile Carceri del PD.

“La nuova società per azioni prevista col decreto legge del 30 dicembre 2009, n. 195, per entrare in funzione (approvazione dello statuto; nomina degli organi societari e di controllo; strutturazione degli uffici tecnici, deliberazioni degli indirizzi operativi) richiederà tempi che rischiano di superare il termine dello stato di emergenza del sistema penitenziario fissato al 31 dicembre 2010. Inoltre, gli emendamenti presentati al Senato dal Governo che prevedono la localizzazione le aree dei nuovi istituti penitenziari, costituiscono una grave violazione dell’autonomia dei comuni e della programmazione urbanistica dei territori; così come le previste espropriazioni sono destinate a determinare interminabili contenziosi con i proprietari dei suoli individuati. Inaccettabile è la proposta che prevede la possibilità di subappaltare i lavori per una quota prevalente fino al 50 per cento del valore dell’opera.

Riuscirà Ionta a far valere le sue funzioni di commissario per l’emergenza nel ginepraio di competenze e di burocrazie che si sta producendo con l’insensata decretazione del Governo? Massima è l’incertezza sulle annunciate assunzioni di 2.000agenti, aldilà del ricambio previsto in legge finanziaria per quelli che lasceranno il servizio nei prossimi anni e comunque 1.800 unità in tre anni di cui solo 350 nel 2010.

Nessun intervento, invece, per l’assunzione delle professionalità indispensabili a supportare le drammatiche condizioni della popolazione detenuta e per il potenziamento delle misure alternative al carcere (psicologi, educatori ed assistenti sociali).

Nessun ripensamento sui pesanti tagli finanziari al sistema penitenziario che si pretende di espandere per una popolazione di 80 mila detenuti, quando già ora la spesa corrente produce decine di milioni di debiti.

Le assicurazioni del Ministro Alfano sull’uso dei poteri di ordinanza per l’affidamento degli appalti per la trasparenza del Piano carceri, vengono contraddette da questi primi atti.

Come abbiamo denunciato più volte –conclude Favi- finora solo parole che non sono di pietra, ma appaiono scritte sull’acqua”.

carcere,Ionta:ora ai poliziotti penitenziari si chiede anche di surrogare le funzioni di psicologo e di educatore! VergoGna! giustizia,politici.dap,

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Comunicato Stampa di Francesco Quinti
Responsabile nazionale comparto sicurezza

Fp-Cgil Polizia Penitenziaria, continua lo stato di agitazione:
alla beffa dell’innalzamento dell’orario di lavoro dei poliziotti disposta dal DAP ora si aggiungono ulteriori competenze professionali non previste.


Non bastava la gravissima carenza di personale, non bastavano i massacranti turni di lavoro imposti senza soluzione di continuità ai poliziotti nei 206 istituti e servizi penitenziari del Paese, così come evidentemente non bastava innalzare l’orario di lavoro da 36 a 42 ore settimanali contro le norme vigenti: no, ora ai poliziotti penitenziari si chiede anche di surrogare le funzioni di psicologo, di educatore, medico e chi sa cos’altro ancora!

Una cura, quella singolare individuata e resa pubblica dal capo del Dap con la circolare che istituisce le “unità di ascolto” di Polizia Penitenziaria, che dovrebbe rispondere all’emergenza suicidi in carcere e alle malattie del sistema, ma che invece oltre ad attribuire ulteriori responsabilità ai poliziotti penitenziari finirà per garantire un alibi al governo e all’amministrazione penitenziaria.

Tra dichiarazioni di stato di emergenza, piani carcere e misure di intervento che non risolvono la drammatica condizione di un sistema penitenziario ormai alla deriva, la realtà ci consegna il fallimento della politica e di una amministrazione che si è fin qui dimostrata incapace di fronteggiare con coraggio l’emergenza carcere e del mondo del lavoro, che nonostante tutto continua ad operare con grande senso di responsabilità.

Piuttosto che inseguire chimere e lanciarsi in annunci confusi, il governo e l’amministrazione penitenziaria si diano davvero da fare per garantire oggi, non fra quattro anni, la copertura degli organici della Polizia Penitenziaria e l’assunzione delle professionalità qualificate ed indispensabili a garantire la mission del sistema(educatori e psicologi).



Roma, 29 Gennaio 2010

giovedì 28 gennaio 2010

Carcere Possibile onlus:Il rapporto detenuto-educatore è oggi di 1 a 1.000, ma il ministro pensa soload assumere agenti. carcere.politici,giustizia

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Giustizia: Carcere Possibile onlus per l'Anno giudiziario 2010



Comunicato Stampa, 28 gennaio 2010



La cerimonia d’inaugurazione dell’Anno Giudiziario costituisce l’occasione più importante per un dibattito pubblico sulla situazione dell’amministrazione della Giustizia. La manifestazione ufficiale si terrà a Roma il 29 gennaio, mentre il giorno precedente, a L’Aquila, è prevista l’"inaugurazione" dei Penalisti Italiani, organizzata, dall’Unione Camere Penali, simbolicamente nella città abruzzese colpita dal terremoto, per segnalare l’esigenza immediata di una "ricostruzione della Giustizia". Il 30 gennaio, in tutte le altre Corti di Appello i rispettivi Presidenti terranno la relazione sull’attività svolta nel distretto di competenza.

In queste sedi, "Il Carcere Possibile Onlus" avverte la necessità di denunciare, tra i numerosi problemi che affliggono la Giustizia Italiana, le gravissime condizioni in cui versano la maggior parte degli Istituti di Pena, che hanno indotto il Consiglio dei Ministri a dichiarare lo "stato di emergenza" per tutto il 2010 ed il Presidente della Repubblica ad affermare, nel discorso di fine anno: "…..penso ai detenuti, in carceri terribilmente sovraffollate, nelle quali non si vive decentemente, si è esposti ad abusi e rischi e, di certo, non ci si rieduca"

Tali affermazioni - finalmente ufficiali - rendono superfluo approfondire circostanze come il sovraffollamento non più sopportabile, come l’assoluta inadempienza rispetto al principio costituzionale della finalità rieducativa della pena, che non può più rappresentare una priorità innanzi al problema principale che è quello delle condizioni igienico-sanitarie e di salute dei detenuti e dei rapporti con le famiglie fortemente penalizzati, ma è utile citare un solo dato, quello sulle morti in carcere, che dall’inizio dell’anno al 20 gennaio è il seguente: 20 morti, un morto al giorno. Di questi, 7 suicidi, 1 ogni 3 giorni, oltre a numerosissimi tentativi. È l’indice palese del disagio, della dipartita finale. Togliersi la vita diventa l’obiettivo di persone private non solo della libertà, ma della dignità.

Gli interventi da realizzare dovranno, dunque, essere concreti, indifferibili e dovranno costituire effettivamente una priorità del Governo.

Il Ministro della Giustizia, nel rendere pubblica la dichiarazione di "stato di emergenza" ha sottolineato: "Quella che ci accingiamo a compiere è una missione che non ha precedenti nella storia della Repubblica, perché per la prima volta si vuole risolvere il problema del sovraffollamento carcerario senza dover ricorrere all’ennesima amnistia o a provvedimenti d’indulto, ma volendo dare dignità a chi, comunque, deve scontare una pena detentiva" (Dal sito del Ministero della Giustizia).

Quanto annunciato dal Governo prevede 4 punti essenziali: 1) Edilizia Penitenziaria; 2) Detenzione domiciliare per chi deve scontare solo un anno di pena residua; 3) Messa alla prova delle persone imputabili fino a tre anni; 4) Assunzione di 2.000 nuovi agenti.

Per quanto riguarda l’Edilizia Penitenziaria - già da tempo annunciata con il c.d. "Piano Carceri" per il quale non vi sono le risorse economiche - va subito detto che sono ben 40 gli Istituti Penitenziari già costruiti, ma inutilizzati. Edifici nuovi, mai aperti, la maggior parte dei quali in completo stato d’abbandono. Alcuni esempi: a Gela, in Sicilia, il carcere è stato progettato nel 1959; i lavori sono iniziati nel 1982, sono durati 25 anni, ma non è ancora operativo. A Morcone, in Campania, l’Istituto è stato completato nel 1995 e non è stato mai utilizzato perché ritenuto antieconomico per l’Amministrazione Penitenziaria, si pensa ad una nuova destinazione. A Busachi, in Sardegna, il carcere è costato 5 miliardi di lire e non è mai andato in funzione. A Castelnuovo della Daunia, in Puglia, l’Istituto è arredato, inutilmente, da 15 anni. A Cropani, in Calabria, abita il solo custode. A Pescara, il Penitenziario di San Valentino, pronto da 15 anni, non è stato mai collaudato. Pronti e mai collaudati anche gli Istituti di Licata in Sicilia e quello di Codigoro (Ferrara). Dopo 17 anni dall’inizio dei lavori, attende di essere completato l’Istituto di Revere (Mantova), costato fino ad ora 5 miliardi di lire.

In tutta Italia, dunque, vi sono già edifici da utilizzare, non aperti per mancanza di risorse finanziarie destinate allo scopo. L’annuncio del Ministro di investimenti per nuove strutture dovrebbe essere finalizzato alla costruzione di edifici moderni, per sostituire quelli esistenti, ormai fatiscenti (l’80% è stato costruito più di 100 anni fa). Va altresì ribadito che il "sovraffollamento" non si risolve aumentando i "posti-letto".

La "detenzione domiciliare" e la "messa alla prova" potrebbero essere funzionali alla risoluzione, in parte, del problema, ma è evidente che troverebbero un’applicazione limitata, affidata alla discrezionalità dei Magistrati ed all’effettiva concreta applicazione del beneficio.

L’assunzione di altri agenti penitenziari, se realizzata, sarebbe funzionale a rasserenare il clima all’interno degli Istituti, consentendo turni di lavoro nella normalità. Non si comprende, però, perché non è stato fatto alcun cenno alla necessità di assumere altri educatori - vi sono vincitori di concorso in attesa da anni - psicologi ed operatori, figure essenziali nella "vita" - quella legale - in carcere. Il rapporto detenuto-educatore è oggi di 1 a 1.000. L’Avvocatura, in questa continua emergenza ha, da tempo, inutilmente indicato la strada da seguire.

Ricorso a pene alternative al carcere ed a sanzioni diverse dalla detenzione. Le statistiche hanno costantemente dimostrato che il detenuto che sconta la pena con una misura alternativa ha un tasso di recidiva bassissimo, mentre chi sconta la pena in carcere torna a delinquere, con una percentuale del 70%. Occorre convincere l’opinione pubblica che con le pene alternative si abbattono i costi della detenzione, si riduce la possibilità che il detenuto commetta nuovi reati, con aumento della sicurezza sociale. Si sconfigge il deleterio "ozio del detenuto", che invece potrebbe essere avviato a lavori socialmente utili, con diretto vantaggio per l’intera comunità. Alessandro Margara, storico Magistrato di Sorveglianza ed alcuni anni fa Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria sosteneva "Senza misure alternative recidiva ed insicurezza aumentano".

La riforma organica del processo penale. Il 60% dei detenuti sono in attesa di giudizio. Il ricorso sempre più ricorrente alla misura cautelare in carcere e la durata dei processi produce questo dato abnorme con "presunti innocenti" che scontano pene disumane. Occorrono urgentemente nuovi investimenti nel settore Giustizia, sia in tecnologie avanzate, sia aumentando l’organico degli Amministrativi che dei Magistrati, anche richiamando al "processo" quelli applicati altrove. Evitare che la misura cautelare sia la vera pena da scontare. Inoltre sarebbe opportuno che venissero razionalizzate le risorse, responsabilizzando i dirigenti degli Uffici, ai quali va impartita un’adeguata formazione.

L’effettivo valore della rilevanza penale. Nonostante l’emergenza, la politica del Governo va sempre di più verso una maggiore carcerazione, con una riduzione proporzionale della discrezionalità del Magistrato. Molte ipotesi di reato vengono inutilmente aggravate per facili consensi e sull’onda di fatti di cronaca che hanno allarmato l’opinione pubblica. Alcune fattispecie vanno poi depenalizzate, perché troverebbero nella sanzione amministrativa un corretto deterrente. Si rispettino i principi costituzionali e le norme in vigore, si inizi a ragionare su prevenzione e rieducazione. Una maggiore repressione ed una maggiore carcerizzazione non solo non migliorano la vita dei cittadini "liberi", ma non dovrebbero trovare applicazione in un Paese civile. Il dichiarato "stato di emergenza" preveda un tavolo permanente con rappresentanti dell’amministrazione giudiziaria, degli enti locali, magistrati ed avvocati che possa individuare le soluzioni da adottare.



