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Sign for Aiutaci a garantire l'effettiva applicazione dell'art. 27 Cost.(funzione rieducativa della pena)

Mercoledi',23 Marzo 2011: interrogazioni per l'assunzione degli educatori penitenziari

Mercoledi',23 Marzo 2011,

(rinvio del 16 Marzo 2011)

in commissione giustizia discussione delle interrogazioni orali per l'assunzione degli educatori penitenziari.


5-04298 Cassinelli: Sull’iter del concorso pubblico per educatore penitenziario


5-04314 Ferranti: Questioni relative all’assunzione dei vincitori del concorso per educatore penitenziario




Per leggere il testo delle interrogazioni vai su news giornaliere o etichetta interrogazioni parlamentari




Carceri:necessario assumere educatori,assistenti e psicologi.

26 agosto 2010



Giustizia: Bernardini (Radicali); basta morti in carcere, varare in fretta misure deflattive



“Il tempo dell’illegalità e dell’inciviltà carceraria italiana è scandito ad un ritmo impressionante dalle morti, dai suicidi. Dico al Governo e ai miei colleghi parlamentari che così numerosi hanno partecipato all’iniziativa del Ferragosto in carcere, che occorre fare in fretta a varare, intanto, misure adeguate a decongestionare la sovrappopolazione carceraria”. Lo afferma Rita Bernardini, deputata Radicale, membro della Commissione Giustizia della Camera, dopo la morte di un detenuto a Sulmona. “Il disegno di legge Alfano - così come svuotato dalla Commissione Giustizia della Camera - non serve a spegnere l’incendio di disperazione e di morte che sta divampando - prosegue.Affidare infatti ai Tribunali di sorveglianza la valutazione della pericolosità sociale e l’idoneità del domicilio per consentire di scontare ai domiciliari pene residue sotto i 12 mesi, significa paralizzare tutto: la valutazione arriverà troppo tardi! Si dia ai direttori degli istituti penitenziari questo compito che saprebbero fare meglio e più in fretta dei magistrati di sorveglianza. Ridimensionata almeno un po’ la popolazione detenuta, occorre immediatamente riformare il sistema come previsto dalle mozioni approvate in gennaio dalle aule di Montecitorio e di Palazzo Madama a partire dallo stop all’uso indiscriminato della carcerazione preventiva e alla depenalizzazione dei reati minori, per arrivare alle misure e pene alternative che si rivelano molto più efficaci del carcere ai fini della rieducazione e del reinserimento sociale, all’adeguamento degli organici penitenziari (agenti, educatori, psicologi, assistenti sociali), alle possibilità di lavoro per i detenuti, agli istituti di custodia attenuata dove i tossicodipendenti possano curarsi”.





5 luglio 2010





Carceri: Favi, "Bene Tg2, condizioni indegne per detenuti e lavoratori"



Dichiarazione di Sandro Favi responsabile Carceri del Partito Democratico



L’inchiesta del Tg2 sulla drammatica situazione delle nostre carceri evidenzia ciò che il Partito Democratico denuncia da mesi, e cioè condizioni di vita per i detenuti e per i lavoratori penitenziari del tutto indegne. Quelle viste all’Ucciardone sono situazioni che in realtà riguardano la stragrande maggioranza delle carceri italiane. Le morti in carcere e gli atti di autolesionismo sono segnali inequivocabili: occorre attuare da subito politiche penitenziarie che decongestionino gli istituti. È assolutamente necessario investire sulle misure alternative alla detenzione e sull’aumento di agenti di polizia penitenziaria, di educatori, di assistenti sociali e psicologi.



Finora il ministro Alfano e il direttore delle carceri Ionta hanno saputo solo ipotizzare un piano carceri che avrà lunghissimi tempi di realizzazione e che non inciderà minimamente per un miglioramento della situazione nell’immediato.



Così non va.









Lettere: senza assunzione personale educativo il ddl Alfano è inutile





Comunicato stampa, 29 maggio 2010





Ai deputati di commissione bilancio



e giustizia camera









Al sottosegretario



On. Caliendo









Al sottosegretario



On. Giorgetti Alberti







Egregi Onorevoli,



dopo aver appreso la notizia sul parere negativo della Commissione Bilancio sugli artt. 2 quater e 2 sexies del Ddl Alfano questo Comitato ritiene necessario porre alla Vostra attenzione alcune osservazioni. L’eliminazione dell’articolo aggiuntivo Schirru 2.060 svuoterebbe di significato il Ddl Alfano riducendolo ad una imago sine re.



L’investimento in risorse umane è propedeutico alla concreta materializzazione della normativa contenuta nel provvedimento. Secondo quanto enunciato dall’art. 1 comma 3 del Ddl. il magistrato di sorveglianza decide sulla base della relazione inviatagli dall’istituto penitenziario.



Alla luce della normativa penitenziaria è l’educatore colui che osserva il comportamento del detenuto e provvede alla stesura della relazione di sintesi, cioè di quella relazione di cui si servirà il magistrato di sorveglianza per la decisione finale sulla misura alternativa.



Senza l’incremento di ulteriori unità di personale pedagogico la situazione del sovraffollamento carcerario non potrà mai essere risolta né tantomeno potrà trovare risoluzione la drammatica condizione in cui versano le carceri italiane.



Pochi educatori significa poche relazioni da inviare al magistrato di sorveglianza. Pochi educatori significa impossibilità di fare il trattamento. Pochi educatori significa stasi della concessione di misure alternative. L’eliminazione dell’articolo aggiuntivo Schirru creerebbe un vero e proprio effetto boomerang che provocherebbe la totale paralisi del Ddl Alfano.



La Commissione Giustizia dopo aver preso atto della grave situazione di disagio in cui versano le carceri italiani ha dato voce all’articolo 27 della Costituzione decidendo di investire su quello che già nel Settecento Beccaria definiva “il più sicuro mezzo di prevenire i delitti” ossia l’educazione.



L’approvazione dell’articolo aggiuntivo che esclude il Dap dalla riduzione della pianta organica e dal blocco delle assunzioni costituisce una vera e propria presa di coscienza dell’assunto secondo il quale non può esserci alcun miglioramento delle condizioni di detenzione senza l’investimento in risorse umane.



Si evidenzia inoltre che l’emendamento è già stato “riformulato” originariamente infatti prevedeva l’obbligo per il governo,dopo l’invio della relazione per l’adeguamento della pianta organica, di predisporre entro 2 mesi un piano straordinario di assunzioni.



La totale eliminazione di questo emendamento volto alla concreta applicazione della misura alternativa sulla quale questo Governo intende puntare per risolvere il dramma del pianeta carcere renderebbe inutile l’approvazione di un Ddl che non riuscirebbe mai ad essere attuato.



Ci sarebbe infatti una vera e propria antinomia tra norma e realtà. La realtà è che la situazione carceraria italiana è drammatica e preoccupante.



I continui suicidi in carcere sono da porre in relazione con le insopportabili condizioni di disagio in cui vivono i reclusi delle carceri italiane alla carenza di trattamento e attività rieducative e alla mancata assistenza psicologica dovuta alla cronica carenza di personale educativo



Ebbene, l’Italia, Paese democratico, è stata condannata dalla Cedu per trattamento degradante e disumano. A tale situazione va data una risposta concreta, soprattutto se si considera che il bilancio dello stato potrebbe essere aggravato dalle condanne della Cedu (Sic!).



Inoltre non si comprende come la crisi riguardi solo le risorse umane e non anche lo stanziamento dei fondi per l’edilizia penitenziaria ,infatti, una volta costruite nuove carceri queste rimarranno inutilizzate (Sic!) Un esempio è fornito dal carcere di Agrigento e dal carcere di Rieti, a Pinerolo inoltre, c’è un carcere vuoto da 10 anni ma è già stata individuata un’area per costruir un nuovo carcere (fonte Girodivite).



Per un provvedimento importante, come quello in esame, che punta sulla rieducazione e sul recupero del reo, occorre assumersi delle responsabilità serie, perché l’incremento del personale pedagogico rappresenta il sine qua non della correlazione legge - realtà.



Ancora una volta si evidenzia inoltre che il “decantato” vulnus di copertura finanziaria può essere sanato attingendo dai fondi della Cassa delle Ammende che secondo quanto disposto dall’art 129 III comma del Dpr 30 giugno 2000, n. 230, devono essere destinati ai programmi che tendono a favorire il reinserimento sociale dei detenuti e degli internati anche nella fase di esecuzione di misure alternative alla detenzione”e non all’edilizia penitenziaria (Sic!) . Qualora il Governo non intenda attingere i fondi necessari dalla cassa delle Ammende potrebbe ricavarli dai fondi del Fug, visto che il Presidente del Consiglio dei Ministri ha firmato il decreto che assegna per la prima volta le quote delle risorse sequestrate alla mafia e i proventi derivanti dai beni confiscati al Fondo Unico Giustizia (Fug), nella misura del 50 per cento al Ministero dell’Interno e del 50 per cento al Ministero della Giustizia. Attingendo i fondi o dalla cassa delle Ammende o dal Fug non vi sarebbe alcun onere aggiuntivo in quanto gli stessi sono già previsti in bilancio.



Per le ragioni suesposte riteniamo che l’emendamento presentato dall’On. Donatella Ferranti e Schirru sia una vera proposta “bipartisan” che deve, necessariamente,trovare accoglimento così come è stato approvato in Commissione Giustizia.



Riteniamo altresì che il governo, dopo aver provveduto all’adeguamento della pianta organica anche in relazione alla popolazione detenuta ( quasi 70mila detenuti) debba predisporre un piano straordinario di assunzioni di educatori penitenziari da attingersi dalla vigente graduatoria del concorso pubblico per esami a 397 posti nel profilo professionale di Educatore, Area C, posizione economica C1, indetto con Pdg 21 novembre 2003.



Una scelta in tal senso rappresenterebbe la chiave di volta per un chiaro e ben preciso impegno di responsabilità affinché la drammatica situazione che affligge il pianeta carcere possa finalmente essere risolta. Per tali ragioni auspichiamo che tutta la commissione bilancio della camera e il sottosegretario Alberto Giorgetti facciano una seria e proficua riflessione riconoscendo l’importanza ai fini dell’attuazione del Ddl in esame dell’emendamento Schirru 2.060.





FERRANTI SU DDL CARCERI,OTTENUTO ANCHE AMPLIAMENTO ORGANICO EDUCATORI PENITENZIARI.

Donatella Ferranti,PD:piano programmato di assunzioni del personale degli educatori.

Governo favorevole a emendamenti Pd per potenziamento personale penitenziario:piano programmato di assunzioni, per l`adeguamento degli organici del personale di Polizia penitenziaria, degli educatori, degli assistenti sociali e degli psicologi.


18 maggio 2010


La commissione Giustizia della Camera ha cominciato a votare gli emendamenti presentati al ddl carceri e il Governo ha dato parere favorevole alle proposte di modifica del Pd che prevedevano il potenziamento del personale civile e amministrativo penitenziario (psicologi, educatori, ecc) e l’adeguamento delle piante organiche di carabinieri e polizia in funzione del nuovo impegno che dovranno svolgere per vigilare sui detenuti che trascorreranno agli arresti domiciliari l’ultimo periodo della loro detenzione. Il capogruppo del Pd in commissione giustizia, Donatella Ferranti, ha espresso soddisfazione per questo parere favorevole del Governo augurandosi che alla fine l’emendamento venga approvato.



