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Sign for Aiutaci a garantire l'effettiva applicazione dell'art. 27 Cost.(funzione rieducativa della pena)

Mercoledi',23 Marzo 2011: interrogazioni per l'assunzione degli educatori penitenziari

Mercoledi',23 Marzo 2011,

(rinvio del 16 Marzo 2011)

in commissione giustizia discussione delle interrogazioni orali per l'assunzione degli educatori penitenziari.


5-04298 Cassinelli: Sull’iter del concorso pubblico per educatore penitenziario


5-04314 Ferranti: Questioni relative all’assunzione dei vincitori del concorso per educatore penitenziario




Per leggere il testo delle interrogazioni vai su news giornaliere o etichetta interrogazioni parlamentari




Carceri:necessario assumere educatori,assistenti e psicologi.

26 agosto 2010



Giustizia: Bernardini (Radicali); basta morti in carcere, varare in fretta misure deflattive



“Il tempo dell’illegalità e dell’inciviltà carceraria italiana è scandito ad un ritmo impressionante dalle morti, dai suicidi. Dico al Governo e ai miei colleghi parlamentari che così numerosi hanno partecipato all’iniziativa del Ferragosto in carcere, che occorre fare in fretta a varare, intanto, misure adeguate a decongestionare la sovrappopolazione carceraria”. Lo afferma Rita Bernardini, deputata Radicale, membro della Commissione Giustizia della Camera, dopo la morte di un detenuto a Sulmona. “Il disegno di legge Alfano - così come svuotato dalla Commissione Giustizia della Camera - non serve a spegnere l’incendio di disperazione e di morte che sta divampando - prosegue.Affidare infatti ai Tribunali di sorveglianza la valutazione della pericolosità sociale e l’idoneità del domicilio per consentire di scontare ai domiciliari pene residue sotto i 12 mesi, significa paralizzare tutto: la valutazione arriverà troppo tardi! Si dia ai direttori degli istituti penitenziari questo compito che saprebbero fare meglio e più in fretta dei magistrati di sorveglianza. Ridimensionata almeno un po’ la popolazione detenuta, occorre immediatamente riformare il sistema come previsto dalle mozioni approvate in gennaio dalle aule di Montecitorio e di Palazzo Madama a partire dallo stop all’uso indiscriminato della carcerazione preventiva e alla depenalizzazione dei reati minori, per arrivare alle misure e pene alternative che si rivelano molto più efficaci del carcere ai fini della rieducazione e del reinserimento sociale, all’adeguamento degli organici penitenziari (agenti, educatori, psicologi, assistenti sociali), alle possibilità di lavoro per i detenuti, agli istituti di custodia attenuata dove i tossicodipendenti possano curarsi”.





5 luglio 2010





Carceri: Favi, "Bene Tg2, condizioni indegne per detenuti e lavoratori"



Dichiarazione di Sandro Favi responsabile Carceri del Partito Democratico



L’inchiesta del Tg2 sulla drammatica situazione delle nostre carceri evidenzia ciò che il Partito Democratico denuncia da mesi, e cioè condizioni di vita per i detenuti e per i lavoratori penitenziari del tutto indegne. Quelle viste all’Ucciardone sono situazioni che in realtà riguardano la stragrande maggioranza delle carceri italiane. Le morti in carcere e gli atti di autolesionismo sono segnali inequivocabili: occorre attuare da subito politiche penitenziarie che decongestionino gli istituti. È assolutamente necessario investire sulle misure alternative alla detenzione e sull’aumento di agenti di polizia penitenziaria, di educatori, di assistenti sociali e psicologi.



Finora il ministro Alfano e il direttore delle carceri Ionta hanno saputo solo ipotizzare un piano carceri che avrà lunghissimi tempi di realizzazione e che non inciderà minimamente per un miglioramento della situazione nell’immediato.



Così non va.









Lettere: senza assunzione personale educativo il ddl Alfano è inutile





Comunicato stampa, 29 maggio 2010





Ai deputati di commissione bilancio



e giustizia camera









Al sottosegretario



On. Caliendo









Al sottosegretario



On. Giorgetti Alberti







Egregi Onorevoli,



dopo aver appreso la notizia sul parere negativo della Commissione Bilancio sugli artt. 2 quater e 2 sexies del Ddl Alfano questo Comitato ritiene necessario porre alla Vostra attenzione alcune osservazioni. L’eliminazione dell’articolo aggiuntivo Schirru 2.060 svuoterebbe di significato il Ddl Alfano riducendolo ad una imago sine re.



L’investimento in risorse umane è propedeutico alla concreta materializzazione della normativa contenuta nel provvedimento. Secondo quanto enunciato dall’art. 1 comma 3 del Ddl. il magistrato di sorveglianza decide sulla base della relazione inviatagli dall’istituto penitenziario.



Alla luce della normativa penitenziaria è l’educatore colui che osserva il comportamento del detenuto e provvede alla stesura della relazione di sintesi, cioè di quella relazione di cui si servirà il magistrato di sorveglianza per la decisione finale sulla misura alternativa.



Senza l’incremento di ulteriori unità di personale pedagogico la situazione del sovraffollamento carcerario non potrà mai essere risolta né tantomeno potrà trovare risoluzione la drammatica condizione in cui versano le carceri italiane.



Pochi educatori significa poche relazioni da inviare al magistrato di sorveglianza. Pochi educatori significa impossibilità di fare il trattamento. Pochi educatori significa stasi della concessione di misure alternative. L’eliminazione dell’articolo aggiuntivo Schirru creerebbe un vero e proprio effetto boomerang che provocherebbe la totale paralisi del Ddl Alfano.



La Commissione Giustizia dopo aver preso atto della grave situazione di disagio in cui versano le carceri italiani ha dato voce all’articolo 27 della Costituzione decidendo di investire su quello che già nel Settecento Beccaria definiva “il più sicuro mezzo di prevenire i delitti” ossia l’educazione.



L’approvazione dell’articolo aggiuntivo che esclude il Dap dalla riduzione della pianta organica e dal blocco delle assunzioni costituisce una vera e propria presa di coscienza dell’assunto secondo il quale non può esserci alcun miglioramento delle condizioni di detenzione senza l’investimento in risorse umane.



Si evidenzia inoltre che l’emendamento è già stato “riformulato” originariamente infatti prevedeva l’obbligo per il governo,dopo l’invio della relazione per l’adeguamento della pianta organica, di predisporre entro 2 mesi un piano straordinario di assunzioni.



La totale eliminazione di questo emendamento volto alla concreta applicazione della misura alternativa sulla quale questo Governo intende puntare per risolvere il dramma del pianeta carcere renderebbe inutile l’approvazione di un Ddl che non riuscirebbe mai ad essere attuato.



Ci sarebbe infatti una vera e propria antinomia tra norma e realtà. La realtà è che la situazione carceraria italiana è drammatica e preoccupante.



I continui suicidi in carcere sono da porre in relazione con le insopportabili condizioni di disagio in cui vivono i reclusi delle carceri italiane alla carenza di trattamento e attività rieducative e alla mancata assistenza psicologica dovuta alla cronica carenza di personale educativo



Ebbene, l’Italia, Paese democratico, è stata condannata dalla Cedu per trattamento degradante e disumano. A tale situazione va data una risposta concreta, soprattutto se si considera che il bilancio dello stato potrebbe essere aggravato dalle condanne della Cedu (Sic!).



Inoltre non si comprende come la crisi riguardi solo le risorse umane e non anche lo stanziamento dei fondi per l’edilizia penitenziaria ,infatti, una volta costruite nuove carceri queste rimarranno inutilizzate (Sic!) Un esempio è fornito dal carcere di Agrigento e dal carcere di Rieti, a Pinerolo inoltre, c’è un carcere vuoto da 10 anni ma è già stata individuata un’area per costruir un nuovo carcere (fonte Girodivite).



Per un provvedimento importante, come quello in esame, che punta sulla rieducazione e sul recupero del reo, occorre assumersi delle responsabilità serie, perché l’incremento del personale pedagogico rappresenta il sine qua non della correlazione legge - realtà.



Ancora una volta si evidenzia inoltre che il “decantato” vulnus di copertura finanziaria può essere sanato attingendo dai fondi della Cassa delle Ammende che secondo quanto disposto dall’art 129 III comma del Dpr 30 giugno 2000, n. 230, devono essere destinati ai programmi che tendono a favorire il reinserimento sociale dei detenuti e degli internati anche nella fase di esecuzione di misure alternative alla detenzione”e non all’edilizia penitenziaria (Sic!) . Qualora il Governo non intenda attingere i fondi necessari dalla cassa delle Ammende potrebbe ricavarli dai fondi del Fug, visto che il Presidente del Consiglio dei Ministri ha firmato il decreto che assegna per la prima volta le quote delle risorse sequestrate alla mafia e i proventi derivanti dai beni confiscati al Fondo Unico Giustizia (Fug), nella misura del 50 per cento al Ministero dell’Interno e del 50 per cento al Ministero della Giustizia. Attingendo i fondi o dalla cassa delle Ammende o dal Fug non vi sarebbe alcun onere aggiuntivo in quanto gli stessi sono già previsti in bilancio.



Per le ragioni suesposte riteniamo che l’emendamento presentato dall’On. Donatella Ferranti e Schirru sia una vera proposta “bipartisan” che deve, necessariamente,trovare accoglimento così come è stato approvato in Commissione Giustizia.



Riteniamo altresì che il governo, dopo aver provveduto all’adeguamento della pianta organica anche in relazione alla popolazione detenuta ( quasi 70mila detenuti) debba predisporre un piano straordinario di assunzioni di educatori penitenziari da attingersi dalla vigente graduatoria del concorso pubblico per esami a 397 posti nel profilo professionale di Educatore, Area C, posizione economica C1, indetto con Pdg 21 novembre 2003.



Una scelta in tal senso rappresenterebbe la chiave di volta per un chiaro e ben preciso impegno di responsabilità affinché la drammatica situazione che affligge il pianeta carcere possa finalmente essere risolta. Per tali ragioni auspichiamo che tutta la commissione bilancio della camera e il sottosegretario Alberto Giorgetti facciano una seria e proficua riflessione riconoscendo l’importanza ai fini dell’attuazione del Ddl in esame dell’emendamento Schirru 2.060.





FERRANTI SU DDL CARCERI,OTTENUTO ANCHE AMPLIAMENTO ORGANICO EDUCATORI PENITENZIARI.

Donatella Ferranti,PD:piano programmato di assunzioni del personale degli educatori.

Governo favorevole a emendamenti Pd per potenziamento personale penitenziario:piano programmato di assunzioni, per l`adeguamento degli organici del personale di Polizia penitenziaria, degli educatori, degli assistenti sociali e degli psicologi.


18 maggio 2010


La commissione Giustizia della Camera ha cominciato a votare gli emendamenti presentati al ddl carceri e il Governo ha dato parere favorevole alle proposte di modifica del Pd che prevedevano il potenziamento del personale civile e amministrativo penitenziario (psicologi, educatori, ecc) e l’adeguamento delle piante organiche di carabinieri e polizia in funzione del nuovo impegno che dovranno svolgere per vigilare sui detenuti che trascorreranno agli arresti domiciliari l’ultimo periodo della loro detenzione. Il capogruppo del Pd in commissione giustizia, Donatella Ferranti, ha espresso soddisfazione per questo parere favorevole del Governo augurandosi che alla fine l’emendamento venga approvato.



Pd: nostre proposte sono su linea indicata da Napolitano

“Il Pd è pronto” a rispondere al monito del presidente della Repubblica sulla necessità di risolvere il sovraffollamento delle carceri e “a fare la propria parte”. Per questo, annuncia Sandro Favi, responsabile Carceri dei democratici, “nei prossimi giorni il nostro partito presenterà proposte su questi temi, in un quadro di sistema e in continuità e sviluppo delle mozioni approvate dal Parlamento già nei primi mesi di quest`anno”.

“Proporremo - spiega Favi - che si proceda alla revisione del codice penale, che vengano riviste le norme che determinano l`alta incidenza di imputati in custodia cautelare in carcere e quelle sul trattamento penale dei tossicodipendenti, che siano ampliate le opportunità di accesso alle misure alternative alla detenzione. Chiederemo inoltre al Governo - prosegue - un piano programmato di assunzioni, per l`adeguamento degli organici del personale di Polizia penitenziaria, degli educatori, degli assistenti sociali e degli psicologi, nonché gli indispensabili stanziamenti ed investimenti per ripristinare la corretta funzionalità ed operatività dei servizi e delle strutture”.

“Il Partito Democratico - conclude l’esponente del Pd - rinnova la stima e la fiducia degli appartenenti al Corpo di polizia penitenziaria e l`apprezzamento verso i dirigenti dell`Amministrazione penitenziaria, verso le professionalità socio-educative, sanitarie, amministrative e tecniche che, in questa fase difficile, dimostrano il proprio impegno con alto senso di umanità e qualificate competenze”.

Ferranti: "Iter rapido? Vediamo atteggiamento maggioranza su nostre proposte"

Carceri: Pd, "Testo migliorato in commissione, ma serve uno sforzo in più" Ferranti: "Iter rapido? Vediamo atteggiamento maggioranza su nostre proposte"

“Lo stralcio della messa in prova consentirà di esaminare rapidamente il provvedimento sulla detenzione domiciliare”. Lo dichiara la capogruppo del Pd nella commissione Giustizia della Camera, Donatella Ferranti facendo notare come ‘la messa in prova non riguardava la popolazione carceraria e quindi non avrebbe avuto effetti sul grave stato di sovraffollamento delle carceri italiane. In ogni caso – sottolinea la democratica – il voto di oggi conferma il nostro giudizio negativo sul testo uscito dal consiglio dei ministri che era confuso ed inefficace anche perché privo di qualsiasi copertura finanziaria. Stiamo adesso valutando se aderire o meno alla richiesta di un voto in sede legislativa sul testo modificato nel corso dei lavori in commissione. La nostra disponibilità dipenderà anche dall’atteggiamento della maggioranza sulle nostre ulteriori proposte di modifica. In particolare: la tutela delle vittime di violenza domestica, il rafforzamento del personale di polizia (non solo quella penitenziaria) e del personale del comparto civile dell’amministrazione penitenziaria(educatori e psicologi)”.


Proposta emendativa 8.01.


Dopo l'articolo 8 inserire il seguente:


«Art. 8-bis. - 1. Entro centottanta giorni dall'entrata in vigore della presente legge, il Ministro della Giustizia, sentiti i Ministri dell'interno e della funzione pubblica, riferisce alle competenti Commissioni parlamentari in merito alle necessità di adeguamento numerico e professionale della pianta organica del Corpo di Polizia penitenziaria e del personale del comparto civile del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria anche in relazione all'entità numerica della popolazione carceraria e al numero dei posti esistenti e programmati.

2. A tal fine il Governo presenta al Parlamento entro i successivi novanta giorni un apposito piano straordinario di assunzioni di nuove unità specificandone i tempi di attuazione e le modalità di finanziamento.».
Ferranti Donatella, Schirru Amalia, Samperi Marilena, Amici Sesa



Proposta emendativa 8.03.

