Continuate a firmare e far firmare la nostra petizione per la presentazione al parlamento. Clicca sul rettangolo

Sign for Aiutaci a garantire l'effettiva applicazione dell'art. 27 Cost.(funzione rieducativa della pena)

Mercoledi',23 Marzo 2011: interrogazioni per l'assunzione degli educatori penitenziari

Mercoledi',23 Marzo 2011,

(rinvio del 16 Marzo 2011)

in commissione giustizia discussione delle interrogazioni orali per l'assunzione degli educatori penitenziari.


5-04298 Cassinelli: Sull’iter del concorso pubblico per educatore penitenziario


5-04314 Ferranti: Questioni relative all’assunzione dei vincitori del concorso per educatore penitenziario




Per leggere il testo delle interrogazioni vai su news giornaliere o etichetta interrogazioni parlamentari




Carceri:necessario assumere educatori,assistenti e psicologi.

26 agosto 2010



Giustizia: Bernardini (Radicali); basta morti in carcere, varare in fretta misure deflattive



“Il tempo dell’illegalità e dell’inciviltà carceraria italiana è scandito ad un ritmo impressionante dalle morti, dai suicidi. Dico al Governo e ai miei colleghi parlamentari che così numerosi hanno partecipato all’iniziativa del Ferragosto in carcere, che occorre fare in fretta a varare, intanto, misure adeguate a decongestionare la sovrappopolazione carceraria”. Lo afferma Rita Bernardini, deputata Radicale, membro della Commissione Giustizia della Camera, dopo la morte di un detenuto a Sulmona. “Il disegno di legge Alfano - così come svuotato dalla Commissione Giustizia della Camera - non serve a spegnere l’incendio di disperazione e di morte che sta divampando - prosegue.Affidare infatti ai Tribunali di sorveglianza la valutazione della pericolosità sociale e l’idoneità del domicilio per consentire di scontare ai domiciliari pene residue sotto i 12 mesi, significa paralizzare tutto: la valutazione arriverà troppo tardi! Si dia ai direttori degli istituti penitenziari questo compito che saprebbero fare meglio e più in fretta dei magistrati di sorveglianza. Ridimensionata almeno un po’ la popolazione detenuta, occorre immediatamente riformare il sistema come previsto dalle mozioni approvate in gennaio dalle aule di Montecitorio e di Palazzo Madama a partire dallo stop all’uso indiscriminato della carcerazione preventiva e alla depenalizzazione dei reati minori, per arrivare alle misure e pene alternative che si rivelano molto più efficaci del carcere ai fini della rieducazione e del reinserimento sociale, all’adeguamento degli organici penitenziari (agenti, educatori, psicologi, assistenti sociali), alle possibilità di lavoro per i detenuti, agli istituti di custodia attenuata dove i tossicodipendenti possano curarsi”.





5 luglio 2010





Carceri: Favi, "Bene Tg2, condizioni indegne per detenuti e lavoratori"



Dichiarazione di Sandro Favi responsabile Carceri del Partito Democratico



L’inchiesta del Tg2 sulla drammatica situazione delle nostre carceri evidenzia ciò che il Partito Democratico denuncia da mesi, e cioè condizioni di vita per i detenuti e per i lavoratori penitenziari del tutto indegne. Quelle viste all’Ucciardone sono situazioni che in realtà riguardano la stragrande maggioranza delle carceri italiane. Le morti in carcere e gli atti di autolesionismo sono segnali inequivocabili: occorre attuare da subito politiche penitenziarie che decongestionino gli istituti. È assolutamente necessario investire sulle misure alternative alla detenzione e sull’aumento di agenti di polizia penitenziaria, di educatori, di assistenti sociali e psicologi.



Finora il ministro Alfano e il direttore delle carceri Ionta hanno saputo solo ipotizzare un piano carceri che avrà lunghissimi tempi di realizzazione e che non inciderà minimamente per un miglioramento della situazione nell’immediato.



Così non va.









Lettere: senza assunzione personale educativo il ddl Alfano è inutile





Comunicato stampa, 29 maggio 2010





Ai deputati di commissione bilancio



e giustizia camera









Al sottosegretario



On. Caliendo









Al sottosegretario



On. Giorgetti Alberti







Egregi Onorevoli,



dopo aver appreso la notizia sul parere negativo della Commissione Bilancio sugli artt. 2 quater e 2 sexies del Ddl Alfano questo Comitato ritiene necessario porre alla Vostra attenzione alcune osservazioni. L’eliminazione dell’articolo aggiuntivo Schirru 2.060 svuoterebbe di significato il Ddl Alfano riducendolo ad una imago sine re.



L’investimento in risorse umane è propedeutico alla concreta materializzazione della normativa contenuta nel provvedimento. Secondo quanto enunciato dall’art. 1 comma 3 del Ddl. il magistrato di sorveglianza decide sulla base della relazione inviatagli dall’istituto penitenziario.



Alla luce della normativa penitenziaria è l’educatore colui che osserva il comportamento del detenuto e provvede alla stesura della relazione di sintesi, cioè di quella relazione di cui si servirà il magistrato di sorveglianza per la decisione finale sulla misura alternativa.



Senza l’incremento di ulteriori unità di personale pedagogico la situazione del sovraffollamento carcerario non potrà mai essere risolta né tantomeno potrà trovare risoluzione la drammatica condizione in cui versano le carceri italiane.



Pochi educatori significa poche relazioni da inviare al magistrato di sorveglianza. Pochi educatori significa impossibilità di fare il trattamento. Pochi educatori significa stasi della concessione di misure alternative. L’eliminazione dell’articolo aggiuntivo Schirru creerebbe un vero e proprio effetto boomerang che provocherebbe la totale paralisi del Ddl Alfano.



La Commissione Giustizia dopo aver preso atto della grave situazione di disagio in cui versano le carceri italiani ha dato voce all’articolo 27 della Costituzione decidendo di investire su quello che già nel Settecento Beccaria definiva “il più sicuro mezzo di prevenire i delitti” ossia l’educazione.



L’approvazione dell’articolo aggiuntivo che esclude il Dap dalla riduzione della pianta organica e dal blocco delle assunzioni costituisce una vera e propria presa di coscienza dell’assunto secondo il quale non può esserci alcun miglioramento delle condizioni di detenzione senza l’investimento in risorse umane.



Si evidenzia inoltre che l’emendamento è già stato “riformulato” originariamente infatti prevedeva l’obbligo per il governo,dopo l’invio della relazione per l’adeguamento della pianta organica, di predisporre entro 2 mesi un piano straordinario di assunzioni.



La totale eliminazione di questo emendamento volto alla concreta applicazione della misura alternativa sulla quale questo Governo intende puntare per risolvere il dramma del pianeta carcere renderebbe inutile l’approvazione di un Ddl che non riuscirebbe mai ad essere attuato.



Ci sarebbe infatti una vera e propria antinomia tra norma e realtà. La realtà è che la situazione carceraria italiana è drammatica e preoccupante.



I continui suicidi in carcere sono da porre in relazione con le insopportabili condizioni di disagio in cui vivono i reclusi delle carceri italiane alla carenza di trattamento e attività rieducative e alla mancata assistenza psicologica dovuta alla cronica carenza di personale educativo



Ebbene, l’Italia, Paese democratico, è stata condannata dalla Cedu per trattamento degradante e disumano. A tale situazione va data una risposta concreta, soprattutto se si considera che il bilancio dello stato potrebbe essere aggravato dalle condanne della Cedu (Sic!).



Inoltre non si comprende come la crisi riguardi solo le risorse umane e non anche lo stanziamento dei fondi per l’edilizia penitenziaria ,infatti, una volta costruite nuove carceri queste rimarranno inutilizzate (Sic!) Un esempio è fornito dal carcere di Agrigento e dal carcere di Rieti, a Pinerolo inoltre, c’è un carcere vuoto da 10 anni ma è già stata individuata un’area per costruir un nuovo carcere (fonte Girodivite).



Per un provvedimento importante, come quello in esame, che punta sulla rieducazione e sul recupero del reo, occorre assumersi delle responsabilità serie, perché l’incremento del personale pedagogico rappresenta il sine qua non della correlazione legge - realtà.



Ancora una volta si evidenzia inoltre che il “decantato” vulnus di copertura finanziaria può essere sanato attingendo dai fondi della Cassa delle Ammende che secondo quanto disposto dall’art 129 III comma del Dpr 30 giugno 2000, n. 230, devono essere destinati ai programmi che tendono a favorire il reinserimento sociale dei detenuti e degli internati anche nella fase di esecuzione di misure alternative alla detenzione”e non all’edilizia penitenziaria (Sic!) . Qualora il Governo non intenda attingere i fondi necessari dalla cassa delle Ammende potrebbe ricavarli dai fondi del Fug, visto che il Presidente del Consiglio dei Ministri ha firmato il decreto che assegna per la prima volta le quote delle risorse sequestrate alla mafia e i proventi derivanti dai beni confiscati al Fondo Unico Giustizia (Fug), nella misura del 50 per cento al Ministero dell’Interno e del 50 per cento al Ministero della Giustizia. Attingendo i fondi o dalla cassa delle Ammende o dal Fug non vi sarebbe alcun onere aggiuntivo in quanto gli stessi sono già previsti in bilancio.



Per le ragioni suesposte riteniamo che l’emendamento presentato dall’On. Donatella Ferranti e Schirru sia una vera proposta “bipartisan” che deve, necessariamente,trovare accoglimento così come è stato approvato in Commissione Giustizia.



Riteniamo altresì che il governo, dopo aver provveduto all’adeguamento della pianta organica anche in relazione alla popolazione detenuta ( quasi 70mila detenuti) debba predisporre un piano straordinario di assunzioni di educatori penitenziari da attingersi dalla vigente graduatoria del concorso pubblico per esami a 397 posti nel profilo professionale di Educatore, Area C, posizione economica C1, indetto con Pdg 21 novembre 2003.



Una scelta in tal senso rappresenterebbe la chiave di volta per un chiaro e ben preciso impegno di responsabilità affinché la drammatica situazione che affligge il pianeta carcere possa finalmente essere risolta. Per tali ragioni auspichiamo che tutta la commissione bilancio della camera e il sottosegretario Alberto Giorgetti facciano una seria e proficua riflessione riconoscendo l’importanza ai fini dell’attuazione del Ddl in esame dell’emendamento Schirru 2.060.





FERRANTI SU DDL CARCERI,OTTENUTO ANCHE AMPLIAMENTO ORGANICO EDUCATORI PENITENZIARI.

Donatella Ferranti,PD:piano programmato di assunzioni del personale degli educatori.

Governo favorevole a emendamenti Pd per potenziamento personale penitenziario:piano programmato di assunzioni, per l`adeguamento degli organici del personale di Polizia penitenziaria, degli educatori, degli assistenti sociali e degli psicologi.


18 maggio 2010


La commissione Giustizia della Camera ha cominciato a votare gli emendamenti presentati al ddl carceri e il Governo ha dato parere favorevole alle proposte di modifica del Pd che prevedevano il potenziamento del personale civile e amministrativo penitenziario (psicologi, educatori, ecc) e l’adeguamento delle piante organiche di carabinieri e polizia in funzione del nuovo impegno che dovranno svolgere per vigilare sui detenuti che trascorreranno agli arresti domiciliari l’ultimo periodo della loro detenzione. Il capogruppo del Pd in commissione giustizia, Donatella Ferranti, ha espresso soddisfazione per questo parere favorevole del Governo augurandosi che alla fine l’emendamento venga approvato.



