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Sign for Aiutaci a garantire l'effettiva applicazione dell'art. 27 Cost.(funzione rieducativa della pena)

Mercoledi',23 Marzo 2011: interrogazioni per l'assunzione degli educatori penitenziari

Mercoledi',23 Marzo 2011,

(rinvio del 16 Marzo 2011)

in commissione giustizia discussione delle interrogazioni orali per l'assunzione degli educatori penitenziari.


5-04298 Cassinelli: Sull’iter del concorso pubblico per educatore penitenziario


5-04314 Ferranti: Questioni relative all’assunzione dei vincitori del concorso per educatore penitenziario




Per leggere il testo delle interrogazioni vai su news giornaliere o etichetta interrogazioni parlamentari




Carceri:necessario assumere educatori,assistenti e psicologi.

26 agosto 2010



Giustizia: Bernardini (Radicali); basta morti in carcere, varare in fretta misure deflattive



“Il tempo dell’illegalità e dell’inciviltà carceraria italiana è scandito ad un ritmo impressionante dalle morti, dai suicidi. Dico al Governo e ai miei colleghi parlamentari che così numerosi hanno partecipato all’iniziativa del Ferragosto in carcere, che occorre fare in fretta a varare, intanto, misure adeguate a decongestionare la sovrappopolazione carceraria”. Lo afferma Rita Bernardini, deputata Radicale, membro della Commissione Giustizia della Camera, dopo la morte di un detenuto a Sulmona. “Il disegno di legge Alfano - così come svuotato dalla Commissione Giustizia della Camera - non serve a spegnere l’incendio di disperazione e di morte che sta divampando - prosegue.Affidare infatti ai Tribunali di sorveglianza la valutazione della pericolosità sociale e l’idoneità del domicilio per consentire di scontare ai domiciliari pene residue sotto i 12 mesi, significa paralizzare tutto: la valutazione arriverà troppo tardi! Si dia ai direttori degli istituti penitenziari questo compito che saprebbero fare meglio e più in fretta dei magistrati di sorveglianza. Ridimensionata almeno un po’ la popolazione detenuta, occorre immediatamente riformare il sistema come previsto dalle mozioni approvate in gennaio dalle aule di Montecitorio e di Palazzo Madama a partire dallo stop all’uso indiscriminato della carcerazione preventiva e alla depenalizzazione dei reati minori, per arrivare alle misure e pene alternative che si rivelano molto più efficaci del carcere ai fini della rieducazione e del reinserimento sociale, all’adeguamento degli organici penitenziari (agenti, educatori, psicologi, assistenti sociali), alle possibilità di lavoro per i detenuti, agli istituti di custodia attenuata dove i tossicodipendenti possano curarsi”.





5 luglio 2010





Carceri: Favi, "Bene Tg2, condizioni indegne per detenuti e lavoratori"



Dichiarazione di Sandro Favi responsabile Carceri del Partito Democratico



L’inchiesta del Tg2 sulla drammatica situazione delle nostre carceri evidenzia ciò che il Partito Democratico denuncia da mesi, e cioè condizioni di vita per i detenuti e per i lavoratori penitenziari del tutto indegne. Quelle viste all’Ucciardone sono situazioni che in realtà riguardano la stragrande maggioranza delle carceri italiane. Le morti in carcere e gli atti di autolesionismo sono segnali inequivocabili: occorre attuare da subito politiche penitenziarie che decongestionino gli istituti. È assolutamente necessario investire sulle misure alternative alla detenzione e sull’aumento di agenti di polizia penitenziaria, di educatori, di assistenti sociali e psicologi.



Finora il ministro Alfano e il direttore delle carceri Ionta hanno saputo solo ipotizzare un piano carceri che avrà lunghissimi tempi di realizzazione e che non inciderà minimamente per un miglioramento della situazione nell’immediato.



Così non va.









Lettere: senza assunzione personale educativo il ddl Alfano è inutile





Comunicato stampa, 29 maggio 2010





Ai deputati di commissione bilancio



e giustizia camera









Al sottosegretario



On. Caliendo









Al sottosegretario



On. Giorgetti Alberti







Egregi Onorevoli,



dopo aver appreso la notizia sul parere negativo della Commissione Bilancio sugli artt. 2 quater e 2 sexies del Ddl Alfano questo Comitato ritiene necessario porre alla Vostra attenzione alcune osservazioni. L’eliminazione dell’articolo aggiuntivo Schirru 2.060 svuoterebbe di significato il Ddl Alfano riducendolo ad una imago sine re.



L’investimento in risorse umane è propedeutico alla concreta materializzazione della normativa contenuta nel provvedimento. Secondo quanto enunciato dall’art. 1 comma 3 del Ddl. il magistrato di sorveglianza decide sulla base della relazione inviatagli dall’istituto penitenziario.



Alla luce della normativa penitenziaria è l’educatore colui che osserva il comportamento del detenuto e provvede alla stesura della relazione di sintesi, cioè di quella relazione di cui si servirà il magistrato di sorveglianza per la decisione finale sulla misura alternativa.



Senza l’incremento di ulteriori unità di personale pedagogico la situazione del sovraffollamento carcerario non potrà mai essere risolta né tantomeno potrà trovare risoluzione la drammatica condizione in cui versano le carceri italiane.



Pochi educatori significa poche relazioni da inviare al magistrato di sorveglianza. Pochi educatori significa impossibilità di fare il trattamento. Pochi educatori significa stasi della concessione di misure alternative. L’eliminazione dell’articolo aggiuntivo Schirru creerebbe un vero e proprio effetto boomerang che provocherebbe la totale paralisi del Ddl Alfano.



La Commissione Giustizia dopo aver preso atto della grave situazione di disagio in cui versano le carceri italiani ha dato voce all’articolo 27 della Costituzione decidendo di investire su quello che già nel Settecento Beccaria definiva “il più sicuro mezzo di prevenire i delitti” ossia l’educazione.



L’approvazione dell’articolo aggiuntivo che esclude il Dap dalla riduzione della pianta organica e dal blocco delle assunzioni costituisce una vera e propria presa di coscienza dell’assunto secondo il quale non può esserci alcun miglioramento delle condizioni di detenzione senza l’investimento in risorse umane.



Si evidenzia inoltre che l’emendamento è già stato “riformulato” originariamente infatti prevedeva l’obbligo per il governo,dopo l’invio della relazione per l’adeguamento della pianta organica, di predisporre entro 2 mesi un piano straordinario di assunzioni.



La totale eliminazione di questo emendamento volto alla concreta applicazione della misura alternativa sulla quale questo Governo intende puntare per risolvere il dramma del pianeta carcere renderebbe inutile l’approvazione di un Ddl che non riuscirebbe mai ad essere attuato.



Ci sarebbe infatti una vera e propria antinomia tra norma e realtà. La realtà è che la situazione carceraria italiana è drammatica e preoccupante.



I continui suicidi in carcere sono da porre in relazione con le insopportabili condizioni di disagio in cui vivono i reclusi delle carceri italiane alla carenza di trattamento e attività rieducative e alla mancata assistenza psicologica dovuta alla cronica carenza di personale educativo



Ebbene, l’Italia, Paese democratico, è stata condannata dalla Cedu per trattamento degradante e disumano. A tale situazione va data una risposta concreta, soprattutto se si considera che il bilancio dello stato potrebbe essere aggravato dalle condanne della Cedu (Sic!).



Inoltre non si comprende come la crisi riguardi solo le risorse umane e non anche lo stanziamento dei fondi per l’edilizia penitenziaria ,infatti, una volta costruite nuove carceri queste rimarranno inutilizzate (Sic!) Un esempio è fornito dal carcere di Agrigento e dal carcere di Rieti, a Pinerolo inoltre, c’è un carcere vuoto da 10 anni ma è già stata individuata un’area per costruir un nuovo carcere (fonte Girodivite).



Per un provvedimento importante, come quello in esame, che punta sulla rieducazione e sul recupero del reo, occorre assumersi delle responsabilità serie, perché l’incremento del personale pedagogico rappresenta il sine qua non della correlazione legge - realtà.