Pd: nostre proposte sono su linea indicata da Napolitano

“Il Pd è pronto” a rispondere al monito del presidente della Repubblica sulla necessità di risolvere il sovraffollamento delle carceri e “a fare la propria parte”. Per questo, annuncia Sandro Favi, responsabile Carceri dei democratici, “nei prossimi giorni il nostro partito presenterà proposte su questi temi, in un quadro di sistema e in continuità e sviluppo delle mozioni approvate dal Parlamento già nei primi mesi di quest`anno”.

“Proporremo - spiega Favi - che si proceda alla revisione del codice penale, che vengano riviste le norme che determinano l`alta incidenza di imputati in custodia cautelare in carcere e quelle sul trattamento penale dei tossicodipendenti, che siano ampliate le opportunità di accesso alle misure alternative alla detenzione. Chiederemo inoltre al Governo - prosegue - un piano programmato di assunzioni, per l`adeguamento degli organici del personale di Polizia penitenziaria, degli educatori, degli assistenti sociali e degli psicologi, nonché gli indispensabili stanziamenti ed investimenti per ripristinare la corretta funzionalità ed operatività dei servizi e delle strutture”.

“Il Partito Democratico - conclude l’esponente del Pd - rinnova la stima e la fiducia degli appartenenti al Corpo di polizia penitenziaria e l`apprezzamento verso i dirigenti dell`Amministrazione penitenziaria, verso le professionalità socio-educative, sanitarie, amministrative e tecniche che, in questa fase difficile, dimostrano il proprio impegno con alto senso di umanità e qualificate competenze”.

Ferranti: "Iter rapido? Vediamo atteggiamento maggioranza su nostre proposte"

Carceri: Pd, "Testo migliorato in commissione, ma serve uno sforzo in più" Ferranti: "Iter rapido? Vediamo atteggiamento maggioranza su nostre proposte"

“Lo stralcio della messa in prova consentirà di esaminare rapidamente il provvedimento sulla detenzione domiciliare”. Lo dichiara la capogruppo del Pd nella commissione Giustizia della Camera, Donatella Ferranti facendo notare come ‘la messa in prova non riguardava la popolazione carceraria e quindi non avrebbe avuto effetti sul grave stato di sovraffollamento delle carceri italiane. In ogni caso – sottolinea la democratica – il voto di oggi conferma il nostro giudizio negativo sul testo uscito dal consiglio dei ministri che era confuso ed inefficace anche perché privo di qualsiasi copertura finanziaria. Stiamo adesso valutando se aderire o meno alla richiesta di un voto in sede legislativa sul testo modificato nel corso dei lavori in commissione. La nostra disponibilità dipenderà anche dall’atteggiamento della maggioranza sulle nostre ulteriori proposte di modifica. In particolare: la tutela delle vittime di violenza domestica, il rafforzamento del personale di polizia (non solo quella penitenziaria) e del personale del comparto civile dell’amministrazione penitenziaria(educatori e psicologi)”.


Proposta emendativa 8.01.


Dopo l'articolo 8 inserire il seguente:


«Art. 8-bis. - 1. Entro centottanta giorni dall'entrata in vigore della presente legge, il Ministro della Giustizia, sentiti i Ministri dell'interno e della funzione pubblica, riferisce alle competenti Commissioni parlamentari in merito alle necessità di adeguamento numerico e professionale della pianta organica del Corpo di Polizia penitenziaria e del personale del comparto civile del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria anche in relazione all'entità numerica della popolazione carceraria e al numero dei posti esistenti e programmati.

2. A tal fine il Governo presenta al Parlamento entro i successivi novanta giorni un apposito piano straordinario di assunzioni di nuove unità specificandone i tempi di attuazione e le modalità di finanziamento.».
Ferranti Donatella, Schirru Amalia, Samperi Marilena, Amici Sesa



Proposta emendativa 8.03.

Dopo l'articolo 8 inserire il seguente:


«Art. 8-bis. - 1. Al comma 8-quinquies, della legge n. 26 del 2010, dopo le parole Il Corpo della Polizia penitenziaria, sono inserite le seguenti il personale del comparto civile del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria,».
Schirru Amalia, Ferranti Donatella, Samperi Marilena, Amici Sesa



28-04-10


Dopo l'ennesimo suicidio in carcere (23 dall'inizio dell'anno), nel penitenziario di Castrogno, a Teramo, il parlamentare dell'IdV, Augusto Di Stanislao, ribadisce la necessita' di interventi diretti ed immediati da parte del Governo. ''Non e' piu' ammissibile - afferma il deputato IdV - una tale situazione di completa incapacita' da parte del Governo di affrontare concretamente le problematiche delle carceri in Italia''. Di Stanislao ricorda che ''dopo varie visite presso il carcere di Castrogno e altrettante interrogazioni ad Alfano, dopo una mozione a mia prima firma approvata all'unanimita', con la quale anche la maggioranza si e' impegnata in una serie di iniziative atte a risollevare una drammatica realta' focalizzando l'attenzione sul sovraffollamento e sulla carenza di personale penitenziario e di educatori, dopo l'annuncio dell'emergenza carceri di Alfano e del fantomatico piano carceri, dopo continue denunce e sollecitazioni dei sindacati sulla necessita' di intervenire sulle strutture, sugli organici, siamo ancora di fronte ad una situazione insostenibile e all'emergenza soluzioni''. ''Ho presentato da tempo - conclude Di Stanislao - una proposta di legge per istituire una Commissione d'inchiesta parlamentare sulla situazione delle carceri in Italia che, ora piu' che mai, diventa fondamentale per dare risposte e soluzioni ai molteplici problemi e disagi dell'intero mondo penitenziario''.




Di Stanislao:il ministro tace sulle assunzioni degli educatori,riferisca in parlamento.

“E’ giusta l’assunzione di 2.000 agenti così come evidenziato da Sarno, Segretario generale Uil Pa Penitenziari, per garantire il turnover e quindi supplire la carenza del personale di polizia penitenziaria, ma vi è una colpevole dimenticanza da parte del Ministro quando tace sulla necessità di garantire la presenza degli educatori così come previsto nella Mozione IdV approvata all’unanimità dal Parlamento.” Queste le parole dell’On. Di Stanislao che prosegue: “Non vorremmo che questo impegno del Ministro si focalizzi esclusivamente sull’edilizia carceraria e altresì non vorremmo che dietro la parola magica “stato di emergenza” si celi il grimaldello per ridare vita ad una ” Carceri d’oro 2″ che in barba alla procedure di appalti e alla trasparenza abbiano buon gioco, piuttosto che la pubblica utilità e l’urgenza, i furbetti delle sponsorizzazioni. Si segnala al Ministro, nel frattempo, che in Italia vi sono 40 penitenziari incompiuti ed inutilizzati in un Paese che ne ha 171 in tutto e nel Piano Carceri presentato non c’è cenno di recupero di questo patrimonio. Chiedo che il Ministro venga, così come richiesto in Aula, a riferire in Parlamento sugli impegni presi in relazione ai tempi e modi e risorse da impiegare. Nel frattempo con due distinte interrogazioni chiedo al Ministro quale modello di recupero intenda mettere in campo visto che non si parla assolutamente di assumere gli educatori e cosa intenda fare per i 40 penitenziari incompiuti.”


16 Marzo 2010:interrogazione a risposta in Commissione su assunzione idonei educatori penitenziari

Convocazione della II Commissione (Giustizia)

Martedì 16 marzo 2010

Ore 13.45

5-02550 Ferranti: In relazione all’assunzione di educatori penitenziari


Interrogazione a risposta in Commissione:

FERRANTI, MELIS, TIDEI e SAMPERI.



- Al Ministro della giustizia.

- Per sapere

- premesso che:

il 17 febbraio 2010 il Sottosegretario per la giustizia Caliendo è intervenuto in Senato sul tema dell'assunzione degli educatori penitenziari reclutati tramite il concorso pubblico per esami a 397 posti nel profilo professionale di educatore, area C, posizione economica C1, indetto con PDG 21 novembre 2003;

nel corso della succitata seduta, il Sottosegretario Caliendo ha affermato che entro aprile 2010 saranno assunti in via definitiva tutti gli educatori che hannosuperato i precedenti concorsi, oltre ai 170 già assunti (anche se agli interroganti risulta che siano stati assunti 97 educatori);

in realtà, l'assunzione dei vincitori del suddetto concorso era già programmata con l'indizione dello stesso nel 2003, per il quale il dipartimento dell'amministrazione penitenziaria già disponeva dei fondi necessari;

lo stesso Ministro interrogato, onorevole Alfano, aveva riconosciuto l'improcrastinabilità e l'urgenza di assumere più unità di educatori quando, il 12 gennaio 2010, furono approvate alla Camera le mozioni sui problemi del carcere presentate da vari gruppi parlamentari;a fronte di una popolazione carceraria di 67.000 unità, il rapporto educatore/detenuto è di circa 1 a 1.000, cosa che rende in pratica impossibile lo svolgimento di qualsivoglia progetto rieducativo impedendo il corretto reinserimento del detenuto nel tessuto sociale, così come previsto nel dettato costituzionale;

non avendo il Ministro interrogato ancora proceduto all'assunzione di ulteriori unità degli educatori, limitandosi a rimandare la questione ad un futuro confronto in merito con i Ministri Tremonti e Brunetta, sarebbe auspicabile ed urgente un rapido avvio della procedura di assunzione di educatori, almeno per completare la già esigua pianta organica, ulteriormente ridotta di circa 400 unità dal decreto legislativo n. 150 del 2009

se non ritenga opportuno procedere celermente all'assunzione di educatori attingendo dalla vigente graduatoria degli idonei risultante dal concorso pubblico a 397 posti di cui in premessa, al contempo prorogando la validità della stessa per almeno un quinquennio, al fine di permetterne lo scorrimento graduale per compensare il turn-over pensionistico, evitando l'indizione di nuovi concorsi che comporterebbe ulteriori oneri finanziari.

(5-02550)


Risposta all'interrogazione di Donatella Ferranti:dal 2011 assunzioni degli idonei educatori concorso,il comitato vigilera'.

