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Sign for Aiutaci a garantire l'effettiva applicazione dell'art. 27 Cost.(funzione rieducativa della pena)

Mercoledi',23 Marzo 2011: interrogazioni per l'assunzione degli educatori penitenziari

Mercoledi',23 Marzo 2011,

(rinvio del 16 Marzo 2011)

in commissione giustizia discussione delle interrogazioni orali per l'assunzione degli educatori penitenziari.


5-04298 Cassinelli: Sull’iter del concorso pubblico per educatore penitenziario


5-04314 Ferranti: Questioni relative all’assunzione dei vincitori del concorso per educatore penitenziario




Per leggere il testo delle interrogazioni vai su news giornaliere o etichetta interrogazioni parlamentari




Carceri:necessario assumere educatori,assistenti e psicologi.

26 agosto 2010



Giustizia: Bernardini (Radicali); basta morti in carcere, varare in fretta misure deflattive



“Il tempo dell’illegalità e dell’inciviltà carceraria italiana è scandito ad un ritmo impressionante dalle morti, dai suicidi. Dico al Governo e ai miei colleghi parlamentari che così numerosi hanno partecipato all’iniziativa del Ferragosto in carcere, che occorre fare in fretta a varare, intanto, misure adeguate a decongestionare la sovrappopolazione carceraria”. Lo afferma Rita Bernardini, deputata Radicale, membro della Commissione Giustizia della Camera, dopo la morte di un detenuto a Sulmona. “Il disegno di legge Alfano - così come svuotato dalla Commissione Giustizia della Camera - non serve a spegnere l’incendio di disperazione e di morte che sta divampando - prosegue.Affidare infatti ai Tribunali di sorveglianza la valutazione della pericolosità sociale e l’idoneità del domicilio per consentire di scontare ai domiciliari pene residue sotto i 12 mesi, significa paralizzare tutto: la valutazione arriverà troppo tardi! Si dia ai direttori degli istituti penitenziari questo compito che saprebbero fare meglio e più in fretta dei magistrati di sorveglianza. Ridimensionata almeno un po’ la popolazione detenuta, occorre immediatamente riformare il sistema come previsto dalle mozioni approvate in gennaio dalle aule di Montecitorio e di Palazzo Madama a partire dallo stop all’uso indiscriminato della carcerazione preventiva e alla depenalizzazione dei reati minori, per arrivare alle misure e pene alternative che si rivelano molto più efficaci del carcere ai fini della rieducazione e del reinserimento sociale, all’adeguamento degli organici penitenziari (agenti, educatori, psicologi, assistenti sociali), alle possibilità di lavoro per i detenuti, agli istituti di custodia attenuata dove i tossicodipendenti possano curarsi”.





5 luglio 2010





Carceri: Favi, "Bene Tg2, condizioni indegne per detenuti e lavoratori"



Dichiarazione di Sandro Favi responsabile Carceri del Partito Democratico



L’inchiesta del Tg2 sulla drammatica situazione delle nostre carceri evidenzia ciò che il Partito Democratico denuncia da mesi, e cioè condizioni di vita per i detenuti e per i lavoratori penitenziari del tutto indegne. Quelle viste all’Ucciardone sono situazioni che in realtà riguardano la stragrande maggioranza delle carceri italiane. Le morti in carcere e gli atti di autolesionismo sono segnali inequivocabili: occorre attuare da subito politiche penitenziarie che decongestionino gli istituti. È assolutamente necessario investire sulle misure alternative alla detenzione e sull’aumento di agenti di polizia penitenziaria, di educatori, di assistenti sociali e psicologi.



Finora il ministro Alfano e il direttore delle carceri Ionta hanno saputo solo ipotizzare un piano carceri che avrà lunghissimi tempi di realizzazione e che non inciderà minimamente per un miglioramento della situazione nell’immediato.



Così non va.









Lettere: senza assunzione personale educativo il ddl Alfano è inutile





Comunicato stampa, 29 maggio 2010





Ai deputati di commissione bilancio



e giustizia camera









Al sottosegretario



On. Caliendo









Al sottosegretario



On. Giorgetti Alberti







Egregi Onorevoli,



dopo aver appreso la notizia sul parere negativo della Commissione Bilancio sugli artt. 2 quater e 2 sexies del Ddl Alfano questo Comitato ritiene necessario porre alla Vostra attenzione alcune osservazioni. L’eliminazione dell’articolo aggiuntivo Schirru 2.060 svuoterebbe di significato il Ddl Alfano riducendolo ad una imago sine re.



L’investimento in risorse umane è propedeutico alla concreta materializzazione della normativa contenuta nel provvedimento. Secondo quanto enunciato dall’art. 1 comma 3 del Ddl. il magistrato di sorveglianza decide sulla base della relazione inviatagli dall’istituto penitenziario.



Alla luce della normativa penitenziaria è l’educatore colui che osserva il comportamento del detenuto e provvede alla stesura della relazione di sintesi, cioè di quella relazione di cui si servirà il magistrato di sorveglianza per la decisione finale sulla misura alternativa.



Senza l’incremento di ulteriori unità di personale pedagogico la situazione del sovraffollamento carcerario non potrà mai essere risolta né tantomeno potrà trovare risoluzione la drammatica condizione in cui versano le carceri italiane.



Pochi educatori significa poche relazioni da inviare al magistrato di sorveglianza. Pochi educatori significa impossibilità di fare il trattamento. Pochi educatori significa stasi della concessione di misure alternative. L’eliminazione dell’articolo aggiuntivo Schirru creerebbe un vero e proprio effetto boomerang che provocherebbe la totale paralisi del Ddl Alfano.



La Commissione Giustizia dopo aver preso atto della grave situazione di disagio in cui versano le carceri italiani ha dato voce all’articolo 27 della Costituzione decidendo di investire su quello che già nel Settecento Beccaria definiva “il più sicuro mezzo di prevenire i delitti” ossia l’educazione.



L’approvazione dell’articolo aggiuntivo che esclude il Dap dalla riduzione della pianta organica e dal blocco delle assunzioni costituisce una vera e propria presa di coscienza dell’assunto secondo il quale non può esserci alcun miglioramento delle condizioni di detenzione senza l’investimento in risorse umane.



Si evidenzia inoltre che l’emendamento è già stato “riformulato” originariamente infatti prevedeva l’obbligo per il governo,dopo l’invio della relazione per l’adeguamento della pianta organica, di predisporre entro 2 mesi un piano straordinario di assunzioni.



La totale eliminazione di questo emendamento volto alla concreta applicazione della misura alternativa sulla quale questo Governo intende puntare per risolvere il dramma del pianeta carcere renderebbe inutile l’approvazione di un Ddl che non riuscirebbe mai ad essere attuato.



Ci sarebbe infatti una vera e propria antinomia tra norma e realtà. La realtà è che la situazione carceraria italiana è drammatica e preoccupante.



I continui suicidi in carcere sono da porre in relazione con le insopportabili condizioni di disagio in cui vivono i reclusi delle carceri italiane alla carenza di trattamento e attività rieducative e alla mancata assistenza psicologica dovuta alla cronica carenza di personale educativo



Ebbene, l’Italia, Paese democratico, è stata condannata dalla Cedu per trattamento degradante e disumano. A tale situazione va data una risposta concreta, soprattutto se si considera che il bilancio dello stato potrebbe essere aggravato dalle condanne della Cedu (Sic!).



Inoltre non si comprende come la crisi riguardi solo le risorse umane e non anche lo stanziamento dei fondi per l’edilizia penitenziaria ,infatti, una volta costruite nuove carceri queste rimarranno inutilizzate (Sic!) Un esempio è fornito dal carcere di Agrigento e dal carcere di Rieti, a Pinerolo inoltre, c’è un carcere vuoto da 10 anni ma è già stata individuata un’area per costruir un nuovo carcere (fonte Girodivite).



Per un provvedimento importante, come quello in esame, che punta sulla rieducazione e sul recupero del reo, occorre assumersi delle responsabilità serie, perché l’incremento del personale pedagogico rappresenta il sine qua non della correlazione legge - realtà.



Ancora una volta si evidenzia inoltre che il “decantato” vulnus di copertura finanziaria può essere sanato attingendo dai fondi della Cassa delle Ammende che secondo quanto disposto dall’art 129 III comma del Dpr 30 giugno 2000, n. 230, devono essere destinati ai programmi che tendono a favorire il reinserimento sociale dei detenuti e degli internati anche nella fase di esecuzione di misure alternative alla detenzione”e non all’edilizia penitenziaria (Sic!) . Qualora il Governo non intenda attingere i fondi necessari dalla cassa delle Ammende potrebbe ricavarli dai fondi del Fug, visto che il Presidente del Consiglio dei Ministri ha firmato il decreto che assegna per la prima volta le quote delle risorse sequestrate alla mafia e i proventi derivanti dai beni confiscati al Fondo Unico Giustizia (Fug), nella misura del 50 per cento al Ministero dell’Interno e del 50 per cento al Ministero della Giustizia. Attingendo i fondi o dalla cassa delle Ammende o dal Fug non vi sarebbe alcun onere aggiuntivo in quanto gli stessi sono già previsti in bilancio.



Per le ragioni suesposte riteniamo che l’emendamento presentato dall’On. Donatella Ferranti e Schirru sia una vera proposta “bipartisan” che deve, necessariamente,trovare accoglimento così come è stato approvato in Commissione Giustizia.



Riteniamo altresì che il governo, dopo aver provveduto all’adeguamento della pianta organica anche in relazione alla popolazione detenuta ( quasi 70mila detenuti) debba predisporre un piano straordinario di assunzioni di educatori penitenziari da attingersi dalla vigente graduatoria del concorso pubblico per esami a 397 posti nel profilo professionale di Educatore, Area C, posizione economica C1, indetto con Pdg 21 novembre 2003.



Una scelta in tal senso rappresenterebbe la chiave di volta per un chiaro e ben preciso impegno di responsabilità affinché la drammatica situazione che affligge il pianeta carcere possa finalmente essere risolta. Per tali ragioni auspichiamo che tutta la commissione bilancio della camera e il sottosegretario Alberto Giorgetti facciano una seria e proficua riflessione riconoscendo l’importanza ai fini dell’attuazione del Ddl in esame dell’emendamento Schirru 2.060.





FERRANTI SU DDL CARCERI,OTTENUTO ANCHE AMPLIAMENTO ORGANICO EDUCATORI PENITENZIARI.

Donatella Ferranti,PD:piano programmato di assunzioni del personale degli educatori.

Governo favorevole a emendamenti Pd per potenziamento personale penitenziario:piano programmato di assunzioni, per l`adeguamento degli organici del personale di Polizia penitenziaria, degli educatori, degli assistenti sociali e degli psicologi.


18 maggio 2010


La commissione Giustizia della Camera ha cominciato a votare gli emendamenti presentati al ddl carceri e il Governo ha dato parere favorevole alle proposte di modifica del Pd che prevedevano il potenziamento del personale civile e amministrativo penitenziario (psicologi, educatori, ecc) e l’adeguamento delle piante organiche di carabinieri e polizia in funzione del nuovo impegno che dovranno svolgere per vigilare sui detenuti che trascorreranno agli arresti domiciliari l’ultimo periodo della loro detenzione. Il capogruppo del Pd in commissione giustizia, Donatella Ferranti, ha espresso soddisfazione per questo parere favorevole del Governo augurandosi che alla fine l’emendamento venga approvato.



Pd: nostre proposte sono su linea indicata da Napolitano

“Il Pd è pronto” a rispondere al monito del presidente della Repubblica sulla necessità di risolvere il sovraffollamento delle carceri e “a fare la propria parte”. Per questo, annuncia Sandro Favi, responsabile Carceri dei democratici, “nei prossimi giorni il nostro partito presenterà proposte su questi temi, in un quadro di sistema e in continuità e sviluppo delle mozioni approvate dal Parlamento già nei primi mesi di quest`anno”.

“Proporremo - spiega Favi - che si proceda alla revisione del codice penale, che vengano riviste le norme che determinano l`alta incidenza di imputati in custodia cautelare in carcere e quelle sul trattamento penale dei tossicodipendenti, che siano ampliate le opportunità di accesso alle misure alternative alla detenzione. Chiederemo inoltre al Governo - prosegue - un piano programmato di assunzioni, per l`adeguamento degli organici del personale di Polizia penitenziaria, degli educatori, degli assistenti sociali e degli psicologi, nonché gli indispensabili stanziamenti ed investimenti per ripristinare la corretta funzionalità ed operatività dei servizi e delle strutture”.

“Il Partito Democratico - conclude l’esponente del Pd - rinnova la stima e la fiducia degli appartenenti al Corpo di polizia penitenziaria e l`apprezzamento verso i dirigenti dell`Amministrazione penitenziaria, verso le professionalità socio-educative, sanitarie, amministrative e tecniche che, in questa fase difficile, dimostrano il proprio impegno con alto senso di umanità e qualificate competenze”.

Ferranti: "Iter rapido? Vediamo atteggiamento maggioranza su nostre proposte"

Carceri: Pd, "Testo migliorato in commissione, ma serve uno sforzo in più" Ferranti: "Iter rapido? Vediamo atteggiamento maggioranza su nostre proposte"

“Lo stralcio della messa in prova consentirà di esaminare rapidamente il provvedimento sulla detenzione domiciliare”. Lo dichiara la capogruppo del Pd nella commissione Giustizia della Camera, Donatella Ferranti facendo notare come ‘la messa in prova non riguardava la popolazione carceraria e quindi non avrebbe avuto effetti sul grave stato di sovraffollamento delle carceri italiane. In ogni caso – sottolinea la democratica – il voto di oggi conferma il nostro giudizio negativo sul testo uscito dal consiglio dei ministri che era confuso ed inefficace anche perché privo di qualsiasi copertura finanziaria. Stiamo adesso valutando se aderire o meno alla richiesta di un voto in sede legislativa sul testo modificato nel corso dei lavori in commissione. La nostra disponibilità dipenderà anche dall’atteggiamento della maggioranza sulle nostre ulteriori proposte di modifica. In particolare: la tutela delle vittime di violenza domestica, il rafforzamento del personale di polizia (non solo quella penitenziaria) e del personale del comparto civile dell’amministrazione penitenziaria(educatori e psicologi)”.


Proposta emendativa 8.01.


Dopo l'articolo 8 inserire il seguente:


«Art. 8-bis. - 1. Entro centottanta giorni dall'entrata in vigore della presente legge, il Ministro della Giustizia, sentiti i Ministri dell'interno e della funzione pubblica, riferisce alle competenti Commissioni parlamentari in merito alle necessità di adeguamento numerico e professionale della pianta organica del Corpo di Polizia penitenziaria e del personale del comparto civile del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria anche in relazione all'entità numerica della popolazione carceraria e al numero dei posti esistenti e programmati.

2. A tal fine il Governo presenta al Parlamento entro i successivi novanta giorni un apposito piano straordinario di assunzioni di nuove unità specificandone i tempi di attuazione e le modalità di finanziamento.».
Ferranti Donatella, Schirru Amalia, Samperi Marilena, Amici Sesa



Proposta emendativa 8.03.

Dopo l'articolo 8 inserire il seguente:


«Art. 8-bis. - 1. Al comma 8-quinquies, della legge n. 26 del 2010, dopo le parole Il Corpo della Polizia penitenziaria, sono inserite le seguenti il personale del comparto civile del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria,».
Schirru Amalia, Ferranti Donatella, Samperi Marilena, Amici Sesa



28-04-10


Dopo l'ennesimo suicidio in carcere (23 dall'inizio dell'anno), nel penitenziario di Castrogno, a Teramo, il parlamentare dell'IdV, Augusto Di Stanislao, ribadisce la necessita' di interventi diretti ed immediati da parte del Governo. ''Non e' piu' ammissibile - afferma il deputato IdV - una tale situazione di completa incapacita' da parte del Governo di affrontare concretamente le problematiche delle carceri in Italia''. Di Stanislao ricorda che ''dopo varie visite presso il carcere di Castrogno e altrettante interrogazioni ad Alfano, dopo una mozione a mia prima firma approvata all'unanimita', con la quale anche la maggioranza si e' impegnata in una serie di iniziative atte a risollevare una drammatica realta' focalizzando l'attenzione sul sovraffollamento e sulla carenza di personale penitenziario e di educatori, dopo l'annuncio dell'emergenza carceri di Alfano e del fantomatico piano carceri, dopo continue denunce e sollecitazioni dei sindacati sulla necessita' di intervenire sulle strutture, sugli organici, siamo ancora di fronte ad una situazione insostenibile e all'emergenza soluzioni''. ''Ho presentato da tempo - conclude Di Stanislao - una proposta di legge per istituire una Commissione d'inchiesta parlamentare sulla situazione delle carceri in Italia che, ora piu' che mai, diventa fondamentale per dare risposte e soluzioni ai molteplici problemi e disagi dell'intero mondo penitenziario''.




Di Stanislao:il ministro tace sulle assunzioni degli educatori,riferisca in parlamento.

“E’ giusta l’assunzione di 2.000 agenti così come evidenziato da Sarno, Segretario generale Uil Pa Penitenziari, per garantire il turnover e quindi supplire la carenza del personale di polizia penitenziaria, ma vi è una colpevole dimenticanza da parte del Ministro quando tace sulla necessità di garantire la presenza degli educatori così come previsto nella Mozione IdV approvata all’unanimità dal Parlamento.” Queste le parole dell’On. Di Stanislao che prosegue: “Non vorremmo che questo impegno del Ministro si focalizzi esclusivamente sull’edilizia carceraria e altresì non vorremmo che dietro la parola magica “stato di emergenza” si celi il grimaldello per ridare vita ad una ” Carceri d’oro 2″ che in barba alla procedure di appalti e alla trasparenza abbiano buon gioco, piuttosto che la pubblica utilità e l’urgenza, i furbetti delle sponsorizzazioni. Si segnala al Ministro, nel frattempo, che in Italia vi sono 40 penitenziari incompiuti ed inutilizzati in un Paese che ne ha 171 in tutto e nel Piano Carceri presentato non c’è cenno di recupero di questo patrimonio. Chiedo che il Ministro venga, così come richiesto in Aula, a riferire in Parlamento sugli impegni presi in relazione ai tempi e modi e risorse da impiegare. Nel frattempo con due distinte interrogazioni chiedo al Ministro quale modello di recupero intenda mettere in campo visto che non si parla assolutamente di assumere gli educatori e cosa intenda fare per i 40 penitenziari incompiuti.”