Ancora una volta si evidenzia inoltre che il “decantato” vulnus di copertura finanziaria può essere sanato attingendo dai fondi della Cassa delle Ammende che secondo quanto disposto dall’art 129 III comma del Dpr 30 giugno 2000, n. 230, devono essere destinati ai programmi che tendono a favorire il reinserimento sociale dei detenuti e degli internati anche nella fase di esecuzione di misure alternative alla detenzione”e non all’edilizia penitenziaria (Sic!) . Qualora il Governo non intenda attingere i fondi necessari dalla cassa delle Ammende potrebbe ricavarli dai fondi del Fug, visto che il Presidente del Consiglio dei Ministri ha firmato il decreto che assegna per la prima volta le quote delle risorse sequestrate alla mafia e i proventi derivanti dai beni confiscati al Fondo Unico Giustizia (Fug), nella misura del 50 per cento al Ministero dell’Interno e del 50 per cento al Ministero della Giustizia. Attingendo i fondi o dalla cassa delle Ammende o dal Fug non vi sarebbe alcun onere aggiuntivo in quanto gli stessi sono già previsti in bilancio.



Per le ragioni suesposte riteniamo che l’emendamento presentato dall’On. Donatella Ferranti e Schirru sia una vera proposta “bipartisan” che deve, necessariamente,trovare accoglimento così come è stato approvato in Commissione Giustizia.



Riteniamo altresì che il governo, dopo aver provveduto all’adeguamento della pianta organica anche in relazione alla popolazione detenuta ( quasi 70mila detenuti) debba predisporre un piano straordinario di assunzioni di educatori penitenziari da attingersi dalla vigente graduatoria del concorso pubblico per esami a 397 posti nel profilo professionale di Educatore, Area C, posizione economica C1, indetto con Pdg 21 novembre 2003.



Una scelta in tal senso rappresenterebbe la chiave di volta per un chiaro e ben preciso impegno di responsabilità affinché la drammatica situazione che affligge il pianeta carcere possa finalmente essere risolta. Per tali ragioni auspichiamo che tutta la commissione bilancio della camera e il sottosegretario Alberto Giorgetti facciano una seria e proficua riflessione riconoscendo l’importanza ai fini dell’attuazione del Ddl in esame dell’emendamento Schirru 2.060.





FERRANTI SU DDL CARCERI,OTTENUTO ANCHE AMPLIAMENTO ORGANICO EDUCATORI PENITENZIARI.

Donatella Ferranti,PD:piano programmato di assunzioni del personale degli educatori.

Governo favorevole a emendamenti Pd per potenziamento personale penitenziario:piano programmato di assunzioni, per l`adeguamento degli organici del personale di Polizia penitenziaria, degli educatori, degli assistenti sociali e degli psicologi.


18 maggio 2010


La commissione Giustizia della Camera ha cominciato a votare gli emendamenti presentati al ddl carceri e il Governo ha dato parere favorevole alle proposte di modifica del Pd che prevedevano il potenziamento del personale civile e amministrativo penitenziario (psicologi, educatori, ecc) e l’adeguamento delle piante organiche di carabinieri e polizia in funzione del nuovo impegno che dovranno svolgere per vigilare sui detenuti che trascorreranno agli arresti domiciliari l’ultimo periodo della loro detenzione. Il capogruppo del Pd in commissione giustizia, Donatella Ferranti, ha espresso soddisfazione per questo parere favorevole del Governo augurandosi che alla fine l’emendamento venga approvato.



Pd: nostre proposte sono su linea indicata da Napolitano

“Il Pd è pronto” a rispondere al monito del presidente della Repubblica sulla necessità di risolvere il sovraffollamento delle carceri e “a fare la propria parte”. Per questo, annuncia Sandro Favi, responsabile Carceri dei democratici, “nei prossimi giorni il nostro partito presenterà proposte su questi temi, in un quadro di sistema e in continuità e sviluppo delle mozioni approvate dal Parlamento già nei primi mesi di quest`anno”.

“Proporremo - spiega Favi - che si proceda alla revisione del codice penale, che vengano riviste le norme che determinano l`alta incidenza di imputati in custodia cautelare in carcere e quelle sul trattamento penale dei tossicodipendenti, che siano ampliate le opportunità di accesso alle misure alternative alla detenzione. Chiederemo inoltre al Governo - prosegue - un piano programmato di assunzioni, per l`adeguamento degli organici del personale di Polizia penitenziaria, degli educatori, degli assistenti sociali e degli psicologi, nonché gli indispensabili stanziamenti ed investimenti per ripristinare la corretta funzionalità ed operatività dei servizi e delle strutture”.

“Il Partito Democratico - conclude l’esponente del Pd - rinnova la stima e la fiducia degli appartenenti al Corpo di polizia penitenziaria e l`apprezzamento verso i dirigenti dell`Amministrazione penitenziaria, verso le professionalità socio-educative, sanitarie, amministrative e tecniche che, in questa fase difficile, dimostrano il proprio impegno con alto senso di umanità e qualificate competenze”.

Ferranti: "Iter rapido? Vediamo atteggiamento maggioranza su nostre proposte"

Carceri: Pd, "Testo migliorato in commissione, ma serve uno sforzo in più" Ferranti: "Iter rapido? Vediamo atteggiamento maggioranza su nostre proposte"

“Lo stralcio della messa in prova consentirà di esaminare rapidamente il provvedimento sulla detenzione domiciliare”. Lo dichiara la capogruppo del Pd nella commissione Giustizia della Camera, Donatella Ferranti facendo notare come ‘la messa in prova non riguardava la popolazione carceraria e quindi non avrebbe avuto effetti sul grave stato di sovraffollamento delle carceri italiane. In ogni caso – sottolinea la democratica – il voto di oggi conferma il nostro giudizio negativo sul testo uscito dal consiglio dei ministri che era confuso ed inefficace anche perché privo di qualsiasi copertura finanziaria. Stiamo adesso valutando se aderire o meno alla richiesta di un voto in sede legislativa sul testo modificato nel corso dei lavori in commissione. La nostra disponibilità dipenderà anche dall’atteggiamento della maggioranza sulle nostre ulteriori proposte di modifica. In particolare: la tutela delle vittime di violenza domestica, il rafforzamento del personale di polizia (non solo quella penitenziaria) e del personale del comparto civile dell’amministrazione penitenziaria(educatori e psicologi)”.


Proposta emendativa 8.01.


Dopo l'articolo 8 inserire il seguente:


«Art. 8-bis. - 1. Entro centottanta giorni dall'entrata in vigore della presente legge, il Ministro della Giustizia, sentiti i Ministri dell'interno e della funzione pubblica, riferisce alle competenti Commissioni parlamentari in merito alle necessità di adeguamento numerico e professionale della pianta organica del Corpo di Polizia penitenziaria e del personale del comparto civile del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria anche in relazione all'entità numerica della popolazione carceraria e al numero dei posti esistenti e programmati.

2. A tal fine il Governo presenta al Parlamento entro i successivi novanta giorni un apposito piano straordinario di assunzioni di nuove unità specificandone i tempi di attuazione e le modalità di finanziamento.».
Ferranti Donatella, Schirru Amalia, Samperi Marilena, Amici Sesa



Proposta emendativa 8.03.

Dopo l'articolo 8 inserire il seguente:


«Art. 8-bis. - 1. Al comma 8-quinquies, della legge n. 26 del 2010, dopo le parole Il Corpo della Polizia penitenziaria, sono inserite le seguenti il personale del comparto civile del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria,».
Schirru Amalia, Ferranti Donatella, Samperi Marilena, Amici Sesa



28-04-10


Dopo l'ennesimo suicidio in carcere (23 dall'inizio dell'anno), nel penitenziario di Castrogno, a Teramo, il parlamentare dell'IdV, Augusto Di Stanislao, ribadisce la necessita' di interventi diretti ed immediati da parte del Governo. ''Non e' piu' ammissibile - afferma il deputato IdV - una tale situazione di completa incapacita' da parte del Governo di affrontare concretamente le problematiche delle carceri in Italia''. Di Stanislao ricorda che ''dopo varie visite presso il carcere di Castrogno e altrettante interrogazioni ad Alfano, dopo una mozione a mia prima firma approvata all'unanimita', con la quale anche la maggioranza si e' impegnata in una serie di iniziative atte a risollevare una drammatica realta' focalizzando l'attenzione sul sovraffollamento e sulla carenza di personale penitenziario e di educatori, dopo l'annuncio dell'emergenza carceri di Alfano e del fantomatico piano carceri, dopo continue denunce e sollecitazioni dei sindacati sulla necessita' di intervenire sulle strutture, sugli organici, siamo ancora di fronte ad una situazione insostenibile e all'emergenza soluzioni''. ''Ho presentato da tempo - conclude Di Stanislao - una proposta di legge per istituire una Commissione d'inchiesta parlamentare sulla situazione delle carceri in Italia che, ora piu' che mai, diventa fondamentale per dare risposte e soluzioni ai molteplici problemi e disagi dell'intero mondo penitenziario''.