Dopo l'articolo 8 inserire il seguente:


«Art. 8-bis. - 1. Al comma 8-quinquies, della legge n. 26 del 2010, dopo le parole Il Corpo della Polizia penitenziaria, sono inserite le seguenti il personale del comparto civile del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria,».
Schirru Amalia, Ferranti Donatella, Samperi Marilena, Amici Sesa



28-04-10


Dopo l'ennesimo suicidio in carcere (23 dall'inizio dell'anno), nel penitenziario di Castrogno, a Teramo, il parlamentare dell'IdV, Augusto Di Stanislao, ribadisce la necessita' di interventi diretti ed immediati da parte del Governo. ''Non e' piu' ammissibile - afferma il deputato IdV - una tale situazione di completa incapacita' da parte del Governo di affrontare concretamente le problematiche delle carceri in Italia''. Di Stanislao ricorda che ''dopo varie visite presso il carcere di Castrogno e altrettante interrogazioni ad Alfano, dopo una mozione a mia prima firma approvata all'unanimita', con la quale anche la maggioranza si e' impegnata in una serie di iniziative atte a risollevare una drammatica realta' focalizzando l'attenzione sul sovraffollamento e sulla carenza di personale penitenziario e di educatori, dopo l'annuncio dell'emergenza carceri di Alfano e del fantomatico piano carceri, dopo continue denunce e sollecitazioni dei sindacati sulla necessita' di intervenire sulle strutture, sugli organici, siamo ancora di fronte ad una situazione insostenibile e all'emergenza soluzioni''. ''Ho presentato da tempo - conclude Di Stanislao - una proposta di legge per istituire una Commissione d'inchiesta parlamentare sulla situazione delle carceri in Italia che, ora piu' che mai, diventa fondamentale per dare risposte e soluzioni ai molteplici problemi e disagi dell'intero mondo penitenziario''.




Di Stanislao:il ministro tace sulle assunzioni degli educatori,riferisca in parlamento.

“E’ giusta l’assunzione di 2.000 agenti così come evidenziato da Sarno, Segretario generale Uil Pa Penitenziari, per garantire il turnover e quindi supplire la carenza del personale di polizia penitenziaria, ma vi è una colpevole dimenticanza da parte del Ministro quando tace sulla necessità di garantire la presenza degli educatori così come previsto nella Mozione IdV approvata all’unanimità dal Parlamento.” Queste le parole dell’On. Di Stanislao che prosegue: “Non vorremmo che questo impegno del Ministro si focalizzi esclusivamente sull’edilizia carceraria e altresì non vorremmo che dietro la parola magica “stato di emergenza” si celi il grimaldello per ridare vita ad una ” Carceri d’oro 2″ che in barba alla procedure di appalti e alla trasparenza abbiano buon gioco, piuttosto che la pubblica utilità e l’urgenza, i furbetti delle sponsorizzazioni. Si segnala al Ministro, nel frattempo, che in Italia vi sono 40 penitenziari incompiuti ed inutilizzati in un Paese che ne ha 171 in tutto e nel Piano Carceri presentato non c’è cenno di recupero di questo patrimonio. Chiedo che il Ministro venga, così come richiesto in Aula, a riferire in Parlamento sugli impegni presi in relazione ai tempi e modi e risorse da impiegare. Nel frattempo con due distinte interrogazioni chiedo al Ministro quale modello di recupero intenda mettere in campo visto che non si parla assolutamente di assumere gli educatori e cosa intenda fare per i 40 penitenziari incompiuti.”


16 Marzo 2010:interrogazione a risposta in Commissione su assunzione idonei educatori penitenziari

Convocazione della II Commissione (Giustizia)

Martedì 16 marzo 2010

Ore 13.45

5-02550 Ferranti: In relazione all’assunzione di educatori penitenziari


Interrogazione a risposta in Commissione:

FERRANTI, MELIS, TIDEI e SAMPERI.



- Al Ministro della giustizia.

- Per sapere

- premesso che:

il 17 febbraio 2010 il Sottosegretario per la giustizia Caliendo è intervenuto in Senato sul tema dell'assunzione degli educatori penitenziari reclutati tramite il concorso pubblico per esami a 397 posti nel profilo professionale di educatore, area C, posizione economica C1, indetto con PDG 21 novembre 2003;

nel corso della succitata seduta, il Sottosegretario Caliendo ha affermato che entro aprile 2010 saranno assunti in via definitiva tutti gli educatori che hannosuperato i precedenti concorsi, oltre ai 170 già assunti (anche se agli interroganti risulta che siano stati assunti 97 educatori);

in realtà, l'assunzione dei vincitori del suddetto concorso era già programmata con l'indizione dello stesso nel 2003, per il quale il dipartimento dell'amministrazione penitenziaria già disponeva dei fondi necessari;

lo stesso Ministro interrogato, onorevole Alfano, aveva riconosciuto l'improcrastinabilità e l'urgenza di assumere più unità di educatori quando, il 12 gennaio 2010, furono approvate alla Camera le mozioni sui problemi del carcere presentate da vari gruppi parlamentari;a fronte di una popolazione carceraria di 67.000 unità, il rapporto educatore/detenuto è di circa 1 a 1.000, cosa che rende in pratica impossibile lo svolgimento di qualsivoglia progetto rieducativo impedendo il corretto reinserimento del detenuto nel tessuto sociale, così come previsto nel dettato costituzionale;

non avendo il Ministro interrogato ancora proceduto all'assunzione di ulteriori unità degli educatori, limitandosi a rimandare la questione ad un futuro confronto in merito con i Ministri Tremonti e Brunetta, sarebbe auspicabile ed urgente un rapido avvio della procedura di assunzione di educatori, almeno per completare la già esigua pianta organica, ulteriormente ridotta di circa 400 unità dal decreto legislativo n. 150 del 2009

se non ritenga opportuno procedere celermente all'assunzione di educatori attingendo dalla vigente graduatoria degli idonei risultante dal concorso pubblico a 397 posti di cui in premessa, al contempo prorogando la validità della stessa per almeno un quinquennio, al fine di permetterne lo scorrimento graduale per compensare il turn-over pensionistico, evitando l'indizione di nuovi concorsi che comporterebbe ulteriori oneri finanziari.

(5-02550)


Risposta all'interrogazione di Donatella Ferranti:dal 2011 assunzioni degli idonei educatori concorso,il comitato vigilera'.

Nel rispondere agli On. interroganti ritengo opportuno segnalare che il concorso pubblico per esami a 397 posti nel profilo di "Educatore", Area C, posizione economica C1, dell'Amministrazione Penitenziaria, è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 30 del 16.4.2004 - IV serie speciale e si è concluso in data 9 luglio 2008.La graduatoria definitiva, immediatamente dopo l'approvazione del Direttore Generale con provvedimento dell'11 luglio 2008, è stata trasmessa all'Ufficio centrale per il bilancio per l'apposizione del visto di controllo.Nell'anno 2009, in ragione dell'entità dei fondi stanziati ai sensi dell'articolo 1, comma 346, della Legge 24.12.2007 n. 244, è stato possibile procedere all'assunzione dei primi 103 vincitori del predetto concorso a 397 posti.Quanto alle restanti 294 unità, la competente Direzione Generale di questa amministrazione ha già programmato il relativo piano di assunzione ricorrendo, per la copertura degli originari 397 posti a concorso, allo scorrimento della graduatoria, ai sensi dell'art. 15, co. 7, DPR n. 487/99 e successive integrazioni e modificazioni.I nuovi educatori - alcuni dei quali individuati tra i candidati idonei, ma non vincitori del concorso, attese le 12 defezioni intervenute per rinunce, mancate stipule del contratto o dimissioni da parte degli aventi diritto - hanno infatti già scelto la sede di destinazione e, entro aprile del corrente anno, saranno formalmente assunti con firma del relativo contratto.Per quanto riguarda, invece, l'auspicata possibilità di procedere ad un ulteriore scorrimento della graduatoria oltre il numero dei posti originariamente messi a concorso, mi corre l'obbligo di segnalare che tale eventualità non rientra tra le ipotesi di cui all'art. 15, co. 7, del DPR n. 487/1994 e che pertanto, limitatamente all'anno in corso, non può essere attuata per mancato stanziamento dei fondi occorrenti.I fondi disponibili, infatti, sono stati impegnati sia per l'assunzione dei vincitori del suddetto concorso per educatori, sia per l'assunzione degli idonei al concorso a 110 posti di contabile, a copertura dei posti previsti dal relativo bando ed in ragione delle gravi carenze riscontrate anche nell'area contabile.Dato atto di quanto sopra e, premesso che la validità delle graduatorie è indicata in tre anni dalla data della pubblicazione nei Bollettini ufficiali, faccio presente che, nel caso di specie, la validità della graduatoria del concorso a 397 posti è fissata al 31 maggio 2012 e che, pertanto, a partire dal prossimo anno, in presenza delle risorse economiche necessarie, potranno esservi le condizioni per procedere ad uno scorrimento della graduatoria, anche oltre il numero dei posti pubblicati.




24 febbraio 2010:

ordine del giorno su non riduzione organico educatori di Roberto Rao

La Camera,

premesso che

il provvedimento in esame prevede, all'esito del processo di riorganizzazione di cui all'articolo 74, del decreto legge n. 112 del 2008, un'ulteriore riduzione degli assetti organizzativi delle amministrazioni pubbliche ai fini del contenimento della spesa pubblica;

il comma 8-quinquies dell'articolo 2 individua le amministrazioni che non sono interessate dalle riduzioni descritte, tra cui il Corpo di Polizia Penitenziaria;


nonostante le difficoltà operative, la scarsezza di mezzi e personale risulta, inopinatamente escluso da tale previsione il personale civile del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di adottare ulteriori iniziative normative volte ad includere tra il personale delle amministrazioni non interessate dalla riorganizzazione delle piante organiche non solo quello di polizia penitenziaria ma anche quello civile del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria, con particolare riferimento alle figure degli educatori, degli assistenti sociali e degli psicologi, anche in vista dell'avvio del Piano carceri che necessiterà di adeguate risorse umane e professionali. 9/3210/41. Rao, Ria
.


Accolto come raccomandazione.




19 Febbraio 2010:

ordine del giorno su assunzione educatori di Donatella Ferranti e PD


La Camera,

premesso che:

l'articolo 17-ter stabilisce che, per l'attuazione del cosiddetto «Piano carceri» si conferiscono pieni poteri al Commissario straordinario che, per individuare la localizzazione delle aree destinate alla realizzazione di nuove infrastrutture carcerarie, d'intesa con il Presidente della regione territorialmente competente e sentiti i sindaci dei comuni interessati, potrà agire in deroga alla normativa urbanistica vigente, velocizzando procedure e semplificando le gare di appalto, utilizzando il modello adottato per il dopo terremoto a L'Aquila, derogando anche all'obbligo previsto dalla legge 7 agosto 1990, n. 241, volto a consentire agli interessati, proprietari delle aree che si intendono espropriare, la necessaria partecipazione al procedimento amministrativo;

la localizzazione costituisce di per sé variante e produce l'effetto di imporre il vincolo preordinato all'espropriazione e contro di essa non sarà possibile ricorrere al giudice amministrativo e si introduce anche una deroga al limite dei subappalti, che potranno aumentare dall'attuale 30 per cento fino al 50 per cento, in deroga all'articolo 118 del codice dei contratti pubblici; in sostanza, si affidano pieni poteri al Commissario straordinario, che potrà avvalersi anche del Dipartimento per la protezione civile per le attività di progettazione, scelta del contraente, direzioni lavori e vigilanza degli interventi strutturali ed infrastrutturali, in deroga ai criteri di trasparenza e pubblicità e in palese contraddizione con la mozione Franceschini ed altri n. 1-00302 (approvata sostanzialmente all'unanimità alla Camera il 12 gennaio di quest'anno e accettata dal Governo) che impegnava chiaramente il Governo a garantire, nell'ambito dei progetti della nuova edilizia penitenziaria, i criteri di trasparenza delle procedure e l'economicità delle opere evitando il ricorso a procedure straordinarie, anche se legislativamente previste,

impegna il Governo

a verificare l'adeguatezza, in proporzione alla popolazione carceraria, delle piante organiche riferite non solo al personale di polizia penitenziaria ma anche alle figure degli educatori, degli assistenti sociali e degli psicologi, avviando un nuovo piano programmato di assunzioni che vada oltre il turn-over dovuto ai pensionamenti previsto dalla legge finanziaria per il 2010 e che garantisca le risorse umane e professionali necessarie all'attivazione delle nuove strutture penitenziarie, anche distribuendo meglio il personale sul territorio, concentrandolo nei compiti di istituto, sottraendolo ai servizi estranei, consentendogli un adeguato, costante ed effettivo aggiornamento professionale.

9/3196/13.
Donatella Ferranti.



Il comitato vincitori idonei concorso educatori dap in sostegno di Rita Bernadini

Educatori penitenziari sostengono la protesta di Rita Bernardini e Irene TestaRistretti Comitato vincitori e idonei del concorso per educatori condivide e sostiene l’iniziativa non violenta intrapresa da Irene Testa e Rita Bernardini.Il Comitato vincitori e idonei del concorso per educatori condivide e sostiene l’iniziativa non violenta intrapresa da Irene Testa e Rita Bernardini, impegnate in uno sciopero della fame perrichiedere l’esecuzione immediata di quanto proposto nelle cinque Mozioni parlamentari,unanimemente approvate nei giorni 11 e 12 gennaio 2010, riguardanti la situazione del sistema carcerario italiano.Giova ricordare che in quella occasione lo stesso Ministro Alfano assumeva precisi impegni ed affermava che vi avrebbe dato celere e certa attuazione sancendo l’inizio di un nuovo percorso,iniziato con la dichiarazione di Emergenza di tutto il sistema penitenziario alla quale ci si aspettava sarebbe seguita la predisposizione nel Piano Carceri di tutti quegli atti necessari ad ottemperare a quanto detto nelle citate Mozioni per poter, nei tempi strettamente necessari, affrontareconcretamente e efficacemente l´ormai ingestibile situazione creatasi nei nostri istituti penitenziari.Tuttavia, da un’iniziale analisi condotta sui primissimi elementi costitutivi e organizzativi del Piano Carceri emerge solo una particolare attenzione all’aspetto strutturale e custodiale, non prevedendo,invece, alcun intervento per incrementare e favorire la fondamentale componente rieducativa, vero obiettivo dell’esperienza carceraria.Questo Comitato ed altri illustri interlocutori del mondo penitenziario, continuano, infatti, a chiedere a gran voce che vengano assunti più educatori, affinché l’ingresso nelle nostre carceri non si limiti ad un forzato ozio, ma divenga precipuo momento di riflessione e riprogettazione del sé.Ad oggi, però, in merito alla questione degli educatori, alcuna volontà specifica è stata espressa dal Ministro, nonostante, le nostre carceri continuino quotidianamente ad affollarsi a causa dei numerosi nuovi ingressi, ma anche per la spaventosa carenza di educatori che, secondo quanto stabilito dalle vigenti leggi, rappresentano i coordinatori e i realizzatori materiali dei percorsirieducativi, nonché quelle figure professionali atte a garantire, nei giusti modi e nei tempi,l’espletamento, dell’intero iter necessario all’accesso alle misure alternative alla detenzione di quei detenuti che ne avrebbero i requisiti, ma che continuano a restare in carcere a causa dello sparuto numero di educatori attualmente in servizio a fronte di una popolazione di 66.000 persone carcerate.Pertanto, ci uniamo all´Onorevole Bernardini e a Irene Testa per chiedere l´immediata esecuzione delle citate mozioni e auspichiamo che il Ministro Alfano ne predisponga repentinamente l’avvio.Il Comitato, altresì, ad ausilio dell’iniziativa intrapresa da Rita Bernardini e da Irene Testa,promuove una “catena di informazione solidale” impegnandosi a diffondere la conoscenza di tale protesta non violenta tramite l’invio di questo comunicato non solo a tutti gli organi di informazione, ma anche ai propri conoscenti invitandoli a fare altrettanto.Il Comitato vincitori e idonei concorso educatori.