16 Marzo 2010:interrogazione a risposta in Commissione su assunzione idonei educatori penitenziari

Convocazione della II Commissione (Giustizia)

Martedì 16 marzo 2010

Ore 13.45

5-02550 Ferranti: In relazione all’assunzione di educatori penitenziari


Interrogazione a risposta in Commissione:

FERRANTI, MELIS, TIDEI e SAMPERI.



- Al Ministro della giustizia.

- Per sapere

- premesso che:

il 17 febbraio 2010 il Sottosegretario per la giustizia Caliendo è intervenuto in Senato sul tema dell'assunzione degli educatori penitenziari reclutati tramite il concorso pubblico per esami a 397 posti nel profilo professionale di educatore, area C, posizione economica C1, indetto con PDG 21 novembre 2003;

nel corso della succitata seduta, il Sottosegretario Caliendo ha affermato che entro aprile 2010 saranno assunti in via definitiva tutti gli educatori che hannosuperato i precedenti concorsi, oltre ai 170 già assunti (anche se agli interroganti risulta che siano stati assunti 97 educatori);

in realtà, l'assunzione dei vincitori del suddetto concorso era già programmata con l'indizione dello stesso nel 2003, per il quale il dipartimento dell'amministrazione penitenziaria già disponeva dei fondi necessari;

lo stesso Ministro interrogato, onorevole Alfano, aveva riconosciuto l'improcrastinabilità e l'urgenza di assumere più unità di educatori quando, il 12 gennaio 2010, furono approvate alla Camera le mozioni sui problemi del carcere presentate da vari gruppi parlamentari;a fronte di una popolazione carceraria di 67.000 unità, il rapporto educatore/detenuto è di circa 1 a 1.000, cosa che rende in pratica impossibile lo svolgimento di qualsivoglia progetto rieducativo impedendo il corretto reinserimento del detenuto nel tessuto sociale, così come previsto nel dettato costituzionale;

non avendo il Ministro interrogato ancora proceduto all'assunzione di ulteriori unità degli educatori, limitandosi a rimandare la questione ad un futuro confronto in merito con i Ministri Tremonti e Brunetta, sarebbe auspicabile ed urgente un rapido avvio della procedura di assunzione di educatori, almeno per completare la già esigua pianta organica, ulteriormente ridotta di circa 400 unità dal decreto legislativo n. 150 del 2009

se non ritenga opportuno procedere celermente all'assunzione di educatori attingendo dalla vigente graduatoria degli idonei risultante dal concorso pubblico a 397 posti di cui in premessa, al contempo prorogando la validità della stessa per almeno un quinquennio, al fine di permetterne lo scorrimento graduale per compensare il turn-over pensionistico, evitando l'indizione di nuovi concorsi che comporterebbe ulteriori oneri finanziari.

(5-02550)


Risposta all'interrogazione di Donatella Ferranti:dal 2011 assunzioni degli idonei educatori concorso,il comitato vigilera'.

Nel rispondere agli On. interroganti ritengo opportuno segnalare che il concorso pubblico per esami a 397 posti nel profilo di "Educatore", Area C, posizione economica C1, dell'Amministrazione Penitenziaria, è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 30 del 16.4.2004 - IV serie speciale e si è concluso in data 9 luglio 2008.La graduatoria definitiva, immediatamente dopo l'approvazione del Direttore Generale con provvedimento dell'11 luglio 2008, è stata trasmessa all'Ufficio centrale per il bilancio per l'apposizione del visto di controllo.Nell'anno 2009, in ragione dell'entità dei fondi stanziati ai sensi dell'articolo 1, comma 346, della Legge 24.12.2007 n. 244, è stato possibile procedere all'assunzione dei primi 103 vincitori del predetto concorso a 397 posti.Quanto alle restanti 294 unità, la competente Direzione Generale di questa amministrazione ha già programmato il relativo piano di assunzione ricorrendo, per la copertura degli originari 397 posti a concorso, allo scorrimento della graduatoria, ai sensi dell'art. 15, co. 7, DPR n. 487/99 e successive integrazioni e modificazioni.I nuovi educatori - alcuni dei quali individuati tra i candidati idonei, ma non vincitori del concorso, attese le 12 defezioni intervenute per rinunce, mancate stipule del contratto o dimissioni da parte degli aventi diritto - hanno infatti già scelto la sede di destinazione e, entro aprile del corrente anno, saranno formalmente assunti con firma del relativo contratto.Per quanto riguarda, invece, l'auspicata possibilità di procedere ad un ulteriore scorrimento della graduatoria oltre il numero dei posti originariamente messi a concorso, mi corre l'obbligo di segnalare che tale eventualità non rientra tra le ipotesi di cui all'art. 15, co. 7, del DPR n. 487/1994 e che pertanto, limitatamente all'anno in corso, non può essere attuata per mancato stanziamento dei fondi occorrenti.I fondi disponibili, infatti, sono stati impegnati sia per l'assunzione dei vincitori del suddetto concorso per educatori, sia per l'assunzione degli idonei al concorso a 110 posti di contabile, a copertura dei posti previsti dal relativo bando ed in ragione delle gravi carenze riscontrate anche nell'area contabile.Dato atto di quanto sopra e, premesso che la validità delle graduatorie è indicata in tre anni dalla data della pubblicazione nei Bollettini ufficiali, faccio presente che, nel caso di specie, la validità della graduatoria del concorso a 397 posti è fissata al 31 maggio 2012 e che, pertanto, a partire dal prossimo anno, in presenza delle risorse economiche necessarie, potranno esservi le condizioni per procedere ad uno scorrimento della graduatoria, anche oltre il numero dei posti pubblicati.




24 febbraio 2010:

ordine del giorno su non riduzione organico educatori di Roberto Rao

La Camera,

premesso che

il provvedimento in esame prevede, all'esito del processo di riorganizzazione di cui all'articolo 74, del decreto legge n. 112 del 2008, un'ulteriore riduzione degli assetti organizzativi delle amministrazioni pubbliche ai fini del contenimento della spesa pubblica;

il comma 8-quinquies dell'articolo 2 individua le amministrazioni che non sono interessate dalle riduzioni descritte, tra cui il Corpo di Polizia Penitenziaria;


nonostante le difficoltà operative, la scarsezza di mezzi e personale risulta, inopinatamente escluso da tale previsione il personale civile del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di adottare ulteriori iniziative normative volte ad includere tra il personale delle amministrazioni non interessate dalla riorganizzazione delle piante organiche non solo quello di polizia penitenziaria ma anche quello civile del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria, con particolare riferimento alle figure degli educatori, degli assistenti sociali e degli psicologi, anche in vista dell'avvio del Piano carceri che necessiterà di adeguate risorse umane e professionali. 9/3210/41. Rao, Ria
.


Accolto come raccomandazione.




19 Febbraio 2010:

ordine del giorno su assunzione educatori di Donatella Ferranti e PD


La Camera,

premesso che:

l'articolo 17-ter stabilisce che, per l'attuazione del cosiddetto «Piano carceri» si conferiscono pieni poteri al Commissario straordinario che, per individuare la localizzazione delle aree destinate alla realizzazione di nuove infrastrutture carcerarie, d'intesa con il Presidente della regione territorialmente competente e sentiti i sindaci dei comuni interessati, potrà agire in deroga alla normativa urbanistica vigente, velocizzando procedure e semplificando le gare di appalto, utilizzando il modello adottato per il dopo terremoto a L'Aquila, derogando anche all'obbligo previsto dalla legge 7 agosto 1990, n. 241, volto a consentire agli interessati, proprietari delle aree che si intendono espropriare, la necessaria partecipazione al procedimento amministrativo;

la localizzazione costituisce di per sé variante e produce l'effetto di imporre il vincolo preordinato all'espropriazione e contro di essa non sarà possibile ricorrere al giudice amministrativo e si introduce anche una deroga al limite dei subappalti, che potranno aumentare dall'attuale 30 per cento fino al 50 per cento, in deroga all'articolo 118 del codice dei contratti pubblici; in sostanza, si affidano pieni poteri al Commissario straordinario, che potrà avvalersi anche del Dipartimento per la protezione civile per le attività di progettazione, scelta del contraente, direzioni lavori e vigilanza degli interventi strutturali ed infrastrutturali, in deroga ai criteri di trasparenza e pubblicità e in palese contraddizione con la mozione Franceschini ed altri n. 1-00302 (approvata sostanzialmente all'unanimità alla Camera il 12 gennaio di quest'anno e accettata dal Governo) che impegnava chiaramente il Governo a garantire, nell'ambito dei progetti della nuova edilizia penitenziaria, i criteri di trasparenza delle procedure e l'economicità delle opere evitando il ricorso a procedure straordinarie, anche se legislativamente previste,

impegna il Governo

a verificare l'adeguatezza, in proporzione alla popolazione carceraria, delle piante organiche riferite non solo al personale di polizia penitenziaria ma anche alle figure degli educatori, degli assistenti sociali e degli psicologi, avviando un nuovo piano programmato di assunzioni che vada oltre il turn-over dovuto ai pensionamenti previsto dalla legge finanziaria per il 2010 e che garantisca le risorse umane e professionali necessarie all'attivazione delle nuove strutture penitenziarie, anche distribuendo meglio il personale sul territorio, concentrandolo nei compiti di istituto, sottraendolo ai servizi estranei, consentendogli un adeguato, costante ed effettivo aggiornamento professionale.

9/3196/13.
Donatella Ferranti.



Il comitato vincitori idonei concorso educatori dap in sostegno di Rita Bernadini

Educatori penitenziari sostengono la protesta di Rita Bernardini e Irene TestaRistretti Comitato vincitori e idonei del concorso per educatori condivide e sostiene l’iniziativa non violenta intrapresa da Irene Testa e Rita Bernardini.Il Comitato vincitori e idonei del concorso per educatori condivide e sostiene l’iniziativa non violenta intrapresa da Irene Testa e Rita Bernardini, impegnate in uno sciopero della fame perrichiedere l’esecuzione immediata di quanto proposto nelle cinque Mozioni parlamentari,unanimemente approvate nei giorni 11 e 12 gennaio 2010, riguardanti la situazione del sistema carcerario italiano.Giova ricordare che in quella occasione lo stesso Ministro Alfano assumeva precisi impegni ed affermava che vi avrebbe dato celere e certa attuazione sancendo l’inizio di un nuovo percorso,iniziato con la dichiarazione di Emergenza di tutto il sistema penitenziario alla quale ci si aspettava sarebbe seguita la predisposizione nel Piano Carceri di tutti quegli atti necessari ad ottemperare a quanto detto nelle citate Mozioni per poter, nei tempi strettamente necessari, affrontareconcretamente e efficacemente l´ormai ingestibile situazione creatasi nei nostri istituti penitenziari.Tuttavia, da un’iniziale analisi condotta sui primissimi elementi costitutivi e organizzativi del Piano Carceri emerge solo una particolare attenzione all’aspetto strutturale e custodiale, non prevedendo,invece, alcun intervento per incrementare e favorire la fondamentale componente rieducativa, vero obiettivo dell’esperienza carceraria.Questo Comitato ed altri illustri interlocutori del mondo penitenziario, continuano, infatti, a chiedere a gran voce che vengano assunti più educatori, affinché l’ingresso nelle nostre carceri non si limiti ad un forzato ozio, ma divenga precipuo momento di riflessione e riprogettazione del sé.Ad oggi, però, in merito alla questione degli educatori, alcuna volontà specifica è stata espressa dal Ministro, nonostante, le nostre carceri continuino quotidianamente ad affollarsi a causa dei numerosi nuovi ingressi, ma anche per la spaventosa carenza di educatori che, secondo quanto stabilito dalle vigenti leggi, rappresentano i coordinatori e i realizzatori materiali dei percorsirieducativi, nonché quelle figure professionali atte a garantire, nei giusti modi e nei tempi,l’espletamento, dell’intero iter necessario all’accesso alle misure alternative alla detenzione di quei detenuti che ne avrebbero i requisiti, ma che continuano a restare in carcere a causa dello sparuto numero di educatori attualmente in servizio a fronte di una popolazione di 66.000 persone carcerate.Pertanto, ci uniamo all´Onorevole Bernardini e a Irene Testa per chiedere l´immediata esecuzione delle citate mozioni e auspichiamo che il Ministro Alfano ne predisponga repentinamente l’avvio.Il Comitato, altresì, ad ausilio dell’iniziativa intrapresa da Rita Bernardini e da Irene Testa,promuove una “catena di informazione solidale” impegnandosi a diffondere la conoscenza di tale protesta non violenta tramite l’invio di questo comunicato non solo a tutti gli organi di informazione, ma anche ai propri conoscenti invitandoli a fare altrettanto.Il Comitato vincitori e idonei concorso educatori.


Donatella Ferranti,PD:da Ionta, un primo segnale l'immediata assunzione dei tanti educatori.

CARCERI: PD, VOGLIAMO VEDERCI CHIARO. AUDIZIONE ALLA CAMERA DI IONTA



Roma, 13 gen



''Lo vogliamo esaminare puntigliosamente ed e' per questo che gia' domani chiederemo al presidente della commissione Giustizia, Giulia Bongiorno di attivarsi per prevedere al piu' presto l'audizione del capo del Dap, dott. Franco Ionta''. Cosi' la capogruppo del Pd nella commissione Giustizia della Camera, Donatella Ferranti, commenta l'approvazione del piano carceri da parte del Cdm di oggi. ''I primi dati forniti dal ministro Alfano - sottolinea - non ci convincono fino in fondo: se infatti le carceri italiane possono ''tollerare' sino a circa 64.237 detenuti, da regolamento non potrebbero ospitarne piu' di 43.087. Il grado di sovraffollamento e' elevatissimo, siamo ampiamente fuori quota, e per arrivare ad 80.000 posti, i 21.749 annunciati oggi dal ministro Alfano sembrano insufficienti. E poi - prosegue - non basta costruire muri, occorre riempirli di personale numericamente e professionalmente adeguato: dalla polizia penitenzieria, agli psicologi, agli educatori e agli altri esperti. Di tutto questo ancora non c'e' traccia, ma aspettiamo di conoscere nel merito dal dott. Ionta le cifre esatte, certo - conclude - che un primo segnale potrebbe essere l'immediata assunzione dei tanti educatori e psicologi del concorso''.

Assunzione degli educatori primo impegno del governo

Il Comitato vincitori e idonei del concorso per educatori penitenziari esprime piena soddisfazione per l’approvazione delle cinque mozioni sul problema carcerario discusse ed accolte nei giorni 11 e 12 gennaio 2010 dal nostro Parlamento. Per la prima volta il Governo, rappresentato dal Ministro Alfano, ha preso consapevolezza della grave emergenza del sovraffollamento degli istituti di pena e, fra le altre fondamentali proposte presentate, si è impegnato:- a procedere all’assunzione immediata dei restanti educatori penitenziari previsti dalla pianta organica, da attingersi dagli idonei della vigente e menzionata graduatoria risultata dal concorso bandito per tale profilo professionale, affinché anche costoro possano partecipare ai previsti corsi di formazione che il dipartimento dell’amministrazione penitenziaria deve attivare per questi operatori prima dell’ingresso nelle carceri a cui sono destinati, onde evitare sprechi di danaro per doverli riattivare in seguito;- a prorogare di almeno un quinquennio la validità della graduatoria di merito del concorso citato in premessa, in linea con gli orientamenti del Ministro per la pubblica amministrazione e l’innovazione nonché con le disposizioni in materia di razionalizzazione delle spese pubbliche in vigore - per permetterne un graduale scorrimento parimenti all’avvicendarsi dei fisiologici turn-over pensionistici, al fine di evitare l’indizione di nuovi concorsi per il medesimo profilo che comporterebbero inutili oneri pubblici;- ad assumere iniziative per lo stanziamento di fondi necessari per completare l’organico di educatori previsti dalla pianta organica attualmente vigente presso il dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, considerato che lo sforzo economico da sostenere è annualmente molto esiguo, ma necessario per far funzionare meglio ed in modo più umano una branca importantissima del nostro sistema giustizia che non può più attendere;- a procedere all’alienazione di immobili ad uso penitenziario siti nei centri storici e alla costruzione di nuovi e moderni istituti penitenziari in altro sito;Esprimiamo, quindi, pieno compiacimento per l’importantissimo risultato raggiunto dall’On. Di Stanislao dell’Idv, il quale nella Sua circostanziata e approfondita mozione, ha dimostrato ancora una volta la Sua grande disponibilità e sensibilità verso tali problematiche, sapendo cogliere e far emergere sapientemente le necessità di questo delicato settore della nostra giustizia. Ringraziamo, inoltre, gli onorevoli Bernardini, Rao, Ferranti, Melis, Tidei, Vitali, Balzelli, Donadi, Paladini, Franceschini e tutti coloro che hanno appoggiato con voto favorevole le Loro mozioni, poiché di fronte a queste battaglie di umanità hanno saputo permeare il Loro impegno politico di quell’umanità e di quell’alto senso civico che rende capaci di abbandonare i colori politici e di volgere verso una proficua unità di intenti.Il Comitato vincitori e idonei del concorso per educatori penitenziari, intanto, continuerà a vigilare affinché tali doveri vengano rispettati e proseguirà nel suo lavoro di diffusione della necessità dell’intervento rieducativo e quindi sulla centralità della presenza degli educatori, ovvero di quella figura professionale che rappresenta il vero catalizzatore ed esecutore materiale del percorso rieducativo di un detenuto, percorso che rappresenta l’unica vera speranza di un sano reinserimento sociale di chi vive l’esperienza delle sbarre e che rappresenta uno dei più validi strumenti atti ad evitare quegli stati di inerzia, apatia, depressione, frustrazione, ansia, inadeguatezza che troppo spesso percorrono prepotentemente i corridoi lungo i quali si snodano le fila di quelle celle all’interno delle quali si consumano, quotidianamente, suicidi, abusi, violenze. Auspichiamo, quindi, che il Governo predisponga celermente tutti gli atti necessari ad ottemperare quanto detto e che questa stessa volontà continui ad animarne tutti i passaggi ad essi necessari, per poter, nei tempi strettamente necessari, cominciare ad affrontare concretamente e efficacemente l’ormai ingestibile emergenza creatasi.