Pd: nostre proposte sono su linea indicata da Napolitano

“Il Pd è pronto” a rispondere al monito del presidente della Repubblica sulla necessità di risolvere il sovraffollamento delle carceri e “a fare la propria parte”. Per questo, annuncia Sandro Favi, responsabile Carceri dei democratici, “nei prossimi giorni il nostro partito presenterà proposte su questi temi, in un quadro di sistema e in continuità e sviluppo delle mozioni approvate dal Parlamento già nei primi mesi di quest`anno”.

“Proporremo - spiega Favi - che si proceda alla revisione del codice penale, che vengano riviste le norme che determinano l`alta incidenza di imputati in custodia cautelare in carcere e quelle sul trattamento penale dei tossicodipendenti, che siano ampliate le opportunità di accesso alle misure alternative alla detenzione. Chiederemo inoltre al Governo - prosegue - un piano programmato di assunzioni, per l`adeguamento degli organici del personale di Polizia penitenziaria, degli educatori, degli assistenti sociali e degli psicologi, nonché gli indispensabili stanziamenti ed investimenti per ripristinare la corretta funzionalità ed operatività dei servizi e delle strutture”.

“Il Partito Democratico - conclude l’esponente del Pd - rinnova la stima e la fiducia degli appartenenti al Corpo di polizia penitenziaria e l`apprezzamento verso i dirigenti dell`Amministrazione penitenziaria, verso le professionalità socio-educative, sanitarie, amministrative e tecniche che, in questa fase difficile, dimostrano il proprio impegno con alto senso di umanità e qualificate competenze”.

Ferranti: "Iter rapido? Vediamo atteggiamento maggioranza su nostre proposte"

Carceri: Pd, "Testo migliorato in commissione, ma serve uno sforzo in più" Ferranti: "Iter rapido? Vediamo atteggiamento maggioranza su nostre proposte"

“Lo stralcio della messa in prova consentirà di esaminare rapidamente il provvedimento sulla detenzione domiciliare”. Lo dichiara la capogruppo del Pd nella commissione Giustizia della Camera, Donatella Ferranti facendo notare come ‘la messa in prova non riguardava la popolazione carceraria e quindi non avrebbe avuto effetti sul grave stato di sovraffollamento delle carceri italiane. In ogni caso – sottolinea la democratica – il voto di oggi conferma il nostro giudizio negativo sul testo uscito dal consiglio dei ministri che era confuso ed inefficace anche perché privo di qualsiasi copertura finanziaria. Stiamo adesso valutando se aderire o meno alla richiesta di un voto in sede legislativa sul testo modificato nel corso dei lavori in commissione. La nostra disponibilità dipenderà anche dall’atteggiamento della maggioranza sulle nostre ulteriori proposte di modifica. In particolare: la tutela delle vittime di violenza domestica, il rafforzamento del personale di polizia (non solo quella penitenziaria) e del personale del comparto civile dell’amministrazione penitenziaria(educatori e psicologi)”.


Proposta emendativa 8.01.


Dopo l'articolo 8 inserire il seguente:


«Art. 8-bis. - 1. Entro centottanta giorni dall'entrata in vigore della presente legge, il Ministro della Giustizia, sentiti i Ministri dell'interno e della funzione pubblica, riferisce alle competenti Commissioni parlamentari in merito alle necessità di adeguamento numerico e professionale della pianta organica del Corpo di Polizia penitenziaria e del personale del comparto civile del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria anche in relazione all'entità numerica della popolazione carceraria e al numero dei posti esistenti e programmati.

2. A tal fine il Governo presenta al Parlamento entro i successivi novanta giorni un apposito piano straordinario di assunzioni di nuove unità specificandone i tempi di attuazione e le modalità di finanziamento.».
Ferranti Donatella, Schirru Amalia, Samperi Marilena, Amici Sesa



Proposta emendativa 8.03.

Dopo l'articolo 8 inserire il seguente:


«Art. 8-bis. - 1. Al comma 8-quinquies, della legge n. 26 del 2010, dopo le parole Il Corpo della Polizia penitenziaria, sono inserite le seguenti il personale del comparto civile del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria,».
Schirru Amalia, Ferranti Donatella, Samperi Marilena, Amici Sesa



28-04-10


Dopo l'ennesimo suicidio in carcere (23 dall'inizio dell'anno), nel penitenziario di Castrogno, a Teramo, il parlamentare dell'IdV, Augusto Di Stanislao, ribadisce la necessita' di interventi diretti ed immediati da parte del Governo. ''Non e' piu' ammissibile - afferma il deputato IdV - una tale situazione di completa incapacita' da parte del Governo di affrontare concretamente le problematiche delle carceri in Italia''. Di Stanislao ricorda che ''dopo varie visite presso il carcere di Castrogno e altrettante interrogazioni ad Alfano, dopo una mozione a mia prima firma approvata all'unanimita', con la quale anche la maggioranza si e' impegnata in una serie di iniziative atte a risollevare una drammatica realta' focalizzando l'attenzione sul sovraffollamento e sulla carenza di personale penitenziario e di educatori, dopo l'annuncio dell'emergenza carceri di Alfano e del fantomatico piano carceri, dopo continue denunce e sollecitazioni dei sindacati sulla necessita' di intervenire sulle strutture, sugli organici, siamo ancora di fronte ad una situazione insostenibile e all'emergenza soluzioni''. ''Ho presentato da tempo - conclude Di Stanislao - una proposta di legge per istituire una Commissione d'inchiesta parlamentare sulla situazione delle carceri in Italia che, ora piu' che mai, diventa fondamentale per dare risposte e soluzioni ai molteplici problemi e disagi dell'intero mondo penitenziario''.




Di Stanislao:il ministro tace sulle assunzioni degli educatori,riferisca in parlamento.

“E’ giusta l’assunzione di 2.000 agenti così come evidenziato da Sarno, Segretario generale Uil Pa Penitenziari, per garantire il turnover e quindi supplire la carenza del personale di polizia penitenziaria, ma vi è una colpevole dimenticanza da parte del Ministro quando tace sulla necessità di garantire la presenza degli educatori così come previsto nella Mozione IdV approvata all’unanimità dal Parlamento.” Queste le parole dell’On. Di Stanislao che prosegue: “Non vorremmo che questo impegno del Ministro si focalizzi esclusivamente sull’edilizia carceraria e altresì non vorremmo che dietro la parola magica “stato di emergenza” si celi il grimaldello per ridare vita ad una ” Carceri d’oro 2″ che in barba alla procedure di appalti e alla trasparenza abbiano buon gioco, piuttosto che la pubblica utilità e l’urgenza, i furbetti delle sponsorizzazioni. Si segnala al Ministro, nel frattempo, che in Italia vi sono 40 penitenziari incompiuti ed inutilizzati in un Paese che ne ha 171 in tutto e nel Piano Carceri presentato non c’è cenno di recupero di questo patrimonio. Chiedo che il Ministro venga, così come richiesto in Aula, a riferire in Parlamento sugli impegni presi in relazione ai tempi e modi e risorse da impiegare. Nel frattempo con due distinte interrogazioni chiedo al Ministro quale modello di recupero intenda mettere in campo visto che non si parla assolutamente di assumere gli educatori e cosa intenda fare per i 40 penitenziari incompiuti.”


16 Marzo 2010:interrogazione a risposta in Commissione su assunzione idonei educatori penitenziari

Convocazione della II Commissione (Giustizia)

Martedì 16 marzo 2010

Ore 13.45

5-02550 Ferranti: In relazione all’assunzione di educatori penitenziari


Interrogazione a risposta in Commissione:

FERRANTI, MELIS, TIDEI e SAMPERI.



- Al Ministro della giustizia.

- Per sapere

- premesso che:

il 17 febbraio 2010 il Sottosegretario per la giustizia Caliendo è intervenuto in Senato sul tema dell'assunzione degli educatori penitenziari reclutati tramite il concorso pubblico per esami a 397 posti nel profilo professionale di educatore, area C, posizione economica C1, indetto con PDG 21 novembre 2003;

nel corso della succitata seduta, il Sottosegretario Caliendo ha affermato che entro aprile 2010 saranno assunti in via definitiva tutti gli educatori che hannosuperato i precedenti concorsi, oltre ai 170 già assunti (anche se agli interroganti risulta che siano stati assunti 97 educatori);

in realtà, l'assunzione dei vincitori del suddetto concorso era già programmata con l'indizione dello stesso nel 2003, per il quale il dipartimento dell'amministrazione penitenziaria già disponeva dei fondi necessari;

lo stesso Ministro interrogato, onorevole Alfano, aveva riconosciuto l'improcrastinabilità e l'urgenza di assumere più unità di educatori quando, il 12 gennaio 2010, furono approvate alla Camera le mozioni sui problemi del carcere presentate da vari gruppi parlamentari;a fronte di una popolazione carceraria di 67.000 unità, il rapporto educatore/detenuto è di circa 1 a 1.000, cosa che rende in pratica impossibile lo svolgimento di qualsivoglia progetto rieducativo impedendo il corretto reinserimento del detenuto nel tessuto sociale, così come previsto nel dettato costituzionale;

non avendo il Ministro interrogato ancora proceduto all'assunzione di ulteriori unità degli educatori, limitandosi a rimandare la questione ad un futuro confronto in merito con i Ministri Tremonti e Brunetta, sarebbe auspicabile ed urgente un rapido avvio della procedura di assunzione di educatori, almeno per completare la già esigua pianta organica, ulteriormente ridotta di circa 400 unità dal decreto legislativo n. 150 del 2009

se non ritenga opportuno procedere celermente all'assunzione di educatori attingendo dalla vigente graduatoria degli idonei risultante dal concorso pubblico a 397 posti di cui in premessa, al contempo prorogando la validità della stessa per almeno un quinquennio, al fine di permetterne lo scorrimento graduale per compensare il turn-over pensionistico, evitando l'indizione di nuovi concorsi che comporterebbe ulteriori oneri finanziari.

(5-02550)


Risposta all'interrogazione di Donatella Ferranti:dal 2011 assunzioni degli idonei educatori concorso,il comitato vigilera'.

Nel rispondere agli On. interroganti ritengo opportuno segnalare che il concorso pubblico per esami a 397 posti nel profilo di "Educatore", Area C, posizione economica C1, dell'Amministrazione Penitenziaria, è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 30 del 16.4.2004 - IV serie speciale e si è concluso in data 9 luglio 2008.La graduatoria definitiva, immediatamente dopo l'approvazione del Direttore Generale con provvedimento dell'11 luglio 2008, è stata trasmessa all'Ufficio centrale per il bilancio per l'apposizione del visto di controllo.Nell'anno 2009, in ragione dell'entità dei fondi stanziati ai sensi dell'articolo 1, comma 346, della Legge 24.12.2007 n. 244, è stato possibile procedere all'assunzione dei primi 103 vincitori del predetto concorso a 397 posti.Quanto alle restanti 294 unità, la competente Direzione Generale di questa amministrazione ha già programmato il relativo piano di assunzione ricorrendo, per la copertura degli originari 397 posti a concorso, allo scorrimento della graduatoria, ai sensi dell'art. 15, co. 7, DPR n. 487/99 e successive integrazioni e modificazioni.I nuovi educatori - alcuni dei quali individuati tra i candidati idonei, ma non vincitori del concorso, attese le 12 defezioni intervenute per rinunce, mancate stipule del contratto o dimissioni da parte degli aventi diritto - hanno infatti già scelto la sede di destinazione e, entro aprile del corrente anno, saranno formalmente assunti con firma del relativo contratto.Per quanto riguarda, invece, l'auspicata possibilità di procedere ad un ulteriore scorrimento della graduatoria oltre il numero dei posti originariamente messi a concorso, mi corre l'obbligo di segnalare che tale eventualità non rientra tra le ipotesi di cui all'art. 15, co. 7, del DPR n. 487/1994 e che pertanto, limitatamente all'anno in corso, non può essere attuata per mancato stanziamento dei fondi occorrenti.I fondi disponibili, infatti, sono stati impegnati sia per l'assunzione dei vincitori del suddetto concorso per educatori, sia per l'assunzione degli idonei al concorso a 110 posti di contabile, a copertura dei posti previsti dal relativo bando ed in ragione delle gravi carenze riscontrate anche nell'area contabile.Dato atto di quanto sopra e, premesso che la validità delle graduatorie è indicata in tre anni dalla data della pubblicazione nei Bollettini ufficiali, faccio presente che, nel caso di specie, la validità della graduatoria del concorso a 397 posti è fissata al 31 maggio 2012 e che, pertanto, a partire dal prossimo anno, in presenza delle risorse economiche necessarie, potranno esservi le condizioni per procedere ad uno scorrimento della graduatoria, anche oltre il numero dei posti pubblicati.




