Continuate a firmare e far firmare la nostra petizione per la presentazione al parlamento. Clicca sul rettangolo

Sign for Aiutaci a garantire l'effettiva applicazione dell'art. 27 Cost.(funzione rieducativa della pena)

Mercoledi',23 Marzo 2011: interrogazioni per l'assunzione degli educatori penitenziari

Mercoledi',23 Marzo 2011,

(rinvio del 16 Marzo 2011)

in commissione giustizia discussione delle interrogazioni orali per l'assunzione degli educatori penitenziari.


5-04298 Cassinelli: Sull’iter del concorso pubblico per educatore penitenziario


5-04314 Ferranti: Questioni relative all’assunzione dei vincitori del concorso per educatore penitenziario




Per leggere il testo delle interrogazioni vai su news giornaliere o etichetta interrogazioni parlamentari




Carceri:necessario assumere educatori,assistenti e psicologi.

26 agosto 2010



Giustizia: Bernardini (Radicali); basta morti in carcere, varare in fretta misure deflattive



“Il tempo dell’illegalità e dell’inciviltà carceraria italiana è scandito ad un ritmo impressionante dalle morti, dai suicidi. Dico al Governo e ai miei colleghi parlamentari che così numerosi hanno partecipato all’iniziativa del Ferragosto in carcere, che occorre fare in fretta a varare, intanto, misure adeguate a decongestionare la sovrappopolazione carceraria”. Lo afferma Rita Bernardini, deputata Radicale, membro della Commissione Giustizia della Camera, dopo la morte di un detenuto a Sulmona. “Il disegno di legge Alfano - così come svuotato dalla Commissione Giustizia della Camera - non serve a spegnere l’incendio di disperazione e di morte che sta divampando - prosegue.Affidare infatti ai Tribunali di sorveglianza la valutazione della pericolosità sociale e l’idoneità del domicilio per consentire di scontare ai domiciliari pene residue sotto i 12 mesi, significa paralizzare tutto: la valutazione arriverà troppo tardi! Si dia ai direttori degli istituti penitenziari questo compito che saprebbero fare meglio e più in fretta dei magistrati di sorveglianza. Ridimensionata almeno un po’ la popolazione detenuta, occorre immediatamente riformare il sistema come previsto dalle mozioni approvate in gennaio dalle aule di Montecitorio e di Palazzo Madama a partire dallo stop all’uso indiscriminato della carcerazione preventiva e alla depenalizzazione dei reati minori, per arrivare alle misure e pene alternative che si rivelano molto più efficaci del carcere ai fini della rieducazione e del reinserimento sociale, all’adeguamento degli organici penitenziari (agenti, educatori, psicologi, assistenti sociali), alle possibilità di lavoro per i detenuti, agli istituti di custodia attenuata dove i tossicodipendenti possano curarsi”.





5 luglio 2010





Carceri: Favi, "Bene Tg2, condizioni indegne per detenuti e lavoratori"



Dichiarazione di Sandro Favi responsabile Carceri del Partito Democratico



L’inchiesta del Tg2 sulla drammatica situazione delle nostre carceri evidenzia ciò che il Partito Democratico denuncia da mesi, e cioè condizioni di vita per i detenuti e per i lavoratori penitenziari del tutto indegne. Quelle viste all’Ucciardone sono situazioni che in realtà riguardano la stragrande maggioranza delle carceri italiane. Le morti in carcere e gli atti di autolesionismo sono segnali inequivocabili: occorre attuare da subito politiche penitenziarie che decongestionino gli istituti. È assolutamente necessario investire sulle misure alternative alla detenzione e sull’aumento di agenti di polizia penitenziaria, di educatori, di assistenti sociali e psicologi.



Finora il ministro Alfano e il direttore delle carceri Ionta hanno saputo solo ipotizzare un piano carceri che avrà lunghissimi tempi di realizzazione e che non inciderà minimamente per un miglioramento della situazione nell’immediato.



Così non va.









Lettere: senza assunzione personale educativo il ddl Alfano è inutile





Comunicato stampa, 29 maggio 2010





Ai deputati di commissione bilancio



e giustizia camera









Al sottosegretario



On. Caliendo









Al sottosegretario



On. Giorgetti Alberti







Egregi Onorevoli,



dopo aver appreso la notizia sul parere negativo della Commissione Bilancio sugli artt. 2 quater e 2 sexies del Ddl Alfano questo Comitato ritiene necessario porre alla Vostra attenzione alcune osservazioni. L’eliminazione dell’articolo aggiuntivo Schirru 2.060 svuoterebbe di significato il Ddl Alfano riducendolo ad una imago sine re.



L’investimento in risorse umane è propedeutico alla concreta materializzazione della normativa contenuta nel provvedimento. Secondo quanto enunciato dall’art. 1 comma 3 del Ddl. il magistrato di sorveglianza decide sulla base della relazione inviatagli dall’istituto penitenziario.



Alla luce della normativa penitenziaria è l’educatore colui che osserva il comportamento del detenuto e provvede alla stesura della relazione di sintesi, cioè di quella relazione di cui si servirà il magistrato di sorveglianza per la decisione finale sulla misura alternativa.



Senza l’incremento di ulteriori unità di personale pedagogico la situazione del sovraffollamento carcerario non potrà mai essere risolta né tantomeno potrà trovare risoluzione la drammatica condizione in cui versano le carceri italiane.



Pochi educatori significa poche relazioni da inviare al magistrato di sorveglianza. Pochi educatori significa impossibilità di fare il trattamento. Pochi educatori significa stasi della concessione di misure alternative. L’eliminazione dell’articolo aggiuntivo Schirru creerebbe un vero e proprio effetto boomerang che provocherebbe la totale paralisi del Ddl Alfano.



La Commissione Giustizia dopo aver preso atto della grave situazione di disagio in cui versano le carceri italiani ha dato voce all’articolo 27 della Costituzione decidendo di investire su quello che già nel Settecento Beccaria definiva “il più sicuro mezzo di prevenire i delitti” ossia l’educazione.



L’approvazione dell’articolo aggiuntivo che esclude il Dap dalla riduzione della pianta organica e dal blocco delle assunzioni costituisce una vera e propria presa di coscienza dell’assunto secondo il quale non può esserci alcun miglioramento delle condizioni di detenzione senza l’investimento in risorse umane.



Si evidenzia inoltre che l’emendamento è già stato “riformulato” originariamente infatti prevedeva l’obbligo per il governo,dopo l’invio della relazione per l’adeguamento della pianta organica, di predisporre entro 2 mesi un piano straordinario di assunzioni.



La totale eliminazione di questo emendamento volto alla concreta applicazione della misura alternativa sulla quale questo Governo intende puntare per risolvere il dramma del pianeta carcere renderebbe inutile l’approvazione di un Ddl che non riuscirebbe mai ad essere attuato.



Ci sarebbe infatti una vera e propria antinomia tra norma e realtà. La realtà è che la situazione carceraria italiana è drammatica e preoccupante.



I continui suicidi in carcere sono da porre in relazione con le insopportabili condizioni di disagio in cui vivono i reclusi delle carceri italiane alla carenza di trattamento e attività rieducative e alla mancata assistenza psicologica dovuta alla cronica carenza di personale educativo



Ebbene, l’Italia, Paese democratico, è stata condannata dalla Cedu per trattamento degradante e disumano. A tale situazione va data una risposta concreta, soprattutto se si considera che il bilancio dello stato potrebbe essere aggravato dalle condanne della Cedu (Sic!).



Inoltre non si comprende come la crisi riguardi solo le risorse umane e non anche lo stanziamento dei fondi per l’edilizia penitenziaria ,infatti, una volta costruite nuove carceri queste rimarranno inutilizzate (Sic!) Un esempio è fornito dal carcere di Agrigento e dal carcere di Rieti, a Pinerolo inoltre, c’è un carcere vuoto da 10 anni ma è già stata individuata un’area per costruir un nuovo carcere (fonte Girodivite).



Per un provvedimento importante, come quello in esame, che punta sulla rieducazione e sul recupero del reo, occorre assumersi delle responsabilità serie, perché l’incremento del personale pedagogico rappresenta il sine qua non della correlazione legge - realtà.



Ancora una volta si evidenzia inoltre che il “decantato” vulnus di copertura finanziaria può essere sanato attingendo dai fondi della Cassa delle Ammende che secondo quanto disposto dall’art 129 III comma del Dpr 30 giugno 2000, n. 230, devono essere destinati ai programmi che tendono a favorire il reinserimento sociale dei detenuti e degli internati anche nella fase di esecuzione di misure alternative alla detenzione”e non all’edilizia penitenziaria (Sic!) . Qualora il Governo non intenda attingere i fondi necessari dalla cassa delle Ammende potrebbe ricavarli dai fondi del Fug, visto che il Presidente del Consiglio dei Ministri ha firmato il decreto che assegna per la prima volta le quote delle risorse sequestrate alla mafia e i proventi derivanti dai beni confiscati al Fondo Unico Giustizia (Fug), nella misura del 50 per cento al Ministero dell’Interno e del 50 per cento al Ministero della Giustizia. Attingendo i fondi o dalla cassa delle Ammende o dal Fug non vi sarebbe alcun onere aggiuntivo in quanto gli stessi sono già previsti in bilancio.



Per le ragioni suesposte riteniamo che l’emendamento presentato dall’On. Donatella Ferranti e Schirru sia una vera proposta “bipartisan” che deve, necessariamente,trovare accoglimento così come è stato approvato in Commissione Giustizia.



Riteniamo altresì che il governo, dopo aver provveduto all’adeguamento della pianta organica anche in relazione alla popolazione detenuta ( quasi 70mila detenuti) debba predisporre un piano straordinario di assunzioni di educatori penitenziari da attingersi dalla vigente graduatoria del concorso pubblico per esami a 397 posti nel profilo professionale di Educatore, Area C, posizione economica C1, indetto con Pdg 21 novembre 2003.



Una scelta in tal senso rappresenterebbe la chiave di volta per un chiaro e ben preciso impegno di responsabilità affinché la drammatica situazione che affligge il pianeta carcere possa finalmente essere risolta. Per tali ragioni auspichiamo che tutta la commissione bilancio della camera e il sottosegretario Alberto Giorgetti facciano una seria e proficua riflessione riconoscendo l’importanza ai fini dell’attuazione del Ddl in esame dell’emendamento Schirru 2.060.





FERRANTI SU DDL CARCERI,OTTENUTO ANCHE AMPLIAMENTO ORGANICO EDUCATORI PENITENZIARI.

Donatella Ferranti,PD:piano programmato di assunzioni del personale degli educatori.

Governo favorevole a emendamenti Pd per potenziamento personale penitenziario:piano programmato di assunzioni, per l`adeguamento degli organici del personale di Polizia penitenziaria, degli educatori, degli assistenti sociali e degli psicologi.


18 maggio 2010


La commissione Giustizia della Camera ha cominciato a votare gli emendamenti presentati al ddl carceri e il Governo ha dato parere favorevole alle proposte di modifica del Pd che prevedevano il potenziamento del personale civile e amministrativo penitenziario (psicologi, educatori, ecc) e l’adeguamento delle piante organiche di carabinieri e polizia in funzione del nuovo impegno che dovranno svolgere per vigilare sui detenuti che trascorreranno agli arresti domiciliari l’ultimo periodo della loro detenzione. Il capogruppo del Pd in commissione giustizia, Donatella Ferranti, ha espresso soddisfazione per questo parere favorevole del Governo augurandosi che alla fine l’emendamento venga approvato.



Pd: nostre proposte sono su linea indicata da Napolitano

“Il Pd è pronto” a rispondere al monito del presidente della Repubblica sulla necessità di risolvere il sovraffollamento delle carceri e “a fare la propria parte”. Per questo, annuncia Sandro Favi, responsabile Carceri dei democratici, “nei prossimi giorni il nostro partito presenterà proposte su questi temi, in un quadro di sistema e in continuità e sviluppo delle mozioni approvate dal Parlamento già nei primi mesi di quest`anno”.

“Proporremo - spiega Favi - che si proceda alla revisione del codice penale, che vengano riviste le norme che determinano l`alta incidenza di imputati in custodia cautelare in carcere e quelle sul trattamento penale dei tossicodipendenti, che siano ampliate le opportunità di accesso alle misure alternative alla detenzione. Chiederemo inoltre al Governo - prosegue - un piano programmato di assunzioni, per l`adeguamento degli organici del personale di Polizia penitenziaria, degli educatori, degli assistenti sociali e degli psicologi, nonché gli indispensabili stanziamenti ed investimenti per ripristinare la corretta funzionalità ed operatività dei servizi e delle strutture”.

“Il Partito Democratico - conclude l’esponente del Pd - rinnova la stima e la fiducia degli appartenenti al Corpo di polizia penitenziaria e l`apprezzamento verso i dirigenti dell`Amministrazione penitenziaria, verso le professionalità socio-educative, sanitarie, amministrative e tecniche che, in questa fase difficile, dimostrano il proprio impegno con alto senso di umanità e qualificate competenze”.

Ferranti: "Iter rapido? Vediamo atteggiamento maggioranza su nostre proposte"

Carceri: Pd, "Testo migliorato in commissione, ma serve uno sforzo in più" Ferranti: "Iter rapido? Vediamo atteggiamento maggioranza su nostre proposte"

“Lo stralcio della messa in prova consentirà di esaminare rapidamente il provvedimento sulla detenzione domiciliare”. Lo dichiara la capogruppo del Pd nella commissione Giustizia della Camera, Donatella Ferranti facendo notare come ‘la messa in prova non riguardava la popolazione carceraria e quindi non avrebbe avuto effetti sul grave stato di sovraffollamento delle carceri italiane. In ogni caso – sottolinea la democratica – il voto di oggi conferma il nostro giudizio negativo sul testo uscito dal consiglio dei ministri che era confuso ed inefficace anche perché privo di qualsiasi copertura finanziaria. Stiamo adesso valutando se aderire o meno alla richiesta di un voto in sede legislativa sul testo modificato nel corso dei lavori in commissione. La nostra disponibilità dipenderà anche dall’atteggiamento della maggioranza sulle nostre ulteriori proposte di modifica. In particolare: la tutela delle vittime di violenza domestica, il rafforzamento del personale di polizia (non solo quella penitenziaria) e del personale del comparto civile dell’amministrazione penitenziaria(educatori e psicologi)”.


Proposta emendativa 8.01.


Dopo l'articolo 8 inserire il seguente:


«Art. 8-bis. - 1. Entro centottanta giorni dall'entrata in vigore della presente legge, il Ministro della Giustizia, sentiti i Ministri dell'interno e della funzione pubblica, riferisce alle competenti Commissioni parlamentari in merito alle necessità di adeguamento numerico e professionale della pianta organica del Corpo di Polizia penitenziaria e del personale del comparto civile del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria anche in relazione all'entità numerica della popolazione carceraria e al numero dei posti esistenti e programmati.

