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Sign for Aiutaci a garantire l'effettiva applicazione dell'art. 27 Cost.(funzione rieducativa della pena)

Mercoledi',23 Marzo 2011: interrogazioni per l'assunzione degli educatori penitenziari

Mercoledi',23 Marzo 2011,

(rinvio del 16 Marzo 2011)

in commissione giustizia discussione delle interrogazioni orali per l'assunzione degli educatori penitenziari.


5-04298 Cassinelli: Sull’iter del concorso pubblico per educatore penitenziario


5-04314 Ferranti: Questioni relative all’assunzione dei vincitori del concorso per educatore penitenziario




Per leggere il testo delle interrogazioni vai su news giornaliere o etichetta interrogazioni parlamentari




Carceri:necessario assumere educatori,assistenti e psicologi.

26 agosto 2010



Giustizia: Bernardini (Radicali); basta morti in carcere, varare in fretta misure deflattive



“Il tempo dell’illegalità e dell’inciviltà carceraria italiana è scandito ad un ritmo impressionante dalle morti, dai suicidi. Dico al Governo e ai miei colleghi parlamentari che così numerosi hanno partecipato all’iniziativa del Ferragosto in carcere, che occorre fare in fretta a varare, intanto, misure adeguate a decongestionare la sovrappopolazione carceraria”. Lo afferma Rita Bernardini, deputata Radicale, membro della Commissione Giustizia della Camera, dopo la morte di un detenuto a Sulmona. “Il disegno di legge Alfano - così come svuotato dalla Commissione Giustizia della Camera - non serve a spegnere l’incendio di disperazione e di morte che sta divampando - prosegue.Affidare infatti ai Tribunali di sorveglianza la valutazione della pericolosità sociale e l’idoneità del domicilio per consentire di scontare ai domiciliari pene residue sotto i 12 mesi, significa paralizzare tutto: la valutazione arriverà troppo tardi! Si dia ai direttori degli istituti penitenziari questo compito che saprebbero fare meglio e più in fretta dei magistrati di sorveglianza. Ridimensionata almeno un po’ la popolazione detenuta, occorre immediatamente riformare il sistema come previsto dalle mozioni approvate in gennaio dalle aule di Montecitorio e di Palazzo Madama a partire dallo stop all’uso indiscriminato della carcerazione preventiva e alla depenalizzazione dei reati minori, per arrivare alle misure e pene alternative che si rivelano molto più efficaci del carcere ai fini della rieducazione e del reinserimento sociale, all’adeguamento degli organici penitenziari (agenti, educatori, psicologi, assistenti sociali), alle possibilità di lavoro per i detenuti, agli istituti di custodia attenuata dove i tossicodipendenti possano curarsi”.





5 luglio 2010





Carceri: Favi, "Bene Tg2, condizioni indegne per detenuti e lavoratori"



Dichiarazione di Sandro Favi responsabile Carceri del Partito Democratico



L’inchiesta del Tg2 sulla drammatica situazione delle nostre carceri evidenzia ciò che il Partito Democratico denuncia da mesi, e cioè condizioni di vita per i detenuti e per i lavoratori penitenziari del tutto indegne. Quelle viste all’Ucciardone sono situazioni che in realtà riguardano la stragrande maggioranza delle carceri italiane. Le morti in carcere e gli atti di autolesionismo sono segnali inequivocabili: occorre attuare da subito politiche penitenziarie che decongestionino gli istituti. È assolutamente necessario investire sulle misure alternative alla detenzione e sull’aumento di agenti di polizia penitenziaria, di educatori, di assistenti sociali e psicologi.



Finora il ministro Alfano e il direttore delle carceri Ionta hanno saputo solo ipotizzare un piano carceri che avrà lunghissimi tempi di realizzazione e che non inciderà minimamente per un miglioramento della situazione nell’immediato.



Così non va.









Lettere: senza assunzione personale educativo il ddl Alfano è inutile





Comunicato stampa, 29 maggio 2010





Ai deputati di commissione bilancio



e giustizia camera









Al sottosegretario



On. Caliendo









Al sottosegretario



On. Giorgetti Alberti







Egregi Onorevoli,



dopo aver appreso la notizia sul parere negativo della Commissione Bilancio sugli artt. 2 quater e 2 sexies del Ddl Alfano questo Comitato ritiene necessario porre alla Vostra attenzione alcune osservazioni. L’eliminazione dell’articolo aggiuntivo Schirru 2.060 svuoterebbe di significato il Ddl Alfano riducendolo ad una imago sine re.



L’investimento in risorse umane è propedeutico alla concreta materializzazione della normativa contenuta nel provvedimento. Secondo quanto enunciato dall’art. 1 comma 3 del Ddl. il magistrato di sorveglianza decide sulla base della relazione inviatagli dall’istituto penitenziario.



Alla luce della normativa penitenziaria è l’educatore colui che osserva il comportamento del detenuto e provvede alla stesura della relazione di sintesi, cioè di quella relazione di cui si servirà il magistrato di sorveglianza per la decisione finale sulla misura alternativa.



Senza l’incremento di ulteriori unità di personale pedagogico la situazione del sovraffollamento carcerario non potrà mai essere risolta né tantomeno potrà trovare risoluzione la drammatica condizione in cui versano le carceri italiane.



Pochi educatori significa poche relazioni da inviare al magistrato di sorveglianza. Pochi educatori significa impossibilità di fare il trattamento. Pochi educatori significa stasi della concessione di misure alternative. L’eliminazione dell’articolo aggiuntivo Schirru creerebbe un vero e proprio effetto boomerang che provocherebbe la totale paralisi del Ddl Alfano.



La Commissione Giustizia dopo aver preso atto della grave situazione di disagio in cui versano le carceri italiani ha dato voce all’articolo 27 della Costituzione decidendo di investire su quello che già nel Settecento Beccaria definiva “il più sicuro mezzo di prevenire i delitti” ossia l’educazione.



L’approvazione dell’articolo aggiuntivo che esclude il Dap dalla riduzione della pianta organica e dal blocco delle assunzioni costituisce una vera e propria presa di coscienza dell’assunto secondo il quale non può esserci alcun miglioramento delle condizioni di detenzione senza l’investimento in risorse umane.



Si evidenzia inoltre che l’emendamento è già stato “riformulato” originariamente infatti prevedeva l’obbligo per il governo,dopo l’invio della relazione per l’adeguamento della pianta organica, di predisporre entro 2 mesi un piano straordinario di assunzioni.



La totale eliminazione di questo emendamento volto alla concreta applicazione della misura alternativa sulla quale questo Governo intende puntare per risolvere il dramma del pianeta carcere renderebbe inutile l’approvazione di un Ddl che non riuscirebbe mai ad essere attuato.



Ci sarebbe infatti una vera e propria antinomia tra norma e realtà. La realtà è che la situazione carceraria italiana è drammatica e preoccupante.



I continui suicidi in carcere sono da porre in relazione con le insopportabili condizioni di disagio in cui vivono i reclusi delle carceri italiane alla carenza di trattamento e attività rieducative e alla mancata assistenza psicologica dovuta alla cronica carenza di personale educativo



Ebbene, l’Italia, Paese democratico, è stata condannata dalla Cedu per trattamento degradante e disumano. A tale situazione va data una risposta concreta, soprattutto se si considera che il bilancio dello stato potrebbe essere aggravato dalle condanne della Cedu (Sic!).



Inoltre non si comprende come la crisi riguardi solo le risorse umane e non anche lo stanziamento dei fondi per l’edilizia penitenziaria ,infatti, una volta costruite nuove carceri queste rimarranno inutilizzate (Sic!) Un esempio è fornito dal carcere di Agrigento e dal carcere di Rieti, a Pinerolo inoltre, c’è un carcere vuoto da 10 anni ma è già stata individuata un’area per costruir un nuovo carcere (fonte Girodivite).



Per un provvedimento importante, come quello in esame, che punta sulla rieducazione e sul recupero del reo, occorre assumersi delle responsabilità serie, perché l’incremento del personale pedagogico rappresenta il sine qua non della correlazione legge - realtà.