24 febbraio 2010:

ordine del giorno su non riduzione organico educatori di Roberto Rao

La Camera,

premesso che

il provvedimento in esame prevede, all'esito del processo di riorganizzazione di cui all'articolo 74, del decreto legge n. 112 del 2008, un'ulteriore riduzione degli assetti organizzativi delle amministrazioni pubbliche ai fini del contenimento della spesa pubblica;

il comma 8-quinquies dell'articolo 2 individua le amministrazioni che non sono interessate dalle riduzioni descritte, tra cui il Corpo di Polizia Penitenziaria;


nonostante le difficoltà operative, la scarsezza di mezzi e personale risulta, inopinatamente escluso da tale previsione il personale civile del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di adottare ulteriori iniziative normative volte ad includere tra il personale delle amministrazioni non interessate dalla riorganizzazione delle piante organiche non solo quello di polizia penitenziaria ma anche quello civile del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria, con particolare riferimento alle figure degli educatori, degli assistenti sociali e degli psicologi, anche in vista dell'avvio del Piano carceri che necessiterà di adeguate risorse umane e professionali. 9/3210/41. Rao, Ria
.


Accolto come raccomandazione.




19 Febbraio 2010:

ordine del giorno su assunzione educatori di Donatella Ferranti e PD


La Camera,

premesso che:

l'articolo 17-ter stabilisce che, per l'attuazione del cosiddetto «Piano carceri» si conferiscono pieni poteri al Commissario straordinario che, per individuare la localizzazione delle aree destinate alla realizzazione di nuove infrastrutture carcerarie, d'intesa con il Presidente della regione territorialmente competente e sentiti i sindaci dei comuni interessati, potrà agire in deroga alla normativa urbanistica vigente, velocizzando procedure e semplificando le gare di appalto, utilizzando il modello adottato per il dopo terremoto a L'Aquila, derogando anche all'obbligo previsto dalla legge 7 agosto 1990, n. 241, volto a consentire agli interessati, proprietari delle aree che si intendono espropriare, la necessaria partecipazione al procedimento amministrativo;

la localizzazione costituisce di per sé variante e produce l'effetto di imporre il vincolo preordinato all'espropriazione e contro di essa non sarà possibile ricorrere al giudice amministrativo e si introduce anche una deroga al limite dei subappalti, che potranno aumentare dall'attuale 30 per cento fino al 50 per cento, in deroga all'articolo 118 del codice dei contratti pubblici; in sostanza, si affidano pieni poteri al Commissario straordinario, che potrà avvalersi anche del Dipartimento per la protezione civile per le attività di progettazione, scelta del contraente, direzioni lavori e vigilanza degli interventi strutturali ed infrastrutturali, in deroga ai criteri di trasparenza e pubblicità e in palese contraddizione con la mozione Franceschini ed altri n. 1-00302 (approvata sostanzialmente all'unanimità alla Camera il 12 gennaio di quest'anno e accettata dal Governo) che impegnava chiaramente il Governo a garantire, nell'ambito dei progetti della nuova edilizia penitenziaria, i criteri di trasparenza delle procedure e l'economicità delle opere evitando il ricorso a procedure straordinarie, anche se legislativamente previste,

impegna il Governo

a verificare l'adeguatezza, in proporzione alla popolazione carceraria, delle piante organiche riferite non solo al personale di polizia penitenziaria ma anche alle figure degli educatori, degli assistenti sociali e degli psicologi, avviando un nuovo piano programmato di assunzioni che vada oltre il turn-over dovuto ai pensionamenti previsto dalla legge finanziaria per il 2010 e che garantisca le risorse umane e professionali necessarie all'attivazione delle nuove strutture penitenziarie, anche distribuendo meglio il personale sul territorio, concentrandolo nei compiti di istituto, sottraendolo ai servizi estranei, consentendogli un adeguato, costante ed effettivo aggiornamento professionale.

9/3196/13.
Donatella Ferranti.



Il comitato vincitori idonei concorso educatori dap in sostegno di Rita Bernadini

Educatori penitenziari sostengono la protesta di Rita Bernardini e Irene TestaRistretti Comitato vincitori e idonei del concorso per educatori condivide e sostiene l’iniziativa non violenta intrapresa da Irene Testa e Rita Bernardini.Il Comitato vincitori e idonei del concorso per educatori condivide e sostiene l’iniziativa non violenta intrapresa da Irene Testa e Rita Bernardini, impegnate in uno sciopero della fame perrichiedere l’esecuzione immediata di quanto proposto nelle cinque Mozioni parlamentari,unanimemente approvate nei giorni 11 e 12 gennaio 2010, riguardanti la situazione del sistema carcerario italiano.Giova ricordare che in quella occasione lo stesso Ministro Alfano assumeva precisi impegni ed affermava che vi avrebbe dato celere e certa attuazione sancendo l’inizio di un nuovo percorso,iniziato con la dichiarazione di Emergenza di tutto il sistema penitenziario alla quale ci si aspettava sarebbe seguita la predisposizione nel Piano Carceri di tutti quegli atti necessari ad ottemperare a quanto detto nelle citate Mozioni per poter, nei tempi strettamente necessari, affrontareconcretamente e efficacemente l´ormai ingestibile situazione creatasi nei nostri istituti penitenziari.Tuttavia, da un’iniziale analisi condotta sui primissimi elementi costitutivi e organizzativi del Piano Carceri emerge solo una particolare attenzione all’aspetto strutturale e custodiale, non prevedendo,invece, alcun intervento per incrementare e favorire la fondamentale componente rieducativa, vero obiettivo dell’esperienza carceraria.Questo Comitato ed altri illustri interlocutori del mondo penitenziario, continuano, infatti, a chiedere a gran voce che vengano assunti più educatori, affinché l’ingresso nelle nostre carceri non si limiti ad un forzato ozio, ma divenga precipuo momento di riflessione e riprogettazione del sé.Ad oggi, però, in merito alla questione degli educatori, alcuna volontà specifica è stata espressa dal Ministro, nonostante, le nostre carceri continuino quotidianamente ad affollarsi a causa dei numerosi nuovi ingressi, ma anche per la spaventosa carenza di educatori che, secondo quanto stabilito dalle vigenti leggi, rappresentano i coordinatori e i realizzatori materiali dei percorsirieducativi, nonché quelle figure professionali atte a garantire, nei giusti modi e nei tempi,l’espletamento, dell’intero iter necessario all’accesso alle misure alternative alla detenzione di quei detenuti che ne avrebbero i requisiti, ma che continuano a restare in carcere a causa dello sparuto numero di educatori attualmente in servizio a fronte di una popolazione di 66.000 persone carcerate.Pertanto, ci uniamo all´Onorevole Bernardini e a Irene Testa per chiedere l´immediata esecuzione delle citate mozioni e auspichiamo che il Ministro Alfano ne predisponga repentinamente l’avvio.Il Comitato, altresì, ad ausilio dell’iniziativa intrapresa da Rita Bernardini e da Irene Testa,promuove una “catena di informazione solidale” impegnandosi a diffondere la conoscenza di tale protesta non violenta tramite l’invio di questo comunicato non solo a tutti gli organi di informazione, ma anche ai propri conoscenti invitandoli a fare altrettanto.Il Comitato vincitori e idonei concorso educatori.


Donatella Ferranti,PD:da Ionta, un primo segnale l'immediata assunzione dei tanti educatori.

CARCERI: PD, VOGLIAMO VEDERCI CHIARO. AUDIZIONE ALLA CAMERA DI IONTA



Roma, 13 gen



''Lo vogliamo esaminare puntigliosamente ed e' per questo che gia' domani chiederemo al presidente della commissione Giustizia, Giulia Bongiorno di attivarsi per prevedere al piu' presto l'audizione del capo del Dap, dott. Franco Ionta''. Cosi' la capogruppo del Pd nella commissione Giustizia della Camera, Donatella Ferranti, commenta l'approvazione del piano carceri da parte del Cdm di oggi. ''I primi dati forniti dal ministro Alfano - sottolinea - non ci convincono fino in fondo: se infatti le carceri italiane possono ''tollerare' sino a circa 64.237 detenuti, da regolamento non potrebbero ospitarne piu' di 43.087. Il grado di sovraffollamento e' elevatissimo, siamo ampiamente fuori quota, e per arrivare ad 80.000 posti, i 21.749 annunciati oggi dal ministro Alfano sembrano insufficienti. E poi - prosegue - non basta costruire muri, occorre riempirli di personale numericamente e professionalmente adeguato: dalla polizia penitenzieria, agli psicologi, agli educatori e agli altri esperti. Di tutto questo ancora non c'e' traccia, ma aspettiamo di conoscere nel merito dal dott. Ionta le cifre esatte, certo - conclude - che un primo segnale potrebbe essere l'immediata assunzione dei tanti educatori e psicologi del concorso''.