Nel rispondere agli On. interroganti ritengo opportuno segnalare che il concorso pubblico per esami a 397 posti nel profilo di "Educatore", Area C, posizione economica C1, dell'Amministrazione Penitenziaria, è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 30 del 16.4.2004 - IV serie speciale e si è concluso in data 9 luglio 2008.La graduatoria definitiva, immediatamente dopo l'approvazione del Direttore Generale con provvedimento dell'11 luglio 2008, è stata trasmessa all'Ufficio centrale per il bilancio per l'apposizione del visto di controllo.Nell'anno 2009, in ragione dell'entità dei fondi stanziati ai sensi dell'articolo 1, comma 346, della Legge 24.12.2007 n. 244, è stato possibile procedere all'assunzione dei primi 103 vincitori del predetto concorso a 397 posti.Quanto alle restanti 294 unità, la competente Direzione Generale di questa amministrazione ha già programmato il relativo piano di assunzione ricorrendo, per la copertura degli originari 397 posti a concorso, allo scorrimento della graduatoria, ai sensi dell'art. 15, co. 7, DPR n. 487/99 e successive integrazioni e modificazioni.I nuovi educatori - alcuni dei quali individuati tra i candidati idonei, ma non vincitori del concorso, attese le 12 defezioni intervenute per rinunce, mancate stipule del contratto o dimissioni da parte degli aventi diritto - hanno infatti già scelto la sede di destinazione e, entro aprile del corrente anno, saranno formalmente assunti con firma del relativo contratto.Per quanto riguarda, invece, l'auspicata possibilità di procedere ad un ulteriore scorrimento della graduatoria oltre il numero dei posti originariamente messi a concorso, mi corre l'obbligo di segnalare che tale eventualità non rientra tra le ipotesi di cui all'art. 15, co. 7, del DPR n. 487/1994 e che pertanto, limitatamente all'anno in corso, non può essere attuata per mancato stanziamento dei fondi occorrenti.I fondi disponibili, infatti, sono stati impegnati sia per l'assunzione dei vincitori del suddetto concorso per educatori, sia per l'assunzione degli idonei al concorso a 110 posti di contabile, a copertura dei posti previsti dal relativo bando ed in ragione delle gravi carenze riscontrate anche nell'area contabile.Dato atto di quanto sopra e, premesso che la validità delle graduatorie è indicata in tre anni dalla data della pubblicazione nei Bollettini ufficiali, faccio presente che, nel caso di specie, la validità della graduatoria del concorso a 397 posti è fissata al 31 maggio 2012 e che, pertanto, a partire dal prossimo anno, in presenza delle risorse economiche necessarie, potranno esservi le condizioni per procedere ad uno scorrimento della graduatoria, anche oltre il numero dei posti pubblicati.




24 febbraio 2010:

ordine del giorno su non riduzione organico educatori di Roberto Rao

La Camera,

premesso che

il provvedimento in esame prevede, all'esito del processo di riorganizzazione di cui all'articolo 74, del decreto legge n. 112 del 2008, un'ulteriore riduzione degli assetti organizzativi delle amministrazioni pubbliche ai fini del contenimento della spesa pubblica;

il comma 8-quinquies dell'articolo 2 individua le amministrazioni che non sono interessate dalle riduzioni descritte, tra cui il Corpo di Polizia Penitenziaria;


nonostante le difficoltà operative, la scarsezza di mezzi e personale risulta, inopinatamente escluso da tale previsione il personale civile del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di adottare ulteriori iniziative normative volte ad includere tra il personale delle amministrazioni non interessate dalla riorganizzazione delle piante organiche non solo quello di polizia penitenziaria ma anche quello civile del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria, con particolare riferimento alle figure degli educatori, degli assistenti sociali e degli psicologi, anche in vista dell'avvio del Piano carceri che necessiterà di adeguate risorse umane e professionali. 9/3210/41. Rao, Ria
.


Accolto come raccomandazione.




19 Febbraio 2010:

ordine del giorno su assunzione educatori di Donatella Ferranti e PD


La Camera,

premesso che:

l'articolo 17-ter stabilisce che, per l'attuazione del cosiddetto «Piano carceri» si conferiscono pieni poteri al Commissario straordinario che, per individuare la localizzazione delle aree destinate alla realizzazione di nuove infrastrutture carcerarie, d'intesa con il Presidente della regione territorialmente competente e sentiti i sindaci dei comuni interessati, potrà agire in deroga alla normativa urbanistica vigente, velocizzando procedure e semplificando le gare di appalto, utilizzando il modello adottato per il dopo terremoto a L'Aquila, derogando anche all'obbligo previsto dalla legge 7 agosto 1990, n. 241, volto a consentire agli interessati, proprietari delle aree che si intendono espropriare, la necessaria partecipazione al procedimento amministrativo;

la localizzazione costituisce di per sé variante e produce l'effetto di imporre il vincolo preordinato all'espropriazione e contro di essa non sarà possibile ricorrere al giudice amministrativo e si introduce anche una deroga al limite dei subappalti, che potranno aumentare dall'attuale 30 per cento fino al 50 per cento, in deroga all'articolo 118 del codice dei contratti pubblici; in sostanza, si affidano pieni poteri al Commissario straordinario, che potrà avvalersi anche del Dipartimento per la protezione civile per le attività di progettazione, scelta del contraente, direzioni lavori e vigilanza degli interventi strutturali ed infrastrutturali, in deroga ai criteri di trasparenza e pubblicità e in palese contraddizione con la mozione Franceschini ed altri n. 1-00302 (approvata sostanzialmente all'unanimità alla Camera il 12 gennaio di quest'anno e accettata dal Governo) che impegnava chiaramente il Governo a garantire, nell'ambito dei progetti della nuova edilizia penitenziaria, i criteri di trasparenza delle procedure e l'economicità delle opere evitando il ricorso a procedure straordinarie, anche se legislativamente previste,

impegna il Governo

a verificare l'adeguatezza, in proporzione alla popolazione carceraria, delle piante organiche riferite non solo al personale di polizia penitenziaria ma anche alle figure degli educatori, degli assistenti sociali e degli psicologi, avviando un nuovo piano programmato di assunzioni che vada oltre il turn-over dovuto ai pensionamenti previsto dalla legge finanziaria per il 2010 e che garantisca le risorse umane e professionali necessarie all'attivazione delle nuove strutture penitenziarie, anche distribuendo meglio il personale sul territorio, concentrandolo nei compiti di istituto, sottraendolo ai servizi estranei, consentendogli un adeguato, costante ed effettivo aggiornamento professionale.

9/3196/13.
Donatella Ferranti.



Il comitato vincitori idonei concorso educatori dap in sostegno di Rita Bernadini

Educatori penitenziari sostengono la protesta di Rita Bernardini e Irene TestaRistretti Comitato vincitori e idonei del concorso per educatori condivide e sostiene l’iniziativa non violenta intrapresa da Irene Testa e Rita Bernardini.Il Comitato vincitori e idonei del concorso per educatori condivide e sostiene l’iniziativa non violenta intrapresa da Irene Testa e Rita Bernardini, impegnate in uno sciopero della fame perrichiedere l’esecuzione immediata di quanto proposto nelle cinque Mozioni parlamentari,unanimemente approvate nei giorni 11 e 12 gennaio 2010, riguardanti la situazione del sistema carcerario italiano.Giova ricordare che in quella occasione lo stesso Ministro Alfano assumeva precisi impegni ed affermava che vi avrebbe dato celere e certa attuazione sancendo l’inizio di un nuovo percorso,iniziato con la dichiarazione di Emergenza di tutto il sistema penitenziario alla quale ci si aspettava sarebbe seguita la predisposizione nel Piano Carceri di tutti quegli atti necessari ad ottemperare a quanto detto nelle citate Mozioni per poter, nei tempi strettamente necessari, affrontareconcretamente e efficacemente l´ormai ingestibile situazione creatasi nei nostri istituti penitenziari.Tuttavia, da un’iniziale analisi condotta sui primissimi elementi costitutivi e organizzativi del Piano Carceri emerge solo una particolare attenzione all’aspetto strutturale e custodiale, non prevedendo,invece, alcun intervento per incrementare e favorire la fondamentale componente rieducativa, vero obiettivo dell’esperienza carceraria.Questo Comitato ed altri illustri interlocutori del mondo penitenziario, continuano, infatti, a chiedere a gran voce che vengano assunti più educatori, affinché l’ingresso nelle nostre carceri non si limiti ad un forzato ozio, ma divenga precipuo momento di riflessione e riprogettazione del sé.Ad oggi, però, in merito alla questione degli educatori, alcuna volontà specifica è stata espressa dal Ministro, nonostante, le nostre carceri continuino quotidianamente ad affollarsi a causa dei numerosi nuovi ingressi, ma anche per la spaventosa carenza di educatori che, secondo quanto stabilito dalle vigenti leggi, rappresentano i coordinatori e i realizzatori materiali dei percorsirieducativi, nonché quelle figure professionali atte a garantire, nei giusti modi e nei tempi,l’espletamento, dell’intero iter necessario all’accesso alle misure alternative alla detenzione di quei detenuti che ne avrebbero i requisiti, ma che continuano a restare in carcere a causa dello sparuto numero di educatori attualmente in servizio a fronte di una popolazione di 66.000 persone carcerate.Pertanto, ci uniamo all´Onorevole Bernardini e a Irene Testa per chiedere l´immediata esecuzione delle citate mozioni e auspichiamo che il Ministro Alfano ne predisponga repentinamente l’avvio.Il Comitato, altresì, ad ausilio dell’iniziativa intrapresa da Rita Bernardini e da Irene Testa,promuove una “catena di informazione solidale” impegnandosi a diffondere la conoscenza di tale protesta non violenta tramite l’invio di questo comunicato non solo a tutti gli organi di informazione, ma anche ai propri conoscenti invitandoli a fare altrettanto.Il Comitato vincitori e idonei concorso educatori.


Donatella Ferranti,PD:da Ionta, un primo segnale l'immediata assunzione dei tanti educatori.

CARCERI: PD, VOGLIAMO VEDERCI CHIARO. AUDIZIONE ALLA CAMERA DI IONTA



Roma, 13 gen



''Lo vogliamo esaminare puntigliosamente ed e' per questo che gia' domani chiederemo al presidente della commissione Giustizia, Giulia Bongiorno di attivarsi per prevedere al piu' presto l'audizione del capo del Dap, dott. Franco Ionta''. Cosi' la capogruppo del Pd nella commissione Giustizia della Camera, Donatella Ferranti, commenta l'approvazione del piano carceri da parte del Cdm di oggi. ''I primi dati forniti dal ministro Alfano - sottolinea - non ci convincono fino in fondo: se infatti le carceri italiane possono ''tollerare' sino a circa 64.237 detenuti, da regolamento non potrebbero ospitarne piu' di 43.087. Il grado di sovraffollamento e' elevatissimo, siamo ampiamente fuori quota, e per arrivare ad 80.000 posti, i 21.749 annunciati oggi dal ministro Alfano sembrano insufficienti. E poi - prosegue - non basta costruire muri, occorre riempirli di personale numericamente e professionalmente adeguato: dalla polizia penitenzieria, agli psicologi, agli educatori e agli altri esperti. Di tutto questo ancora non c'e' traccia, ma aspettiamo di conoscere nel merito dal dott. Ionta le cifre esatte, certo - conclude - che un primo segnale potrebbe essere l'immediata assunzione dei tanti educatori e psicologi del concorso''.