Ancora una volta si evidenzia inoltre che il “decantato” vulnus di copertura finanziaria può essere sanato attingendo dai fondi della Cassa delle Ammende che secondo quanto disposto dall’art 129 III comma del Dpr 30 giugno 2000, n. 230, devono essere destinati ai programmi che tendono a favorire il reinserimento sociale dei detenuti e degli internati anche nella fase di esecuzione di misure alternative alla detenzione”e non all’edilizia penitenziaria (Sic!) . Qualora il Governo non intenda attingere i fondi necessari dalla cassa delle Ammende potrebbe ricavarli dai fondi del Fug, visto che il Presidente del Consiglio dei Ministri ha firmato il decreto che assegna per la prima volta le quote delle risorse sequestrate alla mafia e i proventi derivanti dai beni confiscati al Fondo Unico Giustizia (Fug), nella misura del 50 per cento al Ministero dell’Interno e del 50 per cento al Ministero della Giustizia. Attingendo i fondi o dalla cassa delle Ammende o dal Fug non vi sarebbe alcun onere aggiuntivo in quanto gli stessi sono già previsti in bilancio.



Per le ragioni suesposte riteniamo che l’emendamento presentato dall’On. Donatella Ferranti e Schirru sia una vera proposta “bipartisan” che deve, necessariamente,trovare accoglimento così come è stato approvato in Commissione Giustizia.



Riteniamo altresì che il governo, dopo aver provveduto all’adeguamento della pianta organica anche in relazione alla popolazione detenuta ( quasi 70mila detenuti) debba predisporre un piano straordinario di assunzioni di educatori penitenziari da attingersi dalla vigente graduatoria del concorso pubblico per esami a 397 posti nel profilo professionale di Educatore, Area C, posizione economica C1, indetto con Pdg 21 novembre 2003.



Una scelta in tal senso rappresenterebbe la chiave di volta per un chiaro e ben preciso impegno di responsabilità affinché la drammatica situazione che affligge il pianeta carcere possa finalmente essere risolta. Per tali ragioni auspichiamo che tutta la commissione bilancio della camera e il sottosegretario Alberto Giorgetti facciano una seria e proficua riflessione riconoscendo l’importanza ai fini dell’attuazione del Ddl in esame dell’emendamento Schirru 2.060.





FERRANTI SU DDL CARCERI,OTTENUTO ANCHE AMPLIAMENTO ORGANICO EDUCATORI PENITENZIARI.

Donatella Ferranti,PD:piano programmato di assunzioni del personale degli educatori.

Governo favorevole a emendamenti Pd per potenziamento personale penitenziario:piano programmato di assunzioni, per l`adeguamento degli organici del personale di Polizia penitenziaria, degli educatori, degli assistenti sociali e degli psicologi.


18 maggio 2010


La commissione Giustizia della Camera ha cominciato a votare gli emendamenti presentati al ddl carceri e il Governo ha dato parere favorevole alle proposte di modifica del Pd che prevedevano il potenziamento del personale civile e amministrativo penitenziario (psicologi, educatori, ecc) e l’adeguamento delle piante organiche di carabinieri e polizia in funzione del nuovo impegno che dovranno svolgere per vigilare sui detenuti che trascorreranno agli arresti domiciliari l’ultimo periodo della loro detenzione. Il capogruppo del Pd in commissione giustizia, Donatella Ferranti, ha espresso soddisfazione per questo parere favorevole del Governo augurandosi che alla fine l’emendamento venga approvato.



Pd: nostre proposte sono su linea indicata da Napolitano

“Il Pd è pronto” a rispondere al monito del presidente della Repubblica sulla necessità di risolvere il sovraffollamento delle carceri e “a fare la propria parte”. Per questo, annuncia Sandro Favi, responsabile Carceri dei democratici, “nei prossimi giorni il nostro partito presenterà proposte su questi temi, in un quadro di sistema e in continuità e sviluppo delle mozioni approvate dal Parlamento già nei primi mesi di quest`anno”.

“Proporremo - spiega Favi - che si proceda alla revisione del codice penale, che vengano riviste le norme che determinano l`alta incidenza di imputati in custodia cautelare in carcere e quelle sul trattamento penale dei tossicodipendenti, che siano ampliate le opportunità di accesso alle misure alternative alla detenzione. Chiederemo inoltre al Governo - prosegue - un piano programmato di assunzioni, per l`adeguamento degli organici del personale di Polizia penitenziaria, degli educatori, degli assistenti sociali e degli psicologi, nonché gli indispensabili stanziamenti ed investimenti per ripristinare la corretta funzionalità ed operatività dei servizi e delle strutture”.

“Il Partito Democratico - conclude l’esponente del Pd - rinnova la stima e la fiducia degli appartenenti al Corpo di polizia penitenziaria e l`apprezzamento verso i dirigenti dell`Amministrazione penitenziaria, verso le professionalità socio-educative, sanitarie, amministrative e tecniche che, in questa fase difficile, dimostrano il proprio impegno con alto senso di umanità e qualificate competenze”.

Ferranti: "Iter rapido? Vediamo atteggiamento maggioranza su nostre proposte"

Carceri: Pd, "Testo migliorato in commissione, ma serve uno sforzo in più" Ferranti: "Iter rapido? Vediamo atteggiamento maggioranza su nostre proposte"

“Lo stralcio della messa in prova consentirà di esaminare rapidamente il provvedimento sulla detenzione domiciliare”. Lo dichiara la capogruppo del Pd nella commissione Giustizia della Camera, Donatella Ferranti facendo notare come ‘la messa in prova non riguardava la popolazione carceraria e quindi non avrebbe avuto effetti sul grave stato di sovraffollamento delle carceri italiane. In ogni caso – sottolinea la democratica – il voto di oggi conferma il nostro giudizio negativo sul testo uscito dal consiglio dei ministri che era confuso ed inefficace anche perché privo di qualsiasi copertura finanziaria. Stiamo adesso valutando se aderire o meno alla richiesta di un voto in sede legislativa sul testo modificato nel corso dei lavori in commissione. La nostra disponibilità dipenderà anche dall’atteggiamento della maggioranza sulle nostre ulteriori proposte di modifica. In particolare: la tutela delle vittime di violenza domestica, il rafforzamento del personale di polizia (non solo quella penitenziaria) e del personale del comparto civile dell’amministrazione penitenziaria(educatori e psicologi)”.


Proposta emendativa 8.01.


Dopo l'articolo 8 inserire il seguente:


«Art. 8-bis. - 1. Entro centottanta giorni dall'entrata in vigore della presente legge, il Ministro della Giustizia, sentiti i Ministri dell'interno e della funzione pubblica, riferisce alle competenti Commissioni parlamentari in merito alle necessità di adeguamento numerico e professionale della pianta organica del Corpo di Polizia penitenziaria e del personale del comparto civile del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria anche in relazione all'entità numerica della popolazione carceraria e al numero dei posti esistenti e programmati.

2. A tal fine il Governo presenta al Parlamento entro i successivi novanta giorni un apposito piano straordinario di assunzioni di nuove unità specificandone i tempi di attuazione e le modalità di finanziamento.».
Ferranti Donatella, Schirru Amalia, Samperi Marilena, Amici Sesa



Proposta emendativa 8.03.

Dopo l'articolo 8 inserire il seguente:


«Art. 8-bis. - 1. Al comma 8-quinquies, della legge n. 26 del 2010, dopo le parole Il Corpo della Polizia penitenziaria, sono inserite le seguenti il personale del comparto civile del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria,».
Schirru Amalia, Ferranti Donatella, Samperi Marilena, Amici Sesa



28-04-10


Dopo l'ennesimo suicidio in carcere (23 dall'inizio dell'anno), nel penitenziario di Castrogno, a Teramo, il parlamentare dell'IdV, Augusto Di Stanislao, ribadisce la necessita' di interventi diretti ed immediati da parte del Governo. ''Non e' piu' ammissibile - afferma il deputato IdV - una tale situazione di completa incapacita' da parte del Governo di affrontare concretamente le problematiche delle carceri in Italia''. Di Stanislao ricorda che ''dopo varie visite presso il carcere di Castrogno e altrettante interrogazioni ad Alfano, dopo una mozione a mia prima firma approvata all'unanimita', con la quale anche la maggioranza si e' impegnata in una serie di iniziative atte a risollevare una drammatica realta' focalizzando l'attenzione sul sovraffollamento e sulla carenza di personale penitenziario e di educatori, dopo l'annuncio dell'emergenza carceri di Alfano e del fantomatico piano carceri, dopo continue denunce e sollecitazioni dei sindacati sulla necessita' di intervenire sulle strutture, sugli organici, siamo ancora di fronte ad una situazione insostenibile e all'emergenza soluzioni''. ''Ho presentato da tempo - conclude Di Stanislao - una proposta di legge per istituire una Commissione d'inchiesta parlamentare sulla situazione delle carceri in Italia che, ora piu' che mai, diventa fondamentale per dare risposte e soluzioni ai molteplici problemi e disagi dell'intero mondo penitenziario''.