2. A tal fine il Governo presenta al Parlamento entro i successivi novanta giorni un apposito piano straordinario di assunzioni di nuove unità specificandone i tempi di attuazione e le modalità di finanziamento.».
Ferranti Donatella, Schirru Amalia, Samperi Marilena, Amici Sesa



Proposta emendativa 8.03.

Dopo l'articolo 8 inserire il seguente:


«Art. 8-bis. - 1. Al comma 8-quinquies, della legge n. 26 del 2010, dopo le parole Il Corpo della Polizia penitenziaria, sono inserite le seguenti il personale del comparto civile del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria,».
Schirru Amalia, Ferranti Donatella, Samperi Marilena, Amici Sesa



28-04-10


Dopo l'ennesimo suicidio in carcere (23 dall'inizio dell'anno), nel penitenziario di Castrogno, a Teramo, il parlamentare dell'IdV, Augusto Di Stanislao, ribadisce la necessita' di interventi diretti ed immediati da parte del Governo. ''Non e' piu' ammissibile - afferma il deputato IdV - una tale situazione di completa incapacita' da parte del Governo di affrontare concretamente le problematiche delle carceri in Italia''. Di Stanislao ricorda che ''dopo varie visite presso il carcere di Castrogno e altrettante interrogazioni ad Alfano, dopo una mozione a mia prima firma approvata all'unanimita', con la quale anche la maggioranza si e' impegnata in una serie di iniziative atte a risollevare una drammatica realta' focalizzando l'attenzione sul sovraffollamento e sulla carenza di personale penitenziario e di educatori, dopo l'annuncio dell'emergenza carceri di Alfano e del fantomatico piano carceri, dopo continue denunce e sollecitazioni dei sindacati sulla necessita' di intervenire sulle strutture, sugli organici, siamo ancora di fronte ad una situazione insostenibile e all'emergenza soluzioni''. ''Ho presentato da tempo - conclude Di Stanislao - una proposta di legge per istituire una Commissione d'inchiesta parlamentare sulla situazione delle carceri in Italia che, ora piu' che mai, diventa fondamentale per dare risposte e soluzioni ai molteplici problemi e disagi dell'intero mondo penitenziario''.




Di Stanislao:il ministro tace sulle assunzioni degli educatori,riferisca in parlamento.

“E’ giusta l’assunzione di 2.000 agenti così come evidenziato da Sarno, Segretario generale Uil Pa Penitenziari, per garantire il turnover e quindi supplire la carenza del personale di polizia penitenziaria, ma vi è una colpevole dimenticanza da parte del Ministro quando tace sulla necessità di garantire la presenza degli educatori così come previsto nella Mozione IdV approvata all’unanimità dal Parlamento.” Queste le parole dell’On. Di Stanislao che prosegue: “Non vorremmo che questo impegno del Ministro si focalizzi esclusivamente sull’edilizia carceraria e altresì non vorremmo che dietro la parola magica “stato di emergenza” si celi il grimaldello per ridare vita ad una ” Carceri d’oro 2″ che in barba alla procedure di appalti e alla trasparenza abbiano buon gioco, piuttosto che la pubblica utilità e l’urgenza, i furbetti delle sponsorizzazioni. Si segnala al Ministro, nel frattempo, che in Italia vi sono 40 penitenziari incompiuti ed inutilizzati in un Paese che ne ha 171 in tutto e nel Piano Carceri presentato non c’è cenno di recupero di questo patrimonio. Chiedo che il Ministro venga, così come richiesto in Aula, a riferire in Parlamento sugli impegni presi in relazione ai tempi e modi e risorse da impiegare. Nel frattempo con due distinte interrogazioni chiedo al Ministro quale modello di recupero intenda mettere in campo visto che non si parla assolutamente di assumere gli educatori e cosa intenda fare per i 40 penitenziari incompiuti.”


16 Marzo 2010:interrogazione a risposta in Commissione su assunzione idonei educatori penitenziari

Convocazione della II Commissione (Giustizia)

Martedì 16 marzo 2010

Ore 13.45

5-02550 Ferranti: In relazione all’assunzione di educatori penitenziari


Interrogazione a risposta in Commissione:

FERRANTI, MELIS, TIDEI e SAMPERI.



- Al Ministro della giustizia.

- Per sapere

- premesso che:

il 17 febbraio 2010 il Sottosegretario per la giustizia Caliendo è intervenuto in Senato sul tema dell'assunzione degli educatori penitenziari reclutati tramite il concorso pubblico per esami a 397 posti nel profilo professionale di educatore, area C, posizione economica C1, indetto con PDG 21 novembre 2003;

nel corso della succitata seduta, il Sottosegretario Caliendo ha affermato che entro aprile 2010 saranno assunti in via definitiva tutti gli educatori che hannosuperato i precedenti concorsi, oltre ai 170 già assunti (anche se agli interroganti risulta che siano stati assunti 97 educatori);

in realtà, l'assunzione dei vincitori del suddetto concorso era già programmata con l'indizione dello stesso nel 2003, per il quale il dipartimento dell'amministrazione penitenziaria già disponeva dei fondi necessari;

lo stesso Ministro interrogato, onorevole Alfano, aveva riconosciuto l'improcrastinabilità e l'urgenza di assumere più unità di educatori quando, il 12 gennaio 2010, furono approvate alla Camera le mozioni sui problemi del carcere presentate da vari gruppi parlamentari;a fronte di una popolazione carceraria di 67.000 unità, il rapporto educatore/detenuto è di circa 1 a 1.000, cosa che rende in pratica impossibile lo svolgimento di qualsivoglia progetto rieducativo impedendo il corretto reinserimento del detenuto nel tessuto sociale, così come previsto nel dettato costituzionale;

non avendo il Ministro interrogato ancora proceduto all'assunzione di ulteriori unità degli educatori, limitandosi a rimandare la questione ad un futuro confronto in merito con i Ministri Tremonti e Brunetta, sarebbe auspicabile ed urgente un rapido avvio della procedura di assunzione di educatori, almeno per completare la già esigua pianta organica, ulteriormente ridotta di circa 400 unità dal decreto legislativo n. 150 del 2009

se non ritenga opportuno procedere celermente all'assunzione di educatori attingendo dalla vigente graduatoria degli idonei risultante dal concorso pubblico a 397 posti di cui in premessa, al contempo prorogando la validità della stessa per almeno un quinquennio, al fine di permetterne lo scorrimento graduale per compensare il turn-over pensionistico, evitando l'indizione di nuovi concorsi che comporterebbe ulteriori oneri finanziari.

(5-02550)


Risposta all'interrogazione di Donatella Ferranti:dal 2011 assunzioni degli idonei educatori concorso,il comitato vigilera'.

Nel rispondere agli On. interroganti ritengo opportuno segnalare che il concorso pubblico per esami a 397 posti nel profilo di "Educatore", Area C, posizione economica C1, dell'Amministrazione Penitenziaria, è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 30 del 16.4.2004 - IV serie speciale e si è concluso in data 9 luglio 2008.La graduatoria definitiva, immediatamente dopo l'approvazione del Direttore Generale con provvedimento dell'11 luglio 2008, è stata trasmessa all'Ufficio centrale per il bilancio per l'apposizione del visto di controllo.Nell'anno 2009, in ragione dell'entità dei fondi stanziati ai sensi dell'articolo 1, comma 346, della Legge 24.12.2007 n. 244, è stato possibile procedere all'assunzione dei primi 103 vincitori del predetto concorso a 397 posti.Quanto alle restanti 294 unità, la competente Direzione Generale di questa amministrazione ha già programmato il relativo piano di assunzione ricorrendo, per la copertura degli originari 397 posti a concorso, allo scorrimento della graduatoria, ai sensi dell'art. 15, co. 7, DPR n. 487/99 e successive integrazioni e modificazioni.I nuovi educatori - alcuni dei quali individuati tra i candidati idonei, ma non vincitori del concorso, attese le 12 defezioni intervenute per rinunce, mancate stipule del contratto o dimissioni da parte degli aventi diritto - hanno infatti già scelto la sede di destinazione e, entro aprile del corrente anno, saranno formalmente assunti con firma del relativo contratto.Per quanto riguarda, invece, l'auspicata possibilità di procedere ad un ulteriore scorrimento della graduatoria oltre il numero dei posti originariamente messi a concorso, mi corre l'obbligo di segnalare che tale eventualità non rientra tra le ipotesi di cui all'art. 15, co. 7, del DPR n. 487/1994 e che pertanto, limitatamente all'anno in corso, non può essere attuata per mancato stanziamento dei fondi occorrenti.I fondi disponibili, infatti, sono stati impegnati sia per l'assunzione dei vincitori del suddetto concorso per educatori, sia per l'assunzione degli idonei al concorso a 110 posti di contabile, a copertura dei posti previsti dal relativo bando ed in ragione delle gravi carenze riscontrate anche nell'area contabile.Dato atto di quanto sopra e, premesso che la validità delle graduatorie è indicata in tre anni dalla data della pubblicazione nei Bollettini ufficiali, faccio presente che, nel caso di specie, la validità della graduatoria del concorso a 397 posti è fissata al 31 maggio 2012 e che, pertanto, a partire dal prossimo anno, in presenza delle risorse economiche necessarie, potranno esservi le condizioni per procedere ad uno scorrimento della graduatoria, anche oltre il numero dei posti pubblicati.




24 febbraio 2010:

ordine del giorno su non riduzione organico educatori di Roberto Rao

La Camera,

premesso che

il provvedimento in esame prevede, all'esito del processo di riorganizzazione di cui all'articolo 74, del decreto legge n. 112 del 2008, un'ulteriore riduzione degli assetti organizzativi delle amministrazioni pubbliche ai fini del contenimento della spesa pubblica;

il comma 8-quinquies dell'articolo 2 individua le amministrazioni che non sono interessate dalle riduzioni descritte, tra cui il Corpo di Polizia Penitenziaria;


nonostante le difficoltà operative, la scarsezza di mezzi e personale risulta, inopinatamente escluso da tale previsione il personale civile del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di adottare ulteriori iniziative normative volte ad includere tra il personale delle amministrazioni non interessate dalla riorganizzazione delle piante organiche non solo quello di polizia penitenziaria ma anche quello civile del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria, con particolare riferimento alle figure degli educatori, degli assistenti sociali e degli psicologi, anche in vista dell'avvio del Piano carceri che necessiterà di adeguate risorse umane e professionali. 9/3210/41. Rao, Ria
.


Accolto come raccomandazione.




19 Febbraio 2010:

ordine del giorno su assunzione educatori di Donatella Ferranti e PD


La Camera,

premesso che:

l'articolo 17-ter stabilisce che, per l'attuazione del cosiddetto «Piano carceri» si conferiscono pieni poteri al Commissario straordinario che, per individuare la localizzazione delle aree destinate alla realizzazione di nuove infrastrutture carcerarie, d'intesa con il Presidente della regione territorialmente competente e sentiti i sindaci dei comuni interessati, potrà agire in deroga alla normativa urbanistica vigente, velocizzando procedure e semplificando le gare di appalto, utilizzando il modello adottato per il dopo terremoto a L'Aquila, derogando anche all'obbligo previsto dalla legge 7 agosto 1990, n. 241, volto a consentire agli interessati, proprietari delle aree che si intendono espropriare, la necessaria partecipazione al procedimento amministrativo;

la localizzazione costituisce di per sé variante e produce l'effetto di imporre il vincolo preordinato all'espropriazione e contro di essa non sarà possibile ricorrere al giudice amministrativo e si introduce anche una deroga al limite dei subappalti, che potranno aumentare dall'attuale 30 per cento fino al 50 per cento, in deroga all'articolo 118 del codice dei contratti pubblici; in sostanza, si affidano pieni poteri al Commissario straordinario, che potrà avvalersi anche del Dipartimento per la protezione civile per le attività di progettazione, scelta del contraente, direzioni lavori e vigilanza degli interventi strutturali ed infrastrutturali, in deroga ai criteri di trasparenza e pubblicità e in palese contraddizione con la mozione Franceschini ed altri n. 1-00302 (approvata sostanzialmente all'unanimità alla Camera il 12 gennaio di quest'anno e accettata dal Governo) che impegnava chiaramente il Governo a garantire, nell'ambito dei progetti della nuova edilizia penitenziaria, i criteri di trasparenza delle procedure e l'economicità delle opere evitando il ricorso a procedure straordinarie, anche se legislativamente previste,

impegna il Governo

a verificare l'adeguatezza, in proporzione alla popolazione carceraria, delle piante organiche riferite non solo al personale di polizia penitenziaria ma anche alle figure degli educatori, degli assistenti sociali e degli psicologi, avviando un nuovo piano programmato di assunzioni che vada oltre il turn-over dovuto ai pensionamenti previsto dalla legge finanziaria per il 2010 e che garantisca le risorse umane e professionali necessarie all'attivazione delle nuove strutture penitenziarie, anche distribuendo meglio il personale sul territorio, concentrandolo nei compiti di istituto, sottraendolo ai servizi estranei, consentendogli un adeguato, costante ed effettivo aggiornamento professionale.

9/3196/13.
Donatella Ferranti.



Il comitato vincitori idonei concorso educatori dap in sostegno di Rita Bernadini

Educatori penitenziari sostengono la protesta di Rita Bernardini e Irene TestaRistretti Comitato vincitori e idonei del concorso per educatori condivide e sostiene l’iniziativa non violenta intrapresa da Irene Testa e Rita Bernardini.Il Comitato vincitori e idonei del concorso per educatori condivide e sostiene l’iniziativa non violenta intrapresa da Irene Testa e Rita Bernardini, impegnate in uno sciopero della fame perrichiedere l’esecuzione immediata di quanto proposto nelle cinque Mozioni parlamentari,unanimemente approvate nei giorni 11 e 12 gennaio 2010, riguardanti la situazione del sistema carcerario italiano.Giova ricordare che in quella occasione lo stesso Ministro Alfano assumeva precisi impegni ed affermava che vi avrebbe dato celere e certa attuazione sancendo l’inizio di un nuovo percorso,iniziato con la dichiarazione di Emergenza di tutto il sistema penitenziario alla quale ci si aspettava sarebbe seguita la predisposizione nel Piano Carceri di tutti quegli atti necessari ad ottemperare a quanto detto nelle citate Mozioni per poter, nei tempi strettamente necessari, affrontareconcretamente e efficacemente l´ormai ingestibile situazione creatasi nei nostri istituti penitenziari.Tuttavia, da un’iniziale analisi condotta sui primissimi elementi costitutivi e organizzativi del Piano Carceri emerge solo una particolare attenzione all’aspetto strutturale e custodiale, non prevedendo,invece, alcun intervento per incrementare e favorire la fondamentale componente rieducativa, vero obiettivo dell’esperienza carceraria.Questo Comitato ed altri illustri interlocutori del mondo penitenziario, continuano, infatti, a chiedere a gran voce che vengano assunti più educatori, affinché l’ingresso nelle nostre carceri non si limiti ad un forzato ozio, ma divenga precipuo momento di riflessione e riprogettazione del sé.Ad oggi, però, in merito alla questione degli educatori, alcuna volontà specifica è stata espressa dal Ministro, nonostante, le nostre carceri continuino quotidianamente ad affollarsi a causa dei numerosi nuovi ingressi, ma anche per la spaventosa carenza di educatori che, secondo quanto stabilito dalle vigenti leggi, rappresentano i coordinatori e i realizzatori materiali dei percorsirieducativi, nonché quelle figure professionali atte a garantire, nei giusti modi e nei tempi,l’espletamento, dell’intero iter necessario all’accesso alle misure alternative alla detenzione di quei detenuti che ne avrebbero i requisiti, ma che continuano a restare in carcere a causa dello sparuto numero di educatori attualmente in servizio a fronte di una popolazione di 66.000 persone carcerate.Pertanto, ci uniamo all´Onorevole Bernardini e a Irene Testa per chiedere l´immediata esecuzione delle citate mozioni e auspichiamo che il Ministro Alfano ne predisponga repentinamente l’avvio.Il Comitato, altresì, ad ausilio dell’iniziativa intrapresa da Rita Bernardini e da Irene Testa,promuove una “catena di informazione solidale” impegnandosi a diffondere la conoscenza di tale protesta non violenta tramite l’invio di questo comunicato non solo a tutti gli organi di informazione, ma anche ai propri conoscenti invitandoli a fare altrettanto.Il Comitato vincitori e idonei concorso educatori.