Associazione "Il carcere possibile Onlus", Napoli

Cigl,Alfano:mi impegno a confrontarmi sulla questione con i Ministri Brunetta e Tremonti per assunzione piu' educatori" carcere,governo,politici,Ionta

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Emergenza carceri: il Ministro Alfano ed il "suo" piano carceri. Comunicato stampa di Antonio Crispi Segretario nazionale FP CGIL

Dall'incontro avuto ieri tra il Ministro della Giustizia Alfano e le organizzazioni sindacali dei lavoratori penitenziari del comparto ministeri, la FpCgil esprime forti perplessità in merito al contenuto del progetto rappresentato e assoluta insoddisfazione riguardo le risposte del Ministro alle richieste di chiarimenti riguardo le palesi contraddizioni che il piano carceri evidenzia.

Il governo ha dichiarato lo stato di emergenza delle carceri ma non dell'intero sistema carcerario tant'è vero che le soluzioni racchiuse nel cosiddetto piano carceri, così come illustrate, risultano di forte impatto mediatico, la cosiddetta arte del fare,uno dei tanti spot a cui la compagine governativa ci ha abituati !

Prioritaria, infatti, è risultata la costruzione di nuove strutture carcerarie e/o padiglioni finalizzati all'accoglimento della popolazione detenuta in continua crescita: elementare ... direbbe qualcuno, una soluzione che trova giusto spazio in quella logica!

E quindi va da sè la nomina di un commissario straordinario con poteri straordinari che affiancato al commissario della Protezione Civile spa - strumento attraverso il quale, apportando una modifica materiale alla Costituzione, la Presidenza del Consiglio si sottrae al controllo del Parlamento e della Corte dei Conti - si occupi della costruzione o ricostruzione di strutture utilizzando " procedure di urgenza", ovvero, superando i tempi previsti nella pubblica amministrazione ed in deroga ad ogni principio di trasparenza previsto per legge nel codice degli appalti.

Con procedura di urgenza si annunciano assunzioni di personale di polizia penitenziaria ... si annunciano provvedimenti legislativi in materia di esecuzione penale ... si annuncia la disponibilità delle necessarie risorse economiche delle quali 500ml di euro stanziati dalla finanziaria altri attinti laddove presenti ...60 ml di euro dal previsto Fondo Giustizia (non doveva essere utilizzato per l'amministrazione giudiziaria...?) e 100ml euro dalla Cassa delle Ammende... le cui finalità istituzionali sono state appositamente e maldestramente modificate con una norma inserita nel cd pacchetto milleproroghe del 2008 .

Annunci, troppi annunci che perdono di vista i principi dell'art.27 della Costituzione e i compiti istituzionalmente demandati alle professionalità che a ciò tendono.

Ci riferiamo, in particolare, agli operatori del trattamento - Educatori ed Assistenti sociali - professionalità centrali ed essenziali per il raggiungimento dell'obiettivo rieducativo e risocializzante della pena.

Se è vero com'è vero che di emergenza si tratta ci chiediamo e abbiamo chiesto al Ministro:

perché nella predisposizione del piano carceri è mancata una visione complessiva del contesto e delle varie componenti che lo caratterizzano?

Perché non si è escluso dal taglio delle risorse, dalla riduzione delle piante organiche, dal blocco delle assunzioni, operate dalla finanziaria e dal Ministro della funzione Pubblica, un così delicato e peculiare settore già da tempo in odore di collasso e quindi di emergenza?
"

Oggi la priorità è la costruzione di nuove strutture, poi viene da se... occuparci in seguito anche dell'altro personale" ..." mi impegno a confrontarmi sulla questione con i Ministri Brunetta e Tremonti"... questa la risposta del Ministro Alfano.

Una risposta disarmante, accampata e quanto mai prevedibile!

Una risposta che evidenzia da un lato l'incapacità del governo di possedere una visione organica del sistema paese e dall'altro ci conferma che sono a rischio le garanzie e i diritti costituzionali.

Ciò detto attendiamo, comunque, ma non in religioso silenzio l'esito dell'impegno che il Ministro si è assunto a conclusione dell'incontro.


Roma, 28 gennaio 2010

CARCERI: SCHIRRU – PD, Pronta l’ennesima interrogazione per assunzione piu' educatori. carcere,governo,angelino alfano,detenuti,politici,dap.Ionta,

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In allegato comunicato stampa dell'on Amalia Schirru. Con preghiera di diffusione.
Cordialmente,

Stefania Spiga
Ufficio Segreteria on. Schirru


Roma, 28 gennaio 2010


CARCERI: SCHIRRU – PD, Pronta l’ennesima interrogazione.


In un momento drammatico per le carceri italiane, dove ben sette sono i suicidi dall’inizio dall’anno, il Piano Carceri del Ministro Alfano e del neo-Commissario delegato per l’emergenza penitenziaria Ionta, illustrato ieri ai sindacati della polizia penitenziaria, si conferma assolutamente inadeguato, ambiguo e poco chiaro.

Regna l’incertezza sulle annunciate assunzioni di 2.000 agenti, aldilà del ricambio previsto in legge finanziaria per quelli che lasceranno il servizio nei prossimi anni e comunque 1.800 unità in tre anni di cui solo 350 nel 2010.

Non è previsto nessun intervento per l’assunzione delle professionalità indispensabili a supportare le drammatiche condizioni della popolazione detenuta e per il potenziamento delle misure alternative al carcere (psicologi, educatori ed assistenti sociali).

Nessun ripensamento sui pesanti tagli finanziari al sistema penitenziario che si pretende di espandere per una popolazione di 80 mila detenuti, quando già ora la spesa corrente produce decine di milioni di debiti.

Sembra quasi la ciliegina sulla torta la decisione del DAP di istituire un servizio di ascolto per la prevenzione dei suicidi nelle carceri, lamentando nel contempo la mancanza di psicologi, che è appunto oggetto di un interrogazione che presenterò nei prossimi giorni.

Nessuna risposta è pervenuta dal Ministro su come intenda risolvere la vertenza dei 39 psicologi vincitori di concorso, già denunciata nella mia interrogazione a risposta in Commissione 5-01200 presentata ormai un anno fa, nella seduta del 25 marzo 2009. E ancora silenzio da parte del Governo alla proposta di legge di cui sono prima firmataria (n°1970), già assegnata alla Commissione Lavoro, che intende far sì che l'assunzione dei vincitori di concorso sia garantita nel trasferimento della Medicina Penitenziaria dal Ministero della Giustizia alle ASL, salvaguardando così i diritti dei vincitori di concorso ed evitando oneri per lo Stato derivanti da altre procedure concorsuali.

Registro altrettanto silenzio da parte dell’Assessore Liori, più volte da me sollecitato per un incontro su questi temi.

L’assoluta inadeguatezza dei provvedimenti adottati finora, denotano quanto sia evanescente l’attenzione di questa maggioranza, sia nazionale che regionale, sui questi temi così importanti.”



Amalia Schirru

mercoledì 27 gennaio 2010

Giustizia: Cisl: bene piano Alfano, ma servono più assunzioni di educatori. carcere,governo,politici,detenuti,Ionta,Angelino alfano,Rita Bernadini,dap

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Giustizia: Cisl: bene piano Alfano, ma servono più assunzioni


Italpress, 27 gennaio 2010


"Bene il progetto di aumento della capienza della carceri che comporterà 20 mila posti in più, ma occorre investire anche per incrementare gli organici e la produttività del personale dell’amministrazione penitenziaria". Così il segretario nazionale della Cisl Fp Paolo Bonomo ha commentato il "piano carceri" che il ministro della Giustizia Angelino Alfano ha presentato stasera alle parti sociali.

Per Bonomo, se è "positivo il progetto di sviluppo edilizio attraverso l’ampliamento delle strutture carcerarie esistenti e la creazione di nuove strutture", restano tuttavia aperte le questioni relative al sottodimensionamento del personale in relazione al numero dei detenuti: "basta guardare al rapporto tra detenuti ed educatori, a quello tra assistenti sociali ed utenza o più in generale fra personale amministrativo e popolazione carceraria: poco più di 6 mila unità in servizio (su un organico che supera di poco i 7 mila) per circa 60 mila ospiti delle strutture di detenzione".

"Occorre provvedere da subito a nuove assunzioni - ha sottolineato Bonomo - ma anche riqualificare ed incentivare i dipendenti in servizio, ampliando le figure in organico ed incrementando il fondo per la produttività (Fua) in modo da consentire un salario accessorio vero, visto che oggi è pari a circa 300 euro medi all’anno. È evidente che in un settore strategico per la convivenza civile come quello penitenziario, non si possa parlare di incentivazione partendo da queste cifre". Da questi lavoratori - ha concluso il segretario - "dipendono infatti tutte le funzioni non immediatamente connesse alla custodia ed essenziali per il funzionamento di un moderno sistema carcerario: dal recupero al trattamento dei detenuti, dalla contabilità alla manutenzione delle strutture".

martedì 26 gennaio 2010

FEDERAZIONE CONFSAL--UNSA:il ministro chiedera' il coinvolgimento di Brunetta e Tremonti per assunzione educatori..speriamo! carcere.governo,politici

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Piano straordinario carceri,esito incontro con il Ministro Alfano

Si è tenuto nella serata odierna il preannunciato incontro avente per
oggetto il piano straordinario per le carceri .
Il Ministro del la Giustizia On.le Avv. Angelino Alfano ha aperto la
riunione rappresentando che sino ad oggi il sovraffollamento carcerario è
stato sempre risolto con amnistie e condoni . Ora, invece, il governo ha
ricercato una soluzione diversa, che duri nel tempo, da attuarsi attraverso
un programma che poggia essenzialmente su tre aree di intervento: edilizia
penitenziaria, implementazione dell'organico di polizia penitenziaria, misure
deflattive della carcerazione. Con l 'approvazione del piano e la
dichiarazione dello stato d'emergenza nei penitenziari italiani , ha
comunicato il ministro, saranno costruiti in tempi brevi nuovi padiglioni
nelle carceri . Nel contempo saranno emanati dei provvedimenti di
accompagnamento finalizzati ad ottenere, nell'arco dei prossimi tre anni , la
stabilizzazione del sistema penitenziario.
Il Segretario Nazionale Confsal Unsa Massimo Battaglia è intervenuto
rappresentando che con le norme di accompagnamento è indispensabile
prevedere la risoluzione delle problematiche del personale civile, in primis
la carenza di unità e la rivalorizzazione dello status, chiedendo, al riguardo,
un impegno politico.
Il Ministro della Giustizia, a conclusione dell ’ incontro,ha concordato
sulla necessità rappresentata da questa O.S. di affrontare la questione del
personale civile,anche con il coinvolgimento dei Ministri cointeressati
Brunetta e Tremonti .


Si trasmette la lettera consegnata dalla scrivente O.S. al Ministro
Alfano nel corso dell’incontro.

Roma, 26 Gennaio 2010



Lettera della FEDERAZIONE CONFSAL--UNSA

Coordinamento Nazionale Giustizia

All ’On.le Avv. Angelino ALFANO
Ministro della Giustizia

e, p.c.

Al Pres . Franco IONTA
Capo del Dipartimento
del l’Amministrazione Penitenziaria

Al Dott . Emilio di SOMMA
Vice Capo Vicario del D.A.P.