Di Stanislao:il ministro tace sulle assunzioni degli educatori,riferisca in parlamento.

“E’ giusta l’assunzione di 2.000 agenti così come evidenziato da Sarno, Segretario generale Uil Pa Penitenziari, per garantire il turnover e quindi supplire la carenza del personale di polizia penitenziaria, ma vi è una colpevole dimenticanza da parte del Ministro quando tace sulla necessità di garantire la presenza degli educatori così come previsto nella Mozione IdV approvata all’unanimità dal Parlamento.” Queste le parole dell’On. Di Stanislao che prosegue: “Non vorremmo che questo impegno del Ministro si focalizzi esclusivamente sull’edilizia carceraria e altresì non vorremmo che dietro la parola magica “stato di emergenza” si celi il grimaldello per ridare vita ad una ” Carceri d’oro 2″ che in barba alla procedure di appalti e alla trasparenza abbiano buon gioco, piuttosto che la pubblica utilità e l’urgenza, i furbetti delle sponsorizzazioni. Si segnala al Ministro, nel frattempo, che in Italia vi sono 40 penitenziari incompiuti ed inutilizzati in un Paese che ne ha 171 in tutto e nel Piano Carceri presentato non c’è cenno di recupero di questo patrimonio. Chiedo che il Ministro venga, così come richiesto in Aula, a riferire in Parlamento sugli impegni presi in relazione ai tempi e modi e risorse da impiegare. Nel frattempo con due distinte interrogazioni chiedo al Ministro quale modello di recupero intenda mettere in campo visto che non si parla assolutamente di assumere gli educatori e cosa intenda fare per i 40 penitenziari incompiuti.”


16 Marzo 2010:interrogazione a risposta in Commissione su assunzione idonei educatori penitenziari

Convocazione della II Commissione (Giustizia)

Martedì 16 marzo 2010

Ore 13.45

5-02550 Ferranti: In relazione all’assunzione di educatori penitenziari


Interrogazione a risposta in Commissione:

FERRANTI, MELIS, TIDEI e SAMPERI.



- Al Ministro della giustizia.

- Per sapere

- premesso che:

il 17 febbraio 2010 il Sottosegretario per la giustizia Caliendo è intervenuto in Senato sul tema dell'assunzione degli educatori penitenziari reclutati tramite il concorso pubblico per esami a 397 posti nel profilo professionale di educatore, area C, posizione economica C1, indetto con PDG 21 novembre 2003;

nel corso della succitata seduta, il Sottosegretario Caliendo ha affermato che entro aprile 2010 saranno assunti in via definitiva tutti gli educatori che hannosuperato i precedenti concorsi, oltre ai 170 già assunti (anche se agli interroganti risulta che siano stati assunti 97 educatori);

in realtà, l'assunzione dei vincitori del suddetto concorso era già programmata con l'indizione dello stesso nel 2003, per il quale il dipartimento dell'amministrazione penitenziaria già disponeva dei fondi necessari;

lo stesso Ministro interrogato, onorevole Alfano, aveva riconosciuto l'improcrastinabilità e l'urgenza di assumere più unità di educatori quando, il 12 gennaio 2010, furono approvate alla Camera le mozioni sui problemi del carcere presentate da vari gruppi parlamentari;a fronte di una popolazione carceraria di 67.000 unità, il rapporto educatore/detenuto è di circa 1 a 1.000, cosa che rende in pratica impossibile lo svolgimento di qualsivoglia progetto rieducativo impedendo il corretto reinserimento del detenuto nel tessuto sociale, così come previsto nel dettato costituzionale;

non avendo il Ministro interrogato ancora proceduto all'assunzione di ulteriori unità degli educatori, limitandosi a rimandare la questione ad un futuro confronto in merito con i Ministri Tremonti e Brunetta, sarebbe auspicabile ed urgente un rapido avvio della procedura di assunzione di educatori, almeno per completare la già esigua pianta organica, ulteriormente ridotta di circa 400 unità dal decreto legislativo n. 150 del 2009

se non ritenga opportuno procedere celermente all'assunzione di educatori attingendo dalla vigente graduatoria degli idonei risultante dal concorso pubblico a 397 posti di cui in premessa, al contempo prorogando la validità della stessa per almeno un quinquennio, al fine di permetterne lo scorrimento graduale per compensare il turn-over pensionistico, evitando l'indizione di nuovi concorsi che comporterebbe ulteriori oneri finanziari.

(5-02550)


Risposta all'interrogazione di Donatella Ferranti:dal 2011 assunzioni degli idonei educatori concorso,il comitato vigilera'.

Nel rispondere agli On. interroganti ritengo opportuno segnalare che il concorso pubblico per esami a 397 posti nel profilo di "Educatore", Area C, posizione economica C1, dell'Amministrazione Penitenziaria, è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 30 del 16.4.2004 - IV serie speciale e si è concluso in data 9 luglio 2008.La graduatoria definitiva, immediatamente dopo l'approvazione del Direttore Generale con provvedimento dell'11 luglio 2008, è stata trasmessa all'Ufficio centrale per il bilancio per l'apposizione del visto di controllo.Nell'anno 2009, in ragione dell'entità dei fondi stanziati ai sensi dell'articolo 1, comma 346, della Legge 24.12.2007 n. 244, è stato possibile procedere all'assunzione dei primi 103 vincitori del predetto concorso a 397 posti.Quanto alle restanti 294 unità, la competente Direzione Generale di questa amministrazione ha già programmato il relativo piano di assunzione ricorrendo, per la copertura degli originari 397 posti a concorso, allo scorrimento della graduatoria, ai sensi dell'art. 15, co. 7, DPR n. 487/99 e successive integrazioni e modificazioni.I nuovi educatori - alcuni dei quali individuati tra i candidati idonei, ma non vincitori del concorso, attese le 12 defezioni intervenute per rinunce, mancate stipule del contratto o dimissioni da parte degli aventi diritto - hanno infatti già scelto la sede di destinazione e, entro aprile del corrente anno, saranno formalmente assunti con firma del relativo contratto.Per quanto riguarda, invece, l'auspicata possibilità di procedere ad un ulteriore scorrimento della graduatoria oltre il numero dei posti originariamente messi a concorso, mi corre l'obbligo di segnalare che tale eventualità non rientra tra le ipotesi di cui all'art. 15, co. 7, del DPR n. 487/1994 e che pertanto, limitatamente all'anno in corso, non può essere attuata per mancato stanziamento dei fondi occorrenti.I fondi disponibili, infatti, sono stati impegnati sia per l'assunzione dei vincitori del suddetto concorso per educatori, sia per l'assunzione degli idonei al concorso a 110 posti di contabile, a copertura dei posti previsti dal relativo bando ed in ragione delle gravi carenze riscontrate anche nell'area contabile.Dato atto di quanto sopra e, premesso che la validità delle graduatorie è indicata in tre anni dalla data della pubblicazione nei Bollettini ufficiali, faccio presente che, nel caso di specie, la validità della graduatoria del concorso a 397 posti è fissata al 31 maggio 2012 e che, pertanto, a partire dal prossimo anno, in presenza delle risorse economiche necessarie, potranno esservi le condizioni per procedere ad uno scorrimento della graduatoria, anche oltre il numero dei posti pubblicati.




24 febbraio 2010:

ordine del giorno su non riduzione organico educatori di Roberto Rao

La Camera,

premesso che

il provvedimento in esame prevede, all'esito del processo di riorganizzazione di cui all'articolo 74, del decreto legge n. 112 del 2008, un'ulteriore riduzione degli assetti organizzativi delle amministrazioni pubbliche ai fini del contenimento della spesa pubblica;

il comma 8-quinquies dell'articolo 2 individua le amministrazioni che non sono interessate dalle riduzioni descritte, tra cui il Corpo di Polizia Penitenziaria;


nonostante le difficoltà operative, la scarsezza di mezzi e personale risulta, inopinatamente escluso da tale previsione il personale civile del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di adottare ulteriori iniziative normative volte ad includere tra il personale delle amministrazioni non interessate dalla riorganizzazione delle piante organiche non solo quello di polizia penitenziaria ma anche quello civile del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria, con particolare riferimento alle figure degli educatori, degli assistenti sociali e degli psicologi, anche in vista dell'avvio del Piano carceri che necessiterà di adeguate risorse umane e professionali. 9/3210/41. Rao, Ria
.