Donatella Ferranti,PD:da Ionta, un primo segnale l'immediata assunzione dei tanti educatori.

CARCERI: PD, VOGLIAMO VEDERCI CHIARO. AUDIZIONE ALLA CAMERA DI IONTA



Roma, 13 gen



''Lo vogliamo esaminare puntigliosamente ed e' per questo che gia' domani chiederemo al presidente della commissione Giustizia, Giulia Bongiorno di attivarsi per prevedere al piu' presto l'audizione del capo del Dap, dott. Franco Ionta''. Cosi' la capogruppo del Pd nella commissione Giustizia della Camera, Donatella Ferranti, commenta l'approvazione del piano carceri da parte del Cdm di oggi. ''I primi dati forniti dal ministro Alfano - sottolinea - non ci convincono fino in fondo: se infatti le carceri italiane possono ''tollerare' sino a circa 64.237 detenuti, da regolamento non potrebbero ospitarne piu' di 43.087. Il grado di sovraffollamento e' elevatissimo, siamo ampiamente fuori quota, e per arrivare ad 80.000 posti, i 21.749 annunciati oggi dal ministro Alfano sembrano insufficienti. E poi - prosegue - non basta costruire muri, occorre riempirli di personale numericamente e professionalmente adeguato: dalla polizia penitenzieria, agli psicologi, agli educatori e agli altri esperti. Di tutto questo ancora non c'e' traccia, ma aspettiamo di conoscere nel merito dal dott. Ionta le cifre esatte, certo - conclude - che un primo segnale potrebbe essere l'immediata assunzione dei tanti educatori e psicologi del concorso''.

Assunzione degli educatori primo impegno del governo

Il Comitato vincitori e idonei del concorso per educatori penitenziari esprime piena soddisfazione per l’approvazione delle cinque mozioni sul problema carcerario discusse ed accolte nei giorni 11 e 12 gennaio 2010 dal nostro Parlamento. Per la prima volta il Governo, rappresentato dal Ministro Alfano, ha preso consapevolezza della grave emergenza del sovraffollamento degli istituti di pena e, fra le altre fondamentali proposte presentate, si è impegnato:- a procedere all’assunzione immediata dei restanti educatori penitenziari previsti dalla pianta organica, da attingersi dagli idonei della vigente e menzionata graduatoria risultata dal concorso bandito per tale profilo professionale, affinché anche costoro possano partecipare ai previsti corsi di formazione che il dipartimento dell’amministrazione penitenziaria deve attivare per questi operatori prima dell’ingresso nelle carceri a cui sono destinati, onde evitare sprechi di danaro per doverli riattivare in seguito;- a prorogare di almeno un quinquennio la validità della graduatoria di merito del concorso citato in premessa, in linea con gli orientamenti del Ministro per la pubblica amministrazione e l’innovazione nonché con le disposizioni in materia di razionalizzazione delle spese pubbliche in vigore - per permetterne un graduale scorrimento parimenti all’avvicendarsi dei fisiologici turn-over pensionistici, al fine di evitare l’indizione di nuovi concorsi per il medesimo profilo che comporterebbero inutili oneri pubblici;- ad assumere iniziative per lo stanziamento di fondi necessari per completare l’organico di educatori previsti dalla pianta organica attualmente vigente presso il dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, considerato che lo sforzo economico da sostenere è annualmente molto esiguo, ma necessario per far funzionare meglio ed in modo più umano una branca importantissima del nostro sistema giustizia che non può più attendere;- a procedere all’alienazione di immobili ad uso penitenziario siti nei centri storici e alla costruzione di nuovi e moderni istituti penitenziari in altro sito;Esprimiamo, quindi, pieno compiacimento per l’importantissimo risultato raggiunto dall’On. Di Stanislao dell’Idv, il quale nella Sua circostanziata e approfondita mozione, ha dimostrato ancora una volta la Sua grande disponibilità e sensibilità verso tali problematiche, sapendo cogliere e far emergere sapientemente le necessità di questo delicato settore della nostra giustizia. Ringraziamo, inoltre, gli onorevoli Bernardini, Rao, Ferranti, Melis, Tidei, Vitali, Balzelli, Donadi, Paladini, Franceschini e tutti coloro che hanno appoggiato con voto favorevole le Loro mozioni, poiché di fronte a queste battaglie di umanità hanno saputo permeare il Loro impegno politico di quell’umanità e di quell’alto senso civico che rende capaci di abbandonare i colori politici e di volgere verso una proficua unità di intenti.Il Comitato vincitori e idonei del concorso per educatori penitenziari, intanto, continuerà a vigilare affinché tali doveri vengano rispettati e proseguirà nel suo lavoro di diffusione della necessità dell’intervento rieducativo e quindi sulla centralità della presenza degli educatori, ovvero di quella figura professionale che rappresenta il vero catalizzatore ed esecutore materiale del percorso rieducativo di un detenuto, percorso che rappresenta l’unica vera speranza di un sano reinserimento sociale di chi vive l’esperienza delle sbarre e che rappresenta uno dei più validi strumenti atti ad evitare quegli stati di inerzia, apatia, depressione, frustrazione, ansia, inadeguatezza che troppo spesso percorrono prepotentemente i corridoi lungo i quali si snodano le fila di quelle celle all’interno delle quali si consumano, quotidianamente, suicidi, abusi, violenze. Auspichiamo, quindi, che il Governo predisponga celermente tutti gli atti necessari ad ottemperare quanto detto e che questa stessa volontà continui ad animarne tutti i passaggi ad essi necessari, per poter, nei tempi strettamente necessari, cominciare ad affrontare concretamente e efficacemente l’ormai ingestibile emergenza creatasi.

Il Comitato vincitori e idonei del concorso per educatori penitenziari

martedì 31 agosto 2010

Suicidio nel carcere di Parma, la Cgil: “La situazione è molto grave”,mancano agenti.educatori,psicologi,assistenti e contabili! carcere,politici,detenuti,giustizia,angelino alfano

Suicidio nel carcere di Parma, la Cgil: “La situazione è molto grave”



Sul suicidio del 30enne parmigiano nel carcere di via Burla, avvenuto nella notte tra il 22 e il 23 agosto, interviene anche la Cgil di Parma per denunciare lo stato di precarietà in cui versa l'istituto penitenziario parmigiano. "Questa volta non è stato possibile evitare il peggio. Dopo ben 8 tentativi di suicidio evitati dalla Polizia Penitenziaria in Emilia Romagna, dopo 3 tentativi di suicidio evitati solo in questa estate, questa volta il dramma non si è potuto evitare e si è compiuto".


Il carcere di Parma ha una capienza di 418 posti e ospita 539 detenuti. “Già da tempo – spiega Luisa Diana, segretaria della FP Cgil di Parma – denunciamo come sindacato di categoria la grave situazione di sovraffollamento; altrettanto grave è la carenza degli organici sia di Polizia Penitenziaria, ma anche di educatori, assistenti sociali, contabili, e di tutte le altre professionalità presenti in carcere”.

“È appunto questa carenza di personale – precisa Luisa Diana – la causa primaria delle difficoltà nelle relazioni umane all'interno del carcere. In questo stato di emergenza, proprio di tutte le carceri italiane, tra le quali Parma non è certo il caso peggiore, il Governo è assente e propina solo vaghe promesse di assunzione di ulteriori duemila unità senza alcuna copertura finanziaria, senza preoccuparsi dello stato di abbandono dei detenuti, senza adeguate iniziative interne ed esterne che favoriscano il loro recupero. Servirebbe un aumento consistente delle risorse economiche, un aumento di educatori, amministrativi, assistenti sociali e di poliziotti penitenziari per rendere il carcere equilibrato e funzionale, oltre che coerente ai principi costituzionali”.

“La stessa Polizia Penitenziaria – aggiunge la segretaria FP Cgil – soffre fortemente di questa condizione. Ed è proprio alla Polizia Penitenziaria che viene poi richiesto di far fronte alle esigenze e di adibirsi a compiti che non le sono propri, quali quelli di educatori, assistenti sociali, uscieri e contabili, facendo tutto quello che non riguarda l'essere poliziotti, con senso del dovere e di grande responsabilità. Tutto questo sulla pelle di chi in carcere ci lavora, in solitudine, per 8 ore nelle sezioni detentive, e di chi in carcere è detenuto senza le garanzie previste dai principi costituzionali”.

Carcere:L’unica vera strada percorribile è il ricorso a pene alternative alla detenzione e l’utilizzo di psicologi ed educatori per affrontare, capire e comprendere i problemi dei detenuti. angelino alfano,detenuti,giustizia,politici,governo

Anche quest’anno si è consumato l’ormai rituale pellegrinaggio ferragostano in carcere da parte di parlamentari e onorevoli appartenenti ai vari schieramenti. Quella che è nata come lodevole iniziativa da parte dei Radicali (Marco Pannella in testa) rischia di divenire un appuntamento pseudo elettorale o comunque una sorta di kermesse nella quale si fa sfoggio di interesse per una delle principali emergenze sociali del nostro paese, emergenza che peraltro viene nascosta o sminuita agli occhi delle persone.



Che le carceri italiane versassero in pessimo stato e vivessero al limite (se non oltre) la legalità è ormai cosa nota, visti i numeri del sovraffollamento che continuano a salire e a mietere vittime (sebbene un morto in carcere non abbia lo stesso valore sociale di un “morto libero”, o almeno così è per la stragrande maggioranza dei benpensanti), ma il rapporto stilato da coloro che hanno visitato il carcere di San Sebastiano a Sassari risulta assolutamente sconcertante.

Il San Sebastiano era già tristemente noto per una delle più buie pagine della storia delle carceri italiane.

Ricordiamo infatti come il 3 maggio del 2000 si verificò una “irruzione” delle guardie carcerarie all’interno delle celle che malmenarono pesantemente i detenuti (sebbene malmenare sia solamente un labile eufemismo al confronto di ciò che successe ma che, in virtù del fatto che in Italia non è riconosciuto il reato di tortura, non può essere definito diversamente ) a seguito della quale finirono in cella alti funzionari del carcere e non solo, e 18 tra ispettori e sovrintendenti; agli arresti domiciliari 59 guardie. Furono emessi ottanta ordini di custodia cautelare per violenza privata, lesioni, abuso d´ufficio e violazione dell´ordinamento carcerario con tutte le aggravanti per aver agito con crudeltà su persone inermi (purtroppo sul versante delle pene le cose non procedettero in maniera altrettanto fluida in quanto la prescrizione andò ad estinguere i reati per la maggioranza degli imputati).

Certo l’episodio non nacque dal nulla, ma si inseriva in un difficilissimo contesto ricco di tensioni e scontri fra la popolazione carceraria e il personale dell’amministrazione, situazione peraltro venutasi a creare dalle già inumane condizioni di detenzione che i ristretti subivano quotidianamente (fonte: http://www.esserecomunisti.it/).


Ma torniamo ad oggi, dieci anni dopo, quando le condizioni di vita, continuano ad essere altrettanto inumane. Secondo il rapporto (sfociato in denuncia presso la Procura della Repubblica del Tribunale di Sassari) stilato a seguito della visita effettuata dal Prof. Luigi Manconi, dall’On. Guido Melis, dall’On. Arturo Mario Luigi Parisi e dal Sen. Giampiero Scanu, “erano quel giorno custoditi presso l’Istituto 214 detenuti, ove la capienza regolamentare risulta essere di 154 posti (…). Come evidente alla visita ai vari bracci del carcere lo spazio a disposizione di ciascun detenuto risulta assai inferiore rispetto a quello standard fissato nelle norme europee e pari a mq 7,5 (a San Sebastiano lo spazio è comunque inferiore anche alla media italiana, essendo ammassati 4, talvolta 6 detenuti in spazi di non più di 2 metri per 1,5). Nelle celle (….), il gabinetto, “alla turca”, è collocato a pochi passi dai giacigli dei detenuti e dalle piccole cucine ove essi si riscaldano i pasti o si preparano il caffè; solo un abbozzo di muretto, che però non arriva al soffitto, separa una distanza tra servizio igienico e zona pasto a volte di nemmeno 1 metro. Ciò configura uno stato di vita inaccettabile, contrario a tutte le norme sulla pubblica igiene attualmente vigenti in Italia e in Europa. Si ricorda che secondo la legge penitenziaria del 1975 i locali adibiti ai servizi sanitari debbono essere “privati, decenti e di tipo razionale”. Nessuna privacy è riscontrabile a San Sebastiano, e quanto alla decenza e alla razionalità non occorre formulare ulteriori osservazioni rispetto alla semplice descrizione degli ambienti. (….) I sottoscritti ritengono di sottoporre all’attenzione della S.V. la gravissima situazione che si è venuta producendo negli anni e che è giunta (dopo un degrado documentabile di anno in anno) a uno stato assolutamente allarmante per la pubblica salute e in evidente conflitto con una concezione della pena ispirata ai più elementari principi costituzionali.” (fonte: http://www.carceriemiliaromagna.it/).



Il San Sebastiano è solamente uno dei tanti istituti di pena italiani nei quali i carcerati si scontrano ogni giorno con violazioni dei diritti e condizioni di vita assolutamente degradanti. Senza mettere in discussione il carattere afflittivo della pena, non si può negare che essa debba rivestire anche (io credo soprattutto) una funzione rieducativa e risocializzante; ma come perseguire questo scopo quando l’esempio che si offre si discosta dei dettami costituzionali?