Signor Ministro,
innanzitutto La ringraziamo per l ’attenzione avuta, con la convocazione
odierna, su un importantissimo argomento quale i l piano straordinario del le
carceri , predisposto dal governo in relazione al la grave emergenza in atto.
La Confsal Unsa coglie questa importante occasione per evidenziare
le molteplici criticità del l’Ammini strazione peni tenziaria che limitano un
efficiente ed efficace espletamento dei compiti istituzionali e mortificano la
professionalità del personale civile penitenziario.
Ci riferiamo in primis alla insufficienza di personale, sia di quello in
servizio, sia di quello previsto dalla dotazione organica. Risulta infatti di
tutta evidenza come il sovraffollamento carcerario attuale, congiunto al
prossimo potenziamento del le st rut ture peni tenziar ie, che por terà ad
ospitare circa 80 mila detenuti, necessiti di una adeguata implementazione
di personale civile, in linea con le mozioni di diversi parlamentari ,
approvate dalla Camera dei Deputati nel la seduta n.264 del 12 c.m.
Signor Ministro, la CONFSAL UNSA Le chiede, pertanto, di
affrontare, con autorevolezza e determinazione, anche la “questione del
personale civile”, prestando particolare at tenzione ad Educatori,Assistenti
Sociali,Tecnici,Amministrativi e Contabili (e si auspica anche Psicologi )
che, pur in presenza di gravi carenze di personale, attendono
quot idianamente, con professionalità e spirito di sacrificio,
all’espletamento di una delicatissima e rischiosa funzione istituzionale, sia
all’interno che all ’esterno delle carceri ,fianco a fianco con il personale del
Corpo della polizia penitenziaria, senza avere però analoghi
riconoscimenti giuridici -economici .
La scrivente O.S. rimarca infatti le macroscopiche e non giustificabili
disparità di trattamento del personale civile rispetto al personale di polizia
penitenziaria in merito al trattamento stipendiale,pensionistico,di trasferta,
dei rimborsi rette asili nido per i figli etc.
Si evidenzia che la privatizzazione del rapporto di lavoro ha
comportato la privazione “sic et simpliciter” del riconoscimento giuridico
della peculiarità e della atipicità delle funzioni penitenziarie nonchè la
soppressione dell’indennità penitenziaria, compattando il personale
penitenziario civile con dipendenti ministeriali che svolgono funzioni
certamente non assimilabili .
La scrivente organizzazione sindacale osserva, altresì , che il lavoro
prestato dal personale civile penitenziario non è neppure riconosciuto ai
fini del la maggiorazione di 1/5 del servizio ai fini pensionistici , nonostante
sia innegabile che l ’operatore del sistema carcere è sottoposto a forme di
logoramento e stress psico-fisico, con episodi di somatizzazione del
disagio, che spesso sfociano nella nota “Burnout ’s Sindrome”.
La nostra Federazione confida per tanto in un Suo impegno volto ad
adottare iniziative idonee ad implementare le dotazioni organiche e a
valorizzare lo status del personale civile penitenziario.

Roma, 26 gennaio 2010.

venerdì 22 gennaio 2010

On. Augusto Di Stanislao:ancora interrogazione per l'assunzione degli educatori idonei concorso. carcere,governo,politici,Ionta,Angelino Alfano,Dap

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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

Al Ministro della Giustizia

Per sapere,

premesso che,

nei giorni 11 e 12 Gennaio 2010 sono state discusse in Parlamento le 5 Mozioni relative al situazione delle carceri in Italia;
la Mozione 1/00301 a prima firma dello scrivente, è stata approvata all’unanimità ed il Governo si è impegnato per tutti i punti della Mozione. Alcuni di questi riguardavano gli educatori penitenziari;
in particolare il Governo si è impegnato a: 1)a procedere all´assunzione immediata dei restanti educatori penitenziari previsti dalla pianta organica, da attingersi dagli idonei della vigente e menzionata graduatoria risultata dal concorso bandito per tale profilo professionale, affinché anche costoro possano partecipare ai previsti corsi di formazione che il Dipartimento dell´Amministrazione Penitenziaria deve attivare per questi operatori prima dell´ingresso nelle carceri a cui sono destinati, onde evitare sprechi di danaro per doverli riattivare in seguito; 2) a prorogare di almeno un quinquennio la validità della graduatoria di merito del concorso citato in premessa, in linea con gli orientamenti del Ministro per la pubblica amministrazione e l´innovazione nonché con le disposizioni in materia di razionalizzazione delle spese pubbliche in vigore - per permetterne un graduale scorrimento parimenti all´avvicendarsi dei fisiologici turn-over pensionistici, al fine di evitare l´indizione di nuovi concorsi per il medesimo profilo che comporterebbero inutili oneri pubblici; 3) ad assumere iniziative per lo stanziamento di fondi necessari per completare l´organico di educatori previsti dalla pianta organica attualmente vigente presso il Dipartimento dell´Amministrazione Penitenziaria, considerato che lo sforzo economico da sostenere è annualmente molto esiguo, ma necessario per far funzionare meglio ed in modo più umano una branca importantissima del nostro sistema giustizia che non può più attendere;
successivamente alla seduta del 12 Gennaio, seduta in cui si sono svolte le votazioni delle Mozioni, il Ministro della Giustizia, durante il Consiglio dei Ministri, ha dichiarato lo stato di emergenza per le condizioni delle carceri e ha annunciato il Piano Carceri;
in tale circostanza e nello specifico nel piano carceri il Ministro della Giustizia non ha fatto alcun cenno circa la necessaria assunzione degli educatori, così come invece si era convenuto qualche giorno innanzi con l´approvazione unanime della citata Mozione 1/00301;
sebbene il Ministro abbia dichiarato di ricorrere all’assunzione di ulteriori 2.000 agenti di polizia penitenziaria, peraltro decisamente ancora insufficienti per sopperire ai gravissimi disagi che è costretto a subire tale comparto, ha completamente dimenticato gli educatori;
solo grazie alla presenza di un adeguato numero di educatori in servizio nelle nostre carceri si potrà garantire, nei giusti modi e nei tempi, l´espletamento di tutte quelle procedure atte all´accesso alle misure alternative auspicate dal Ministro, nonché potrà essere migliorata la qualità della vita e dell´intervento risocializzativo e rieducativo dei detenuti;
è necessario ribadire l´imprescindibilità dell´assunzioni di ulteriori unità di educatori e attivarsi affinché le assunzioni di questi educatori avvengano quanto prima, viste le numerosissime e autorevolissime richieste di tali figure professionali che provengono da tutto il mondo penitenziario, politico, medico, associativo, nonché dagli stessi detenuti che vivono sulla propria pelle il quotidiano disagio dell´affollamento e della mancanza di personale educativo che li accompagni, come valido supporto, durante tutta la loro esperienza penitenziaria.
tutto l'iter per l´assunzione di questi educatori deve essere investito della medesima urgenza e celerità che si intende dare per l´assunzione dell´altrettanto necessaria figura professionale che è rappresentato dall´agente di Polizia Penitenziaria;

se il Governo intende indicare dei 600 milioni di Euro, preventivati per il Piano Carceri, una quota da destinare per l´assunzione di ulteriori unità di educatori tale da coprire almeno l´intera, anche se troppo esigua, pianta organica;

se il Governo intende procedere immediatamente con l´assunzione dei detti educatori, attingendoli dalla vigente graduatoria degli idonei del concorso bandito nella Gazzetta Ufficiale n. 30 del 16 aprile 2004.

On. Augusto Di Stanislao

giovedì 21 gennaio 2010

carcere:402 educatori in meno rispetto alla pianta organica ridotta,in realta' ne mancherebbero 800 educatori. governo,detenuti,dap,politici,Ionta,

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GIUSTIZIA INGIUSTA E TORTURA DELLA COMUNITà PENITENZIARIA

• 65.774 detenuti ammassati in celle che possono contenerne 43.220 di cui: 40.915 Italiani e 24.152 stranieri ( 8.441 europei, 11.986 africani, 1.109 asiatici e 1.301 americani)

Comunità penitenziaria

• 800-1000 nuovi ingressi al mese
• 6.261 agenti in meno di quelli previsti in pianta organica;
• 402 educatori in meno rispetto alla pianta organica• 1 solo psicologo, per poche ore lavorative a settimana, ogni 187 detenuti
• Il 50% dei detenuti è in attesa di giudizio; il 30% di loro sarà riconosciuto “innocente”
• la metà degli imputati che fa ingresso in carcere, vi rimane per non più di 10 giorni; il 35% esce dopo 48 ore
• 72 detenuti suicidatisi nel 2009 (numero più alto mai raggiunto)
Suicidi in carcere
• 6 suicidi dall'inizio del 2010
• Nel nostro paese il suicidio tra i detenuti ha una frequenza 20 volte maggiore rispetto a quella nella cittadinanza italiana
• In Romania, ci sono 40mila detenuti e avvengono di media 5 suicidi l'anno.
• In Polonia ci sono oltre 80mila detenuti e si registra un numero di suicidi che e' la meta' rispetto a quello dell'Italia.
• Negli Stati Uniti in 25 anni il numero dei detenuti suicidi si e' ridotto del 70%, anche grazie al lavoro di una sezione 'ad hoc' per le carceri all'interno del Dipartimento federale per la prevenzione del suicidio". Condizioni sanitarie e di vita
• il 38% dei detenuti è in condizioni di salute “mediocri”, il 37% “scadenti”, il 4% “gravi” il 27% dei detenuti è tossicodipendente
• il 15% dei detenuti soffre di depressione e altri disturbi psichiatrici solo 1 detenuto su 4 ha la possibilità di lavorare e solo 1 su 10 può partecipare a corsi professionali: tutti gli altri sono costretti a passare nell’ozio, in celle sovraffollate, dalle 18 alle 22 ore al giorno;
• moltissimi detenuti sono costretti a scontare la pena a centinaia di Km di distanza dagli affetti familiari; figli, genitori, coniugi – quasi sempre per motivi economici – riducono a poche visite annuali i rapporti con il loro congiunto recluso;
• 70 bambini sotto i tre anni sono carcerati con le loro madri;

MALAGIUSTIZIA

l’ultimo provvedimento di Amnistia risale a 20 anni fa.
• 5 milioni 425mila i procedimenti civili,
• 3 milioni 262mila quelli penali (che arrivano a 5 milioni con i procedimenti pendenti nei confronti di ignoti, ndr).
• Totale quasi 11 milioni processi pendenti
• tra la data del delitto e quella della sentenza la durata media è di 35 mesi per il primo grado del processo e di 65 mesi per il grado di appello.
• prescrizioni negli ultimi 10 anni sono più di due milioni
• 200.000 prescrizioni ogni anno
• gli anni, dal 2000 al 2004 – ben 865.073 persone hanno beneficiato della prescrizione dei reati per i quali erano state inquisite

mercoledì 20 gennaio 2010

Angelino Alfano:ministro,ci sono 40 carceri inutilizzati!emergenza?ed allora aumenti gli educatori per evitare suicidi. carcere,politici,Ionta,italia

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Carceri. La prodezza di Angelino Alfano

Il ministro parla di 500 milioni di euro da mettere in bilancio per costruire nuove carceri mentre ci sono almeno 40 istituti che non vengono utilizzati.
mercoledì 20 gennaio 2010,

di Adriano Todaro

Nel carcere di Agrigento, nella sezione femminile, ci sono a disposizione 100 posti. Quante detenute ci sono? Sei! Avete capito bene, solo sei detenute. Stanno larghe, molto larghe. Agrigento rappresenta l’altra faccia della medaglia violenta del carcere: quasi sempre carceri sovraffollate mentre ad Agrigento tanti posti liberi. Un paradosso? No. E’ la normalità ed anche la prova dell’incapacità dei nostri governanti. D’altronde Agrigento non è un caso raro. Nel nostro Paese ci sono almeno 40 carceri che sono pronti e potenziati, ma non vengono utilizzati. Eppure Angelino Alfano, il ministro (diciamo così) della Giustizia ha affermato, in Parlamento, che siamo all’ “emergenza” e che è necessario costruire nuove carceri, chiedere soldi all’Europa e mettere in bilancio 500 milioni di euro.

La sua è stata una boutade o meglio una menzogna, sapendo di mentire. Perché i soldi non ci sono e perché, è ormai accertato, ci vogliono in media 12 anni per costruire un carcere.

Agrigento è in buona compagnia. A Pinerolo c’è un carcere chiuso da dieci anni, ma è stata già individuata l’area ove costruirne uno nuovo; a Mantova il carcere è in costruzione da 17 anni; a Codigoro il carcere è pronto dal 2001, ma non viene utilizzato; a Pontremoli l’istituto femminile è pronto dal 1993 ma attualmente chiuso; ad Ancona 180 posti sono stati inaugurati nel 2005 e oggi ci sono solo 20 detenuti. E poi ancora in Abruzzo, vicino a Pescara, dove c’è un carcere pronto da 15 anni ed oggi utilizzato solo da cani, pecore e mucche; a Monopoli dove il carcere è occupato abusivamente da famiglie di sfrattati e potremmo continuare ancora per molto senza dimenticare Gela dove il carcere è stato progettato nel 1959 e terminato nel 2007.

A questo punto viene spontanea una domanda: ma se le cose stanno così, e stanno così, allora perché Alfano ha affermato quelle cose?