Il Comitato vincitori e idonei del concorso per educatori penitenziari

giovedì 30 settembre 2010

Per aprire nuove carceri e sezioni occorre nuovo personale :agenti,educatori,psicologi,assistenti sociali,contabili etc etc!!! carcere,governo,detenuti,angelino alfano,politici,dap

Ucciardone: l'On. Pino Apprendi è in "apprensione" per l'ottava sezione.


Leggo sul Giornale di Sicilia, un brevissimo trafiletto, dal quale si evince che il Vice Presidente della Commissione Attività Produttive dell’Assemblea Regionale Siciliana, On. Pino Apprendi chiede che “ dalle parole si passi ai fatti e si collaudi subito l’8ª sezione dell’Ucciardone” e ciò per alleggerire la pressione nelle altre sezioni; in pratica per sfollare un po’ di detenuti dalla 6ª, 7ª, 9ª e portarli all’8ª, in condizioni più vivibili.


Preciso che l’articolo occupa un’area di cm.4 x cm.5; questo è lo spazio che il glorioso Giornale dell’isola riserva alle visite dei parlamentari nel giorno di Ferragosto nell’inferno della carceri siciliane- addirittura l’articolo dedicato alla visita della Bernardini è ancora più piccolo! Questo è sintomatico di quanto all’opinione pubblica (e ad alcuni giornalisti) gliene freghi delle carceri e delle condizioni di vita dei detenuti... per non parlare poi delle condizioni di vita e lavorative degli agenti...

Ma, giustamente, l’Onorevole Apprendi, dopo aver visitato alcune strutture carcerarie dell’isola ha lanciato un grido di allarme – Aprite l’ottava sezione dell’Ucciardone – credendo (a torto) che ciò sia la panacea per i mali dell’Ucciardone credendo quindi che aprendo la sezione ottava, le altre sezioni d’incanto si alleggerirebbero.

Il grido d’allarme lanciato dal parlamentare si trasforma immediatamente in grido di dolore per la polizia penitenziaria: ma è possibile che non si faccia altro che parlare di aprire nuove carceri o nuove sezioni detentive senza calcolare che per fare funzionare le carceri occorrono agenti di polizia penitenziaria, ragionieri, educatori, infermieri, dottori ecc.? (dei direttori non c’è bisogno, perché le carceri vanno avanti da sole visto che in questo periodo ci sono direttore che dirigono 3 - 4 carceri... ...scusate la polemica ma è fortemente voluta).

L’Onorevole Apprendi forse non è a conoscenza che all’Ucciardone mancano 160 agenti dall’organico e che per far funzionare una struttura detentiva di tre piani occorrono alla meno peggio 34 agenti; nella ipotesi in cui, invece, vorremmo dare condizioni lavorative ottimali agli agenti di Polizia Penitenziaria occorrerebbero 42 agenti.

Questi sono calcoli tecnici dei quali saremmo ben lieti di fornire la consulenza, visto che la Regione Sicilia è famosa per la prodigalità con la quale assegna consulenze milionarie...

Oltretutto, poiché nessuno conosce le trame del DAP meglio di noi addetti ai lavori, aprendo la 8ª sezione non si alleggerirebbe l’Ucciardone, bensì il nostro Dipartimento farebbe un mega sfollamento dagli istituti del Nord, con il risultato di intasare anche l’ottava sezione senza alcun beneficio per il buon vecchio Ucciardone, ma anzi aggraverebbe di più la condizione di sovraffollamento e carico di lavoro degli agenti - dei quali, a questo punto, potremmo ipotizzare una sollevazione popolare.

Insomma, onorevole Apprendi, non stia in apprensione per l’Ucciardone; noi la ringraziamo per il suo interessamento per le condizioni di vita dei detenuti ma visto che, in caso di apertura dell’ottava sezione, verrebbero a mancare circa 190 agenti, inizi a mostrare buona volontà verso la polizia penitenziaria facendo rientrare nei ranghi i dieci – dodici uomini della scorta dell’assessore che sono uomini della Polizia Penitenziaria e che darebbero una boccata d’ossigeno agli agenti superstiti dell’Ucciardone, dei quali pare a nessuno importi nulla.

Carcere: carenza di personale penitenziario,agenti costretti a fare anche da educatori e psicologi,Alfano assuma nuovo personale educativo! angelino alfano,detenuti,giustizia,politici,politica,diritti

Carcere: "Il personale non basta


La sicurezza è a rischio"


Sit-in della polizia penitenziaria sotto la prefettura per denunciare le carenze d'organico anche alla luce del prossimo ampliamento dell'istituto di via Burla. Appello alle istituzioni locali: "E' un problema di Parma"

di RAFFAELE CASTAGNO

"Factotum di un'isola infelice". Si definiscono così gli agenti della polizia penitenziaria che si sono dati appuntamento sotto la prefettura per portare all'attenzione della città le difficili condizioni di lavoro che sono costretti a fronteggiare quotidianamente nel carcere di via Burla. La manifestazione è stata indetta dai i sindacati di categoria. Tra i principali problemi quello dell'insufficienza del personale: al momento sono 300 gli effettivi in servizio, contro i 479 previsti. Una situazione già dura, che potrebbe diventarlo ancor più quando saranno attivate altre 5 sezioni, allo stato attuale in attesa di collaudo.

"Impossibile aprirne altre senza almeno 60 unità" spiegano. La necessità di potenziare l'organico è tanto più urgente visto l'aumento della popolazione carceraria. In via Burla sono stipati qualcosa come oltre 700 detenuti, in una struttura che può accoglierne 300. In media, come spiegano nel volantino, c'è un agente ogni 50 detenuti: "E dobbiamo fare di tutto, educatori, psicologi, se un suicidio viene sventato è grazie alla nostra vigilanza. Un lavoro gravoso, ma non ci spaventa, chiediamo solo di lavorare nelle giuste condizioni".

Ma le promesse del governo e del guardasigilli Angelino Alfano per ora sono state disattese. "Nei comizi pubblici il ministro aveva garantito l'assunzione di 2mila agenti. E' passato un anno, in cantiere non c'è niente". Del resto la scure dei tagli non ha fatto sconti al settore, che si è visto venir meno la cifra di 500milioni di euro. A ciò si sommano meno risorse per i contratti. "Questo mese lo straordinario non è stato retribuito. Siamo obbligati per legge a farlo, oltre al danno la beffa" affermano. Il contratto nazionale prevede un monte di 36 ore settimanali, ma c'è chi un giorno può arrivare a fare fino a 12/13 ore di lavoro. "Ci si è dimenticati del comparto sicurezza".

La gestione dei detenuti è complessa: nel carcere ci sono molti stranieri, spesso dentro per violazione della legge sull'immigrazione. "Richiedono molta attenzione". E poi ci sono i detenuti del 41bis, i mafiosi, la cui vigilanza impegna non poco personale, specie per gli spostamenti. La legge prevede che dovrebbero essere gestiti da un gruppo radiomobile, richiesto qui a Parma: "Potrebbe alleggerire l'impegno, tanto più che alle volte dobbiamo chiedere per la scorta il supporto a polizia e carabinieri, sottraendo una pattuglia alle sue funzioni, ma non abbiamo i mezzi". Una delegazione vedrà il prefetto, ma loro fanno appello a tutte le istituzioni locali: "Abbiamo visto scarsa attenzione, il carcere è un problema della città".


(30 settembre 2010)

Di Stanislao:interrogazione alla presidenza consiglio dei ministri e ad Alfano sull'assunzione dei 45 educatori idonei del concorso. carcere,governo,detenuti,giustizia,angelino alfano,politici,dap,penitenziari

ATTI DI CONTROLLO


PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazioni a risposta scritta:


DI STANISLAO.

- Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della giustizia.

- Per sapere

- premesso che:


esiste una graduatoria, ancora vigente, relativa ad concorso pubblico per esami a 397 posti nel profilo professionale di educatore, Area C, posizione economica C1, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 30 del 16 aprile 2004, indetto con PDG 21 novembre 2003. Dopo ben quattro anni di procedura concorsuale, il 15 dicembre 2008 nel bollettino ufficiale del Ministero della giustizia n. 23, viene pubblicata la graduatoria ufficiale definitiva del suddetto concorso. Solo nel bollettino ufficiale del Ministero della giustizia n. 12 del 30 giugno 2009 viene avviata la procedura di assunzione soltanto dei primi 86 vincitori del suddetto concorso a cui seguirono altre 16 vincitori, come da bollettino ufficiale n. 16 del 31 agosto 2009. Infine, il 12 aprile del 2010 è avvenuta l'assunzione dell'ultima tranche rimanente, ovvero dei restanti 295 vincitori;

in tale data, con qualche aggiunta successiva, sono emerse ben 45 rinunce tra i vincitori che immediatamente avrebbero potuto essere coperte tramite scorrimento della vigente graduatoria ed in data 24 maggio 2010, tramite comunicazione scritta, il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria (DAP) ha invitato gli idonei utilmente collocati, a redigere in ordine di preferenza, un fax contenente le sedi rimaste vacanti dalle rinunce. Da quel momento non si hanno più notizie circa l'assunzione di questi 45 idonei per la quale gli uffici competenti del DAP non hanno nessuna risposta in merito ai tempi di assunzione;

risulta che presso l'ufficio concorsi del DAP, le sedi rimaste vacanti dalle rinunce del 12 aprile 2010 sono già state assegnate ai 45 educatori anzidetti e che i decreti di assunzione di questi ultimi non possono essere emessi in quanto si attende il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri per la riduzione delle piante organiche, come previsto dalle recenti leggi;

per l'assunzione dei 45 educatori non deve essere stanziato neanche un euro in più rispetto a quanto già fatto in occasione dell'assunzione dei 295 vincitori suddetti, dato che questi 45 educatori idonei subentrano per rinuncia e quindi praticamente facenti parte di un provvedimento già precedentemente autorizzato (con le assunzioni del 12 aprile 2010);

si segnala anche che non assumendo questi 45 educatori entro il 2010, gli stanziamenti economici anzidetti verranno persi e che la graduatoria cesserà di avere validità proprio nel 2011;

la sezione di controllo sulla gestione delle Amministrazioni dello Stato in adunanza

congiunta dei collegi I e II del 13 luglio 2010 della Corte dei Conti con deliberazione 19/2010/G dichiara che «tale accelerazione nella realizzazione di nuove strutture penitenziarie non possa andare disgiunta da altre misure necessarie per il loro funzionamento, che attengono alla sfera del personale addetto, se è vero quanto sostenuto da parte sindacale circa la grave carenza del personale stesso»; nelle considerazioni conclusive, nel descrivere gli incombenti alla lettera b) richiede testualmente che venga eseguito «accertamento della consistenza numerica del personale effettivamente addetto e della sua inadeguatezza in rapporto al numero dei detenuti»;

l'elevatissimo numero di detenuti non ha un corrispondente aumento del numero degli educatori, cosicché il rapporto detenuti/educatori risulta sempre più alto, come emerso da uno studio condotto da Carcere Possibile Onlus, secondo cui, ad oggi il rapporto educatore/detenuto è di circa 1 a 1000;

questa ormai insostenibile e inaccettabile discrasia comporta che ad ogni educatore spetta l'osservazione di un numero di reclusi troppo elevato con la conseguenza di poter dedicare una quantità di tempo ed attenzione via via inferiore ad ognuno di essi;

il risultato è che non sempre è possibile per il personale portare a termine le relazioni osservative che costituiscono parte integrante del percorso carcerario dei singoli individui e che sono necessarie per potere inoltrare istanze di affidamento o richieste di detenzione domiciliare -:

se non si intenda fornire informazioni in merito allo stato del procedimento per l'emanazione del sopraccitato decreto del Presidente del Consiglio dei ministri;

se il Governo non intenda assumere iniziative per rimuovere il blocco delle assunzioni e la ulteriore riduzione del 10 per cento delle piante organiche del comparto civile del DAP, come invece previsto dal decreto-legge n. 194 del 2009.

(4-08811)

Boffa interroga il ministro Alfano sull'assunzione dei 45 educatori idonei del concorso,occorre intervenire subito! carcere,governo,detenuti,giustizia,angelino alfano,politici,costituzione

Interrogazioni a risposta scritta:


BOFFA.

- Al Ministro della giustizia.

- Per sapere

- premesso che:

sono 60.067 i detenuti attualmente presenti nelle carceri italiane a fronte di una capacità regolamentare che non potrebbe oltrepassare la soglia dei 44.569 posti. Problema al quale si sommano la carenza di personale di polizia penitenziaria, all'appello mancano oltre 6.000 unità, e la non adeguata presenza, in termini numerici, di professionalità mediche specializzate nel sostenere i reclusi nel loro percorso di detenzione anche al fine di scongiurare atti gravi di autoviolenza;

tale situazione di sovraffollamento determina, evidentemente, conseguenze negative sulle condizioni di vita dei detenuti all'interno degli istituti di pena e sollecita interventi e misure affinché si possa dare piena attuazione al principio del rispetto delle condizioni umane dei reclusi, così come sancito nella Costituzione;

anche in previsione dell'annunciata costruzione di nuovi istituti di pena appare sempre più necessario procedere con l'incremento, oltre che degli agenti penitenziari, del numero degli operatori pedagogici e delle professionalità mediche idonee a garantire in ogni carcere, così come previsto dalla Carta costituzionale, l'attuazione del percorso di rieducazione del detenuto;

il 16 aprile 2004 è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 30 un concorso a esami, per 397 posti, inerente il profilo professionale di educatore, area C, posizione economica C1;

il 15 dicembre 2008 nel bollettino ufficiale del Ministero della giustizia n. 23, viene pubblicata la graduatoria ufficiale definitiva del suddetto concorso;

col bollettino ufficiale del Ministero della giustizia n. 12 del 30 giugno 2009 veniva avviata la procedura di assunzione soltanto dei primi 86 vincitori del suddetto concorso a cui sono seguiti altri 16 vincitori, come da bollettino ufficiale n. 16 del 31 agosto 2009;

il 12 aprile del 2010 vengono assunti anche i restanti 295 vincitori del concorso;

sono emerse ben 44 rinunce tra i vincitori che immediatamente avrebbero potuto essere coperte tramite scorrimento della vigente graduatoria;

in data 24 maggio 2010, tramite comunicazione scritta, il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria invita gli idonei utilmente collocati, a redigere in ordine di preferenza, un fax contenente le sedi rimaste vacanti dalle rinunce;

ad oggi, non si sono avute comunicazioni circa l'assunzione dei 44 idonei -:

se non ritenga il Ministro di intervenire in tempi brevi affinché si possa procedere celermente al completamento delle assunzioni dei 44 idonei suddetti, per i quali, è doveroso sottolinearlo, non c'è necessità di stanziare risorse aggiuntive rispetto a quanto già fatto in occasione dell'assunzione dei 295 vincitori suddetti, dato che i 44 educatori idonei subentrano per rinuncia.

(4-08810)

martedì 28 settembre 2010

Parla il volontario Andreoni: "Il carcere di Lucca,solo 3 educatori, ogni detenuto ha diritto ad un trattamento individualizzato. Come è possibile farlo con i numeri attuali? carcere.governo,detenuti,giustizia,angelino alfano,politici,politica,dap,costituzione,diritti

Parla Andreoni: "Il carcere di Lucca, pregi e difetti di una struttura ormai datata"

LUCCA, 28 settembre - Massimiliano Andreoni è un libero professionista. Collaboratore del Gruppo Volontari Carcere, consigliere della Conferenza Regionale Volontariato Giustizia (Crvg) della Toscana, è presidente della cooperativa Giovani e Comunitàed è membro del C.d.A. del Consorzio So&Codi cui la cooperativa è socia fondatrice.


Da oltre 20 anni opera presso il carcere di Lucca e altri penitenziari italiani (Massa, Pisa, ecc.)

Con il Gruppo Volontari Carcere coordina dal 2004 progetti di servizio civile; crea e realizza progetti di formazione per volontari e operatori sociali, progetti di informazione e sensibilizzazione del territorio, rivolti in particolare a scuole, associazioni, parrocchie; organizza eventi e seminari con la stessa finalità.

LoSchermo.it lo ha intervistato per cercare di capire quali sono le condizioni della casa circondariale di Lucca e in che modo vivono i detenuti.

Quali sono i problemi del carcere di Lucca?

"Quelli legati alla struttura. Insiste su un vecchio convento con un grande chiostro all’interno. Le sezioni sono degli enormi corridoi dove le celle corrispondono molto probabilmente a quelle che un tempo erano le celle dei frati. Era una struttura che non era nata per essere un carcere e oggi andrebbe ristrutturato.

Da anni non usufruisce di fondi per la manutenzione ordinaria e straordinaria. Probabilmente per scelte dell’ammistrazione centrale. Penso che ci sia una connessione con il fatto che Lucca rientra nella previsione dei 23 nuovi carceri da costruire. Questa è una politica del tutto cieca, perché si parla di 10 o 20 anni, quindi decidere di non spendere nell’attesa, è assurdo.

Lucca era nel 2005 sotto l’amministrazione Fazzi ed aveva firmato un primo accordo. Mi ricordo che l’allora ministro delle finanze, che poi è anche quello attuale GiulioTremonti, aveva inserito il carcere nel patrimonio S.p.a.: l’ipotesi era riuscire a venderlo e poi costruirne uno nuovo. Ma è evidente che la cosa non è andata in porto.

Poi sicuramente c’è il problema del sovraffollamento. La struttura ha una capienza di 90 detenuti ma ormai siamo stabilmente a 220. In una cella dove dovrebbero stare 2 persone, ce ne sono 5.

La polizia penitenziaria è sotto organico, sono circa 90, e gli educatori sono 3: uno ogni 75 persone. Anche l’educatore più bravo non può seguirli giornalmente. Il primo articolo della legge sul Sistema Penitenziario dice che ogni detenuto ha diritto ad un trattamento individualizzato. Come è possibile farlo con i numeri attuali?