Di Stanislao:il ministro tace sulle assunzioni degli educatori,riferisca in parlamento.

“E’ giusta l’assunzione di 2.000 agenti così come evidenziato da Sarno, Segretario generale Uil Pa Penitenziari, per garantire il turnover e quindi supplire la carenza del personale di polizia penitenziaria, ma vi è una colpevole dimenticanza da parte del Ministro quando tace sulla necessità di garantire la presenza degli educatori così come previsto nella Mozione IdV approvata all’unanimità dal Parlamento.” Queste le parole dell’On. Di Stanislao che prosegue: “Non vorremmo che questo impegno del Ministro si focalizzi esclusivamente sull’edilizia carceraria e altresì non vorremmo che dietro la parola magica “stato di emergenza” si celi il grimaldello per ridare vita ad una ” Carceri d’oro 2″ che in barba alla procedure di appalti e alla trasparenza abbiano buon gioco, piuttosto che la pubblica utilità e l’urgenza, i furbetti delle sponsorizzazioni. Si segnala al Ministro, nel frattempo, che in Italia vi sono 40 penitenziari incompiuti ed inutilizzati in un Paese che ne ha 171 in tutto e nel Piano Carceri presentato non c’è cenno di recupero di questo patrimonio. Chiedo che il Ministro venga, così come richiesto in Aula, a riferire in Parlamento sugli impegni presi in relazione ai tempi e modi e risorse da impiegare. Nel frattempo con due distinte interrogazioni chiedo al Ministro quale modello di recupero intenda mettere in campo visto che non si parla assolutamente di assumere gli educatori e cosa intenda fare per i 40 penitenziari incompiuti.”


16 Marzo 2010:interrogazione a risposta in Commissione su assunzione idonei educatori penitenziari

Convocazione della II Commissione (Giustizia)

Martedì 16 marzo 2010

Ore 13.45

5-02550 Ferranti: In relazione all’assunzione di educatori penitenziari


Interrogazione a risposta in Commissione:

FERRANTI, MELIS, TIDEI e SAMPERI.



- Al Ministro della giustizia.

- Per sapere

- premesso che:

il 17 febbraio 2010 il Sottosegretario per la giustizia Caliendo è intervenuto in Senato sul tema dell'assunzione degli educatori penitenziari reclutati tramite il concorso pubblico per esami a 397 posti nel profilo professionale di educatore, area C, posizione economica C1, indetto con PDG 21 novembre 2003;

nel corso della succitata seduta, il Sottosegretario Caliendo ha affermato che entro aprile 2010 saranno assunti in via definitiva tutti gli educatori che hannosuperato i precedenti concorsi, oltre ai 170 già assunti (anche se agli interroganti risulta che siano stati assunti 97 educatori);

in realtà, l'assunzione dei vincitori del suddetto concorso era già programmata con l'indizione dello stesso nel 2003, per il quale il dipartimento dell'amministrazione penitenziaria già disponeva dei fondi necessari;

lo stesso Ministro interrogato, onorevole Alfano, aveva riconosciuto l'improcrastinabilità e l'urgenza di assumere più unità di educatori quando, il 12 gennaio 2010, furono approvate alla Camera le mozioni sui problemi del carcere presentate da vari gruppi parlamentari;a fronte di una popolazione carceraria di 67.000 unità, il rapporto educatore/detenuto è di circa 1 a 1.000, cosa che rende in pratica impossibile lo svolgimento di qualsivoglia progetto rieducativo impedendo il corretto reinserimento del detenuto nel tessuto sociale, così come previsto nel dettato costituzionale;

non avendo il Ministro interrogato ancora proceduto all'assunzione di ulteriori unità degli educatori, limitandosi a rimandare la questione ad un futuro confronto in merito con i Ministri Tremonti e Brunetta, sarebbe auspicabile ed urgente un rapido avvio della procedura di assunzione di educatori, almeno per completare la già esigua pianta organica, ulteriormente ridotta di circa 400 unità dal decreto legislativo n. 150 del 2009

se non ritenga opportuno procedere celermente all'assunzione di educatori attingendo dalla vigente graduatoria degli idonei risultante dal concorso pubblico a 397 posti di cui in premessa, al contempo prorogando la validità della stessa per almeno un quinquennio, al fine di permetterne lo scorrimento graduale per compensare il turn-over pensionistico, evitando l'indizione di nuovi concorsi che comporterebbe ulteriori oneri finanziari.

(5-02550)


Risposta all'interrogazione di Donatella Ferranti:dal 2011 assunzioni degli idonei educatori concorso,il comitato vigilera'.

Nel rispondere agli On. interroganti ritengo opportuno segnalare che il concorso pubblico per esami a 397 posti nel profilo di "Educatore", Area C, posizione economica C1, dell'Amministrazione Penitenziaria, è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 30 del 16.4.2004 - IV serie speciale e si è concluso in data 9 luglio 2008.La graduatoria definitiva, immediatamente dopo l'approvazione del Direttore Generale con provvedimento dell'11 luglio 2008, è stata trasmessa all'Ufficio centrale per il bilancio per l'apposizione del visto di controllo.Nell'anno 2009, in ragione dell'entità dei fondi stanziati ai sensi dell'articolo 1, comma 346, della Legge 24.12.2007 n. 244, è stato possibile procedere all'assunzione dei primi 103 vincitori del predetto concorso a 397 posti.Quanto alle restanti 294 unità, la competente Direzione Generale di questa amministrazione ha già programmato il relativo piano di assunzione ricorrendo, per la copertura degli originari 397 posti a concorso, allo scorrimento della graduatoria, ai sensi dell'art. 15, co. 7, DPR n. 487/99 e successive integrazioni e modificazioni.I nuovi educatori - alcuni dei quali individuati tra i candidati idonei, ma non vincitori del concorso, attese le 12 defezioni intervenute per rinunce, mancate stipule del contratto o dimissioni da parte degli aventi diritto - hanno infatti già scelto la sede di destinazione e, entro aprile del corrente anno, saranno formalmente assunti con firma del relativo contratto.Per quanto riguarda, invece, l'auspicata possibilità di procedere ad un ulteriore scorrimento della graduatoria oltre il numero dei posti originariamente messi a concorso, mi corre l'obbligo di segnalare che tale eventualità non rientra tra le ipotesi di cui all'art. 15, co. 7, del DPR n. 487/1994 e che pertanto, limitatamente all'anno in corso, non può essere attuata per mancato stanziamento dei fondi occorrenti.I fondi disponibili, infatti, sono stati impegnati sia per l'assunzione dei vincitori del suddetto concorso per educatori, sia per l'assunzione degli idonei al concorso a 110 posti di contabile, a copertura dei posti previsti dal relativo bando ed in ragione delle gravi carenze riscontrate anche nell'area contabile.Dato atto di quanto sopra e, premesso che la validità delle graduatorie è indicata in tre anni dalla data della pubblicazione nei Bollettini ufficiali, faccio presente che, nel caso di specie, la validità della graduatoria del concorso a 397 posti è fissata al 31 maggio 2012 e che, pertanto, a partire dal prossimo anno, in presenza delle risorse economiche necessarie, potranno esservi le condizioni per procedere ad uno scorrimento della graduatoria, anche oltre il numero dei posti pubblicati.




24 febbraio 2010:

ordine del giorno su non riduzione organico educatori di Roberto Rao

La Camera,

premesso che

il provvedimento in esame prevede, all'esito del processo di riorganizzazione di cui all'articolo 74, del decreto legge n. 112 del 2008, un'ulteriore riduzione degli assetti organizzativi delle amministrazioni pubbliche ai fini del contenimento della spesa pubblica;

il comma 8-quinquies dell'articolo 2 individua le amministrazioni che non sono interessate dalle riduzioni descritte, tra cui il Corpo di Polizia Penitenziaria;


nonostante le difficoltà operative, la scarsezza di mezzi e personale risulta, inopinatamente escluso da tale previsione il personale civile del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di adottare ulteriori iniziative normative volte ad includere tra il personale delle amministrazioni non interessate dalla riorganizzazione delle piante organiche non solo quello di polizia penitenziaria ma anche quello civile del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria, con particolare riferimento alle figure degli educatori, degli assistenti sociali e degli psicologi, anche in vista dell'avvio del Piano carceri che necessiterà di adeguate risorse umane e professionali. 9/3210/41. Rao, Ria
.