Assunzione degli educatori primo impegno del governo

Il Comitato vincitori e idonei del concorso per educatori penitenziari esprime piena soddisfazione per l’approvazione delle cinque mozioni sul problema carcerario discusse ed accolte nei giorni 11 e 12 gennaio 2010 dal nostro Parlamento. Per la prima volta il Governo, rappresentato dal Ministro Alfano, ha preso consapevolezza della grave emergenza del sovraffollamento degli istituti di pena e, fra le altre fondamentali proposte presentate, si è impegnato:- a procedere all’assunzione immediata dei restanti educatori penitenziari previsti dalla pianta organica, da attingersi dagli idonei della vigente e menzionata graduatoria risultata dal concorso bandito per tale profilo professionale, affinché anche costoro possano partecipare ai previsti corsi di formazione che il dipartimento dell’amministrazione penitenziaria deve attivare per questi operatori prima dell’ingresso nelle carceri a cui sono destinati, onde evitare sprechi di danaro per doverli riattivare in seguito;- a prorogare di almeno un quinquennio la validità della graduatoria di merito del concorso citato in premessa, in linea con gli orientamenti del Ministro per la pubblica amministrazione e l’innovazione nonché con le disposizioni in materia di razionalizzazione delle spese pubbliche in vigore - per permetterne un graduale scorrimento parimenti all’avvicendarsi dei fisiologici turn-over pensionistici, al fine di evitare l’indizione di nuovi concorsi per il medesimo profilo che comporterebbero inutili oneri pubblici;- ad assumere iniziative per lo stanziamento di fondi necessari per completare l’organico di educatori previsti dalla pianta organica attualmente vigente presso il dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, considerato che lo sforzo economico da sostenere è annualmente molto esiguo, ma necessario per far funzionare meglio ed in modo più umano una branca importantissima del nostro sistema giustizia che non può più attendere;- a procedere all’alienazione di immobili ad uso penitenziario siti nei centri storici e alla costruzione di nuovi e moderni istituti penitenziari in altro sito;Esprimiamo, quindi, pieno compiacimento per l’importantissimo risultato raggiunto dall’On. Di Stanislao dell’Idv, il quale nella Sua circostanziata e approfondita mozione, ha dimostrato ancora una volta la Sua grande disponibilità e sensibilità verso tali problematiche, sapendo cogliere e far emergere sapientemente le necessità di questo delicato settore della nostra giustizia. Ringraziamo, inoltre, gli onorevoli Bernardini, Rao, Ferranti, Melis, Tidei, Vitali, Balzelli, Donadi, Paladini, Franceschini e tutti coloro che hanno appoggiato con voto favorevole le Loro mozioni, poiché di fronte a queste battaglie di umanità hanno saputo permeare il Loro impegno politico di quell’umanità e di quell’alto senso civico che rende capaci di abbandonare i colori politici e di volgere verso una proficua unità di intenti.Il Comitato vincitori e idonei del concorso per educatori penitenziari, intanto, continuerà a vigilare affinché tali doveri vengano rispettati e proseguirà nel suo lavoro di diffusione della necessità dell’intervento rieducativo e quindi sulla centralità della presenza degli educatori, ovvero di quella figura professionale che rappresenta il vero catalizzatore ed esecutore materiale del percorso rieducativo di un detenuto, percorso che rappresenta l’unica vera speranza di un sano reinserimento sociale di chi vive l’esperienza delle sbarre e che rappresenta uno dei più validi strumenti atti ad evitare quegli stati di inerzia, apatia, depressione, frustrazione, ansia, inadeguatezza che troppo spesso percorrono prepotentemente i corridoi lungo i quali si snodano le fila di quelle celle all’interno delle quali si consumano, quotidianamente, suicidi, abusi, violenze. Auspichiamo, quindi, che il Governo predisponga celermente tutti gli atti necessari ad ottemperare quanto detto e che questa stessa volontà continui ad animarne tutti i passaggi ad essi necessari, per poter, nei tempi strettamente necessari, cominciare ad affrontare concretamente e efficacemente l’ormai ingestibile emergenza creatasi.

Il Comitato vincitori e idonei del concorso per educatori penitenziari

sabato 26 febbraio 2011

Rita Bernardini:quanto costa ai cittadini questa emergenza carceri?quanto riceve di compenso il capo dap,Ionta,e tutti i suoi nominati?ma non c'era mancanza di risorse? carcere,governo,detenuti,giustizia,angelino alfano,penitenziari,rita bernardini,diritti

Pubblichiamo questa interrogazione a risposta orale in commissione che l'onorevole Rita Bernardini ha presentato perche' riteniamo sia un diritto dei cittadini conoscere quanto costi alle tasche dello stato e di tutti i cittadini onesti lo stato di emergenza dichiarato dall'attuale governo per le carceri italiane senza che attualmente nulla sia stato fatto per i penitenziari italiani.
Ricordiamo a tutti,che ci sono vincitori e idonei di concorsi banditi dal dap nell'anno 2003 e che ancora oggi attendono di essere assunti a causa della carenza di fondi. Mentre noi stiamo qui ad elemosinare un posto di lavoro che meritiamo di ottenere nel frattempo il governo che fa? utilizza i soldi per dare compensi a chi questa emergenza la sta gestendo. Vi sembra giusto che si lamenti la mancanza di fondi per assumere dei giovani che hanno studiato a seguito di regolare concorso e che contemporaneamente questa carenza di soldi non sussiste quando si tratta di dare ulteriori incarichi a chi un posto di lavoro c'è l'ha gia'???
Vogliamo sapere caro ministro Alfano quanto riceve di remunerazione il capo del dap,il dott. Franco Ionta, per svolgere il ruolo che lei gli ha attribuito nella qualita' di commissario straordinario dell'emergenza carceri e quanto ricevono tutti i seguaci nominati dal Dott. Ionta sempre per poter gestire tale emergenza,un'emergenza per la quale ancora nulla è stato fatto dopo un anno dalla sua dichiarazione.
Vorremmo anche sapere il perche', per assumere dei giovani vincitori di concorso, il ministro Alfano dica che il problema dipende dalla carenza di fondi ed invece questi benedetti fondi sussistono quando si tratta di arricchire le tasche di chi di fondi ne ha gia' abbastanza.
Per tali ragione un plauso va all'onorevole Rita Bernardini.
Seguiremo la calendarizzazione e successiva risposta a questa interrogazione.



BERNARDINI, BELTRANDI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI.


 - Al Ministro della giustizia, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione.

- Per sapere

- premesso che:


in relazione alla grave situazione di sovraffollamento delle carceri, il Consiglio dei ministri del 13 gennaio 2010 ha deliberato un piano straordinario penitenziario dichiarando lo stato di emergenza nazionale fino al 31 dicembre 2010 (decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 13 gennaio 2010, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 23 del 29 gennaio 2010); termine poi prorogato con decreto della Presidenza del Consiglio dei ministri in data 12 gennaio 2011;

il 19 marzo 2010 è stata emanata l'ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri che ha dettato nuove disposizioni urgenti di protezione civile dirette a fronteggiare la situazione di emergenza conseguente al sovraffollamento penitenziario. Il provvedimento prevede, in particolare, che il capo del dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, nominato commissario delegato per «l'emergenza carceri», debba predisporre entro 30 giorni un apposito piano di interventi, indicandone i tempi e le modalità di attuazione. L'ordinanza istituisce un comitato di indirizzo e controllo presieduto dal Ministro della giustizia, cui spetta l'approvazione del piano nonché la vigilanza sull'azione del commissario delegato;

la citata ordinanza prevede: a) all'articolo 1, comma 3, che per la realizzazione degli interventi di sua diretta competenza, il commissario delegato si avvale del dipartimento dell'amministrazione penitenziaria del Ministero della giustizia e richiede ogni necessaria collaborazione alle amministrazioni periferiche dello Stato ed agli enti pubblici locali territoriali e non territoriali; b) all'articolo 1, comma 4, che il commissario delegato nomina uno o più soggetti attuatori per essere coadiuvato nell'attuazione delle disposizioni dirette alla realizzazione del piano straordinario penitenziario, affidando ai medesimi specifici settori di intervento; c) all'articolo 1, comma 5, che il commissario delegato, sentito il capo del dipartimento della protezione civile della Presidenza del Consiglio dei ministri, determina con proprio provvedimento il compenso da riconoscere ai soggetti attuatori di cui al comma 4, con oneri a carico delle risorse di cui al successivo articolo 3 dell'ordinanza, ciò in relazione al profilo professionale ed alle mansioni che gli vengono attribuite; d) all'articolo 1, comma 6, che la vigilanza sull'azione del commissario delegato spetta ad un comitato di indirizzo e controllo presieduto dal Ministro della giustizia (o



da un suo delegato) e composto dal Ministro delle infrastrutture e dei trasporti (o da un suo delegato) e dal capo del dipartimento della protezione civile della Presidenza del Consiglio dei ministri (o da un suo delegato); e) all'articolo 1, comma 7, che il commissario delegato, per il necessario supporto nelle attività di sua diretta competenza, è autorizzato a stipulare fino ad un massimo di venti contratti a tempo determinato ovvero a collaborazione a progetto, sulla base di criteri di scelta di carattere fiduciario; f) all'articolo 1, comma 8, che il commissario delegato determina, con provvedimento, i compensi da riconoscere ai soggetti di cui all'articolo 1, comma 7;

l'articolo 21, comma 1, della legge 18 giugno 2009, n. 69, recante «Disposizioni per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività nonché in materia di processo civile», ha previsto l'obbligo delle amministrazioni di pubblicare sui propri siti Internet, in attuazione dei principi di trasparenza e di buona amministrazione, i curricula vitae, i dati relativi alle retribuzioni e i recapiti istituzionali dei dirigenti (nonché le informazioni inerenti i tassi di assenza e di presenza del personale di ciascun ufficio dirigenziale) -:


chi siano i soggetti attuatori nominati dal commissario delegato per l'emergenza carceri sulla base dell'articolo 1, comma 4, dell'ordinanza 19 marzo 2010 del Presidente del Consiglio dei ministri;

a quanto ammonti il compenso dei soggetti attuatori nominati dal commissario delegato per l'emergenza carceri sulla base del citato articolo 1, comma 4, e quali siano i profili professionali e le mansioni svolte da ciascuno di essi;

quanti contratti a tempo determinato e/o a progetto abbia stipulato il commissario delegato per l'emergenza carceri sulla base dell'articolo 1, comma 7, della citata ordinanza;

a quanto ammonti, con riferimento ai predetti contratti a tempo determinato e/o a progetto, il compenso determinato per ciascun soggetto dal commissario delegato per l'emergenza carceri sulla base dell'articolo 1, comma 8, della citata ordinanza;

se non intenda inserire sul sito ufficiale del Ministero della giustizia, sulla base dei principi di trasparenza e di buona amministrazione di cui alla legge n. 69 del 2009, i dati curriculari e quelli relativi alla retribuzione dei soggetti attuatori nominati dal commissario delegato per l'emergenza carceri sulla base dell'articolo 1, comma 4, di cui all'ordinanza 19 marzo 2010 del Presidente del Consiglio dei ministri;

se non intenda inserire sul sito ufficiale del Ministero della giustizia, sulla base dei principi di trasparenza e di buona amministrazione sanciti dalla legge n. 69 del 2009, i dati curriculari e quelli relativi alla retribuzione dei soggetti con i quali il commissario delegato per l'emergenza carceri ha stipulato contratti a tempo determinato ovvero di collaborazione a progetto (ex articolo 1, comma 7, di cui all'ordinanza 19 marzo 2010 del Presidente del Consiglio dei ministri).

(5-04286)

venerdì 25 febbraio 2011

Il comitato scrive al Parlamento per assunzione vincitori e idonei concorsi per educatore penitenziario,collaboratore e contabile presso il DAP. carcere,governo,detenuti,giustizia,angelino alfano,penitenziari

Lettere: gli Educatori penitenziari scrivono al Parlamento



Ristretti Orizzonti, 24 febbraio 2011




Ai deputati della Conferenza
dei Presidenti di Gruppo.

Ai deputati della Commissione
giustizia della camera.

Ai senatori della Commissione
giustizia del senato.



Egregio Onorevole,

 nel corso del Consiglio dei Ministri n. 119 del 17.12.2010 su proposta del Ministro Angelino Alfano, veniva approvato il nuovo Schema di Decreto del Presidente della Repubblica recante il “Regolamento di organizzazione del Ministero della Giustizia”; il testo avrebbe dovuto essere trasmesso al Consiglio di Stato ed alle Commissioni Parlamentari competenti di Camera e Senato per i prescritti pareri necessari affinché il suindicato provvedimento possa perfezionarsi ed entrare in vigore.

Attualmente, nulla si sa sullo stato di avanzamento del procedimento riguardante il suddetto provvedimento. L’unico punto certo è che il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria senza tale provvedimento non può procedere alle assunzioni dei vincitori e degli idonei dei concorsi relativi ai profili di educatore penitenziario, collaboratore amministrativo e contabile.

Infatti, proprio dall’entrata in vigore di tale provvedimento dipende, purtroppo, l’immissione in ruolo degli ultimi 44 vincitori del concorso a 397 posti di educatore penitenziario ed altresì di tutti i vincitori dei concorsi a collaboratore amministrativo e contabile.

Ed, inoltre, senza il perfezionamento di tale provvedimento non sarà mai possibile neppure procedere all’assunzione di tutti i restanti idonei delle graduatorie dei relativi concorsi, assunzione alla quale l’attuale governo si è impegnato sia a seguito della discussione di numerose interrogazioni parlamentari sia con una molteplicità di mozioni “bipartisan” presentate in occasione della discussione sui problemi che affliggono il mondo penitenziario.