Assunzione degli educatori primo impegno del governo

Il Comitato vincitori e idonei del concorso per educatori penitenziari esprime piena soddisfazione per l’approvazione delle cinque mozioni sul problema carcerario discusse ed accolte nei giorni 11 e 12 gennaio 2010 dal nostro Parlamento. Per la prima volta il Governo, rappresentato dal Ministro Alfano, ha preso consapevolezza della grave emergenza del sovraffollamento degli istituti di pena e, fra le altre fondamentali proposte presentate, si è impegnato:- a procedere all’assunzione immediata dei restanti educatori penitenziari previsti dalla pianta organica, da attingersi dagli idonei della vigente e menzionata graduatoria risultata dal concorso bandito per tale profilo professionale, affinché anche costoro possano partecipare ai previsti corsi di formazione che il dipartimento dell’amministrazione penitenziaria deve attivare per questi operatori prima dell’ingresso nelle carceri a cui sono destinati, onde evitare sprechi di danaro per doverli riattivare in seguito;- a prorogare di almeno un quinquennio la validità della graduatoria di merito del concorso citato in premessa, in linea con gli orientamenti del Ministro per la pubblica amministrazione e l’innovazione nonché con le disposizioni in materia di razionalizzazione delle spese pubbliche in vigore - per permetterne un graduale scorrimento parimenti all’avvicendarsi dei fisiologici turn-over pensionistici, al fine di evitare l’indizione di nuovi concorsi per il medesimo profilo che comporterebbero inutili oneri pubblici;- ad assumere iniziative per lo stanziamento di fondi necessari per completare l’organico di educatori previsti dalla pianta organica attualmente vigente presso il dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, considerato che lo sforzo economico da sostenere è annualmente molto esiguo, ma necessario per far funzionare meglio ed in modo più umano una branca importantissima del nostro sistema giustizia che non può più attendere;- a procedere all’alienazione di immobili ad uso penitenziario siti nei centri storici e alla costruzione di nuovi e moderni istituti penitenziari in altro sito;Esprimiamo, quindi, pieno compiacimento per l’importantissimo risultato raggiunto dall’On. Di Stanislao dell’Idv, il quale nella Sua circostanziata e approfondita mozione, ha dimostrato ancora una volta la Sua grande disponibilità e sensibilità verso tali problematiche, sapendo cogliere e far emergere sapientemente le necessità di questo delicato settore della nostra giustizia. Ringraziamo, inoltre, gli onorevoli Bernardini, Rao, Ferranti, Melis, Tidei, Vitali, Balzelli, Donadi, Paladini, Franceschini e tutti coloro che hanno appoggiato con voto favorevole le Loro mozioni, poiché di fronte a queste battaglie di umanità hanno saputo permeare il Loro impegno politico di quell’umanità e di quell’alto senso civico che rende capaci di abbandonare i colori politici e di volgere verso una proficua unità di intenti.Il Comitato vincitori e idonei del concorso per educatori penitenziari, intanto, continuerà a vigilare affinché tali doveri vengano rispettati e proseguirà nel suo lavoro di diffusione della necessità dell’intervento rieducativo e quindi sulla centralità della presenza degli educatori, ovvero di quella figura professionale che rappresenta il vero catalizzatore ed esecutore materiale del percorso rieducativo di un detenuto, percorso che rappresenta l’unica vera speranza di un sano reinserimento sociale di chi vive l’esperienza delle sbarre e che rappresenta uno dei più validi strumenti atti ad evitare quegli stati di inerzia, apatia, depressione, frustrazione, ansia, inadeguatezza che troppo spesso percorrono prepotentemente i corridoi lungo i quali si snodano le fila di quelle celle all’interno delle quali si consumano, quotidianamente, suicidi, abusi, violenze. Auspichiamo, quindi, che il Governo predisponga celermente tutti gli atti necessari ad ottemperare quanto detto e che questa stessa volontà continui ad animarne tutti i passaggi ad essi necessari, per poter, nei tempi strettamente necessari, cominciare ad affrontare concretamente e efficacemente l’ormai ingestibile emergenza creatasi.

Il Comitato vincitori e idonei del concorso per educatori penitenziari

mercoledì 29 aprile 2009

Angelino Alfano,carcere,governo,costituzione,politica: le carceri italiane scoppiano,Rieducazione, Reinserimento Sociale? Riedu-risocia-reinseri-chè?

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Giustizia: 62.000 detenuti, mai così tanti in storia penitenziari

di Leo Beneduci (Segretario Nazionale dell’Osapp)



Polizia Penitenziaria Domani, 28 aprile 2009



Era ora! Il risultato da tempo agognato e che mai nella recente storia penitenziaria si era raggiunto, finalmente è arrivato. Molteplici le emozioni e i sentimenti che affollano in questo momento la nostra mente: soddisfazione, orgoglio, gratitudine, etc., etc.

Perché tante sono le figure istituzionali e non da ringraziare, e soprattutto i Ministri di tutti i Governi dell’ultimo decennio ed in particolare delle ultime due maggioranze che più di tutti si sono impegnati per individuare le necessarie soluzioni senza le quali un evento tanto significativo mai si sarebbe realizzato e poi i Capi Dipartimento degli ultimi anni che, ossequiosi e zelanti rispetto alle direttive politiche ricevute e debitamente retribuiti, anche perché Capi di un Corpo di Polizia dello Stato hanno consentito che l’efficienza dell’Amministrazione penitenziaria raggiungesse i livelli di eccellenza attuali, nel compendio in altri tempi irrealizzabile tra le progressivamente minori risorse disponibili in ogni settore, i progressivamente minori diritti del Personale (esclusi alcuni particolari "miracolati") ed il maggiore numero di utenti penitenziari della Repubblica.

Ma non basta, la malcelata gioia di questi momenti non ci lascia indulgere più di tanto nel facile trionfalismo, in quanto i 62.000 detenuti non sono che il primo di una lunga serie di obiettivi che dobbiamo necessariamente raggiungere, primo fra tutti il superamento alle attuali condizioni delle 63.651 presenze pari alla capienza massima tollerabile che, secondo le nostre stime, dovrebbero arrivare a cavallo dei prossimi mesi di giugno/luglio quando la calura estiva, speriamo, sarà particolarmente insopportabile.

Tra l’altro, un piccolo inciso per ribadire l’assoluta rilevanza dei risultati che si stanno ottenendo quasi da guinness dei primati: i 63.651 detenuti che in tutte le statistiche penitenziarie rappresentano il massimo raggiungibile sono, almeno per i prossimi mesi e fino a quando non entreranno in funzione alcuni nuovi istituti, una vera e propria finzione numerica che, per essere realisti, dovrebbe ridursi di almeno 5.000 posti e, quindi, circa 58.500 rappresenterebbe il numero massimo di utenti che il sistema penitenziario è in grado di sopportare… solo che lo abbiamo superato in assoluto silenzio e povertà di idee già da 5 mesi. Massimo onore al merito, quindi, a tutti tranne alla Polizia Penitenziaria che non è mai contenta e che, come si vede, per il tramite dei propri Sindacati continua a protestare in Sardegna, come in Emilia Romagna o in Piemonte e in altre sedi, tra l’altro lamentando sospensioni di ferie e di riposi per sovraffollamento, mancato pagamento di straordinari e missioni, assenza di equità e trasparenza nella gestione del Personale e turni sempre più massacranti, nonché qualche aggressione!

Come se non si sapesse che queste cose sono insite nel lavoro del Poliziotto Penitenziario già Agente di Custodia (leggasi rischi del mestiere), che il privilegio di lavorare in Carcere benché proveniente dagli strati di più bassi della Società e dalle zone più arretrate del Paese lo deve in qualche modo pagare. E poi, come insegnano gli esprimenti di Etologia, quando ci sono troppi topi nella stessa gabbia per troppo tempo, qualche aggressione, qualche caso di omosessualità e di cannibalismo o persino qualche omicidio-suicidio sono la regola!

Orsù dunque, bandiamo possibili e del tutto deleteri ripensamenti ed andiamo avanti: 64.000, 65.000, 70.000… qualcuno ha di recente scritto che a fine del 2012 quando, grazie al Piano Carceri Ionta-Alfano saranno realizzati 10.400 posti in più, i detenuti saranno 100.000. Sciocchezze, secondo noi i detenuti a fine 2012 non potranno superare le 90.000 unità! Rieducazione, Reinserimento Sociale? Riedu-risocia-reinseri-chè?


Lettere: il "Piano Straordinario delle Carceri" ma funzionerà?


Ristretti Orizzonti, 28 aprile 2009



Il Ministro della Giustizia Angelino Alfano nelle odierne dichiarazioni nel corso di una visita al Carcere di Sciacca ha preannunciato che entro la fine di maggio il Governo presenterà il piano straordinario delle case circondariali italiane che, non sappiamo, se sarà identico o faccia parte del Piano Straordinario delle Carceri da presentare entro i primi giorni o a conclusione dello stesso mese, ovvero come in altre agenzie, da concludersi entro la Legislatura (?).

Comunque e a parte possibili confusioni nell’informazione giornalistica, nell’attesa abbiamo cercato di fare chiarezza ed in assenza di puntuali notizie abbiamo ragione di ritenere che il nuovo Piano delle Carceri non possa essere di molto dissimile da quello descritto da Patrizio Gonnella, Presidente di Antigone, su Italia Oggi del 16 aprile 2009.

Entro il 2010 4.907 posti letto-detenuto in più di cui 1.902 posti ricavati dalla ristrutturazione di sezioni detentive attualmente inutilizzare, 1.790 posti dalla realizzazione di 7 nuovi padiglioni prefabbricati da collocare all’interno degli istituti di: Cuneo, Velletri, Carinola, Avellino, Santa Maria C.V., Catanzaro ed Enna e 1.215 posti conseguenti a 6 istituti in avanzata fase di realizzazione (Rieti, Cagliari, Tempio Pausania, Oristano, Sassari e Trento).

Ulteriori 1.935 posti sarebbero ricavati da interventi appena iniziati e da concludersi entro il 2012 e sempre nello stesso termine dovrebbero realizzarsi, per 1.150 posti, nuovi padiglioni negli istituti di Frosinone, Pavia, Cremona, Agrigento, Palermo-Pagliarelli. Ariano Irpino, Modena, Terni, Livorno e Nuoro e dal completamento di Savona, Rovigo e Forlì se ne ricaverebbero altri 515.

Complessivamente, entro il 2012 i posti-detenuti in più sarebbero 6.842 e ulteriori interventi, seppure al momento privi di copertura finanziaria, sarebbero previsti mediante la realizzazione di 27 nuovi padiglioni e 17 nuove carceri che incrementerebbero le dotazioni attuali di ulteriori 10.400 posti.

Angelino Alfano,carcere.giustizia,governo,costituzione: il carcere ai privati?!?

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Giustizia: Alfano; il "Piano Carceri" avrà il sostegno di privati


Il nuovo "piano straordinario per le carceri" sarà presentato dal ministro della Giustizia Angelino Alfano ai primi di maggio. Lo ha detto lo stesso Guardasigilli, a margine dell’incontro istituzionale che lo ha visto oggi a Sciacca, nell’agrigentino, e attualmente è nel carcere della città saccente. "Nasce dalle norme contenute nel decreto di due mesi fa - spiega - e pensiamo che da quelle possa derivare una pianificazione capace di dare una razionale allocazione agli istituti di pena e alla creazione di circuiti differenti in modo tale che chi è in massima sicurezza non abbia a stare con chi in massima sicurezza non è". Ma il piano voluto da Alfano "consentirà il sostegno dei privati all’edilizia carceraria che è uno degli elementi di civiltà di un Paese".

lunedì 27 aprile 2009

Angelino alfano,carcere,governo,costituzione: altra bufala del DAP su interpello Educatori!