Accolto come raccomandazione.




19 Febbraio 2010:

ordine del giorno su assunzione educatori di Donatella Ferranti e PD


La Camera,

premesso che:

l'articolo 17-ter stabilisce che, per l'attuazione del cosiddetto «Piano carceri» si conferiscono pieni poteri al Commissario straordinario che, per individuare la localizzazione delle aree destinate alla realizzazione di nuove infrastrutture carcerarie, d'intesa con il Presidente della regione territorialmente competente e sentiti i sindaci dei comuni interessati, potrà agire in deroga alla normativa urbanistica vigente, velocizzando procedure e semplificando le gare di appalto, utilizzando il modello adottato per il dopo terremoto a L'Aquila, derogando anche all'obbligo previsto dalla legge 7 agosto 1990, n. 241, volto a consentire agli interessati, proprietari delle aree che si intendono espropriare, la necessaria partecipazione al procedimento amministrativo;

la localizzazione costituisce di per sé variante e produce l'effetto di imporre il vincolo preordinato all'espropriazione e contro di essa non sarà possibile ricorrere al giudice amministrativo e si introduce anche una deroga al limite dei subappalti, che potranno aumentare dall'attuale 30 per cento fino al 50 per cento, in deroga all'articolo 118 del codice dei contratti pubblici; in sostanza, si affidano pieni poteri al Commissario straordinario, che potrà avvalersi anche del Dipartimento per la protezione civile per le attività di progettazione, scelta del contraente, direzioni lavori e vigilanza degli interventi strutturali ed infrastrutturali, in deroga ai criteri di trasparenza e pubblicità e in palese contraddizione con la mozione Franceschini ed altri n. 1-00302 (approvata sostanzialmente all'unanimità alla Camera il 12 gennaio di quest'anno e accettata dal Governo) che impegnava chiaramente il Governo a garantire, nell'ambito dei progetti della nuova edilizia penitenziaria, i criteri di trasparenza delle procedure e l'economicità delle opere evitando il ricorso a procedure straordinarie, anche se legislativamente previste,

impegna il Governo

a verificare l'adeguatezza, in proporzione alla popolazione carceraria, delle piante organiche riferite non solo al personale di polizia penitenziaria ma anche alle figure degli educatori, degli assistenti sociali e degli psicologi, avviando un nuovo piano programmato di assunzioni che vada oltre il turn-over dovuto ai pensionamenti previsto dalla legge finanziaria per il 2010 e che garantisca le risorse umane e professionali necessarie all'attivazione delle nuove strutture penitenziarie, anche distribuendo meglio il personale sul territorio, concentrandolo nei compiti di istituto, sottraendolo ai servizi estranei, consentendogli un adeguato, costante ed effettivo aggiornamento professionale.

9/3196/13.
Donatella Ferranti.



Il comitato vincitori idonei concorso educatori dap in sostegno di Rita Bernadini

Educatori penitenziari sostengono la protesta di Rita Bernardini e Irene TestaRistretti Comitato vincitori e idonei del concorso per educatori condivide e sostiene l’iniziativa non violenta intrapresa da Irene Testa e Rita Bernardini.Il Comitato vincitori e idonei del concorso per educatori condivide e sostiene l’iniziativa non violenta intrapresa da Irene Testa e Rita Bernardini, impegnate in uno sciopero della fame perrichiedere l’esecuzione immediata di quanto proposto nelle cinque Mozioni parlamentari,unanimemente approvate nei giorni 11 e 12 gennaio 2010, riguardanti la situazione del sistema carcerario italiano.Giova ricordare che in quella occasione lo stesso Ministro Alfano assumeva precisi impegni ed affermava che vi avrebbe dato celere e certa attuazione sancendo l’inizio di un nuovo percorso,iniziato con la dichiarazione di Emergenza di tutto il sistema penitenziario alla quale ci si aspettava sarebbe seguita la predisposizione nel Piano Carceri di tutti quegli atti necessari ad ottemperare a quanto detto nelle citate Mozioni per poter, nei tempi strettamente necessari, affrontareconcretamente e efficacemente l´ormai ingestibile situazione creatasi nei nostri istituti penitenziari.Tuttavia, da un’iniziale analisi condotta sui primissimi elementi costitutivi e organizzativi del Piano Carceri emerge solo una particolare attenzione all’aspetto strutturale e custodiale, non prevedendo,invece, alcun intervento per incrementare e favorire la fondamentale componente rieducativa, vero obiettivo dell’esperienza carceraria.Questo Comitato ed altri illustri interlocutori del mondo penitenziario, continuano, infatti, a chiedere a gran voce che vengano assunti più educatori, affinché l’ingresso nelle nostre carceri non si limiti ad un forzato ozio, ma divenga precipuo momento di riflessione e riprogettazione del sé.Ad oggi, però, in merito alla questione degli educatori, alcuna volontà specifica è stata espressa dal Ministro, nonostante, le nostre carceri continuino quotidianamente ad affollarsi a causa dei numerosi nuovi ingressi, ma anche per la spaventosa carenza di educatori che, secondo quanto stabilito dalle vigenti leggi, rappresentano i coordinatori e i realizzatori materiali dei percorsirieducativi, nonché quelle figure professionali atte a garantire, nei giusti modi e nei tempi,l’espletamento, dell’intero iter necessario all’accesso alle misure alternative alla detenzione di quei detenuti che ne avrebbero i requisiti, ma che continuano a restare in carcere a causa dello sparuto numero di educatori attualmente in servizio a fronte di una popolazione di 66.000 persone carcerate.Pertanto, ci uniamo all´Onorevole Bernardini e a Irene Testa per chiedere l´immediata esecuzione delle citate mozioni e auspichiamo che il Ministro Alfano ne predisponga repentinamente l’avvio.Il Comitato, altresì, ad ausilio dell’iniziativa intrapresa da Rita Bernardini e da Irene Testa,promuove una “catena di informazione solidale” impegnandosi a diffondere la conoscenza di tale protesta non violenta tramite l’invio di questo comunicato non solo a tutti gli organi di informazione, ma anche ai propri conoscenti invitandoli a fare altrettanto.Il Comitato vincitori e idonei concorso educatori.


Donatella Ferranti,PD:da Ionta, un primo segnale l'immediata assunzione dei tanti educatori.

CARCERI: PD, VOGLIAMO VEDERCI CHIARO. AUDIZIONE ALLA CAMERA DI IONTA



Roma, 13 gen



''Lo vogliamo esaminare puntigliosamente ed e' per questo che gia' domani chiederemo al presidente della commissione Giustizia, Giulia Bongiorno di attivarsi per prevedere al piu' presto l'audizione del capo del Dap, dott. Franco Ionta''. Cosi' la capogruppo del Pd nella commissione Giustizia della Camera, Donatella Ferranti, commenta l'approvazione del piano carceri da parte del Cdm di oggi. ''I primi dati forniti dal ministro Alfano - sottolinea - non ci convincono fino in fondo: se infatti le carceri italiane possono ''tollerare' sino a circa 64.237 detenuti, da regolamento non potrebbero ospitarne piu' di 43.087. Il grado di sovraffollamento e' elevatissimo, siamo ampiamente fuori quota, e per arrivare ad 80.000 posti, i 21.749 annunciati oggi dal ministro Alfano sembrano insufficienti. E poi - prosegue - non basta costruire muri, occorre riempirli di personale numericamente e professionalmente adeguato: dalla polizia penitenzieria, agli psicologi, agli educatori e agli altri esperti. Di tutto questo ancora non c'e' traccia, ma aspettiamo di conoscere nel merito dal dott. Ionta le cifre esatte, certo - conclude - che un primo segnale potrebbe essere l'immediata assunzione dei tanti educatori e psicologi del concorso''.