In particolare ci preme ricordare che si tratta di concorsi banditi ormai nel lontano 2003 e che per quanto riguarda i 44 educatori in attesa di assunzione, appartenendo all’ultima trance di 397 vincitori, la copertura economica è già stanziata e per costoro il Dap ha già proceduto anche all’assegnazione delle sedi. Appare del tutto evidente, quindi, come ulteriori ritardi da un lato hanno già leso e lederebbero ancor più i diritti di coloro che come i 44 educatori in attesa di assunzione vedono ritardarsi ogni giorno un diritto acquisito e legittimo e dall’altro si aggrava ulteriormente la già insostenibile situazione che il mondo penitenziario vive a causa del tristemente noto sovraffollamento.

Per tali motivi, egregio Onorevole, Le chiediamo di intervenire per sollecitare la calendarizzazione presso le Commissioni Parlamentari competenti del suddetto Schema di Decreto del Presidente della Repubblica recante il “Regolamento di organizzazione del Ministero della Giustizia affinché siano dati i prescritti pareri e il provvedimento possa entrare in vigore. Restando in attesa di una Sua risposta, il Comitato coglie l’occasione per porgerLe cordiali saluti.





Il Comitato vincitori idonei concorsi Educatori Dap

Referenze Avv. Anna Fasulo

giovedì 24 febbraio 2011

Rita Bernardini: quanto ci costa Ionta da capo dap e commissario straordinario ? perche' non investe per l'assunzione di personale? a chi tutto e a chi niente!!!! carcere,governo,detenuti,giustizia,angelino alfano,penitenziari

www.opinione.it


L’amnistia, più che la costruzione di nuove carceri, è la soluzione. Parola del deputato radicale Rita Bernardini, una specie di “angelo dei detenuti italiani”.Si suicidano un po’ tutti, detenuti soprattutto, ma anche agenti di custodia, direttori penitenziari e ormai da anni.

L’Europa che dice di ciò?

Intanto la Corte di Strasburgo ha già condannato il nostro Paese per violazione dell’articolo 3 della Convenzione europea sui Diritti dell’Uomo, norma che impone allo Stato di assicurare a tutti i prigionieri condizioni di detenzione compatibili con il rispetto della dignità umana.

C’è da dire però che il sovraffollamento carcerario è un problema che non coinvolge solo l’Italia ma molti degli Stati della Comunità Europa. In generale su questo fronte la politica europea sembra quasi unanimemente volta alla carcerizzazione come unica risposta ai problemi della criminalità e della sicurezza.

E’ solo un paradosso pannelliano che le carceri fasciste erano meglio di quelle di oggi?

No. La perdita di credibilità della autorità penale che il nostro sistema giudiziario e carcerario sconta da decenni, così come i costi sociali causati dalle nuove forme di controllo della criminalità, sono tutti fenomeni che non si erano registrati in forme così drammatiche nemmeno sotto il fascismo.

Come si può realisticamente risolvere il problema delle carceri italiane?

Innanzitutto riducendo entro limiti costituzionalmente accettabili il ricorso indiscriminato e massiccio alla misura cautelare estrema della custodia in carcere, istituto che spesso viene usato dalla magistratura anche in aperto contrasto con quanto previsto dall’articolo 27 della Costituzione (in Italia il 40% dei detenuti è in attesa di processo).

E poi?

Poi occorrerebbe abrogare alcune disposizioni contenute nella legge Bossi-Fini sull’immigrazione e nella legge Fini-Giovanardi sulle sostanze stupefacenti. Ma soprattutto bisognerebbe rivedere la normativa sulla recidiva introdotta con la legge ex-Cirielli nella parte in cui la stessa limita fortemente l’accesso alle misure alternative alla detenzione per i soggetti non incensurati.

Meglio un’amnistia e un indulto o costruire nuove carceri?

L’amnistia è necessaria non solo per i detenuti che oggi vivono in condizioni brutali ma per gli stessi magistrati che sono sommersi da milioni di processi arretrati che anno dopo anno a centinaia di migliaia cadono in prescrizione.

Per quel che riguarda le nuove carceri, il Ministro della giustizia dovrebbe rispondere alle domande che gli ho posto e alle quali non ha mai risposto: con quale personale, se già oggi per i 206 istituti esistenti mancano seimila agenti e centinaia di educatori, assistenti sociali e psicologi perché non ci sono I soldi? Perché non mette on line sul sito del ministero - come prevede la legge! - i nomi e gli stipendi che vengono corrisposti ai “collaboratori” del Commissario straordinario Ionta che è anche capo del Dap? Perché questa operazione non la fanno con trasparenza?La ventata giustizialista degli anni ‘90 e alcune leggi liberticide come la Fini Giovanardi e la Bossi Fini che responsabilità hanno?

Una responsabilità enorme.

Anzi, da questo punto di vista si può sicuramente dire che il sovraffollamento carcerario corrisponde ad una precisa scelta di politica giudiziaria – che, non dimentichiamolo, accomuna entrambi gli schieramenti politici - finalizzata a contrastare il disagio sociale (tossicodipendenza ed immigrazione in primis) attraverso il ricorso alla sanzione detentiva.

Si può correggere questa deriva?

Certo. Innanzitutto sul fronte del ricorso eccessivo alla misura estrema della custodia cautelare in carcere andrebbe svolta una significativa battaglia politica per richiamare la magistratura al rispetto dei suoi doveri istituzionali. Poi occorrerebbe superare una volta per tutte il percorso emergenziale che caratterizza ormai stabilmente le scelte del legislatore (sia di centrodestra che di centrosinistra) sul fronte del diritto penale, magari attraverso l’individuazione di un sistema sanzionatorio finalmente alternativo a quello del carcere, proprio come indicato nella nostra mozione sulle carceri approvata da entrambi i rami del Parlamento.

La partitocrazia ha ormai irreversibilmente deciso che le carceri debbano diventare una discarica sociale?


Come radicali non ci siamo mai rassegnati, anzi, abbiamo anzi sempre indicato alcune linee concrete volte al superamento dei processi di carcerizzazione in atto. Solo depenalizzando nella misura del possibile e usando tutte le alternative alla detenzione che il nostro sistema già conosce, possiamo pensare di ridare consapevolezza, risorse ed efficacia alle risposte sociali che in tutti questi decenni sono mancate.

E poi facciamo tutto questo anche perché conviene: i tassi di recidiva si abbattono drasticamente quando si usano pene alternative alla detenzione nelle nostre carceri infami.

TIDEI interroga Alfano:con un educatore ogni 157 detenuti quale prevenzione dei suicidi in carcere? carcere,governo,detenuti,giustizia,angelino alfano,penitenziari,educatori penitenziari

Interrogazione a risposta scritta:



Onorevole TIDEI


- Al Ministro della giustizia.

- Per sapere

 - premesso che:


il 13 gennaio 2011 si è verificato l'ennesimo caso di suicidio precisamente nel carcere di Capanne a Perugia;

il detenuto, giovane 23enne di Taranto si è tolto la vita, inalando il gas da una bomboletta, oggetto che tutti i detenuti hanno a disposizione per cucinarsi e riscaldarsi cibi e bevande come prevede il regolamento penitenziario;

il caso di suicidio per mezzo di inalazione di gas da bomboletta non è nuovo nelle carceri italiane, episodio che si ripropose alcuni mesi fa nei penitenziari di Catania e di Reggio Emilia;

queste bombolette, presenti nelle celle dei detenuti come da regolamento, sono spesso oggetto di autolesionismo, di offesa verso gli operatori delle carceri e di gesti estremi come il suicidio;

in molti casi, a seguito di denunce all'autorità giudiziaria da parte dei familiari dei detenuti morti o vittime di incidenti per mezzo di queste bombole di gas, le amministrazioni penitenziarie sono state condannate a risarcire le famiglie con ingenti somme di denaro e ne sono un esempio i penitenziari di Catania e di Reggio Emilia condannati a risarcire più di 150.000 euro;

come afferma il segretario generale del «SAPPE», le associazioni del settore e gli operatori penitenziari stessi, il regolamento penitenziario va rivisto, al fine di vietare l'uso delle bombolette di gas, visto che l'Amministrazione assicura il vitto a tutti i detenuti o trovare comunque l'alternativa molto meno pericolosa;

questo episodio, così come altri avvenimenti che accadono giornalmente in tutti i penitenziari italiani si potrebbero prevenire o quanto meno tamponare se le strutture carcerarie fossero dotate di attrezzature adeguate e un numero sufficiente di operatori;

il suicidio appena avvenuto nel carcere perugino riapre una ferita cronica delle carceri italiane, le quali, indistintamente dalla loro collocazione geografica lamentano in maniera univoca le stesse problematiche di sovraffollamento, carenza delle strutture, carenza di polizia penitenziaria, di educatori specializzati;

corre l'obbligo ricordare che è ormai intollerabile la condizione di vita delle persone detenute costrette a subire gli effetti di un sovraffollamento mai visto nella storia del Paese; a fronte di una carenza massima di 43.000 posti, al 1o settembre scorso i nostri penitenziari ospitavano 68.000 detenuti con un trend in costante crescita: solo nell'ultimo anno di Governo Berlusconi, la popolazione carceraria è aumentata di 6.000 unità; se la tendenza dovesse continuare, a fine anno avremo 70 mila detenuti e 100.000 nel 2012;

lo stesso ministro Alfano, il 27 gennaio 2009 affermava alla Camera, nella sua prima relazione per l'amministrazione della giustizia, che «la situazione carceraria dovuta all'imminente esaurimento dei livelli di capienza massima sostenibile che appare largamente prevedibile rispetto alla sopra evidenziata analisi statistica dei flussi, impone l'adozione di misure straordinarie»;

nelle carceri mancano agenti (-5.000) personale amministrativo, ma anche educatori e assistenti sociali, categorie indispensabili per assicurare la funzione rieducativa della pena prevista dall'articolo 27 della Costituzione; basti pensare che c'è un educatore ogni 157 detenuti ed un assistente sociale ogni 70 detenuti;

la campagna politico-mediatica sulla certezza della pena, confortata da una serie di normative ad avviso dell'interrogante ad uso e consumo soprattutto elettorale (dalla legge ex Cirielli, alla Fini-Giovanardi e alla Bossi-Fini) sta letteralmente affossando il sistema delle misure alternative alla detenzione ovvero l'unica possibile, ragionevole risposta all'odierno sovraffollamento, compatibile con le finalità rieducative della pena e con i valori espressi dalla Carta costituzionale;

del famoso piano straordinario carceri, varato dal Governo con l'ultimo decreto milleproroghe e presentato dal capo del DAP il 27 febbraio 2009, non resta che l'effetto-annuncio: non risulta ad oggi avviata per carenza di fondi nemmeno la prima fase del progetto che, tra ristrutturazioni di sezioni inutilizzate, realizzazione di nuovi padiglioni e costruzione di 6 nuovi istituti, prevedeva quasi 5.000 posti entro fine 2010 con un costo stimato di 205 milioni di euro -:

quali siano le misure urgenti e straordinarie che il Ministro intenda porre in essere per affrontare la drammatica situazione del sovraffollamento carcerario e delle morti per suicidio;

quale sia lo «stato dell'arte» dell'annunciato prospettato piano straordinario di edilizia penitenziaria;

quali siano gli interventi che intenda assumere per affrontare le carenze di personale;

se non ritenga prioritaria, tra le misure da assumere, una seria politica di rivalutazione delle misure alternative al carcere.