Accolto come raccomandazione.




19 Febbraio 2010:

ordine del giorno su assunzione educatori di Donatella Ferranti e PD


La Camera,

premesso che:

l'articolo 17-ter stabilisce che, per l'attuazione del cosiddetto «Piano carceri» si conferiscono pieni poteri al Commissario straordinario che, per individuare la localizzazione delle aree destinate alla realizzazione di nuove infrastrutture carcerarie, d'intesa con il Presidente della regione territorialmente competente e sentiti i sindaci dei comuni interessati, potrà agire in deroga alla normativa urbanistica vigente, velocizzando procedure e semplificando le gare di appalto, utilizzando il modello adottato per il dopo terremoto a L'Aquila, derogando anche all'obbligo previsto dalla legge 7 agosto 1990, n. 241, volto a consentire agli interessati, proprietari delle aree che si intendono espropriare, la necessaria partecipazione al procedimento amministrativo;

la localizzazione costituisce di per sé variante e produce l'effetto di imporre il vincolo preordinato all'espropriazione e contro di essa non sarà possibile ricorrere al giudice amministrativo e si introduce anche una deroga al limite dei subappalti, che potranno aumentare dall'attuale 30 per cento fino al 50 per cento, in deroga all'articolo 118 del codice dei contratti pubblici; in sostanza, si affidano pieni poteri al Commissario straordinario, che potrà avvalersi anche del Dipartimento per la protezione civile per le attività di progettazione, scelta del contraente, direzioni lavori e vigilanza degli interventi strutturali ed infrastrutturali, in deroga ai criteri di trasparenza e pubblicità e in palese contraddizione con la mozione Franceschini ed altri n. 1-00302 (approvata sostanzialmente all'unanimità alla Camera il 12 gennaio di quest'anno e accettata dal Governo) che impegnava chiaramente il Governo a garantire, nell'ambito dei progetti della nuova edilizia penitenziaria, i criteri di trasparenza delle procedure e l'economicità delle opere evitando il ricorso a procedure straordinarie, anche se legislativamente previste,

impegna il Governo

a verificare l'adeguatezza, in proporzione alla popolazione carceraria, delle piante organiche riferite non solo al personale di polizia penitenziaria ma anche alle figure degli educatori, degli assistenti sociali e degli psicologi, avviando un nuovo piano programmato di assunzioni che vada oltre il turn-over dovuto ai pensionamenti previsto dalla legge finanziaria per il 2010 e che garantisca le risorse umane e professionali necessarie all'attivazione delle nuove strutture penitenziarie, anche distribuendo meglio il personale sul territorio, concentrandolo nei compiti di istituto, sottraendolo ai servizi estranei, consentendogli un adeguato, costante ed effettivo aggiornamento professionale.

9/3196/13.
Donatella Ferranti.



Il comitato vincitori idonei concorso educatori dap in sostegno di Rita Bernadini

Educatori penitenziari sostengono la protesta di Rita Bernardini e Irene TestaRistretti Comitato vincitori e idonei del concorso per educatori condivide e sostiene l’iniziativa non violenta intrapresa da Irene Testa e Rita Bernardini.Il Comitato vincitori e idonei del concorso per educatori condivide e sostiene l’iniziativa non violenta intrapresa da Irene Testa e Rita Bernardini, impegnate in uno sciopero della fame perrichiedere l’esecuzione immediata di quanto proposto nelle cinque Mozioni parlamentari,unanimemente approvate nei giorni 11 e 12 gennaio 2010, riguardanti la situazione del sistema carcerario italiano.Giova ricordare che in quella occasione lo stesso Ministro Alfano assumeva precisi impegni ed affermava che vi avrebbe dato celere e certa attuazione sancendo l’inizio di un nuovo percorso,iniziato con la dichiarazione di Emergenza di tutto il sistema penitenziario alla quale ci si aspettava sarebbe seguita la predisposizione nel Piano Carceri di tutti quegli atti necessari ad ottemperare a quanto detto nelle citate Mozioni per poter, nei tempi strettamente necessari, affrontareconcretamente e efficacemente l´ormai ingestibile situazione creatasi nei nostri istituti penitenziari.Tuttavia, da un’iniziale analisi condotta sui primissimi elementi costitutivi e organizzativi del Piano Carceri emerge solo una particolare attenzione all’aspetto strutturale e custodiale, non prevedendo,invece, alcun intervento per incrementare e favorire la fondamentale componente rieducativa, vero obiettivo dell’esperienza carceraria.Questo Comitato ed altri illustri interlocutori del mondo penitenziario, continuano, infatti, a chiedere a gran voce che vengano assunti più educatori, affinché l’ingresso nelle nostre carceri non si limiti ad un forzato ozio, ma divenga precipuo momento di riflessione e riprogettazione del sé.Ad oggi, però, in merito alla questione degli educatori, alcuna volontà specifica è stata espressa dal Ministro, nonostante, le nostre carceri continuino quotidianamente ad affollarsi a causa dei numerosi nuovi ingressi, ma anche per la spaventosa carenza di educatori che, secondo quanto stabilito dalle vigenti leggi, rappresentano i coordinatori e i realizzatori materiali dei percorsirieducativi, nonché quelle figure professionali atte a garantire, nei giusti modi e nei tempi,l’espletamento, dell’intero iter necessario all’accesso alle misure alternative alla detenzione di quei detenuti che ne avrebbero i requisiti, ma che continuano a restare in carcere a causa dello sparuto numero di educatori attualmente in servizio a fronte di una popolazione di 66.000 persone carcerate.Pertanto, ci uniamo all´Onorevole Bernardini e a Irene Testa per chiedere l´immediata esecuzione delle citate mozioni e auspichiamo che il Ministro Alfano ne predisponga repentinamente l’avvio.Il Comitato, altresì, ad ausilio dell’iniziativa intrapresa da Rita Bernardini e da Irene Testa,promuove una “catena di informazione solidale” impegnandosi a diffondere la conoscenza di tale protesta non violenta tramite l’invio di questo comunicato non solo a tutti gli organi di informazione, ma anche ai propri conoscenti invitandoli a fare altrettanto.Il Comitato vincitori e idonei concorso educatori.


Donatella Ferranti,PD:da Ionta, un primo segnale l'immediata assunzione dei tanti educatori.

CARCERI: PD, VOGLIAMO VEDERCI CHIARO. AUDIZIONE ALLA CAMERA DI IONTA



Roma, 13 gen



''Lo vogliamo esaminare puntigliosamente ed e' per questo che gia' domani chiederemo al presidente della commissione Giustizia, Giulia Bongiorno di attivarsi per prevedere al piu' presto l'audizione del capo del Dap, dott. Franco Ionta''. Cosi' la capogruppo del Pd nella commissione Giustizia della Camera, Donatella Ferranti, commenta l'approvazione del piano carceri da parte del Cdm di oggi. ''I primi dati forniti dal ministro Alfano - sottolinea - non ci convincono fino in fondo: se infatti le carceri italiane possono ''tollerare' sino a circa 64.237 detenuti, da regolamento non potrebbero ospitarne piu' di 43.087. Il grado di sovraffollamento e' elevatissimo, siamo ampiamente fuori quota, e per arrivare ad 80.000 posti, i 21.749 annunciati oggi dal ministro Alfano sembrano insufficienti. E poi - prosegue - non basta costruire muri, occorre riempirli di personale numericamente e professionalmente adeguato: dalla polizia penitenzieria, agli psicologi, agli educatori e agli altri esperti. Di tutto questo ancora non c'e' traccia, ma aspettiamo di conoscere nel merito dal dott. Ionta le cifre esatte, certo - conclude - che un primo segnale potrebbe essere l'immediata assunzione dei tanti educatori e psicologi del concorso''.