Assunzione degli educatori primo impegno del governo

Il Comitato vincitori e idonei del concorso per educatori penitenziari esprime piena soddisfazione per l’approvazione delle cinque mozioni sul problema carcerario discusse ed accolte nei giorni 11 e 12 gennaio 2010 dal nostro Parlamento. Per la prima volta il Governo, rappresentato dal Ministro Alfano, ha preso consapevolezza della grave emergenza del sovraffollamento degli istituti di pena e, fra le altre fondamentali proposte presentate, si è impegnato:- a procedere all’assunzione immediata dei restanti educatori penitenziari previsti dalla pianta organica, da attingersi dagli idonei della vigente e menzionata graduatoria risultata dal concorso bandito per tale profilo professionale, affinché anche costoro possano partecipare ai previsti corsi di formazione che il dipartimento dell’amministrazione penitenziaria deve attivare per questi operatori prima dell’ingresso nelle carceri a cui sono destinati, onde evitare sprechi di danaro per doverli riattivare in seguito;- a prorogare di almeno un quinquennio la validità della graduatoria di merito del concorso citato in premessa, in linea con gli orientamenti del Ministro per la pubblica amministrazione e l’innovazione nonché con le disposizioni in materia di razionalizzazione delle spese pubbliche in vigore - per permetterne un graduale scorrimento parimenti all’avvicendarsi dei fisiologici turn-over pensionistici, al fine di evitare l’indizione di nuovi concorsi per il medesimo profilo che comporterebbero inutili oneri pubblici;- ad assumere iniziative per lo stanziamento di fondi necessari per completare l’organico di educatori previsti dalla pianta organica attualmente vigente presso il dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, considerato che lo sforzo economico da sostenere è annualmente molto esiguo, ma necessario per far funzionare meglio ed in modo più umano una branca importantissima del nostro sistema giustizia che non può più attendere;- a procedere all’alienazione di immobili ad uso penitenziario siti nei centri storici e alla costruzione di nuovi e moderni istituti penitenziari in altro sito;Esprimiamo, quindi, pieno compiacimento per l’importantissimo risultato raggiunto dall’On. Di Stanislao dell’Idv, il quale nella Sua circostanziata e approfondita mozione, ha dimostrato ancora una volta la Sua grande disponibilità e sensibilità verso tali problematiche, sapendo cogliere e far emergere sapientemente le necessità di questo delicato settore della nostra giustizia. Ringraziamo, inoltre, gli onorevoli Bernardini, Rao, Ferranti, Melis, Tidei, Vitali, Balzelli, Donadi, Paladini, Franceschini e tutti coloro che hanno appoggiato con voto favorevole le Loro mozioni, poiché di fronte a queste battaglie di umanità hanno saputo permeare il Loro impegno politico di quell’umanità e di quell’alto senso civico che rende capaci di abbandonare i colori politici e di volgere verso una proficua unità di intenti.Il Comitato vincitori e idonei del concorso per educatori penitenziari, intanto, continuerà a vigilare affinché tali doveri vengano rispettati e proseguirà nel suo lavoro di diffusione della necessità dell’intervento rieducativo e quindi sulla centralità della presenza degli educatori, ovvero di quella figura professionale che rappresenta il vero catalizzatore ed esecutore materiale del percorso rieducativo di un detenuto, percorso che rappresenta l’unica vera speranza di un sano reinserimento sociale di chi vive l’esperienza delle sbarre e che rappresenta uno dei più validi strumenti atti ad evitare quegli stati di inerzia, apatia, depressione, frustrazione, ansia, inadeguatezza che troppo spesso percorrono prepotentemente i corridoi lungo i quali si snodano le fila di quelle celle all’interno delle quali si consumano, quotidianamente, suicidi, abusi, violenze. Auspichiamo, quindi, che il Governo predisponga celermente tutti gli atti necessari ad ottemperare quanto detto e che questa stessa volontà continui ad animarne tutti i passaggi ad essi necessari, per poter, nei tempi strettamente necessari, cominciare ad affrontare concretamente e efficacemente l’ormai ingestibile emergenza creatasi.

Il Comitato vincitori e idonei del concorso per educatori penitenziari

venerdì 16 ottobre 2009

Angelino alfano,carcere,governo,detenuti,Rita Bernardini,Roberto Rao: prima parte dell'audizione del capo Dap Ionta in Commissione giustizia.

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COMMISSIONE II
GIUSTIZIA
Resoconto stenografico

AUDIZIONE


Seduta di mercoledì 7 ottobre 2009


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIULIA BONGIORNO

La seduta comincia alle 15,10.



Sulla pubblicità dei lavori.

PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso.
(Così rimane stabilito).


Audizione del capo del Dipartimento per l'Amministrazione penitenziaria, dottor Franco Ionta.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento, l'audizione del capo del Dipartimento per l'Amministrazione penitenziaria, dottor Franco Ionta.
Mi scuso di questo ritardo dovuto al precedente impegno presso la X Commissione; chi era presente ovviamente lo sa.
Siamo di fronte ad una audizione che personalmente ritengo particolarmente importante. Come sapete, su questo tema si sono già svolti, in questa Commissione, dei dibattiti in seguito alla presentazione di interrogazioni.
In termini di organizzazione della seduta, oggi il dottor Ionta svolgerà una relazione (tra l'altro, abbiamo dato in distribuzione alcuni dati forniti dal sottosegretario in risposta ad alcune interrogazioni, sempre sul tema delle carceri).
Ritengo che, dopo questa relazione, l'audizione non sarà breve (dipenderà delle domande che ci saranno). Molti di voi,
infatti, si sono iscritti a parlare - abbiamo avuto moltissime iscrizioni già in segreteria - e mi hanno detto di voler rivolgere più di una domanda. Pertanto, è ovvio che l'audizione non si concluderà oggi. Ho già chiesto al dottor Ionta la cortesia di tornare - richiesta che mi è stata accordata - per una seconda giornata in cui sarà a nostra disposizione. Vi sarà dunque la possibilità di intervenire in una successiva seduta. Ho ritenuto di dare questa informazione sull'organizzazione dei lavori, rispondendo ad una richiesta di chiarimento da parte dei colleghi. Oggi, quindi, si svolgerà la prima parte dell'audizione.
Do la parola al capo del Dipartimento per l'Amministrazione penitenziaria, dottor Franco Ionta per lo svolgimento della relazione.


FRANCO IONTA, Capo del Dipartimento per l'Amministrazione penitenziaria. Devo dire, invero, che presenterò una relazione breve. Preferisco esporre la situazione attuale, descrivere quali sono i provvedimenti che il Dipartimento intende prendere, o ha già preso, qual è sostanzialmente lo stato dell'arte; infine, raccogliere da questa Commissione dei suggerimenti, delle osservazioni che possono essermi particolarmente utili.
Innanzitutto, dunque, devo ringraziare la Commissione di questa audizione, perché mi dà la certezza della sensibilità della Commissione stessa circa il problema penitenziario, che è davvero importante e serio. Devo ricordare, inoltre, con grande favore, l'iniziativa parlamentare che si è verificata a cavallo di Ferragosto, che ha visto molti parlamentari visitare istituti penitenziari, dimostrando, anche in quella occasione, quanto sia importante il problema penitenziario nel nostro Paese, in un momento di grande difficoltà, anche dovute ai noti eventi che si sono succeduti.
Penso che si possa partire da questo dato: dal mio insediamento - che risale all'agosto dell'anno scorso - ad oggi, i detenuti sono aumentati di 9.600 unità e questa è una tendenza che però conferma un trend precedente. All'indomani dell'applicazione dell'indulto, infatti, quindi sostanzialmente dall'estate del 2006, la popolazione detenuta era scesa a circa 39 mila unità. In tre anni siamo arrivati attualmente a 64.600 detenuti. Sostanzialmente si tratta di poco meno di 30 mila detenuti che si sono andati ad aggiungere ai 39 mila dell'epoca dell'indulto. Questo è un primo dato che evidentemente deve far riflettere.
D'altra parte, non mi sembra che ci siano dei segnali che indichino una possibile inversione di questo trend, o almeno noi non abbiamo nessun indicatore che ci possa far pensare che questo possa avvenire. Questo è il primo punto di partenza sicuramente da tener presente.
Il secondo punto di partenza è che - facendo sempre riferimento ai dati di cui dispongo - il personale di polizia penitenziaria, secondo una dotazione organica datata al 2001, doveva essere intorno alle 45 mila unità. Attualmente noi sfioriamo quota 40 mila, quindi abbiamo circa 5.100 unità di polizia penitenziaria in meno rispetto alla dotazione organica che, però, voglio ricordarlo, è stata fissata nel 2001, quando, evidentemente, la popolazione italiana era di gran lunga inferiore, così come era di gran lunga inferiore la popolazione detenuta.
Nell'arco di questi sette o otto anni, noi abbiamo avuto, in sostanza, un depauperamento di circa 5 mila unità di personale di polizia penitenziaria a fronte dell'aumento di popolazione detenuta che vi ho in questo momento descritto.
Questi sono i due punti di riferimento fondamentali. È chiaro che, nel momento in cui ho assunto l'incarico di gestire questa difficile situazione, ho pensato - in accordo con il Governo e il Ministro della giustizia che, devo dire, è particolarmente sensibile ai problemi del penitenziario - che si dovesse fare qualcosa per fronteggiare questa situazione.
Dico subito che un paio di settimane fa ho partecipato a una conferenza internazionale a Edimburgo che aveva, significativamente, il titolo «Il sovraffollamento carcerario»; questo a testimonianza del fatto che il problema del sovraffollamento penitenziario non è soltanto italiano, ma è abbastanza comune agli altri Paesi.
Inoltre, voglio aggiungere che è cambiata la tipologia delle persone detenute. Al riguardo, ho portato qualche dato che posso mettere a disposizione del presidente della Commissione, sulla distribuzione per provenienza etnica delle persone detenute. A occhio, posso dire che circa 23-24 mila degli attuali quasi 65 mila detenuti sono stranieri. C'è, ovviamente, una ripartizione ulteriore per Paesi di provenienza tra i quali ve ne sono 7-8 che sono particolarmente rilevanti, come la Romania e l'Albania per quello che riguarda la sfera europea, e il Marocco, la Tunisia, l'Algeria e altri Paesi dell'Africa magrebina per quello che riguarda i Paesi extra europei.
Naturalmente, abbiamo poi un problema di differenziazione dei vari circuiti penitenziari; per certe tipologie di detenuti, infatti, vi sono un ingresso e un'uscita dal carcere molto veloci e questo, evidentemente, impedisce qualunque forma di trattamento penitenziario ai fini del recupero. Inoltre, ci sono persone che hanno difficoltà per quello che riguarda sia la religione, sia i costumi, sia l'alimentazione. C'è, quindi, una serie enorme di problematiche che sono riassumibili nel fatto che il 40 per cento della popolazione detenuta è straniera, con diverse religioni, costumi e abitudini di vita.