(4-10965)

Eugenio Sarno,UIL PA: Educatori, Psicologi e Assistenti Sociali,all’interno degli istituti penitenziari, sono sempre più specie rare!!! carcere,governo,detenuti,giustizia,angelino alfano,penitenziari

CARCERI - C.C. GENOVA MARASSI



Detenuto tenta suicidio per impiccagione, salvato dalla P.P.





“ Ieri sera verso le 22.15, nel carcere genovese di Marassi, P.G.W. detenuto trentenne, di nazionalità

polacca (in carcere per il tentato omicidio della figlioletta di circa tre anni) ha tentato il suicidio per

impiccagione. L’insano gesto non è stato portato a termine per il tempestivo e provvidenziale intervento

dell’agente di sorveglianza. E’ la seconda volta che tale detenuto tenta il suicidio, avendoci provato anche

appena dopo l’arresto per il tentato suicidio. “

A darne comunicazione è il Segretario Generale della UIL PA Penitenziari , Eugenio SARNO, che ricorda gli

allarmi già lanciati per le condizioni di sovraffollamento di Marassi e la grave carenza degli organici della

polizia penitenziaria e degli addetti ai compiti amministrativi e trattamentali

“ In questo mese di Febbraio a Marassi abbiamo dovuto registrare un suicidio e due tentati suicidi. E’

evidente che questi gesti di autosoppressione possano essere alimentati anche dalle esasperanti, disumane

ed incivili condizioni di detenzione. Marassi – prosegue SARNO – in queste ore ospita circa 730 detenuti a

fronte di una capienza regolamentare prevista in 450, a tale sovraffollamento fa da contraltare le carenze

dell’organico della polizia penitenziaria stimabili in circa 160 unità. “

La UIL PA Penitenziari ricorda come in questo 2011 siano già nove i detenuti morti per suicidio in

cella, che i tentativi di suicidio assommino a poco meno di centocinquanta e che numerosissimi

sono i gesti di autolesionismo e molte le risse


“ Questa deriva di morte e violenza verso se stessi o verso altri, che si afferma nelle carceri, è una

diretta conseguenza dell’impossibilità ad articolare percorsi di recupero, rieducazione e

risocializzazione. Il personale di polizia penitenziaria deve fare i classici salti mortali per garantire

servizi sempre al di sotto dei livelli minimi di sicurezza. Nonostante ciò sono già più di trenta le vite

che i baschi blu hanno sottratto alla morte per suicidio. Educatori, Psicologi e Assistenti Sociali,

all’interno degli istituti penitenziari, sono sempre più specie rare e pertanto non è possibile

lavorare in funzione del dettato costituzionale “


Il Segretario Generale della UIL PA Penitenziari non perde l’occasione per sollecitare il Ministro Alfano ad

una maggiore attenzione verso l’universo carcere

“Comprendiamo come il Guardasigilli, in questo momento, sia occupato e distratto da vicende che

lo portano a perdere di vista il mondo penitenziario. Ma proprio quelle morti, quelle violenze,

quelle disumane,barbare, incivili condizioni di detenzione che si coniugano alle infamanti condizioni

di lavoro del personale,dovrebbero stimolare almeno la sua coscienza a trovare soluzioni possibili.

Auspichiamo che voglia partecipare a qualche summit in meno a Palazzo Grazioli e fare qualche

incontro in più con le rappresentanze sindacali.

Altrimenti i record di questo Governo, cui fa più volte cenno Alfano, in materia

penitenziaria sono destinati ad aumentare : più morti, più violenze, più detenuti, meno strutture agibili,

meno personale, meno fondi, meno risorse, meno mezzi. D’altro canto – chiosa polemicamente Eugenio

SARNO - pur avendo dichiarato per il secondo anno consecutivo lo stato di emergenza per le carceri, il

Governo Berlusconi ha quasi dimezzato le risorse economiche destinate al lavoro intramurario, alla

manutenzione dei fabbricati, alle missioni e a gli straordinari per gli agenti. Sono a rischio i pagamenti delle

bollette di acqua ,telefono, luce e gas e ai detenuti occorre garantire il vitto completo (colazione, pranzo e

cena) con poco più di tre euro. Le tanto invocate 2000 assunzioni di poliziotti penitenziari appartengono

ancora alla sfera dei sogni proibiti, che solo l’avventatezza ( o la convenienza) di qualche O.S. fa apparire

realtà concreta.

Nel frattempo, però, vengono annunciate aperture di nuovi padiglioni e nuove carceri. Ma


nessuno, da Alfano al SAPPE passando per Ionta, ci dice con quale personale“

domenica 20 febbraio 2011

Le figure professionali che operano nel carcere:impossibilitate a svolgere anche le mansioni di routine.carcere,governo,detenuti,penitenziari,angelino alfano

Giustizia: gli edifici della tortura; ore d’aria dimezzate, spazi ridotti, mancanza di personale


 Luigi Manconi




“Uno l’hanno preso ieri sera, giovane giovane,/ è figlio di buona donna./ Figlio di buona donna, pure ladro, /con un sorriso tutto denti di cane,/ si nascondeva dietro una serie di “Che ne so?”. Francesco De Gregori, L’Impiccato, 1978.




Quando Dritam Ademi, albanese detenuto nel carcere di Bollate, racconta che significato abbia il calcio nella sua vita reclusa, quanta ansia nella notte che precede la partita e quale gioia rappresenti per lui un gol, si avverte come una sensazione di sollievo. Per la prima volta la fatale dimensione claustrofobica, che domina qualunque immagine e qualunque parola sul sistema penitenziario, sembra dileguarsi. Sarà perché la ripresa televisiva avviene all’aperto; sarà perché il football è per sua natura gioco arioso e talvolta aereo; sarà perché, infine, le parole di Ademi risultano liberatorie: è proprio allora che sembra possibile evadere dalla prigione e da quella sua dimensione oppressiva, coercitiva e, appunto, claustro-fobica (“Le mie prigioni” di Riccardo Iacona, Presa Diretta, Rai3, 13 febbraio).

Quelle scene mostrano come, nonostante tutto, si possa parlare di carcere con una qualche leggerezza, capace di sospendere il clima pesante che il tema evoca, pressoché inevitabilmente. Se è vero com’è vero che la radice più profonda di quella rovina cui è ridotto il nostro sistema penitenziario consiste nella sua irreparabile separatezza dalla vita sociale, la fatica di parlarne è, insieme, causa ed effetto di quella incolmabile distanza. Ovvero, non conosciamo il carcere e non possiamo “salvarlo” perché non riusciamo a pensarlo e a farne materia di discorso privato e pubblico.

L’ha fatto, per una volta e in maniera eccellente, la puntata di Presa Diretta di domenica scorsa, proponendo un ragionamento che ha tenuto insieme dimensioni in apparenza assai diverse. Si parte da dati, noti agli addetti ai lavori, ma che restano sconosciuti all’opinione pubblica: come il numero abnorme dei detenuti presenti rispetto alla capienza “regolamentare” (quasi 70 mila contro i 44 mila posti disponibili); e, di conseguenza, il numero di detenuti costretti nella stessa cella, in uno spazio di meno di due metri quadrati a testa, contro i sette indicati dalle convenzioni internazionali. Ancora: il numero dei suicidi (66 solo nel 2010), con una frequenza che è di 17-18 volte superiore a quella dei suicidi nel complesso della società italiana. Un esempio significativo, tra i tanti possibili, è offerto dalle immagini girate nel carcere di Poggioreale: una struttura di 1300 posti nella quale si trovano a vivere oltre 2.600 persone.

Lo spazio destinato al passeggio è talmente angusto da imporre turni per l’accesso: il risultato è che, delle previste 4 ore all’aria, vengono concesse solo due. Ne consegue che i detenuti trascorrono 22 ore chiusi dentro una cella, affollata fino all’inverosimile. Questa condizione non rappresenta più uno stato di emergenza, se con un simile termine si intende un periodo breve ed eccezionale, ma è diventata in tutto e per tutto lo stato ordinario delle nostre prigioni. Le figure professionali che operano nel carcere (polizia penitenziaria, educatori, medici, psicologi...) si trovano tutte sotto organico, impossibilitate a svolgere anche le mansioni di routine.

Esemplare di una simile situazione è la storia di Graziano Iorio, suicidatosi poche settimane dopo l’arresto, nonostante il suo fragile stato psichico fosse noto a tutti, compresi i compagni di cella. Ma c’è un altro punto importante evidenziato dall’inchiesta di Iacona: il piano di edilizia penitenziaria, progettato dal ministro della Giustizia Angelino Alfano, appare totalmente inadeguato e - a tratti - fin ridicolo. Tanto più se si tiene conto che sul territorio italiano si trovano una quarantina di strutture carcerarie, completate e rimaste inutilizzate. È l’immagine più cruda del ruolo simbolico dell’istituzione penitenziaria.

Per un verso, la principale agenzia di stratificazione sociale e di produzione di diseguaglianze di classe; per altro verso, la manifestazione estrema della crisi della giustizia tutta e di quella patologia dell’apparato politico amministrativo che è il sistema della corruzione. In conclusione, il paesaggio disegnato da Presa Diretta appare disseminato di rovine: le vite distrutte e mortificate, gli ambienti degradati delle carceri non utilizzate come di quelle utilizzate, le mura senza spiragli e senza orizzonte. In quel deserto, un carcere, quello di Bollate, che sembra adempiere - caso unico? - alla funzione costituzionalmente prevista (“la rieducazione del condannato”). Secondo la direttrice Lucia Castellano, in realtà “si tratta solo di applicare il regolamento penitenziario”. Solo.

Cigl: emergenza educatori: manca in organico piu' del 50% di personale! incrementare il numero degli educatori penitenziari adeguandolo alla legge di 1 a 25 per detenuti!!! carcere,governo,detenuti,giustizia,angelino alfano,penitenziari,diritti,assunzioni

IL LAVORO NELLE CARCERI DEL LAZIO

 
Le Proposte della FP CGIL di Roma e Lazio per uscire dall'emergenza
 
 
 
Detenuti

i Numeri al 15/2/2011

Popolazione Carceraria in Italia 67.437

Capienza Regolamentare 45.281

Sovraffollamento 140,00%

Lazio

Istituti 14

Capienza Regolare 4461

Detenuti Presenti 6398

Sovraffollamento 137%

Italia 1° paese in Europa per sovraffollamento

carceri

Detenuti Lazio al 31/12/2006 3753

Detenuti Lazio al 15/2/2011 6398

Variazione 70%

Carcere Romano con Maggior Sovraffollamento

Regina Coeli 155%

Carcere del Lazio con Maggior sovraffollamento

‐ Cassino 179%

Detenuti Lazio Donne 7%

Detenuti Lazio in attesa di giudizio 46%

Detenuti Lazio Stranieri 39%

Detenuti Tossicodipendenti 24,50%

Detenuti con Epatite 40%

Morti in carcere nel Lazio nel 2010 8

Tentati suicidi 97

Atti di autolesione 309

Aggressioni nei confronti di Poliziotti Penitenziari 21

Detenuti nel Lazio che hanno goduto dei Benefici previsti dalla legge svuota carceri circa 100 Lavoratori

Personale Polizia Penitenziario previsto dalla pianta organica 4136

Personale in servizio negli istituti 3531

Carenza personale 605

Personale Pol.Pen. Amministrato nel Lazio 4909

Del personale di Pol.Pen Non prestano servizio nelle carceri del Lazio 1378

Istituto Romano con Maggior carenza di Personale‐ Rebibbia Reclusione ‐19%

Istituto del Lazio con Maggior carenza di Personale ‐ Viterbo ‐36%

Assistenti Sociali previsti 117

Assistenti sociali in servizio 66

Carenza assistenti Sociali 51 (‐43%)