Assunzione degli educatori primo impegno del governo

Il Comitato vincitori e idonei del concorso per educatori penitenziari esprime piena soddisfazione per l’approvazione delle cinque mozioni sul problema carcerario discusse ed accolte nei giorni 11 e 12 gennaio 2010 dal nostro Parlamento. Per la prima volta il Governo, rappresentato dal Ministro Alfano, ha preso consapevolezza della grave emergenza del sovraffollamento degli istituti di pena e, fra le altre fondamentali proposte presentate, si è impegnato:- a procedere all’assunzione immediata dei restanti educatori penitenziari previsti dalla pianta organica, da attingersi dagli idonei della vigente e menzionata graduatoria risultata dal concorso bandito per tale profilo professionale, affinché anche costoro possano partecipare ai previsti corsi di formazione che il dipartimento dell’amministrazione penitenziaria deve attivare per questi operatori prima dell’ingresso nelle carceri a cui sono destinati, onde evitare sprechi di danaro per doverli riattivare in seguito;- a prorogare di almeno un quinquennio la validità della graduatoria di merito del concorso citato in premessa, in linea con gli orientamenti del Ministro per la pubblica amministrazione e l’innovazione nonché con le disposizioni in materia di razionalizzazione delle spese pubbliche in vigore - per permetterne un graduale scorrimento parimenti all’avvicendarsi dei fisiologici turn-over pensionistici, al fine di evitare l’indizione di nuovi concorsi per il medesimo profilo che comporterebbero inutili oneri pubblici;- ad assumere iniziative per lo stanziamento di fondi necessari per completare l’organico di educatori previsti dalla pianta organica attualmente vigente presso il dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, considerato che lo sforzo economico da sostenere è annualmente molto esiguo, ma necessario per far funzionare meglio ed in modo più umano una branca importantissima del nostro sistema giustizia che non può più attendere;- a procedere all’alienazione di immobili ad uso penitenziario siti nei centri storici e alla costruzione di nuovi e moderni istituti penitenziari in altro sito;Esprimiamo, quindi, pieno compiacimento per l’importantissimo risultato raggiunto dall’On. Di Stanislao dell’Idv, il quale nella Sua circostanziata e approfondita mozione, ha dimostrato ancora una volta la Sua grande disponibilità e sensibilità verso tali problematiche, sapendo cogliere e far emergere sapientemente le necessità di questo delicato settore della nostra giustizia. Ringraziamo, inoltre, gli onorevoli Bernardini, Rao, Ferranti, Melis, Tidei, Vitali, Balzelli, Donadi, Paladini, Franceschini e tutti coloro che hanno appoggiato con voto favorevole le Loro mozioni, poiché di fronte a queste battaglie di umanità hanno saputo permeare il Loro impegno politico di quell’umanità e di quell’alto senso civico che rende capaci di abbandonare i colori politici e di volgere verso una proficua unità di intenti.Il Comitato vincitori e idonei del concorso per educatori penitenziari, intanto, continuerà a vigilare affinché tali doveri vengano rispettati e proseguirà nel suo lavoro di diffusione della necessità dell’intervento rieducativo e quindi sulla centralità della presenza degli educatori, ovvero di quella figura professionale che rappresenta il vero catalizzatore ed esecutore materiale del percorso rieducativo di un detenuto, percorso che rappresenta l’unica vera speranza di un sano reinserimento sociale di chi vive l’esperienza delle sbarre e che rappresenta uno dei più validi strumenti atti ad evitare quegli stati di inerzia, apatia, depressione, frustrazione, ansia, inadeguatezza che troppo spesso percorrono prepotentemente i corridoi lungo i quali si snodano le fila di quelle celle all’interno delle quali si consumano, quotidianamente, suicidi, abusi, violenze. Auspichiamo, quindi, che il Governo predisponga celermente tutti gli atti necessari ad ottemperare quanto detto e che questa stessa volontà continui ad animarne tutti i passaggi ad essi necessari, per poter, nei tempi strettamente necessari, cominciare ad affrontare concretamente e efficacemente l’ormai ingestibile emergenza creatasi.

Il Comitato vincitori e idonei del concorso per educatori penitenziari

martedì 31 marzo 2009

Angelino Alfano,carcere,giustizia,sindacati: Nuovo appello di Eugenio Sarno della UIL PA al ministro Alfano

Firma anche tu la petizione per l'assunzione degli educatori nelle carceri!

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Pubblichiamo qui di seguito l'articolo del Velino direttamente inviatoci dal segretario generale, Eugenio Sarno della UIL penitenziario, con il quale si riaccende uno spiraglio di luce per l'assunzione intanto dei 400 educatori vincitori del relativo concorso presso il dipartimento dell'amministrazione penitenziaria entro la fine del corrente anno.

Ringraziamo altresi' Eugenio Sarno per l'impegno,la costanza e l'interesse che sta dimostrando e continua a dimostrare per la nostra vicenda. La lealta' e la coerenza non sono qualita' appartenenti a tutti gli uomini. Ancora una volta possiamo affermare che Eugenio Sarno della UIL Penitenziario è leale e coerente! Grazie



POL - Carceri, Uil Pa Penitenziari: Necessario intervento Alfano

Roma, 30 mar (Velino)

- “Forse non si è ben compresa la complessità, la gravità e la vera portata della
crisi che attraversa il sistema penitenziario italiano”. Lo dice in un comunicato l’Unione italiana
lavoratori - Pubblica amministrazione Penitenziari (Uil Pa penitenziari). “Sul punto, infatti – si legge nel
testo -, registriamo un silenzio tanto assordante quanto innaturale, eppure questa emergenza attiene
direttamente alla civiltà del sistema paese. O forse si preferisce volgere lo sguardo altrove per non
vedere ciò che offende la coscienza di ogni persona civile”. Secondo Eugenio Sarno, segretario generale
della Uil Pa, “oramai non siamo solo più nelle condizioni di preoccuparci sulla tenuta del sistema ma
dobbiamo cominciare a porci l’interrogativo sul come far fronte all’inevitabile ondata di proteste, se non
vere e proprie rivolte, che si manifesterà con l’avvento della prossima stagione estiva. Noi crediamo
che sia giusto informare e denunciare che, oggi, il personale penitenziario non è in grado di poter
reggere il prevedibile urto. Per dirla in breve l’emergenza penitenziaria non è più solo una emergenza
sociale ma è una vera emergenza sul fronte dell’ordine pubblico". "Alle 17 di ieri – ha spiegato Eugenio
Sarno segretario generale della Uil Pa - il dato delle presenze detentive assommava a 60.969 unità
(58.331 uomini e 2.638 donne) a fronte di una capienza regolamentare di poco superiore ai 43.000
posti. Questo continuo ammassare persone all’interno di strutture penitenziarie, molte delle quali
obsolete e fatiscenti, determina condizioni di inciviltà inenarrabili. L’esaurimento dei posti letto, l’ozio
forzato, l’inadeguatezza strutturale, la mancanza di spazi fruibili aggrava anche le già precarie
condizioni igienico–sanitarie. Il trend degli ingressi, con un incremento medio mensile pari a 800 unità,
ci porterà a superare quota 63.000 entro il prossimo giugno. Allora l’attuale collasso si trasformerà in
esplosione con le debite, immaginabili, conseguenze. La calma apparente e la mancanza di proteste
all’interno delle nostre prigioni sono la prova provata del fuoco che cova sotto le ceneri; è la storia
penitenziaria ad insegnarcelo. Com’ è la stessa storia a dirci che in taluni momenti di particolare
criticità la criminalità organizzata non perde occasione per gestire e coordinare le proteste e le
sommosse. Pur avendo la necessarie professionalità al suo interno l’amministrazione penitenziaria
rischia di arrivare impreparata e disorganizzata ad una stagione che si preannuncia torrida".
"Non è la prima volta - ha sottolineato il segretario Uil Pa Eugenio Sarno - che rivolgiamo appelli
bipartisan perché la politica presti attenzione al problema in chiave preventiva. Ne discutano e trovino
le soluzioni necessarie perché nell’immediato si disinneschi questa bomba pronta a deflagrare. Non è
certo con il piano–carceri, pur necessario per l’ammodernamento delle strutture, che si risolvono le
attuali difficoltà e criticità. E’ una questione di dignità e di civiltà che va risolta anche per via
legislativa. Come dimenticare, ad esempio, che ad oggi sono 57 (56 donne e 1 uomo) le persone
detenute che hanno con loro bimbi in età inferiore ai tre anni. Bambini costretti, dunque, ad una
detenzione ingiusta ed infame. La ‘Patria’ di Cesare Beccaria non può consentire questo scempio del
diritto e della dignità. L’annunciata riforma della giustizia non potrà eludere tali cogenti aspetti.
Analogamente vanno individuate risposte normative al blocco del turn-over per il personale
penitenziario. Vogliamo sperare - ha concluso il segretario generale Uil Pa, Sarno - che il ministro
Alfano sappia far prevalere le ragioni del buon senso e delle reali necessità e convincere i ministri
Brunetta e Tremonti a rimuovere gli ostacoli burocratici ed economici perché si possa, finalmente,
garantire l’assunzione dei circa 400 educatori penitenziari e l’implementazione degli organici della
polizia penitenziaria, che lo stesso ministero della Giustizia ha quantificato in circa 5.000 unità le
deficienze attuali.
Intanto a normativa vigente per i prossimi pensionamenti (circa 800 nel 2009) sono
previste solo un centinaio di assunzioni e per giunta solo dal prossimo anno”.