Intanto è stato “costretto”, finalmente, a parlare di carcere. Il 2009, come abbiamo spesso documentato da questo sito, è stato un anno orribile per le carceri italiane, soprattutto per chi in carcere ci è costretto. Sovraffollamento, suicidi, episodi di morti mai chiarite, agenti penitenziari che anch’essi si tolgono la vita o che sono stati al centro di pestaggi di detenuti, autolesionismi, mancanza di psicologi, educatori, psichiatri i quali non vengono assunti nonostante i concorsi già espletati. Ma Angelino era restìo a parlare di questi problemi, preso com’è a cercare di salvare il suo principale dai processi pendenti. L’ha costretto a parlare di carcere l’onorevole Rita Bernardini dopo 16 giorni di sciopero della fame.

Sì perché in questo Paese, patria del diritto, una parlamentare è stata costretta a fare lo sciopero della fame per fare entrare, come si usa dire oggi, nell’agenda del governo il problema carceri. E così il prode Angelino ha parlato di carcere e per tacitare i benpensanti preoccupati dalla “sicurezza percepita”, ha buttato lì la decisione di costruire nuove carceri.

In realtà se ne parla da anni con proposte anche surreali come quella di fare le carceri galleggianti su alcune navi ferme nei porti. Ma, soprattutto l’idea era quella di appaltare le carceri ai privati. E non è un caso che solo qualche settimana or sono, anche il Giornale di famiglia si è occupato di carcere in particolare quello di San Vittore posto in una zona centrale di Milano, un’area molto appetibile per costruire, invece del carcere, magari un grande ipermercato o tanti appartamenti in previsione di Expo 2015. E San Vittore? Mandarlo via, costruire un nuovo San Vittore lontano dalla città, in mezzo alla brughiera così non lo vede nessuno. Un po’ del tipo “lontano dagli occhi, lontano dal cuore” e peggio per i parenti dei detenuti se non avranno i mezzi di comunicazione per far visita ai loro cari.

Ma per tornare alla proposta di Alfano c’è da sottolineare che il ministro non si rende neppure conto della corbelleria che dice. In pratica si afferma che le nuove carceri porteranno a 80 mila nuovi posti-letto. E lo dice con tranquillità, quasi in modo ridanciano, come se fosse una cosa normale. Significa che nella testa di questi governanti c’è l’idea che non bisogna lavorare per far diminuire le persone che vanno in carcere, ma quella di aumentare i detenuti.

Ma anche qua il ministro dice una menzogna. Già oggi ne entrano in carcere, ogni mese, circa 1.000 persone. Facciamo pure un conteggio per difetto e consideriamo che ne entrino “solo” 800 ogni mese. Se per fare un carcere ci vogliono in media 12 anni, quindi 144 mesi, ebbene i posti disponibili dovrebbero essere 115.200 e non 80 mila senza dimenticare che un carcere da 200 posti-letto costa oggi, in media, 20 milioni di euro.

E’ stupefacente come i politici dicano certe cose e come le televisioni non spieghino certe cose. Ci sono poi, nell’affermazione di Alfano, altri due punti che vale la pena sottolineare. Il ministro parla di assumere 2.000 nuovi agenti di polizia penitenziaria e di “stato di emergenza”. Nelle carceri ci sono 42.268 poliziotti in organico, ma sono solo sulla carta. In realtà lavorano nelle carceri solo 16 mila. Gli altri? Sparsi in giro a fare altro visto che solo al Dap (Dipartimento amministrazione penitenziaria) ne sono staccati ben 1.600. Invece di nuovi poliziotti è necessario utilizzare meglio quelli che già ci sono e, soprattutto, assumere educatori, assistenti sociali ed altro personale specializzato. Per quanto riguarda lo “stato di emergenza” ecco che i privati rientrano in gioco. Se il governo darà al capo del Dap e commissario straordinario per l’edilizia carceraria, Franco Ionta, la possibilità di decidere la costruzione di nuove carceri senza “lungaggini burocratiche” e gare di appalto, ci aspettiamo un nuovo assalto alla diligenza e i privati troveranno un altro settore per speculare. Le “carceri d’oro” non sono retaggio del passato. Sono qui, a portata di mano. La torta è grossa e, come si sa, nel piatto ricco, ci si ficca volentieri.

Noi continuiamo a ripetere, e non ci stancheremo di farlo, che la soluzione per il sovraffollamento delle carceri è a portata di mano e non costa nulla. E’ necessario ampliare, e non diminuire come ha fatto il governo, le misure che rappresentano un’alternativa al carcere. Se nel 2006 c’erano più di 23 mila persone che utilizzavano queste misure, oggi sono solo 7.737. Nelle carceri italiane ci sono circa 20 mila persone che hanno pene sotto i tre anni e che potrebbero accedere ai benefici. E invece no, li teniamo in galera, li facciamo vivere in otto in una cella costruita per tre persone, li facciamo suicidare piuttosto che applicare norme di buon senso. Quando si parla di carcere, di sicurezza, di paura non bisognerebbe mai dimenticare che la recidiva è del 68% per coloro che hanno scontato tutta la pena in cella e del 30% per coloro che hanno potuto utilizzare qualche misura alternativa. Se veramente si ha paura e si vuole essere sicuri, allora bisognerebbe, tutti quanti, battersi per le misure alternative al carcere.

Oltre a questo come dimenticare quelle pessime, orribili, vergognose leggi degli ultimi anni, dalla Bossi-Fini all’ex Cirielli (la salva-Previti), passando, naturalmente, per la Fini-Giovanardi sulle droghe? Come si fa a dimenticare che un terzo dei detenuti è tossicodipendente e che ci sono 13 mila stranieri in carcere colpevoli soltanto di non aver ottemperato all’obbligo di espulsione?

Ma il prode Angelino queste cose non le vuole neppure ascoltare. Come gli hanno detto gli esperti marketing del partito dell’amore, bisogna fare fumo, vendere fumo. E lui, in modo coscienzioso, vende fumo per gli allocchi. L’importante è salvare il principale. D’altronde se non ci fosse stato lui, anzi Lui, quando mai Angelino avrebbe potuto diventare ministro?

martedì 19 gennaio 2010

Rita Bernardini:Alfano riferisca in Parlamento su incremento educatori e psicologi penitenziari. carcere,governo,Rita Bernardini,politici,dap,italia

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BERNARDINI, BELTRANDI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI.

- Al Ministro della giustizia.

- Per sapere

- premesso che:

secondo quanto riportato dall'osservatorio permanente sulle morti in carcere composto da Radicali italiani, associazione Antigone, associazione Il detenuto ignoto, associazione a buon diritto, Radiocarcere e Ristretti orizzonti, in data 16 gennaio 2010 il detenuto Mohamed El Aboubj si è tolto la vita nel bagno della sua cella nel carcere di San Vittore inalando gas dal fornelletto;
sulla vicenda l'avvocato del detenuto suicida, Mauro Straini, ha dichiarato quanto segue: «nel 2009 in Italia si è registrato un record di suicidi tra i reclusi, 72 casi, e in questo primo scorcio dell'anno si sono già verificati alcuni casi. Invece di discutere solo in merito alla costruzione di nuovi penitenziari bisognerebbe ripensare seriamente al senso della pena e della custodia cautelare che andrebbe applicata soltanto in casi estremi ridimensionando la facilità con la quale viene disposta oggi»;
con questo sono già 6 i suicidi registratisi nei primi 15 giorni dell'anno nelle carceri italiane (la media è di un suicidio ogni 60 ore). Prima di Mohamed El Aboubj si erano tolti la vita: Abellativ Eddine 27 anni, Massa Carrara; Attolini Giacomo 49 anni, Verona; Tammaro Antonio 28 anni, Sulmona (Aquila); Frau Celeste 62 anni, Cagliari; Ciullo Pierpaolo 39 anni, Altamura (Bari);
una tale frequenza di suicidi non si era mai stata registrata prima; per contenerla non è sufficiente un «piano carceri», anche perché gli interventi recentemente annunciati dal ministro Alfano non prevedono alcun rafforzamento dell'attività «trattamentale» verso i detenuti, quindi l'assunzione di psicologi, educatori e assistenti sociali;
il 12 gennaio 2010 la Camera dei deputati ha parzialmente approvato, su espresso parere favorevole del Governo, la mozione sulle carceri presentata dalla interrogante e sottoscritta da 93 deputati appartenenti a quasi tutte le forze politiche presenti in Parlamento;
la mozione approvata prevede, tra l'altro, la riduzione dei tempi di custodia cautelare, perlomeno per i reati meno gravi, nonché del potere della magistratura nell'applicazione delle misure cautelari personali a casi tassativamente previsti dal legislatore, previa modifica dell'articolo 280 del codice di procedura penale;
Mohamed El Aboubj era recluso in carcere in regime di custodia cautelare preventiva in quanto era stato condannato in primo grado a 6 mesi di carcere per aver partecipato alla «rivolta» avvenuta 5 mesi fa nel centro di identificazione ed espulsione (CIE) di Via Corelli (Milano);
tra un mese sarebbe stato scarcerato, probabilmente senza che arrivasse la sentenza definitiva, quindi dopo aver «scontato» in custodia cautelare una vera e propria «anticipazione della pena»" -:
di quali informazioni disponga il Ministro sui fatti riferiti in premessa e, in particolare, se non intenda avviare, nel rispetto e indipendentemente dall'inchiesta che sulla vicenda ha aperto la magistratura, un'indagine amministrativa interna volta a verificare eventuali responsabilità amministrative o disciplinari dell'amministrazione penitenziaria, anche alla luce della forte carenza di personale che limita inevitabilmente le possibilità di vigilanza sui detenuti;
se e quali urgenti iniziative di carattere normativo il Governo intenda adottare al fine di ridurre i tempi di custodia cautelare, perlomeno per i reati meno gravi, ed il conseguente potere della magistratura nell'applicazione delle misure cautelari personali a casi tassativamente previsti dal legislatore, previa modifica dell'articolo 280 del codice di procedura
penale, così come previsto dalla mozione n. 1-00288 approvata dalla Camera dei deputati il 12 gennaio 2010;
se e quali urgenti iniziative il Governo intenda adottare, sollecitare e promuovere al fine di aumentare gli organici del personale penitenziario ed amministrativo, nonché dei medici, degli infermieri, degli assistenti sociali, degli educatori e degli psicologi in servizio presso gli istituti di pena, in modo da rendere lo stesso adeguato al numero delle persone recluse, così come previsto dalla mozione n. 1-00288 approvata dalla Camera dei deputati il 12 gennaio 2010;
se non ritenga che l'alto tasso dei suicidi e dei tentati suicidi dipenda dall'elevato tasso di sovraffollamento degli istituti di pena dove attualmente sono ristretti quasi 66.000 detenuti a fronte di una capienza regolamentare di 43.000 posti;
se ritenga necessario assumere iniziative normative volte a modificare il regolamento sull'ordinamento penitenziario al fine di assicurare, attraverso una maggiore personalizzazione del trattamento, una «detenzione giusta», rispettosa del diritto alla vita e degli altri diritti fondamentali degli individui, se del caso, istituendo in ogni carcere degli appositi presidi specializzati per prevenire il rischio-suicidi e le altre emergenze legate ai disagi psicologici;
quali iniziative, più in generale, il Governo intenda assumere per contenere e ridurre l'alto tasso dei decessi per suicidio in carcere.
(4-05743)



BERNARDINI, BELTRANDI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI.

- Al Ministro della giustizia, al Ministro della salute.