Inoltre per una serie di problemi interni della Asl, non ci sono più gli assistenti sociali del Sert, che facevano da filtro per contattare le comunità. Ora i detenuto non sanno a chi rivolgersi".

A Lucca serve un nuovo carcere?

"Penso di no. La costruzione di un nuovo carcere, laddove corrispondesse veramente ad un miglioramento della vita dei detenuti o di chi ci lavora, mi troverebbe anche favorevole, ma l’esperienza insegna che nessuna nuova struttura non ha mai corrisposto a questo.

Cito l’esempio di Sollicciano, che è innanzi tutto un colpo in un occhio nella pianura fiorentina. E’ stato costruito per 500 persone e dopo pochi mesi ne ospitava 1000. Allora dov’è il miglioramento?

Inoltre il carcere di Lucca, per come è strutturato, ha delle peculiarità che sarebbe un peccato perdere: ad esempio le celle rimangono aperte fino a tardi, e c’è una socialità. I carceri moderni sono fatti a cancelli. Perché perdere anche quello che c’è di buono?

Per non parlare del fatto che se costruiscono un nuovo carcere, innanzitutto sarebbe da 300 o 400 posti. A quel punto dovrebbero essere ospitati anche i condannati a pene gravi. Se è detenuto un mafioso la famiglia comincia a trasferirsi. Lo vogliamo a Lucca? Non credo che questo gioco forza convenga.

Se ci sono delle risorse da spendere spendiamole in questa struttura per migliorarla".

Che tipo di detenuti ospita?

"In realtà quello di Lucca non è un carcere ma una casa circondariale, il che vuol dire che accoglie soltanto un certo tipo di detenuti, quelli in attesa di giudizio - che secondo la costituzione, sono innocenti- oppure persone che hanno un tetto massimo di pena di cinque anni. Per questo è vissuto da tutti come un luogo di passaggio.

Se li devo mettere in una categoria, ci sono i poveri. Tossicodipendenti, immigrati, persone che vivono sotto la soglia di povertà e malati mentali. Sarò stato sfortunato io, ma in 22 anni non ho ancora trovato un detenuto per cui il reato sia andato in prescrizione. In prescrizione vanno i reati tipici dei ‘colletti bianchi’, politici, imprenditori. I ‘disgraziati’ rientrano in un'altra categoria..

Vorrei aggiungere che le persone considerate pericolose, in carcere, sono meno del 10% del totale. Per questo dobbiamo fare una riflessione: alcuni stanno ‘dentro’ al massimo 10 giorni. A cosa serve? Bisognerebbe pensare a dei meccanismi che riducano gli ingressi".

Ad esempio?

"Bisognerebbe migliorare i sistemi di detenzione alternativi. Secondo i dati ministeriali il 70% di chi termina la pena in carcere, è soggetto a recidiva. Mentre il 90% di chi la termina con le misure alternative, ha esiti positivi. E non sottovalutiamo che sarebbe anche un risparmio per lo Stato, con un risultato migliore.

Visto che esclusi i pochi ergastolani, tutti gli altri, escono. Il nostro interesse dovrebbe essere quello di far uscire persone migliori, ma se costruiamo una specie di recinto dove la gente vive in cattività, uscirà sicuramente più arrabbiata. Qual è il miglioramento in termini di sicurezza? Questo modo di vedere le cose è poco lungimirante".

Come si vive in carcere?

"Nel carcere si vive sperando che la detenzione duri il meno possibile. Il tempo si passa nell’ozio che è quanto di peggio ci possa essere, perché nella non attività è molto facile essere avvicinato dal delinquente abituale, che vede in te, giovane appena arrivato una possibilità. Il lavoro che sarebbe una richiesta di tutti, soffre di una crisi ancora maggiore che fuori.

Inoltre lo Stato italiano fornisce al detenuto solamente un lenzuolo ed un saponetta. Al resto, quando c'è, ci pensa la famiglia. Vengono così a crearsi situazioni in cui alcuni hanno beni in esubero, ad esempio sigarette, che cedono in cambio di favori sessuali".

Quali sono le figure professionali che vi operano?

"Sono due le figure professionali importanti, che afferiscono al ministero della giustizia e: la polizia penitenziaria, che si occupa della sicurezza, e gli educatori, che curano il così detto trattamento. E poi, ovviamente, ci sono il direttore ed il personale che che collabora con la struttura: uno psicologo, il Sert, i medici. E’ una macchina complessa che avrebbe bisogno di una ristrutturazione generale, ma in questo Lucca non si discosta molto dalle altre realtà".

Perché tanti suicidi?

"I suicidi avvengono ovviamente fra i più fragili, come i tossicodipendenti o gli stranieri, ci si suicida sniffando il gas o appendendosi con le lenzuola. A Lucca ci sono stati dei tentativi di suicidio, che sono stati fermati grazie alla prontezza della polizia penitenziaria. Ma bisognerebbe pensare a come prevenirli.


A Sulmona, carcere modernissimo, c’è la più alta densità di suicidi. Nonostante questo un ministro lo ha definito ‘hotel a tre stelle’.


Io in un hotel a 3 stelle non mi suicido".

venerdì 24 settembre 2010

La protesta del volontariato:stanziare soldi per educatori e psicologi che possono prevenire i suicidi dei detenuti! carcere,governo,detenuti,angelino alfano,politici,giustizia,educatori penitenziari

Carceri. La protesta del volontariato: ripristinare la legalità nel sistema penitenziario




“E’ necessario ripristinare la legalità nel sistema penitenziario”: è la denuncia di oltre 50 tra federazioni, associazioni di volontariato e garanti regionali che oggi, in sit-in, davanti al Parlamento, hanno ribadito la necessità di risolvere il problema del sovraffollamento, scongiurare il dramma dei suicidi, 45 dall’inizio dell’anno, e introdurre misure alternative alla pena. Massimiliano Menichetti ha intervistato Lillo Di Mauro, presidente della Consulta permanente cittadina del Comune di Roma per i problemi penitenziari, tra i promotori dell’iniziativa:


R. – Bisogna dire basta ad una condizione di inciviltà in cui versano le carceri del nostro Paese!


D. – 69 mila i detenuti presenti oggi nelle oltre 200 carceri italiane. Tutte le regioni di fatto sono in esubero...


R. – Il problema si può risolvere se il Parlamento e il Governo ne avessero intenzione, perché i condannati per i reati di mafia sono pochissimi: pensi ad un 37 per cento di detenuti tossico-dipendenti e ad oltre il 30 per cento di detenuti immigrati. Pensi che il 50 per cento dei detenuti non sono condannati definitivi. Basterebbe rivedere alcune leggi ingiuste. Un condannato per tossicodipendenza tutt’al più lo si manda in una comunità per essere recuperato. L’immigrato che mette piede sul nostro suolo e non ha un permesso di soggiorno, non può essere messo in una prigione. Dovrebbero essere accolti invece che imprigionati. Se proprio vogliamo applicare la legge, che si trovino i fondi e lo si rimandi a casa sua.


D. – Tutti i governi - voi affermate - hanno sempre promesso interventi nei confronti delle carceri, ma poi nessuno, di fatto, ci ha mai messo mano...


R. – Certamente. L’ultimo governo Prodi, nonostante le nostre proteste, non ha proprio fatto nulla. Il precedente governo Berlusconi assolutamente no. Si parla di costruire nuove carceri. Bisogna sapere che non riescono ad aprire le nuove carceri, che già ci sono, perché non c’è personale di polizia penitenziaria. Non ci sono i soldi. Ogni finanziaria che viene approvata taglia i fondi necessari alla polizia penitenziaria, ma anche alle aree pedagogiche e quindi agli educatori e quindi agli psicologi, che possono prevenire il fenomeno dei suicidi. Non ci sono i soldi per la salute in carcere, che è un diritto essenziale di qualsiasi persona.


D. – Questo per ribadire anche la questione del recupero dell’individuo che ha commesso il reato...


R. – Questo lo dice la nostra Costituzione, questo lo dice la riforma e la legge Gozzini dell’86. Le persone che compiono reati vanno recuperate, perché, tra l’altro, se non si recuperano, uscendo dal carcere senza avere usufruito di attività di recupero e di reinserimento, escono più arrabbiate, escono senza prospettive future e, inevitabilmente, vanno a delinquere di nuovo. Qui non si vuol liberare i detenuti. Noi invece vogliamo che il nostro Paese sia un Paese civile, che garantisca i diritti anche a coloro che infrangono le regole.

Anche le organizzazioni di volontariato,oggi in sciopero,chiedono alla politica l'assunzione di educatori e psicologi! carcere,governo,detenuti,angelino alfano,politici,giustizia

« Ora la Politica ci ascolti »

Dina Galano


INTERVISTA . Lillo Di Mauro, Presidente della Consulta penitenziaria di Roma e responsabile carcere dei Verdi: « Servono Soluzioni rapide e condivise con chi opera Tutti I Giorni in questo Semper Realtà Più in » difficolta .

«Non Vero SI Tratta di ONU Sciopero perche vorremo mai privare i detenuti ANCHE del Nostro Intervento » . Lillo Di Mauro, Presidente della Consulta penitenziaria di Roma e responsabile carcere dei Verdi, Precisa le ragioni della mobilitazione di Oggi Nei penitenziari .



Oggi Il Mondo del Volontariato in Carcere incrocia le braccia . Una decisione obbligata ?

Considerate le gravissime in CUI CONDIZIONI Versano i penitenziari Colomba SONO DI = essenziali negati i detenuti ma ANCHE AI AI Lavoratori del carcere , Il Volontariato non poteva restare UNO Guardare . Dalle sporadiche e dell'individuo Iniziative SI e passati all'unione di TUTTE LE Realtà significative Che intervengono in Carcere a vita UNO OSARE Una protesta Che non limiterà Al Si siedono in ma intende proseguire con Iniziative in " tutti " Gli istituti FINO A quando Il Governo e parlamento Il non apporteranno le modifiche necessarie e indispensabili Gli Interventi .



Quanta Parte giocano Associazioni e cooperative NELLA Tutela dei Diritti dei detenuti Gestiti ?

Si puo dire Che ESSI NE SONO Gli Interpreti Principali . Basti troverebbero mai dimenticato Che i detenuti Lavoro non se non ci fossero le cooperative di Tipo B e Il Che, se all'interno dei penitenziari non operassero Volontari e Operatori delle cooperative con Azioni di Recupero e reinserimento Che vanno dall'aiuto Personale Alla Formazione , Alle Attività Culturali , Sociali e Sanitarie , Tutto Il Sistema imploderebbe .



Il sovraffollamento delle Nazioni Unite e aggravante di Tanti Problemi . Realtà Che vi scontrate Con ?

Innanzitutto con l ' esasperazione degli Operatori di Che SONO costretti Uno A intervenire su Pochi Una moltitudine di Persone portatrici di problematiche complesse , con Il Che Regole UNO Volte vanificano Gli Interventi programmaticamente . Vieni avviene con quei detenuti frequentano il Che Il un'attività lavorativa oppure la guida la Guida di Formazione Che, Una Poco Causa del Personale di Polizia penitenziaria Che DEVE accompagnarli aprire le celle ed, Arrivano Tardi EA Volte Arrivano Proprio non. Ma UNO SI DEVE tempo condensato aggiungere la fatiscenza degli istituti .



Quali SONO le Vostre Richieste e qualifiche Misure dovrebbero Essere Prese nell'immediato ?

Per risolvere Il Problema del sovraffollamento di Nuovo bisognerebbe pretendere provvedimento urgente delle Nazioni Unite e dall'effetto Immediato venire l ' indulto . Tuttavia non tempo condensato e La Nostra Richiesta perche siamo consapevoli di Che sarebbe osteggiata Dalla maggioranza e da gran ANCHE Parte dell'opposizione . Ma soprattutto non risolverebbe i Problemi strutturali Che dipendono da Leggi venire la Bossi- Fini sull'immigrazione , la Fini- Giovanardi Sulle tossicodipendenze , la cosiddetta ex Cirielli Silla recidiva . Chiederemo Alle Commissioni Giustizia di Camera e Senato di intervenire con l ' Una Diversa Modalità di Applicazione della custodia cautelare , per l ' Assunzione di educatori e psicologi , di mediatori Culturali » , di rivedere i Tagli Alla Spesa Sociale. Di avviare , insomma, l ' iter parlamentare per offrire Soluzioni al sovraffollamento , rapide e condivise con chi opera quotidianamente in carcere .

mercoledì 22 settembre 2010

Carcere:volontariato penitenziaro pronto a scendere in piazza, dopodomani sit-in a Roma. detenuti,governo,angelino alfano,politici,giustizia,costituzione

Giustizia: volontariato penitenziaro pronto a scendere in piazza, dopodomani sit-in a Roma


Redattore Sociale, 22 settembre 2010



Chiedono il “ripristino della legalità” e l’inserimento in circuiti alternativi per chi è in attesa di giudizio, tossicodipendenti, migranti, madri con figli, psichiatrici e sieropositivi. Domani l’audizione alla Camera delle associazioni. (oggi)

Le associazioni di volontariato che operano nel carcere hanno convocato per il 24 settembre un sit in a Montecitorio e un’assemblea nazionale per chiedere al governo di affrontare il problema del sovraffollamento e “ristabilire la legalità”. Sono sati anche programmati scioperi nelle carceri. L’iniziativa è promossa da Consulta penitenziaria del comune di Roma, Conferenza Nazionale Volontariato Giustizia, Seac, Ristretti Orizzonti, Arci Nazionale, Cnca, Gruppo Abele, Uisp, Forum Droghe, Consorzio Open, Fondazione Villa Maraini, Lila, Forum nazionale per la tutela della salute dei detenuti e degli internati, Legacoopsociali nazionale.

Ci sarà anche il volontariato di giustizia veneto, in forze, il 24 settembre davanti al Parlamento per chiedere - con le parole del presidente della Conferenza regionale volontariato giustizia, Maurizio Mazzi - “il ripristino della legalità nelle carceri, la revisione delle leggi che incarcerano e la presa in carico di tutte quelle persone che, con differenti problematiche, affollano le celle: tossicodipendenti, alcolisti, malati psichici, immigrati senza permesso di soggiorno”. Una delegazione veneta già oggi si è recata a Roma perché domani parteciperà, insieme alle altre voci dal carcere, all’audizione sulla situazione degli istituti penitenziari in commissione Giustizia della Camera. Dopo tante parole e sollecitazioni il mondo del volontariato, che in Italia conta oltre settemila persone, ha deciso di far sentire la propria voce e le proprie richieste attraverso lo sciopero. Così anche gli istituti penitenziari veneti per un giorno faranno a meno dei volontari: per 24 ore niente accompagnamento, assistenza nel disbrigo di pratiche, niente formazione professionale e scuola, gestione di servizi, attività culturali, ricreative e sportive. Niente reinserimento sociale, ricerca di lavoro per i detenuti in misura alternativa o a fine pena, niente mediazione culturale o sostegno psicologico.

Aderendo allo sciopero, il volontariato veneto chiede “di riconsiderare la necessità di avviare l’iter parlamentare per apportare soluzioni al sovraffollamento rapide e condivise con chi in carcere lavora o opera a titolo di volontariato” riassume Mazzi, che denuncia uno “scarto” tra la realtà carceraria e le leggi “che hanno riempito a dismisura le strutture detentive esistenti”. Si tratta di un gap che “deve essere colmato con la riforma di alcune norme, per risolvere strutturalmente i problemi del sovraffollamento attraverso la scarcerazione e l’inserimento in circuiti alternativi di detenuti in attesa di giudizio, tossicodipendenti, migranti, malati di Aids, madri con figli fino a tre anni, malati psichiatrici, persone detenute affette da gravi patologie”. Se così non fosse, si correrà il rischio di far diventare le carceri italiane “una polveriera come lo furono, per chi ha memoria, quelle di prima della riforma del 1975”. Molti sono i temi caldi all’ordine del giorno, dal Piano carceri al sovraffollamento, dalle misure alternative ai detenuti tossicodipendenti: tutti temi su cui i volontari italiani si propongono di intavolare un dibattito.

45 educatori penitenziari possono essere assunti a costo zero, ma entro l’anno! carcere,governo,detenuti,politici,giustizia,angelino alfano,educatori penitenziari,

Lettere: 45 educatori penitenziari possono essere assunti a costo zero, ma entro l’anno


Ristretti Orizzonti, 22 settembre 2010



Ai senatori della commissione giustizia del Senato.

Illustre Senatore,

 il Comitato vincitori idonei del concorso per educatori penitenziari, intende segnalarLe una gravissima vicenda che sta avendo luogo proprio in questo delicatissimo momento in cui le nostre carceri si trovano in pieno stato emergenziale.

Come ben saprà, esiste una graduatoria, ancora vigente, relativa ad concorso pubblico per esami a 397 posti nel profilo professionale di Educatore, Area C, posizione economica C1, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 30 del 16 aprile 2004, indetto con Pdg 21 novembre 2003.

Dopo ben quattro anni di procedura concorsuale, il 15 dicembre 2008 nel Bollettino Ufficiale del Ministero della Giustizia n. 23, veniva pubblicata la graduatoria ufficiale definitiva del suddetto concorso. Solo nel Bollettino Ufficiale del Ministero della Giustizia n. 12 del 30 giugno 2009 veniva avviata la procedura di assunzione soltanto dei primi 86 vincitori del suddetto concorso a cui seguirono altre 16 vincitori, come da Bollettino Ufficiale n. 16 del 31 agosto 2009.

Infine, il 12 aprile del 2010 è avvenuta l’assunzione dell’ultima trance rimanente, ovvero dei restanti 295 vincitori. In tale data, con qualche aggiunta successiva, sono emerse ben 45 rinunce tra i vincitori che immediatamente avrebbero potuto essere coperte tramite scorrimento della vigente graduatoria ed in data 24 maggio 2010, tramite comunicazione scritta, il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria ha invitato gli idonei utilmente collocati, a redigere in ordine di preferenza, un fax contenente le sedi rimaste vacanti dalle rinunce.

