“Alle ore 17 di ieri (lunedì; ndr) – recita il comunicato firmato da Eugenio Sarno, Segretario Generale della Uil P.A. Penitenziari – erano presenti in Emilia Romagna 4.508 detenuti (4345 uomini e 163 donne) a fronte di una ricettività massima consentita pari a 2393 (2273 uomini e 120 donne), per un indice di sovraffollamento pari all’ 88%, il più alto in Italia. Certamente la situazione della Dozza di Bologna e la più complessa, e per certi versi anche la più pericolosa del panorama penitenziario regionale. L’incredibile sovraffollamento (154 detenuti rispetto ad una capienza massima di 502) e la gravissima deficienza organica del personale di polizia ed amministrativo fanno della Dozza una vera emergenza nazionale”.
Altro problema nel problema i numeri inerenti il personale occupato nei vari penitenziari, tasto sui cui Sarno non ha certo sorvolato: “Confermando che l’emergenza più acuta sul fronte delle vacanze organiche in polizia penitenziaria è a Bologna (-164), non possiamo ignorare nemmeno situazioni davvero molto gravi come Parma (-131), Ferrara (- 55 ) Piacenza (-50) e Modena (-52). Rispetto agli organici prefissati mancano 5 dirigenti, 24 educatori, 33 assistenti sociali, 25 contabili, 113 collaboratori e 17 tecnici. Di questo passo la completa paralisi è uno scenario possibile e concreto”.
Significativi alcuni passaggi dell’intervento del Segretario Generale della Uil P.A. Penitenziari che vanno di pari passo alla gravità delle cifre registrate: “E’ del tutto evidente che questo incredibile sovrappopolamento impedisce di agire nel senso indicato dalla Carta Costituzionale all’art. 27. Il personale deve limitarsi, quando può, alla sola attività di vigilanza e controllo, che negli ultimi anni è divenuta anche una attività di salvataggio delle vite umane”.
E ancora: “Occorre premettere che le dotazioni organiche della polizia penitenziaria presentano un carenza spaventosa, pari a circa 5mila unità. Con questi numeri temo che il piano carceri, qualora fosse una certezza, si ridurrebbe alla costruzione di cattedrali nel deserto. Già oggi per garantire la funzionalità delle strutture attive il personale non può godere delle ferie ed è costretto a turni allucinanti, anche di dodici ore. Ne si può dimenticare come anche gli altri profili professionali del personale amministrativo presentino gravi carenze. Ad oggi rispetto alla piante organiche previste mancano 371 educatori, 535 assistenti sociali, 305 contabili, 1032 collaboratori d’istituto e 325 tecnici”.
La classifica nazionale degli indici di sovraffollamento , su base regionale, rispetto alla capacità ricettiva vede appunto in testa l’ Emilia Romagna con l’88%, seguita da: Puglia (77%), Veneto (75%), Calabria (65%), Friuli (61%), Lombardia ( 60%) , Sicilia (58%), Basilicata e Trentino (54%), Liguria (53%), Piemonte (50%), Umbria (49%), Campania (48%), Marche (43%), Lazio e Toscana (36%), Abruzzo (35%), Molise (19%), Sardegna (17%).
Si diceva di Ferrara, che non fa certo eccezione alla regola. Non più tardi di sei mesi fa, era il mese di dicembre, le croniche condizioni di carenza di personale al carcere dell’Arginone sfociarono dopo numerosi appelli in un corteo pubblico.
“L’attuale organico effettivo presente è di 166 unità – conteneva il volantino distribuito per l’occasione – , quello previsto dal decreto ministeriale del 2002 è di 232 unità; a fronte di una capienza regolamentare di 256 detenuti, tollerabile di 466 ma effettivi 532 e siamo arrivati a 555″ si leggeva sul volantino ufficiale distribuito durante la manifestazione svoltasi dal carcere sino al Municipio – di fine ottobre delle Guardie Penitenziarie”. Il sindaco Tagliani nel frattempo si era impegnato a scrivere al Ministro della Giustizia.
La situazione non era mutata nemmeno a metà gennaio 2010. Erano in tutto 526 persone rinchiuse in uno spazio che ne dovrebbe contenere 466: la situazione di sovraffollamento carcerario dell’Arginone di Ferrara finì sul tavolo del consiglio provinciale. A relazionare sullo stato di cose della casa circondariale Federica Berti, garante dei diritti delle persone private e delle libertà personali, che svolge il proprio servizio nelle carceri di Ferrara dal 2008. La Berti ricordò le attuali dimensioni della popolazione carceraria di Ferrara, col dato degli allora 526 detenuti rispetto alla tollerabilità della struttura valutata in 466 unità. Critica ovviamente risultò anche la situazione del personale in servizio: 165 le guardie carcerarie impiegate, con uno scarto di 67 agenti rispetto ad un organico stabilito in 232 unità.
Nessun commento:
Posta un commento