- Per sapere

- premesso che:

secondo quanto riportato dalle agenzie di stampa, Eddine Abellativ Sirage, ventisettenne, si è impiccato la mattina del 13 gennaio 2010 al tubo di una doccia del reparto infermeria del carcere di Massa;
Sirage, marocchino non in regola con il permesso di soggiorno, era stato arrestato quattro giorni prima di Natale dopo un rocambolesco inseguimento per aver rubato sotto effetto di stupefacenti un'automobile;
dopo appena qualche giorno di detenzione era stato trasferito nel reparto infermeria perché «soggetto psicologicamente molto provato, debole e probabilmente devastato dall'esperienza carceraria», come confermato anche dal direttore della Casa circondariale di Massa, dottor Salvatore Iodice;
il medico di turno e l'infermiere che hanno trovato il corpo esanime hanno dichiarato di non essere tenuti a sorvegliare a vista i detenuti del reparto infermeria;
la procura della Repubblica ha comunque disposto l'autopsia sul corpo per accertare le cause del decesso;
sulla vicenda Leoluca Orlando, presidente della Commissione di inchiesta sugli errori sanitari e i disavanzi sanitari regionali, ha dichiarato quanto segue: «Con riferimento all'ennesimo, tragico suicidio avvenuto nel carcere di Massa Carrara di cui si è avuta notizia poche ore fa, ricordo che la Commissione parlamentare di inchiesta sugli errori sanitari, da me presieduta, ha convocato per il prossimo 3 febbraio il direttore del Dap, Dipartimento amministrazione penitenziaria, con la cui audizione la commissione intende dare avvio concreto all'inchiesta, che sarà seguita dai deputati Melania De Nichilo Rizzoli e Doris Lo Moro, sul sistema carcerario e sul diritto alla integrità e alla salute dei detenuti. Diritto purtroppo non garantito a sufficienza, come dimostrano i decessi causati da autolesionismo, lesioni subite da terzi o mancata assistenza che si ripetono con drammatica cadenza»;
già dal 1987 è stato istituito presso tutti gli istituti di pena un particolare servizio per i detenuti e per gli internati nuovi giunti dalla libertà consistente in un presidio psicologico da affiancare alla

prima visita medica generale ed al colloquio di primo ingresso, un servizio affidato ad esperti specializzati in psicologia o criminologia clinica che hanno un colloquio con il detenuto il giorno stesso di ingresso nell'istituto e prima dell'assegnazione alle sezioni al fine di accertare l'eventuale rischio autolesionistico o suicidiario;
nei primi quindici giorni del nuovo anno sono già cinque i detenuti che hanno deciso di farla finita: oltre al suicidio di Eddine Abellativ Sirage, il 2 gennaio, ad Altamura (Bari), si è ucciso Pierpaolo Ciullo, 39 anni; tre giorni dopo si è impiccato nel carcere Buoncammino di Cagliari, Celeste Frau, 62 anni; nel supercarcere di Sulmona è stato trovato senza vita Amato Tammaro, 28 anni, di ritorno in cella dopo un permesso premio; il 7 gennaio si è tolto la vita nel carcere di Verona Giacomo Attolini;
l'ex sottosegretario alla giustizia, Luigi Manconi, ha sottolineato che «il ministro ha annunciato l'intenzione di assumere duemila agenti di polizia penitenziaria: decisione opportuna e saggia che rischia di evidenziare ancor più la mancata assunzione, da anni e anni, di educatori e psicologi, quegli operatori, cioè, che quelli che più potrebbero risultare essenziali al fine di ridurre il numero dei suicidi. Sa il ministro che in molti istituti il tempo che gli psicologi possono dedicare a ciascun detenuto è di appena dieci minuti al mese? Mai ho detto e mai dirò che la responsabilità dell'elevato numero dei suicidi debba attribuirsi al ministro della Giustizia, ma non ho taciuto e non tacerò sul fatto che l'immobilismo delle autorità politiche e amministrative rischia di farsi complicità»;
il 12 gennaio 2010 la Camera dei deputati ha parzialmente approvato, su espresso parere favorevole del Governo, la mozione sulle carceri presentata dalla prima firmataria del presente atto e sottoscritta da 93 deputati appartenenti a quasi tutte le forze politiche presenti in Parlamento;
la mozione approvata prevede, tra l'altro, alla lettera a), la riduzione dei tempi di custodia cautelare, perlomeno per i reati meno gravi, nonché del potere della magistratura nell'applicazione delle misure cautelari personali a casi tassativamente previsti dal legislatore, previa modifica dell'articolo 280 del codice di procedura penale; e, alla lettera n), l'adeguamento degli organici del personale penitenziario ed amministrativo, nonché dei medici, degli infermieri, degli assistenti sociali, degli educatori e degli psicologi, non solo per ciò che concerne la loro consistenza numerica, ma anche per ciò che riguarda la promozione di qualificazioni professionali atte a facilitare il reinserimento sociale dei detenuti -:
di quali informazioni dispongano i Ministri sui fatti riferiti in premessa e, in particolare, se non intendano avviare, negli ambiti di rispettiva competenza e nel rispetto indipendentemente dalla inchiesta che sulla vicenda ha aperto la magistratura, un'indagine amministrativa interna volta a verificare le responsabilità amministrative o disciplinari dell'amministrazione penitenziaria ed eventualmente di quella medico-sanitaria, ciò anche alla luce della forte carenza di personale, sia infermieristico che penitenziario, che limita inevitabilmente le possibilità di cura, assistenza, vigilanza e controllo dei detenuti;
se presso la casa circondariale di Massa sia presente, attivo e funzionante il servizio «nuovi giunti»;
se e quali urgenti iniziative di carattere normativo il Governo intenda adottare al fine di ridurre i tempi di custodia cautelare, perlomeno per i reati meno gravi, ed il conseguente potere della magistratura nell'applicazione delle misure cautelari personali a casi tassativamente previsti dal legislatore, previa modifica dell'articolo 280 del codice di procedura penale, così come previsto dalla mozione n. 1-00288 approvata dalla Camera dei deputati il 12 gennaio 2010;
se e quali urgenti iniziative il Governo intenda adottare, sollecitare e
promuovere al fine di aumentare gli organici del personale penitenziario ed amministrativo, nonché dei medici, degli infermieri, degli assistenti sociali, degli educatori e degli psicologi in servizio presso gli istituti di pena, in modo da rendere lo stesso adeguato al numero delle persone recluse, così come previsto dalla mozione n. 1-00288 approvata dalla Camera dei deputati 12 gennaio 2010;
se non ritenga che l'alto tasso dei suicidi e dei tentati suicidi dipenda dall'elevato tasso di sovraffollamento degli istituti di pena dove attualmente sono ristretti quasi 66 mila detenuti a fronte di una capienza regolamentare di 43 mila posti;
se ritenga necessario assumere iniziative normative volte a modificare il regolamento sull'ordinamento penitenziario al fine di assicurare, attraverso una maggiore personalizzazione del trattamento, una «detenzione giusta», rispettosa del diritto alla vita e degli altri diritti fondamentali degli individui, se del caso, istituendo in ogni carcere degli appositi presidi specializzati per prevenire il rischio-suicidi e le altre emergenze legate ai disagi psicologici;
quali iniziative, più in generale, il Governo intenda assumere per contenere e ridurre l'alto tasso dei decessi per suicidio in carcere.
(4-05744)

lunedì 18 gennaio 2010

Paola Saraceni dell UGL al ministro Alfano: assumere educatori e psicologi nelle carceri! carcere,governo,giustizia,politici,Angelino Alfano,Ionta

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STATO DI EMERGENZA DELLA GIUSTIZIA
LETTERA APERTA AL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA
ON.LE ANGELINO ALFANO


Onorevole Signor Ministro,
con la presente vogliamo illustrarLe le linee fondamentali del nostro progetto per la
riforma della giustizia, in considerazione della attualità della materia che sappiamo essere
all’ordine del giorno all’interno della Sua agenda: vogliamo, in questo modo, apportare il
nostro contributo nell’ambito di una iniziativa di così vasta portata.
Come primo punto, vogliamo evidenziare che a nostro parere un reale progetto di
riforma della giustizia debba comprendere tutto il sistema nel suo insieme, giacché non
avrebbe senso intervenire solamente all’interno di un settore (ad esempio, quello
penitenziario) senza includere il sistema giudiziario, come meglio illustreremo più avanti.
Un primo ordine di problemi, riguarda la lentezza della giustizia: l’eccessiva durata
dei processi, che è costata e costa all’Italia un gran numero di condanne dagli organi della
UE, comporta tutta una serie di gravi conseguenze: intanto, ne esce svilita la funzione
stessa della giustizia, dacché una giustizia troppo lenta diviene una giustizia negata.
Inoltre, si verifica che i detenuti in custodia cautelare (in attesa del giudizio definitivo),
sono tanti quanti i condannati (31.187 contro 31.363 al 30/09/09).
E’quindi evidente l’esigenza di accelerare i processi, il che potrà realizzarsi, oltre che
con lo snellimento delle procedure, solamente attraverso consistenti incrementi di
personale negli uffici giudiziari, a partire dai magistrati (in molte Procure gli organici sono ridotti all’osso)e a proseguire con i cancellieri e tutti gli altri operatori giudiziari,
pesantemente sotto organico in tutta la penisola.
Per quanto riguarda il settore penitenziario, nel ricordare come sia stata superata
non solo la soglia della capienza regolamentare degli istituti di pena (43.074 posti) ma
anche quella c.d. “tollerabile” (64.111 posti) giacché alla data del 10/11/09 i ristretti erano
ben 65.355, crediamo che alcuni interventi potrebbero sanare la situazione, evitando la
costruzione di molte nuove strutture, progetto che risulta essere estremamente gravoso
dal punto di vista finanziario e richiede comunque tempi piuttosto lunghi per la sua
realizzazione.
Infatti, se si considera come (sempre alla data del 10/11/09) i detenuti stranieri
fossero ben 24.190 sul totale di 65.355 (pari al 37%, quasi tutti cittadini extracomunitari),
si comprende come la stipula di accordi con alcuni di questi Paesi (Romania, Marocco,
Nigeria, Egitto) per far scontare le condanne a questi soggetti nei loro Paesi di origine,
alleggerirebbe di molto la pressione sulle nostre strutture penitenziarie: naturalmente,
questi accordi dovrebbero essere poi regolarmente applicati, e si otterrebbe l’altro grande
vantaggio di non dover gestire il rientro di questi soggetti nel nostro circuito sociale, che è
caratterizzato molto spesso dalla recidiva e dunque dal perpetuarsi delle problematiche di
natura preventiva, repressiva, processuale e infine penitenziaria.
Un altro intervento che sicuramente contribuirebbe alla risoluzione del problema del
sovraffollamento delle carceri, peraltro in un’ottica non solo repressiva ma anche
riabilitativa, è quello che riguarda i detenuti tossicodipendenti.
Al 30/06/09, i detenuti per violazione della normativa sul controllo delle sostanze
stupefacenti, erano 26.118 su 63.630: se si escludono i detenuti per spaccio (ma si
aggiungono gli autori di altri reati connessi all’uso di sostanze stupefacenti, quali scippi,
furti, rapine,…), si evidenzia la portata e la gravità del fenomeno.
In ossequio all’articolo 89 T.U. sulle sostanze stupefacenti (L. 309/90), questi
soggetti andrebbero affidati alle comunità terapeutiche, al fine di seguire dei programmi di
riabilitazione e cura rispetto a una problematica che è di natura medica prima che penale.
In questo senso andrebbero investite risorse per potenziare queste comunità,
sicuramente inferiori a quelle necessarie per la realizzazione di nuovi istituti, col duplice
vantaggio dell’immediatezza degli interventi e della possibilità (nessuno può garantirci la certezza) di recuperare almeno una parte di questi soggetti, che sarebbero in tal modo
fuori dal circuito penale: obiettivo questo che il carcere non può realizzare.
I due interventi sopra ipotizzati, alleggerirebbero notevolmente la pressione sugli
istituti penitenziari che si troverebbero a dover gestire un numero questa volta più che
tollerabile di detenuti, con riflessi positivi sugli stessi ristretti (condizioni di migliore
vivibilità, maggiori opportunità di lavoro e di frequentare corsi professionali); ma se ne
gioverebbe anche il personale penitenziario, che si troverebbe ad operare in condizioni di
gran lunga migliori.
Al riguardo, il mancato impiego di fondi per la realizzazione di nuove strutture,
potrebbe essere utilizzato per l’assunzione di personale specializzato da destinare all’area
trattamentale (educatori, psicologi) per fronteggiare l’allarmante fenomeno dei suicidi in
carcere, di fronte al quale non si può rimanere inerti: nei primi 10 giorni del 2010 se ne
sono verificati 4.
Un altro punto essenziale, è quello relativo all’assistenza sanitaria: se si è rivelato
fallimentare il disegno di portare questa materia sotto le competenze del Ministero della
Salute, è indispensabile riassegnare queste funzioni al Ministero della Giustizia, al fine di
valorizzare e di potenziare, dove necessario, il settore della medicina penitenziaria che non
è possibile gestire dal di fuori, ignorando decenni di esperienze specifiche e peculiari che
non possono essere improvvisate.
Sono quelli evidenziati, soltanto alcuni spunti di riflessione ma che ci derivano da
una profonda conoscenza della realtà del pianeta giustizia, frutto del contributo che
migliaia di lavoratori hanno dato e continuano a dare a questa O.S. e che volentieri
mettiamo a disposizione dell’Onorevole Signor Ministro, nell’interesse, comune a tutti, di
migliorare questa nostra giustizia e, con lei, l’intero nostro amato Paese.