Un altro grande problema è rappresentato dalla gestione attuale della sanità. Come il Parlamento sa, c'è una legge che ha spostato le attività della sanità penitenziaria nella competenza della sanità pubblica, quindi sostanzialmente nella gestione delle aziende sanitarie locali. Questo comporta per noi diverse difficoltà: da una parte, ci sono una serie di tavoli tecnici con le regioni per stabilire concretamente questo passaggio; dall'altra parte - forse ancora più importante - accade che molte persone detenute vengano veicolate verso gli ospedali per poter essere sottoposte a visita, ma che pochissime di queste persone effettivamente vengano ricoverate. Naturalmente, questo va ad incidere fortemente su quelle che noi chiamiamo le traduzioni, ovvero lo spostamento dei detenuti dal carcere verso l'ospedale e ritorno.
Si è pensato, dunque, intanto, di implementare l'edilizia penitenziaria. Il Parlamento ha approvato la legge n. 14 del 2009 che, da un lato, con l'articolo 44-bis, mi ha conferito i poteri di commissario straordinario in relazione all'edilizia penitenziaria e, dall'altro, con una successiva disposizione, ha modificato parzialmente le finalità della Cassa delle ammende, istituita dalla legge n. 547 del 1932.
Faccio presente che la Cassa delle ammende è un ente giuridico autonomo dal Dipartimento, ma è presieduto dal capo del Dipartimento; ha un suo consiglio di amministrazione, un suo statuto e ha - o, meglio, aveva - una sua finalizzazione esclusiva, ovvero quella di finanziare progetti relativi al trattamento penitenziario, a favorire il lavoro e il recupero sociale delle persone detenute. Grazie a questa modifica, la Cassa delle ammende, oltre a questo, può finanziare progetti di edilizia penitenziaria.
In questo momento, la Cassa delle ammende ha una dotazione abbastanza importante, perché abbiamo circa 159 milioni di euro, che sono sostanzialmente spendibili a seconda dei progetti che poi verranno approvati. In questi giorni verrà approvato lo statuto che deve essere approvato con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro della giustizia, a cui ho fatto pervenire già la bozza dello statuto. Questo è uno strumento che mi serve per poter utilizzare la liquidità di cassa della Cassa delle ammende per un inizio del progetto di edilizia penitenziaria.
Naturalmente, i fatti della vita poi devono essere parametrati e calibrati in relazione al contesto in cui si inseriscono: questo succedeva intorno a febbraio di quest'anno. Successivamente, c'è stata - come è ovvio che tutti sappiano - l'esperienza de L'Aquila che ci ha fatto considerare che l'accelerazione determinata dalla legge n. 14 del 2009 sul commissario straordinario per l'edilizia penitenziaria potesse non essere sufficiente a stabilizzare il sistema penitenziario come noi cercheremo di fare. Quella, dunque, è una esperienza che noi vorremmo tentare di emulare, soprattutto per quanto riguarda le modalità e la tempistica delle costruzioni.
Come dicevo un attimo fa, infatti, il trend di implementazione della popolazione detenuta è tale che né i tempi normali necessari alle infrastrutture per le costruzioni, né i tempi anche accelerati del commissario straordinario probabilmente riescono a sopportare l'urto dell'afflusso costante e quotidiano della popolazione detenuta. Questo è più o meno il quadro della situazione.
Aggiungo che, in questo momento, il nostro Ministro della giustizia è a colloquio con il Ministro della giustizia francese; avrà nei prossimi giorni un incontro col Ministro della giustizia spagnolo e un incontro anche con il Parlamento europeo e la Commissione europea, perché c'è un problema molto serio, che riguarda la possibilità di influire e contribuire,anche sul piano economico, alla costruzione di carceri in Italia, perché ovviamente tutto il piano dell'edilizia penitenziaria, sia pure spalmato su più anni, ha dei costi che sono molto rilevanti.
Orientativamente posso dare una cifra, ancora da calibrare: ci muoviamo intorno a 1 miliardo e 600 milioni di euro circa, per creare tra i 17 e i 20 mila posti detentivi in più. Il tentativo, quindi, è di agire non in una fase di intervento immediato, ma per stabilizzare il sistema, perché noi immaginiamo che a un certo livello questo flusso di popolazione detenuta debba comunque cominciare ad assestarsi su delle cifre sostanzialmente accettabili. Questo è più o meno il panorama.
Naturalmente, occorrono risorse economiche, questo va da sé; occorre un'implementazione del personale perché, come dicevo, abbiamo una carenza veramente importante. Va da sé, inoltre, che debba essere accelerato il più possibile il piano dell'edilizia penitenziaria, che è l'unico sistema per poter allocare attualmente 65 mila persone; noi stimiamo che altri 20 mila posti dovrebbero servire per poter dimensionare l'intervento penitenziario rispetto al crimine e dunque alla produzione di carceri che questo comporta.
Questo, dunque, è più o meno il disegno che il Dipartimento e il Ministro della giustizia intendono perseguire: implementazione del personale, implementazione dei posti detentivi, miglioramento delle condizioni, deflazione delle grandi aree urbane e sviluppo dei rapporti internazionali per vedere se è possibile finalmente dare concretezza a una serie di accordi, che potrebbero portare anche molti detenuti stranieri a scontare la pena nei Paesi di provenienza. Su quest'ultimo punto cito due cifre: solo da Albania e Romania provengono
circa 6 mila persone detenute; questo per dare un'indicazione delle cifre rispetto ai 23-24 mila stranieri di cui dicevo all'inizio.
Naturalmente, non pretendo di avere esaurito il problema; dico solo che siamo alla vigilia e forse anche già dentro a una sfida molto difficile da sostenere, con una forte pressione - anche legittima - dal punto di vista sindacale e anche dal punto di vista dei garanti che, naturalmente, fanno giustamente rilevare una serie di condizioni detentive non sempre ottimali.
Da ultimo - questa forse è un'informazione che può essere utile - lo Stato italiano ha richiesto alla Grand Chamber di Strasburgo di rivedere la sua decisione sui diritti umani, perché noi riteniamo che ci siano margini per una modifica di quella decisione.


RITA BERNARDINI. Quella che ha accertato che una persona era stata detenuta in meno di tre metri quadrati?


FRANCO IONTA, Capo del Dipartimento per l'Amministrazione penitenziaria. Esatto, quella che ha accertato che una persona era stata detenuta in uno spazio inferiore a tre metri quadrati ed ha condotto a una condanna dell'Italia - simbolica ma significativa - al pagamento di mille euro come risarcimento per la detenzione in tale condizione di un cittadino straniero, per circa due mesi, nel carcere di Rebibbia.