Donatella Ferranti,PD:da Ionta, un primo segnale l'immediata assunzione dei tanti educatori.

CARCERI: PD, VOGLIAMO VEDERCI CHIARO. AUDIZIONE ALLA CAMERA DI IONTA



Roma, 13 gen



''Lo vogliamo esaminare puntigliosamente ed e' per questo che gia' domani chiederemo al presidente della commissione Giustizia, Giulia Bongiorno di attivarsi per prevedere al piu' presto l'audizione del capo del Dap, dott. Franco Ionta''. Cosi' la capogruppo del Pd nella commissione Giustizia della Camera, Donatella Ferranti, commenta l'approvazione del piano carceri da parte del Cdm di oggi. ''I primi dati forniti dal ministro Alfano - sottolinea - non ci convincono fino in fondo: se infatti le carceri italiane possono ''tollerare' sino a circa 64.237 detenuti, da regolamento non potrebbero ospitarne piu' di 43.087. Il grado di sovraffollamento e' elevatissimo, siamo ampiamente fuori quota, e per arrivare ad 80.000 posti, i 21.749 annunciati oggi dal ministro Alfano sembrano insufficienti. E poi - prosegue - non basta costruire muri, occorre riempirli di personale numericamente e professionalmente adeguato: dalla polizia penitenzieria, agli psicologi, agli educatori e agli altri esperti. Di tutto questo ancora non c'e' traccia, ma aspettiamo di conoscere nel merito dal dott. Ionta le cifre esatte, certo - conclude - che un primo segnale potrebbe essere l'immediata assunzione dei tanti educatori e psicologi del concorso''.

Assunzione degli educatori primo impegno del governo

Il Comitato vincitori e idonei del concorso per educatori penitenziari esprime piena soddisfazione per l’approvazione delle cinque mozioni sul problema carcerario discusse ed accolte nei giorni 11 e 12 gennaio 2010 dal nostro Parlamento. Per la prima volta il Governo, rappresentato dal Ministro Alfano, ha preso consapevolezza della grave emergenza del sovraffollamento degli istituti di pena e, fra le altre fondamentali proposte presentate, si è impegnato:- a procedere all’assunzione immediata dei restanti educatori penitenziari previsti dalla pianta organica, da attingersi dagli idonei della vigente e menzionata graduatoria risultata dal concorso bandito per tale profilo professionale, affinché anche costoro possano partecipare ai previsti corsi di formazione che il dipartimento dell’amministrazione penitenziaria deve attivare per questi operatori prima dell’ingresso nelle carceri a cui sono destinati, onde evitare sprechi di danaro per doverli riattivare in seguito;- a prorogare di almeno un quinquennio la validità della graduatoria di merito del concorso citato in premessa, in linea con gli orientamenti del Ministro per la pubblica amministrazione e l’innovazione nonché con le disposizioni in materia di razionalizzazione delle spese pubbliche in vigore - per permetterne un graduale scorrimento parimenti all’avvicendarsi dei fisiologici turn-over pensionistici, al fine di evitare l’indizione di nuovi concorsi per il medesimo profilo che comporterebbero inutili oneri pubblici;- ad assumere iniziative per lo stanziamento di fondi necessari per completare l’organico di educatori previsti dalla pianta organica attualmente vigente presso il dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, considerato che lo sforzo economico da sostenere è annualmente molto esiguo, ma necessario per far funzionare meglio ed in modo più umano una branca importantissima del nostro sistema giustizia che non può più attendere;- a procedere all’alienazione di immobili ad uso penitenziario siti nei centri storici e alla costruzione di nuovi e moderni istituti penitenziari in altro sito;Esprimiamo, quindi, pieno compiacimento per l’importantissimo risultato raggiunto dall’On. Di Stanislao dell’Idv, il quale nella Sua circostanziata e approfondita mozione, ha dimostrato ancora una volta la Sua grande disponibilità e sensibilità verso tali problematiche, sapendo cogliere e far emergere sapientemente le necessità di questo delicato settore della nostra giustizia. Ringraziamo, inoltre, gli onorevoli Bernardini, Rao, Ferranti, Melis, Tidei, Vitali, Balzelli, Donadi, Paladini, Franceschini e tutti coloro che hanno appoggiato con voto favorevole le Loro mozioni, poiché di fronte a queste battaglie di umanità hanno saputo permeare il Loro impegno politico di quell’umanità e di quell’alto senso civico che rende capaci di abbandonare i colori politici e di volgere verso una proficua unità di intenti.Il Comitato vincitori e idonei del concorso per educatori penitenziari, intanto, continuerà a vigilare affinché tali doveri vengano rispettati e proseguirà nel suo lavoro di diffusione della necessità dell’intervento rieducativo e quindi sulla centralità della presenza degli educatori, ovvero di quella figura professionale che rappresenta il vero catalizzatore ed esecutore materiale del percorso rieducativo di un detenuto, percorso che rappresenta l’unica vera speranza di un sano reinserimento sociale di chi vive l’esperienza delle sbarre e che rappresenta uno dei più validi strumenti atti ad evitare quegli stati di inerzia, apatia, depressione, frustrazione, ansia, inadeguatezza che troppo spesso percorrono prepotentemente i corridoi lungo i quali si snodano le fila di quelle celle all’interno delle quali si consumano, quotidianamente, suicidi, abusi, violenze. Auspichiamo, quindi, che il Governo predisponga celermente tutti gli atti necessari ad ottemperare quanto detto e che questa stessa volontà continui ad animarne tutti i passaggi ad essi necessari, per poter, nei tempi strettamente necessari, cominciare ad affrontare concretamente e efficacemente l’ormai ingestibile emergenza creatasi.

Il Comitato vincitori e idonei del concorso per educatori penitenziari

sabato 30 ottobre 2010

A quota 58 i suicidi nelle carceri e il ministro Alfano si assume il merito di aver realizzato 2000 nuovi posti che in realta' sono il frutto di passate legislature!!! carcere,governo,detenuti,giustizia,angelino alfano,governo,diritti

Suicidio nel carcere di Bologna, mentre da Saluzzo arriva la notizia della morte di un detenuto 79enne‏



OSSERVATORIO PERMANENTE SULLE MORTI IN CARCERE


Radicali Italiani, Associazione “Il Detenuto Ignoto”, Associazione “Antigone” Associazione A “Buon Diritto”, Redazione “Radiocarcere”, Redazione “Ristretti Orizzonti”



Da inizio anno sono già 145 le persone morte in carcere (58 suicidi): l’emergenza carceri si aggrava

Con il suicidio del 32enne cittadino sloveno a Bologna salgono a 7 i detenuti che sono tolti la vita in ottobre e a 58 da inizio anno: 48 si sono impiccati, 6 asfissiati con il gas della bomboletta da camping, 3 avvelenati da mix di farmaci e 1 dissanguato dopo essersi tagliato la gola.

Oggi da Saluzzo (CN) giunge anche la notizia della morte per “cause naturali” di Michele Tempo, un detenuto di 79 anni. Viene da chiedersi come mai una persona di quell’età sia rimasta a morire in cella: la legge cosiddetta “Salva-Previti” infatti prevede che le persone ultrasettantenni non debbano restare in carcere, ma piuttosto scontare la pena in detenzione domiciliare. Complessivamente da inizio anno sono già 145 le persone morte in cella; nel 2009 furono 177, nel 2008 furono 142 e nel 2007 “solo” 123.

Questi numeri, da soli, dovrebbero essere sufficienti a certificare che “l’emergenza carceri” non è affatto in fase di risoluzione, ma anzi si aggrava giorno dopo giorno, con il sovraffollamento crescente, con il personale sempre più stanco e demotivato, con le casse inesorabilmente vuote, con la il mondo politico distratto da ben altre “questioni”.

Una emergenza soltanto dichiarata, ma i risultati dove sono?

A gennaio scorso il Consiglio dei Ministri, prendendo atto che il sistema penitenziario era sull’orlo del collasso a causa del sovraffollamento (oltre che della scarsità di personale e di risorse economiche) dichiarò le carceri in “stato di emergenza”, un provvedimento mai adottato prima nella storia della Repubblica.

Come si è concretizzata fattivamente questa dichiarazione d’emergenza? In 10 mesi le condizioni di chi è rinchiuso in carcere e di chi in carcere ci lavora sono migliorate? Recentemente il ministro Alfano ha dichiarato “Abbiamo seminato bene e continueremo a farlo”, ma quali risultati sono stati ottenuti?


- A gennaio i detenuti erano 64.840 e oggi sono 69.000, mentre i posti “regolamentari” sono 44.000....

- A gennaio gli agenti erano 38.337 e oggi sono meno di 38.000, circa 6.000 in meno dell’organico previsto....

- Da gennaio ad oggi 145 detenuti sono morti in cella e 58 di loro si sono suicidati....

- Da gennaio ad oggi anche 6 agenti di Polizia penitenziaria e un Provveditore alle carceri si sono uccisi....

- Nel 2010 le risorse del Dipartimento Amministrazione Penitenziaria sono stati “tagliate” di 245 milioni di €....

- Il disegno di legge “Alfano” per la detenzione domiciliare nell’ultimo anno di pena è fermo al Senato....

- Le 2.000 nuove assunzioni in Polizia penitenziaria, più volte promesse, finora non si sono viste....

- I 2.000 nuovi posti detentivi creati sono in gran parte inutilizzati per mancanza di personale*....


* In realtà la realizzazione dei 2.000 posti, di cui recentemente il Ministro Alfano si è assunto il merito, sono frutto di iniziative intraprese nelle passate legislature ed i tempi per il completamento delle strutture sono stati medio-lunghi: dai 30 mesi per la ristrutturazione di una sezione detentiva di Spoleto, ai 20 anni per la costruzione del carcere di Rieti (oltre tutto, oggi l’istituto è utilizzato solo per 1/3 perché manca il personale addetto alla sorveglianza, stessa situazione che si verifica nel carcere di Trento, che addirittura è pronto ad entrare in funzione ma non può essere aperto perché servirebbero oltre 300 agenti per farlo funzionare, mentre quelli che potrebbero essere trasferiti dal vecchio carcere sono un centinaio).

CIGL:Inserire in finanziaria adeguate risorse per il Dap al fine di provvedere a nuoe assunzioni di personale! carcere,governo,detenuti,angelino alfano,diritti

Carceri: in piazza per il rispetto del lavoro e della dignità delle persone


«Le carceri esplodono, noi le portiamo in piazza» questo il messaggio utilizzato dalla FP CGIL per denunciare l'emergenza umanitaria vissuta nei sistemi penitenziari italiani e avanzare dieci proposte contro il sovraffollamento
 
ROMA - La vita in carcere, per chi vi lavora come per chi vi è recluso, è divenuta ormai insostenibile. Il sovraffollamento, i numerosi decessi, ma anche la carenza del personale penitenziario, come quella dei magistrati, assistenti sociali, educatori, sono i principali motivi della protesta organizzata dalla FP CGIL questa mattina, davanti Montecitorio e di fronte alle prefetture italiane.


«Le carceri esplodono, noi le portiamo in piazza», è con questo chiaro messaggio, che i delegati della Funzione Pubblica CGIL insieme agli operatori del settore, agli esponenti del mondo della politica, dell'associazionismo e del volontariato, si sono ritrovati oggi in piazza per chiedere condizioni dignitose di vita e di lavoro nei penitenziari e contrastare la reclusione del disagio sociale affinchè «il carcere non diventi una seconda condanna».

Una situazione di emergenza umanitaria, quella denunciata dal sindacato e rappresentata in piazza dall'istallazione di tre celle: una per illustrare le condizioni attuali di sovraffollamento; una come dovrebbe essere secondo le regole, e la terza, stracolma di manichini, per dare l'idea di come i detenuti vivranno se non si riuscirà ad invertire la rotta. Una condizione drammaticamente riassunta da alcune cifre: nei 206 istituti di pena i detenuti presenti sono 68.527, a fronte di 44.612 posti letto regolamentari. La popolazione carceraria supera così, di quasi 22mila unità il livello regolamentare. Mentre i poliziotti penitenziari sono 18mila su 37.348, quindi 6mila unità in meno rispetto alla dotazione organica fissata con D.M. 8 febbraio 2010.

Sono dieci le proposte che la FP CGIL ha avanzato per un sistema di detenzione umano che rispetti il lavoro e la dignità delle persone. Innanzitutto, come ha dichiarato alla CGILtv Rossana Dettori, Segretaria Generale FP CGIL, è necessario rivedere alcune leggi come la Fini-Giovanardi in materia di sostanze stupefacenti e la Bossi-Fini in materia di immigrazione. Inoltre, è indispensabile modificare la normativa sulla custodia cautelare, adottare nuove misure per il reinserimento sociale dei detenuti e provvedere alla chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari, eliminando le misure di internamento psichiatrico. Infine, rifinanziare il Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria e mettere in atto un piano di ottimizzazione delle risorse umane disponibili e provvedere all'immediata assunzione di 6mila unità aggiuntive. Sul fronte edilizio la FP CGIL chiede al Governo di mettere in atto il 'piano carceri', inserendo in finanziaria lo stanziamento di 1,5 miliardi di euro necessario per attuarlo.

CGIL.it

Mancano 600 educatori e 500 assistenti sociali,ormai le carceri sono un buco nero in cui proliferano violenza e disperazione. carcere,governo,detenuti,angelino alfano,giustizia,diritti,educatori penitenziari

Bologna: ennesimo suicidio in carcere

Ancora un caso di suicidio in carcere. Il cinquantasettesimo dall’inizio dell’anno. Un detenuto sloveno di 32 anni si è tolto la vita, impiccandosi con i lacci delle scarpe, nelle docce del carcere bolognese Dozza. Resta da capire perchè, davanti al grande numero di vite spezzate, le istituzioni continuino a non intervenire. Poco meno di 24 ore prima, un altro suicidio si era verificato nel carcere di Foggia.


Bisogna interrogarsi su un sistema giudiziario che ha incrementato circa del 30% la popolazione carceraria italiana, limando però il numero delle risorse impiegate nel settore.