Distinti saluti.

Il Segretario Nazionale

Paola Saraceni

domenica 17 gennaio 2010

Piano carceri, Corleone:Un ministro irresponsabile e un dap inefficiente! carcere,governo,politici,detenuti,rita bernardini,angelino alfano,dap,Ionta

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Piano carceri, Corleone: "Amministrazione penitenziaria incapace, senza idee e segnata da una paralisi progressiva"


Il ministro della Giustizia Alfano nella conferenza stampa ieri a Palazzo Chigi per illustrare le misure per risolvere il sovraffollamento nelle carceri giunte a contenere 65.000 persone ha proclamato una missione senza precedenti. Abbandonare la via delle amnistie e degli indulti che hanno caratterizzato la storia repubblicana e concentrare le risorse per costruire nuove carceri per arrivare a contenere fino a 80.000 detenuti.

È stato confermato lo stato di emergenza delle carceri che nelle parole della modesta caricatura di Bava Beccaris si sostanzia in questo anno nella costruzione di 47 padiglioni nelle aree delle carceri esistenti. Il tandem Berlusconi-Alfano ha giustificato la via cementificatrice in nome dei principi costituzionali della concezione della pena rieducativa e del senso di umanità, per difendere cioè la dignità e la salute delle persone private della libertà. Di fronte a tanta faciloneria e pressapochismo intellettuale si rimane costernati. La vita negli hangar per ammassare corpi sarà bestiale: senza acqua, senza luce, senza cucine, senza spazi di socialità, senza educatori.

Un ministro irresponsabile e presuntuoso è davvero pericoloso. Un ministro della giustizia che non sa che l’ultimo indulto di tre anni fa è stato approvato dopo ben sedici anni di assenze di misure di clemenza e che attribuisce i numeri attuali di presenze al rientro in carcere degli "indultati" dimostra di non sapere quello di cui parla (o straparla?).

Demagogia e propaganda sono le armi per coprire le responsabilità di una Amministrazione penitenziaria incapace, senza idee e segnata da una paralisi progressiva.

Alfano non è un contabile, dovrebbe essere un ministro che si confronta con le scelte criminali del governo e della sua maggioranza. Non può far finta di non sapere che le carceri sono piene di immigrati, di tossicodipendenti e di poveri e di emarginati.

Alfano dovrebbe spalancare i suoi occhioni perennemente stupefatti sulla vergogna di una legge come la Cirielli che condanna a una sorta di ergastolo bianco i soggetti più deboli, in particolare i tossicodipendenti, colpevoli e vittime della recidiva.

Il finto buon senso che giustifica la scelta di non affrontare le ragioni del sovraffollamento con l’aumento dei posti letto fa letteralmente vomitare. Non sono poche le celle, sono troppi i detenuti che non dovrebbero entrare in carcere e soprattutto non starci. La criminalizzazione di massa mette a rischio la qualità della democrazia di un paese e l’Italia sta precipitando in un gorgo che fa strage di giustizia e di diritto.

La strada annunciata dal Governo ha dei costi enormi. 600 milioni di euro sottratti alle misure alternative e al reinserimento sociale dei detenuti per millantare un miglioramento delle condizioni di vita dei prigionieri. In realtà il carcere si conferma con la forza dei numeri previsti una orrenda discarica sociale. La promessa di allargare la detenzione domiciliare a chi deve scontare l’ultimo anno di pena e i lavori di pubblica utilità sono affidati a un disegno di legge dalla sorte incerta. Gli affari prima di tutto!

ilmanifesto.it

venerdì 15 gennaio 2010

Antigone:devono essere assunti anche medici, infermieri, educatori, assistenti sociali. carcere,governo,politici,detenuti,Ionta,giustizia,costituzione

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Giustizia: Governo e Parlamento scoprono l’emergenza carceri

di Patrizio Gonnella (Presidente Associazione Antigone)



www.linkontro.info, 15 gennaio 2010



Il Consiglio dei Ministri ha riconosciuto lo stato di emergenza per le carceri. In Consiglio dei Ministri non è stato ancora presentato un piano dettagliato. Lo stato di emergenza per ora si sostanzia in una dichiarazione di attribuzione di nuovi poteri al già commissario straordinario per l’edilizia penitenziaria, nonché capo del Dap, Franco Ionta. Il ministro Angelino Alfano ha ribadito la promessa di usare 600 milioni di euro per ottenere 21 mila nuovi posti letto.

Nulla è stato invece detto circa le misure deflattive che il giorno prima il Guardasigilli aveva preannunciato a Montecitorio, durante una sessione di lavoro dedicata al tema delle condizioni di vita durissime in carcere e del sovraffollamento. Sono oggi infatti 66 mila i detenuti contro i 43 mila posti letto regolamentari. Alla Camera pendevano varie mozioni: la prima in ordine cronologico era stata presentata dalla radicale Rita Bernardini.

A seguire hanno depositato un loro testo l’Udc - primo firmatario Vietti, l’Idv - primo firmatario Di Stanislao, il Pd, primo firmatario il capogruppo Franceschini, il Pdl - primo firmatario l’ex sottosegretario alla giustizia Vitali. Tutte le mozioni riguardavano la situazione del sistema carcerario italiano e proponevano alcune soluzioni. L’Aula ha votato in modo compatto affinché il governo assuma a breve iniziative, anche di carattere normativo, volte a riformare le norme sulla custodia cautelare, a prevedere meccanismi effettivi di tutela giurisdizionale dei diritti dei detenuti, a rafforzare il sistema delle misure alternative al carcere e l’applicazione della detenzione domiciliare.

Il governo si è anche impegnato a far rispettare il principio della territorializzazione della pena. Gli esperti del settore sostengono che dietro l’alto numero di suicidi in ambiente penitenziario vi è spesso un problema di rottura di rapporti affettivi determinati dalla lontananza del luogo di carcerazione da quello di residenza dei familiari o degli amici. Ovviamente anche questo è un effetto, seppur indiretto, del sovraffollamento che rende difficile le scelte alloggiative dell’amministrazione penitenziaria. La Camera ha votato sì agli adeguamenti degli organici di tutto il personale penitenziario. Non solo devono essere assunti nuovi poliziotti, ma anche medici, infermieri, educatori, assistenti sociali. Il tutto al fine di favorire le pratiche di reinserimento sociale dei detenuti.

Con lo stesso obiettivo è stato deciso di rivitalizzare la cosiddetta legge Smuraglia sul lavoro penitenziario; il che significa rifinanziarla per consentire la defiscalizzazione degli oneri sociali per quelle imprese che intendono assumere detenuti. In modo netto la Camera ha affermato che debba essere prevista l’esclusione dal circuito carcerario per le donne detenute insieme ai loro figli sotto i tre anni. Al momento sono circa settanta i bambini ristretti, loro malgrado, nelle carceri italiane.

Veniamo ora ai no detti dall’Assemblea di Montecitorio ad alcune parti della mozione che aveva come prima firmataria la deputata Rita Bernardini. Per una manciata di voti e con il parere contrario del governo è stata respinta la proposta di istituire una figura indipendente di controllo dei luoghi di detenzione. Il primo disegno di legge bipartisan risaliva al lontano 1998. L’iniziativa fu presa dall’allora vicepresidente del Senato Ersilia Salvato. Sono mancati otto voti. Due sono stati gli astenuti. L’Italia non ha ancora ratificato il protocollo opzionale alla Convenzione Onu sulla tortura, pur avendolo firmato per iniziativa del precedente governo Berlusconi nel 2003. La mancata ratifica si spiega anche perché il protocollo impone la creazione di un organismo di garanzia indipendente che possa monitorare carceri, stazioni di polizia, centri per immigrati.

La Francia di Sarkozy l’ha istituita un paio di anni fa. Il parlamento ha votato inoltre contro eventuali modifiche alla legge Cirielli sulla recidiva la cui applicazione costituisce una delle cause primarie del sovraffollamento. Nessuna proposta di revisione degli articoli 4 bis e 41 bis dell’ordinamento penitenziario è stata accolta. I due articoli, introdotti nel 1991 nella nostra legislazione a seguito delle stragi di mafia, prevedono preclusioni per l’accesso ai benefici penitenziari per molti reati nonché il carcere duro per i detenuti definiti più pericolosi.

Un no netto è stato detto anche alla possibilità di rivedere il sistema delle misure di sicurezza cancellando quello che i penalisti chiamano doppio binario punitivo (uno per gli imputabili, il secondo per gli incapaci di intendere e volere) nonché alla possibilità di istituire una anagrafe pubblica delle carceri al fine di renderle più trasparenti nella gestione. Infine è stata espressa contrarietà alla possibilità per i detenuti di intrattenere riservatamente rapporti sessuali con il proprio coniuge. Le altre mozioni sono state tutte approvate

giovedì 14 gennaio 2010

Assunzione degli educatori idonei concorso primo impegno del governo. carcere,governo.giustizia,politici,Ionta,rita Bernardini,Roberto Rao,detenuti,

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Assunzione degli educatori primo impegno del governo
Ristretti Orizzonti, 14 gennaio 2010


Il Comitato vincitori e idonei del concorso per educatori penitenziari esprime piena soddisfazione per l’approvazione delle cinque mozioni sul problema carcerario discusse ed accolte nei giorni 11 e 12 gennaio 2010 dal nostro Parlamento. Per la prima volta il Governo, rappresentato dal Ministro Alfano, ha preso consapevolezza della grave emergenza del sovraffollamento degli istituti di pena e, fra le altre fondamentali proposte presentate, si è impegnato:

- a procedere all’assunzione immediata dei restanti educatori penitenziari previsti dalla pianta organica, da attingersi dagli idonei della vigente e menzionata graduatoria risultata dal concorso bandito per tale profilo professionale, affinché anche costoro possano partecipare ai previsti corsi di formazione che il dipartimento dell’amministrazione penitenziaria deve attivare per questi operatori prima dell’ingresso nelle carceri a cui sono destinati, onde evitare sprechi di danaro per doverli riattivare in seguito;

- a prorogare di almeno un quinquennio la validità della graduatoria di merito del concorso citato in premessa, in linea con gli orientamenti del Ministro per la pubblica amministrazione e l’innovazione nonché con le disposizioni in materia di razionalizzazione delle spese pubbliche in vigore - per permetterne un graduale scorrimento parimenti all’avvicendarsi dei fisiologici turn-over pensionistici, al fine di evitare l’indizione di nuovi concorsi per il medesimo profilo che comporterebbero inutili oneri pubblici;

- ad assumere iniziative per lo stanziamento di fondi necessari per completare l’organico di educatori previsti dalla pianta organica attualmente vigente presso il dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, considerato che lo sforzo economico da sostenere è annualmente molto esiguo, ma necessario per far funzionare meglio ed in modo più umano una branca importantissima del nostro sistema giustizia che non può più attendere;

- a procedere all’alienazione di immobili ad uso penitenziario siti nei centri storici e alla costruzione di nuovi e moderni istituti penitenziari in altro sito;

Esprimiamo, quindi, pieno compiacimento per l’importantissimo risultato raggiunto dall’On. Di Stanislao dell’Idv, il quale nella Sua circostanziata e approfondita mozione, ha dimostrato ancora una volta la Sua grande disponibilità e sensibilità verso tali problematiche, sapendo cogliere e far emergere sapientemente le necessità di questo delicato settore della nostra giustizia. Ringraziamo, inoltre, gli onorevoli Bernardini, Rao, Ferranti, Melis, Tidei, Vitali, Balzelli, Donadi, Paladini, Franceschini e tutti coloro che hanno appoggiato con voto favorevole le Loro mozioni, poiché di fronte a queste battaglie di umanità hanno saputo permeare il Loro impegno politico di quell’umanità e di quell’alto senso civico che rende capaci di abbandonare i colori politici e di volgere verso una proficua unità di intenti.