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Mobilità volontaria - Interpello educatori

Al Direttore Generale del Personale
Dr. M. De Pascalis

e, per conoscenza

All'Ufficio per le Relazioni Sindacali
Dssa P. Conte


Oggetto: Mobilità volontaria - interpello educatori

Sono giunte a questa O.S. da parte degli educatori stabilizzati alcune lagnanze in merito al fatto che l'Amministrazione non ha dato loro l'opportunità di poter partecipare alla mobilità volontaria prevista dall'accordo specifico siglato nel luglio 2008 e a tal proposito alleghiamo la nota pervenutaci.
In particolare gli stessi, consapevoli di non poter partecipare all'interpello ordinario emanato dalla Direzione Generale del Personale perché non in possesso del requisito dell'anzianità (cinque anni), chiedono che venga emanato un interpello straordinario, ai sensi dell'art. 16 dell'accordo, in previsione della prossima assunzione degli 89 educatori penitenziari vincitori del concorso pubblico a 397 posti.
Gi stessi rivendicano pari opportunità dei loro colleghi contabili stabilizzati ai quali, in occasione dell'assunzione di 50 vincitori del concorso a 110 posti di contabile avvenuta lo scorso anno, con interpello straordinario, procedura prevista dall'accordo in questione, fu loro consentita la mobilità per alcune sedi.
La Fp Cgil ritiene necessario che codesta Direzione Generale, per garantire pari opportunità ai lavoratori e al fine di non contravvenire alle procedure previste dall'accordo di mobilità, prenda effettivamente in esame tale richiesta e ne valuti la fattibilità.
Confermiamo fin da ora disponibilità al confronto sulla questione esposta e restiamo in attesa di sollecito riscontro.

La coordinatrice nazionale
Penitenziari- C.M.
Lina Lamonica

domenica 26 aprile 2009

Angelino alfano,carcere,governo,costituzione e giustizia: Il “dossier carceri” inviato al Pres. Berlusconi

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COMUNICATO STAMPA 24 Aprile 2009

Il “dossier carceri” inviato al Pres. Berlusconi
Sette plichi contenenti un voluminoso, quanto dettagliato, dossier sulle gravi e critiche condizioni in
cui versa il sistema penitenziario italiano sono stati spediti dalla Segreteria Nazionale della UIL PA
Penitenziari al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, al Sottosegretario Gianni Letta e ai
Presidenti delle Commissioni Giustizia di Camera e Senato Bongiorno e Berselli. Anche i leader dei
partiti di opposizione Franceschini, Casini e Di Pietro sono tra i destinatari dell’iniziativa
“ Con questa spedizione dei dossier si conclude la fase di sensibilizzazione rispetto ad una delle
questioni sociali più gravi in atto nel Paese che è l’emergenza penitenziaria – dichiara Eugenio
SARNO, Segretario Generale della UIL PA Penitenziari – Ora è tempo delle analisi, delle proposte e
delle risposte. Per questo ci predisponiamo ad un periodo di silenzio, terminato il quale valuteremo il
da farsi.”
Nelle prossime ore, fanno sapere dalla Segreteria Nazionale della UIL PA Penitenziari, i dossier
saranno inviati anche alle redazioni dei maggiori programmi televisivi di intrattenimento, ovvero Porta
a Porta, Annozero, Ballarò, Matrix ed Exit.
“Il nostro è un tentativo di creare una coscienza politica e sociale sul problema prima che la
situazione precipiti e diventi ancor più ingestibile di quanto non lo sia ora. E’ ben noto che le
condizioni detentive sfiorano l’inciviltà e offendono la dignità umana rasentando persino
l’illegittimità – rincara Eugenio SARNO – In questo desolante quadro gli operatori penitenziari
debbono far fronte a mille difficoltà senza poter contare su una Amministrazione presente,
disponibile ed efficiente. In dodici mesi ben 670 agenti sono stati feriti a seguito da aggressioni da
parte dei detenuti E un dato sconcertante che continua a non essere attenzionato dalla politica e da
mass-media. Quest’anno, per dirne una, il 60% dei poliziotti penitenziari potrebbe non godere delle
ferie e sarebbe estremamente utile se già da giugno si rendessero disponibili i circa 300 allievi oggi
impegnati nel percorso formativo presso la Scuole dell’Amministrazione Penitenziaria”
Per la UIL PA Penitenziari il solo piano carceri non è sufficiente ad affrontare l’emergenza in atto
“ Riconosciamo al Ministro Alfano un certo impegno sul versante penitenziario che occorre
tramutare in risposte concrete. Il piano carceri, però, è una soluzione a medio - lungo termine e da
solo non è sufficiente. Le criticità attuali, invece, presuppongono risposte immediate. Al di là
dell’evidente, affermata e riconosciuta necessità di implementare gli organici della polizia
penitenziaria si può definire l’ obbligatorietà degli interrogatori di garanzia in carcere. Si possono –
continua il Segretario della UIL Penitenziari - evitare traduzioni di massa che , di fatto, attivano un
turismo penitenziario che aggrava i costi e nulla risolvono. Si possono rianimare e recuperare le
colonie agricole destinando colà detenuti a basso indice di pericolosità. Sono soluzioni certamente
marginali rispetto alle difficoltà ma sono pur sempre risposte che potrebbero dinamicizzare un
quadro silente e statico. Le risposte vere e strutturali sono da ricercarsi in ambito normativo. Ed è
proprio ciò che è mancato dopo l’indulto del 2006. Per questo e contiamo che nel più ampio disegno
della riforma della Giustizia il ministro Alfano dedichi molta attenzione a questo versante. ”
Continua a crescere il numero di detenuti ristretti negli istituti penitenziari. Alle ore 8.00 di questa
mattina il dato complessivo assommava a 61.557 ( 58.904 uomini e 2.653 donne) , rispetto ad capienza
di circa 43mila post. I detenuti stranieri sono 22.837 ( il 37,7 %) di cui 21.716 uomini e 1.121 donne
“ Quest’esponenziale crescita della popolazione detenuta da un lato afferma una maggiore incisività
sul fronte delle repressione, dall’altro sta a significare , visto l’alto numero dei reingressi, un
sostanziale fallimento della politica di recupero e risocializzazione . Noi crediamo che non sia solo
un fatto di dotazioni e strumenti. Occorre- chiude SARNO - ridisegnare e ripensare il trattamento
intramurario. Non è solo con canti e balletti che si rieduca e risocializza, e pensare che qualcuno
aveva pensato persino a corsi di arti marziali per i detenuti … “



Lì, 13 aprile 2009

On.le Silvio Berlusconi
Presidente del Consiglio dei Ministri
ROMA

Esimio Presidente,

mi pregio trasmetterLe, in allegato, atti e documentazione afferenti la grave situazione in
cui versa il sistema penitenziario, che noi riteniamo essere una delle questioni sociali più gravi
che interessano il Paese.
Ben conoscendo la cortesia e il garbo della Sua persona voglia gradire i miei pi ù sinceri
ringraziamenti per l'attenzione che , sono certo, riserverà all'annoso problema che ha assunto,
nell'ultimo periodo, aspetti emergenziali mai raggiunti prima.
Voglia consentirmi, inoltre, rivolgerLe nuovamente, anche a nome dell' intero
Coordinamento, i pm sinceri apprezzamenti per aver voluto, in più occasioni, far cenno
pubblicamente alle criticità del "pianeta carcere".
Anche per tali ragioni ripongo in Lei fondate speranze che al già varato "piano carceri"
possa coniugarsi un piano di implementazione degli organici della polizia penitenziaria .
Ciò rappresenterebbe un molto apprezzato segnale di concreta e solidale attenzione da
parte dell'intero Governo alle donne e agli uomini della polizia penitenziaria.

Molti cordiali saluti.

martedì 21 aprile 2009

Angelino Alfano,carcere,governo,costituzione e detenuti: caro ministro Alfano non è una vergogna la sua indifferenza?!?

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Giustizia: ancora una volta problema carceri si incancrenisce

di Gian Piero Scanu



Europa, 20 aprile 2009



Ancora una volta, la condizione attuale del nostro sistema carcerario presenta aspetti di vera e propria emergenza. A fronte di spazi e strutture rimasti sostanzialmente invariati, è stato superato il muro dei 61 mila detenuti, 18 mila in più rispetto alla capienza "limite", con un trend di crescita di circa mille unità al mese, che farà raggiungere fra breve la stessa consistenza numerica del periodo immediatamente precedente l’ultimo indulto.

Il sovraffollamento delle strutture, e il conseguente deteriorarsi delle condizioni di vita dei detenuti, ma anche della polizia penitenziaria e dei dipendenti civili, sta alimentando tensioni destinate ad aumentare nella prossima stagione estiva, quella che crea maggiore allarme. Per dare un’idea della pericolosità di tale situazione, nel corso degli ultimi mesi, circa 650 poliziotti penitenziari sono rimasti feriti a seguito di aggressioni subite da detenuti e 80 di loro hanno riportato lesioni con prognosi superiori ai 30 giorni. Nel frattempo, non si sa più nulla del piano carceri annunciato con grande enfasi lo scorso gennaio dal ministro Alfano, che prevedeva la costruzione di nuovi istituti penitenziari con l’aumento di 17 mila posti entro il 2012.

Anzi, a causa dei tagli indiscriminati operati dal governo Berlusconi, due istituti penitenziari, di Bergamo e Reggio Calabria, da poco ampliati grazie al precedente governo Prodi, non possono aprire le nuove sezioni perché manca il personale necessario. E qui passiamo alla seconda riflessione:gli organici della polizia penitenziaria, a causa dei tagli al comparto sicurezza dell’attuale governo, invece di aumentare proporzionalmente alla crescita della popolazione carceraria, sono diminuiti drammaticamente, con una carenza stimata in almeno 5 mila unità. Con la conseguenza che il personale di servizio negli istituti penitenziari è sempre più soggetto a condizioni e carichi di lavoro inumani e sorretto solo dalla propria professionalità e dal proprio attaccamento alle istituzioni. Invece di giocare alle ronde e alla caccia all’immigrato, questo governo dovrebbe allora immediatamente riavviare le assunzioni e colmare il deficit di una pianta organica, ormai inadeguata. Possono essere attuati interventi anche nell’immediato. Più di 200 allievi agenti potrebbero essere immessi in servizio in pochissimo tempo abbreviando il corso di formazione.

Sempre a causa dell’inerzia del governo, 400 educatori, già vincitori di concorso, non sono stati ancora assunti e attendono da mesi. Ma non è solo un problema di risorse. Le nostre carceri vivono una situazione drammatica per carenza di strutture e di personale, ma anche perché il sistema delle sanzioni penali è completamente inadeguato all’obbiettivo previsto dalla Costituzione: rieducare, reinserire, riportare il detenuto dentro un contesto civile. Affrontare il problema della popolazione carceraria e del sovraffollamento vuol dire anche affrontare le politiche che determinano tale sovraffollamento. È evidente che quest’ultimo sarà destinato ad aumentare sempre più se le carceri continueranno ad essere considerate alla stregua di discariche in cui versare tutti gli esclusi sociali e i soggetti deboli della società.