La scarsità di mezzi e uomini rispetto al numero di detenuti raddoppiati è d’altra parte sotto gli occhi di tutti. I detenuti sono circa 25.000 in più rispetto alla capienza totale prevista dalle carceri italiane e i tagli al personale penitenziario possono così sintetizzarsi: 500 assistenti sociali  e 600 educatori in meno, 6500 unità mancanti alla Polizia penitenziaria. Questi numeri palesano come le carceri italiane, lungi dal rappresentare luoghi di “recupero”, siano un buco nero in cui proliferano violenza e disperazione. Proprio la settimana scorsa a Bologna era stata allestita una cella in Piazza Re Renzo, per testimoniare le condizioni di vita dei detenuti e sensibilizzare l’opinione pubblica a tale problematica.

Carcere di vicenza:I detenuti: «C'è poca biancheria ricucita e giallastra per lo sporco»dobbiamo pagare per i nostri errori, ma tutto ciò non significa subire tutto. carcere,angelino alfano,detenuti,giustizia,diritti,governo

Il carcere scoppia ed è senza lenzuola


ACCUSA. Grido d'allarme dalla casa circondariale: «Noi dobbiamo pagare per i nostri errori, ma non possiamo subire tutto, si apra un'inchiesta»


I detenuti: «C'è poca biancheria ricucita e giallastra per lo sporco» Il direttore: «Elemosinate ovunque c'è stato un balzo di carcerati»
 
 
Due facciate fitte, calligrafia pulita, parole pesanti. Mittente: detenuti della casa circondariale di Vicenza. La premessa: «Noi vogliamo e dobbiamo pagare per i nostri errori, ma tutto ciò non significa subire tutto. Chiediamo che si apra un'inchiesta». Il «tutto» lo raccontano a raffica: cibo contingentato e «non commestibile», attese di 8-9 mesi per una visita in ospedale, condizioni igieniche impossibili, spesa effettuata due volte la settimana per alimenti di prima necessità e recapitata dopo 20 giorni, lenzuola «cioè pezzetti di stoffa ricuciti e dal colore giallastro per lo sporco» insufficienti per tutti «e si fa a turno una settimana sì e un'altra no», mancanza di educatori «solo due e non si vedono mai». Il direttore del carcere Fabrizio Cacciabue non ci sta: «Stiamo dando il massimo, non tutto corrisponde a verità, se qualche problema si è verificato è perché abbiamo dovuto far fronte in pochi giorni ad un balzo improvviso a 371 detenuti, erano 330, oggi sono 367. Il carcere avrebbe 146 posti».


LENZUOLA. Il direttore parte dalle lenzuola. «Abbiamo dovuto elemosinarle in tutto il Triveneto, il carcere di Verona ce ne ha date 50, ora il Provveditorato regionale ci ha concesso di acquistarne alcune centinaia sul libero mercato, abbiamo fatto un bando, il prezzo sarà maggiore ma non abbiamo alternative. La lavanderia funziona a pieno ritmo, anche lo stress delle lenzuola è notevole».

SPESA. «Non nego le difficoltà logistiche: è capitato soprattutto ultimamente che magazzinieri e addetti alla spesa siano stati utilizzati per servizi di traduzione (gli spostamenti dei detenuti) e questo ha causato ritardi nelle consegne».

CIBO. «Sono previsti un primo e un secondo, il cibo non è cattivo, può accadere che la frutta non sia appetibile, in questo caso interviene il sanitario presente nella struttura. La ditta che ha vinto l'appalto fornisce i pasti, una commissione effettua controlli ogni giorno. I pasti sono calcolati sulla base del menù fissato dal Dipartimento in base alle grammature individuali, succede che venga dato anche più cibo».

I detenuti scrivono che, per chi ha mal di denti, il carcere dovrebbe passare un litro di latte al giorno al posto del secondo piatto «ma qui - lamentano - ci sono persone che non lo prendono da 50-60 giorni». Al direttore non risultano diete lattee: «Per le persone che hanno edentulia (mancanza di denti) è previsto il pane al latte».

VISITE OSPEDALIERE. «Se un detenuto ha un'emergenza viene accompagnato all'ospedale, è il medico a valutare se ci sono situazioni che possono aspettare, non il singolo paziente».

LAVORO. «Siamo impegnati su più fronti, iniziative che verranno rese note al momento opportuno, visto che coinvolgono collaborazioni diverse. Quanto al numero di educatori essi non sono due, bensì tre, oltre ad un direttore di area pedagogica». Cacciabue ribadisce: «Stiamo dando il massimo. Tele di ragno non ce ne sono. Se mi arriverà la lettera sono pronto in mandarla in Procura».

VOLONTARI. Chi si accosta con frequenza al carcere non nega i problemi, molti dei quali legati ad una realtà quotidiana fatta di «tre ore d'aria e altre 21 in celle invivibili, dove dovrebbe esserci un unico detenuto e invece si trovano in tre». Una situazione insostenibile e che incattivisce: «Il tempo non esiste, c'è chi non si lava, chi rifiuta il cibo». «Però - si sottolinea - con il passaggio della sanità all'Ulss c'è stato un salto di qualità. Per il resto, sovraffollamento in primis, molto dipende dalle decisioni politiche».



Roberta Bassan

martedì 26 ottobre 2010

Interrogazione sulmcarcere di Sulmona:stanziare i fondi necessari al fine di completare l'organico degli operatori, compresi psicologi ed educatori. carcere,governo,detenuti,giustizia,detenuti,politici,angelino alfano

ATTO SENATO


INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/01654

Dati di presentazione dell'atto

Legislatura: 16

Seduta di annuncio: 440 del 19/10/2010

Firmatari

Primo firmatario: CARLINO GIULIANA

Gruppo: ITALIA DEI VALORI

Data firma: 19/10/2010



Elenco dei co-firmatari dell'atto

Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma

LI GOTTI LUIGI ITALIA DEI VALORI 19/10/2010

LANNUTTI ELIO ITALIA DEI VALORI 19/10/2010

MASCITELLI ALFONSO ITALIA DEI VALORI 19/10/2010





Destinatari

Ministero destinatario:

· MINISTERO DELLA GIUSTIZIA

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 19/10/2010

Stato iter:

IN CORSO

Atto Senato



Interrogazione a risposta orale 3-01654

presentata da

GIULIANA CARLINO

martedì 19 ottobre 2010, seduta n.440

CARLINO, LI GOTTI, LANNUTTI, MASCITELLI

- Al Ministro della giustizia

- Premesso che:

il 15 agosto 2010, aderendo ad una iniziativa del partito radicale e della II Commissione permanente (Giustizia) della Camera dei deputati (cosiddetto "Ferragosto in carcere"), numerosi parlamentari di differenti schieramenti politici hanno visitato molte carceri italiane, per una ricognizione delle condizioni all'interno delle 206 strutture presenti in Italia;

il carcere di Sulmona (L'Aquila), l'istituto di pena più grande d'Abruzzo, a fronte di una capienza massima di 272 unità, in realtà ad agosto ospitava 420 reclusi, con una percentuale di sovraffollamento del 54,41 per cento;

all'interno della struttura sono presenti, tra gli altri, 105 detenuti comuni, 150 detenuti in alta sicurezza, 2 internati in regime di cosiddetto "41-bis";

tra i detenuti, 172 sono tossicodipendenti, 92 sono affetti da epatite C, mentre 150 sono affetti da patologie di tipo psichiatrico;

dall'inizio del 2010, secondo dati del sindacato Uil-Pa penitenziari, ci sono stati due suicidi, cinque tentati suicidi, 79 atti di autolesionismo, tre aggressioni ad agenti di custodia e un'aggressione ai danni di un medico deputato alla cura dei detenuti;

gli agenti di Polizia penitenziaria in pianta organica dovrebbero essere 328, ma gli assegnati sono 279, di cui solo 196 realmente in servizio;

il carcere di Sulmona prevede 10 educatori in pianta organica, ma quelli assegnati ed effettivamente in servizio sono 7;

a fronte di un oggettivo sovraffollamento e della presenza di detenuti con effettive esigenze di assistenza è prevista la presenza di un solo psicologo, non in pianta organica ma a parcella;

la mancanza di un numero adeguato di agenti, insieme al sovraffollamento delle carceri, comporta una serie di problemi che vanno dall'impossibilità di usufruire quotidianamente dei servizi igienici al non poter svolgere quelle attività lavorative e di socializzazione che dovrebbero essere centrali ai fini della funzione riabilitativa della detenzione, riducendo frequentemente le attività di recupero in atti di premio;

considerato che:

il Ministro della giustizia, in sede di audizione sulla situazione degli istituti penitenziari presso la II Commissione permanente (Giustizia) della Camera dei deputati, in data 14 ottobre 2008, ha affermato: "l'amministrazione penitenziaria ha, tuttavia, avviato un progetto di recupero e di razionalizzazione delle risorse umane esistenti, attraverso processi di rafforzamento delle motivazioni professionali e lavorative, anche con l'adozione di nuovi modelli di sorveglianza, capaci di valorizzare la flessibilità e la dinamicità del servizio istituzionale ancora oggi caratterizzato da schemi rigidi e statici". Ad oggi, sarebbe necessario conoscere gli esiti di tale progetto di recupero e razionalizzazione delle risorse umane del comparto;

il 2010 si è rivelato l'anno più difficile per le carceri italiane con un aumento del numero dei detenuti elevatissimo a fronte dei posti disponibili e una riduzione dell'organico di personale di qualsiasi livello;

in sede di conversione del decreto-legge 30 dicembre 2009, n. 195, recante disposizioni urgenti per la cessazione dello stato di emergenza in materia di rifiuti nella regione Campania, per l'avvio della fase post emergenziale nel territorio della regione Abruzzo ed altre disposizioni urgenti relative alla Presidenza del Consiglio dei ministri ed alla protezione civile, approvato in prima lettura dal Senato in data 9 febbraio 2010, il Governo aveva introdotto nel provvedimento d'urgenza una disposizione con la quale si affidava alla società Protezione civile SpA un ruolo importante, per quanto improprio, rispetto alla natura stessa del sistema di protezione civile nazionale, in riferimento all'edilizia penitenziaria. Il Commissario straordinario sarebbe stato infatti autorizzato ad avvalersi della società Protezione civile SpA. per le attività di progettazione, scelta del contraente, direzione lavori e vigilanza degli interventi strutturali ed infrastrutturali attuati in esecuzione del programma degli interventi di cui all'articolo 44-bis del decreto-legge 30 dicembre 2008, n. 207, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 febbraio 2009, n. 14;

in tale contesto il Governo ha annunciato un "piano carceri" di cui non si conosce la esatta e puntuale articolazione, ma che certamente non potrà avere effetti positivi in tempi rapidi, anche con riferimento all'implementazione dell'organico al fine di assicurare la buona gestione del sistema, sia in termini di dignità del lavoro che di dignità della detenzione;

soltanto pochi mesi fa la Corte europea dei diritti dell'uomo ha condannato l'Italia a risarcire con 1.000 euro un detenuto costretto a stare per due mesi e mezzo in una cella sovraffollata. Una pena che, per quanto simbolica, mette in evidenza una terribile realtà. È stato calcolato che ciascun detenuto nelle carceri italiane abbia mediamente a disposizione meno di 3 metri quadrati di spazio, ben al di sotto dei 7 metri stabiliti dal comitato europeo per la prevenzione della tortura. Ciò significa che normalmente una cella deve ospitare tre detenuti ed oggi nei penitenziari italiani ce ne sono, in media, nove in ogni cella. Tale situazione non può ritenersi compatibile con l'articolo 27 della Costituzione, con cui si sancisce che «l'imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva» e «le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato»;

ad oggi non si ha alcuna notizia né di nuove assunzioni di personale, né di costruzione di nuove carceri;

nell'agosto 2010 la Corte dei conti ha reso nota un'indagine sugli interventi pubblici nel settore dell'edilizia penitenziaria tra il 2003 e il 2009, definendo tutto il sistema insufficiente e inefficiente e sottolineando la grave carenza di personale,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti riferiti in premessa;

se intenda valutare l'opportunità di adottare iniziative urgenti per lo stanziamento dei fondi necessari al fine di completare l'organico degli operatori, compresi psicologi ed educatori, previsti dalla pianta organica attualmente vigente presso il carcere di Sulmona;

se non si ritenga di dover intervenire con il reclutamento di un numero adeguato di agenti di Polizia penitenziaria, e accertando che le autorità competenti provvedano ad incrementare l'organico degli psicologi all'interno del carcere di Sulmona;

se il Ministro in indirizzo, di concerto con gli altri Ministri competenti, abbia previsto, all'interno del suddetto carcere, interventi volti a favorire i percorsi lavorativi e di reinserimento sociale dei detenuti, anche attraverso l'incremento dell'organico del personale educatore in servizio;

se non si intenda immediatamente stanziare fondi per migliorare la vita degli agenti penitenziari e dei detenuti in modo che le carceri in Italia, anche attraverso pene alternative, non siano solo un luogo di espiazione e di dannazione, ma diventino soprattutto un luogo in cui i detenuti, attraverso attività culturali, lavorative e sociali, possano avviare un percorso concreto per essere reinseriti a pieno titolo nella società.

(3-01654)

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Terzo decesso nel carcere di Ancona: si interroga il Ministro Alfano


Ancona

Tre giovani hanno perso la vita nel carcere Dorico dall’inizio dell’anno. Le senatrici Magistrelli, Sbarbati e Amati interrogano il Ministro Alfano e denunciano: “un carcere da terzo mondo”.



Lo scorso 22 ottobre è stato trovato morto, nella sua cella nel carcere di Ancona Montacuto, il ventiduenne Alberto Grande. Si tratta della terza vittima deceduta all'interno dell'istituto di pena anconetano dall'inizio dell'anno. Tre detenuti giovani e non affetti da particolari patologie: a maggio fu ritrovato senza vita sul pavimento della propria cella un giovane marocchino di 27 anni, "morto per cause naturali" secondo il Dipartimento della Amministrazione Penitenziaria; il 25 settembre un tunisino di 26 anni, si chiamava Ajoub Ghaz, fu ritrovato morto nella sua cella dopo aver apparentemente ingerito un mix letale di farmaci.


Una serie di morti "sospette" - l'Osservatorio permanente sulle morti in carcere, parla di "terza morte misteriosa" nel carcere Dorico - che ha indotto le Senatrici Magistrelli, Amati e Sbarbati a depositare un'interrogazione al Ministro di Grazia e Giustizia Alfano.

Un gesto volontario, secondo gli inquirenti e le autorità carcerarie, anche quello di Alberto Grande, trovato morto pochi giorni fa dal compagno di cella. "La cosa certa al momento - si legge nell'interrogazione - è che sul corpo del giovane non sono stati trovati segni di morte violenta, e che l'autopsia, disposta dalla procura, sembra evidenziare che si tratti di intossicazione da assunzione di un mix letale farmaci o da sostanze stupefacenti". La Procura della Repubblica di Ancona ha avviato un'indagine interna per chiarire l'accaduto, "rimane il fatto - scrivono le Senatrici - che un ragazzo di 22 anni, entrato sano in carcere lo scorso luglio, in carcere è morto".

Vista la drammatica situazione appare dunque necessario, da parte del Ministero, fare chiarezza sulla reale capacità della struttura carceraria di tutelare la salute dei detenuti. "Quello di Ancona - si legge nel documento - si sta rivelando un carcere da terzo mondo per sovraffollamento ove sussiste una situazione veramente critica". Situazione già denunciata dalle firmatarie con Atto n. 4-03243 Pubblicato il 27 maggio 2010 Seduta n. 389.