Il Comitato vincitori e idonei del concorso per educatori penitenziari, intanto, continuerà a vigilare affinché tali doveri vengano rispettati e proseguirà nel suo lavoro di diffusione della necessità dell’intervento rieducativo e quindi sulla centralità della presenza degli educatori, ovvero di quella figura professionale che rappresenta il vero catalizzatore ed esecutore materiale del percorso rieducativo di un detenuto, percorso che rappresenta l’unica vera speranza di un sano reinserimento sociale di chi vive l’esperienza delle sbarre e che rappresenta uno dei più validi strumenti atti ad evitare quegli stati di inerzia, apatia, depressione, frustrazione, ansia, inadeguatezza che troppo spesso percorrono prepotentemente i corridoi lungo i quali si snodano le fila di quelle celle all’interno delle quali si consumano, quotidianamente, suicidi, abusi, violenze. Auspichiamo, quindi, che il Governo predisponga celermente tutti gli atti necessari ad ottemperare quanto detto e che questa stessa volontà continui ad animarne tutti i passaggi ad essi necessari, per poter, nei tempi strettamente necessari, cominciare ad affrontare concretamente e efficacemente l’ormai ingestibile emergenza creatasi.



Il Comitato vincitori e idonei del concorso per educatori penitenziari

Referente Avv. Anna Fasulo



Giustizia: Vitali (Pdl); positiva le aperture al "capitale privato"

Adnkronos, 14 gennaio 2010



"Ieri c’è stato un serio dibattito sulla drammatica situazione delle nostre carceri. Tutti i gruppi hanno presentato una mozione con la quale hanno suggerito al governo le iniziative da adottare e oggi è già arrivata la prima efficace risposta alla crisi del sistema penitenziario". Lo ha affermato l’onorevole Luigi Vitali, responsabile nazionale Pdl dell’ordinamento penitenziario, definendo poi "positiva anche l’apertura al capitale privato che si aggiungerà alle risorse pubbliche e che non significa assolutamente privatizzare le carceri".

"I documenti presentati sono stati votati pressoché all’unanimità. Oggi il Consiglio dei ministri ha varato il piano carceri ed ha dichiarato lo stato di emergenza nei penitenziari sino al 31 dicembre 2010. È questa la prima risposta concreta alla crisi in questione che consentirà di adottare iniziative a riguardo. Altre ne verranno - ha proseguito Vitali - sicuramente anche nel campo normativo con la semplificazione dei meccanismi processuali, l’introduzione dell’istituto della messa alla prova ed una massiccia depenalizzazione".

"Considero favorevole il proposito di realizzare istituti differenziati per i tossicodipendenti e gli autori di reati di non particolare allarme sociale - ha sottolineato poi Vitali. Importante l’assunzione già varata in Finanziaria di 2.000 agenti e l’impegno assunto dal governo di procedere all’azzeramento delle carenze di organico della polizia penitenziaria e del personale amministrativo, oltre all’assunzione di ulteriori educatori".
"Detto ciò - ha concluso Vitali - non bisogna dimenticare che questo governo, col ministro Alfano, ha realizzato in 20 mesi, in materia, più di quanto realizzato da tutti i governo precedenti negli ultimi 10 anni. E cioè la creazione di 1.600 posti nelle prigioni. Lo stanziamento di 500 milioni di euro per l’edilizia penitenziaria e l’impegno ottenuto dalla Comunità europea di contribuire all’edilizia penitenziaria in quei paesi membri come l’Italia, dove vi è un alto numero di detenuti extracomunitari. Ci sembra un buon viatico, che ci sta conducendo nella giusta direzione della risoluzione definitiva della problematica".



Alfano si confronterà con parlamento e sindacati



"Sicuramente il ministro Alfano si confronterà sia col Parlamento, sia con i sindacati della polizia penitenziaria sul piano carceri varato oggi". Lo afferma Luigi Vitali, responsabile nazionale Pdl dell’ordinamento penitenziario, che aggiunge: "Personalmente ritengo da valutare anche la proposta del Cocer della Marina di proporre l’assunzione nella Polizia penitenziaria del personale militare che, dopo anni di servizio, è stato congedato per la riorganizzazione delle Forze Armate. Si avrebbe infatti il vantaggio di disporre di risorse umane già addestrate e da impiegarsi in tempi rapidi, senza le lungaggini concorsuali e di formazione".

mercoledì 13 gennaio 2010

Di Stanislao:approvata all’unanimita’ la Mozione Carceri e concorso educatori. carcere,governo,politici,Rita Bernadini,giustizia,costituzione,Ionta

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Approvata all’unanimita’ la Mozione Carceri


Roma, 13 Gennaio 2010


Si sono svolte ieri le dichiarazioni di voto finali con le relative votazioni delle Mozioni concernenti il sistema carcerario italiano. E’ stata votata e approvata all’unanimità la Mozione 1/00301 a prima firma dell’On. Di Stanislao che fa un chiaro quadro di questa drammatica realtà e del’emergenza soluzioni. Dalle strutture, che sono fatiscenti, obsolete e non adatte, ad un sovraffollamento di circa 23 mila detenuti; da una deficienza organica del corpo di polizia penitenziaria di oltre 5 mila unità, con agenti che sono continuamente costretti a lavorare in condizioni sempre peggiori alla condizione non migliore degli operatori che lavorano all’interno come medici, psicologi, educatori.
La Mozione del Deputato IdV aiuta a fare luce su una realtà penitenziaria ignorata o dimenticata e spesso emarginata e abbandonata e non trascura nessuno e nessun dettaglio portando a sostegno della causa anche le direttive dell’ Unione Europea in materia carceraria. ” Aspettando il piano carceri - afferma Di Stanislao - è necessario avviare una riflessione e pensare ai processi brevi e alla certezza della pena dando strumenti e anche risorse. Il carcere- servizio pubblico- , in ogni modo, deve essere un luogo che produce sicurezza collettiva nel rispetto dei detenuti. Sono molto soddisfatto dell’ approvazione della mia Mozione, ma il mio impegno nei confronti del mondo carcerario non si fermerà qui, ma vigilerò perché questi impegni non vengano disattesi e continuerò ad occuparmi di questa emergenza sperando che presto questo Governo venga a riferire in Parlamento per darci cifre, impegni e soluzione in termini di politica carceraria affinchè si dia una risposta definitiva e questo Paese diventi finalmente maturo ed europeo.”

Augusto Di Stanislao

Mozione Di Stanislao approvata:assunzione degli idonei del concorso educatori,dalle parole adesso ai fatti! carcere,governo,politici,angelino alfano

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La Camera,

premesso che:

la situazione delle carceri italiane era ed è, purtroppo, in una fase emergenziale. Un surplus di 23mila detenuti, circa 66 mila presenze a fronte delle 43 mila possibili; una deficienza organica del corpo di polizia penitenziaria di circa 5.500 unità. La gran parte delle strutture penitenziarie sono fatiscenti, obsolete e non adatte;
la popolazione delle carceri continua a crescere, con tutte le relative valenze connesse al pericolo e al trattamento, e gli agenti penitenziari, sono costretti a lavorare in condizioni sempre peggiori, così come gli educatori, gli psicologi, i medici.Sono in costante aumento gli attacchi al personale che ormai è demotivato, stanco e mal pagato;
su tutto il territorio nazionale si registrano manifestazioni e proteste, giustificate dalle condizioni di insicure a in cui sono costretti a lavorare. Mediamente un agente deve sorvegliare 100 detenuti di giorno, circa 250 nei turni notturni; per garantire le traduzioni il personale è costretto a viaggiare anche per 20 ore consecutive su mezzi non idonei;
sebbene il Presidente del Consiglio dei ministri abbia reso noto il famoso piano carceri, della cui copertura finanziaria, a quanto consta ai firmatari del presente atto di indirizzo, non vi è certezza, i primi risultati, qualora vi fossero, non arriveranno prima di due anni;
solo pochi mesi fa la Corte europea dei diritti dell'uomo ha condannato l'Italia a risarcire con mille euro un detenuto costretto a stare per due mesi e mezzo in una cella sovraffollata. Una pena naturalmente simbolica, ma che mette in evidenza una terribile realtà. Ogni detenuto nelle carceri italiane ha mediamente a disposizione meno di tre metri quadrati di spazio, ben al di sotto dei 7 metri stabiliti dal comitato europeo per la prevenzione della tortura. Ciò vuol dire che normalmente una cella deve ospitare tre detenuti, oggi nei penitenziari italiani ce ne sono in media nove in ogni cella. Dall'inizio dell'anno, 65 sono i suicidi verificatisi all'interno delle strutture;
bisogna dare luce ad una realtà penitenziaria taciuta, ignorata o dimenticata, emarginata e abbandonata per mettere in evidenza l'emergenza del sistema carcere con il rischio sommosse e il rischio morte presenti ogni giorno. Un sistema che alimenta gli effetti criminogeni delle pene. Un sistema in cui l'articolo 27 della nostra Costituzione, che prevede che «l'imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva» e che «le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato», e l'articolo II-64 della Costituzione europea, che stabilisce che «nessuno può essere sottoposto a tortura, né a pene o trattamenti inumani o degradanti», non trovano applicazione;
l'Unione europea si fonda sul rispetto dei diritti dell'uomo, delle istituzioni democratiche e dello Stato di diritto. La Carta dei diritti fondamentali sancisce tutti i diritti - personali, civili, politici, economici e sociali - dei cittadini dell'Unione europea. Nel marzo 2007 l'Unione europea ha istituito l'Agenzia europea per i diritti fondamentali, che ha il compito di aiutare l'Unione europea e gli Stati membri ad elaborare la normativa in questo campo e di sensibilizzare l'opinione pubblica ai diritti fondamentali. Del resto, in un mondo globalizzato, è fondamentale che i Paesi dell'Unione europea collaborino efficacemente per combattere la criminalità e il terrorismo;
dal giugno 2004 l'Unione europea ha adottato un trattato che, attraverso le tappe previste, ambisce a diventare una Costituzione per l'intero continente. La creazione di uno spazio europeo di libertà, sicurezza e giustizia, richiede necessariamente un coordinamento dei sistemi giuridico-penali dei Paesi membri. Uno spazio sovranazionale deve essere però altresì capace di farsi garante del riconoscimento e del rispetto dei diritti umani di tutti i cittadini, europei e extracomunitari, che vivono e risiedono in Europa. Il diritto penale è stato sempre confinato nei limiti del territorio nazionale, ancorato al principio della territorialità. Uno dei baluardi della sovranità nazionale è appunto l'esclusività del sistema penale. D'altro canto, a partire dal 1948, il diritto internazionale classico, ossia quello interstatuale, è progressivamente stato eroso da una nuova concezione del diritto internazionale che sostituisce all'intergovernativismo la sovranazionalità. Il processo, lento e fortemente contrastato dagli Stati-Nazione, ha avuto il suo culmine con la nascita della Corte penale internazionale. Il suo statuto, firmato solennemente a Roma nel 1998, contiene all'interno embrioni del superamento del principio della nazionalità nel sistema processuale penale laddove vi siano gravi violazioni dei diritti umani (crimini di guerra, genocidi, crimini contro l'umanità). Sia nella fase del riconoscimento che in quella della progressiva omogeneizzazione dei sistemi penali vanno tenute presenti garanzie e tutele irrinunciabili, vanno identificati minimi e massimi edittali delle pene, vanno enucleati i comuni ed essenziali interessi da proteggere in Europa con gli strumenti del diritto penale, evitando che i singoli Stati si limitino ad adattarsi al diritto penale di derivazione europea, conservando allo stesso tempo intatto tutto il proprio armamentario repressivo;
i diritti delle persone sottoposte a procedimento giudiziario, a misure penali o detenute vanno tutelati, senza eccezioni e senza timori. La dignità umana non può essere calpestata in alcuna circostanza. L'esperienza europea degli ultimi anni suggerisce l'attivazione di organismi indipendenti di nomina parlamentare che abbiano poteri informali di visita e controllo dei luoghi di detenzione. Tali organismi svolgono una funzione di riconciliazione sociale, di mediazione e di soluzione in chiave preventiva dei conflitti. Si tratterebbe di una sorta di difensori istituzionali dei diritti in carcere, per i quali va data altresì piena attuazione sia alla sentenza della Corte costituzionale del febbraio del 1999 che prevede la tutela giurisdizionale dei diritti dei detenuti, sia al nuovo regolamento di esecuzione della legge sull'ordinamento penitenziario che nelle sue norme vuole migliorare la qualità della vita in carcere;
lotta al razzismo, libera circolazione delle coppie senza discriminazioni fondate sull'orientamento sessuale e difesa delle donne, dei minori e degli immigrati: è quanto chiede il Parlamento per lo spazio europeo di giustizia, auspicando più diritti per i detenuti e fondi dell'Unione europea per la costruzione di nuove carceri. Occorre combattere la criminalità informatica, garantire una maggiore solidarietà tra i Paesi dell'Unione europea per l'accoglienza dei rifugiati e tutelare i cittadini da terrorismo e criminalità. Il Parlamento europeo, in tal senso, qualche giorno fa ha adottato una risoluzione con la quale indica la sua posizione riguardo al cosiddetto Programma di Stoccolma che stabilisce le priorità europee nel campo della giustizia e degli affari interni per i prossimi cinque anni. Il Parlamento chiede norme minime relative alle condizioni delle carceri e dei detenuti e una serie di diritti comuni per i detenuti nell'Unione europea, «incluse norme adeguate in materia di risarcimento dei danni per le persone ingiustamente arrestate o condannate». Auspica inoltre la messa a disposizione da parte dell'Unione europea di sufficienti risorse finanziarie per la costruzione «di nuove strutture detentive negli Stati membri che accusano un sovraffollamento delle carceri e per l'attuazione di programmi di reinsediamento sociale». Sollecita anche la conclusione di accordi fra l'Unione europea e i Paesi terzi sul rimpatrio dei loro cittadini che hanno subito condanne e la piena applicazione del principio del reciproco riconoscimento alle sentenze penali ai fini della loro esecuzione nell'Unione europea. Sostiene poi la necessità di uno strumento giuridico globale sull'ammissibilità della prova nei procedimenti penali;
l'attuale legge sull'ordinamento penitenziario stabilisce «le misure alternative alla detenzione»; esse danno la possibilità di scontare le pene non in carcere, vengono concesse solo a determinate condizioni e si applicano esclusivamente ai detenuti definitivi;
le misure alternative sono numerose e con caratteristiche peculiari, ciascuna tendente comunque alla risocializzazione del condannato. Esse sono: a) affidamento in prova al servizio sociale (pena residua 3 anni), articolo 47 della legge sull'ordinamento penitenziario; b) detenzione domiciliare (pena residua 4 anni o nei casi di condizioni di salute incompatibili con il regime detentivo pena residua anche superiore ai 4 anni), articolo 47-ter della legge sull'ordinamento penitenziario; c) semilibertà (metà pena o 2/3 in caso di reati gravi - reati di cui all'articolo 4-bis - o 6 mesi solo dalla libertà), articoli 46, 50 della legge sull'ordinamento penitenziario; d) liberazione condizionale (pena residua 5 anni), articolo 176 del codice penale; e) sospensione della pena per gravi motivi di salute (incompatibilità con il regime detentivo - qualunque sia la durata della pena) articolo 147 del codice penale;
queste misure, però, non possono essere la soluzione concreta e definitiva all'emergenza carceri e al sovraffollamento. Al di là di ciò, aspettando il piano carceri, è necessario avviare una riflessione e pensare ai processi brevi e alla certezza della pena dando strumenti e risorse. In sostanza, il carcere - servizio pubblico - deve essere un luogo che produce sicurezza collettiva, nel rispetto della dignità dei detenuti;
nel mese di agosto del 2009 si è svolta l'iniziativa nazionale «Ferragosto in carcere 2009» che ha visto coinvolti deputati, senatori, consiglieri regionali di tutta Italia e di tutte le forze politiche. L'obiettivo di tale iniziativa era di verificare e conoscere meglio le condizioni tanto dei detenuti, quanto di direttori, agenti, medici, psicologi, educatori che lavorano al suo interno al fine di poter formulare proposte legislative o organizzative adeguate;
tra suicidi, morti, vite salvate, tentate evasioni, evasioni compiute e spazi che mancano nelle nostre prigioni è sempre più evidente l'emergenza «soluzioni». A fronte di questa spaventosa e preoccupante situazione tutto il personale penitenziario, tra l'altro, è chiamato ad operare senza alcuna linea guida, senza mezzi idonei e con scarsissime risorse;
nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana n. 30 del 16 aprile 2004 veniva bandito un concorso pubblico per esami a 397 posti nel profilo professionale di educatore, area c, posizione economica C1, indetto con provvedimento del direttore generale del 21 novembre 2003. Dopo ben quattro anni di procedura concorsuale, il 15 dicembre 2008 nel Bollettino ufficiale del Ministero della giustizia n. 23, viene pubblicata la graduatoria ufficiale definitiva del suddetto concorso;
ad oggi il dipartimento dell'amministrazione penitenziaria ha assunto solo i primi 97 vincitori, a cui, si spera a breve, seguirà l'assunzione dei restanti 300, dopo aver proceduto alle istanze di interpello annuale nazionale di mobilità interna del personale;
lo scorrimento della graduatoria con assunzione di tutti i suoi idonei trova già un precedente nel panorama legislativo-procedurale italiano, poiché effettuata per le graduatorie dei concorsi banditi dall'Agenzia delle entrate per 1500 posti di funzionari per la terza area funzionale, fascia retributiva F1, attività amministrativa-tributaria, bandito dall'Agenzia delle entrate (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana - 4a Serie speciale «Concorsi ed esami» - n. 84 del 21 ottobre 2005);
queste nuove forze potranno, sicuramente, rappresentare un valido supporto, ma si rivelano, ad avviso dei firmatari del presente atto di indirizzo, palesemente e gravemente insufficienti. Infatti, per questa figura professionale sono state già apportate drastiche riduzioni, tanto da portare la pianta organica del 2009 a sole 1088 unità, rispetto alla pianta del 2008 che ne prevedeva circa 1400 in organico (riduzione operata dal dipartimento dell'amministrazione penitenziaria per adeguarsi alle disposizioni del cosiddetto decreto Brunetta (decreto legislativo n. 150 del 2009) che ha imposto un ridimensionamento delle piante organiche in diminuzione delle unità affinché le pubbliche amministrazioni possano procedere all'assunzione di nuovo personale). In realtà, ad oggi, in servizio ci sono soltanto 686 educatori a cui si aggiungeranno i 300 restanti vincitori, giungendo ad una quota di 968 unità, a fronte di una popolazione detenuta di circa 66.000 unità, ancora in crescita;
è lampante, pertanto, la mancanza di ben 102 educatori rispetto alla pianta organica del 2009 (mancanza ancor maggiore se riferita alla pianta organica del 2008 e pari a circa 400 unità di educatori) a cui andranno ad aggiungersi tutti quegli educatori che verranno collocati in pensione, avendone ormai maturato i requisiti;
la sostanziosa assenza dei citati operatori aggrava ed aggraverà ancor più il clima e la vita detentiva dei ristretti e dei medesimi operatori ancora in servizio, oltre ad accrescere l'inadempienza al dettato legislativo vigente, dal momento che la maggior parte dei detenuti non riescono ad avere per anni colloqui con gli educatori, non riuscendo, pertanto, a conseguire alcun giovamento dall'ingresso in carcere;
quest'ultima previsione, che viene chiaramente disattesa nelle realtà carcerarie italiane, com'è noto dal caso Castrogno, uno dei tanti emersi negli ultimi tempi, ma anche dall'aumento dei suicidi, degli atteggiamenti autolesionistici, della richiesta di psicofarmaci e non ultimo dell'aggressività dei detenuti nei confronti del personale penitenziario ad ulteriore dimostrazione dell'emergenza in cui i circuiti detentivi versano a causa della mancanza di operatori a fronte di uno spropositato aumento del numero di detenuti ospitati in strutture inidonee ed evidentemente non a norma dal punto di vista strutturale e delle risorse umane;
bisogna, inoltre, anche specificare che nonostante l'assunzione dei restanti 300 vincitori del concorso per il profilo di educatore, il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria avrà un avanzo di fondi a disposizione per assumere subito all'incirca 70 unità lavorative, grazie al decreto del Presidente della Repubblica del 28 agosto 2009, adottato a seguito della deliberazione del Consiglio dei Ministri del 31 luglio 2009. che ha autorizzato l'assunzione di un contingente di 1.370 unità di personale a tempo indeterminato per l'anno 2009 per le Amministrazioni dello Stato;
in particolare, per il Ministero della giustizia le nuove assunzioni autorizzate sono 223 unità, di cui 110 per l'amministrazione penitenziaria, che dovrebbero essere ripartite tra vincitori ed idonei di tutti i concorsi aventi graduatorie ancora valide presso quest'ultima amministrazione. Stando, tuttavia, alle allarmanti condizioni delle carceri italiane buona parte di questi fondi che avanzeranno dovranno essere destinati primariamente e celermente, senza indugio alcuno, all'assunzione degli idonei al concorso per educatori per incamminarsi verso quella condizione di rieducazione che il carcere deve dare a chi ne entra a far parte, per non smarrire quella presa di coscienza e civiltà che la nostra carta costituzionale gli affida;
è necessario, pertanto, attivare dei seri e proficui percorsi di rieducazione dei detenuti la cui realizzazione sia promossa e attivata dagli educatori penitenziari, veri coordinatori e catalizzatori degli strumenti utili per la composizione di tale iter risocializzativo - come la norma del 1975 dispone - affinché la dimensione del vissuto carcerario sia foriera di profonda autoriflessione sulle proprie apicalità e crei momenti di autoprogettazione, di formazione e costruzione di un sé nuovo, positivo, propositivo, generatore di valori riconosciuti e condivisi dal comune senso civico;
occorrono soluzioni e un modello di recupero e di rieducazione prima di pensare a nuove strutture, ai fine di un immediato e concreto supporto al mondo penitenziario,


impegna il Governo:

a convocare i sindacati di polizia penitenziaria e le rappresentanze di tutto il personale penitenziario al fine di un confronto concreto e costruttivo sulle problematiche delle carceri in Italia e degli operatori;
a procedere all'assunzione immediata dei restanti educatori penitenziari previsti dalla pianta organica, da attingersi dagli idonei della vigente e menzionata graduatoria risultata dal concorso bandito per tale profilo professionale, affinché anche costoro possano partecipare ai previsti corsi di formazione che il dipartimento dell'amministrazione penitenziaria deve attivare per questi operatori prima dell'ingresso nelle carceri a cui sono destinati, onde evitare sprechi di danaro per doverli riattivare in seguito;
a prorogare di almeno un quinquennio la validità della graduatoria di merito del concorso citato in premessa, in linea con gli orientamenti del Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione nonché con le disposizioni in materia di razionalizzazione delle spese pubbliche in vigore - per permetterne un graduale scorrimento parimenti all'avvicendarsi dei fisiologici turn-over pensionistici, al fine di evitare l'indizione di nuovi concorsi per il medesimo profilo che comporterebbero inutili oneri pubblici;
ad assumere iniziative per lo stanziamento di fondi necessari per completare l'organico di educatori previsti dalla pianta organica attualmente vigente presso il dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, considerato che lo sforzo economico da sostenere è annualmente molto esiguo, ma necessario per far funzionare meglio ed in modo più umano una branca importantissima del nostro sistema giustizia che non può più attendere;

a procedere all'alienazione di immobili ad uso penitenziario siti nei centri storici e alla costruzione di nuovi e moderni istituti penitenziari in altro sito;
a procedere alla dismissione di immobili ad uso penitenziario e riassegnazione del ricavato al Ministero della giustizia per il potenziamento dell'edilizia penitenziaria esistente;
ad assumere le iniziative di competenza per il rifinanziamento dell'articolo 6 della legge n. 259 del 2002, prevedendo limiti di impegno per un arco di tempo compatibile con l'utilizzo della locazione finanziaria;
in relazione all'esperienza europea degli ultimi anni, ad adottare iniziative per l'attivazione di organismi indipendenti di nomina parlamentare che abbiano poteri informali di visita e controllo dei luoghi di detenzione al fine di svolgere una funzione di riconciliazione sociale, di mediazione e di soluzione in chiave preventiva dei conflitti;
secondo quanto stabilito dal Parlamento europeo, ad utilizzare le risorse finanziarie per la costruzione «di nuove strutture detentive negli Stati membri che accusano un sovraffollamento delle carceri e per l'attuazione di programmi di reinsediamento sociale»;
in relazione al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 1o aprile 2008 recante «Modalità e criteri per il trasferimento al Servizio sanitario nazionale delle funzioni sanitarie, dei rapporti di lavoro, delle risorse finanziarie e delle attrezzature e beni strumentali in materia di sanità penitenziaria», a dare conto della sua applicazione e dei risultati e ad illustrare e definire, nel passaggio delle competenze, funzioni e risorse.
(1-00301)

«Di Stanislao, Donadi, Paladini».