Il 37% dei detenuti è di nazionalità straniera. Il 29,5% è detenuto per reati contro il patrimonio (percentuale sostanzialmente analoga a quella dei loro "colleghi" italiani), per il 24,8% si tratta di reati legati alla normativa sulle droghe e nel 19,2% di reati contro la persona. Dunque, quasi la metà dei detenuti stranieri si trova in carcere per reati contro il patrimonio o per detenzione e spaccio di stupefacenti. Ciò vuol dire che vengono avviati al circuito penale sempre più spesso i soggetti deboli, quelle categorie di persone che incontrano maggiori difficoltà nell’accesso ai diritti e alle garanzie. E tra questi soprattutto gli stranieri, nei cui confronti vengono spesso intrapresi percorsi penali differenziati rispetto a quelli riservati agli italiani.

Alla base di questa situazione vi sono certamente scelte di politica di repressione del crimine e di gestione del fenomeno dell’immigrazione, ma anche problematiche specifiche del sistema giudiziario e penale italiano (garanzie di difesa meno tutelate, difficoltà linguistiche, di comunicazione e di scarsa conoscenza del sistema giuridico). Infine, a parità di imputazione o di condanna la permanenza in carcere degli stranieri è mediamente più lunga di quella degli italiani, sia in fase di custodia cautelare che dopo la sentenza.

Il percorso di riforma del sistema penitenziario e, in generale, della giustizia è sicuramente lungo, complesso ed anche finanziariamente oneroso. Ma un paese realmente democratico deve potersi reggere su un sistema giudiziario e penitenziario certo, giusto e rieducativo. Il governo Prodi aveva tentato di intraprendere quel difficile percorso, anche attraverso una seria concertazione con le organizzazioni rappresentative degli operatori del settore avviata con il Patto per la sicurezza. Oggi, la politica degli annunci di Berlusconi rischia di far incancrenire i problemi, mortifica il personale, alimenta l’illegalità e l’insicurezza.

lunedì 20 aprile 2009

Angelino alfano,Berlusconi,carcere,governo,detenuti,giustizia: TRAPANI : Detenuti in rivolta – Feriti 5 agenti

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COMUNICATO STAMPA - 19 aprile 2009 ore 00.30

CARCERI- TRAPANI : Detenuti in rivolta – Feriti 5 agenti


Eugenio SARNO , Segretario Generale della UIL PA Penitenziari, commenta con forte preoccupazione il tentativo di rivolta posto in essere, nel tardo pomeriggio odierno, dai detenuti della Sezione Mediterranea (ove sono allocati la gran parte dei detenuti extracomunitari) della Casa Circondariale di Trapani.
“Ora la situazione è tornata sotto controllo , ma quanto accaduto deve far riflettere sull’opportunità di interventi immediati atti a deflazionare il grave sovrappopolamento delle carceri italiane o episodi come quello registratosi questa sera saranno cronaca quotidiana. Intanto registriamo il ferimento di ben cinque agenti penitenziari, di cui uno in modo molto grave per la frattura scomposta dell’avambraccio destro letteralmente spezzatogli da un detenuto rivoltoso. Gli altri quattro agenti hanno riportato prognosi dai 5 ai 10 giorni”

Nel pomeriggio odierno presso la Casa Circondariale di Trapani sono arrivati venti detenuti provenienti da altri istituti siciliani. Quando il personale di polizia ha cercato di allocare i primi detenuti nelle celle della sezione, cinque detenuti tunisini hanno aggredito i poliziotti e fomentato la protesta di tutta la sezione. I detenuti hanno cominciato a battere sulle porte blindate pentolame e hanno dato vita ad una rumorosissima protesta, sedata a fatica dal personale . I cinque detenuti responsabili delle aggressioni sono stati tratti in arresto e isolati in attesa delle procedure disciplinari e penali.
“ E’ chiaro che se in celle dove al massimo possono trovare ospitalità quattro persone se ne debbono allocare sei, mancano gli spazi e persino l’aria – sottolinea il Segretario della UIL PA Penitenziari – ciò non può in ogni caso giustificare atti di violenza in danno del personale cui va tutta la nostra solidarietà e vicinanza. Voglio sperare che l’intervento clinico d’urgenza al collega a cui hanno spezzato un braccio si risolva positivamente. ”

La professionalità e il sangue freddo del personale e dell’Ispettrice di turno ha evitato il degenerare della protesta. Nella Sezione Mediterranea, con gli ultimi venti arrivi, la conta pomeridiana ha fatto registrare quota 316 presenze fronte di una capienza massima pari a 180 posti. Nell’istituto la conta ammonta a 502 a fronte di una capienza massima prevista di 282 detenuti
“Ma non sempre possiamo far affidamento sulla buona sorte o sulle capacità del responsabile di turno. Questo pomeriggio a Trapani c’erano solo sei agenti addetti al controllo di circa 320 detenuti, ed è la condizione che si registra in tutti gli istituti della penisola. Deve far riflettere – prosegue SARNO - che la protesta è stata sedata con l’ausilio di non più di una quindicina di agenti, ovvero tutta la forza in servizio al momento. Con questi parametri se non si soccombe è solo perché il personale sa agire con professionalità e tempestività . Ma per il futuro potrebbe non bastare.”

La UIL Penitenziari da tempo ha lanciato l’allarme sulla possibile ingestibilità degli istituti di pena ed Eugenio SARNO ancora una volta rivolge appello alla politica perché calendarizzi un dibattito parlamentare
“Dopo quanto accaduto a Trapani il Ministro Alfano , il Governo e tutto il Parlamento hanno il dovere di aprire immediatamente un confronto parlamentare sulle possibili soluzioni per evitare una catastrofe annunciata. L’emergenza penitenziaria va risolta con interventi immediati e mirati. Strutturali e normativi, non certo con i pannicelli caldi e le improvvisate soluzioni paventate dal Capo del DAP che crede di poter incidere sulla crisi del sistema chiudendo gli spacci. Occorrono almeno cinquemila agenti e a dichiarare ciò non è solo il sindacato ma la stessa amministrazione penitenziaria. Per questo – chiosa il Segretario UIL penitenziari - la politica ha il dovere di intervenire con immediatezza prima che il vulcano penitenziario erutti con tutta la sua virulenza. Facciamo,pertanto, nuovamente appello al Presidente Berlusconi, al Ministro Alfano ai Presidenti Fini e Schifani, ai leader dell’opposizione Franceschini, Casini e Di Pietro affinchè concordino un dibattito parlamentare urgente. Il tempo è oramai scaduto e le rivolte sono alle porte. Non aspettino il morto prima di intervenire perché le responsabilità politiche , amministrative e morali saranno ben determinate e non ci saranno alibi che tengano. Debbono comprendere che siamo di fronte ad una emergenza nazionale, come testimoniano i circa 670 poliziotti penitenziari feriti negli ultimi dodici mesi“

venerdì 17 aprile 2009

Angelino Alfano,carcere,giustizia,governo e costituzione: il DAP,un'amministrazione che continua a sorprendere,infermieri e tecnici buttati fuori!

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Con la presente siamo a denunciare una vergognosa vicenda accaduta al personale infermieristico e tecnico di radiologia dell'OPG di montelupo fiorentino, che stante la volonta a non transitare nel sistema sanitario nazionale poiché impediti di poter optare e che era un loro sacrosanto diritto, si son visti riggettare anche le istanze di passaggio ad altro profilo pur mantenendo lo stesso trattamento economico avendo saputo che in altre regioni( Abruzzo , Marche, Emilia Romagna ecc...)molti loro colleghi sono stati accontentati!! Aiutateci a divulgare questo increscioso e imbarazzante episodio!!!

giovedì 16 aprile 2009

Angelino Alfano,carcere,giustizia,governo e costituzione:La denuncia di Eugenio Sarno, segretario Uilpa,mancano educatori e agenti!

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La denuncia di Eugenio Sarno, segretario Uilpa, in occasione del convegno del Coordinamento nazionale penitenziari. Bosco: "Mancano all’appello 5 mila unità e non vengono assunte figure professionali indispensabili".

"Negli ultimi dodici mesi sono 650 gli agenti feriti sul lavoro. Il personale penitenziario è spesso costretto ad operare ai margini della legalità, nel degrado e nell’inciviltà subendo costantemente la prevaricazione dei propri diritti". È la denuncia di Eugenio Sarno, segretario generale Uilpa penitenziari, lanciata in occasione dell’ottavo convegno nazionale del Coordinamento nazionale penitenziari in corso questo pomeriggio a Roma.

Sarno, durante il convegno, ha avanzato la richiesta al sottosegretario alla giustizia Giacomo Caliendo di un maggiore interesse al carcere del Parlamento e al mondo politico ha detto "siete seduti su di un vulcano e non ve ne accorgete o fate finta. Noi siamo prossimi alla catastrofe e arriveremo alle rivolte, che potrebbero esserci tra qualche mese. Continuate a dire di non aver fatto tagli alla sicurezza. Allora due sono le cose, o per voi il sistema carcere non è sicurezza o dite cose non esatte".

"Ci si deve rendere conto - ha affermato Salvatore Bosco, segretario generale Uilpa - che nel nostro paese i problemi collegati alla detenzione sono tanti e gravi. Da anni denunciamo l’inadeguatezza delle strutture carcerarie che a causa del sovraffollamento sono al limite della sopportabilità". Sono oltre 61 mila, infatti, i detenuti nelle carceri italiane, ben il 52% di loro è in attesa di giudizio. Le carceri italiane però non possono accogliere più di 43 mila persone.

La denuncia riguarda, spiega Bosco, anche le condizioni igienico-sanitarie precarie non solo per i detenuti, ma anche per il personale che lavora nelle diverse strutture italiane. "Non ci stancheremo di rappresentare le condizioni di lavoro insostenibili degli operatori del Dipartimenti di amministrazione penitenziaria - ha detto Bosco - che con immense difficoltà e pesanti sacrifici riescono a garantire servizi molte volte anche a rischio della propria incolumità e della propria vita". Secondo Bosco mancano all’appello 5 mila unità riguardo il personale e "non vengono assunte - spiega Bosco - quelle figure professionali indispensabili per esercitare la funzione rieducativa prescritta dalla Costituzione. Come è possibile migliorare la qualità del servizio se non si procede a consistenti investimenti a cominciare dai mezzi di trasporto per le traduzioni?".

Alle provocazioni dei segretari della Uilpa, il sottosegretario alla giustizia Giacomo Caliendo ha sostanzialmente condiviso la difficile condizione delle strutture detentive, sia per i detenuti, sia per il personale che opera all’interno. "Come ha già detto il ministro - ha affermato il sottosegretario - siamo fuori dalla Costituzione e non è solo il sovraffollamento. Vi è la necessità di differenziare le strutture penitenziarie, non è più concepibile".

Il sottosegretario conferma la mancanza dei fondi e di personale. "Certamente oggi il numero del personale penitenziario non è più sufficiente"; tra le necessità indicate dal sottosegretario quella di strutture idonee per accogliere detenute con minori. "Oggi 58 mamme con minori sono in carcere - ha detto Caliendo -. Bisogna individuare strutture diverse. Come a Milano dove è stato possibile individuare una diversa struttura per 12 detenuti".

"Non è più il momento di volgere lo sguardo altrove perché disgustati - ha concluso Sarno -, ma è il momento di ficcare il naso nel nostro sistema penitenziario che diventa sempre più una discarica di persone umane".


Breve riflessione:

ma il sottosegretario Caliendo ad una trasmissione radio non aveva negato la mancanza di personale? dobbiamo desumere che il sottosegretario è come la bandiera che va dove tira il vento?!?..ai ai Caliendo..un po di coerenza!