Da quel momento non si hanno più notizie circa l’assunzione di questi 45 idonei per la quale gli uffici competenti del Dap non hanno nessuna risposta in merito ai tempi di assunzione.

Sappiamo che presso l’ufficio concorsi del Dap, le sedi rimaste vacanti dalle rinunce del 12 aprile sono già state assegnate ai 45 educatori anzidetti e che i decreti di assunzione di questi ultimi non possono essere emessi in quanto si attende il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri per la riduzione delle piante organiche, come previsto dalle recenti leggi.

Purtroppo, non siamo a conoscenza di quale sia lo stato del procedimento per l’emanazione del detto Dpcm, nonostante diversi mesi siano trascorsi,ciò che è certo è che per l’assunzione dei 45 educatori non deve essere stanziato neanche un Euro in più rispetto a quanto già fatto in occasione dell’assunzione dei 295 vincitori suddetti, dato che questi 45 educatori idonei subentrano per rinuncia.

Infatti, l’assunzione dei 45 educatori idonei, adesso divenuti a pieno titolo vincitori di concorso, è praticamente a costo zero, in quanto subentrano per rinuncia, e quindi praticamente facenti parte di un provvedimento già precedentemente autorizzato (con le assunzioni del 12 aprile 2010).

Si segnala anche che non assumendo questi 45 educatori entro il 2010, gli stanziamenti economici anzidetti verranno persi e che la graduatoria cesserà di avere validità proprio nel 2011.

Vogliamo, ancora segnalare che la Sezione di controllo sulla gestione delle Amministrazioni dello Stato in adunanza congiunta dei Collegi I e II del 13 luglio 2010 della Corte dei Conti con deliberazione 19/2010/G sostenendo che “tale accelerazione nella realizzazione di nuove strutture penitenziarie non possa andare disgiunta da altre misure necessarie per il loro funzionamento,che attengono alla sfera del personale addetto, se è vero quanto sostenuto da parte sindacale circa la grave carenza del personale stesso”, alla lettera b degli incombenti richiede testualmente che venga eseguito “accertamento della consistenza numerica del personale effettivamente addetto e della sua inadeguatezza in rapporto al numero dei detenuti”.

Inoltre, sarà di imminente discussione al Senato il disegno di legge n. 2313 sulle Disposizioni relative all’esecuzione presso il domicilio delle pene detentive non superiori ad un anno presentato dal Ministro Alfano e già approvato il 30 luglio 2010 dalla II Commissione Permanente (Giustizia) della Camera dei Deputati, in cui all’art. 5 viene contemplato un necessario e imprescindibile “adeguamento numerico e professionale della pianta organica del Corpo della Polizia penitenziaria e del personale civile del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria del Ministero della Giustizia anche in relazione all’entità numerica della popolazione carceraria e al numero dei posti esistenti e programmati nonché al numero dei condannati in esecuzione penale esterna”.

Inoltre, in occasione del riesame del ddl 2313 sulla detenzione domiciliare alla Commissione Giustizia del senato questo Comitato ritiene necessario svolgere alcune osservazione. Un provvedimento importante come il ddl Alfano che vede quale punto centrale per la risoluzione del sovraffollamento carcerario la misura alternativa alla detenzione concessa, per i soggetti già detenuti, sulla base della relazione comportamentale dell’istituto, richiede, necessariamente, un adeguamento del personale dell’area deputata al trattamento, in quanto a fronte di una popolazione detenuta che ha ormai raggiunto quota 69.000 detenuti, la carenza di personale educativo rischierebbe di provocare una vera e propria implosione del sistema penitenziario.

L’elevatissimo numero di detenuti non ha un corrispondente aumento del numero degli educatori, cosicché il rapporto detenuti/educatori risulta sempre più alto, come emerso da uno studio condotto da Carcere Possibile Onlus, secondo cui, ad oggi il rapporto educatore/detenuto è di circa 1 a 1000 . Questa ormai insostenibile e inaccettabile discrasia comporta che ad ogni educatore spetta l’osservazione di un numero di reclusi troppo elevato con la conseguenza di poter dedicare una quantità di tempo ed attenzione via via inferiore ad ognuno di essi.

Il risultato è che non sempre è possibile per il personale portare a termine le relazioni osservative che costituiscono parte integrante del percorso carcerario dei singoli individui e che sono necessarie per potere inoltrare istanze di affidamento o richieste di detenzione domiciliare. Perciò c’è chi rimane in carcere per “l’insufficienza della documentazione prodotta”.

Orbene, se già ora le relazioni giungono in ritardo non si comprende come possa riuscire il ddl Alfano, senza l’incremento di personale educativo, fare i conti con la realtà penitenziaria. Con queste cifre non sarà possibile attuare il ddl Alfano perché non si potrà rispondere tempestivamente alle incombenze del personale pedagogico interessato alla produzione delle relazioni comportamentali ex art. 1 comma 3.

L’incremento di unità di personale pedagogico è condizione imprescindibile per la concreta applicazione di quanto previsto nel ddl 2313. Pochi educatori significa: poche relazioni da inviare alla magistratura di sorveglianza, impossibilità di attuare il trattamento, inasprimento delle condizioni di detenzioni.

Tuttavia un simile adeguamento non sarà mai possibile senza un apposito piano straordinario di assunzioni di nuove unità che ne specifichi i tempi di attuazione e le modalità di finanziamento.». per poter fare ciò è assolutamente necessario esclude il Dap dalla riduzione della pianta organica e dal blocco delle assunzioni. Per tali ragioni Le chiediamo,egregio senatore, di adoperarsi per la presentazione di un emendamento finalizzato ad eliminare il blocco delle assunzioni e la ulteriore riduzione del 10% delle piante organiche del comparto civile del Dap per come invece previsto dalla legge n. 25/2010.

Pertanto, questo Comitato auspica un Suo intervento in merito all’immediata assunzione dei 45 educatori idonei in attesa, vista la ristrettezza dei tempi e le impellenti necessità che il mondo carcerario vive e unitamente auspica che la richiesta di adeguamento delle piante organiche sopra citato trovi pieno repentino e accoglimento presso la 2° Commissione permanente del senato tutta, per poter finalmente garantire una piena applicazione dell’articolo 27 della nostra Costituzione. Fiduciosi di un Suo certo interessamento, restiamo in attesa di una risposta, rendendoci disponibili per qualsiasi altro chiarimento.



Il Comitato vincitori/idonei del concorso per educatori penitenziari

Referente avv. Anna Fasulo

martedì 21 settembre 2010

Lettera di un gruppo di educatori penitenziari della Toscana:mentre il ministero sperpera 4,8 milioni di euro per finanziare un'agenzia,Anrel(sconosciuta)gli educatori penitenziari non riescono a svolgere le loro funzioni per carenza di organico,vergogna! carcere,detenuti,angelino alfano,politici,giustizia

Lettera: agli operatori del trattamento mancano soldi e personale, ma l’Anrel riceve 4,8 milioni €


Ristretti Orizzonti, 20 settembre 2010



Nelle settimane della pausa estiva abbiamo saputo della nascita della Anrel, una Agenzia che ha ricevuto un notevole finanziamento dal Ministero. Come hanno già fatto le associazioni di volontariato e anche altri soggetti riteniamo di dover portare il nostro contributo critico a questa scelta, venuto fra l’altro in un momento così difficile per il mondo penitenziario che attende risposte incisive e risolutorie.

La notizia della attivazione della Anrel (Agenzia Nazionale per il Reinserimento e il Lavoro) con il finanziamento di Cassa Ammende per un importo di 4,8 milioni di euro non deve far insorgere solo il volontariato ma anche noi operatori che da anni lavoriamo quotidianamente per il reinserimento del detenuto e conosciamo troppo bene il gravissimo momento che il sistema carcerario attraversa e che non necessita di notizie trionfalistiche e generiche, ma piuttosto di interventi concreti e mirati. Gli operatori del trattamento ogni giorno devono trovare soluzioni per i disagi dei 68.000 detenuti presenti negli istituti, senza avere a disposizione né risorse economiche, né umane, né strumentali. Un finanziamento di tale portata potrebbe essere giustificato se concesso per i risultati ottenuti o per l’affidabilità dell’Ente che lo promuove. In questo caso, per ammissione della stessa Fondazione, le precedenti sperimentazioni che sono relative al progetto “Fondo Don Sturzo” dal 2003 hanno reso possibile un percorso di reinserimento per solo 12 detenuti. La Convenzione stipulata con il Ministero, appunto nel 2003, dalla quale prende avvio l’Agenzia, e che trattava appunto l’avvio al lavoro di detenuti in ambito regionale siciliano, non pensiamo dovesse avere certo aspettative così risicate e quindi non si capisce come si possa aver dato credito ad un organismo che ha esperienza limitata in ambito carcerario e non ha ottenuto comunque gli esiti prospettati. Nei documenti che è dato consultare si fa riferimento costante all’esperienza in corso nel Fondo “Don Sturzo”, ma non è possibile capire quale sia lo stato del progetto visto che l’aggiornamento del sito è fermo al 2004. In giro per l’Italia vi sono numerosi altri progetti con gli stessi obiettivi assegnati all’Agenzia, quali la preparazione di una banca dati sul curriculum dei detenuti, uno anche promosso dalla stessa Direzione Generale Detenuti e Trattamento, uno in Toscana tramite finanziamenti degli enti locali. Nessuno però ha modificato la situazione lavorativa dei detenuti che restano disoccupati o inoccupati durante e soprattutto dopo la carcerazione. E comunque nessuno ci sembra è costato così tanto. Le esperienze portate avanti dal volontariato e dal terzo settore a livello nazionale, come quelle della Conferenza Nazionale del Volontariato Penitenziario, che tanto utili sono per mantenere una esistenza minimamente dignitosa in carcere, avrebbero fatto ritenere utile un diverso approccio ed un coinvolgimento più ampio di queste realtà. Fra l’altro in questo momento di ristrettezze economiche e di tagli spesso indiscriminati, sembrerebbe veramente poco opportuno impegnare cifre così elevate per tre anni (tanto dura il progetto) con obiettivi che sembrano assai fumosi. Infine, ma non perché meno importante, si riterrebbe poco conveniente il continuo rimando sia nella convenzione che nel progetto a motivazioni di tipo spirituale e religioso in considerazione della natura laica del nostro Stato e della facile strumentalizzazione degli utenti a cui l’iniziativa è rivolta.

Un gruppo di educatori penitenziari della Toscana

Fleres interroga il ministro Alfano sull'assunzione dei 45 educatori in attesa di firma della funzione pubb lica,il ministro rispondera'? carcere,governo,detenuti,politici,giustizia,angelino alfano

FLERES



- Al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione

- Premesso che:

il 16 aprile 2004 è stato bandito un concorso pubblico per esami per la copertura di 397 posti nel profilo professionale di educatore penitenziario;

la graduatoria ufficiale e definitiva del predetto concorso è stata pubblicata nel dicembre 2008;

tra giugno e agosto 2009 sono stati assunti i primi 102 vincitori, mentre i restanti 295 vincitori sono stati assunti nel mese di aprile 2010;

considerato che a quanto consta all'interrogante:

45 vincitori avrebbero rinunciato all'assunzione;

il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria (DAP) avrebbe già provveduto a colmare la vacanza dei predetti 45 posti attraverso lo scorrimento della graduatoria dei candidati risultati idonei al concorso stesso;

i decreti di assunzione sarebbero già stati predisposti ma sarebbero in attesa di essere autorizzati da un apposito decreto del Presidente del Consiglio dei ministri e dal Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione;

considerato, inoltre, che:

l'assunzione dei 45 idonei non comporterebbe alcun aggravio sul bilancio dello Stato;

la graduatoria degli idonei cesserà di avere validità nel 2011;

l'interrogante il 5 maggio 2010 ha presentato un atto di sindacato ispettivo (4-03108), ad oggi ancora senza risposta, per sapere, tra l'altro, se poteva essere prorogato il periodo di validità della graduatoria degli idonei,

si chiede di sapere se risulti quanto sopra riportato e, in caso affermativo, se e quali iniziative il Presidente del Consiglio dei ministri e il Ministro in indirizzo intendano porre in essere al fine di accelerare le procedure di assunzione dei 45 idonei per dare copertura ai posti di educatore rimasti ancora vacanti.

domenica 19 settembre 2010

Operatori del Prap della Toscana: 9000 agenti penitenziari anzicche' lavorare dentro le carceri sostituiscono gli operatori del comparto civ ile del Dap.Occorre assumere personale civile perche' 9000 agenti devono ritornare a lavorare dentro le carceri! giustizia,detenuti,angelino alfano,politici

Lettere: la carenza di personale nelle carceri e l’annunciata assunzione di 2.000 poliziotti





Siamo operatori dell’Amministrazione penitenziaria e vogliamo fare pubblicamente una proposta, che necessita di una breve premessa: a giudicare dalle dichiarazioni ufficiali, sembra che tutti ignorino che la carenza di personale dirigenziale e tecnico amministrativo del dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (dirigenti, educatori, assistenti sociali, contabili, formatori, tecnici vari e operatori amministrativi) è molto più alta rispetto alla carenza di personale di polizia penitenziaria, rispettivamente: -3.056 su 9.487 (-32,21%) e -3.029 su 41.268 (-7,3%) (dati Dap al 31 maggio 2010).

Possiamo comprendere che il cosiddetto allarme “sicurezza” induca il Ministro ed i vertici del Dipartimento a prestare maggiore attenzione ai numeri di quegli operatori che hanno il compito primario di garantire la sicurezza e l’ordine rispetto agli altri, il cui compito primario è invece rispettivamente quello di dirigere, coordinare, orientare risorse umane e gestire risorse materiali, di garantire sostegno, osservazione e trattamento per quasi il doppio dei detenuti previsti, di destinare oculatamente i pochissimi fondi assegnati, di garantire la manutenzione delle strutture fatiscenti, di fornire supporto amministrativo per tutti questi compiti, ecc.

In tempi di “emergenza”, del resto, non si può troppo sottilizzare, si dirà, né perdere tempo a ragionare sulla natura e la qualità degli interventi che lo Stato può mettere in campo per garantire la sicurezza dei cittadini. Ci adeguiamo. Non possiamo o non riusciamo a fare altro, fermo restando l’impegno costante e a volte vano di tentare di garantire almeno l’irrinunciabile.

Ci pare però opportuno evidenziare un dato, che a noi sembra significativo e che tutti gli addetti ai lavori conoscono, ma che non produce stranamente pensieri e proposte conseguenti: moltissime unità di polizia penitenziaria lavorano all’interno dei tanti uffici dell’amministrazione, sia nelle strutture periferiche, cioè gli Istituti penitenziari, sia soprattutto nei Provveditorati regionali e più ancora presso lo stesso Dipartimento a Roma, negli uffici del Ministero o in altre sedi le più varie, per un totale di circa 9.000 unità (da un articolo di Andrea Garibaldi sul Corriere della Sera del 24 agosto 2009).

Perché? Fra gli altri motivi, perché la carenza di personale amministrativo è tale, che si rende necessario distogliere gli agenti dalle sezioni detentive per permettere l’espletamento delle indispensabili pratiche amministrativo - burocratiche, ferma restando l’impossibilità di sostituire personale di certi ruoli con ruoli diversi.

Il numero reale è uno strano mistero sul quale non si riesce neanche dal di dentro a fare luce. Stima la Uil (sempre secondo quanto riportato dall’articolo summenzionato), che circa 2.500 unità di polizia penitenziaria sono impiegate negli istituti all’interno degli uffici, senza quindi contare quelle distaccate presso i Provveditorati o il Dipartimento o altre sedi.

Già soltanto questo numero è maggiore delle duemila assunzioni annunciate dal Ministro Alfano. La nostra proposta è molto semplice e praticabile: assumere duemila operatori amministrativi invece dei duemila poliziotti penitenziari.

I motivi sono molti: i poliziotti presenti negli uffici potrebbero finalmente tornare a svolgere i loro compiti istituzionali, supportando i loro colleghi che oggi affrontano un carico di lavoro molto pesante, come giustamente sottolineato quotidianamente dai sindacati, dalla stampa e dalla stessa Amministrazione; gli uffici amministrativi riceverebbero supporto per svolgere la pesantissima mole di pratiche necessarie all’andamento degli istituti, quel supporto oggi offerto dalle unità di polizia penitenziaria distolte dal servizio istituzionale; soprattutto lo Stato, e quindi i cittadini, ricaverebbero un risparmio enorme, che non siamo in grado di quantificare, ma il Ministro Tremonti saprebbe farlo, poiché - e questa ci sembra la ciliegina sulla torta - un poliziotto penitenziario - già all’inizio della sua carriera ed anche se lavora di fatto in compiti amministrativi - costa molto di più di un operatore del comparto ministeri e gode di benefici contrattuali dal punto di vista normativo oltre che economico che sono una chimera per gli operatori cosiddetti “civili” dell’amministrazione penitenziaria.

Oggi, se non è chiaro, lo Stato paga quotidianamente per le prestazioni amministrative cifre molto più alte di quelle che pagherebbe se le stesse mansioni fossero svolte dalle categorie di personale previsto dalla legge, lasciando scoperte le sezioni detentive ed erogando parallelamente centinaia di migliaia di euro di straordinario ai poliziotti che in sezione ci lavorano.

Insomma, converrebbe a tutti assumere personale civile nell’Amministrazione penitenziaria. La carenza di organico di polizia penitenziaria è - almeno in parte - “virtuale”, è cioè la conseguenza della carenza di personale amministrativo, oggi sostituito dai poliziotti. È l’uovo di Colombo. Eppure nessuno ci aveva pensato. Era nostro dovere di cittadini farlo presente. Personale “civile”. Che il Ministro Brunetta sappia che nell’amministrazione pubblica operano molte persone “civili”, non solo fra le forze dell’ordine.