Sovraffollamento, scarsità di fondi per opere di manutenzione delle strutture e per acquistare beni anche di prima necessità, carenza di personale sia tra gli agenti di Polizia penitenziaria che tra educatori, psicologi, personale sanitario: la situazione appare insostenibile.

Al Ministro si chiede, dunque, di riferire sui tre recenti decessi avvenuti nel Carcere di Ancona e sulle precise cause che li hanno provocati; di comunicare se sia a conoscenza delle problematiche del Carcere di Montacuto di Ancona, relativamente alla difficile situazione sanitaria, della carenza di personale e del suo grave sovraffollamento e di rendere note le iniziative programmate e che il governo intende assumere per risolvere tale complesso di problematiche.


26/10/2010

venerdì 22 ottobre 2010

Carcere Padova:Senza il bollo degli educatori non si muove niente.detenuti lamentano carenza di educatri penitenziari! giustizia,angelino alfano,politici,partiti politici,penitenziari,costituzione,diritti

Padova: a lezione dal detenuto al Due Palazzi; ieri seminario sulla giustizia per i giornalisti

di Emilio Randon



Il Mattino di Padova, 22 ottobre 2010



I cortili interni del carcere Due Palazzi sono sporchi da fare schifo, un immondezzaio: i detenuti ci buttano di tutto, dalle finestre delle celle volano bottiglie, fazzoletti, avanzi di cibo, scatolame ed anche roba buona, arance fresche, mele intonse. In carcere si fuma, lo fanno tutti, guardie e detenuti, è il solo posto pubblico in Italia in deroga al divieto. Le due cose si notano e forse non hanno niente in comune. Ma solo per noi visitatori, in carcere tutto ciò che accade è in relazione.

Ieri al Due Palazzi sono entrati i giornalisti, quelli che lo volevano e hanno aderito all’invito della redazione di “Ristretti Orizzonti” per una specie di seminario sulla condizione carceraria; il ministero che se ne occupa si chiama ministero di Grazia e Giustizia perché i costituenti nella loro saggezza avevano capito che non c’è giustizia senza speranza, la grazia riparatrice è atto di riconciliazione sociale che dichiara chiusa la ferita tra chi ha fatto il male e chi l’ha subito e consente di andare avanti. Al di fuori di questo c’è solo la vendetta.

Al Due Palazzi i detenuti sono 820, i posti 350. Il 30% sono tossicodipendenti e passano la giornata stesi sulle brande in uno stato di ebetudine indotto dai sedativi. Vietare il fumo e i sedativi provocherebbe una rivolta, la prima di rabbia la seconda di follia. Anche queste cose divise, ma in carcere stanno insieme.

Il carcere fa effetto a chi lo visita, figurarsi ai detenuti. Dovrebbe raccomandarsi alle scolaresche, ai maturandi, ai cercatori di verità, lo spettacolo degli uomini in gabbia è molto suggestivo e non regge il confronto con la rappresentazione che ne facciamo.

Non a caso l’articolo della Costituzione che noi italiani meno capiamo, non sentiamo e non vogliamo sentire è il 27, laddove dice che il fine della pena è la rieducazione. Capiamo altre cose, magari scritte in altri codici e in epoche morte ma questa scritta nel nostro, capiamo il diritto della società di difendersi ed isolare i delinquenti, quello delle vittime ad una giusta retribuzione, persino l’espiazione cristiana ci sta. La rieducazione no, sul delinquente pesa la maledizione del mito: delinquenti si è una volta per tutte, condizione che stupi Graziano Scialpi e gli face dire “il detenuto non è un reato con le gambe, ma un uomo che ha commesso un reato”. Scialpi, detto “Dado” per via delle vignette che faceva, è un uomo morto di cancro due mesi fa, malattia diagnosticata negli ultimi giorni dopo un anno di sofferenze. Ma nessuno gli credette.

Solo il 3 per cento di noi prova compassione per i detenuti - dice Marco Panella, che fa lo sciopero della fame contro il sovraffollamento - nel disinteresse del 97 per cento degli italiani. Ancora meno tolleriamo che escano prima, in libertà condizionata, agli arresti domiciliari, in affidamento sociale o in permesso premio - queste le tre condizioni consentite - ci pare che alleggerire la pena detentiva sia un’offesa alle vittime, un premio ai delinquenti e un incoraggiamento a farlo ancora.

Marcello Bortolato, giudice di sorveglianza, ha dimostrato il contrario, la recidività si riduce tra chi fa meno carcere. Ha smentito che i detenuti escano su una sorta di automatismo contabile: “Dietro ad ogni beneficio c’è la decisione di un giudice”, c’è il parere degli educatori, c’è un percorso che comincia dopo aver scontato un quarto della pena e che a suo fondamento trova appunto il principio del carcere come riabilitazione del detenuto. Antonio, dentro da 20 anni, spiega che lui ha fatto il bravo, avrebbe gli anni, vorrebbe anche ma nessun educatore lo ha mai esaminato per proporlo a un regime diverso di carcerazione. Senza il bollo degli educatori non si muove niente. Al Due Palazzi, fino a ieri, gli educatori erano tre per 820 detenuti. Ora li hanno portati a otto.ma sono ancora pochi!

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Carceri, dove l'incubo è quotidiano

più detenuti, sempre meno spazi

La condizioni di detenzione in Italia secondo l'associazione non governativa "Antigone": penitenziari sovraffollati e spesso sporchi. Poche guardie. I numeri del fallimento del piano carceri di Alfano

di FABIO TONACCI

CELLE sempre più asfissianti, piccole, sporche. Ma soprattutto, affollate. Detenuti impilati su letti a castello con la faccia a 30 centimetri dal soffitto, spesso con meno di 3 metri quadrati di spazio vitale a disposizione. Reclusi che continuano ad aumentare, sono quasi 70 mila unità, posti letto che - per una diabolica proporzione inversa - si riducono: appena 45 mila quelli regolari disponibili nei 206 istituti penitenziari italiani. Il collasso del nostro sistema penitenziario è tutti qui, fotografato impietosamente nelle 288 pagine del VII Rapporto nazionale sulla condizioni di detenzione in Italia, stilato dall'associazione non governativa "Antigone". L'edizione di quest'anno ha un titolo che riporta alla cronaca ancora calda: "Da Stefano Cucchi a tutti gli altri".


Il rapporto, basato sul lavoro di una quarantina di volontari che hanno visitato gli istituti penitenziari, racconta quanto siamo ancora lontani dal principio base sancito all'articolo 27 della Costituzione, quello che recita così: "Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato". Tre metri di spazio vitale per detenuto, non sono una "rieducazione", ma un "trattamento inumano e degradante", come segnala il Comitato Europeo per la prevenzione della tortura.

Da una parte c'è il fallimento del Piano Carceri ideato un anno e mezzo fa dal ministro della Giustizia Angelino Alfano - mancano i finanziamenti per le migliaia di posti letto necessari - dall'altra ci sono clamorosi sprechi. Il carcere di Morcone a Benevento, ad esempio. Ultimato, abbandonato, ristrutturato e mai aperto. O quello di Busachi in Sardegna, costato 5 miliardi delle vecchie lire e non ancora messo in funzione. Nel mezzo, la stipatissima popolazione carceraria. Che psicologicamente sta sempre peggio: l'anno scorso 72 suicidi in carcere su un totale di 113 morti, 55 suicidi nei primi nove mesi del 2010. E che cambia dialetto. Aumentano infatti i detenuti italiani di origine settentrionale - sono uno su quattro, mai così tanti "padani" nella storia penitenziaria del nostro paese - diminuiscono i meridionali. Tra gli stranieri, si infoltisce il gruppo degli europei dell'Est.


ROMENI E SETTENTRIONALI, I NUOVI DETENUTI

Attualmente i reclusi sono 68.527, tra cui 25.164 stranieri (il 43,7 per cento degli incarcerati è composto da imputati, caso unico in Europa). Rispetto all'anno passato, sono aumentati nel complesso di 6664 unità. Nel 2000 i detenuti totali erano circa 50 mila, tra i quali 14 mila non italiani. La crescita della popolazione carceraria negli ultimi anni è dovuta in primo luogo all'aumento della componente straniera. I reclusi romeni oggi sono 3096, dieci anni fa appena 529. I marocchini erano 3096 nel 2000, oggi sono 5330. La maggior parte è dentro per violazione dell'obbligo di espulsione.

Ma il VII Rapporto di Antigone registra anche un aumento della "compagine settentrionale". I detenuti del Nord sono ben 9.782, quasi il 15 per cento del totale e il 25 per cento degli italiani in galera. Crollano invece le presenze di pugliesi, campani, calabresi, siciliani e sardi. Crescono - e di molto - quelle di emiliani e toscani (vedi tabella). Tra gli istituti penitenziari più affollati, il San Vittore a Milano, quello di Poggioreale a Napoli, il Regina Coeli e quello di Rebibbia a Roma, poi quelli di Sulmona, Fermo, Perugina Capanne, Firenze Sollicciano, Novara, Bologna, Gorizia.


TROPPI DETENUTI, POCHE GUARDIE E EDUCATORI
I magistrati di sorveglianza sono 178 (su un organico di 204). In media, quindi, ognuno deve occuparsi di 394 detenuti. E posto che un recluso presenta di solito almeno dieci domande l'anno (tra richieste di misure alternative, reclami, ricoveri, liberazioni anticipate), ogni giudice deve portare avanti 4 mila procedimenti. Per riuscirci, dovrebbe concluderne 10 al giorno, festivi compresi. Un'utopia. Così come è utopico pensare di vedere prima o poi il personale della polizia Penitenziaria al completo: la pianta organica ministeriale prevede 42.268 unità dislocate nei 206 istituti italiani. Al momento risultano in servizio poco più di 34 mila agenti. E le 2 mila nuove assunzioni promesse un anno fa dal ministro Alfano? Mai viste. Stesso discorso per educatori e assistenti sociali. Il ministero di Giustizia ne prevede in tutto 2838, ma secondo "Antigone" sono circa 2136. Significa che ogni operatore deve assistere sessanta detenuti.


IL FALLIMENTO DEL PIANO CARCERI

Ma è nell'ammodernamento degli istituti e nella costruzione di nuove prigioni e padiglioni carcerari che si concretizza il fallimento del Piano del Governo. Lanciato nel gennaio del 2009 dalla coppia Alfano-Berlusconi, doveva - si disse - risolvere l'emergenza sovraffollamento. Finora è rimasto sulla carta. Prevede la creazione di oltre 17 mila nuovi posti detentivi. Con i soldi stanziati, 200 milioni di euro, se ne fanno appena 4605. Il resto è ancora da finanziare. Serviranno altri 1,4 miliardi di euro. In un'ordinanza della Corte dei Conti, del 13 luglio 2010, si legge: "L'intera gestione in materia di edilizia penitenziaria risulta contrassegnata da pesanti difficoltà di attuazione per varie ragioni, fra le quali emergono particolarmente la cronica insufficienza dei finanziamenti, i tortuosi meccanismi di assegnazione delle risorse disponibili, le lungaggini procedurali, il frequente e rapido mutamento delle esigenze e degli obiettivi, la dilatazione dei tempi nella fase esecutiva di costruzione delle nuove strutture penitenziarie dovuta anche al sorgere di contenziosi. Non può non farsi cenno, in proposito, alle notizie secondo cui vi sarebbero decine di strutture carcerarie, sparse in tutto il Paese, edificate o incomplete e, comunque, abbandonate".


TOSSICODIPENDENZE E CARCERE, UN TRISTE RECORD

L'Italia detiene il non certo invidiabile primato di essere il paese con più persone in galera per reati previsti dalla legge sulle droghe: circa il 25 per cento della popolazione carceraria, un detenuto su quattro. La media europea non supera il 16 per cento. Questo perché per i condannati tossicodipendenti si ricorre sempre meno alle misure "alternative" alla detenzione, come la permanenza in strutture socio/riabilitative, nonostante il risparmio - economico e di posti letto - che si otterrebbe. In pratica, ci sono più tossicodipendenti in carcere che in comunità.

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Carceri: boom del sovraffollamento


In 206 istituti di pena ci sono 68 mila detenuti per 44 mila posti letto regolamentari

ROMA - I detenuti presenti nei 206 istituti di pena sono 68.527 per 44.612 posti letto regolamentari. E' questa la fotografia del sovraffollamento carcerario in Italia secondo l'associazione 'Antigone' che ha presentato oggi a Roma il settimo rapporto sulle condizioni di detenzione. Dalle visite effettuate dall'associazione tra giugno e luglio scorsi in alcuni degli istituti penitenziari più affollati d'Italia risulta che tutte queste carceri sono fuori legge dal punto di vista socio-sanitario. Per questo sono già 1.300 le richieste di ricorso alla Corte Europea per i diritti umani contro le condizioni di vita inumane. Questa, in dettaglio, la situazioni della popolazione carceraria: il 43,7% dei detenuti è imputato, 15.233 sono i detenuti in attesa di giudizio, record assoluto in Europa. Sono 28.154 quelli che hanno commesso violazioni della legge sulle droghe e 11.601 le persone che devono scontare una pena inferiore a un anno(la metà stranieri). Sono 5.726 i detenuti italiani imputati o condannati per associazione a delinquere di stampo mafioso. Gli ergastolani italiani sono 1.437 mentre gli stranieri 54. I semiliberi sono 877, sono 7.800 i detenuti ammessi all'affidamento in prova mentre sono 4.692 le persone in detenzione domiciliare. Solo lo 0,23% ha commesso reato durante il periodo di misure alternative. Le donne costituiscono il 4,35% del totale e 57 sono i bambini sotto i tre anni ospitati in carcere con la madre. Per loro esistono 18 asili nido. Sono 7.311 i detenuti con meno di 25 anni e 463 gli ultrasettantenni. Gli analfabeti sono 930 e 2.342 i detenuti senza titolo di studio; 9.197 quelli che hanno finito la scuola elementare mentre 595 sono laureati. Il costo medio per un detenuto è di 113 euro; per pasti, igiene e trattamento rieducativo si spendono 7,36 euro.




RALLENTA AUMENTO PRESENZE; 89 AL MESE,500 NEL 2009

- Brusca frenata nell'aumento dei detenuti nelle carceri italiane: nei primi sei mesi del 2010 i reclusi sono aumentati di 3.647 unità ogni 30 giorni, negli ultimi tre mesi sono cresciuti di sole 269 unità. Lo sottolinea l'associazione Antigone nel settimo rapporto sulle condizioni di detenzione, presentato oggi a Roma. Secondo i dati dell'Osservatorio dell'associazione, che dal 1998 periodicamente visita gli istituti di pena italiani, per tutto il 2009 i detenuti sono cresciuti di 555 unità al mese; per il primo semestre 20100 la crescita è stata di 607 al mese, nell'ultimo semestre invece di sole 89 unità al mese. E la diminuzione riguarda sia gli italiani che gli stranieri. Visto che le leggi non sono cambiate, rileva Antigone, la diminuzione dei detenuti "é dovuta al fatto che i poliziotti arrestano meno per il 'tutto esaurito' nelle carceri".