La soluzione è ben lontana dal venire; ormai il progetto legato all’edilizia carceraria fa quasi sorridere a sentirlo, tanto che è diventato quasi un ritornello; così come l’incremento del numero di agenti penitenziari (ammesso e non concesso che quest’ultimo costituisca veramente una soluzione). L’unica vera strada percorribile è il ricorso a pene alternative alla detenzione (che come mostrato ormai da innumerevoli statistiche a livello europeo rappresenta il solo modo per diminuire il tasso di recidiva) e l’utilizzo di personale specializzato (psicologi ed educatori) in grado di affrontare, capire e comprendere i problemi dei detenuti.

Ma, come ho già avuto modo di sottolineare, finchè la cultura predominante sarà quella della paura e del giustizialismo, difficilmente sarà possibile veicolare un messaggio di tolleranza, rispetto e aiuto.



Antonio Piazza

giovedì 26 agosto 2010

La Conferenza Regionale Volontariato della Sardegna chiede al Governo il rispetto dell’art. 27 della Cost:concedere misure alternative assumento nuovi educatori! carcere,governo,detenuti,angelino alfano,giustizia

La Conferenza Regionale Volontariato della Sardegna chiede al Governo nazionale e alla Giunta regionale il rispetto dell’art. 27 della Costituzione con l’applicazione delle misure alternative al carcere !



” Per essere sicuro un paese deve avere un sistema carcerario che produce recupero e reinserimento non un sistema che produce altro crimine.


Tuttavia nell’ultimo decennio si è accentuato il ricorso alla sola pena detentiva, spacciata come unica via per garantire la sicurezza delle comunità.

Si arriva così alla situazione attuale: si sfiorano i 70.000 detenuti a fronte di una capienza regolamentare di 44.592 posti; gravissime carenze di personale di polizia penitenziaria, educatori, psicologi e mediatori culturali; 41 suicidi dall’inizio del 2010.

l piano per l’edilizia penitenziaria e il ddl Alfano sulla detenzione domiciliare sono provvedimenti inutili a produrre effetti significativi sul sovraffollamento.

Nei 12 istituti penali sardi sono presenti oltre 2.200 detenuti a fronte di una capienza regolamentare di 1.970 posti.

La Conferenza Regionale Volontariato della Sardegna, convinta che non sia più il tempo di assistere ma di agire e condividendo le preoccupazioni del Consiglio direttivo della CNVG, aderisce alla campagna di mobilitazione del volontariato.

Chiediamo al governo nazionale e alla Giunta regionale il rispetto dell’art. 27 della Costituzione con l’applicazione delle misure alternative al carcere e con l’approvazione di un “piano sociale straordinario per le carceri” che assicuri il reinserimento sociale attraverso la formazione, il sostegno lavorativo, l’attivazione del terzo settore e associazionismo.

Attendiamo la vera riforma della giustizia centrata sulla dignità della persona e sul rispetto dei suoi diritti, in vista di un efficace percorso di reinserimento sociale. ”



COMUNICATO STAMPA :



Il responsabile della Conferenza

Roberta Pisano



Il cappellano dell’I.P.M. di Quartucciu

Ettore Cannavera
Secondo ferragosto in carcere. I dati e la situazione della casa circondariale di Sondrio


 

Come preannunciato, nella mattinata di domenica 15 agosto, per circa due ore, il deputato Gianni Farina (Pd), di origini valtellinesi e membro per lungo tempo della Commissione Giustizia della Camera, ha visitato il carcere di Sondrio accompagnato dai militanti radicali Giovanni Sansi, Federica Ciapponi, Gianfranco Camero e da Mario Dell'Oca.



L'iniziativa rientrava nell'ambito del “secondo Ferragosto in carcere” che ha visto circa 200 fra deputati, senatori, parlamentari europei e consiglieri regionali di tutti gli schieramenti politici partecipare alla grande visita in massa delle 216 Case Circondariali e di Reclusione promossa, per il secondo anno, da Rita Bernardini, deputata radicale eletta nelle liste del Pd.


I partecipanti all’azione di sindacato ispettivo sono stati accolti dal Vice Commissario Noemi Gennari, Comandante presso la Casa circondariale di Sondrio, con la quale si sono intrattenuti per raccogliere i dati previsti dal questionario standard predisposto a livello nazionale, procedendo poi all’esame della struttura penitenziaria e al colloquio con diversi detenuti.


A fronte di una capienza regolamentare di 27 posti (e tollerata di 48) sono attualmente presenti 38 detenuti comuni, tutti uomini, di cui 17 con condanna definitiva e 21 in attesa di giudizio; 15 sono tossicodipendenti, di cui 7 in terapia metadonica, 2 detenuti presentano patologie di tipo psichiatrico e 1 è sieropositivo. Gli stranieri sono 11, 8 detenuti lavorano come dipendenti dell’amministrazione penitenziaria per lo svolgimento delle mansioni ordinarie interne all’istituto (cucina, pulizia) e uno lavora come dipendente all’esterno in qualità di “semilibero”. Quanto al personale operante nel carcere, sono in servizio effettivo 25 agenti (rispetto ad una pianta organica che ne prevede 28), 2 educatori (sui 3 prescritti) e uno psicologo.


Per quanto concerne la struttura, che risale a circa un secolo fa, nella sezione centrale vi sono celle di 8,4 mq che ospitano 2 detenuti e altre di 27 mq che ne contengono 4, con bagno collocato in vano separato (senza doccia e acqua calda) e 2 locali doccia comuni; in altra sezione sono situate 3 celle ad uso provvisorio decisamente indecorose (fortunatamente vuote) poi, oltre alla cucina e all’infermeria, vi è una sala adibita a biblioteca, un locale con 4 computer, una spaziosa palestra adeguatamente attrezzata e area passeggi spoglia e decisamente angusta di circa 100 mq (sono previste quotidianamente 4 ore d’aria e 2 di “socialità”). Altrettanto inadeguata risulta essere l’area colloqui, piccola e divisa da un lungo piano, a cui talvolta si sopperisce mettendo a disposizione una saletta che garantisce un po’ di riservatezza, mentre rimane affidato alla sensibilità del personale l’eventuale attesa di accesso al colloquio fuori dal portone di ingresso.


È il caso di ricordare che Comitato Europeo per la Prevenzione della Tortura e anche la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (proprio in una sentenza contro l’Italia) hanno stabilito degli standard minimi per la detenzione: 7 mq per un detenuto, 10 per 2, 13 per 3 e non meno di 15 per 4 detenuti, mentre almeno 8 ore al giorno dovrebbero essere trascorse fuori dalla cella.


Ciò premesso e tenuto conto delle condizioni spesso infernali che riguardano buona parte del sistema penitenziario italiano, ci è sembrato nel complesso perlomeno accettabile la condizione del carcere di Sondrio, discrete le opere di manutenzione degli interni e dei servizi igienico sanitari, così come ci sono apparsi di alto livello la coscienza e l’impegno degli addetti alla funzione di polizia penitenziaria, ben diversa, ci è stato detto, almeno nelle intenzioni, da quella che un tempo si chiamava “guardia carceraria”.




Per ultimo vogliamo sottolineare come anche in questo contesto locale l’incidenza di detenuti in attesa di giudizio superi la metà (55%) e pertanto si possa supporre un ricorso eccessivo, e spesso illegittimo, allo strumento della custodia cautelare, in contrasto con il principio costituzionale in base al quale «l'imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva»; per altro verso risultano evidenti gli effetti nefasti dell’attuale legislazione in materie di droghe che anche a Sondrio vedono implicati circa il 40% dei carcerati.




Gianfranco Camero




p. Radicali Sondrio






gianfrancocamero@gmail.com

















L'esposto sul carcere S. Sebastiano:214 detenuti e 156 agenti e solo 4 educatori in un carcere di fine '800

L'esposto sul carcere S. Sebastiano



«Quotidiane violazioni dei diritti»

I numeri: 214 detenuti e 156 agenti e solo 4 educatori in un carcere di fine '800



SASSARI. Vivono in sei in celle piccole, fanno i bisogni a pochi passi dal letto in compagnia di insetti e anche topi. Queste sono le condizioni di vita del carcere di San Sebastiano, secondo i parlamentari sardi del Pd che ieri hanno presentato un esposto in Procura. Poco prima di ferragosto la visita nel carcere, ora la denuncia pubblica e formale firmata da Guido Melis, Arturo Parisi, Giampiero Scanu e l'ex senatore Luigi Manconi, presidente dell'associazione "A buon diritto". «La nostra - dicono - non è una provocazione ma una denuncia ben precisa. Il San Sebastiano è fuori legge. Sono violati i diritti fondamentali delle persone,i regolamenti penitenziari, le leggi dello Stato italiano».


I numeri. Il sovraffolamento è il problema principale. La capacità in una struttura definita fatiscente, risale infatti a fine '800, è di 154 detenuti. Ce ne sono 214, di cui 82 in attesa di giudizio. Molti i tossicodipendenti, secondo i dati dei parlamentari, circa 90. Altri 60 avrebbero patologie psichiatriche.

Il futuro. Nella borgata di Bancali è in costruzione il nuovo carcere di Sassari. I lavori sono stati affidati alla ditta Anemone, coinvolta, secondo i magistrati, in spartizioni illecite in appalti pubblici. I deputati sostengono si sappia poco dello stato e chiedono al governo informazioni e tempi.



Ecco il testo dell'esposto:

Al Signor Procuratore della Repubblica del Tribunale di Sassari I sottoscritti, Guido Salvatore Melis, deputato al Parlamento, Luigi Manconi, presidente della Associazione "A Buon diritto", Arturo Mario Luigi Parisi, deputato al Parlamento, Gianpiero Scanu, senatore della Repubblica, intendono con il presente esposto segnalare alla S.V. la gravissima situazione determinatesi nelle carceri di San Sebastiano, a Sassari.


Come accertato dall'on. Melis e dal sen. Scanu nel corso di una visita al carcere nel giorno 13 agosto c.a. compiuta nell'ambito delle loro prerogative parlamentari, erano quel giorno custoditi presso l'Istituto 214 detenuti, ove la capienza regolamentare risulta essere di 154 posti (così dal questionario compilato a cura della direttrice del carcere dott.ssa Teresa Mascolo).


Come evidente alla visita ai vari bracci del carcere lo spazio a disposizione di ciascun detenuto risulta assai inferiore rispetto a quello standard fissato nelle norme europee e pari a mq 7,5 (a San Sebastiano lo spazio è comunque inferiore anche alla media italiana, essendo ammassati 4, talvolta 6 detenuti in spazi di non più di 2 metri per 1,5). È noto che su questo punto la Corte europea ha di recente condannato l'Italia.


Nelle celle, il cui stato generale è di abbandono non essendo da tempo operati i normali restauri in attesa del ventilato trasferimento nelle nuove strutture in corso di edificazione in località Bancali, il gabinetto, "alla turca", è collocato a pochi passi dai giacigli dei detenuti e dalle piccole cucine ove essi si riscaldano i pasti o si preparano il caffè; solo un abbozzo di muretto, che però non arriva al soffitto, separa una distanza tra servizio igienico e zona pasto a volte di nemmeno 1 metro. Ciò configura uno stato di vita inaccettabile, contrario a tutte le norme sulla pubblica igiene attualmente vigenti in Italia e in Europa. Si ricorda che secondo la legge penitenziaria del 1975 i locali adibiti ai servizi sanitari debbono essere "privati, decenti e di tipo razionale". Nessuna privacy è riscontrabile a San Sebastiano, e quanto alla decenza e alla razionalità non occorre formulare ulteriori osservazioni rispetto alla semplice descrizione degli ambienti.


In molte celle, a detta di numerosi detenuti, sono presenti insetti, animali vari provenienti dai gabinetti stessi. Alcuni parlano di topi. Nei corridoi, privi di reti, volano frequentemente piccioni e altri volatili, lasciandovi le relative deiezioni.


La temperatura delle celle è (la visita si è svolta nel mese di agosto) elevata, tale da rappresentare condizioni di vivibilità allarmanti (per altro in una precedente visita, in epoca invernale, l'on. Melis potè riscontrare la sospensione del riscaldamento dovuta ai ritardi burocratici nel pagamento delle fatture alla ditta fornitrice da parte del Ministero).


Sono attualmente ospitati nel carcere 90 tossicodipendenti, di cui 46 in terapia metadonica, e 56 detenuti con patologie di tipo psichiatrico che presumibilmente richiederebbero altro tipo di trattamento diverso da quello somministrabile nel carcere. Non figurano psicologi in servizio. Gli educatori sono solo 4 sui 6 previsti in organico.


L'ora d'aria si svolge in un angusto cortile interno, senza adeguati ripari.


Gli agenti di polizia penitenziaria effettivamente in servizio il 13 agosto risultavano in numero di 156 su 212 della pianta organica e 172 effettivamente assegnati. Il che, a prescindere dalla professionalità e abnegazione degli agenti presenti (fuori discussione) e degli sforzi della direzione dell'Istituto, rende comprensibilmente difficilissimo, per non dire impossibile, lo svolgimento del servizio nei termini "normali" previsti dai regolamenti.


I sottoscritti ritengono di sottoporre all'attenzione della S.V. la gravissima situazione che si è venuta producendo negli anni e che è giunta (dopo un degrado documentabile di anno in anno) a uno stato assolutamente allarmante per la pubblica salute e in evidente conflitto con una concezione della pena ispirata ai più elementari principi costituzionali.


Chiedono pertanto accertarsi la sussistenza di eventuali reati, anche di omissione, da parte delle autorità competenti.


Delegano al deposito del presente esposto l'avv. Stefano Melis del Foro di Sassari eleggendo domicilio presso il suo studio in Sassari, via Enrico Costa n. 66.


Sassari, 25 agosto 2010




Prof. Luigi Manconi

On. Guido Melis

On. Arturo Mario Luigi Parisi

Sen. Giampiero Scanu

I suicidi in carcere? Troppi detenuti e poco personale.Gli agenti costretti a rimpiazzare i compiti degli educatori che mancano! carcere,governo,detenuti,angelino alfano,giustizia

«I suicidi in carcere? Troppi detenuti e poco personale»


«Questa volta non è stato possibile evitare il peggio. Dopo ben otto tentativi di suicidio evitati dalla polizia penitenziaria in Emilia Romagna, dopo 3 tentativi di suicidio evitati solo in questa estate, questa volta il dramma non si è potuto evitare e si è compiuto: un giovane detenuto si è suicidato nel carcere di Parma». A parlare è Luisa Diana, segretaria della Fp Cgil di Parma.