Un gruppo di operatori del Prap della Toscana

Interrogazione sul carcere di Lecce:in servizio solo 8 educatori sui 14 previsti in organico| carcere,governo,detenuti,giustizia,politici,angelino alfano

Interrogazione a risposta scritta:


ZAMPARUTTI, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e MAURIZIO TURCO. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:

nel corso della visita ispettiva di esponenti radicali, il 19 agosto 2010, nel carcere di Lecce, a fronte di capienza regolamentare di 650 posti e una capienza tollerata di 1.100, si è registrata la presenza di 1.471 detenuti (divenuti nel frattempo 1.485, secondo un comunicato stampa della UIL del 27 agosto);

il carcere di Borgo San Nicola ha così raggiunto il record storico per numero di detenuti e risulta essere il secondo per sovraffollamento in Italia;

in quasi tutte le celle, di circa 10 metri quadrati, originariamente previste per ospitare un solo detenuto, sono allocati letti a castello a tre piani, il che non assicura nemmeno i 3 metri quadrati calpestabili a testa, considerato lo spazio minimo al di sotto del quale si configura un trattamento disumano e degradante secondo la Corte europea per i diritti umani;

le celle non sono provviste di doccia, ed essendo le 28 docce in comune a giudizio degli interroganti non del tutto efficienti, con i piatti delle stesse che hanno perso l'impermeabilità e le conseguenti infiltrazioni tra i vari piani finiscono per interessare il box in uso al personale di sorveglianza ai passeggi;

erano evidenti incrostazioni e un'abbondanza di muffe che richiamano la necessità di interventi urgenti, anche sul piano della salubrità;

nel carcere, dotato di un sistema fognario realizzato a suo tempo per un numero nettamente inferiore di detenuti, continuano a verificarsi problemi di scarico che per evitare rotture all'impianto soprattutto d'estate consigliano la sospensione

forzata di fornitura d'acqua per consentire il rinvaso nelle vasche di raccolta;

nei turni notturni salta, per molte ore, l'energia elettrica e i gruppi elettrogeni interni non sono per nulla sufficienti a sostituire la rete pubblica, lasciando il personale e la popolazione detenuta nel totale buio e isolamento;

è stato segnalato inoltre un generalizzato aggravamento delle condizioni strutturali soprattutto per quanto concerne le infiltrazioni di acque piovane; dalle intercapedini di giuntura tra i prefabbricati e dai tetti, infatti, le copiose infiltrazioni interessano anche i punti di derivazione elettrica tanto da rappresentare concreto pericolo di corto circuito o di folgorazioni;

anche la staticità della struttura, con la molto probabile corrosione del ferro dei solai, è tutta da verificare;

nel reparto ove sono allocati i detenuti «collaboratori di giustizia» non sono presenti servizi igienici destinati al personale che è costretto, suo malgrado, a operare in ambienti poco illuminati e per nulla arieggiati;

le terrazze dei vari padiglioni e le reti di protezione dei passeggi si connotano per l'abbondante spazzatura depositatavi, per lo strato di guano rilasciato dalle varie specie di volatili (piccioni e gabbiani) e dalla presenza di carcasse degli stessi uccelli;

su una pianta organica che prevede 763 agenti di polizia penitenziaria, il 19 agosto 2010 erano 723 quelli che risultavano assegnati e 756 gli agenti effettivamente in servizio di cui però 106 erano assenti per malattia (divenuti 140 al 27 agosto secondo la UIL) e 61 avviati alla commissione medica ospedaliera di Taranto per patologie da stress o ansioso-depressive; delle unità restanti circa 200 erano assenti a vario titolo (ferie comprese); 60 erano i pensionamenti non integrati con l'ultimo concorso che si è svolto nel 2003;

questa disastrosa situazione del personale, secondo la UIL, comporta il dover espletare turni di 8, 9 e anche 10 ore al giorno, senza peraltro poter garantire i livelli minimi di sicurezza previsti;

occorre richiamare anche l'esigenza di adeguare i sistemi di sicurezza e di tutela poiché è stato segnalato come il personale operante negli ambienti detentivi non solo non ha a disposizione box idonei, ma è anche sprovvisto dei previsti sistemi di allarme e antiaggressione;

quanto agli educatori, su 14 persone previste dalla pianta organica, il 19 agosto 2010 vi erano 6 educatori assegnati e 8 effettivamente in servizio, mentre risultavano 6 gli psicologi effettivamente in servizio;

nel carcere di Lecce, dove sono ristretti 242 tossicodipendenti, di cui 62 in terapia metadonica e 18 sieropositivi, 350 affetti da epatite C e 140 con patologie di tipo psichiatrico, si è riscontrata una grave carenza di specialisti presenti solo 2 giorni a settimana per 2 o 3 ore il che comporta la necessità di trasferimenti dei detenuti che hanno bisogno di visite specialistiche dal carcere presso le apposite strutture sanitarie con ulteriore sottrazione di agenti di polizia penitenziaria alle esigenze del penitenziario;

i detenuti lavoranti alle dipendenze dell'amministrazione penitenziaria risultavano essere 195, i lavoranti in carcere per conto di imprese e cooperative 20 e i detenuti semiliberi che lavorano alle dipendenze di datori di lavoro esterni solo 16;

si è riscontrata inoltre una forte ritrosia, da parte della procura e della magistratura di sorveglianza leccesi, a concedere le misure alternative al carcere e perfino il beneficio della liberazione anticipata, lo sconto di pena di 45 giorni al semestre che viene normalmente concesso per la buona condotta intramuraria e che a Lecce viene invece riconosciuto solo se nulla osta da parte degli organi di polizia, investigativi e antimafia locali;

in queste condizioni, a giudizio degli interroganti, incivili e illegali della detenzione sotto il profilo amministrativo, della custodia e dell'assistenza sanitaria, da gennaio 2010 si sono verificati due suicidi e ben 11 tentati suicidi sventati in extremis dalla polizia penitenziaria, l'ultimo dei quali nella notte tra il 24 e il 25 agosto 2010, quando un giovane detenuto, a causa delle difficoltà di vedere i suoi due piccoli figli, ha cercato di impiccarsi -:

quali iniziative urgenti intenda assumere rispetto al problema del sovraffollamento del carcere di Lecce per assicurare spazi di detenzione conformi ai criteri minimi fissati dalla Corte europea dei diritti umani e condizioni più civili;

come intenda far fronte all'esiguità dei contingenti di polizia penitenziaria e a un'organizzazione dell'istituto che mostra più di qualche lacuna;

quali misure intenda adottare a fronte di un tasso di assenteismo, anomalo rispetto alla media, che interessa la polizia penitenziaria del carcere di Lecce;

in che tempi e con quali risorse intenda fornire i mezzi per sistemare le aree critiche dell'istituto come descritte in premessa e per adeguare i sistemi di sicurezza e di tutela del personale operante negli ambienti detentivi;

se e come intenda dotare l'istituto di fondi delle mercedi per consentire a un più elevato numero di detenuti almeno la possibilità di lavorare;

quali siano i dati statistici circa l'operatività della magistratura di sorveglianza leccese in materia di applicazione di misure alternative e benefici penitenziari, comparati a quelli di altri tribunali di sorveglianza e in rapporto al numero della popolazione detenuta;

nel caso di evidenti discrepanze statistiche, se e quali iniziative di competenza intenda adottare per incrementare l'operatività della magistratura di sorveglianza leccese;

quali iniziative urgenti intenda adottare al fine di ricondurre le condizioni di detenzione vigenti all'interno dell'istituto penitenziario di Lecce alla piena conformità al dettato costituzionale e normativo.

(4-08616)

venerdì 17 settembre 2010

Roma,24 Settembre 2010: il volontariato si mobilita',sit-in e audizione alla commisione giustizia della camera dei deputati! carcere.giustizia,deputati,detenuti,politici,angelino alfano,governo

CONSULTA PERMANENTE CITTADINA

DEL COMUNE DI ROMA

PER I PROBLEMI PENITENZIARI

Viale Manzoni – Roma


COMUNICATO STAMPA


I VOLONTARI SI MOBILITANO PER L’EMERGENZA

CARCERE


Consulta penitenziaria del Comune di Roma,

Conferenza Nazionale Volontariato Giustizia, SEAC, Ristretti Orizzonti, ARCI Nazionale, CNCA,

Gruppo Abele, , UISP , Forum Droghe, Consorzio OPEN, Fondazione Villa Maraini, LILA, Forum

nazionale per la tutela della salute dei detenuti e degli internati, Legacoopsociali nazionale,


PROMUOVONO UN SIT - IN DAVANTI AL PARLAMENTO

PER IL GIORNO 24 SETTEMBRE DALLE ORE 09.00 ALLE

ORE 14,00

PIAZZA MONTECITORIO (OBELISCO)

E

SCIOPERI PROGRAMMATI IN TUTTE LE CARCERI PER

SOLLECITARE PROVVEDIMENTI

CHE RISTABILISCANO LA LEGALITA’ NEL SISTEMA

PENITENZIARIO

ALLE ORE 15,30 ASSEMBLEA DEL VOLONTARIATO E

CONFERENZA STAMPA PRESSO LA

PROVINCIA DI ROMA

( Sala Della Pace – Palazzo Valentini – via IV Novembre)


LA GIORNATA DI MOBILITAZIONE HA GIÀ RACCOLTO

L’ADESIONE DI MOLTISSIME

REALTÀ DEL PRIVATO SOCIALE ED HA OTTENUTO

UN’AUDIZIONE IN COMMISSIONE

GIUSTIZIA DELLA CAMERA PER IL 23 ALLE ORE 10,00




Sono molte le organizzazione del volontariato e del terzo settore, nonché i garanti regionali,

comunali eprovinciali che hanno già aderito alla giornata di mobilitazione indetta per il 24

settembre prossimo da alcune tra le realtà più impegnate nella difesa dei diritti dei detenuti per

richiamare l’attenzionesull’emergenza carcere.

La richiesta a tutte le forze politiche è di riconsiderare la necessità di avviare l’iter parlamentare

per apportare soluzioni al sovraffollamento rapide e condivise con chi in carcere lavora o opera a

titolo di volontariato, e soprattutto si chiede che le Commissioni Giustizia di Camera e Senato si

adoperino perché lo scarto tra la realtà carceraria e le leggi che hanno riempito a dismisura le

strutture detentive esistenti sia colmato con la riforma di alcune norme, che consenta di risolvere

strutturalmente i problemi del sovraffollamento attraverso la scarcerazione e l’inserimento in

circuiti alternativi di: detenuti in attesa di

giudizio, tossicodipendenti, migranti, malati di AIDS, madri con figli fino a tre anni, malati

psichiatrici, persone detenute affette da gravi patologie


Con questo SIT- IN si intende inoltre:

• evidenziare i problemi di reinserimento dovuti ai troppi tagli alla spesa sociale, che stanno

costringendo molte realtà della cooperazione e del volontariato a chiudere le proprie attività,

vanificando di fatto i principi e i benefici previsti dalla Legge Gozzini;

• chiedere con forza che interventi appropriati ed immediati vengano messi in atto al fine di

restituire dignità e serenità alle migliaia di persone private della propria libertà;

• chiedere la definitiva chiusura degli OPG e la piena applicazione in tutte le regioni della riforma

della medicina penitenziaria

• sostenere la protesta civile e silenziosa che da mesi viene portata avanti dalle persone recluse

negli istituti di pena.

 
 
PER I PROMOTORI LILLO DI MAURO PRESIDENTE CONSULTA PENITENZIARIA
 
3334881097

La Corte dei Conti impone al ministero della giustizia l'adeguamento degli organici di tutto il personale penitenziario! carcere.governo,giustizia,angelino alfano,politici

REPUBBLICA ITALIANA


la Corte dei conti

Sezione centrale di controllo

sulla gestione delle Amministrazioni dello Stato

in adunanza congiunta dei Collegi I e II

del 13 luglio 2010

****

Visto il testo unico delle leggi sulla Corte dei conti, approvato con R.D. 12 luglio 1934,

n. 1214;

vista la legge 14 gennaio 1994, n. 20;

vista la legge 20 dicembre 1996, n. 639;

visto il regolamento per l’organizzazione delle funzioni di controllo, approvato con

deliberazione n. 14/2000 delle Sezioni Riunite in data 16 giugno 2000, così come modificato

dal regolamento dell’11 giugno 2008 emanato ai sensi dell’art. 3, comma 62, della legge n.

244/2007;

vista la relazione, con la quale il Consigliere dott. Tommaso D’Ambrosio ed il 1°

Referendario dott.ssa Laura Cafasso hanno riferito sull’esito del controllo eseguito sulla

gestione concernente “Programmi di costruzione, recupero, ristrutturazione e dismissione degli

istituti penitenziari”;

vista l’ordinanza del 18 giugno 2010 , con la quale il Presidente della Sezione di

controllo sulla gestione delle Amministrazioni dello Stato ha convocato il I ed il II Collegio della

Sezione per l’adunanza del 13 luglio 2010 ai fini della pronunzia, ai sensi dell’articolo 3, comma

4, della legge n. 20/1994, sulla gestione in argomento;

vista la nota n. 7779 del 21 giugno 2010, con la quale il Servizio di Segreteria per le

adunanze della indicata Sezione ha trasmesso la relazione a:

· Ministero della giustizia (Gabinetto, Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria –

Direzione generale delle risorse materiali, dei beni e dei servizi, Organismo

indipendente di valutazione, Ufficio centrale di bilancio);

· Ministero delle infrastrutture e dei trasporti (Gabinetto, Dipartimento per le

infrastrutture, gli affari generali ed il personale -Direzione generale per l’edilizia statale

e gli interventi speciali, Organismo indipendente di valutazione, Ufficio centrale di

bilancio);

· Ministero dell’economia e delle finanze (Gabinetto, Dipartimento della Ragioneriagenerale dello Stato);

rilevato che il giorno 13 luglio 2010 sono presenti in aula:

- per il Ministero della giustizia – Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria: i

dirigenti Dott. Alessandro Giuliani, Ing. Carmelo Cavallo e Avv. Massimo Ricchi (Unità tecnica

finanza di progetto);

- per il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti – Dipartimento per le

infrastrutture, gli affari generali ed il personale: i dirigenti Dott.ssa Maria Pia Pallavici e Ing.

Roberto Daniele;

aperta la discussione su invito del Presidente della Corte dei conti Avv. Dott. Luigi

Giampaolino, che ha presieduto l’adunanza pubblica;

udito il relatore, Consigliere Tommaso D’Ambrosio;

uditi:

per il Ministero della giustizia: il Dott. Alessandro Giuliani, l’Ing. Carmelo Cavallo

e l’Avv. Massimo Ricchi;

per il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti: la Dott.ssa Maria Pia Pallavicini

e l’Ing. Roberto Daniele;

preso atto delle note di aggiornamento fornite dal Ministero delle infrastrutture e dei

trasporti - Dipartimento delle infrastrutture – Direzione generale per l’edilizia statale e gli

interventi speciali;

ritenuto che in camera di consiglio si è ravvisata l’opportunità di acquisire ulteriori e

più circostanziati elementi di informazione su alcuni aspetti della gestione, la cui rilevanza è

emersa nel corso del contraddittorio con i rappresentanti dell’Amministrazione della giustizia
 
 
ADOTTA LA SEGUENTE DELIBERA - ORDINANZA


- E’ approvata la relazione allegata con le modifiche e integrazioni apportate dal

Collegio;

- sono ordinati ulteriori incombenti affidandone l’espletamento, per la parte di rispettiva

competenza, ai dirigenti del Dipartimento di amministrazione penitenziaria del

Ministero della giustizia Dott. Alessandro Giuliani (preposto alla Direzione generale per

il bilancio e la contabilità), Dott. Riccardo Turrini Vita (preposto alla Direzione

generale del personale e della formazione) e Ing. Carmelo Cavallo (Direzione generale

delle risorse materiali, dei beni e dei servizi), al fine di puntualizzare taluni aspetti

trattati nel corso della discussione in adunanza, come in relazione specificato;

- le Amministrazioni interessate comunicheranno alla Corte e al Parlamento, entro sei

mesi dalla data di ricevimento della presente relazione, le misure conseguenzialmente

adottate ai sensi e per gli effetti dell’art. 3, comma 6, della legge n. 20 del 1994,

come modificato dall’art. 1, comma 172, della legge n. 266 del 2005 e, ove non

ritengano di ottemperare ai rilievi formulati dalla Corte, adotteranno - ai sensi dell’art.

3, comma 64, della legge n. 244 del 2007 – entro trenta giorni dalla ricezione della
 
presente delibera, provvedimento motivato da comunicare alla Presidenza delle



Camere, alla Presidenza del Consiglio dei ministri ed alla Presidenza della Corte dei

conti;

- copia della presente deliberazione e dell’unita relazione saranno inviate, a cura della

Segreteria della Sezione:

alla Presidenza del Senato della Repubblica e della Camera dei deputati;

alla Presidenza delle Commissioni bilancio del Senato della Repubblica e della

Camera dei deputati;

alla Presidenza del Consiglio dei ministri;

al Ministero della giustizia (Gabinetto, Dipartimento dell’amministrazione

penitenziaria – Direzione generale delle risorse materiali, dei beni e dei servizi, Organismo

indipendente di valutazione e Ufficio centrale di bilancio)

al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti (Gabinetto, Dipartimento per le

infrastrutture, gli affari generali ed il personale - Direzione generale per l’edilizia statale e gli

interventi speciali, Organismo indipendente di valutazione e Ufficio centrale di bilancio);

al Ministero dell’economia e delle finanze (Gabinetto e Dipartimento della

Ragioneria generale dello Stato).

La presente delibera e l'unita relazione saranno trasmesse, ai sensi e per gli

effetti dell'art. 41 del R.D. 11 luglio 1934, n. 1214, al competente Collegio delle Sezioni

Riunite, affinché possa trarne deduzioni ai fini del referto al Parlamento sul Rendiconto

Generale dello Stato, anche in ordine alle modalità con le quali le Amministrazioni si sono

conformate alla vigente disciplina finanziaria e contabile.



Il Presidente

Dott. Luigi Giampaolino
 
 
 
Sintesi


A fronte della dibattuta e attuale problematica dell’insufficienza delle strutture

carcerarie esistenti rispetto al continuo aumento della popolazione detenuta, la presente

indagine prende in esame, essenzialmente, la programmazione in materia di edilizia

penitenziaria, il grado di attuazione degli interventi programmati e le modalità di assegnazione

delle risorse.