25.164 I DETENUTI STRANIERI,+11 MILA IN 10 ANNI

- Sono 25.164 i detenuti stranieri nelle carceri italiane. Solo dieci anni fa erano 14.057. In dieci anni sono cresciuti di 11.107 unità. I due terzi della crescita della popolazione carceraria è stata determinata dagli stranieri. Lo rileva il settimo rapporto sulle condizioni di detenzione dell'associazione 'Antigone' presentato oggi a Roma. Un aumento quello dei detenuti stranieri provocato, secondo l'associazione, da leggi che puniscono l'inottemperanza dell'obbligo di espulsione e prevedono aggravi di pena per i recidivi. Il panorama etnico della presenza straniera nelle carceri vede i detenuti marocchini al primo posto con 5.330 presenze, erano 3.096 nel 2000; seguiti dai tunisini 3.225, erano 2.148 nel 2000 e dai romeni, 3.045, erano 529 nel 2000.


72 SUICIDI NEL 2009, 55 NEI PRIMI 9 MESI 2010

- L'emergenza nelle carceri italiane è il sovraffollamento ma anche le morti: 113 nel 2009 di cui 72 suicidi 18 da causa ancora da accertare, 22 per malattia e 1 per omicidio. Secondo il settimo rapporto sulle condizioni di detenzione in Italia dell'associazione Antigone, 'Da Stefano Cucchi a tutti gli altri', nei primi nove mesi del 2010 i suicidi sono stati già 55. E se il sovraffollamento, come spesso è stato sottolineato, può essere una concausa dei suicidi anche le carenze del personale penitenziario influiscono. Sono 178, contro un organico previsto di 204, i magistrati di sorveglianza. Ciò vuol dire, secondo Antigone, che ogni magistrato deve occuparsi di 394 detenuti per un totale , visto che la media delle domande é di dieci l'anno a detenuto, di circa 4 mila procedimenti ogni giudice. Ciò significa che il magistrato dovrebbe concluderne 10 al giorno compresi i giorni festivi. Le carenze riguardano anche gli educatori e gli assistenti sociali: ne sono previsti rispettivamente 1.331 e 1.507; in servizio al primo settembre scorso erano 1.031 gli educatori e 1.105 gli assistenti sociali, un operatore ogni sessanta detenuti.

Carcere: VII rapporto sulle carceri dell'associazione Antigone.

VII RAPPORTO NAZIONALE SULLE CONDIZIONI DI DETENZIONE


DA STEFANO CUCCHI A TUTTI GLI ALTRI



COS’È L’OSSERVATORIO DI ANTIGONE

L’Osservatorio sulle condizioni di detenzione di Antigone nasce nel 1998 e, da allora ad oggi, ogni
anno il ministero della Giustizia ha rinnovato l’autorizzazione a visitare le carceri. Nel 2009 sono
stati 37 i volontari coinvolti. Il presente rapporto è il settimo. Gli ultimi istituti penitenziari visitati
sono stati quelli di: Alessandria, Ancona, Ascoli Piceno, Asti, Aversa (Opg), Bari, Belluno,
Bologna, Canton Mombello (Bs), Castrovillari, Catania Piazza Lanza, Chiavari, Civitavecchia,
Cremona, Fermo, Firenze Sollicciano, Forlì, Genova, Imperia, Latina, Locri, Mamone, Matera,
Melfi, Milano Bollate, Milano-Opera, Milano San Vittore, Modena, Napoli Poggioreale, Napoli
Sant'Eframo (Opg), Napoli Secondigliano, Novara, Nuoro, Padova, Paola, Parma, Pavia, Perugia,
Pesaro, Piacenza, Potenza, Pistoia, Prato, Reggio Emilia (Opg), Rieti, Roma Regina Coeli, Roma
Rebibbia Nuovo Complesso, Roma Rebibbia Femminile, Roma Struttura medicina protetta S.
Pertini, Rovigo, Sanremo, Spoleto, Sulmona, Treviso,Trieste, Velletri, Venezia, Verona, Verziano
(BS), Vibo Valentia Vigevano, Voghera.


I NUMERI DEL SISTEMA PENITENZIARIO ITALIANO

206 gli istituti penitenziari
44.612 i posti letto regolamentari
68.527 detenuti
43,7% composto da imputati. Record europeo.
15.233 i detenuti in attesa di primo giudizio
4,35% donne
2,6% internati
57 i bambini sotto i tre anni

11 le donne in gravidanza
18 gli asili nido funzionanti
22.675 i detenuti che hanno figli fuori dal carcere
877 i semiliberi
7.800 le persone le persone in affidamento in prova
4.692 le persone in detenzione domiciliare
0,23% delle persone in misura alternativa ha commesso reato durante la stessa
5.726 i detenuti italiani imputati o condannati per associazione a delinquere di stampo mafioso
71 i detenuti stranieri imputati o condannati per associazione a delinquere di stampo mafioso
28.154 i detenuti che hanno commesso violazioni della legge sulle droghe
11.601 i detenuti che devono scontare una pena inferiore a un anno di cui la metà stranieri
1.437 gli ergastolani italiani
54 gli ergastolani stranieri
930 i detenuti analfabeti
2.342 privi di titolo di studio
9.197 hanno finito la sola scuola elementare
595 i laureati
463 gli ultrasettantenni
7.311 i detenuti con meno di 25 anni
113 euro il costo medio giornaliero di un detenuto
7,36 euro il costo medio giornaliero di un detenuto per il suo mantenimento (pasti, igiene e
trattamento rieducativo)


I NUMERI DEL PERSONALE


Magistrati di sorveglianza

Sono 178 (l’organico è di 204). Ogni magistrato, in media, deve occuparsi di 394 detenuti. Postoche ogni detenuto, in media, presenta dieci domande l’anno (tra misure alternative, reclami,
liberazioni anticipate, ricoveri…), ogni giudice ha da portare avanti circa 4 mila procedimenti, ossia
dovrebbe concluderne 10 al giorno, festivi compresi. Ovviamente raramente esercita le funzioni di
controllo della legalità interna attraverso ispezioni.
 
 
Polizia penitenziaria


La pianta organica della Polizia Penitenziaria prevede un organico di 3.303 donne e di 38.965
uomini per un totale complessivo di 42.268 unità. Alla data attuale l’organico amministrato
equivale a 3.183 donne, 34.165 uomini, per un totale complessivo di 37.348 unità. Vi è un
poliziotto ogni due detenuti (sommando quelli in esecuzione interna e quelli in affidamento e
semilibertà). Da questi numeri bisogna però sottrarre il personale non in servizio attivo: ossia 315
donne, 2.794 uomini, per un totale di 3.109 unità. Risultano quindi in servizio 2.868 donne, 31.371
uomini per un totale di complessivo di 34.239 unità.


Educatori e assistenti sociali


La pianta organica ministeriale prevede 1.331 educatori e 1.507 assistenti sociali.
In servizio al 01/09/2010 risultavano 1.031 educatori e 1.105 assistenti sociali ossia circa 1
operatore ogni sessanta detenuti.



IL SOVRAFFOLLAMENTO DELL’ULTIMO DECENNIO PRODOTTO DA UN ECCESSO DI CUSTODIA CAUTELARE, DA DETENUTI STRANIERI E DI ORIGINE
SETTENTRIONALE. IL CROLLO NUMERICO DEI DETENUTI MERIDIONALI

Crescono i detenuti nell’ultimo decennio, crescono gli stranieri in carcere
I detenuti ristretti nelle 206 carceri italiane sono 68.527. 25.164 sono i detenuti stranieri 52.784
erano i detenuti nel 2000. 14.057 erano gli stranieri. In 10 anni i detenuti sono cresciuti di 15.743
unità. Gli stranieri sono a loro volta cresciuti di 11.107 unità. I due terzi della crescita della
popolazione reclusa è stata quindi determinata dagli stranieri. L’altro terzo, come vedremo, dai
detenuti nati nel settentrione d’Italia. La crescita degli stranieri in carcere è provocata da leggi che
puniscono l’inottemperanza dell’obbligo di espulsione e prevedono aggravi di pena per i recidivi.
Per quanto riguarda i settentrionali è più difficile individuarne le cause. Sicuramente ha un peso la
più difficile condizione economica.
Diminuiscono gli algerini, crescono di poco gli albanesi, crescono di molto i rumeni
I detenuti marocchini sono ora 5.330. Erano 3.096 nel 2000. I detenuti rumeni sono 3.045. Erano
529 nel 2000. I detenuti tunisini sono 3.225. Erano 2.148 nel 2000. Gli albanesi sono cresciuti di
poco. Gli algerini sono rimasti numericamente gli stessi. Nel solo 2009 gli stranieri sono cresciuti di
1351 unità Crescono i detenuti di origine padana (tranne i veneti che sono stabili), crollano le presenze dei

meridionali
I detenuti di origine del nord producono ben 9.782 detenuti ossia quasi il 15% del totale dei detenuti
e il 25% degli italiani in galera. Mai stati così tanti nella storia penitenziaria italiana. Si pensi che
nel 2001 i detenuti nati in Lombardia erano poco più di un terzo rispetto a quelli nati in Campania.
Oggi sono pochi di meno. Crollano le presenze di detenuti pugliesi, campani, calabresi, siciliani,
sardi. Crescono moltissimo i detenuti emiliani e toscani.
I detenuti del centro Italia sono 9.291
I detenuti del sud e delle isole sono 17.612
Il centro-nord ha più detenuti del centro-sud
Crollano quindi detenuti delle 4 regioni del sud più a rischio di presenza di criminalità organizzata
(Campania, Sicilia, Puglia, Calabria). Esse producono 17.439 detenuti ossia il 25% del totale.
Erano addirittura 25.668 nel 2001, ossia poco meno del 50% del totale, stranieri compresi.
 
 
 
LA SORPRESA DELL’ULTIMO TRIMESTRE: I DETENUTI INIZIANO A CRESCERE DI MENO. LE LEGGI NON SONO CAMBIATE. I POLIZIOTTI ARRESTANO MENO
PERCHÉ NON CI SONO PIÙ POSTI.

Nei primi sei mesi del 2010 i detenuti sono cresciuti di ben 3.647 unità. Negli ultimi tre mesi di sole
269 unità. Nel primo semestre 2010 i detenuti stranieri sono aumentati di 899 unità. 198 sono gli
stranieri in più nell’ultimo trimestre (pur essendo causa dei 4/5 della crescita totale).
La crescita mese per mese: il crollo nell’ultimo trimestre Gli stranieri sono cresciuti di 3.310 unità nel 2008.
275 nuovi stranieri al mese

Gli stranieri sono cresciuti di 2.505 unità nel 2009. 208 nuovi stranieri al mese
Gli stranieri sono cresciuti di 899 unità nel primo semestre 2010. 149 nuovi stranieri al mese
Gli stranieri sono cresciuti di 198 unità nell’ultimo trimestre. Soli 66 nuovi stranieri al mese.


SUICIDI E MORTI IN CARCERE

Nel 2009 le morti in carcere sono state 113 di cui 72 suicidi, 18 da accertare, 22 per malattia e 1 per
omicidio. Nei primi nove mesi del 2010 i suicidi sono stati 55.


VIOLENZE SESSUALI NEI CONFRONTI DI DETENUTI

Belluno, Casa Circondariale

Un agente di Polizia Penitenziaria è indagato per violenza sessuale ai danni di un detenuto
transessuale. I fatti sarebbero avvenuti nel giugno del 2009, quando l’agente avrebbe
costretto l’uomo ad un rapporto orale. La vittima avrebbe consegnato alla Procura un
campione del liquido seminale conseguente all’atto sessuale. Ad oggi si attende il responso peritale.

Frosinone, Casa Circondariale

Continua il processo contro un agente di polizia penitenziaria, due funzionari ed il vice direttore del
carcere di Frosinone imputati di violenza sessuale in danno ad un detenuto omosessuale e di
omissione di atti di ufficio. I fatti risalgono al 2006. Ad oggi, si attendono ulteriori ed eventuali
sviluppi.

Genova, Casa Circondariale

Nell’aprile 2010 inizia il processo contro il direttore del carcere di Pontedecimo imputato di
violenza sessuale continuata e aggravata, concussione per motivi di ordine sessuale,
induzione alla calunnia e falso. Secondo l’accusa, questi, era solito concedere benefici in
cambio di favori sessuali. Ad oggi si attendono ulteriori sviluppi.

Milano, Casa Circondariale

Un agente di Polizia Penitenziaria operativo nel carcere di San Vittore, è indagato per
violenza sessuale (reiterata) ai danni di un detenuto transessuale. I fatti (4 episodi) sarebbero
avvenuti tra i mesi di giugno e settembre del 2008. Ad oggi si attendono ulteriori sviluppi.
Per tutto il 2008 i detenuti sono cresciuti di 458 unità al mese.
Per tutto il 2009 i detenuti sono cresciuti di 555 detenuti al mese.
Per il primo semestre 2010 la crescita è stata di 607 detenuti al mese.
Nell’ultimo trimestre di sole 89 unità al mese.
La crescita degli stranieri: calano anche loro nell’ultimo trimestre.
Gli stranieri sono cresciuti di 1.525 unità nel 2000. 127 nuovi stranieri al mese
 
 
VIOLENZE NEI CONFRONTI DI MINORI


Lecce, Istituto penale per minori

Continua il processo contro nove agenti del carcere minorile di Lecce per abusi su minori e
violenze. Secondo la magistratura, all’interno della struttura si sarebbe creata, dal 2003 al
2005, una pseudo associazione di intenti finalizzata a sopprimere con la violenza qualsiasi
cenno di dissenso, tanto dei reclusi quanto del personale operante all’interno della struttura
stessa.


DOVE VANNO A FINIRE I SOLDI DELLA CASSA DELLE AMMENDE? QUASI TUTTI IN SICILIA

La Cassa delle Ammende è un fondo le cui risorse derivano direttamente dalle ammende pagate dai
condannati, da sempre destinato al “finanziamento di programmi che attuano interventi di assistenza
economica in favore delle famiglie di detenuti ed internati, nonché di programmi che tendono a
favorire il reinserimento”. Soldi fino ad oggi usati poco e male. Ma nel 2008 il governo, con il
decreto “mille proroghe” (n. 207 del 30/12/2008), oltre ad introdurre un gettone di presenza per i
componenti degli organi della Cassa delle Ammende (si tratta dei massimi vertici del DAP), che in
base al regolamento di esecuzione dell’ordinamento penitenziario dovrebbero prestare “la loro
opera gratuitamente”, include tra i possibili usi dei fondi della Cassa l’edilizia penitenziaria. I soldi
della cassa delle ammende andranno a finanziare il fantomatico piano carceri.

Ma quale uso viene fatto oggi della Cassa Ammende?