(com/adf) 30 mar 2009 13:33




GrNet-UIL PA PENITENZIARI: CARCERI, UNA POLVERIERA PRONTA AD
ESPLODERE


lunedì 30 marzo 2009

Roma, 30 mar - “ Forse non si è ben compresa la complessità, la gravità e la vera
portata della crisi che attraversa il sistema penitenziario italiano . Sul punto,
infatti, registriamo un silenzio tanto assordante quanto innaturale, eppure questa
emergenza attiene direttamente alla civiltà del sistema paese. O forse si preferisce
volgere lo sguardo altrove per non vedere ciò che offende la coscienza di ogni
persona civile“
Eugenio SARNO, Segretario Generale della UIL PA Penitenziari, non nasconde timori
e preoccupazioni di fronte ad una situazione che va ogni giorno aggravandosi
all’interno degli istituti penitenziari italiani
“ Oramai non siamo solo più nelle condizioni di preoccuparci sulla tenuta del
sistema ma dobbiamo cominciare a porci l’interrogativo sul come far fronte
all’inevitabile ondata di proteste , se non vere e proprie rivolte, che si manifesterà
con l’avvento della prossima stagione estiva. Noi crediamo che sia giusto informare
e denunciare che, oggi, il personale penitenziario non è in grado di poter reggere il
prevedibile urto. Per dirla in breve l’emergenza penitenziaria non è più solo una
emergenza sociale ma è una vera emergenza sul fronte dell’ ordine pubblico”
La popolazione detenuta, arrivata alle soglie delle 61mila presenze , è in continua
crescita e la saturazione dei posti aggrava la crisi di ricettività degli istituti
penitenziari
“ Alle 17.00 di ieri il dato delle presenze detentive – informa Eugenio SARNO –
assommava a 60.969 unità ( 58.331 uomini e 2638 donne) a fronte di una capienza
regolamentare di poco superiore ai 43.000 posti. Questo continuo ammassare
persone all’interno di strutture penitenziarie, molte delle quali obsolete e
fatiscenti, determina condizioni di inciviltà inenarrabili. L’esaurimento dei posti
letto, l’ozio forzato, l’inadeguatezza strutturale, la mancanza di spazi fruibili
aggrava anche le già precarie condizioni igienico – sanitarie. Il trend degli ingressi ,
con un incremento medio mensile pari a 800 unità, ci porterà a superare quota
63.000 entro il prossimo giugno. Allora l’attuale collasso si trasformerà in
esplosione con le debite, immaginabili, conseguenze. La calma apparente e la
mancanza di proteste all’interno delle nostre prigioni sono la prova provata del
fuoco che cova sotto le ceneri; è la storia penitenziaria ad insegnarcelo. Com’ è la
stessa storia a dirci che in taluni momenti di particolare criticità la criminalità
organizzata non perde occasione per gestire e coordinare le proteste e le sommosse.
Pur avendo la necessarie professionalità al suo interno l’Amministrazione
Penitenziaria rischia di arrivare impreparata e disorganizzata ad una stagione che si
preannuncia torrida “
Per questo la UIL PA Penitenziari sollecita il Parlamento e le Istituzioni ad
attenzionare urgentemente il problema
“ Non è la prima volta che rivolgiamo appelli bipartisan perché la Politica attenzioni
al problema in chiave preventiva. Ne discutano e trovino le soluzioni necessarie
perché nell’immediato si disinneschi questa bomba pronta a deflagrare. Non è certo
con il piano – carceri, pur necessario per l’ammodernamento delle strutture, che si
risolvono le attuali difficoltà e criticità . E’ una questione di dignità e di civiltà che
va risolta anche per via legislativa. Come dimenticare, ad esempio, che ad oggi
sono 57 (56 donne e 1 uomo) le persone detenute che hanno con loro bimbi in età
inferiore ai tre anni. Bambini costretti, dunque, ad una detenzione ingiusta ed
infame. La Patria di Cesare Beccaria non può consentire questo scempio del diritto e
della dignità. L’annunciata riforma della Giustizia non potrà eludere tali cogenti
aspetti . Analogamente vanno individuate risposte normative al blocco del
turn-over per il personale penitenziario . Vogliamo sperare che il Ministro Alfano –
sottolinea il Segretario della UIL PA Penitenziari – sappia far prevalere le ragioni del
buon senso e delle reali necessità e convincere i Ministri Brunetta e Tremonti a
rimuovere gli ostacoli burocratici ed economici perché si possa, finalmente,
garantire l’assunzione dei circa 400 educatori penitenziari (già vincitori di concorso)
e l’implementazione degli organici della polizia penitenziaria, che lo stesso
Ministero della Giustizia ha quantificato in circa 5.000 unità le deficienze attuali .
Intanto a normativa vigente per i prossimi pensionamenti (circa 800 nel 2009) sono
previste solo un centinaio di assunzioni e per giunta solo dal prossimo anno ”

lunedì 30 marzo 2009

Angelino Alfano,carcere,giustizia,detenuti:IL Dap,un'aministrazione che ha fallito! Psicologi in carcere: precari stabili da 34 anni

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Un piccolo scandalo ormai cronico


di Vanda Scarpelli e Paola Giannelli

Oltre ai precari "normali" ricordiamo la realtà di una categoria di lavoratori precari ..stabili.

Sono gli psicologi penitenziari del settore Adulti e Minori che operano con contratti a termine presso il Ministero della Giustizia da 34 anni, in modo stabilmente precario.

In Umbria sono 16 (tra cui un criminologo) distribuiti nei quattro istituti Penitenziari, presso gli Uffici del Servizio Sociale e del Servizio Minorile. Una parte di essi, transitata dal 2003 al SSN, svolge il Servizio Tossicodipendenti in modo tuttora precario.

L'anno 2009 è iniziato con un provvedimento del ministero della Giustizia che taglia, fino a rendere inconsistente, il servizio psicologico in carcere e addirittura sospende quello destinato ai Minori.

Questo arreca un grave danno, sia a coloro che lavorano in condizioni di "inadempienza obbligata" a causa delle già scarse risorse, sia a servizi di fondamentale importanza perché finalizzati a dare valutazioni sulla personalità e/o pericolosità delle persone detenute e ad attivare processi psichici di riabilitazione. Poiché tali obiettivi sono legati, oltre al contenimento del disagio psichico e la gestione dei detenuti, alla riduzione della recidiva, svilire questi servizi non può non comportare serie ricadute su una reale tutela della sicurezza della collettività.

La continua riduzione delle ore (in media 30% in tutti gli istituti d'Italia, compresa la nostra regione, con una presenza per ciascun esperto che varia da 10 a 30 ore MENSILI!) ha portato il rapporto tra detenuti-operatori esperti a 1 su 854 rendendo impossibile un lavoro già complesso che riguarda sia le valutazioni sui soggetti che la loro assistenza.

A tale proposito va rilevato che, nella attuale fase di transizione dell'assistenza psicologica dal Ministero della Giustizia al SSN, si è creato un "vuoto" di assistenza, dato dalla impossibilità ad operare da parte di questi professionisti che l'hanno finora garantita e dovrebbero continuare a farlo. Non esistono peraltro, al momento, soluzioni alternative da parte delle aziende sanitarie e questo appare particolarmente allarmante data la richiesta del Ministero della Giustizia, di un monitoraggio straordinario atto a scongiurare gesti suicidari, com'è noto 21 volte più frequenti in carcere rispetto all'esterno.