Dopo una esposizione delle principali norme che hanno disposto finanziamenti a favore

dell’edilizia penitenziaria, vengono descritte le competenze in materia, che fanno capo al

Ministero della giustizia –D.A.P.- (competenza generale nel settore specifico) e al Ministero

delle infrastrutture e dei trasporti - Dipartimento per le infrastrutture, gli affari generali ed il

personale –Direzione generale per l’edilizia statale e gli interventi speciali-, che, a mezzo dei

Provveditorati interregionali OO.PP., attende alla costruzione delle nuove strutture

penitenziarie.

Si fa, quindi, cenno dell’introduzione, ad opera della legge finanziaria per il 2001, degli

strumenti operativi della permuta, della finanza di progetto e della locazione finanziaria,solo

l’ultimo dei quali è stato utilizzato, peraltro con esito negativo. E’ stata riscontrata la scarsa

utilizzabilità o convenienza, nel settore, di tali strumenti.

Fatto anche un breve cenno all’istituzione della Soc. Dike Aedifica S.p.a., che avrebbe

dovuto attendere agli interventi di edilizia giudiziaria, ma che non ha svolto alcuna attività ed è

stata sciolta anticipatamente, viene esposta l’attività del Ministero della giustizia –

Amministrazione penitenziaria- con riferimento ai programmi dal 2004 al 2009.

Tale attività ha sofferto delle lungaggini procedurali che l’Amministrazione imputa

all’istituzione del fondo investimenti ad opera della legge finanziaria per il 2002. Da allora si è

verificato lo slittamento di oltre un anno nell’attuazione degli interventi rispetto al momento

della loro programmazione.

Nell’ultimo biennio l’attività dell’Amministrazione penitenziaria si è orientata verso la

realizzazione di nuovi padiglioni nell’ambito di strutture esistenti, che si è dimostrata in grado

di offrire un cospicuo aumento dei posti detentivi, ampiamente superiore a quello ottenibile con

la costruzione di nuovi istituti.

Inoltre, il Capo del D.A.P.,per effetto dell’art. 44 bis del D.L. n. 207/2008, convertito

dalla legge n. 14/2009, ha assunto le funzioni di Commissario delegato con i poteri

straordinari previsti dall’art. 20 del D.L. n. 185/2008, convertito dalla legge n. 2/2009. Il

programma predisposto dal Capo del Dipartimento ai sensi del suddetto art. 44 bis prevede

l’attuazione degli interventi programmati entro il 2012, con la creazione di oltre 17.000 nuovi

posti detentivi.
 
Nel quadro dell’attività svolta dal D.A.P. viene, altresì, trattata la vicenda della

dismissione di numerose strutture carcerarie (ex case mandamentali), che ha avuto una

risonanza negativa nell’opinione pubblica, considerato il contesto di grave crisi del settore per

l’insufficienza degli istituti penitenziari rispetto alle esigenze.

Per quanto riguarda l’attività della competente Direzione generale del Ministero delle

infrastrutture e dei trasporti viene tracciato un quadro delle assegnazioni agli organi periferici

effettuate negli anni 2008 e 2009, di cui l’Amministrazione rappresenta l’esiguità in

conseguenza del taglio dei finanziamenti disposto dalla legge n.126/2008. Una ripresa dei

finanziamenti per il completamento degli istituti penitenziari in corso di costruzione viene

consentita dalla delibera CIPE del 31 luglio 2009, che, nell’approvare il programma

straordinario predisposto dal Ministero, assegna a tal fine la somma di 200 milioni di euro

(provenienza Fondo Aree Sottoutilizzate –F.A.S.)

Nella suddetta delibera, in un’apposita tabella, riportata nella presente relazione, è

riepilogata la situazione degli otto interventi del programma straordinario quanto ai costi, allo

stato dei finanziamenti, allo stato di avanzamento dei lavori e alla capienza. Per la generalità

degli interventi si rileva un prolungamento dei tempi di ultimazione originariamente previsti.

Un caso particolarmente travagliato è quello della realizzazione dell’Istituto di Reggio Calabria,

del quale si fa una sintetica descrizione.

Infine, l’esame della gestione finanziaria, condotta essenzialmente sulla dinamica dei

pagamenti e la rilevanza dei residui passivi, dà indirettamente conferma di quanto in

precedenza rilevato circa i rallentamenti procedurali nell’assegnazione delle risorse e le

difficoltà operative nella fase di esecuzione degli interventi.
 
 
 
1. Premessa


In una società civile e democratica la soluzione dei nodi relativi all’emergenza

penitenziaria rappresenta uno degli obiettivi principali, in quanto strettamente connesso ad una

efficiente amministrazione della giustizia.

Il sistema carcerario è ispirato al principio costituzionale (art. 27) che stabilisce che ogni

pena deve tendere alla “rieducazione del condannato”.

Tuttavia, alto è il rischio di vedere disatteso il dettato costituzionale, in quanto la pena o

non viene espiata o viene espiata in strutture, condizioni e forme che non rispondono al

principio della rieducazione dei detenuti.

Muovendo da tali considerazioni, si pone il problema del rapporto tra l’obiettivo suddetto

e le risorse a disposizione per conseguirlo.

Il tema della spesa pubblica nel settore dell’edilizia penitenziaria è stato oggetto di

attenzione in più occasioni da parte della Corte dei conti nelle diverse sedi.

In particolare, per ciò che concerne la Sezione centrale di controllo sulla gestione delle

Amministrazioni dello Stato, va ricordata, da ultimo, la deliberazione n. 15/2005/G relativa ai

programmi di investimento, di ristrutturazione e di dismissione riferiti al periodo 2001-2003.

Peraltro, è indubbia la centralità che negli ultimi anni, a causa del sovraffollamento delle

carceri, anche in seguito al rilevante fenomeno dell’immigrazione, ha assunto il tema degli

interventi pubblici nel settore dell’edilizia penitenziaria.

Sulla base di tali premesse, anche la presente indagine si propone di verificare, per il

periodo successivo al 2003 e fino al 2009, il grado di attuazione dei programmi, i criteri e le

modalità di assegnazione delle risorse disponibili, lo stato di avanzamento degli interventi, le

modificazioni che sono intervenute nel medio e breve periodo nella pianificazione dell’edilizia

penitenziaria, anche in considerazione delle specifiche problematiche legate alla realizzazione

degli istituti penitenziari.
 
Né va sottaciuto che il problema della realizzazione di nuovi istituti pone, peraltro, la

necessità di valutare l’eventuale conveniente/non conveniente dismissione degli istituti non

ritenuti idonei strutturalmente alla funzione propria, nonchè l’esigenza di acquisire nuovi istituti

attraverso gli strumenti della locazione finanziaria, della permuta e della finanza di progetto,

come statuito dall’art. 145, comma 34, della legge 23.12.2000, n. 388 (legge finanziaria per il

2001).

L’attenzione del legislatore nei confronti del problema dell’ammodernamento e

potenziamento delle strutture carcerarie si è manifestata per la prima volta in modo incisivo

con la legge finanziaria 12 dicembre 1971, n. 1133, la quale autorizzò la spesa di 100 miliardi

di lire in cinque anni per la realizzazione di un “programma per la costruzione, il

completamento, l’adattamento e la permuta degli edifici destinati ad istituti di prevenzione e

pena”.



2. Le leggi di finanziamento


Dopo lo stanziamento stabilito dalla succitata legge n. 1133 del 1971, un primo

rifinanziamento del programma si ebbe con la legge 1 luglio 1977, n. 404, che autorizzò un

aumento dello stanziamento stesso nella misura di lire 400 miliardi.

Successivamente, l’art. 25 della legge 24 aprile 1980, n. 146 (legge finanziaria 1980)

autorizzò l’ulteriore spesa complessiva di lire 150 miliardi per l’attuazione del programma di cui

alle suddette leggi, elevata, poi, a lire 1.200 miliardi dall’art. 20 della legge 20 marzo 1981, n.

119 (legge finanziaria 1981).

Ulteriori stanziamenti furono disposti dall’art. 4 della legge 7 marzo 1985, n.99 (lire 500

miliardi), dall’art. 11 della legge 22 dicembre 1984, n. 887 (lire 530 miliardi), dall’art. 13 della

legge 28 febbraio 1986, n. 41 (lire 1000 miliardi) e dall’art. 7 della legge 22 dicembre 1986, n.

910 (lire 1600 miliardi).
 
Le leggi finanziarie degli anni successivi, fino al 1999, si sono limitate esclusivamente a

disporre rimodulazioni dei consistenti fondi stanziati in precedenza, con l’unica eccezione di un

finanziamento di lire 70 miliardi disposto dal D.L. n. 369 del 1992 convertito dalla legge 30

ottobre 1992, n. 429, destinato ad un intervento urgente per la riqualificazione dei penitenziari

di Pianosa e Asinara.

Risorse aggiuntive furono recate dalle leggi 23 dicembre 1999, n. 488 (lire 45 miliardi)

e 23 dicembre 2000, n. 388 (lire 800 miliardi). Infine, la legge 28 dicembre 2001, n. 448

(legge finanziaria 2002) ha rifinanziato il programma ordinario di edilizia penitenziaria,

assegnando euro 51.646.000 per il triennio 2002-2004.

Le leggi finanziarie del 2003 e del 2004 (leggi 27 dicembre 2002, n. 289 e 24 dicembre

2003, n. 350) si sono limitate, rispettivamente, a confermare per il 2003 e a rimodulare per il

2004 lo stanziamento disposto dalla citata legge n. 448 del 2001.

Del pari, nessun incremento è stato disposto dalle successive leggi finanziarie, con le

quali i fondi sono stati anno per anno rimodulati o anche, talora, ridotti, come avvenuto con la

legge 23 dicembre 2005, n. 266 (legge finanziaria 2006), che li ha decurtati di 20 milioni di

euro.

Nell’ultimo periodo, con la legge 24 dicembre 2007, n. 244 (finanziaria per il 2008) (art.

2, comma 280) si è provveduto ad autorizzare la spesa di 20 milioni di euro per l’anno 2008,

di 20 milioni di euro per l’anno 2009 e di 30 milioni di euro per l’anno 2010 “per l’avvio di un

programma straordinario di edilizia penitenziaria”, nella consapevolezza che si imponevano

l’adeguamento infrastrutturale degli edifici esistenti o la realizzazione di nuovi edifici.

Tuttavia, tale stanziamento (70 milioni di euro per il triennio 2008-2010, come sopra

specificato) è stato poi drasticamente ridotto dalla legge 24 luglio 2008, n. 126, a soli 15

milioni di euro per il medesimo triennio (5 milioni di euro per ciascuno degli anni 2008, 2009 e

2010). Nessun ulteriore finanziamento è stato disposto dalla legge finanziaria per il 2009

(legge 22 dicembre 2008, n. 203).

Da ultimo, si è avuta un’inversione di rotta con la legge 23 dicembre 2009, n. 191

(legge finanziaria 2010), che, al comma 219 dell’art.2, ha stanziato, “per far fronte alla grave
 
e urgente emergenza dovuta al sovrappopolamento delle carceri”, complessivi 500 milioni di

euro, “destinati all’attuazione, anche per stralci, del programma degli interventi necessari per

conseguire la realizzazione delle nuove infrastrutture carcerarie o l’aumento della capienza di

quelle esistenti e garantire una migliore condizione di vita dei detenuti”.
 
 

Programma anno 2004


Nell’anno 2004 all’Amministrazione penitenziaria è stata attribuita la quota complessiva

di euro 84.058.276,00, di cui euro 15.740.364,00 assegnati al capitolo 7300 (“spese per

l’acquisto e l’installazione di strutture, impianti ed interventi connessi per l’Amministrazione

penitenziaria”) ed euro 68.317.912,00 assegnati al capitolo 7303 (“spese per l’acquisto e

l’installazione di opere prefabbricate nonché per l’acquisto, l’ampliamento, la ristrutturazione, il

restauro e la manutenzione straordinaria di immobili”).
 
Su tale ultimo capitolo, parti dello stanziamento complessivo, in misura pari ad euro 10

milioni e ad euro 5 milioni, sono state accantonate per consentire sia la realizzazione di

interventi urgenti e comunque non programmabili, sia l’assegnazione specifica di fondi in

favore dei Provveditorati regionali finalizzati alla manutenzione di impianti tecnologici.

Per l’originaria previsione, poi abbandonata, di acquisizione dei nuovi istituti di Varese e

Pordenone, un’ulteriore quota di euro 20.658.276,00 è stata accantonata nel fondo di cui alla

legge 259/2002.

Nel programma per l’anno 2004 sono stati previsti lavori vari (quali, ad esempio,

rifacimento impianti, ristrutturazione reparti, manutenzione straordinaria di mura di cinta e

camminamenti) per diciassette istituti (Noto CR, Vicenza CC, Imperia CC, Napoli Cc -

Poggioreale, Macomer Cr, Perugia CC-Capanne, Milano CR Opera, Barcellona OPG, Foggia CC,

Pesaro CC, Trani CC, Velletri CC, Dipartimento Amministrazione penitenziaria, Cosenza CC,

Frosinone CC, PRAP Pescara, Isili CR) e di questi, allo stato, quasi tutti risultano ultimati

(l’eccezione riguarda gli istituti di Barcellona OPG, Trani CC, PRAP Pescara). Non sono stati

appaltati, invece, per mutate esigenze dell’Amministrazione, i lavori relativi a sei istituti (ISSPE

Catanzaro, Milano CC, Aosta CC, Scuola Cairo Montenotte, ISSPE Casal del Marmo, Pescara

CC) e sono stati differiti agli anni successivi per esaurimento fondi alcuni lavori relativi a dieci

istituti (Roma Rebibbia, Barcellona OPG, Favignana CR, Casal del Marmo ISSPE, Monza CC, Isili

CR, Cosenza CC, Roma Scuola Formazione, Roma ISSPE, Roma DAP).
 
 
Programma 2005


Nell’anno 2005 all’Amministrazione penitenziaria è stata attribuita la quota complessiva

di euro 90.000.000,00, di cui euro 23.150.000,00 assegnati al capitolo 7300 ed euro

66.850.000,00 assegnati al capitolo 7303.

Non tutti gli interventi programmati nel 2004 sono stati attuati e, in taluni casi, avviati,

in quanto, in sede di progettazione esecutiva, è stata registrata una lievitazione dei costi

determinata dall’aumento dei prezzi dei materiali.
 
Per ciò che concerne gli interventi non avviati sono stati
 
riproposti nel programma 2005

per un importo complessivo di € 27.851.266,00. Trattasi dei lavori relativi agli istituti di Roma

Rebibbia, Favignana CR, Casal del Marmo ISSPE, Monza CC, Isili CR e Barcellona OPG,

quest’ultimo finanziato a seguito di definizione di contenzioso presso il Consiglio di Stato.

Riguardo ai nuovi interventi inseriti nel programma 2005, è stato previsto uno

stanziamento di € 27.232.000,00.

In tal modo, l’importo di € 55.083.266,00 è stato finalizzato a ridare funzionalità agli

impianti, in quanto obsoleti, ed in particolare a quelli di sicurezza sia all’interno che in

corrispondenza dei muri di cinta e portineria degli istituti penitenziari9.

Di fatto, nel programma 2005 sono stati inseriti interventi vari di manutenzione

ordinaria e straordinaria in venti istituti (Bari CC, Ancona CC, Perugia CC – Capanne, Bergamo

CC, Porto Azzurro CR, Milano CC – S. Vittore, Verbania Scuola Formazione, Napoli CC, Torino

CC – Le Vallette, Rimini CC, oltre, come detto sopra, i sei istituti citati già inseriti nel

programma 2004 e non avviati e quelli di Avellino CC, Velletri CC, Cuneo CC e Milano CR i cui

interventi sono stati fatti rientrare nel Piano straordinario pluriennale di edilizia penitenziaria

legge 259/2002).

Deve osservarsi che, sebbene ritenuti di particolare importanza e previsti, alcuni

interventi (ad esempio Voghera CC e Tolmezzo CC, per i quali erano previsti lavori di

ampliamento dei posti da destinare ai detenuti sottoposti alle misure di cui all’art. 41/bis c.p.,

Cosenza CC, Pianosa CC, per l’ampliamento della ricettività detentiva in generale) sono stati,

invece, non appaltati per “mutate esigenze dell’Amministrazione”. A questi si aggiungono tra

gli interventi non più appaltati per le medesime ragioni quelli di Asinara CR, Scuola Formazione

Roma e Centro Amministrativo Altavista.

Sono stati differiti agli anni successivi, per esaurimento fondi, alcuni lavori relativi agli

istituti di Termini Imerese CC, Venezia Giudecca CC, Roma Rebibbia CCF.
 
 
Programma 2006


Nell’anno 2006 all’Amministrazione penitenziaria è stata attribuita la quota complessiva

di euro 62.017.912,05,00, di cui euro 11.105.000,00 assegnati al capitolo 7300 ed euro

50.912.912,05,00 assegnati al capitolo 7303.

Non tutti gli interventi programmati nel 2005 sono stati attuati, in taluni casi per

esigenze non prevedibili al tempo della programmazione e rivelatesi, poi, prioritarie ed

improcrastinabili. Gli interventi non avviati nel 2005 sono stati riproposti nel programma 2006 per un

importo complessivo di € 8.380.000,00 e, nel contempo, sono stati proposti nuovi lavori

ritenuti prioritari per un importo di € 21.300.000,00.

In dettaglio, gli interventi non avviati nel 2005 riproposti nel 2006 risultano essere

presso i seguenti istituti: Termini Imerese CC, Venezia Giudecca CC e Roma Rebibbia CCF. Va

detto altresì che nel programma 2006 sono stati inseriti alcuni interventi non avviati nel 2004,

sebbene inseriti nel programma annuale (Cosenza CC, Roma DAP, Roma Scuola Formazione -

Via di Brava, Roma ISSPE – Casal del Marmo).

In generale, la totalità degli interventi sopra descritti, per un importo totale di euro

29.680.000,00, sono stati finalizzati sia alla revisione di impianti divenuti obsoleti con il

trascorrere del tempo, sia al recupero di circa 337 posti detentivi, sia al potenziamento degli

impianti di sicurezza, nell’interesse anche del personale di sorveglianza.