PRESIDENTE. Adesso passerò la parola per i vari interventi. Credo che le faranno anche domande su questo famoso piano carceri del quale si parla; non so se si possa anticipare qualcosa o meno, lo valuterà lei stesso di volta in volta.
Vi ricordo che alle 15,45 dobbiamo sospendere. Poi ci metteremo d'accordo per il prossimo incontro.


Do la parola ai colleghi che intendano porre quesiti o formulare osservazioni.


PIETRO TIDEI. Da quello che ha esposto risulterebbe che dal 2008 a oggi si siano raggiunti notevoli risultati a seguito dell'adozione del cosiddetto piano carceri. Tuttavia, dalle numerose testimonianze in nostro possesso, risulta che - soprattutto in quest'ultimo periodo - la situazione è di molto peggiorata nelle carceri italiane. Non solo per il sovraffollamento; forse saremo sulla strada del miglioramento, ma abbiamo alcuni esempi che a mio giudizio gridano vendetta.
Le porto un solo esempio: il carcere circondariale di Civitavecchia ha subito interventi, per recuperare circa centottanta posti nuovi, di oltre quattro milioni di euro. Per completare i lavori mancano, da anni, 270 mila euro,; pertanto, abbiamo centottanta posti non disponibili per la mancanza di un semplice stanziamento di 270 mila euro. Mi sembra che questo non sia un miglioramento, né che la strada sia quella giusta.
Per quanto riguarda l'assistenza sanitaria, giustamente lei diceva che nel passaggio da quella penitenziaria a quella ordinaria, gestita dalle ASL, la situazione è molto peggiorata. Io porto l'esempio del Lazio. Le ASL del Lazio, purtroppo, a causa di debiti che abbiamo ricevuto dalle precedenti amministrazioni, pari a circa 10 miliardi di euro, sono sottofinanziate. In una situazione simile, le risorse di fatto finiscono per essere sottratte all'assistenza sanitaria nelle carceri.
Questo diventa preoccupante; alcuni direttori generali coi quali ho avuto modo di parlare mi hanno riferito che se non hanno soldi e risorse per dare assistenza ai loro ospedali, per far funzione i loro servizi essenziali, difficilmente poi possono fare una scelta prioritaria all'interno delle carceri. C'è quindi una enorme difficoltà.
Vorrei sapere, allora, concretamente, come pensa di risolvere questa situazione che, a mio giudizio, sta assumendo, in questi giorni, soprattutto in alcune carceri laziali, una dimensione drammatica.


RITA BERNARDINI. Signor presidente, innanzitutto vorrei chiedere al dottor Ionta se il suo piano è stato presentato al Consiglio dei ministri e se da questo è stato approvato. Inoltre vorrei sapere se il piano ha qualcosa a che spartire con quello che alcuni giorni fa il Presidente del Consiglio dei ministri, Silvio Berlusconi, ha presentato alla stampa, parlando di 20 mila nuovi posti nelle carceri, anche attraverso la dismissione dei vecchi edifici, nei quali vorrebbe installare hotel e supermarket: ad esempio, «Supermarket Regina Coeli» o «Hotel San Vittore». Grazie ai soldi ricavati, questa operazione di dismissione dei vecchi edifici si tradurrebbe in una fonte di finanziamento - o almeno una parvenza di finanziamento - per la costruzione di nuove carceri.
A parte questo chiarimento, il problema, a mio avviso, è che in realtà, se anche il Governo riuscisse a realizzare 20 mila posti alla fine del prossimo anno - impresa che è praticamente impossibile - le carceri italiane rimarrebbero ugualmente illegali, perché siamo proprio ben lontani non solo dalla capacità regolamentare, ma anche fuori da quella che voi chiamate capacità tollerata, tollerata non sappiamo poi da chi, perché i detenuti che vivono in quelle condizioni hanno ben poche speranze.
Io ho fatto un po' di conti. Considerato l'aumento - lei ci ha parlato di 9.600 presenze in più dall'agosto dell'anno scorso ad oggi - della popolazione detenuta, considerati i posti che si verrebbero a perdere con la proposta di Berlusconi, praticamente anche se realizzaste i 20 mila posti in più, ci troveremmo esattamente nella stessa condizione di illegalità.

A questo dobbiamo aggiungere - lei lo ha ricordato - la situazione del personale: molti degli agenti stanno per andare in pensione, quindi il numero che ha indicato, di 5 mila unità mancanti, aumenterà ulteriormente. Aggiungiamo, infine, la carenza degli educatori e degli psicologi, e tutto questo spiega perché la situazione sta diventando veramente insostenibile.
Del resto, mi perdoni, dottor Ionta, ma io credo che ci sia un po' di reticenza da parte del DAP sui suicidi in carcere: ieri ci è stato detto dal sottosegretario Caliendo che erano trentasei; l'associazione Ristretti orizzonti ne aveva contati cinquantasei, cioè ben venti di più; li trova sui giornali, questi suicidi. La gente si uccide perché è esasperata.
L'ultima questione - avrei molte altre domande da porre ma voglio contenermi - riguarda la questione della Cassa delle ammende. Le voglio ricordare che vi è stata una certa delusione nata dal modifica che voi avete fatto alla legge che stabiliva la destinazione di questi denari. Peraltro, noi radicali ci vantiamo di averli sbloccati; per anni, infatti, la Cassa delle ammende aveva un tesoretto che veniva tenuto da una parte - non so cosa ci comprassero - mentre quei denari, da parte dell'istituzione devono essere destinati al reinserimento sociale dei detenuti.
Voi avete approvato una legge per la quale, invece, una parte di questi denari - non sappiamo quanto - può essere spesa anche per costruire nuove carceri. Io, però, da lei mi attendo anche una risposta sull'altro fronte. In primo luogo, vorrei sapere quanta parte di questi 160 milioni di euro saranno destinati alla costruzione di nuove carceri; inoltre, vorrei sapere come, finalmente, abbiate - spero - deciso di far funzionare secondo il suo compito istituzionale la Cassa delle ammende, tenendo presente che c'è anche un ordine del giorno a mia firma che vi ha sollecitato a questo.