Angelino Alfano,carcere,giustizia,governo e costituzione:Nuove carceri senza educatori,al diavolo l'art. 27 cost.!

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Giustizia: nelle carceri più detenuti ora che prima dell’indulto

di Donatella Stasio

Il Sole 24 Ore
Record di detenuti, dal dopoguerra: a fine marzo se ne contavano 61.057 (prima dell’indulto erano 60.710), 18mila in più dei posti regolamentari. E il 7 giugno, di questo passo, sfonderanno la soglia "tollerabile". Il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, in America per un confronto anche sul sistema carceri, rilancia la costruzione di nuovi istituti; ma negli Usa, complice la crisi, contro il sovraffollamento si punta su misure alternative.

Il 7 giugno sarà il giorno del big bang delle carceri: se il numero dei detenuti continuerà a crescere come nell’ultimo anno - circa 1.000 al mese - quel giorno sarà sfondato il tetto della "tollerabilità" delle nostre prigioni. Che già oggi, peraltro, ospitano 18mila carcerati più dei 43.177 posti disponibili regolamentari. Alla fine di marzo è stato raggiunto il record delle presenze dal dopoguerra o, quanto meno, dai tempi dell’amnistia di Togliatti: nei 206 istituti penitenziari italiani si contavano infatti 61.057 reclusi (58.411 uomini e 2.646 donne), ben più di quanti ce n’erano alla fine di luglio del 2006 (60.710), quando fu varata dal Parlamento la legge sull’indulto che, in un solo mese, ridusse a 38.847 gli abitanti delle patrie galere. Da allora, la politica di carcerizzazione sponsorizzata in nome della sicurezza - nonostante il calo dei reati - ha nuovamente riempito le prigioni, soprattutto di stranieri (il 38%, ma il trend è in crescita) e di tossicodipendenti (il 27%).

L’emergenza è reale ed era stata prevista già un anno fa in una Relazione del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria (Dap) nella quale si segnalava, tra l’altro, la prospettiva di toccare, entro il 2009, quota 70mila detenuti e si indicava, come via maestra, quella dei "circuiti differenziati", previsti dall’ordinamento penitenziario ma rimasti, di fatto, lettera morta (salvo per i detenuti più pericolosi).

La proposta è stata ripresa dal ministro della Giustizia, Angelino Alfano, anche se il Governo (deciso a non rinunciare alla politica della "tolleranza zero") punta soprattutto sulla costruzione di nuove carceri. Perciò ha affidato al capo del Dap, Franco Ionta, il compito di predisporre un "piano", che sarà presentato il 2 maggio e che prevede, tra l’altro, la dismissione di una serie di istituti medio-piccoli nonché la costruzione di nuove strutture o l’ampliamento di alcune già esistenti, con il coinvolgimento di privati. Al Dap sono al lavoro per individuare le "esigenze di ricettività", cioè dove, di quanto e come aumentare gli spazi, nonché i costi e le disponibilità finanziarie (il sistema carceri costa, all’anno, 3 miliardi di euro ma ha un bilancio costantemente in rosso). La "differenziazione dei circuiti" (che potrebbe farsi anche a bocce ferme) non è, al momento, all’ordine del giorno.

Nella settimana che si è appena conclusa, Alfano è stato negli Usa anche per "confrontarsi" sul sistema carcerario (costi, metodologie, differenze di trattamento dei detenuti). Venerdì ha visitato il Metropolitan Correctional Center di New York (la prigione sulla punta sud di Manhattan dov’è stato rinchiuso anche il finanziere Madoff) e ha ribadito l’intenzione di voler "usare al meglio i circuiti differenziati", per consentire "ai condannati di scontare la pena con i condannati, agli imputati di stare con gli imputati e ai pericolosi di essere rinchiusi con gli altri pericolosi ma, a chi non lo è, di entrare in un circuito di riabilitazione". Ha poi insistito sul "piano carceri", il cui fabbisogno non sarà interamente a carico dello Stato ma avrà un contributo di capitale privato.

I tempi per la realizzazione del "piano" non saranno brevi. Nel frattempo, le carceri scoppiano, aumenta l’aggressività verso i poliziotti da parte dei detenuti, esasperati per le condizioni di invivibilità delle prigioni, aumentano gli atti di autolesionismo e i suicidi (19 nei primi tre mesi del 2009, di cui 10 nel solo mese di marzo).

I sindacati della polizia penitenziaria protestano, anche perché mancano all’appello 5mila agenti da assumere, senza i quali non si possono utilizzare i posti disponibili già esistenti. Nel carcere milanese di Bollate, ad esempio, sono appena arrivati 50 detenuti sfollati da Opera e San Vittore e una ventina di poliziotti; i posti disponibili sarebbero 400, ma poiché non si trovano gli agenti, resteranno vuoti.

Sistema carcerario da ripensare

Il sovraffollamento delle carceri ha toccato in Italia la punta massima dai tempi del dopoguerra. A fine marzo, i detenuti erano 61.057, ben più di quanti erano prima dell’indulto. Diciottomila oltre i posti regolamentari. E il 7 giugno sfonderanno la soglia "tollerabile" delle patrie galere. Accade proprio nei giorni in cui il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, si trova negli Stati uniti per confrontarsi anche sul sistema delle prigioni. Gli americani ne sanno qualcosa di sovraffollamento.

Negli ultimi trent’anni, la politica penale e penitenziaria statunitense, ispirata alla "tolleranza zero", ha fatto decuplicare la popolazione carceraria, senza incidere in modo significativo sulla recidiva e con costi elevatissimi, sottraendo risorse ad altri settori come l’occupazione, l’istruzione, la sanità. L’America guida la classifica con il maggior numero di detenuti, in assoluto (2 milioni e 200mila, più 5 milioni di persone in libertà condizionata) e in rapporto alla popolazione (uno ogni 100 abitanti).

Complice la crisi economica, gli americani si stanno però convincendo che è arrivato il momento di cambiare politica, penale e penitenziaria: non costruiscono più carceri, chiudono alcune di quelle esistenti, puntano sulle misure alternative alla detenzione, che costano meno e producono più sicurezza. Una svolta, segnalata a più riprese, nei giorni scorsi, dal New York Times.

Per l’Italia viene meno quello che, per decenni, è stato un modello di riferimento. Come in Francia e in Gran Bretagna, anche l’Italia si è infatti ispirata alla "tolleranza zero", soprattutto con le leggi sugli immigrati, sulla droga e sulla recidiva, riempiendo le carceri di persone che appartengono agli strati più bassi della popolazione, soprattutto di stranieri (38%) e tossicodipendenti (27%). La popolazione detenuta cresce al ritmo di 1000 al mese, le carceri scoppiano e diventano sempre di più criminogene e patogene.

"Siamo fuori dalla Costituzione", ha ammesso nelle scorse settimane Alfano. Ma, a differenza dell’amico americano, il Governo Berlusconi non intende rinunciare alla politica del pugno di ferro e della carcerizzazione a oltranza, anche se le statistiche rivelano che la criminalità è in diminuzione. Piuttosto, preferisce costruire nuove prigioni: come, dove, con quali soldi e con quale personale è tutto da vedere.

Il 2 maggio, quando verrà presentato il "piano carceri", lo scopriremo. Certo è che la crisi si fa sentire anche in Italia, dove il sistema penitenziario costa 3 miliardi di euro l’anno, nonostante le condizioni pietose in cui versa, mancano all’appello 5mila poliziotti, non ci sono educatori e il bilancio è perennemente in rosso.

I soldi, insomma, non ci sono o scarseggiano e i tempi per la costruzione di nuove strutture o per l’ampliamento di quelle esistenti, per quanto rapidi, non riusciranno mai a tenere il passo con l’aumento vertiginoso dei detenuti. Né sarà il capitale privato, ammesso che si trovi, a risolvere rapidamente questi problemi. E poi: a che serve aprire nuove prigioni se non ci sono poliziotti e educatori?

Una soluzione ci sarebbe: anche in Italia le statistiche dicono che conviene di più -ai fini della sicurezza collettiva - far scontare la pena con misure alternative al carcere piuttosto che chiusi a quattro mandate dentro una cella. Nel primo caso la recidiva è del 19%, nel secondo sale al 69%. Non solo: si calcola che la diminuzione di un solo punto percentuale della recidiva corrisponde a un risparmio, per la collettività, di circa 51 milioni di euro all’anno a livello nazionale. In tempi di crisi, non è poca cosa.

mercoledì 8 aprile 2009

Angelino Alfano,carcere,giustizia,costituzione e governo:L’UTOPIA, SALVA LA SPERANZA?

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L’UTOPIA, SALVA LA SPERANZA ?

Giovedì 2 aprile 2009 sono stata al Convegno Nazionale organizzato dalla UIL all’Hotel Ergife di Roma.

Questa volta non farò il solito resoconto delle cose dette perchè voglio farvi partecipare a qualcosa di più che è accaduto durante il pomeriggio.
Grande emozione quanto è entrato in sala, Nicolò Amato, Capo del Dipartimento Amministrazione Penitenziaria negli anni ‘90. Tutti i presenti, spontaneamente, si sono alzati in piedi applaudendo, per salutarlo e ricordagli il loro affetto. In questo modo, anche io che non lo conoscevo, ho capito subito che era stato un uomo speciale che aveva lasciato un ricordo speciale al proprio personale, che era stato un vero LEADER, perchè aveva creduto insieme al personale nella possibilità di riscatto dell’uomo.
Il carcere, dice Nicolò Amato, era ritenuto dalla società civile un luogo spazzatura, dove gettare i rifiuti umani ritenuti incurabili. La volontà e l’impegno costante di tutti gli operatori penitenziari e del volontariato lo hanno trasformato in un luogo della speranza. Perchè con il trattamento si è dimostrato che la storia di un uomo che delinque non è scontata, dietro l’uomo che delinque può esserci un altro uomo, dal tunnel si può uscire.
Questa fede nella possibilità di riscatto umano e sociale del delinquente ha animato e dato forza al lavoro degli operatori penitenziari. Si è dato risalto anche alla funzione del personale di polizia penitenziara, perchè c’è differenza tra Sorveglianza intelligente e controllo ottuso. E c’è differenza anche tra assicurare la sicurezza sociale con la Repressione ed assicurarla curando il cancro che ha fatto ammalare il tessuto sociale. Combattere la recidiva è la vera strategia per la sicurezza sociale e rimuovere le cause della criminalità sono le vere strategie per la sicurezza sociale: il lavoro legale, l’istruzione. Ogni criminale restituito alla società riabilitato riduce la recidiva e crea un circolo virtuoso di non-criminalità ,perchè altri giovani non sono trascinati nell’illegalità; riducendo la recidiva si crea un circolo virtuolo di LEGALITA’. Aumenta davvero la sicurezza, si risparmia, perchè la criminalità costa, e aumentano le risorse umane produttive anchè distruttive.
Un altro luogo comune da combattere è il “partitismo”. Bisognerebbe che tutti noi valorizzassimo più le IDEE, le PERSONE, che le appartenenze, bisognerebbe che ci scollassimo da dosso quell’atteggiamento da tifosi, “bianco contro nero”, che va bene allo stadio, ma nella quotidianità ci porta a schierarci, a separarci e ci allontana dal raggiungimento degli obiettivi a cui teniamo.
Sempre più mi rendo conto che nei convegni le persone hanno bisogno, anzi direi “fame” di VALORI, di IDEALI, di qualcosa che li elevi al di sopra dei problemi materiali, di qualcosa che riempia di contenuto la vita. “Non di solo pane” vive l’uomo, recita un versetto della bibbia. Questo ci dimostra che, nonostante il lavaggio del cervello che ci fanno, il CONSUMISMO ha perso, e che il bisogno dell’uomo di elevarsi, di essere unito intorno a dei valori positivi ha vinto. Questo ci dimostra che lo SPIRITO ha vinto sulla MATERIA.
C’è grande bisogno di un LEADER che pensi positivo e che creda in quello in cui crediamo anche noi. Un leader che non si accontenti di sfamarci o illuderci che con la repressione otterremo la sicurezza sociale, un leader profondo e coerente, che punti in alto, ai valori morali che uniscono ed elevano le persone, un leader che ci faccia crescere, che ci porti in alto. Un leader che ci faccia sognare ? Può darsi. Può, l’Utopia, salvare la Speranza ?