In proposito, alcuni lavori sono stati finalizzati a dare maggiore funzionalità a strutture

ad uso del personale in servizio negli istituti penitenziari, sebbene a questi ultimi lavori sia

stato destinato soltanto il 10% dell’importo complessivo del finanziamento, ai sensi di specifici

accordi-quadro siglati con le organizzazioni sindacali12.

Di fatto, nel programma 2006 sono stati inseriti interventi vari di manutenzione

ordinaria e straordinaria in ventidue istituti (Taranto CC, Vicenza CC, Palermo CC – Ucciardone,

Avezzano CC, Pozzuoli CCF, Imperia CC, Enna CC, Roma Rebibbia – nuovo complesso, Lodi CC,

Milano CC – Opera, Civitavecchia CC, Pisa CC, oltre, come detto sopra, i tre istituti citati già

inseriti nel programma 2005 e non avviati, i quattro citati già inseriti nel programma 2004 e

non avviati e, infine, quelli di Santa Maria Capua Vetere CC, Palermo CC – Pagliarelli e

Catanzaro CC, i cui interventi sono stati fatti rientrare nel Piano straordinario pluriennale di

edilizia penitenziaria legge 259/2002).

Deve osservarsi che, sebbene previsti, alcuni interventi (Pescara CC, Vasto CC, Ancona

CC, Altamura CC, Firenze CC – Solliciano, Venezia CC, Milano CC – S. Vittore, Salerno CC,

Iglesias CC, Livorno CC, San Gimignano CR, ISSPE Catanzaro e Treviso CC.

Sono stati differiti agli anni successivi, per esaurimento fondi, alcuni lavori relativi agli


istituti di Campobasso CC, Pescara CC, Napoli OPG, Chiavari CC, Livorno CC, Salerno CC, I.P.

Parma, Genova CC – Pontedecimo, Vercelli CC, Spoleto CR e Matera CC.

Non va sottaciuto che, in particolare per l’anno 2006, l’Amministrazione della giustizia

ha dovuto fronteggiare il problema del sovraffollamento e già in via preventiva aveva

relazionato sull’esigenza di un finanziamento pari ad € 95.438.664,78 al fine di poter

perseguire seriamente l’obiettivo di incrementare la capienza dei penitenziari.



Programma 2007


Per l’anno 2007 gli stanziamenti sono stati resi disponibili in conto residui soltanto nel

corso dell’esercizio 2008, con il conseguente slittamento dell’avvio delle procedure di

aggiudicazione per gli interventi programmati.

Ad un primo finanziamento assegnato pari ad € 43.681.500,00, ne è seguito un

secondo pari ad € 55.450.000,00.

Come prevedibile, attesa l’esigenza di incrementare la capienza delle strutture

carcerarie cui si faceva cenno, l’obiettivo prioritario fissato è stato quello di realizzare nuovi

padiglioni detentivi e ristrutturare le sezioni detentive inutilizzate per le precarie situazioni

igienico-sanitarie in cui versavano.

Numerosi, quindi, gli istituti interessati dagli interventi sopra detti (16 per entrambi i

finanziamenti).

Come calcolato dall’Amministrazione, il raggiungimento dell’obiettivo avrebbe

determinato un incremento di 1460 posti detentivi, oltre al miglioramento dei servizi elettrici,

tecnologici e di sicurezza.

Inoltre, è stato previsto un accantonamento di € 5.000.000,00 da destinare

all’attuazione del Programma Esecutivo d’Azione (P.E.A.) 2007 e, in particolare, al

conferimento di incarichi professionali esterni al Dicastero, soprattutto per la ricognizione delle

aree da rilevare per la realizzazione di penitenziari.


Programma 2008



Per l’anno 2008 è stato programmato un complesso di interventi per un importo totale

di euro 85.143.000,00, cinque dei quali consistenti nella realizzazione di padiglioni detentivi in

ampliamento di istituti esistenti con un incremento di 990 posti ed una spesa di euro

41.700.000,00 e dieci nella ristrutturazione di sezioni detentive inutilizzate con un incremento

di 504 posti ed una spesa di euro 14.660.000.

Sono stati, inoltre, programmati cinque interventi di manutenzione straordinaria e


ristrutturazione urgenti e indifferibili per l’importo complessivo di euro 5.290.000,00 e sei di

ristrutturazione e adeguamento caserme per l’importo complessivo di euro 9.800.000,00.

Sono stati, infine, previsti accantonamenti per perizie suppletive sui lavori in corso,

revisione prezzi, interventi imprevedibili e incarichi esterni di progettazione per l’importo di

euro 8.693.000,00 e assegnazioni agli organi periferici di euro 5.000.000,00.

Il suddetto programma è stato rimodulato, con variazioni nel numero e nell’importo

degli interventi, una prima volta in data 22/12/2008 e definitivamente in data 14/9/2009. Gli

interventi appaltati sono 21, per uno solo dei quali l’affidamento dei lavori è avvenuto alla fine

dell’anno 2008; la consegna dei lavori risulta effettuata, per la maggior parte degli interventi,

nei mesi di febbraio, marzo e aprile 2010; per dieci interventi risultano solo avviate le

procedure per la consegna dei lavori; un solo intervento (quello affidato il 30/12/2008) risulta

ultimato, in data 9/12/2009.17

Risulta, altresì, che ben quindici interventi previsti nel programma 2008 sono stati

rinviati per esaurimento fondi e reinseriti nel programma 2010 ed altri sei non sono stati

appaltati per mutate esigenze dell’Amministrazione.


Programma 2009


L’elenco annuale dei lavori relativo all’anno 2009 comprende quattro interventi di

realizzazione di nuovi padiglioni detentivi di ampliamento negli istituti penitenziari di Piacenza,

Voghera, Biella e Saluzzo, per l’importo previsto di euro 10.000.000,00 ciascuno.

Prevede, inoltre, la realizzazione di una cappella nel Dipartimento di amministrazione

penitenziaria per un importo indicato in euro 110.000,00.

I quattro interventi per la realizzazione dei padiglioni sono stati tutti affidati a fine 2009

e la consegna dei lavori è avvenuta nei mesi di marzo e aprile 2010, tranne che per l’intervento nella casa
 
circondariale di Piacenza, per il quale risultano avviate le procedure per

la consegna dei lavori.
 
 
13. Considerazioni conclusive.



L’intera gestione in materia di edilizia penitenziaria, svolta nel periodo preso in

considerazione dalla presente indagine di controllo (anni 2004-2009) risulta contrassegnata da

pesanti difficoltà di attuazione per varie ragioni, fra le quali emergono particolarmente la

cronica insufficienza dei finanziamenti, i tortuosi meccanismi di assegnazione delle risorse

disponibili, le lungaggini procedurali, il frequente e rapido mutamento delle esigenze e degli

obiettivi, la dilatazione dei tempi nella fase esecutiva di costruzione delle nuove strutture

penitenziarie dovuta anche al sorgere di contenziosi.

Tutto ciò nel mentre si assiste al progressivo e inesorabile peggioramento della

situazione di sovraffollamento delle carceri, che diventa sempre più grave con il passare del

tempo per il continuo incremento della popolazione detenuta, alla cui formazione concorre, in

maniera consistente e crescente, la criminalità d’importazione, che si aggiunge a quella

nazionale.  In tale quadro s’impone un deciso cambiamento di rotta in direzione di una forte

accelerazione dell’attività realizzativa diretta sia alla costruzione di nuovi istituti penitenziari,

sia all’ampliamento delle strutture esistenti.

E’ da ritenere, peraltro, che tale accelerazione nella realizzazione di

nuove strutture

penitenziarie non possa andare disgiunta da altre misure necessarie

per il loro funzionamento,

che attengono alla sfera del personale addetto, se è vero quanto

sostenuto da parte sindacale

circa la grave carenza del personale stesso. Detta carenza avrebbe

già causato la

sottoutilizzazione di istituti detentivi, fra cui il nuovo istituto di

Rieti, che per questa ragione

ospiterebbe un numero di detenuti di gran lunga inferiore alla sua

capienza.

Le uniche alternative possibili all’incremento dei posti detentivi, secondo quanto

espresso da correnti di opinione riportate dalla stampa, sarebbero, se non la periodica

adozione di provvedimenti di clemenza, la depenalizzazione dei reati di minore allarme sociale

oppure l’introduzione di misure diverse dalla detenzione per i detenuti condannati o in attesa di

giudizio per reati minori.

Con riferimento alle disfunzioni inerenti alla sottoutilizzazione o all’abbandono di

strutture carcerarie ed alla carenza di personale, di cui al successivo punto 5., considerata la

loro incidenza sulla situazione di crisi esistente, si ravvisa l’opportunità di demandare alla

dirigenza del Ministero della giustizia – D.A.P. – l’espletamento di alcuni incombenti istruttori

finalizzati ad acquisire maggiori elementi di informazione, che potrebbero anche preludere

all’adozione di appropriati provvedimenti da parte dell’Amministrazione.

I dirigenti cui affidare la raccolta dei dati e delle notizie da comunicare alla Corte

possono essere individuati, per la competenza sulla materia, nei dirigenti preposti alla

Direzione generale per il bilancio e la contabilità e alla Direzione generale del personale e della

formazione nonchè al dirigente della Direzione generale delle risorse materiali, dei beni e dei

servizi, che, quale responsabile del procedimento, ha prestato proficua collaborazione nel corso

dell’istruttoria.

Gli incombenti possono essere così sintetizzati:


a) individuazione di istituti non utilizzati o sottoutilizzati e di strutture edificate

totalmente o parzialmente, ma abbandonate. Indicazione delle relative cause;


b) accertamento della consistenza numerica del personale effettivamente addetto e

della sua inadeguatezza in rapporto al numero dei detenuti. Verifica circa il pieno impiego del

personale disponibile e indicazione dell’entità e delle cause dell’eventuale scostamento e/o non

ottimale distribuzione del personale stesso.

La pendenza di detti incombenti non impedisce di rilevare alcune criticità, di seguito

riepilogate, relativamente alla gestione svolta negli anni considerati, pur dovendosi prendere

atto che le Amministrazioni competenti hanno operato in una situazione di difficoltà,

trattandosi di un settore in crisi per le ragioni anzidette.
 
 
1 Il D.A.P. –Direzione generale delle risorse
 
materiali, dei beni e dei servizi- del

Ministero della giustizia ha fatto presente che i fondi per le spese correnti (cap. 1671) vengono

assegnati agli organi periferici, mentre quelli del conto capitale sono gestiti a livello centrale,

ma in parte vengono ugualmente assegnati ai Provveditorati regionali per provvedere a spese

correnti, che non trovano capienza nelle limitate disponibilità del predetto capitolo.

E’ da ritenere, al riguardo, che la procedura seguita per ovviare all’insufficiente

stanziamento di parte corrente non sia in linea con i principi in materia di bilancio, non

risultando osservata la trasparenza nell’imputazione delle spese, che risulterà alterata, con

riferimento ai capitoli interessati, rispetto all’effettiva natura delle spese stesse.

Si dovrebbe, pertanto, in sede di impostazione delle previsioni, valutare con maggiore

prudenza le esigenze della manutenzione ordinaria e delle altre spese correnti, onde evitare i

suddetti storni informali.


2. Una più attenta valutazione della convenienza sarebbe pure stata opportuna allorchè

l’Amministrazione della giustizia pianificò nel gennaio del 2004 la realizzazione dei nuovi istituti

penitenziari di Varese e Pordenone con l’innovativo strumento della locazione finanziaria, che

non ebbe alcun esito per la bocciatura in sede europea della procedura seguita.

Soltanto nel dicembre del 2006, infatti, si decise di abbandonare tale progetto e

dirottare il relativo finanziamento verso interventi di ampliamento di vari istituti penitenziari

esistenti, che avrebbe portato alla realizzazione del quadruplo di nuovi posti detentivi rispetto

a quanto previsto dall’anzidetto progetto.


3. Ugualmente al momento valutativo attiene la programmazione degli interventi che

l’Amministrazione della giustizia correttamente attua con la formazione dei programmi triennali

e degli elenchi annuali dei lavori e che, teoricamente, non dovrebbe essere soggetta a

frequenti mutamenti con sostituzione degli interventi stessi.

La riscontrata mutevolezza dei programmi, con variazioni delle previsioni progettuali nel

senso di maggiori costi, la cancellazione di interventi ritenuti non più funzionali rispetto ai

nuovi obiettivi, la loro sostituzione con altri ritenuti più urgenti, viene imputata

dall’Amministrazione penitenziaria alla ritardata acquisizione delle risorse per effetto dei

meccanismi di assegnazione dei fondi previsti dall’art. 46 della legge finanziaria per il 2002.33



4. Al contrario, non risulta che per gli interventi la cui realizzazione è curata dai

Provveditorati interregionali OO.PP. venga regolarmente seguita la procedura per l’inserimento

nella programmazione triennale dell’Amministrazione delle infrastrutture e negli elenchi annuali dei lavori. La
 
mancata puntuale osservanza del procedimento previsto dall’art. 14 della leggequadro

11 febbraio 1994, n. 109 era già stata evidenziata dalla Corte nella relazione approvata

con la deliberazione n. 15/2005/G (par. 4.1).

D’altronde, nella relazione illustrativa del programma redatto dal Capo del D.A.P. –

Commissario straordinario- ai sensi dell’art. 44 bis della legge 27 febbraio 2009, n. 14 si legge

che mentre gli interventi di competenza dell’Amministrazione penitenziaria saranno inseriti nel

piano triennale, quelli di competenza del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti

confluiranno invece, ai sensi dei commi 4 e 5 del suddetto art. 44 bis, nel Quadro strategico

nazionale di cui alla legge obiettivo (legge n. 443/2001).

E’ da ritenere, al riguardo, che le disposizioni circa la programmazione dei lavori

pubblici (art. 128 del codice dei contratti approvato con D.Lgs. n. 163/2006, ex art. 14 della

legge-quadro) costituiscano normativa di generale applicazione e che le disposizioni di cui ai

commi 4 e 5 dell’art. 44 bis della legge n. 14/2009 non siano in contrasto con tale normativa.34



5. In ordine alla vicenda delle numerose case mandamentali dismesse pressoché in

blocco, che tanto clamore ha suscitato nella stampa per lo stridente contrasto con il grave

fenomeno del sovraffollamento delle carceri, si deve osservare che la massiccia dismissione

operata, per quanto giustificata dalla normativa e dalla inadeguatezza, più o meno accentuata,

di tali strutture rispetto ai requisiti di piena funzionalità richiesti, mal si concilia con l’estremo

bisogno di strutture carcerarie incessantemente generato dal continuo aumento del numero dei

detenuti.35 Ciò senza contare che, sempre secondo notizie riportate dalla stampa, vi sarebbero

casi di istituti penitenziari costruiti e mai utilizzati.

Al riguardo, in adunanza viene ribadito dai rappresentanti dell’Amministrazione

penitenziaria che la dismissione operata delle case mandamentali è stata giustificata dalla loro

inadeguatezza oltre che dall’antieconomicità di un loro utilizzo, trattandosi di strutture

scarsamente funzionali, con capienza ridotta, oscillante, in media, fra 10 e 30 posti, tranne

pochi casi di ricettività pari a una quarantina di posti.

Circa la mancata utilizzazione di istituti, vengono indicati soltanto il caso di Reggio

Calabria, dove la struttura edificata non può essere adibita all’uso penitenziario per mancanza

delle necessarie dotazioni logistiche e quello di Rieti, dove l’istituto è sottoutilizzato per

carenza di personale, che, peraltro, risulta complessivamente insufficiente, anche per ragioni

attinenti al suo impiego, rispetto ad una popolazione carceraria di circa 68.000 unità.

Non può non farsi cenno, in proposito, alle notizie più volte divulgate dagli organi di

informazione, secondo cui vi sarebbero decine di strutture carcerarie, sparse in tutto il Paese,

edificate o incomplete e, comunque, abbandonate come, ad esempio: il carcere di Morcone

(Benevento), che sarebbe stato ultimato, abbandonato, poi ristrutturato e mai aperto; il

carcere di Busachi (Sardegna), che sarebbe costato 5 miliardi di lire e non avrebbe mai funzionato; l’istituto
 
di Castelnuovo della Daunia (Foggia), che sarebbe arredato inutilmente da

15 anni; il penitenziario di Revere (Mantova), ancora incompleto, i cui lavori sarebbero fermi

dal 2000 e i locali sarebbero stati saccheggiati.

In merito alla fondatezza di tali notizie si attende una puntuale e circostanziata

informativa da parte della dirigenza del D.A.P., da fornire, per completamento dell’indagine, a

seguito della ricezione della presente relazione conclusiva, come innanzi specificato.



6. D’altra parte, la realizzazione di nuove strutture carcerarie affidata al Ministero delle

infrastrutture e dei trasporti è in forte ritardo rispetto ai tempi previsti, come risulta dalle

relazioni delle Amministrazioni centrali (D.A.P. –Direzione generale delle risorse materiali, dei

beni e dei servizi- del Ministero della giustizia e Direzione generale per l’edilizia statale e gli

interventi speciali del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti) e, limitatamente, anche

dagli aggiornamenti in ordine allo stato di attuazione delle opere, richieste dalla suddetta

Direzione generale ai Provveditorati OO.PP. e alla Corte parzialmente pervenute.37

Si deve segnalare, ancora una volta, la carenza di informazioni aggiornate a livello delle

Amministrazioni centrali in merito alla realizzazione di opere curata dagli organi decentrati.



7. Per quanto riguarda, infine, la gestione finanziaria, la rilevata modestia dei

pagamenti rispetto alle disponibilità dei capitoli di bilancio pertinenti e la prevalenza della

gestione in conto residui su quella in conto competenza (vds. par.12) danno la conferma di

quanto già riscontrato circa le lungaggini procedurali nonché la rallentata esecuzione dei lavori.

Conclusivamente, in considerazione della duplicità di contenuti della presente relazione,

contraddistinta sia da valutazioni nel merito della gestione sia da richiesta di incombenti

istruttori, il provvedimento approvativo della relazione medesima potrà assumere la doppia

veste di delibera – ordinanza.