MANLIO CONTENTO. Partirò da alcune domande. La prima riguarda i criteri che i suoi uffici hanno scelto per stabilire le priorità dello schema di piano che è, immagino, all'attenzione del Consiglio dei Ministri.
La seconda domanda è per sapere quali criticità lei ha rilevato nel procedimento di realizzazione e costruzione degli istituti carcerari, con riferimento ai tempi di realizzazione e, naturalmente, alle fasi procedurali previste dalle disposizioni vigenti.
In terzo luogo, le chiedo se non ritenga che i criteri in esame, in particolare anche quelli costruttivi, debbano guidare la scelta nella realizzazione dei nuovi istituti, per evitare di ragionare - come si è sempre fatto fino ad ora e spero non si continui a fare - con un riferimento quasi a specchio tra numero dei detenuti, posti disponibili e ampliamenti conseguenti.
Mi spiego meglio. Il richiamo che lei ha fatto alla pianta organica rispetto ai detenuti esprime esattamente la filosofia fallimentare che è stata seguita in tutti questi anni nella gestione di questo problema, perché si è sempre immaginato un certo rapporto tra detenuti presenti e dipendenti che fanno parte del corpo di Polizia penitenziaria. Ora, sulla base di quello che accade in altri Paesi, sappiamo che ci sono progetti di realizzazione che consentono una sorveglianza dei detenuti - in alcuni casi anche privata - con un numero di personale inferiore rispetto a quelli a cui siamo abituati.
Tornerò in un secondo momento sulla bozza di piano, perché io non la conosco - o, se preferisce, faccio finta di non conoscerla, visto che è stata pubblicata su internet - e su essa verterà l'ultima domanda che le rivolgerò. Prima, gradirei, invece, sapere quali indicazioni sono state date nella citata
direzione per modificare la progettazione oltre che i sistemi di procedura, perché a una progettazione più efficiente può conseguire un numero di dipendenti inferiore.
Porto un esempio che lei conosce perché gliene ho parlato: il carcere di Pordenone. È evidente che la dotazione di personale astrattamente potrebbe risultare inferiore rispetto ad un ampliamento dei posti disponibili; tuttavia, se io riuscissi a immaginare una progettazione che recupera - in termini di sorveglianza e quindi anche in termini di efficienza - la presenza dei dipendenti, probabilmente quel rapporto fra unità di detenuti che si trovano in carcere e unità di personale potrebbe essere rivisto al ribasso. Non le dico che sarebbero sufficienti gli stessi uomini e non mi permetto di dirlo; ma sicuramente quel rapporto non sarebbe quello che attualmente, purtroppo, permane da decenni.
Ho, infine, alcune ulteriori richieste. Lei ha fatto riferimento ai dipendenti in servizio nel 2001; gradirei, se - come immagino - è nella disponibilità del Dipartimento, che ci venisse fornito il numero dei detenuti presenti e il numero dei dipendenti di polizia penitenziaria dal 2001 fino ad oggi. Se non ricordo male, infatti, tranne rare eccezioni, credo che ci siano stati i tagli riferiti alle varie finanziarie, ma che il comparto di polizia penitenziaria, come altri comparti di sicurezza, ne abbia risentito in misura minore; non credo, dunque, che ci sia una perdita di migliaia e migliaia di unità dal 2000 fino al 2008. Può darsi che mi sbagli; i dati che ci fornirà lo confermeranno.
Le chiederei anche, però, se il Dipartimento dispone, oltre che di questi numeri generali, dei rapporti detenuti/personale di Polizia penitenziaria che ci sono tra singoli istituti. Un conto, infatti, è disporre di un numero generale all'interno del quale si confrontano 64.600 detenuti con circa 40 mila
dipendenti di Polizia penitenziaria; altra cosa è sapere, istituto per istituto, qual è il numero medio dei detenuti e quale il numero dei dipendenti in servizio. Sono, infatti, convinto che ne vedremmo delle belle, se avessimo una specie di rappresentazione geografica per istituto, in relazione a questo aspetto.
L'altra questione è relativa ai trasferimenti: quanti trasferimenti sono avvenuti tra il 2000 e il 2008 - o nei periodi dei quali lei dispone di dati - di dipendenti presenti in alcuni istituti carcerari e mandati in zone dove magari c'era una carenza di dipendenti di polizia penitenziaria?
Lo chiedo questo perché un altro degli aspetti che ho potuto rilevare è un paradosso a cui facevo riferimento: poiché non si può trasferire nessuno, in alcuni istituti dove il rapporto tra detenuti e personale carcerario è più alto, rimangono grossomodo in servizio gli stessi; dove il personale manca, si chiede di rafforzare la presenza dei dipendenti, magari con nuovi concorsi e aumentando la spesa pubblica. Vorrei sapere, quindi, se ogni tanto riusciamo, con accordi sindacali, a trasferire qualcuno.
Un ulteriore dato che le chiedo è quello del costo giornaliero di ciascun detenuto. So che ci sono tipologie diverse, ma vorrei sapere il costo nella media. Un'altra domanda correlata a questa riguarda quanti detenuti sono stati trasferiti in base ad accordi già vigenti, che mi risulta ci siano, in carceri estere (immagino che sarà forse qualche unità). In secondo luogo, le chiedo se è possibile utilizzare, a parità di spesa, i soldi che noi stanziamo per i detenuti che stanno in carcere in Italia, per favorire il trasferimento in carceri estere. Immagino che un detenuto da noi, come negli stabilimenti ospedalieri costi quantomeno un 30, 40, 50 per cento rispetto a quanto costa nei luoghi di origine - forse in Albania il rapporto è anche
maggiore -. È possibile, dunque, immaginare, per «forzare» o rendere più facile questo trasferimento, la possibilità che si utilizzino queste risorse che già in bilancio ci sono, per favorire il trasferimento?
L'ultima questione su cui volevo intrattenerla riguarda il numero dei detenuti che risultano, in conseguenza del processo di espulsione da parte della magistratura, inviati ai loro Paesi di origine; questo è un altro dato che mi incuriosisce molto.
Concludo - non sorrida per quello che dirò - con una domanda sul tema «carceri e Striscia la notizia». Ho visto che nel prospetto del Dipartimento che ci ha mandato si fa riferimento anche alla ristrutturazione di alcune carceri per reperire questi posti mancanti. Io ho visto, credo come lei, dei servizi che sono stati avviati dalla televisione privata, ripresi poi anche dalla televisione pubblica, in cui si vedono questi istituti carcerari, realizzati coi soldi dei contribuenti italiani, completamente in stato di abbandono. Ora, nessuno di noi ha mai saputo, se non genericamente, per quali ragioni questi non siano utilizzabili. Si dirà che non rispettano i numeri di metri quadrati che devono essere previsti e via dicendo. Certo è che forse sarebbe utile un censimento per vedere se, prima di andare ad intervenire in una caserma, sia possibile, con risorse magari analoghe, mettere a norma questi istituti che sono lasciati cadere e gridano vendetta al cospetto di Dio. Nessuno ha mai risposto a questa Commissione in relazione a questo aspetto; ci hanno sempre detto che non si possono utilizzare e quando abbiamo chiesto perché, nessuno ha saputo dirne il motivo, con riferimento ad ogni singolo istituto.
L'ultima domanda è una battuta, dottor Ionta: lei è stato correttissimo con me, e giustamente ha detto di non poter fornire copia del piano carceri perché, come sappiamo, finché non ci sarà l'approvazione non si potrà avere. Io però l'ho trovato su internet, perché qualcuno ce l'ha messo. Siccome non può che essere uscito dai suoi uffici, dottor Ionta, le chiedo se non le sembri abbastanza singolare che io abbia reperito attraverso internet un documento come quello, perché qualcuno lo aveva e ne disponeva.
È una situazione paradossale, perché se noi avessimo avuto questo testo, che io fingo di non avere, forse avremmo potuto collaborare molto di più con lei dicendo che molti di questi concetti che io ho sollevato non sono presenti nella scelta che ha guidato l'indicazione degli istituti. Io non so se i miei criteri possano aiutare; può darsi che non sia così, ma mi dispiace che quello che era stato oggetto anche di un intervento quando venne in Commissione il Ministro della Giustizia non sia stato neanche minimamente tenuto in considerazione.


PRESIDENTE. Devo consentire un ultimo intervento, perché ormai lo avevo annunciato.


ROBERTO RAO. La ringrazio, signor presidente. Mi rifaccio a quanto era stato detto in precedenza da alcuni colleghi, ma sarò molto breve.
È chiaro che il discorso del piano carceri è quello fondamentale. A questo tema potremmo dedicare tutta l'audizione, perché è la questione principale.
Per quanto riguarda l'assistenza sanitaria, sappiamo che questa è passata alle ASL; tuttavia, ci sono dei casi particolari, come ad esempio la Sardegna ho visitato il carcere di Cagliari questa estate -, ed eventualmente altre regioni, dove non è così.


FRANCO IONTA, Capo del Dipartimento per l'Amministrazione penitenziaria. Sono tutte quelle a statuto speciale, onorevole.


ROBERTO RAO. Sono tutte e cinque, quindi, dove l'assistenza sanitaria ancora grava sulla vostra amministrazione. Le chiedo, dunque, quali sono le risorse disponibili - perché in Sardegna le risorse erano completamente esaurite - e qual è la situazione delle carceri nelle altre regioni a statuto speciale.
Vengo alla questione che riguarda educatori e psicologi vincitori di concorsi: anche su questo c'è un rimpallo con la regione Sardegna. È una questione annosa, ma volevo un suo punto di vista, perché sappiamo che la presenza degli educatore e degli psicologi, per quanto riguarda le carceri, fa parte di quel percorso di assistenza e riabilitazione senza il quale il carcere diventa un elemento e un luogo dove si peggiora psicologicamente e dal quale non si esce sicuramente migliori.
Delle priorità per il piano carceri abbiamo già detto così come abbiamo ricordato la questione dell'organico della Polizia penitenziaria; ebbene, le chiedo se tra le sue competenze e per quanto riguarda i metodi alternativi per scontare la pena ci fosse qualche studio al momento di cui lei fosse a conoscenza - ed eventualmente a quale stadio fosse - sul braccialetto elettronico e sulla possibilità di far scontare la pena ai detenuti tossicodipendenti nelle comunità terapeutiche.


PRESIDENTE. Grazie a tutti, il seguito dell'audizione si svolgerà secondo l'ordine degli interventi che fino ad ora è stato «cristallizzato». Non credo che si potrà proseguire nella giornata di domani, anche perché il dottor Ionta mi fa presente che i dati richiesti per allora non sarebbero disponibili. Pertanto, ritengo che il seguito degli interventi e la replica del dottor Ionta avranno luogo la prossima settimana.
Rinvio il seguito dell'audizione ad altra seduta.


La seduta termina alle 15,45.