Educatori previsti 181

Educatori in servizio 88

Carenza educatori 93 (‐51%)

Rapporto Educatori/Detenuti 1 a 76

Rapporto Educatori/Detenuti previsto 1 a 25

Emergenza Educatori Viterbo rapporto Ed/det 1 a 143

Emergenza Educatori Rebibbia rapporto Ed/det 1 a 105

Taglio ore di servizio degli psicologi nel 2011 ‐30%

Tempo annuo per detenuto di servizio da 8 minuti a 2 ore

Tagli

Taglia alla spesa dell'amministrazione

penitenziaria negli ultimi 10 anni ‐22%

Costo medio giornaliero detenuto 2001 131,9 Euro

Costo medio giornaliero detenuto 2010 113 euro

Taglio alle più importanti voci di spesa del Lazio

dal 2010 al 2011 3 Milioni di euro (‐13%)
 
 
 
 
IL LAVORO

TRATTAMENTALE”

             Altra emergenza…

GLI EDUCATORI

181 unità previste

147 unità assegnate

84 in servizio nelle strutture

63 impegnati in altri servizi

RAPPORTO EDUCATORI/DETENUTI 1 a 76

Dovrebbe essere 1 a 25

Sono le figure professionali con funzione trattamentale e di recupero dei detenuti (colloqui‐ i rapporti tra
detenuti e l’esterno e la famiglia il volontariato. Redigono relazioni al giudice di sorveglianza per l’accesso ai
benefici del detenuto (permessi premio , ex art 81. accesso al lavoro esterno ,semi libertà)

Educatori presenti e realmente presenti:

STRUTTURA  PREVISTI   PRESENTI

CASSINO               4                    3

CIVITAVECCHIA   14                  9

FROSINONE            9                  7

LATINA                     4                  5

PALIANO                  3                  1

RIETI                          2                3

REGINA COELI         13              12

REBIBBIA III CASA    4              4

REBIBBIA FEMMINILE   6        5

REBIBBIA NUOVO COMPLESSO 18 16

REBIBBIA RECLUSIONE           11 9

VELLETRI                           6              5

VITERBO                            11              5

TOTALE                                105            84
 
 
 
 
 
Gli assistenti sociali ‐ uffici esecuzione penale esterna CARENZA 51 UNITA’

117 n° unità previsto dalle piante organiche (DPCM del 2000)

66 n° unità in servizio

PERSONALE UEPE NEL LAZIO

 
 
 
 
PSICOLOGI


Il Ministero ha ridotto pesantemente le ore di servizio degli psicologi:


‐ 57% nel 2008


‐ 30% nel 2009


‐ 30% nel 2011


La loro esclusione dalla riorganizzazione della sanità penitenziaria rende ancora più problematica non solo la
valutazione psicologica dei detenuti ma rende di fatto impossibile prevenire e gestire le condotte
autolesionistiche e suicidarie, potendo dedicare ad ogni detenuto in media solo da 0,8 minuti a 2,2 ore l’anno.









venerdì 18 febbraio 2011

Carceri stracolme:Reclusi, agenti di penitenziaria,educatori e assistenti sempre più in affanno. carcere,governo,detenuti,giustizia.angelino alfano,penitenziari

Lazio: carceri stracolme, emergenza umanitaria



 
Negli istituti di pena della regione il numero di detenuti negli ultimi sei anni è quasi raddoppiato, passando da 3.753 a 6.398, mentre il personale è diminuito per effetti dei tagli. Reclusi, agenti di penitenziaria,educatori e assistenti sempre più in affanno
 
 
Istituti di pena che "esplodono" per il sovraffollamento, carenza di personale, tagli alla spesa. È vera e propria emergenza umanitaria nelle carceri del Lazio. Lo afferma uno studio curato dalla Funzione pubblica Cgil di Roma e del Lazio presentato oggi (17 febbraio). Il rapporto tra educatori e detenuti è oggi 1 a 76 contro quello previsto di 1 a 25. A Viterbo arriva addirittura a un educatore ogni 143 detenuti. Il personale di polizia penitenziaria in servizio è inferiore del 20% rispetto alla pianta organica, ma all’interno degli istituti la carenza supera il 35%, perché sono molte le unità di personale “distolte” dall’attività per svolgere altre mansioni.


Il sindacato denuncia "la politica scellerata dei governi che hanno tagliato le risorse all'amministrazione penitenziaria causando negli ultimi dieci anni il dimezzamento delle risorse per gli istituti penitenziari della regione". In particolare nel Lazio, dove il numero di detenuti negli ultimi sei anni è quasi raddoppiato passando da 3.753 a 6.398, mentre il personale che svolge il lavoro 'trattamentale' è progressivamente diminuito.

Non stanno meglio gli assistenti sociali, con un organico del 40% inferiore rispetto alle disposizioni di legge, e penalizzati dagli aggravi dei carichi di lavoro dovuti alla legge “svuota carceri” voluta dal ministro della Giustizia Angelino Alfano che avrebbe dovuto portare alla fuoriuscita di 9.000 detenuti, fermandosi invece a non più di 1.100. "Drammatica" viene definita la situazione degli psicologi, che hanno visto ridurre le ore si servizio del 30% solo nell’ultimo anno. "Lavorare in carcere - si legge - è sempre più simile alla espiazione di una pena. Turni massacranti, stress da lavoro insopportabile, nessun riconoscimento sociale del servizio che viene prestato".

Insieme al dossier, il sindacato ha presentato le sue proposte: ridurre il numero dei detenuti, riportare dentro alle carceri il personale assegnato impropriamente a funzioni esterne, creare piani di formazione del personale e di sostegno psicologico e intraprendere con gli enti locali e la Regione percorsi per l’integrazione dei detenuti e il miglioramento della sanità penitenziaria.






lunedì 14 febbraio 2011

L’emergenza carceri:un educatore solo di deve occupare di 300-400 detenuti,altro che alternative e rieducazione!!! carcere,governo,detenuti,giustizia,angelino alfano,penitenziari,diritti

L’emergenza carceri raccontata da Riccardo Iacona

“Le mie prigioni”, un viaggio nella triste realtà delle carceri italiane. La puntata di “Presa Diretta” parte dalla lettura di dati terribilmente eloquenti: 68 mila detenuti nelle strutture di tutta Italia (sovraccariche, nonostante siano ben 40 quelle costruite e mai terminate), 66 suicidi nel 2010. Si va poi a toccare con mano il paradosso di Poggioreale, un maxi-carcere dalla capienza dalla 1400 detenuti dilatata fino quasi al doppio (si prevedono quest’anno all’incirca 2800 “ospiti”). La legge assicurerebbe sulla carta 7 metri quadri a disposizione di ogni singolo detenuto, ma la media attuale nel carcere napoletano scende fino a 2. Il sovraffollamento nei vari padiglioni impedisce di applicare la pausa ricreativa di 4 ore al giorno, ridotta a 2 ore da trascorrere in cortili angusti e privi di riparo dalle intemperie. Non vi sono palestre, nè campi da gioco, non è possibile fare docce più di due volte a settimana. Un educatore solo di deve occupare di 300-400 detenuti, ma solo fino alle tre del pomeriggio (una decina di colloqui di mezz’ora circa al giorno, a fronte di richieste ben superiori).

Solo un metro e mezzo la distanza tra i letti, spazio appena sufficiente per muoversi. Il tutto testimoniato direttamente dal direttore, dal cappellano (quest’ultimo racconta di detenuti che solo dopo 2 anni di carcere escono come zombie e restano in cura presso i centri di igiene mentale per 5-6 anni), dagli educatori, dai parlamentari in visita, dai familiari di detenuti come il giovane Iorio (arrestato per possesso di una dose di due grammi di cocaina, si è tolto la vita dopo poche settimane: i compagni di cella erano stati allertati del possibile suicidio, ma nessuno è intervenuto per evitare il tragico epilogo). Il quadro generale che emerge dall’inchiesta di Riccardo Iacona è drammatico: strutture penitenziarie trasformate in una discarica sociale con migliaia di tossicodipendenti e malati psichici che per legge dovrebbero stare altrove, misure alternative ridotte al lumicino e tanta esasperazione da parte di tutti coloro che con questa realtà fanno i conti quotidianamente.

sabato 12 febbraio 2011

FRIULI VENEZIA GIULIA, LE CARCERI FANNO PENA, TRA AFFOLLAMENTO E MANCANZA DI PERSONALE.IL GOVERNO? INESISTENTE! carcere,governo,detenuti,giustizia,angelino alfano,penitenziari

FRIULI VENEZIA GIULIA, LE CARCERI FANNO PENA, TRA AFFOLLAMENTO E MANCANZA DI PERSONALE





Cinque istituti di pena nei quali sono custoditi circa 850 detenuti, spesso in condizioni di sovraffollamento insostenibile, con almeno due strutture, quelle di Gorizia e Pordenone, che andrebbero chiuse il prima possibile e sostituite da complessi più degni di un Paese civile. E' questa la situazione delle carceri in Friuli Venezia Giulia in base ai dati forniti dal Dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria e dopo aver ascoltato vari interlocutori, a partire da Enrico Sbriglia, segretario nazionale del Sindacato direttori penitenziari (Sidipe) che, tra l'altro, dirige da anni il carcere del Coroneo a Trieste.


Quanto accade in Friuli Venezia Giulia - sottolinea Sbriglia - si colloca purtroppo nella media nazionale: a fronte di strutture adeguate per un popolazione carceraria di 44 mila individui, custodiamo circa 70 mila detenuti. Tutti i penitenziari regionali sono strapieni con la sola eccezione di Gorizia. In questo caso, l'edificio è in gran parte inagibile e ancora si attendono iniziative capaci di dare al Goriziano una struttura dignitosa. Avvocati, famigliari, detenuti e agenti sono costretti a fare la spola e la situazione sta diventando insostenibile.

Il discorso cambia, di poco a Pordenone, dove i detenuti sono il doppio del dovuto e non si riesce, dopo anni di dibattito, a trovare una soluzione alternativa all'antico maniero medioevale, nonostante il Comune abbia dato la propria disponibilità a cedere i terreni della Comina, dove il ministero dovrebbe realizzare il nuovo penitenziario se e quando troverà i soldi. Situazione al limite del collasso anche quando si parla di personale: mancano all'appello almeno il 30 per cento degli agenti rispetto alla pianta organica che per è tarata su un numero di detenuti di molto inferiore a quello reale.

Il deficit di personale, inoltre - aggiunge Sbriglia - riguarda anche educatori, psicologi, assistenti sociali e finanche gli stessi direttori.

Gli stessi che stanno attendendo, dal Governo del Fare, il loro primo contratto di lavoro da oltre 5 anni. La privatizzazione strisciante La situazione degli istituti di pena è talmente grave da far sorgere qualche dubbio. Poco personale, manutenzioni impossibili per mancanza di soldi, celle dove i detenuti dormono per terra perchè sovraffollate, strutture fatiscenti.

Si tratta di problemi tutt'altro che nuovi, che anzi si trascinano da anni, come nel caso di Pordenone. E allora ecco il dubbio: questo caos serve a qualcuno? Che sia la condizione indispensabile per spingere a privatizzare anche questo pezzo di Stato, come in fondo è avvenuto con risultati incerti in altre nazioni? L'ingresso dei privati in strutture molto simili a un carcere è già avvenuto anche in Italia, con l'avvento dei Centri di identificazione ed espulsione.

Che ora tocchi alle galere vere e proprie? Agenti sotto pressione Il ministero ha promesso nuove assunzioni, ma saranno un goccia nel mare.