Nel biennio 2009/2010 sono stati finanziati 20 progetti, per un ammontare complessivo di € 17.380.594. Il finanziamento medio per ciascun progetto è di € 914.000. Se si tolgono i finanziamenti all’edilizia penitenziaria, che ammontano,complessivamente a € 1.172.022, il finanziamento medio per ogni progetto scende a € 853.000.
Si tratta di progetti di varia natura, che hanno però sempre come capofila l’amministrazione
penitenziaria (singoli istituti, UEPE, direzioni dello stesso DAP, etc.). Le eccezioni sono solo due.
Anzitutto l’Agenzia nazionale reinserimento al lavoro (Anrel), promossa dalla Fondazione
Monsignor F. di Vincenzo di Enna, finanziata con € 4.804.000, e gestita dal Movimento del
Rinnovamento nello Spirito Santo, un soggetto praticamente sconosciuto in ambito penitenziario,
che ad oggi ha al proprio attivo un l’inserimento di soli 12 detenuti. C’è poi il progetto Luce e
libertà, proposto dalla USL n. 5 di Messina, e finanziato con € 3.894.886, per sostenere un percorso
di formazione ed inserimento a favore di 56 (ebbene sì, 56!) internati in Ospedale Psichiatrico Giudiziario. La
Sicilia, unica regione in cui vengono finanziati progetti il cui capofila non appartiene alla Amministrazione Penitenziaria, incassa così con questi due progetti € 8.698.886, la metà esatta di quanto erogato dalla Cassa Ammende tra il 2009 e il 2010.
 
La strada individuata dal Ministro Alfano è dunque quella di una eccellenza tutta siciliana sulla quale il DAP sembra pronto a scommettere, o almeno a scommettere i pochi soldi per il reinserimento dei detenuti.


LE CARCERI SONO FUORILEGGE

Nelle settimane tra il 21 giugno e il 2 luglio 2010 una delegazione di A Buon Diritto e Antigone ha
visitato alcuni tra gli istituti penitenziari più affollati d'Italia, precisamente quelli di Padova CC,
Roma Rebibbia Femminile, Sulmona, Roma Regina Coeli, Fermo, Perugia Capanne, Como, Firenze
Sollicciano, Milano San Vittore, Napoli Poggioreale, Novara, Bologna, Gorizia, Trieste, Pistoia con
l’obiettivo di verificarne il rispetto della legalità dal punto di vista socio-sanitario. Tutti gli istituti
visitati, in base agli indicatori utilizzati (numero dei detenuti presenti, mq a disposizione per
detenuto; luminosità della cella e possibilità di apertura del blindato durante la notte per favorirne la
ventilazione nel periodo estivo; frequenza di accesso alle docce in comune e condizioni igieniche
delle stesse; numero di ore trascorse al di fuori della cella; presenza di una cucina ogni duecento
detenuti) sono risultati fuorilegge. Da qui la stesura di esposti indirizzati ai rispettivi Sindaci,
Assessori regionali alla sanità e ai Dirigenti delle Aziende sanitarie con la richiesta di provvedere
immediatamente a superare, per quanto di competenza, con ogni provvedimento opportuno o con
ogni adempimento relativo al caso di specie, le situazioni di violazione delle disposizioni in materia,
al fine di ripristinare con immediatezza condizioni sanitarie conformi al dettato normativo nel
termine di giorni trenta dal ricevimento dello stesso esposto.
Tra i risultati ottenuti: 1) l’ordinanza emessa dal Comune di Firenze in data 28 agosto 2010 in cui si
intima al Direttore del Carcere di Sollicciano di intervenire immediatamente per porre rimedio ai
gravi problemi che rendono il penitenziario insalubre per detenuti, agenti ed operatori; 2) le
verifiche da parte della Asl di Novara che hanno confermato le osservazioni già presenti
nell’esposto inviato richiedendo il sollecito intervento della Direzione della Casa Circondariale di
Novara per garantire il rispetto delle norme.


TOSSICODIPENDENZE E CARCERE: IL DOPPIO DELLA MEDIA EUROPEA

L’Italia detiene un non invidiabile primato in ambito europeo: secondo i dati forniti dal consiglio
d’Europa, nel continente la media di persone detenute per reati previsti dalla legge sulle droghe è
del 15,9%. Da noi è ristretto per i reati previsti dal solo art.73 del D.P.R. 309/90 il 38,2% dei

detenuti. Una cifra dunque esorbitante, superiore al doppio della media europea.
I tossicodipendenti in carcere sono 1 su 4.
Eppure i costi di gestione del sistema delle misure alternative sono molto inferiori a quelli del

sistema penitenziario. È anche curioso notare come il numero di soggetti annualmente transitati in
strutture socio/riabilitative (17.042 nel 2006, 16.433 nel 2007, e verosimilmente meno ancora negli
anni successivi, essendo diminuito il numero delle strutture) è davvero modesto rispetto al numero
dei tossicodipendenti entrati in carcere annualmente (24.646 nel 2006, 24.371 nel 2007, 30.528 nel
2008 e 25.180 nel 2009): è pertanto più facile trovare dei tossicodipendenti in carcere che non in
comunità!
 
 
I GARANTI IN REGIONI, PROVINCE E COMUNI D’ITALIA


In Italia non è ancora stata istituita la figura del difensore civico nazionale per i diritti dei detenuti,
ma esistono garanti regionali, provinciali e comunali le funzioni dei quali sono definite dai relativi
atti istitutivi. Il loro operato si differenzia per natura e funzione da quello degli organi di ispezione
amministrativa interna e della stessa magistratura di sorveglianza. È consentito loro effettuare
colloqui con i detenuti e possono visitare gli istituti penitenziari senza autorizzazione.

Attualmente sono stati istituiti i Garanti dei diritti delle persone limitate nella libertà presso:

17 Comuni: Bergamo, Bologna, Brescia, Ferrara, Firenze, Livorno, Nuoro, Pescara, Piacenza, Pisa,
Reggio Calabria, Roma*, Rovigo, San Severo (FG), Sassari, Torino, Verona;
6 Province:, Ferrara, Lodi, Milano, Padova, Roma*, Trapani;
8 Regioni: Campania, Lazio, Lombardia, Marche, Sicilia.

Sono stati istituiti e MAI nominati i Garanti dei diritti delle persone limitate nella libertà presso:

1 Comune: Sulmona (AQ);
1 Provincia: Enna
4 Regioni: Emilia Romagna, Puglia, Toscana, Umbria


EDILIZIA PENITENZIARIA: LA CORTE DEI CONTI DENUNCIA LA MANCANZA DI FONDI E IL FALLIMENTO DEL PIANO CARCERI

Qui bastano le parole della Corte dei Conti estratte dall’ordinanza del 13 luglio 2010“Nella legge finanziaria per il 2001 erano previsti gli strumenti operativi della permuta, della finanza di progetto e della locazione finanziaria, solo l’ultimo dei quali è stato utilizzato, peraltro con esito negativo. E’ stata riscontrata la scarsa utilizzabilità o convenienza, nel settore, di tali strumenti. Anche la Soc. Dike Aedifica S.p.a., che avrebbe dovuto attendere agli interventi di edilizia giudiziaria, non ha svolto alcuna attività ed è stata sciolta anticipatamente…Il Capo del D.A.P.,per effetto dell’art. 44 bis del D.L. n. 207/2008, convertito dalla legge n. 14/2009, ha assunto le funzioni di Commissario delegato con i poteri straordinari previsti dall’art. 20 del D.L. n. 185/2008, convertito dalla legge n. 2/2009. Il programma predisposto dal Capo del Dipartimento
ai sensi del suddetto art. 44 bis prevede l ’attuazione degli interventi programmati entro il 2012,
con la creazione di oltre 17.000 nuovi posti detentivi. In una società civile e democratica la soluzione dei nodi relativi all’emergenza penitenziaria rappresenta uno degli obiettivi principali, in

quanto strettamente connesso ad una efficiente amministrazione della giustizia. Il sistema
carcerario è ispirato al principio costituzionale (art. 27) che stabilisce che ogni pena deve tendere
alla “rieducazione del condannato”. Tuttavia, alto è il rischio di vedere disatteso il dettato
costituzionale, in quanto la pena o non viene espiata o viene espiata in strutture, condizioni e forme
che non rispondono al principio della rieducazione dei detenuti….Con la legge 23 dicembre 2009,
n. 191 (legge finanziaria 2010), sono stati stanziati, “per far fronte alla grave e urgente emergenza
dovuta al sovrappopolamento delle carceri”, complessivi 500 milioni di euro, “destinati
all’attuazione, anche per stralci, del programma degli interventi necessari per conseguire la
realizzazione delle nuove infrastrutture carcerarie o l’aumento della capienza di quelle esistenti e
garantire una migliore condizione di vita dei detenuti”. L’Amministrazione ipotizza che realizzare
un padiglione da 200 posti nel comprensorio d’un plesso penitenziario già esistente implicherebbe
una spesa inferiore ai 10 milioni di euro, laddove un nuovo penitenziario da costruire in un’area
libera da preesistenti strutture, comporterebbe una spesa di circa 45 milioni di euro, senza contare
le susseguenti economie di risorse e di personale sopra citate….Sicchè, in base a tale previsione,
tutti gli interventi dovrebbero essere realizzati entro il 2012. Gli interventi previsti nel programma
dovranno consentire di ottenere complessivamente 17.129 nuovi posti detentivi, dei quali 4.605
derivanti da interventi già provvisti di finanziamento per un costo globale di 205.730.000 euro,
6.201 derivanti da interventi finanziabili in varie forme (quali fondi di bilancio, finanza di progetto,
locazione finanziaria, permute, fondi della Cassa depositi e prestiti mediante mutui pluriennali) per
un costo globale di 405.000.000 di euro e 6.323 derivanti da interventi da realizzare con fondi da
individuare per un costo globale di 980.000.000 di euro. L’intera gestione in materia di edilizia
penitenziaria risulta contrassegnata da pesanti difficoltà di attuazione per varie ragioni, fra le
quali emergono particolarmente la cronica insufficienza dei finanziamenti, i tortuosi meccanismi di
assegnazione delle risorse disponibili, le lungaggini procedurali, il frequente e rapido mutamento
delle esigenze e degli obiettivi, la dilatazione dei tempi nella fase esecutiva di costruzione delle
nuove strutture penitenziarie dovuta anche al sorgere di contenziosi. Non può non farsi cenno, in
proposito, alle notizie.. secondo cui vi sarebbero decine di strutture carcerarie, sparse in tutto il
Paese, edificate o incomplete e, comunque, abbandonate come, ad esempio: il carcere di Morcone
(Benevento), che sarebbe stato ultimato, abbandonato, poi ristrutturato e mai aperto; il carcere di
Busachi (Sardegna), che sarebbe costato 5 miliardi di lire e non avrebbe mai funzionato; l’istituto
di Castelnuovo della Daunia (Foggia), che sarebbe arredato inutilmente da 15 anni; il
penitenziario di Revere (Mantova), ancora incompleto, i cui lavori sarebbero fermi dal 2000 e i locali sarebbero stati saccheggiati. L’edilizia era uno dei tre pilastri del piano carceri. Non è

successo nulla al pari dei mai assunti 2 mila poliziotti e della mancata approvazione del disegno di
legge sulla detenzione domiciliare.

giovedì 21 ottobre 2010

CIGL DAP:la beffa dei ruoli tecnici e il passaggio del personale civile DAPal DOG. carcere,governo,giustizia,politici,angelino alfano

Comunicato


ADULTI , MINORI E ASINELLI...

Finalmente appare chiaro il vero obiettivo della strategia portata avanti, in tutti questi anni, dai sindacati votati alla causa del "ruolo tecnico": distrarre i lavoratori e nascondere la verità su quello che davvero si andava costruendo in loro danno.

Potremmo dire che la CGIL aveva sempre avvertito dell'impraticabilità della soluzione "ruolo tecnico"; ma a poco servirebbe tale affermazione e la vostra eventuale conferma.

Serve invece avvicinarsi e dare piena fiducia a chi ha sempre continuato a difendervi e ad informarvi anche quando - spesso - le notizie non erano buone. Sia rispetto al "ruolo tecnico" che nel merito del passaggio all'Organizzazione giudiziaria, novità per l'Amministrazione Penitenziaria ma contro il quale ci battiamo già da tempo nella Giustizia Minorile.

Gli altri intanto sono stati alla finestra, o peggio: aiutando la controparte a rubarci salario (nessun aumento in busta paga prima del 2014), diritti (dagli arresti domiciliari in malattia all'azzeramento della contrattazione), possibilità di votare la propria rappresentanza sindacale (mancata indizione delle elezioni RSU).

Occorre dunque un serio, coerente ed attivo impegno anche da parte di ciascuno di voi. Prima di tutto rimettendo le tessere a chi ve le ha fatte sulla promessa del "ruolo tecnico" o di vincere ricorsi che avevano le stesse possibilità di azzeccare la combinazione del jackpot... poi impegnandovi in prima persona al fianco di chi davvero ha sempre tenuto fede al mandato della difesa dei diritti dei lavoratori.

Oppure, potete sempre aspettare che passi il prossimo ciuco con le ali...

Roma, 21 ottobre 2010


La delegazione nazionale trattante


Fp CGIL DAP

mercoledì 20 ottobre 2010

Circolare della funzione pubblica del 18/10/2010 su Autorizzazioni ad assumere per l'anno 2010 e a bandire per il triennio 2010-2013

Clicca qui sotto per leggere la nuova nota circolare che la funzione pubblica ha emanato il 18 Ottobre 2010 per dare chiarimenti sulle procedure per le autorizzazioni di assunzioni del 2010 ed anni successivi.

Circolare della funzione pubblica del 18/10/2010 su Autorizzazioni ad assumere per l'anno 2010 e a bandire per il triennio 2010-2013

Sollicciano:aumentano i detenuti e diminuiscono tutti gli operatori penitenziari(agenti,educatori,psicologi,assistenti,contabili,collaboratori)

Sollicciano: aumentano i detenuti e diminuiscono gli operatori


Situazione di grave sovraffollamento ormai costante da mesi con la soglia di 1000 detenuti superata (ad oggi 1011 più 3 bambini) a fronte di una capienza regolamentare di 497. Organico di operatori (agenti,educatori,psicologi,assistenti e altre professinalita') inferiore del 30% rispetto ai numeri necessari per la gestione. Questi i numeri, preoccupanti, dell’Istituto Penale di Sollicciano a Firenze dove oggi pomeriggio sono stati in visita i consiglieri regionali del Partito Democratico Enzo Brogi e Nicola Danti.


“Il carcere di Sollicciano sta vivendo il momento peggiore degli ultimi anni – spiega Danti – in quanto a numeri abbiamo registrato un sovraffollamento per quanto riguarda i detenuti e una riduzione forte degli organici degli operatori carcerari. Il personale all’interno dell’Istituto Penale sta svolgendo un lavoro eccezionale che copre le ormai evidenti carenze di organico in una struttura che già per la sua conformazione è più complessa di altre. C’è grande attesa inoltre – conclude Danti - per l’apertura del nuovo Palazzo di Giustizia, dobbiamo accelerare perché questo porterebbe un risparmio e una facilitazione per chi lavora all’interno di Sollicciano”.

“Un tema fondamentale – aggiunge Brogi – da affrontare al più presto è quello dei tossicodipendenti in carcere. Serve un intervento deciso per far sì che vada avanti il progetto di uscita dagli Istituti Penali come Sollicciano di queste persone che vanno affidate a strutture socio-sanitarie. A Firenze il carcere potrebbe svuotarsi di almeno 100 detenuti. Molto importante – conclude Brogi - anche l’istituzione del Garante regionale, una figura utile che come ci hanno confermato anche gli operatori servirebbe per rendere sempre migliori le condizioni di vita di tutti coloro che vivono il carcere, dai detenuti al personale”.