«I dati sui suicidi nelle carceri - si legge in una nota del sindacato - rappresentano un bollettino di guerra e denunciano una situazione gravissima, situazione che si aggrava nel periodo estivo anche a causa della calura. Il carcere di Parma ha una capienza di 418 posti e ospita 539 detenuti». «Già da tempo - spiega Luisa Diana - denunciamo come sindacato di categoria la grave situazione di sovraffollamento; altrettanto grave è la carenza degli organici sia di polizia penitenziaria, ma anche di educatori, assistenti sociali, contabili, e di tutte le altre professionalità presenti in carcere». «E' appunto questa carenza di personale - precisa la Diana - la causa primaria delle difficoltà nelle relazioni umane all’interno del carcere. In questo stato di emergenza, proprio di tutte le carceri italiane, tra le quali Parma non è certo il caso peggiore, il governo è assente e propina solo vaghe promesse di assunzione di ulteriori duemila unità senza alcuna copertura finanziaria, senza preoccuparsi dello stato di abbandono dei detenuti, senza adeguate iniziative interne ed esterne che favoriscano il loro recupero». «Servirebbe - spiega la segretaria Fp Cgil - un aumento consistente delle risorse economiche, un aumento di educatori, amministrativi, assistenti sociali e di poliziotti penitenziari per rendere il carcere equilibrato e funzionale, oltre che coerente ai principi costituzionali». «La stessa polizia penitenziaria - aggiunge Luisa Diana - soffre fortemente di questa condizione. Ed è proprio alla polizia penitenziaria che viene poi richiesto di far fronte alle esigenze e di adibirsi a compiti che non le sono propri, quali quelli di educatori, assistenti sociali, uscieri e contabili, facendo tutto quello che non riguarda l’essere poliziotti, con senso del dovere e di grande responsabilità». «Tutto questo - conclude l'esponente della Cgil - sulla pelle di chi in carcere ci lavora, in solitudine, per 8 ore nelle sezioni detentive, e di chi in carcere è detenuto senza le garanzie previste dai principi costituzionali».

martedì 24 agosto 2010

Soliani e Motta,PD:continuiamo a chiedere ad Alfano di intervenire per aumentare il numero degli agenti, degli educatori, degli psicologi e del personale qualificato. carcere,governo,angelino alfano,detenuti,giustizia

"Il suicidio nel carcere di Parma ci riempie di tristezza"

Motta e Soliani (PD): "E' urgente che il Governo intervenga".



 
"La notizia del suicidio di un detenuto nel carcere della nostra città ci riempie di tristezza e di grande preoccupazione. - Lo dichiarano la senatrice Albertina Soliani e l'onorevole Carmen Motta - Se vero che non tutto è prevedibile nella quotidianità degli istituti penitenziari, altrettanto vero è che bisogna operare ed intervenire per far sì che le condizioni carcerarie siano le più umane possibili.

Ripetutamente, con visite e interrogazioni parlamentari, anche recenti abbiamo chiesto al ministro della Giustizia di intervenire per aumentare il numero degli agenti, degli educatori, degli psicologi e del personale qualificato. - continuano le due parlamentari del PD - Alla luce di quanto accaduto ieri è urgente che il governo intervenga. Di fronte a 42 suicidi nelle carceri italiane dal primo gennaio ad oggi la politica deve assumersi le sue responsabilità.

A settembre al Senato dovrà concludersi l'iter di approvazione della legge che consentirà di terminare la pena con misure alternative al carcere. Devono essere snellite le procedure soprattutto nei confronti dei tossicodipendenti che hanno bisogno di interventi di cura in comunità di recupero.

E' una vergogna la discussione politica di queste settimane, mentre i problemi e del Paese non vengono affrontati. Occorre fare di più anche per l'istituto penitenziario della nostra città - concludono Soliani e Motta - per fare della pena uno strumento di recupero e di reinserimento".





Carcere: Quando scarseggiano psicologi ed educatori purtroppo gli episodi drammatici dei detenuti si moltiplicano. giustizia,angelino alfano,detenuti,politici,giustizia,costituzione,,penitenziari

CARCERI: DETENUTA NIGERIANA TENTA SUICIDIO A BUONCAMMINO


AGI) - Cagliari, 23 ago. - Una detenuta nigeriana di 25 anni, che si dichiata innocente, ha tentato il suicidio nel carcere di Cagliari. La notizia e' stata diffusa da Maria Grazia Caligaris, presidente dell'associazione "Socialismo Diritti Riforme", che sottilinea come il gesto disperato "sintetizzi drammaticamente la condizione di oppressione dell'esperienza detentiva". La giovane ha tentato di togliersi la vita dopo la condanna a 6 anni di reclusione, nonostante il connazionale con cui si trovava al momento dell'arresto per traffico di droga ne avesse dichiarato la totale estraneita'. L'uomo aveva ingerito prima della partenza ovuli con quasi un chilogrammo di eroina, fatto del quale la ragazza ha sempre affermato di non essere mai stata a conoscenza. La nigeriana aveva gia' manifestato propositi autolesionisti. "La giovane donna, che si professa innocente, e' stata colta da una crisi di sconforto avendo appreso - sottolinea Caligaris - del difficile stato di salute della figlioletta che vive con una zia in Nigeria. La depressione - evidenzia la presidente di SDR - rende anche l'individuo piu' forte e determinato in uno stato di indifferenza nei confronti della vita. Cio' a maggior ragione quando la persona privata della liberta' e' convinta di essere vittima di un errore. Aldila' della buona volonta' degli operatori, e' evidente che una struttura detentiva per poter svolgere un capillare lavoro di prevenzione dell'autolesionismo deve poter contare su un numero adeguato di figure professionali di ogni livello. Quando invece scarseggiano le Agenti, sono insufficienti gli psicologi e gli educatori, quando le attivita' sono limitate purtroppo gli episodi drammatici si moltiplicano". La nigeriana nei mesi scorsi si era rivolta all'ambasciata nigeriana, ad Amnesty International e all'associazione internazionale per i Diritti Umani. Il legale Herica Dessi' ha presentato istanza per differimento pena per le condizioni di salute.

sabato 21 agosto 2010

Il mondo del volontariato in carcere si mobilita:attuare un piano sociale e assumere nuovi educatori,psicologi e assistenti sociali. carcere,governo,detenuti,politici,giustizia,angelino alfano

sabato 21 agosto 2010



Il mondo del volontariato in carcere si mobilita


Conferenza Regionale Volontariato Giustizia della Sardegna

Sede legale: c/o Comunità La Collina, Loc. S'Otta 09040 Serdiana CA


Per essere sicuro un paese deve avere un sistema carcerario che produce recupero e reinserimento non un sistema che produce altro crimine. Tuttavia nell’ultimo decennio si è accentuato il ricorso alla sola pena detentiva, spacciata come unica via per garantire la sicurezza delle comunità. Si arriva così alla situazione attuale: si sfiorano i 70.000 detenuti a fronte di una capienza regolamentare di 44.592 posti; gravissime carenze di personale di polizia penitenziaria, educatori, psicologi e mediatori culturali; 41 suicidi dall'inizio del 2010. Il piano per l'edilizia penitenziaria e il ddl Alfano sulla detenzione domiciliare sono provvedimenti inutili a produrre effetti significativi sul sovraffollamento. Nei 12 istituti penali sardi sono presenti oltre 2.200 detenuti a fronte di una capienza regolamentare di 1.970 posti. La Conferenza Regionale Volontariato della Sardegna, convinta che non sia più il tempo di assistere ma di agire e condividendo le preoccupazioni del Consiglio direttivo della CNVG, aderisce alla campagna di mobilitazione del volontariato. Chiediamo al governo nazionale e alla Giunta regionale il rispetto dell'art. 27 della Costituzione con l'applicazione delle misure alternative al carcere e con l'approvazione di un “piano sociale straordinario per le carceri” che assicuri il reinserimento sociale attraverso la formazione, il sostegno lavorativo, l'attivazione del terzo settore e associazionismo. Attendiamo la vera riforma della giustizia centrata sulla dignità della persona e sul rispetto dei suoi diritti, in vista di un efficace percorso di reinserimento sociale.





Il responsabile della Conferenza

Roberta Pisano



Il cappellano dell'I.P.M. di Quartucciu

Ettore Cannavera

venerdì 20 agosto 2010

Radicali, a Saluzzo sovraffollamento e carenze di educatori,solo 2 sugli 8 previsti in organico. carcere,detenuti,governo,rita bernardini,giustizia,politici

Carceri: Radicali, a Saluzzo sovraffollamento e carenze di educatori,solo 2 sugli 8 previsti in organico

 Nel carcere di Saluzzo, nel cuneese, il sovraffollamento ha portato la direzione a disporre tre letti in celle da nove metri quadri. E' la denuncia del presidente dei Radicali italiani, Bruno Mellano, che stamattina ha visitato la struttura insieme a Magda Negri, senatrice del Pd, e a Teresio Delfino, deputato Udc e coordinatore regionale del Piemonte del partito, nell'ambito dell'iniziativa "ferragosto in carcere", lanciata a livello nazionale per verificare la situazione nei penitenziari italiani.


A Saluzzo, spiega Mellano, sono detenute 433 persone, contro una capienza regolamentare di 250. E cosi', in due sezioni, ci sono ormai tre detenuti per cella. E' in via di costruzione un nuovo padiglione da 200 posti. Gli agenti in servizio sono 154, contro i 254 previsti, mentre gli educatori, che dovrebbero essere otto, sono due. "Con i tagli del Governo - denuncia Mellano - ci sono sempre meno possibilita' per le attivita'". Sono 60 in tutto le persone che lavorano nel carcere e 14 quelle fanno attivita' all'esterno. "Molti - spiega Mellano - ci dicono che vorrebbero lavorare, ma non ne hanno la possibilita'".

Un altro grave problema e' poi quello sanitario: "Per ogni visita specialistica - sottolinea Mellano - bisogna rivolgersi all'esterno; ma manca il personale per organizzare lo spostamento in ospedale e cosi' per avere una visita al menisco, o al ginocchio, si puo' aspettare molto tempo, con le relative conseguenze". "Ci sono anche elementi di eccellenza - precisa l'esponente radicale - come il laboratorio per la produzione per la birra, portato avanti da una cooperativa. Ma senza risorse adeguate diventa molto difficile portare avanti qualsiasi attivita'".

La giunta di Brescia chiede di assumere nuovi educatori penitenziari nelle carceri italiane! carcere,detenuti,politici,giustizia,costotuzione,angelino alfano,rita bernardini

Qualche proposta alla giunta sulle carceri bresciane

Anche quest'anno in tutta Italia, grazie ad un'iniziativa dei radicali condivisa da tutte le forze politiche, la pausa ferragostana è stata occasione per alcuni esponenti politici sensibili e attenti all'emergenza della situazione carceraria per prestare attenzione alla grave situazione in cui vivono, lavorano ed operano in vario modo migliaia di persone nel nostro Paese.



Anche a Brescia recentemente sono state varie le occasioni istituzionali di confronto sul tema delle carceri cittadine. Con alcuni consiglieri comunali abbiamo incontrato le direttrici di Verziano e Canton Mombello e successivamente, in commissione e in consiglio comunale, il Garante delle persone private della libertà.


Pochi conoscono tale figura che, scelta dal consiglio comunale, svolge volontariamente un grande lavoro di raccordo tra istituzioni e realtà del volontariato, detenuti e loro famiglie.


Il Garante non rinuncia a ricordare in ogni occasione la condizione dei reclusi presenti nelle carceri italiane in numero più che doppio alla capienza ordinaria prevista, a fronte di personale dimezzato. Quasi la metà di essi sono in attesa di giudizio: saranno liberi perchè dichiarati innocenti, dopo aver sperimentato la vita della prigione.


E per quanto riguarda Canton Mombello con l'aggravante di una struttura che fra le 205 in Italia è tra le peggiori, tanto da meritare menzione nel rapporto della Commissione europea per la prevenzione delle torture e dei trattamenti disumani e degradanti.


Parliamo di celle di pochi metri quadrati, dove i detenuti devono alternarsi per stare in piedi; dove ad un tavolo e due sgabelli si succedono 8-10 persone; dove il cibo viene servito in condizioni precarie di igiene; dove mancano piatti, posate e bicchieri; dove, in cella, c'è solo acqua fredda ed un piccolo lavabo per l'igiene personale, per cucinare, per lavare gli indumenti; dove il posizionamento dei letti a castello obbliga a tenere le finestre solo e sempre aperte d'estate o solo e sempre chiuse d'inverno; dove per il passeggio e l'ora d'aria di più di 500 persone ci sono due cortili di pochi metri quadrati.


Dove, per tutto ciò, la dignità stessa delle persone recluse è a rischio e la condizione professionale di chi vi lavora è indegna.


Inevitabilmente un carcere così mai potrà contribuire alla rieducazione del condannato, ma, anzi, è evidentemente contrario al senso di umanità raccomandato dall'articolo 27 della Costituzione.


E così il carcere disattende il suo scopo: imbruttisce invece di rieducare; fomenta il risentimento; umilia e offende la dignità e la vita, anche se qui i crociati della difesa della vita umana mai li sentiamo scandalizzarsi ed intervenire.


L'indifferenza è forse il male peggiore e non può essere consentita a chi amministra la città.


Rendo atto che questa amministrazione non ha ignorato il tema e, in continuità con la giunta Corsini e l'ex presidente del consiglio Castelletti, ha posto in essere piccoli ma apprezzabili gesti.


Riconosco senza difficoltà, dove ci sono, i meriti ma con altrettanta onestà rimando la verifica della roboanti dichiarazioni di qualche Assessore e degli impegni assunti sul carcere al prossimo bilancio.


Non sono pochi i margini grazie ai quali l'amministrazione potrebbe intervenire, sempre nell'ottica di contribuire ad elevare il grado di dignità delle persone recluse e per sostenere quei nostri concittadini che frequentano le carceri come lavoratori (agenti, medici, infermieri, educatori, impiegati, consulenti ecc.), volontari o in quanto genitori, figli, coniugi di detenuti.


Nelle mie numerose visite alle carceri cittadine ho sempre incontrato un'affinata sensibilità delle direttrici, un forte e faticoso impegno del personale di Polizia e di quello civile, un'instancabile dedizione dei cappellani, una caparbietà dei volontari che lasciano ben sperare. Può apparire strano, ma in quei brutti luoghi, c'è un'energia positiva, che cerca, lottando con la burocrazia e con mille ostacoli, di migliorare le cose ed il consiglio comunale vuol essere presente, grazie al Garante, a cui demanda un impegno, dal quale, però, non si può sottrarre.


Al comune non mancherebbero le occasioni per dimostrarsi sollecito: penso alla possibilità di stipulare convenzioni con l'Amministrazione penitenziaria, per lavori periodici, saltuari o emergenziali.


Un sensibile contributo alla riduzione del sovraffollamento, poi, può venire dall'impegno dei servizi sociali per facilitare la messa in prova, laddove il lavoro è condizione sine qua non per l'individuazione di pene alternative. Preziosa sarebbe la messa a disposizione di spazi adeguati all'alloggio, anche detentivo, di mamme con bimbi piccoli, in condizioni esterne a quelle degli istituti di reclusione dove mai dei bambini dovrebbero vivere.