Ne è certo Vito Gesualdo, segretario regionale del Sappe (Sindacato autonomo polizia penitenziaria) che traccia una quadro desolante: Le carenze di organico costringono gli agenti a turni di lavoro troppo intensi con problemi di sovraccarico, anche perchè non si tratta soltanto di garantire la sicurezza in carceri sovraffollate, ma pure di espletare vari servizi all'esterno, che si tratti di portare i detenuti in ospedale o in tribunale. Stanno diventando molto gravi anche le problematiche dovute alla scarsa manutenzione, a causa degli stanziamenti limitati che non permettono di mantenere gli istituti in stato adeguato.

martedì 8 febbraio 2011

Giustizia: Fp-Cgil; il bisogno di dire la verità sul mondo delle carceri:blocco del turn over e personale carente in tutte le carceri,il dap se ne frega ed il ministro Alfano fa solo annunci! carcere,governo,detenuti,angelino alfano,ionta,penitenziari.

Non si ha memoria, nella storia repubblicana, di un periodo più nero per il sistema penitenziario. Gli ultimi anni hanno oscurato persino il travagliato scorcio del dopoguerra, quando almeno gli episodi critici e cruenti erano accompagnati da una forte volontà di rinascita.



La tragedia attuale sconta invece una evidente schizofrenia: alla criticità della situazione fanno da controcanto le dichiarazioni dei responsabili dell’Amministrazione, a partire dal Ministro, che descrivono una ripresa delle iniziative che nessuno degli addetti ai lavori riesce seriamente ad intravedere. E così si susseguono le dichiarazioni sullo stato di emergenza che lasciano il tempo che trovano, le enunciazioni di buoni propositi conseguenti agli annunci sugli effetti miracolistici che avrebbe dovuto avere la legge sulla detenzione domiciliare per l’ultimo anno di pena.


La realtà è molto diversa: la legge 199 ha fino ad ora prodotto la scarcerazione di appena qualche centinaio di detenuti e non è servita a frenare il crescente sovraffollamento, siamo infatti alla soglia dei 68.000 detenuti; la stessa norma vincola l’assunzione dei promessi duemila agenti, che nel frattempo sono diventati 1800, alla compatibilità con le disponibilità di cui alla legge finanziaria 2010. Il provvedimento inoltre grava sul lavoro degli educatori e degli assistenti sociali la cui carenza di organico è nota, e per i quali non è previsto alcun incremento. Il blocco del turn - over stabilito dalla finanziaria non potrà che aggravare questa situazione.


Negli istituti sono stati preannunciati ulteriori tagli sui capitoli che garantivano, con il lavoro domestico dei detenuti, le condizioni igieniche e di decoro.


Il tanto strombazzato piano - carceri, che essenzialmente si fondava sulla creazione di nuovi posti detentivi con l’ampliamento dei reparti di alcuni istituti, non si sa che fine abbia fatto. Si sa della ristrutturazione solo di alcuni reparti, mentre proseguono le inchieste giudiziarie sulla legittimità di appalti affidati con procedure anomale alle cricche di vario genere.


La situazione del personale che a vario titolo opera nelle carceri risulta sempre più avvilente e mortificante. I Dirigenti Penitenziari e di servizio sociale, responsabili delle strutture e dei servizi, non sono mai stati ascoltati e protestano per essere stati abbandonati in una situazione confusa e senza - diritti, con uno statuto professionale che, a seconda delle convenienze, viene assimilato a quella degli omologhi della Polizia di stato o a quella dei dirigenti ministeriali.


Pari comportamento di indifferenza è stato mostrato dall’Amministrazione verso il personale che opera nelle carceri, anche a causa di un Contratto integrativo firmato dalla minoranza delle OO.SS che disprezza e svilisce la professionalità dei lavoratori.


È chiaro che in tali condizioni le dichiarazioni autocelebrative del Ministro Alfano e del Capo del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria sono pura propaganda e risultano offensive per chi presta la propria attività istituzionale nel mondo carcerario espletando il mandato della Carta Costituzionale.


È arrivato il momento di smascherare questa politica vuota che ha perso di vista le finalità rieducative della pena di cui all’art. 27 della Costituzione e di denunciare il dramma che quotidianamente si consuma nelle carceri italiane.


La Fp - Cgil si farà promotrice di azioni dimostrative e momenti di incontro che culmineranno in una proposta volta a migliorare le condizioni di lavoro del personale e le condizioni di vita dei detenuti.














Fp - Cgil Nazionale


Comparto Funzioni Centrali


Ministero Giustizia





sabato 5 febbraio 2011

Rita Bernardini interroga Alfano:questa emergenza carceri per cui nulla è stato ancora fatto quanto ci costa? queli le retribuzioni di IONta e dei suoi seguaci? quando si vuole i soldi si trovano eh? vergogna! carcere,governo,detenuti,giustizia,penitenziari,angelino alfano,diritti,

BERNARDINI, BELTRANDI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della giustizia, al Ministro delle infrastrutture e dei




trasporti, al Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione. - Per sapere - premesso che:

in relazione alla grave situazione di sovraffollamento delle carceri, il Consiglio dei ministri del 13 gennaio 2010 ha deliberato un piano straordinario penitenziario dichiarando lo stato di emergenza nazionale fino al 31 dicembre 2010 (decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 13 gennaio 2010, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 23 del 29 gennaio 2010); termine poi prorogato con decreto della Presidenza del Consiglio dei ministri in data 12 gennaio 2011;

il 19 marzo 2010 è stata emanata l'ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri che ha dettato nuove disposizioni urgenti di protezione civile dirette a fronteggiare la situazione di emergenza conseguente al sovraffollamento penitenziario. Il provvedimento prevede, in particolare, che il capo del dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, nominato commissario delegato per «l'emergenza carceri», debba predisporre entro 30 giorni un apposito piano di interventi, indicandone i tempi e le modalità di attuazione. L'ordinanza istituisce un comitato di indirizzo e controllo presieduto dal Ministro della giustizia, cui spetta l'approvazione del piano nonché la vigilanza sull'azione del commissario delegato;

la citata ordinanza prevede: a) all'articolo 1, comma 3, che per la realizzazione degli interventi di sua diretta competenza, il commissario delegato si avvale del dipartimento dell'amministrazione penitenziaria del Ministero della giustizia e richiede ogni necessaria collaborazione alle amministrazioni periferiche dello Stato ed agli enti pubblici locali territoriali e non territoriali; b) all'articolo 1, comma 4, che il commissario delegato nomina uno o più soggetti attuatori per essere coadiuvato nell'attuazione delle disposizioni dirette alla realizzazione del piano straordinario penitenziario, affidando ai medesimi specifici settori di intervento; c) all'articolo 1, comma 5, che il commissario delegato, sentito il capo del dipartimento della protezione civile della Presidenza del Consiglio dei ministri, determina con proprio provvedimento il compenso da riconoscere ai soggetti attuatori di cui al comma 4, con oneri a carico delle risorse di cui al successivo articolo 3 dell'ordinanza, ciò in relazione al profilo professionale ed alle mansioni che gli vengono attribuite; d) all'articolo 1, comma 6, che la vigilanza sull'azione del commissario delegato spetta ad un comitato di indirizzo e controllo presieduto dal Ministro della giustizia (o da un suo delegato) e composto dal Ministro delle infrastrutture e dei trasporti (o da un suo delegato) e dal capo del dipartimento della protezione civile della Presidenza del Consiglio dei ministri (o da un suo delegato); e) all'articolo 1, comma 7, che il commissario delegato, per il necessario supporto nelle attività di sua diretta competenza, è autorizzato a stipulare fino ad un massimo di venti contratti a tempo determinato ovvero a collaborazione a progetto, sulla base di criteri di scelta di carattere fiduciario; f) all'articolo 1, comma 8, che il commissario delegato determina, con provvedimento, i compensi da riconoscere ai soggetti di cui all'articolo 1, comma 7;

l'articolo 21, comma 1, della legge 18 giugno 2009, n. 69, recante «Disposizioni per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività nonché in materia di processo civile», ha previsto l'obbligo delle amministrazioni di pubblicare sui propri siti Internet, in attuazione dei principi di trasparenza e di buona amministrazione, i curricula vitae, i dati relativi alle retribuzioni e i recapiti istituzionali dei dirigenti (nonché le informazioni inerenti i tassi di assenza e di presenza del personale di ciascun ufficio dirigenziale) -:

chi siano i soggetti attuatori nominati dal commissario delegato per l'emergenza carceri sulla base dell'articolo 1, comma 4, dell'ordinanza 19 marzo 2010 del Presidente del Consiglio dei ministri;

a quanto ammonti il compenso dei soggetti attuatori nominati dal commissario




delegato per l'emergenza carceri sulla base del citato articolo 1, comma 4, e quali siano i profili professionali e le mansioni svolte da ciascuno di essi;

quanti contratti a tempo determinato e/o a progetto abbia stipulato il commissario delegato per l'emergenza carceri sulla base dell'articolo 1, comma 7, della citata ordinanza;

a quanto ammonti, con riferimento ai predetti contratti a tempo determinato e/o a progetto, il compenso determinato per ciascun soggetto dal commissario delegato per l'emergenza carceri sulla base dell'articolo 1, comma 8, della citata ordinanza;

se non intenda inserire sul sito ufficiale del Ministero della giustizia, sulla base dei principi di trasparenza e di buona amministrazione di cui alla legge n. 69 del 2009, i dati curriculari e quelli relativi alla retribuzione dei soggetti attuatori nominati dal commissario delegato per l'emergenza carceri sulla base dell'articolo 1, comma 4, di cui all'ordinanza 19 marzo 2010 del Presidente del Consiglio dei ministri;

se non intenda inserire sul sito ufficiale del Ministero della giustizia, sulla base dei principi di trasparenza e di buona amministrazione sanciti dalla legge n. 69 del 2009, i dati curriculari e quelli relativi alla retribuzione dei soggetti con i quali il commissario delegato per l'emergenza carceri ha stipulato contratti a tempo determinato ovvero di collaborazione a progetto (ex articolo 1, comma 7, di cui all'ordinanza 19 marzo 2010 del Presidente del Consiglio dei ministri).

(4-10675)

venerdì 4 febbraio 2011

Andrea Orlando,PD: impossibile far funzionare le carceri senza educatori,assistenti sociali,psicologi ed amministrativi!!! carcere,governo,detenuti,giustizia,angelino alfano,diritti

Report Penitenziaria/Orlando (Pd): "Solidarietà per le condizioni del sistema carcerario"



La Spezia. Andrea Orlando del Pd commenta i dati del report 2010 del Nucleo traduzioni e piantonamenti della Polizia Penitenziaria della Spezia e sostiene che “esprimono la situazione del sistema penitenziario italiano.”


“Esprimo la mia solidarietà ai lavoratori della polizia giudiziaria della Spezia, che come gli altri colleghi che operano quotidianamente nelle carceri italiane, sono costretti a causa dell’assoluta inadeguatezza degli organici, ad effettuare turni massacranti, a non poter usufruire dei riposi settimanali, né, spesso, delle ferie annuali, talvolta a vivere lunghi periodi lontani dalla propria famiglia. Il governo Berlusconi nulla hanno fatto e nulla faranno per aumentare le dotazioni organiche degli agenti di polizia penitenziaria, perché la loro politica fini ad oggi non ha dimostrato di voler intervenire concretamente sui problemi del carcere. Il Governo parla spesso di piano carceri, ma ormai sono solo parole vuote, anche perché un carcere per poter funzionare non ha bisogno solo della struttura edilizia, ma di personale di polizia penitenziaria, di assistenti sociali, educatori, di direttori, di personale amministrativo e tecnico".