Gli esperti, psicologi e criminologi, nel settore Adulti e Minori, hanno garantito per oltre trent'anni un servizio specialistico previsto dalla legge sull'Ordinamento Penitenziario, maturando nel tempo una preziosa ed insostituibile esperienza, offrendo una qualità di lavoro estremamente qualificato. Molti di noi sono stati i pionieri di un servizio che si è man mano affinato e strutturato intorno ai dettati della Legge Gozzini che rappresentano e custodiscono diritti di cui la Costituzione Italiana è garante.

La decisione di ridurre drasticamente gli interventi specialistici mirati all'osservazione e trattamento dei detenuti e dei soggetti in esecuzione penale esterna, è inaccettabile poiché alla luce di un contesto sociale di forte disagio, che invoca la certezza della pena e l'inasprimento delle pene, dovrebbe corrispondere un'azione più incisiva che faccia della detenzione un tempo e luogo di cambiamento e crescita della persona e prevenzione, non certo di rafforzamento del suo potenziale distruttivo. Dovrebbe altresì incrementare l'attenzione verso coloro che, adulti, ma soprattutto minori, usufruiscono delle misure alternative al carcere, per garantire il corretto andamento della misura stessa e la prevenzione della recidiva.

L'Amministrazione offre un accordo di lavoro, "unilaterale" perché privo di tutele: assistenza per malattie, contributi pensionistici, ferie, retribuzione dignitosa, continuità e stabilità del rapporto: una condizione insomma di estrema fragilità professionale che non tutela noi come lavoratori e professionisti, né tutela la professionalità e il servizio per gli utenti.

Penso che sia arrivato il momento che il lungo viaggio a fianco dell'amministrazione penitenziaria giunga ad una meta contrattuale in cui le due parti abbiano parità di ascolto e venga data attenzione alle persone, alla peculiarità e utilità sociale del lavoro che svolgono da 34 anni in questo delicato ambito della giustizia, riconoscimento e tutela a professionalità altamente specialistiche.

Chiediamo pertanto alla Dirigente del PRAP e dell'USM dell'Umbria, alla Regione, ai direttori degli Istituti Penitenziari di Perugia, Terni, Spoleto e Orvieto di farsi parte attiva al fine di contribuire a risolvere questa cronica situazione di precariato.

Vanda Scarpelli per gli psicologi Umbria Adulti e Minori Paola Giannelli

(FP CGIL Umbria) (Segretario nazionale Sipp- Psicologo Penitenziario C.R. Spoleto)

Angelino Alfano,carcere,giustizia,costituzione,europa:Pecorella,Situazione carceri è la prima emergenza

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Giustizia/ Pecorella: Situazione carceri è la prima emergenza
di Apcom

Consiglio d'Europa su lentezza processi ha detto un fatto noto
Modena, 27 mar. (Apcom)

- Il Consiglio d'Europa che ieri ha ammonito l'Italia per i processi civili troppo lunghi e il carico eccessivo delle cause arretrate in realtà ha detto "un fatto noto". Per il giurista Gaetano Pecorella il rischio è che "fra poco richiamerà" il paese "per la situazione in cui vivono i detenuti" e per il sistema carcerario che è diventata la "prima emergenza della giustizia". "Il Consiglio d'Europa - dice Pecorella a margine del XVII Congresso nazionale di Magistratura democratica in corso a Modena - ha detto quello che sappiamo tutti e cioè che l'Italia è uno dei paesi che viene più frequentemente condannato per la irragionevole durata dei processi". Ma, continua "temo che il Consiglio ci richiamerà con severità fra poco anche per la situazione in cui vivono i detenuti che è poco umana". La condizione dei carcerati, secondo Pecorella "è una questione di grandissima urgenza". Per questo "occorre trovare una soluzione alternativa al carcere perché non è più in grado di ospitare oltre sessantamila persone col rischio che con l'arrivo dell'estate, come accadeva in passato, ci siano eventi di rivolta collettiva. Credo che sia la prima emergenza della giustizia".

lunedì 16 marzo 2009

Angelino Alfano,carcere,giustizia e costituzione:Dove trovare i fondi? caro ministro, ci sono,eccome se ci sono!

DOSSIER / La capienza delle prigioni italiane è al collasso
E intanto tantissimi istituti di detenzione sono inutilizzati

Celle strapiene e prigioni fantasma
detenuti tornano all'era preindulto



BERGAMO - C'è tutto: le piastrelle, i bagni. Belle toilette verde acqua, una per cella. In fondo ai corridoi luminosi, spezzati dalle cancellate di ferro, verdi anche quelle, larghi finestroni e scale di marmo che collegano i due piani dell'edificio. Ecco le telecamere a circuito chiuso. All'interno e all'esterno. Gli spazi sono umani; non gli otto metri cubi previsti (per ogni detenuto) dall'Unione europea - nessuna regione italiana è in regola - ma insomma, non si dovrebbe stare affatto male. Un padiglione nuovo di zecca. Ancora incellofanato. Una trentina di celle, quattro detenuti per ognuna.

A vederlo così, il carcere Gleno, pare di essere tornati agli anni '80 quando lo chiamavano "Grand Hotel", e chi veniva spedito qui sembrava dovesse andare in vacanza dietro le sbarre. Peccato che nella nuovissima ala della casa circondariale di Bergamo (complessivamente 525 reclusi, posti regolari 340) non c'è un anima. Vuota. Pronta da un anno e mezzo ma disabitata. Come una ventina di carceri italiane. Alle quali se ne aggiungono almeno altre venti. Inutilizzate o sotto utilizzate.

La mappa delle prigioni fantasma va da Pinerolo a Reggio Calabria, da Castelnuovo Daunia a San Valentino in Abruzzo: migliaia di celle lasciate marcire, impolverate. Addirittura occupate da senza tetto e sfrattati. Come a Monopoli, nel cuore della Puglia maglia nera dell'abbandono dell'edilizia carceraria. Il tutto mentre le carceri italiane scoppiano: in nove mesi siamo passati da 52.992 detenuti (fine aprile 2008) ai 60.570 attuali. A questo ritmo - il flusso è di 700 nuovi detenuti al mese - entro marzo si supererà nuovamente il livello pre-indulto (60.710 detenuti al 31 luglio 2006).

Una bomba pronta a deflagrare, e che oltre al danno conterrà anche la beffa. Perché alle attuali e precarie condizioni di detenzione - tra strutture fatiscenti, sovraffollamento e suicidi (48 nel 2008) - fa da sfondo uno scenario che rischia di essere imbarazzante per il ministero della Giustizia. Angelino Alfano ha annunciato che costruirà 75 nuovi penitenziari: 17 mila nuovi posti entro il 2012. Lo prevede il piano carceri (approvato dal Cdm il 23 gennaio scorso) la cui realizzazione è affidata al commissario straordinario Franco Ionta, già capo del Dap.

Nei documenti ufficiali si parla di un programma di interventi "ampiamente di massima". In effetti la prudenza pare quanto mai opportuna. Per diversi motivi. Prima di analizzarli conviene dare un'occhiata a tutti quei penitenziari che, a fronte di un quadro esplosivo - con carceri tipo San Vittore (Milano) o l'Ucciardone (Palermo) dove i detenuti vivono uno sull'altro - restano deserti e in naftalina.

Molti offrono lo stesso scenario, paradossale, del nuovo padiglione di Bergamo. A piano terra ci sono cataste di mobili impilati, tavolini, sedie, armadi, mensole, brande, materassi ancora confezionati. "In un giorno sarebbe tutto arredato", dice il guardiano. Per farlo funzionare manca solo una cosa: gli agenti di polizia penitenziaria. È uno dei punti dolenti del progetto Alfano. Le "guardie" sono già sotto organico: 5.250 in meno rispetto alle 44.406 previste dall'organico.

Come se non bastasse, secondo le previsioni del ministero della Giustizia, quest'anno gli stanziamenti per il personale sono in diminuzione: da 1.276 milioni del 2008 a 1.184 milioni nel 2009 (-7,2%). Risultato: saranno tagliati da 500 a 1000 altri "secondini".