In un'ottica di condivisione dell'impegno tra istituzioni, perché non assumere del personale educativo da distaccare alle carceri cittadine, così da sopperire alla cronica assenza di personale, causata dalla gestione e dalla selezione su scala nazionale direttamente dal ministero della Giustizia?


Perché non demandare a Brixia Sviluppo il compito di una perizia o di una ipotesi di riutilizzo di Canton Mombello, così come previsto dal programma elettorale e di governo dell'amministrazione in carica?


Le proposte, le idee, i progetti non mancano e fin qui mi pare anche la volontà di collaborare tra maggioranza e opposizione. Disponibilità ad occuparsi senza enfasi, senza strumentalità di una realtà perlopiù misconosciuta, emarginata, dimenticata.


Questa personalmente è la politica che mi interessa: quella antielettorale; quella che mette le persone al centro; quella che considera i deboli non come problemi ma che vuole esser accanto ai problemi dei deboli. Quella che accetta sfide impossibili; quella capace di chiedere non per sé, di invertire la gerarchia delle priorità, quella appunto capace di superare ideologici steccati e creare collaborazione tra maggioranza e opposizione.


A questo punto del mandato, a metà strada di questo impegno avaro di soddisfazioni amministrative ma carico di perplessità politiche, può esser buona cosa riordinare l'agenda delle motivazioni e ripartire dal basso, dai luoghi e dalle persone più dimenticate della nostra città.


Grazie a coloro che, anche in questo Ferragosto, hanno voluto ricordarsene.






Giuseppe Ungari, consigliere comunale del Pd a Brescia

Gravissima situazione di illegalità nelle carceri,occorre stanziare fondi per assumere personale penitenziario. carcere,governo,detenuti,politici,giustizia,angelino alfano

Gravissima situazione di illegalità nelle carceri. Visita di Vincenzo Vita e della delegazione radicale

Il senatore Vincenzo Vita (PD),e la delegazione radicale composta da Deborah Cianfanelli, della direzione di Radicali Italiani e da Aldo Signori dell’associazione radicale della Spezia “Mario Tarantino”, ha potuto visitare le case circondariali della Spezia (insieme all’assessore provinciale PD Federico Barli), di Chiavari (insieme Walter Noli, del comitato nazionale di Radicali Italiani) e di Massa (insieme a Carlo Del Nero, segretario dell’associazione radicale di Massa).


Le valutazioni conclusive di questo “tour” ferragostano sono quelle di uno stato di significativa illegalità nel quale versano gli istituti di reclusione. Spicca in particolare la situazione di sovraffollamento del carcere di Chiavari, dove detenuti con pene definitive continuano ad essere costretti a vivere in celle con la settima branda, in condizioni inumane, tanto che qualsivoglia organismo di giustizia internazionale potrebbe riconoscere lo stato di vera e propria tortura.

Lo stesso problema continua ad esistere nel carcere della Spezia, anche se limitato alla sezione “ex alta sicurezza”, non ancora interessata dal restauro che ha invece complessivamente migliorato in modo determinante la condizione della struttura.

Anche il carcere di Massa, pur essendo una struttura ben attrezzata, ricca di spazi ricreativi e di laboratori per tessitura, sartoria, carpenteria, ancorché non sfruttati appieno dal punto di vista di un possibile impiego lavorativo, soffre del grave problema del sovraffollamento, condizione che lede qualsiasi diritto costituzionale, in primis quello alla salute. A Massa, a differenza delle altre strutture visitate, il problema è lievemente attenuato dalla prassi delle cosiddette “celle aperte”.

Persiste pertanto, nell’insieme, il problema di una illegalità di fondo, problema che non può continuare ad essere tollerato a lungo.

Gli istituti di pena sono per questo motivo centri di pena vissuta come espiazione, quasi una vendetta sociale, e di conseguente imbarbarimento, mentre dovrebbero rispondere alla finalità di rieducazione e di reinserimento nella società.

Solo l’impegno, talvolta ai limiti della devozione, con cui gli agenti di polizia penitenziaria, i direttori, gli educatori e tutta la comunità carceraria svolgono il loro lavoro, consente ogni giorno di scongiurare il peggio.

L’iniziativa “Ferragosto in carcere” può dunque e deve servire non solo da strumento di denuncia di una situazione di fatto alla quale ormai in troppi si sono rassegnati, ma va intesa come strumento per porre le basi di un lavoro costruttivo transpartitico che possa porre fine a quest’onta allo stato di diritto che ancora si proclama esistente in Italia.

Deborah Cianfanelli ha anche espresso un ringraziamento per la solidarietà dimostrata all’iniziativa radicale da parte del Sindaco della Spezia Massimo Federici e dal consigliere regionale ligure PD Raffaella Paita, che sabato mattina si sono recati a loro volta presso il carcere della Spezia, potendo così prendere atto della grave situazione che i radicali denunciano da molti anni.

Secondo Vincenzo Vita e Deborah Cianfanelli, è opportuno inoltre intervenire subito nelle aule parlamentari, battendosi anche perché nella prossima legge finanziaria vengano aumentati i fondi destinati alle amministrazioni penitenziarie. La mancanza di fondi, di strutture idonee e di personale di ogni ruolo è, infatti, tra i più urgenti problemi del mondo carcerario, dal quale molti altri ne discendono a cascata.

sabato 14 agosto 2010

Mellano(radicali) e Costa,PDL:chiediamo al governo di colmare le carenze di agenti ed educatori penitenziari.Speriamo non siano i soliti vuoti annunci. carcere,governo,detenuti,angelino alfano,politici,giustizia

Bruno Mellano ed Enrico Costa in visita alla "Santa Catlina di Fossano"



Enrico Costa, capogruppo PDL in Commisione Giustizia alla Camera, e Bruno Mellano, Presidente nazionale di Radicali Italiani, domani, domenica 15 agosto alle ore 17 circa, visiteranno il carcere di Fossano "Santa Catlina".




Bruno Mellano (Presidente nazionale di Radicali Italiani) ha dichiarato: “Questo week end di visite in tutte le strutture carcerarie italiane ha l'obiettivo di verificare le reali condizioni vissute sia dagli operatori che dai detenuti. Una situazione ormai da troppo tempo oltre il tollerabile, fuori dalla legalità e contro la Costituzione stessa. Nonostante i nostri continui appelli, le interrogazioni parlamentari e le precedenti ispezioni, il Governo ed il Parlamento sono rimasti sinora inerti. Chiediamo che vengano subito colmate le carenze di organico della polizia penitenziaria e degli educatori professionali affinché si possa garantire la piena sicurezza dei detenuti e degli operatori ma anche dei cittadini e chiediamo al Consiglio regionale del Piemonte ed al Governatore della Regione, Roberto Cota, di nominare quanto prima il Garante regionale dei detenuti, figura istituita con legge della Regione Piemonte ma ancora in attesa della sua prima applicazione.”




Zazzera,IDV:l'istituto di Lucera dovrebbe avere 4 educatori(ne ha uno solo),due psicologi (ne ha una sola),quale rieducazione? carcere,angelino alfano,detenuti,giustizia,politici,

Carceri: Zazzera (Idv), a Lucera evidente insufficienza strutturale

(Adnkronos) - Per Zazzera ''la complessa situazione di Lucera riguarda anche la gestione del supporto medico e sanitario: la presenza di 47 tossicodipendenti, di cui 14 sotto cura di metadone e 3 sieropositivi con un personale sanitario che assicura il servizio per 3 ore al giorno e che, quando va in ferie, non viene sostituito rappresenta un ulteriore problema". Problemi, per Zazzera, anche nell'assistenza psicologica e psichiatrica: "con la presenza di reati particolari come quelli sessuali, l'istituto dovrebbe avere a disposizione 4 educatori (ne ha uno solo), due psicologi (ne ha una sola), 2 psichiatri (ne ha uno solo)".


Se poi "da un lato lo sforzo della direzione e del personale carcerario (70 persone in servizio contro le 105 previste in pianta organica) mira a integrare le varie etnie presenti (86 gli stranieri) a lavorare perche' non ci siano tensioni tra i detenuti, la condizioni sono davvero dure: mi e' stato riferito - afferma Zazzera - in caso di nuovi arrivi spesso questi sono sistemati in sala d'attesa con materassi di fortuna per la notte prima di essere immatricolati".

"Ho visto 6-8 persone in celle da 15 metri, sistemati su letti a castello su tre livelli. Addirittura un gabbiotto per il personale di guardia di cui sono stati alzati i muri, ma non e' stato completato con le misure di sicurezza previste per mancanza di fondi. C'e' molto da lavorare, alla politica si chiedono risposte adeguate e serie ad una situazione ormai insostenibile'', conclude Zazzera.

Carcere,Di Stanislao:a Settembre chiedero' a camera e senato di dare seguito alla mozione approvata sulle carceri e assunzioni educatori penitenziari! carcere,governo,detenuti,governo,angelino alfano,politici

14-08-2010


CARCERI: IDV IN VISITA A LANCIANO, NON SEMPLICE RITO MA DENUNCIA


ASCA) - L'Aquila, 14 ago - Augusto Di Stanislao e Alfonso Mascitelli (rispettivamente deputato e senatore dell'Italia dei Valori) hanno visitato stamane il penitenziario di Lanciano (Chieti), nell'ambito dell'iniziativa parlamentare ''Ferragosto in carcere''.

''Una situazione piu' che allarmante - ha commentato Di Stanislao - Il carcere di Lanciano, insieme a quello di Teramo, rappresenta la situazione piu' critica e di maggior rischio in Abruzzo.

Siamo di fronte ad un istituto che accoglie piu' del doppio dei detenuti che e' in grado di contenere e le condizioni del personale penitenziario sono al limite della sopportazione e della vivibilita'''.

''Quella dell'IdV - ha tenuto a sottolineare Di Stanislao - e' stata una visita ispettiva di impegno e non di rito, per mettere in evidenza le cose non fatte e quelle da fare. Di fatto c'e' un surplus di oltre 23.000 detenuti e il Ministro si era impegnato ad assumere altri 1.000 operatori, anche se il fabbisogno si aggira sulle 6.000 unita' ed e' un dato di fatto la totale incapacita' del Governo a gestire tale emergenza''.

Di Stanislao e Mascitelli, alla ripresa dei lavori parlamentari, a settembre, chiederanno alla Camera e al Senato che vengano rispettati gli impegni assunti e non mantenuti dal Governo e che il ministro Alfano riferisca in entrambe le Aule sull'emergenza carceri ''da lui sollevata e mai affrontata concretamente, anche a seguito della mozione di Di Stanislao approvata all'unanimita' e rimasta finora lettera morta''.
“Troppi detenuti, pochi spazi e pochi educatori,a Saluzzo solo 2 educatori part time,impossibili percorsi di recupero!”

Da La Stampa – ed. Cuneo, pag. 54. Di Monica Coviello


Ferragosto, tempo di esodo, clou dell’estate. Ma, mentre le spiagge si affollano, nelle carceri c’è chi deve sgomitare per riuscire a farsi una doccia, o deve convivere con compagni di detenzione nell’afa di una cella di pochi metri quadrati. Per questo, un gruppo di politici di tutti gli schieramenti sta passando il suo «Ferragosto in carcere», con visite negli istituti di pena di tutta Italia (l’iniziativa è stata lanciata dai Radicali Italiani).


Anche a Saluzzo, al carcere «Morandi», il secondo del Piemonte per ampiezza, ieri sono stati Magda Negri, senatrice del Pd; Teresio Delfino, deputato Udc; Bruno Mellano, presidente nazionale di Radicali Italiani; Marcella Risso, assessore comunale all’Istruzione di Saluzzo; Andrea Momberto, consigliere comunale saluzzese e Mauro Mantelli, consigliere comunale di Cuneo. Hanno visitato l’istituto insieme al direttore Giorgio Leggieri. «Il nostro scopo è quello di portare all’attenzione della classe politica e della popolazione l’emergenza carceri. Il sovraffollamento e le sue conseguenze sono un problema nazionale, che coinvolge anche Saluzzo», spiega Mellano. «Anche a Saluzzo ci sono due sezioni del carcere che hanno aggiunto un terzo letto nelle celle, che misurano 9 metri quadrati: se all’inizio gli stessi locali ospitavano 25 persone, ora ne accolgono 75. È vero che si è deciso di ridurre il tempo di permanenza in cella dalle 19 alle 8,30, ma le ore da trascorrere in uno spazio esiguo, in tre, sono tante».


Entro il 2013, al «Morandi» sarà inaugurato un nuovo padiglione in grado di ospitare 200 persone. Però, secondo Mellano, «oltre al problema delle strutture, c’è anche quello del personale. A Saluzzo ci sono solo 2 educatori part time: è difficilissimo attuare piani di recupero. Inoltre, ci sono 154 agenti: cento in meno di quanti sono previsti dalla pianta organica».


La delegazione ha incontrato anche i detenuti. «Tutti si sono lamentati dello spazio, e di non sapere come occupare il tempo: chiedono di poter lavorare, per avere denaro per le spese ordinarie e per non gravare sulla famiglia. Ma su 433 detenuti lavorano, a turno, solo 60. Eppure in carcere c’è voglia di mettersi in gioco: basti considerare il positivo esempio del birrificio della cooperativa Pausa Caffè, in cui lavorano tre detenuti». Mauro Mantelli: «Il settore carcerario sembra andare avanti più per la buona volontà di chi ci lavora che per quella del governo, che si è limitato a tagliare i fondi».










Franca Biondelli(PD) e Nathalie Pisano(Radicali),in visita al carcere di Novara hanno dichiarato:chiediamo che vengano subito colmate le carenze di organico della polizia penitenziaria e degli educatori! carcere,governo,angelino alfano,detenuti,politici

Ferragosto in carcere/Sabato 14 agosto la sen. Biondelli (Pd) e Nathalie Pisano visiteranno il carcere di massima sicurezza di Novara



Da domani venerdì 13 agosto a domenica 15, in tutta Italia, si terrà su iniziativa dei Radicali la seconda edizione del “Ferragosto in carcere”, una massiccia visita ispettiva nei 216 istituti di pena sul territorio nazionale.

Oltre 200 tra deputati, senatori, europarlamentari e consiglieri regionali di tutti gli schieramenti politici, garanti per i diritti delle persone private della libertà, ma anche magistrati di sorveglianza, presidenti di tribunali e procuratori generali, nel week-end di Ferragosto si uniranno alla “comunità penitenziaria” per una ricognizione approfondita della difficilissima situazione delle carceri italiane in quello che si sta rivelando l’anno più duro.

A Novara, sabato 14 agosto alle ore 10.00, la Senatrice Franca Biondelli (Pd) accompagnata da Nathalie Pisano (segretaria dell’Associazione Radicale Adelaide Aglietta), da Hassan Pagano (Giovani Democratici) e da Roberto Leggero (Pd) visiteranno il carcere di massima sicurezza di Novara (Via Sforzesca, 49).