Francesco Di Costanzo

martedì 19 ottobre 2010

Nuova interrogazione sulla carenza di educatori,psicologi e agenti del carcere di Sulmona. carcere,governo,detenuti,giustizia,angelino alfano,politici,

Interrogazione


CARLINO, LI GOTTI, LANNUTTI, MASCITELLI


- Al Ministro della giustizia


- Premesso che:



il 15 agosto 2010, aderendo ad una iniziativa del partito radicale e della II Commissione permanente (Giustizia) della Camera dei deputati (cosiddetto "Ferragosto in carcere"), numerosi parlamentari di differenti schieramenti politici hanno visitato molte carceri italiane, per una ricognizione delle condizioni all'interno delle 206 strutture presenti in Italia;

il carcere di Sulmona (L'Aquila), l'istituto di pena più grande d'Abruzzo, a fronte di una capienza massima di 272 unità, in realtà ad agosto ospitava 420 reclusi, con una percentuale di sovraffollamento del 54,41 per cento;

all'interno della struttura sono presenti, tra gli altri, 105 detenuti comuni, 150 detenuti in alta sicurezza, 2 internati in regime di cosiddetto "41-bis";

tra i detenuti, 172 sono tossicodipendenti, 92 sono affetti da epatite C, mentre 150 sono affetti da patologie di tipo psichiatrico;

dall'inizio del 2010, secondo dati del sindacato Uil-Pa penitenziari, ci sono stati due suicidi, cinque tentati suicidi, 79 atti di autolesionismo, tre aggressioni ad agenti di custodia e un'aggressione ai danni di un medico deputato alla cura dei detenuti;

gli agenti di Polizia penitenziaria in pianta organica dovrebbero essere 328, ma gli assegnati sono 279, di cui solo 196 realmente in servizio;

il carcere di Sulmona prevede 10 educatori in pianta organica, ma quelli assegnati ed effettivamente in servizio sono 7;

a fronte di un oggettivo sovraffollamento e della presenza di detenuti con effettive esigenze di assistenza è prevista la presenza di un solo psicologo, non in pianta organica ma a parcella;

la mancanza di un numero adeguato di agenti, insieme al sovraffollamento delle carceri, comporta una serie di problemi che vanno dall'impossibilità di usufruire quotidianamente dei servizi igienici al non poter svolgere quelle attività lavorative e di socializzazione che dovrebbero essere centrali ai fini della funzione riabilitativa della detenzione, riducendo frequentemente le attività di recupero in atti di premio;

considerato che:

il Ministro della giustizia, in sede di audizione sulla situazione degli istituti penitenziari presso la II Commissione permanente (Giustizia) della Camera dei deputati, in data 14 ottobre 2008, ha affermato: "l'amministrazione penitenziaria ha, tuttavia, avviato un progetto di recupero e di razionalizzazione delle risorse umane esistenti, attraverso processi di rafforzamento delle motivazioni professionali e lavorative, anche con l'adozione di nuovi modelli di sorveglianza, capaci di valorizzare la flessibilità e la dinamicità del servizio istituzionale ancora oggi caratterizzato da schemi rigidi e statici". Ad oggi, sarebbe necessario conoscere gli esiti di tale progetto di recupero e razionalizzazione delle risorse umane del comparto;

il 2010 si è rivelato l'anno più difficile per le carceri italiane con un aumento del numero dei detenuti elevatissimo a fronte dei posti disponibili e una riduzione dell'organico di personale di qualsiasi livello;

in sede di conversione del decreto-legge 30 dicembre 2009, n. 195, recante disposizioni urgenti per la cessazione dello stato di emergenza in materia di rifiuti nella regione Campania, per l'avvio della fase post emergenziale nel territorio della regione Abruzzo ed altre disposizioni urgenti relative alla Presidenza del Consiglio dei ministri ed alla protezione civile, approvato in prima lettura dal Senato in data 9 febbraio 2010, il Governo aveva introdotto nel provvedimento d'urgenza una disposizione con la quale si affidava alla società Protezione civile SpA un ruolo importante, per quanto improprio, rispetto alla natura stessa del sistema di protezione civile nazionale, in riferimento all'edilizia penitenziaria. Il Commissario straordinario sarebbe stato infatti autorizzato ad avvalersi della società Protezione civile SpA. per le attività di progettazione, scelta del contraente, direzione lavori e vigilanza degli interventi strutturali ed infrastrutturali attuati in esecuzione del programma degli interventi di cui all'articolo 44-bis del decreto-legge 30 dicembre 2008, n. 207, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 febbraio 2009, n. 14;

in tale contesto il Governo ha annunciato un "piano carceri" di cui non si conosce la esatta e puntuale articolazione, ma che certamente non potrà avere effetti positivi in tempi rapidi, anche con riferimento all'implementazione dell'organico al fine di assicurare la buona gestione del sistema, sia in termini di dignità del lavoro che di dignità della detenzione;

soltanto pochi mesi fa la Corte europea dei diritti dell'uomo ha condannato l'Italia a risarcire con 1.000 euro un detenuto costretto a stare per due mesi e mezzo in una cella sovraffollata. Una pena che, per quanto simbolica, mette in evidenza una terribile realtà. È stato calcolato che ciascun detenuto nelle carceri italiane abbia mediamente a disposizione meno di 3 metri quadrati di spazio, ben al di sotto dei 7 metri stabiliti dal comitato europeo per la prevenzione della tortura. Ciò significa che normalmente una cella deve ospitare tre detenuti ed oggi nei penitenziari italiani ce ne sono, in media, nove in ogni cella. Tale situazione non può ritenersi compatibile con l'articolo 27 della Costituzione, con cui si sancisce che «l'imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva» e «le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato»;

ad oggi non si ha alcuna notizia né di nuove assunzioni di personale, né di costruzione di nuove carceri;

nell'agosto 2010 la Corte dei conti ha reso nota un'indagine sugli interventi pubblici nel settore dell'edilizia penitenziaria tra il 2003 e il 2009, definendo tutto il sistema insufficiente e inefficiente e sottolineando la grave carenza di personale,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti riferiti in premessa;

se intenda valutare l'opportunità di adottare iniziative urgenti per lo stanziamento dei fondi necessari al fine di completare l'organico degli operatori, compresi psicologi ed educatori, previsti dalla pianta organica attualmente vigente presso il carcere di Sulmona;

se non si ritenga di dover intervenire con il reclutamento di un numero adeguato di agenti di Polizia penitenziaria, e accertando che le autorità competenti provvedano ad incrementare l'organico degli psicologi all'interno del carcere di Sulmona;

se il Ministro in indirizzo, di concerto con gli altri Ministri competenti, abbia previsto, all'interno del suddetto carcere, interventi volti a favorire i percorsi lavorativi e di reinserimento sociale dei detenuti, anche attraverso l'incremento dell'organico del personale educatore in servizio;

se non si intenda immediatamente stanziare fondi per migliorare la vita degli agenti penitenziari e dei detenuti in modo che le carceri in Italia, anche attraverso pene alternative, non siano solo un luogo di espiazione e di dannazione, ma diventino soprattutto un luogo in cui i detenuti, attraverso attività culturali, lavorative e sociali, possano avviare un percorso concreto per essere reinseriti a pieno titolo nella società.


(3-01654)

Schema nuovo regolamento ministero giustizia:DENTRO E FUORI DAL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA SOLO UNA GRANDE “CONFUSIONE TOTALE”

DENTRO E FUORI DAL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA SOLO UNA GRANDE “CONFUSIONE TOTALE”

Dopo circa un mese dalla richiesta d’incontro che la FLP ha

formulato con nota prot. 113_gius_2010 del 20 settembre c.a., al Ministro

della Giustizia on. Alfano Angelino, al Sottosegretario Sen. Caliendo

Giacomo, al Capo Dipartimento Presidente Luigi Birritteri e al Direttore

Generale del personale e della formazione, nonché gli innumerevoli

quesiti proposti dai lavoratori per via gerarchica, il Ministero

continua a non dare nessun chiarimento, in merito alle nuove mansioni

stabilite dal CCI sottoscritto il 29 luglio 2010 e, quindi, la confusione

continua a regnare sovrana su tutto il territorio nazionale, mentre

proliferano le interpretazioni unilaterali da parte dei Capi degli Uffici che si

trasformano automaticamente in ordini di servizio a cui i

lavoratori devono attenersi.

Nessun tavolo d’interpretazione autentica è stato

programmato per dirimere gli innumerevoli dubbi, le perplessità e le

contraddizioni che questo nuovo contratto, a parere della scrivente, ha

messo in essere. Chiaramente la FLP continuerà a sollecitare gli uffici di

competenza ad attivare, nel più breve tempo possibile, un tavolo tecnico

con lo scopo di avere una interpretazione autentica sulle mansioni previste

dal nuovo integrativo da applicarsi in modo univoco su tutto il territorio

nazionale senza lasciare il libero arbitrio ai vari capi uffici degli uffici

giudiziari. La FLP rimanda al contratto integrativo precedente (aprile

2000) e a quello odierno affinché si possano raffrontare le differenziazioni

per singola qualifica professionale delle attività che sono state soppresse o

aggiunte con il nuovo contratto integrativo.

Certamente non è compito ne della FLP ne dei

lavoratori e ne dei singoli Capi Uffici dire ciò che si può e

ciò che non si può fare, qualifica per qualifica poiché questo è

un compito di cui deve farsi carico in primo luogo l’Amministrazione

Centrale.

Come se non bastasse ulteriore confusione si intravede

all’orizzonte e precisamente nei meandri del nuovo schema di DPR di

riorganizzazione del Ministero della Giustizia il quale, da sommarie

informazioni, prevederebbe l’accorpamento del personale

amministrativo del DAP, del DGM e Archivi Notarili sotto un

unico Dipartimento verosimilmente quello del DOG, mentre al dipartimento

del DAP resterebbe la gestione del solo personale di polizia penitenziaria.

Tutto ciò senza nessuna informazione o consultazione con le OO.SS. e

senza nessuna equiparazione giuridica ed economica di tutto il

personale amministrativo.

A questo punto viene spontanea una riflessione:

se cosi è a cosa è servito questo contratto

integrativo?

Quindi ancora una volta si capisce come questo nuovo accordo

è stato fatto in fretta e furia ed è stata una reale “forzatura”

dell’amministrazione e di una minoranza delle sigle rispetto alla

maggioranza delle OO.SS. rappresentative.Oggi questa nuova organizzazione da parte del Ministero darebbe ai

lavoratori del dog oltre al danno, mero passaggio economico, anche la

beffa poiché è l’unico personale a cui viene sottratto definitivamente il

diritto di una vera progressione giuridica ed economica come previsto

dall’art. 10 co. 4° del ccnl 2006/2009, come proposto peraltro per iscritto

dalla FLP al tavolo della contrattazione nelle precedenti riunioni e che

vede, quindi, i lavoratori del dog “defraudati” di una intera tornata

contrattuale.

Tutto ciò continuerà ad alimentare il già consistente

contenzioso tra i lavoratori e l’amministrazione. Risorse che

potrebbero essere utilizzati in modo più vantaggioso per i lavoratori e per la

stessa amministrazione.

Ma non finisce qui la confusione si accentua quando si

scopre che nel sito del Ministero della Giustizia non sono ancora state

pubblicate le graduatorie per il passaggio economico del personale.

In fondo parliamo di 4 dollari bucati o di qualche

dollaro in più presi comunque dal nostro FUA e non da

risorse fresche così come sempre dalla FLP proposto ed

auspicato.

Ma la confusione continua quando ancora i lavoratori non sanno

quando e come prenderanno questa miseria visto che si era parlato di

aggiornamento dello stipendio entro il mese di novembre o alla fine di

dicembre o chi sa quando.

Ma una cosa è certa: gli arretrati non si prenderanno

contestualmente. Per quelli si dovrà attendere sicuramente almeno il primo

trimestre 2011 che confusione.In fine la confusione si estende anche fuori dalle mura del nostro

Ministero, proprio perché anche alla Funzione Pubblica non è ancora chiaro

che numerosi giudici del lavoro hanno chiaramente con apposite sentenze

stabilito che il decreto 150_2009 ( detto Decreto Brunetta )

deve essere applicato solo dopo il nuovo CCNL e che,

pertanto, tutte le amministrazione che si scosteranno da

questa interpretazione rischiano seriamente di essere

condannati per condotta antisindacale.

In sostanza l’articolo 5, co 2°, novellato del dlgs 165/2001, per

effetto del quale sono notevolmente incrementati i poteri

dell’amministrazione fino al punto di declassare alcune relazioni sindacali a

semplice informativa successiva.

Ma i giudici dei Tribunali del lavoro sentenziano che la legge sarà

operante solo dopo che il nuovo CCNL stabilisca le nuove regole sulla

relazioni sindacali, dato la loro durata nel tempo e che i contratti sono

soggetti a periodici rinnovi; viceversa si potrebbe configurare anche

l’incostituzionalità di detta norma.

La FLP continuerà a tutelare tutti i lavoratori in tutte le sedi

opportune per la tutela dei propri diritti tenendo anche in debito conto le

sentenze su menzionate nella convinzione che la contrattazione è

l’unico strumento che possa dare seguito a reali e corrette RELAZIONI

SINDACALI.

CARCERI: SAPPE, DOMANI SIT-IN DAVANTI ALLA SEDE DEL DAP. carcere,gverno,detenuti,politici,angelino alfano,giustizia

CARCERI: SAPPE, DOMANI SIT-IN DAVANTI ALLA SEDE DEL DAP

'DIECI MESI FA DECRETATO STATO DI EMERGENZA MA NIENTE E' CAMBIATO DA ALLORA'

Roma, 18 ott. - (Adnkronos) -

"Sono ormai passati quasi dieci mesi, da quando il governo ha decretato ufficialmente lo stato

di emergenza nazionale conseguente all'eccessivo affollamento degli istituti penitenziari presenti

sul territorio nazionale, ma la situazione non e' affatto cambiata; anzi, e' peggiorata".

E' quanto sottolinea il segretario del SAPPE, sindacato autonomo polizia penitenziaria,

Donato Capece annunciando per domani un sit-in davanti alla sede del Dap, il dipartimento

amministrazione penitenziaria. "Dai 64.791 detenuti che c'erano nelle 206 carceri del Paese

il 31 dicembre 2009 siamo arrivati a contare 68.536 presenze il 13 ottobre scorso, rispetto alla

capienza regolamentare di poco superiore a 43.000 posti letto - ricorda Capece - Si era ravvisata la

necessita' di procedere, in termini di somma urgenza, all'immediato avvio di interventi volti

alla realizzazione di nuove infrastrutture carcerarie e all'aumento della capienza di quelle esistenti,

al fine di assicurare la tutela della salute e la sicurezza dei detenuti, garantendo una migliore

condizione di vita degli stessi e la funzione rieducativa della pena, ma non e' stato fatto fino

ad oggi nulla".