Attacca il parlamentare Pd Antonio Misiani: "Come pensa il ministro Alfano di far funzionare le carceri che vuole costruire se taglia le risorse per gli agenti? Non gli basta vedere che ci sono almeno una decina di penitenziari vuoti proprio perché mancano le guardie? In generale, il piano carceri appare in gran parte come un libro dei sogni...". A una recente interrogazione di Misiani, proprio sul caso Bergamo, Alfano ha risposto così: "Allo stato, la situazione non permette di destinare presso l'istituto ulteriori risorse umane oltre le 9 unità recentemente assegnate".

Magari il problema fossero soltanto le carceri fantasma. Il problema sono anche quelle nuove. Alfano le vuole "ecosostenibili", a energia solare. Ma prima di decidere con quali materiali tirarle su, bisogna capire dove trovare i soldi. Il piano prevede "nuovi interventi" per 1,1 miliardi: 356 milioni, stando a fonti del ministero, sarebbero coperti. Altri 200 sono stati stanziati una settimana fa dal Cipe. I restanti 460 sono da cercare.

La prima ipotesi è il coinvolgimento dei privati con il project financing: peccato che a smontarlo sia proprio una relazione del Dap (2008), che definisce la soluzione "impraticabile in quanto non sostenibile per la parte finanziaria a carico dello Stato". La seconda è il ricorso alla Cassa ammende dell'amministrazione penitenziaria, i cui fondi, in teoria, sarebbero riservati a programmi di reinserimento dei detenuti.

In tutto questo a Reggio Calabria c'è un carcere chiuso perché manca la strada per arrivarci. Finito nel 2005, è costato 90 milioni e potrebbe ospitare fino a 300 detenuti. La via d'accesso è un sentiero che passa tra i vigneti. Tra imbarazzi e fiumi di denaro pubblico sprecato (per custodirlo vuoto ci sono voluti finora 2,5 milioni), il provveditore regionale Paolo Quattrone dice che questa "è una telenovela infinita".

Mille chilometri più su, a San Vittore, ci sono detenuti che dormono su materassi per terra. "Non c'è spazio per le brandine da campo", ammette Luigi Pagano, provveditore lombardo alle carceri. La prima prigione di Milano è datata 1872. Ogni giorno arrivano 50 nuovi detenuti ("È il risultato di un sistema giudiziario dove il carcere è visto come una discarica sociale", ragiona il deputato radicale Maurizio Turco). Potrebbe ospitarne 700, ce ne sono 1500. Alla faccia del grand hotel.

(16 marzo 2009)


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mercoledì 11 marzo 2009

Interpello nazionale educatori 2009 - Le sedi.

Link file interpello:

http://www.polpenuil.it/

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mercoledì 4 marzo 2009

Angelino Alfano,carcere e giustizia: Giustizia: disastro-carceri; i detenuti crescono, e i fondi calano!

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Giustizia: disastro-carceri; i detenuti crescono, e i fondi calano!

Secolo XIX, 3 marzo 2009



Le carceri italiane sono tornate ad ospitare oltre 60 mila detenuti, quanti se ne contarono nel giugno 2006, alla vigilia dell’indulto. L’Italia raggiunge il 139% di indice di affollamento, il più alto d’Europa. L’Emilia Romagna comanda la graduatoria delle regioni con un indice pari al 189% e il triste primato di 600 aggressioni al personale penitenziario registrate negli ultimi mesi. E mancano i soldi. Gli stanziamenti per il 2009 decisi dal Dap (Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria) sono stati drasticamente ridotti.

Daniela Verrina, Magistrato di Sorveglianza di Genova, relatrice al convegno dell’Associazione Idee in libertà, su "Efficacia riabilitativa della pena e razionalizzazione dei costi di detenzione", ha snocciolato altri numeri da far accapponare la pelle.

Nel carcere genovese di Marassi sono stipati 700 detenuti, la capienza ufficiale è di 456 posti, la capienza tollerata di 581. In compenso gli stanziamenti per le traduzioni dei detenuti sono stati tagliati del 70% e del 50% i fondi per le mercedi ai detenuti che svolgono un lavoro. Il Guardasigilli Alfano ne parlerà a Genova il 20 marzo.

Roberto Cassinelli, deputato del Pdl, ha ricordato che l’emergenza carceraria ha indotto a conferire poteri straordinari al responsabile del Dap, Franco Ionta, ex pm alla procura di Roma. Ancora un dato illuminante: sono 16 mila i detenuti in attesa di giudizio, oltre un quarto del totale. In un anno 170 mila persone entrano ed escono dalle nostre carceri.

Un turnover forsennato. Servono nuove carceri, allora? Maurizio Raso ha richiamato il modello inglese, carceri costruite con l’intervento di capitali privati, sistema citato pure dall’economista Luca Gandullia. L’avvocato Alessandro Vaccaro si è intrattenuto sul 41 bis (il carcere duro per mafiosi e terroristi), sotto revisione in senso peggiorativo. Giuseppe Comparone, direttore del carcere di Genova Pontedecimo, si è soffermato sulle difficoltà provocate dai tagli di bilancio al lavoro in carcere. L’architetto Paolo Falabrino ha stimato che costruire un carcere costa il 450% in più che ristrutturare una struttura esistente.

Angelino alfano,carcere e giustizia: PAROLE SULLA PAGLIA FACILE A BRUCIARE

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PAROLE SULLA PAGLIA FACILE A BRUCIARE

Voce grossa, minacce, multe e ammende, per barboni e clochard, per pezzetti di umanità dislocata qua e là, a margine delle coscienze.
Fronte comune contro queste presenze inaccettabili, nelle città, come nelle periferie, come a voler scacciare un’immagine che fa paura, semplicemente perché quella fine non vogliamo neppure che ci sia messa di fronte, come uno spaccato di qualcosa poco bello che ci passa da tempo vicino, al punto da farci infastidire e sobbalzare.
“Marginalizzati e solitudinalizzati”, termini ufoidi per definire una nuova classe di intoccabili, “cose” da tenere lontano, ben recintate nella nostra indifferenza e timore di averci a che fare.
Queste persone ( perché di persone si tratta ), rimangono concentrate dove il buio le nasconde agli occhi innocenti, in liste ben redatte per meglio distribuirne le strategie dell’incuranza, uomini e donne che ogni giorno trasudano la propria sofferenza nella malattia dell’inconciliabilità, in una diaspora esistenziale che esprime la resa di uno spicchio non indifferente di umanità.
C’è un senso di inquieta ripulsa verso chi è povero e derelitto, verso chi inciampa e cade malamente, una sensazione strana e ambigua nei riguardi di chi non ce la fa a stare al passo del più fortunato, con quello sbilanciato nell’acquisto e nello smercio delle merci, intese come beni di consumo e non delle idee.
A rendere le cose ancora più opprimenti e irreggimentate nel nuovo pensiero di lontananza, sullo schermo televisivo scorrono immagini studiate a tavolino per apparire socialmente accettabili, perché non abbiamo mai tempo per pensarci su, per prendere una distanza, una posizione costruttiva foriera di un cambiamento, di una emancipazione, infatti la notizia successiva incalza, non consente libertà di senso critico: allora è meglio additare e tenere lontano chi non regge il ritmo, evitando contaminazioni deplorevoli.
Quando abbiamo a che fare con gli ultimi, con quelli che davvero non hanno niente e non vogliamo essere noi, spesso scordiamo che il mondo, le sue strade e le sue città, sono state percorse e vissute da altri poveri, che ne hanno tracciato la storia, permeando la vita di un coraggio semplice e importante, al punto da cancellare le dimenticanze culturali, costruendo un ponte di reciprocità convissuta.
San Francesco, Madre Teresa, don Enzo Boschetti, uomini e povertà ricca di dignità, di generosità, di doni preziosi per altri uomini che hanno speso l’intera vita a cercare, a ascoltare, a fare, dimostrando come l’essere umano può elevarsi alle altezze dello spirito, in slanci straordinari di gratuità.
Attraverso questi testimoni del nostro tempo, dobbiamo renderci conto che il nostro agire quotidiano con gli altri, non è sostenuto da un impegno concreto a edificare la casa del rispetto per l’altro, evitando di fare consumare le parole sulla paglia facile a bruciare, scansando scambi relazionali soddisfacenti, meglio, umanamente degni.
Sono uomini e sono poveri, ma restano comunque individui, persone e cittadini, che meritano rispetto.



Vincenzo Andraous
Responsabile servizi interni
Comunità Casa del Giovane Pavia