Franca Biondelli e Nathalie Pisano hanno dichiarato:

“Questo week end di visite in tutte le strutture carcerarie italiane ha l' obiettivo di verificare le reali condizioni vissute sia dagli operatori che dai detenuti. Una situazione ormai da troppo tempo oltre il tollerabile, la legalità e la Costituzione stessa. Nonostante i nostri continui appelli, le interrogazioni parlamentari e le precedenti ispezioni, il Governo è rimasto indifferente. Chiediamo che vengano subito colmate le carenze di organico della polizia penitenziaria e degli educatori affinché possano garantire la piena sicurezza per loro stessi e per i cittadini e invochiamo il Governatore della Regione, Roberto Cota, di nominare subito il Garante dei detenuti regionale, figura istituita dalla giunta Bresso, bloccata dall' attuale maggioranza.”

Intorno alle ore 12.00 la delegazione sarà a disposizione dei giornalisti per relazionare sulla visita effettuata in una conferenza stampa volante nel piazzale antistante il carcere.



Novara, 13 agosto 2010

Speciale di SkyTG24 "Rebibbia, voci dal carcere,il 14 agosto alle 23.05:le problematiche direttamente dalla voce dei detenuti, dei poliziotti e degli educatori che lavorano in prigione. carcere,governodetenuti,angelino alfano,politici

"Ferragosto in carcere", l'iniziativa dei Radicali, lo speciale di SkyTG24 "Rebibbia, voci dal carcere"


Anche SkyTG24 aderisce a “Ferragosto in carcere”, l'iniziativa per verificare le condizioni di vita nei penitenziari italiani. Le telecamere del canale all news diretto da Emilio Carelli seguiranno le visite di esponenti politici, consiglieri regionali, garanti dei diritti dei detenuti in varie prigioni italiane, da Como a Palermo.


"Rebibbia, voci dal carcere”, questo il titolo dello speciale, andrà in onda il 14 agosto alle 23.05. Il reportage a cura di Jacopo Arbarello racconterà le problematiche direttamente dalla voce dei detenuti, dei poliziotti e degli educatori che lavorano in prigione.



Suicidi in carcere - Quanto ai detenuti che si sono tolti la vita, sono 41 dall'inizio dell'anno, 10 in più rispetto al 2009 che pure ha fatto registrare il "record storico" di suicidi in carcere, con 72 casi.

"Un trend negativo che, a meno di clamorose inversioni, a fine anno rischia di produrre un numero di decessi in carcere mai visto". Invece il totale dei detenuti morti nel 2010, tra suicidi, malattie e cause 'da accertare' arriva a 106 (negli ultimi 10 anni i "morti di carcere" sono stati 1.703, di cui 594 per suicidio).

Ma non sono soltanto i detenuti, segnalano i Radicali, a "morire di carcere": da inizio anno già 4 agenti di Polizia penitenziaria si sono tolti la vita e il 23 luglio si è ucciso anche il Provveditore alle carceri della Calabria, Paolo Quattrone.

PARLAMENTARI IDV IN VISITA AL PENITENZIARIO DI LANCIANO:una deficienza organica di agenti di polizia penitenziaria, di educatori e di personale mai riscontrata in passato!. carcere,governo,angelino alfano,detenuti,governo,educatori penitenziari,politici

FERRAGOSTO: PARLAMENTARI  IDV  IN VISITA AL PENITENZIARIO DI LANCIANO


ASCA) - L'Aquila, 13 ago - Nell'ambito della seconda edizione della manifestazione che porta i parlamentari a visitare le carceri italiane, Alfonso Mascitelli e Augusto Di Stanislao (senatore e deputato dell'Italia dei Valori) saranno domani al penitenziario di Lanciano. ''Dallo scorso anno la situazione del sistema penitenziario e' decisamente peggiorata - spiegano i due parlamentari IdV - Circa 68.000 detenuti costipati in strutture che possono ospitarne al massimo 44.000; una deficienza organica di agenti di polizia penitenziaria, di educatori e di personale mai riscontrata in passato; suicidi, quotidiani atti autolesionistici, proteste e rivolte, uniti ad una totale incapacita' del Governo a gestire una tale emergenza fanno un mix esplosivo che cosi' esplodera' molto presto''.

Sen.Tomaselli:Le misure alternative vengono date con il contagocce. Il personale è insufficiente,non solo la polizia penitenziaria, ma anche gli educatori! carcere,giustizia,detenuti,angelino alfano,politici,governo,Ionta,Dap

Senatore Tomaselli: ferragosto in carcere


Ho aderito al “Ferragosto in carcere", iniziativa promossa dai Radicali Italiani per il secondo anno consecutivo, allo scopo di sollevare l'attenzione del paese intero sull'insostenibilità della situazione in cui versa il sistema penitenziario italiano.

Nel pomeriggio di Sabato 14 agosto alle ore 16,30 – unitamente al Sen. Giuseppe Caforio dell'Italia dei Valori - sarò presso il Carcere di Brindisi a far visita alla struttura e ai detenuti che vi sono ristretti.

Il sistema penitenziario italiano vive da anni di croniche difficoltà: strutture in gran parte inadeguate e fatiscenti, il sovraffollamento che porta ad un carico ormai non più sostenibile con circa 68.000 detenuti e, infine, l'inadeguatezza del personale di ogni livello fortemente ridotto nel suo organico e tale da costringere gli operatori a sacrifici spesso non tollerabili.

La reclusione in carcere nel nostro paese rischia di perdere progressivamente, per via di queste croniche carenze del sistema, la caratteristica fondamentale di luogo in cui scontare la pena all'insegna, però, di quanto sancito dall'art. 27 della Costituzione Italiana, secondo il quale le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato.

Ci stiamo avvicinando alla soglia dei settantamila detenuti, ma gli spazi restano gli stessi, quelli costruiti e pensati per quarantaduemila persone. Il piano carcere sembra ormai un battuta di cattivo gusto. La galera è diventata la risposta – spesso l'unica – ai problemi sociali: tossicodipendenza, immigrazione, povertà, disagio psichico. Le misure alternative vengono date con il contagocce. Il personale è insufficiente, non solo la polizia penitenziaria, ma anche gli educatori che dovrebbero costruire insieme al detenuto percorsi di reinserimento, gli psicologi, gli assistenti sociali. Mancano gli spazi per le attività comuni, trasformate in cameroni dove si convive in nove o quindici persone.

Domani saremo nel carcere di Brindisi: teatro, purtroppo, di uno degli ultimi suicidi negli Istituti di pena, 41 dall'inizio dell'anno in tutta Italia, mentre il totale dei detenuti morti nel 2010, tra suicidi, malattie e cause “da accertare" arriva a 106 (negli ultimi 10 anni i “morti di carcere" sono stati 1.703, di cui 594 per suicidio).

Un bilancio assolutamente tragico, una sequenza di lutti che un paese civile non può in alcun modo tollerare.

Un trend negativo che, a meno di clamorose inversioni, a fine anno rischia di produrre un numero di decessi in carcere mai visto, né immaginabile fino a pochi anni fa.

Aderire all'iniziativa “Ferragosto in carcere", a cui partecipano circa 200 parlamentari in tutta Italia e dei vari schieramenti politici, rappresenta un piccolo segnale di solidarietà verso le condizioni di lavoro degli operatori della polizia penitenziaria sottoposti a ritmi insostenibili e verso la popolazione dei detenuti per le condizioni di vita in cui scontano la loro pena. Nel contempo, rappresenta l'impegno da parte nostra a proseguire nel lavoro parlamentare l'azione volta a sollecitare Governo e Parlamento ad adottare finalmente un moderno ed efficiente Piano nazionale delle carceri in grado di risolvere le gravi contraddizioni sollevate.





Sen. SALVATORE TOMASELLI

Carcere Sant'Anna,Modena:il Pd: “Condizioni di vita bestiali,Gli educatori sono 4 invece degli 8 previsti.Un solo psicologo.” carcere,angelino alfano,giustizia,governo,politici,detenuti,costituzione,penitenziari

Sant’Anna Modena, il Pd: “Condizioni di vita bestiali”


“Una situazione indescrivibile, un sovraffollamento impressionante, condizioni di vita bestiali sia per i detenuti che per gli agenti”. Questo il primo commento della consigliera regionale del Pd Palma Costi al termine della visita effettuata ieri alle carceri modenesi. L’esponente del Pd era accompagnata da Bernardetta Graziani, consigliera comunale radicale di Pavullo; Maurizio Dori e Stefano Goldoni, consiglieri comunali del Pd di Modena; Tarves Tangerini del Pd.


“La situazione in assoluto più grave è quella del carcere di Sant’Anna – spiega Palma Costi – e conferma quello che da tempo andiamo dicendo sul sovraffollamento degli istituti penitenziari modenesi che continuano a ricevere detenuti da ogni parte d’Italia senza avere un numero sufficiente di agenti di custodia. Celle di 9 metri quadrati dove vivono in tre, medici e infermieri che lavorano in infermeria senza aria condizionata, condizioni igieniche assolutamente precarie. Una sezione del carcere, occupata da 72 detenuti, è affidata al controllo di un solo agente. Ma anche alla casa di lavoro di Saliceta S.Giuliano – precisa l’esponente del Pd – dove peraltro la situazione non è così drammatica, i reclusi sono costretti a fare la doccia gelata perché da due mesi non c’è acqua calda. Insomma, una situazione insostenibile”.

Il carcere di Sant’Anna dovrebbe ospitare 221 detenuti. Ce ne sono invece 453 di cui 230 in attesa di giudizio. Le donne sono 23, di cui una incinta al 6° mese di gravidanza. Gente che vive per 18 ore al giorno in cella e ha a disposizione solo tre docce comuni. Gli agenti in servizio effettivo di custodia sono 159 ma la pianta organica ne prevede 226. Gli educatori sono 4 invece degli 8 previsti. Un solo psicologo. Alla Casa di lavoro di Saliceta San Giuliano i detenuti – un centinaio – vivono in nove stipati in celle da 40 metri quadrati. Undici di loro hanno patologie psichiatriche ma non c’è nemmeno uno psicologo. Gli agenti sono 36 ma ce ne dovrebbero essere 48.

A Castelfranco – catalogato dal ministero come carcere a custodia attenuata – vivono in 111 tra detenuti e internati. Il problema è che 64 di questi sono tossicodipendenti e 20 hanno problemi psichiatrici. Gli agenti sono 40 ma dovrebbero essere 59.

“Insomma una situazione intollerabile per un paese civile – commenta Palma Costi – che invece viene giudicata del tutto normale dagli esponenti del centrodestra. Mi piacerebbe che il consigliere Leoni facesse anche lui un giro nelle nostre carceri e si rendesse conto di persona, invece di magnificare un’azione di governo che è completamente assente”.

Il carcere dei Miogni è fatiscente e inadeguato, carenza davvero drammatica di educatori,solo 3 per 120 detenuti! carcere,governo,detenuti,angelino alfano,politici,costituzione

Chi vive il carcere: "serve una nuova struttura"

Sabato 14 Agosto 2010 12:44 Chiara Frangi




Il commento di Marantelli



VARESE – I Miogni raccontati da chi li vive tutti i giorni. Giovanni Bandi e sua moglie Giovanna Ferloni insegnano ormai da 15 anni all’interno del carcere di Varese. Danno la possibilità ai detenuti di affrontare gli esami di terza media: la loro è un’attività del centro “Eda” di Varese, l’erede moderno delle scuole serali. Anche loro hanno visto la visita dei parlamentari, ieri, e raccontano la loro visione dall’interno.



UN CARCERE FATISCENTE E INADEGUATO

“Il carcere dei Miogni è fatiscente e inadeguato – dice Bandi – non si può fare molto più che costruirne uno nuovo da qualche altra parte”. Del resto, è davvero raro che un carcere sorga in centro città. Quando succede, come a Varese, è troppo facile arrivare in situazioni di drammatico sovraffollamento. “I Miogni sono progettati per circa 90 persone – racconta ancora Bandi – e oggi ne ospita 120. Ma non è la situazione più drammatica: si è arrivati anche a 140 detenuti”. Detenuti non a lungo termine: i Miogni è una casa circondariale, qui restano soprattutto i detenuti in attesa di giudizio, oppure i varesini che stanno finendo di scontare una pena lunga e vengono riavvicinati a casa.



MANCANO GLI EDUCATORI

“La carenza davvero drammatica non è tanto nel personale di sorveglianza: lì basterebbe usare meglio le nuove tecnologie – dice ancora Bandi – quanto nel personale educativo: sono solo tre gli educatori presenti, per 120 detenuti”. Eppure i detenuti sono in gran parte giovani che finiscono in cella per reati minori, come spaccio o immigrazione clandestina: soggetti ampiamente recuperabili. “Ci vorrebbe uno psicologo e la possibilità di organizzare più attività di recupero – dice ancora il professore. – ma la priorità sono gli spazi. Il campo che hanno per l’ora d’aria è minuscolo, si riesce a stento ad organizzare una partitella a pallone. In più, qui a Varese le celle sono chiuse: i detenuti non possono spostarsi da una cella all’altra, andando ad esempio a chiacchierare col vicino. Per la maggior parte della giornata sono costretti in celle progettate per una, massimo due persone. Invece ci stanno in tre”.



CI VORREBBE UNA STRUTTURA FUORI CITTA'

Secondo Bandi, la costruzione di un nuovo carcere, meglio se fuori città, è l’unica alternativa. “Opera è un ottimo esempio. O Vigevano. È un bene che i Parlamentari siano venuti a vedere di persona, ma c’è un problema: erano tutti dell’opposizione. Possono fare solo proposte, non metterle in pratica. Ma almeno hanno portato alla ribalta una situazione che solitamente l’opinione pubblica ignora”.



Chiara Frangi

Carceri: Radicali, a Saluzzo sovraffollamento e carenze,gli educatori, che dovrebbero essere otto, sono solo due. angelino alfano,giustizia,politici,giustizia,detenuti

Carceri: Radicali, a Saluzzo sovraffollamento e carenze sanitarieTorino

13 ago. - (Adnkronos) - Nel carcere di Saluzzo, nel cuneese, il sovraffollamento ha portato la direzione a disporre tre letti in celle da nove metri quadri. E' la denuncia del presidente dei Radicali italiani, Bruno Mellano, che stamattina ha visitato la struttura insieme a Magda Negri, senatrice del Pd, e a Teresio Delfino, deputato Udc e coordinatore regionale del Piemonte del partito, nell'ambito dell'iniziativa "ferragosto in carcere", lanciata a livello nazionale per verificare la situazione nei penitenziari italiani.