Silvia Rubino

giovedì 2 aprile 2009

Angelino alfano,carcere,governo e giustizia:assunzioni solo per 86 educatori su 400 vincitori,vergogna!

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Le sedi disponibili per i primi 86 educatori



Provveditorato Sede

Ancona 3

Genova 3

Milano 18

Cagliari 6

Torino 10

Bologna 9

Firenze 6

Padova 8

Palermo 6

Catanzaro 7

Pescara 5

Perugia 2

Potenza 3

Totale

86

mercoledì 1 aprile 2009

Angelino Alfano,carcere,governo e costituzione: Eugenio Sarno della UIL PA sollecita' prossima audizione del ministro Alfano su educatori carcerari

Giustizia: Sarno (Uil); con questi numeri le parole non bastano


Il Velino, 20 marzo 2009



"Di fronte alla realtà dei numeri non bastano più le parole o le declamazioni di intenti. Occorre agire e in fretta per prevenire l’ingestibilità delle tensioni già in atto che, inevitabilmente, si acuiranno in concomitanza con la stagione estiva.

La questione penitenziaria non è solo più una questione sociale, è oramai una vera questione di ordine pubblico e in quanto tale l’intero governo, auspicabilmente con il concorso della maggioranza e della opposizione, ha il dovere di agire per prevenire". Lo afferma Eugenio Sarno, segretario generale della Uil Pa penitenziari a margine della riunione per la firma dell’accordo contrattuale per le Forze di Polizia (biennio 2006-2007), tornando a spostare l’attenzione sulla drammatica situazione che investe il sistema penitenziario italiano.

"La conta dei detenuti presenti alla data di ieri assommava a 60.789. A fronte di una ricettività massima delle strutture penitenziarie di 43.169. Parlare di ammasso nelle celle, quindi, è delineare un quadro reale nella drammaticità della situazione. D’altro canto in occasione dello scorso indulto invocammo, invano, misure strutturali. Proprio la mancanza di tali interventi ha delineato l’attuale, insostenibile, situazione.

Noi riteniamo che occorre agire immediatamente sulle dotazioni organiche della polizia penitenziaria per dar fiato al personale oramai esausto, oberato da carichi di lavoro insostenibili (circa 5.000 le vacanze accertate dallo stesso ministero della Giustizia) e per garantire effettivamente una pena volta al recupero (circa 400 gli educatori vincitori di concorso in attesa di assunzione). Il piano carceri annunciato - dichiara il segretario della Uil Pa penitenziari - dal ministro Alfano è una soluzione, ma a medio-lungo termine. Noi siamo convinti che bisogna agire anche per via legislativa con adeguate riforme".

La Uil Pa penitenziari rende noto che al 31 dicembre del 2008 il 51,3 per cento della popolazione detenuta aveva una posizione giuridica di imputato mentre il 63,9 per cento dei detenuti avevano da scontare un residuo di pena non superiore ai tre anni. Anche l’incidenza di detenuti stranieri è un dato molto significativo che contribuisce ad aggravare il quadro complessivo (a dicembre 2008 37,09 sul totale).

"Di fronte a tali cifre immaginare una vera riforma della giustizia che non preveda il sistematico ricorso alla carcerazione preventiva e che preveda un maggior ricorso a pene e sanzioni alternative ci pare una via obbligata per decongestionare strutturalmente la tendenza al sovrappopolamento, a prescindere dalla costruzione di nuove carceri. È chiaro che ciò si lega direttamente a un sistema di controllo che garantisca la collettività e la sicurezza pubblica, affermando il principio della certezza della pena che per noi non significa pedissequamente stato di detenzione.

Per questo invitiamo l’Amministrazione Penitenziaria, il ministro Alfano, il Parlamento ad avviare un confronto sulle possibili soluzioni, anche attraverso il ricorso a moderne tecnologie. Tempo fa lo stesso ministro Alfano ci aveva anticipato che avrebbe richiesto una attività specifica delle commissioni Giustizia ad oggi, però, nulla si rileva in merito.

Pertanto - anticipa Sarno - solleciterò, nelle prossime ore, i presidenti Berselli e Buongiorno ad una audizione di merito. Anche rispetto all’effettiva possibilità di espellere stranieri che delinquono occorre affermare soluzioni concrete che possano contribuire alla deflazione delle criticità in atto". La Uil Pa penitenziari non manca di sottolineare come "nel corso dell’ultimo anno siano ben 650 gli agenti feriti per aggressioni da parte di detenuti, nell’inconcepibile silenzio di tutti".

Angelino Alfano,carcere,governo e costituzione: anche i garanti dei detenuti chiedono piu' educatori nelle carceri italiane!

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Giustizia: i Garanti; serve modificare le leggi, non Piano carceri

Il Velino, 30 marzo 2009



"Una delegazione del Coordinamento dei Garanti delle persone private della libertà personale istituiti a livello comunale e provinciale ha incontrato venerdì scorso 27 marzo il Vicecapo del Dipartimento Amministrazione Penitenziaria Santi Consolo".

"I Garanti hanno espresso soddisfazione per la recente modifica dell’art. 67 O.P., che prevede per gli stessi l’accesso agli istituti penitenziari senza previa autorizzazione, come il Coordinamento dei Garanti aveva già richiesto nella passata legislatura al fine di consentire alle figure di garanzia di svolgere il proprio ruolo in autonomia e pari dignità rispetto all’amministrazione penitenziaria.

Nell’incontro i Garanti hanno sottolineato il loro costante impegno nella difesa delle persone detenute, ma hanno espresso grave preoccupazione per il tasso crescente di carcerizzazione e per l’assenza di un progetto di riforme legislative capaci di incidere sulle cause della attuale sovraffollamento, a cominciare dalla ormai dimenticata riforma del codice penale, sino alla modifica delle leggi sull’immigrazione, sulla recidiva e sulla droga, ridimensionando la centralità della risposta penale a qualunque trasgressione, anche non lesiva di interessi primari, e della pena detentiva come unica risposta sanzionatoria adeguata.

I Garanti hanno espresso contrarietà al piano governativo che prevede la costruzione di nuove carceri, se non nei casi in cui ogni intervento di ristrutturazione risulti vano, ritenendo che questa non sia la risposta adeguata al problema del sovraffollamento, anche in ragione di una crescente carenza di personale (educatori, psicologi, agenti di polizia penitenziaria), che rischia di ulteriormente acuirsi in presenza di nuovi istituti sino a vanificare il mandato costituzionale sia per quanto riguarda la finalità della pena sia per l’inammissibilità di trattamenti detentivi inumani e degradanti.

I Garanti chiedono invece che venga data piena attuazione al regolamento penitenziario del 2000, ampiamente disatteso, soprattutto per quanto riguarda le condizioni igienico-sanitarie dei luoghi di detenzione, che venga privilegiata la custodia attenuata, con riferimento alla popolazione femminile e gran parte di quella maschile, composta da tossicodipendenti, persone in stato di disagio sociale e di salute fisica e mentale ,stranieri senza radicamento sul territorio, e comunque autrice di reati che richiedono una risposta adeguata e risocializzante, che vengano superati gli ospedali psichiatrici e la case di cura e custodia, che venga effettuato il massimo sforzo per dare effettività al passaggio della medicina penitenziaria al Servizio Sanitario Nazionale, che venga incrementato in modo significativo il lavoro all’interno del carcere.

I Garanti hanno espresso preoccupazioni in merito alla destinazione dei fondi della Cassa delle Ammende a progetti di edilizia penitenziaria, e hanno chiesto che venga rispettata la destinazione ancora presente relativa a progetti per creare opportunità di inserimento lavorativo e miglioramento complessivo delle condizioni di vita dei detenuti, ricevendo assicurazione di particolare attenzione al tema del lavoro intramurario da parte del Dap.

L’incontro è stato positivo per la disponibilità ad una comune riflessione e per la volontà dimostrata dal Vicecapo del Dipartimento di accogliere anche le indicazioni di criticità provenienti dai territori che vedono già operanti i Garanti".

Angelino Alfano,carcere,giustizia,costituzione e governo: protesta Psicologi Penitenziari in attesa di assunzione

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Il Velino, 30 marzo 2009



Si sono dati appuntamento a Roma, a tre anni esatti dalla conclusione del concorso indetto dal Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria (Dap). Verranno da tutta Italia i 39 psicologi vincitori del concorso, dimenticati e trattati come fantasmi, per incatenarsi domani martedì 31 marzo davanti al ministero della Giustizia in piazza Cairoli e mercoledì 1 aprile davanti a Montecitorio con l’obiettivo di ricordare la loro esistenza alle istituzioni e reclamare il proprio diritto all’assunzione. Lo si apprende da un comunicato stampa.

Da quando è stata pubblicata la graduatoria dei 39 vincitori sul Bollettino ufficiale del ministero della Giustizia il 15 settembre 2006, al termine di un lungo iter selettivo protrattosi da novembre 2004 ad aprile 2006 per ricoprire il ruolo di psicologo penitenziario nelle carceri italiane, su di loro è sceso il silenzio. Sono stati ignorati, sballottati da un’istituzione all’altra con il trasferimento della medicina penitenziaria dal ministero della Giustizia al Servizio sanitario nazionale stabilito con Dpcm del 1 aprile 2008.

Eppure - continua il comunicato - il concorso in questione era stato bandito per far fronte ad accertata necessità di assistenza psicologica più volte denunciata dagli istituti penitenziari e dagli oltre 400 psicologi di cui si avvale il ministero della Giustizia da più di 30 anni con contratti di consulenza esterna il cui costo, come riportato sui siti della Funzione pubblica (relativi agli anni 2006-2007) ammonterebbe a circa un milione di euro annui.

I 39 manifestanti chiedono che il ministero della Giustizia trovi i fondi anche per loro. Invece nel più assoluto spregio dei valori fondanti la nostra Repubblica e sanciti nella Costituzione, i vincitori di concorso continuano ad essere confinati a casa, con dispendio di energie, professionalità e nonostante il lavoro dello psicologo dia un contributo sociale rilevante ai fini della prevenzione del rischio di recidiva.