A Saluzzo, spiega Mellano, sono detenute 433 persone, contro una capienza regolamentare di 250. E cosi', in due sezioni, ci sono ormai tre detenuti per cella. E' in via di costruzione un nuovo padiglione da 200 posti. Gli agenti in servizio sono 154, contro i 254 previsti, mentre gli educatori, che dovrebbero essere otto, sono due. "Con i tagli del Governo - denuncia Mellano - ci sono sempre meno possibilita' per le attivita'". Sono 60 in tutto le persone che lavorano nel carcere e 14 quelle fanno attivita' all'esterno. "Molti - spiega Mellano - ci dicono che vorrebbero lavorare, ma non ne hanno la possibilita'".

Un altro grave problema e' poi quello sanitario: "Per ogni visita specialistica - sottolinea Mellano - bisogna rivolgersi all'esterno; ma manca il personale per organizzare lo spostamento in ospedale e cosi' per avere una visita al menisco, o al ginocchio, si puo' aspettare molto tempo, con le relative conseguenze". "Ci sono anche elementi di eccellenza - precisa l'esponente radicale - come il laboratorio per la produzione per la birra, portato avanti da una cooperativa. Ma senza risorse adeguate diventa molto difficile portare avanti qualsiasi attivita'".

Il Pd: "Nel carcere di Parma sovraffollamento e carenza di organico.Aumentare il numero degli educatori." carcere,governo,detenuti,politici,angelino alfano,giustizia

Il Pd: "Nel carcere di Parma sovraffollamento e carenza di organico"

Bilancio della visita negli istituti da parte della senatrice Albertina Soliani e del consigliere regionale Gabriele Ferrari Ci sono 115 detenuti più del dovuto e previsto

Un penitenziario che vive la difficoltà della carenza di risorse e di personale.Soliani e Ferrari hanno incontrato la vice direttrice del carcere, Lucia Monastero e il comandante della polizia penitenziaria Augusto Zaccariello. Hanno visitato le diverse sezioni, sia della casa circondariale, sia dei detenuti con condanna definitiva, compresi quelli posti al 41 bis, nonché gli ambulatori e gli spazi per gli incontri con i famigliari. I due esponenti del PD hanno anche incontrato gli agenti di polizia carceraria, con i quali hanno discusso, tra l’altro, del problema degli affitti e degli acquisti delle case per chi, come loro, si trasferisce a Parma per lavorare.


Innanzitutto quello che è saltato agli occhi in un giorno piovoso come quello di oggi sono state le numerose infiltrazioni d’acqua in vari locali della struttura.

Dalla visita è emerso il sovraffollamento del penitenziario. Anche se la situazione risulta migliore rispetto a quella di altre carceri, i detenuti per cella sono comunque 2, mentre lo spazio dovrebbe essere solo per uno. Mancano 176 agenti di polizia penitenziaria, rispetto a quelli previsti, a fronte di 534 persone detenute, cioè 115 in più rispetto alla capienza tollerata.

La maggior parte di loro sono in attesa di giudizio, i detenuti tossicodipendenti sono 83, un quinto della popolazione carceraria di Parma, gli stranieri 190, cioè un terzo del totale. Pochi, solo 15, hanno la possibilità di svolgere un lavoro esterno e 11 vivono in regime di semilibertà.

Le carenze di organico non riguardano solo gli agenti di polizia, ma anche gli educatori, che sono 4 quando invece dovrebbero essere 9, mentre gli psicologi sono 3.

Inoltre nel carcere di Parma sono in corso lavori di ristrutturazione, alla fine dei quali arriveranno 151 detenuti in più.

“Rispetto allo scorso anno – fa notare la senatrice - sono però migliorati gli spazi per i bambini in visita a padri detenuti. Questo anche grazie all’Agenzia per la Famiglia del comune di Parma e al lavoro dei volontari”.

Altra proposta per migliorare il funzionamento del carcere è quella di potenziare i servizi sanitari di competenza della Asl.

“La piscina per i paraplegici – continua Soliani – è rimasta come l’anno scorso. Vuota e inutilizzata”.

Alla fine della visita la senatrice e il consigliere hanno fatto 3 proposte di lavoro, per migliorare le condizioni del carcere di Parma, ma anche quelle delle carceri italiani in generale. La prima: rivedere il codice penale e la custodia cautelare, per diminuire i tempi di detenzione. Affidare i tossicodipendenti a cure in comunità, prevedendo misure alternative alla pena. Approvare presto in Senato, il provvedimento per l’uscita dal carcere un anno prima del termine della reclusione.

La seconda: Aumentare il numero degli agenti di polizia penitenziaria, riorganizzarne la carriera. Inoltre aumentare il numero di educatori, dei mediatori culturali e degli psicologi della struttura. Istituire il Garante Nazionale per i detenuti e prevedere il Garante per Parma.

La terza: stabilire un aggiornamento del protocollo tra servizio sanitario nazionale e carcere, come indicato nella conclusione della relazione sulla vicenda della morte di Stefano Cucchi, stilata dalla commissione d’inchiesta del Senato. Indicazione già accolta dal ministro. Potenziare la scuola in carcere, aumentare la possibilità di lavoro esterno, incrementare le attività culturali e sociali, anche grazie al lavoro dei volontari.

“Nei prossimi giorni – spiegano Soliani e Ferrari- incontreremo il comune e la provincia di Parma, le organizzazioni sindacali della polizia penitenziaria e il direttore della Asl, per discutere degli impegni di loro competenza”.

“Recuperare i detenuti – prosegue la senatrice – è un dovere della Repubblica : vi sono molti giovani reclusi, uno spreco di risorse umane. Vi sono professionalità e senso del dovere tra gli operatori, dobbiamo valorizzarli. Continueremo il nostro impegno”.

Ferrari ha dichiarato: “Nei prossimi giorni in Regione porterò anche il problema casa, per gli agenti di polizia penitenziaria di Parma, che provengono per la gran parte dal Sud Italia, ma si stabiliscono qui per lavorare e vivere con le loro famiglie. Mi auguro – conclude – che queste visite continuino, non solo una volta all’anno, ma si possano ripetere più spesso, per cercare di risolvere i problemi del sistema carcerario italiano”.

venerdì 13 agosto 2010

Il dramma delle carceri:I pochi educatori carcerari sono costretti a tralasciare il dialogo con le persone per occuparsi di adempimenti burocratici.carcere,governo,detenuti,politici,angelino alfano,giustizia

Lettere: il dramma delle carceri e i silenzi della “società civile”


di Rosario Giuè (scrittore e teologo)



La Repubblica, 12 agosto 2010



Può la società civile siciliana mantenere un indifferente silenzio di fronte allo stillicidio di suicidi nelle carceri? La situazione delle carceri, in Sicilia come nel resto del Paese, è insostenibile. Le strutture carcerarie sono inadeguate al rispetto della dignità umana delle persone che vi sono recluse.

Non è difficile pensare che proprio questa situazione disumanizzante spinga alcuni detenuti al suicidio. Non si era finito di ricevere la notizia della decisione di un recluso di origini campane di togliersi la vita impiccandosi nella sua cella a Siracusa, qualche giorno fa, che abbiamo appreso di un altro suicidio. Questa volta è stato Marcello a impiccarsi con una corda nel carcere circondariale di Giarre.

In precedenza nel carcere di Bicocca, a Catania, si era tolto la vita Andrea, un altro detenuto, sgozzandosi con la lametta da barba. Ormai, solo in un anno, in Sicilia i suicidi carcerari sono già nove. Ma dietro i numeri locali o nazionali ci sono volti, nomi, storie, famiglie. Di ciò non ci si deve preoccupare? Come giustamente ha affermato un sindacalista, i suicidi certificano non soltanto il fallimento del sistema penitenziario sempre più abbandonato al proprio destino, ma anche l’indifferenza della politica e della società.

Il fallimento del sistema penitenziario è certificato dalle cifre. Su 45 mila posti disponibili, a fine marzo i detenuti erano 67 mila, con un incremento mensile di circa mille unità. Il piano di edilizia penitenziaria, come riferisce il cappellano della casa circondariale di Trani, don Raffaele Sarno, prevede la costruzione di nuovi padiglioni anche “nelle aree degli istituti già esistenti, con relative sottrazioni di spazi alle già scarse attività trattamentali”.

Gli spazi per la scolarizzazione, per l’avviamento professionale, per le “aree verdi”, per i colloqui fra detenuti e famiglie anche in presenza di minori, per le attività sportive degne di questo nome, sono ridotti sempre di più. Gli agenti penitenziari, carenti come numero, vengono sottoposti a turni massacranti, riducendosi a svolgere un lavoro ripetitivo e alienante, mettendo da parte il loro ruolo educativo che dovrebbe sommarsi a quello della salvaguardia della sicurezza. I pochi educatori carcerari, che pure sarebbero essenziali per svolgere percorsi utili in vista del reinserimento, sono costretti a tralasciare in gran parte il dialogo con le persone per occuparsi di adempimenti burocratici.

Più rare ancora sono le figure professionali quali criminologi, psicologi, psichiatri. Quelle che esistono sono di fatto costrette a limitarsi a sporadici interventi. Senza dire dei detenuti extracomunitari. La loro scarsa assistenza legale, la mancanza di sostegno delle famiglie, le difficoltà ad avere cambi di biancheria, la scarsità di mediatori culturali.

Certo, c’è il volontariato laico e cattolico, a volte mal tollerato, che cerca generosamente di tappare alcune falle del sistema carcerario. Ma il volontariato non ha la bacchetta magica per migliorare le condizioni di vivibilità negli spazi interni. Celle anguste costringono alla convivenza immediata con numerosi altri detenuti, con letti a castello e un solo bagno da condividere. In questo contesto è evidente come la mancanza di privacy sia assoluta.

E ciò proprio mentre il governo è impegnato strenuamente nell’approvazione della legge sulle intercettazioni a tutela, si dice, della privacy (dei politici). In questa situazione disumanizzante è facile immaginare l’esplodere di conflitti con gli altri detenuti. Ma anche l’esplodere di conflitti dentro sé stessi. Con esiti a volte tragici, fino al suicidio.

Di fronte a ciò, la “società civile” non deve poter fare di più? Purtroppo anche in quella parte della società sensibile alla lotta alle mafie sembra che il mondo carcerario non abbia finora avuto molto spazio. L’interesse e l’impegno pubblici per le carceri sono stati, fatte le debite eccezioni, irrilevanti. La pressione politica per cambiare la situazione è stata praticamente nulla. Degli istituti di pena non ci si può interessare solo quando è necessario mobilitarsi per mantenere il carcere duro per i capimafia, al fine di evitare che questi possano continuare a tramare dolore e morte.

La tragedia dei suicidi nelle carceri ci interpella e non ci può lasciare distaccati spettatori. I detenuti, non va dimenticato, sono persone umane. Anche il mondo ecclesiale, forse dentro la logica di una concezione della giustizia retributiva (hai fatto questo, quindi devi pagare) non ha coltivato abbastanza il tema dei diritti umani dei detenuti. L’accompagnamento dei cappellani è prezioso, ma non può bastare senza una denuncia pubblica della disumanizzazione carceraria.

giovedì 12 agosto 2010

Parlamentari in carcere a Ferragosto:ridotto del 30% è anche il numero degli educatori rispetto a quello previsto,quali misure alternative sara' possibile concedere? carcere,governo,angelino alfano,detenuti,politici,governo.

Ferragosto: parlamentari in carcere . Dove si muore


di Mauro W. Giannini



Sono 195 i parlamentari di ogni partito che hanno aderito all'iiziativa "Ferragosto in carcere" promossa anche quest'anno dai Radicali e da alcune associazioni di volontariato che operano nelle prigioni. Come e' noto, infatti, deputati e senatori, nonche' consiglieri regionali e altre figure istituzionali, hanno diritto a visitare le carceri da soli o con accompagnatori, su semplice richiesta.

Dal 13 agosto fino a domenica 87 deputati, 37 senatori, 60 consiglieri regionali, 5 garanti dei diritti dei detenuti, 2 europarlamentari, 2 magistrati, 1 presidente di tribunale, 1 procuratore generale, accompagnati da alcune centinaia di collaboratori effettueranno visite ispettive in più di 170 carceri. Ad esempio, nel carcere toscano di Sollicciano, la visita ispettiva sara' realizzata il giorno 13 da Donatella Poretti, senatrice dei Radicali, Daniela Lastri, consigliere regionale toscano del Pd, Massimo Lensi, consigliere Provincia Firenze, Pdl, Giuseppe Bianco, magistrato e Valentina Piattelli, esponente dell'associazionismo.

L'iniziativa Ferragosto in carcere diviene ancor piu' importante dopo i tre decessi succedutisi in prigione questa settimana. Il suicidio di Riccardo Greco, avvenuto la scorsa notte nel carcere di Rebibbia, e' infatti solo l’ultimo atto di una tragica serie che fino ad ora ha causato la morte di 3 detenuti, mentre altri due sono ricoverati all’ospedale in coma irreversibile. Ma da inizio anno - come denuncia l'Osservatorio Pemanente sulle morti in carcere - a livello nazionale salgono a 41 i detenuti suicidi (35 impiccati, 5 asfissiati col gas e 1 sgozzato), mentre il totale dei detenuti morti nel 2010, tra suicidi, malattie e cause “da accertare” arriva a 113 (negli ultimi 10 anni i “morti di carcere” sono stati 1.711, di cui 597 per suicidio).

Nell'ultima una settimana 3 detenuti sono morti e 2 sono ricoverati in fin di vita all’ospedale. Fra gli altri, il 4 agosto nel carcere Ucciardone di Palermo Dino Naso, 41 anni e con problemi cardiaci, in una cella di 12 metri quadri assieme ad altri 8 detenuti, chiede all’agente che gli apra la porta, perche' non riesce a respirare. La porta rimane chiusa e l’uomo all’improvviso si accascia sul pavimento, un medico accorre e cerca di rianimarlo, poi ne dispone il trasferimento all’Ospedale, dove arriva in coma. E proprio all'Ucciardone si e' appena conclusa la visita del parlamentare regionale del Pd Pino Apprendi, insieme a Giuseppe Bruno, componente dell'esecutivo nazionale dei Giuristi Democratici.

Dalla visita, sottolinea Bruno, "e' emersa una situazione di invivibilità, purtroppo, comune alla stragrande maggioranza delle case circondariali italiane. L'Ucciardone potrebbe ospitare al massimo 410 detenuti ed invece all'interno ve ne sono circa 700. Rispetto alle previsioni della pianta organica mancano 180 agenti di polizia penitenziaria. Ridotto del 30% è anche il numero degli educatori rispetto a quello previsto. A ciò si aggiunga l'invivibilità della struttura, risalente al 1840, mai ristrutturata e non idonea a garantire condizioni di vita dignitose".

"Ancor più grave è l'esiguo numero di personale medico, paramedico e di sussidio psicologico e l'assoluta inadeguatezza delle strutture di accesso dei familiari ai colloqui coi detenuti. - conclude Bruno - Visitando il carcere appare chiaro come vi sia una chiara responsabilità e latitanza del governo nazionale che non destina risorse sufficienti a rendere le strutture vivibili sia dal punto di vista strutturale che psicologico".