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Mercoledi',23 Marzo 2011: interrogazioni per l'assunzione degli educatori penitenziari
Mercoledi',23 Marzo 2011,
(rinvio del 16 Marzo 2011)
in commissione giustizia discussione delle interrogazioni orali per l'assunzione degli educatori penitenziari.
5-04298 Cassinelli: Sull’iter del concorso pubblico per educatore penitenziario
5-04314 Ferranti: Questioni relative all’assunzione dei vincitori del concorso per educatore penitenziario
Per leggere il testo delle interrogazioni vai su news giornaliere o etichetta interrogazioni parlamentari
(rinvio del 16 Marzo 2011)
in commissione giustizia discussione delle interrogazioni orali per l'assunzione degli educatori penitenziari.
5-04298 Cassinelli: Sull’iter del concorso pubblico per educatore penitenziario
5-04314 Ferranti: Questioni relative all’assunzione dei vincitori del concorso per educatore penitenziario
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Carceri:necessario assumere educatori,assistenti e psicologi.
26 agosto 2010
Giustizia: Bernardini (Radicali); basta morti in carcere, varare in fretta misure deflattive
“Il tempo dell’illegalità e dell’inciviltà carceraria italiana è scandito ad un ritmo impressionante dalle morti, dai suicidi. Dico al Governo e ai miei colleghi parlamentari che così numerosi hanno partecipato all’iniziativa del Ferragosto in carcere, che occorre fare in fretta a varare, intanto, misure adeguate a decongestionare la sovrappopolazione carceraria”. Lo afferma Rita Bernardini, deputata Radicale, membro della Commissione Giustizia della Camera, dopo la morte di un detenuto a Sulmona. “Il disegno di legge Alfano - così come svuotato dalla Commissione Giustizia della Camera - non serve a spegnere l’incendio di disperazione e di morte che sta divampando - prosegue.Affidare infatti ai Tribunali di sorveglianza la valutazione della pericolosità sociale e l’idoneità del domicilio per consentire di scontare ai domiciliari pene residue sotto i 12 mesi, significa paralizzare tutto: la valutazione arriverà troppo tardi! Si dia ai direttori degli istituti penitenziari questo compito che saprebbero fare meglio e più in fretta dei magistrati di sorveglianza. Ridimensionata almeno un po’ la popolazione detenuta, occorre immediatamente riformare il sistema come previsto dalle mozioni approvate in gennaio dalle aule di Montecitorio e di Palazzo Madama a partire dallo stop all’uso indiscriminato della carcerazione preventiva e alla depenalizzazione dei reati minori, per arrivare alle misure e pene alternative che si rivelano molto più efficaci del carcere ai fini della rieducazione e del reinserimento sociale, all’adeguamento degli organici penitenziari (agenti, educatori, psicologi, assistenti sociali), alle possibilità di lavoro per i detenuti, agli istituti di custodia attenuata dove i tossicodipendenti possano curarsi”.
5 luglio 2010
Carceri: Favi, "Bene Tg2, condizioni indegne per detenuti e lavoratori"
Dichiarazione di Sandro Favi responsabile Carceri del Partito Democratico
L’inchiesta del Tg2 sulla drammatica situazione delle nostre carceri evidenzia ciò che il Partito Democratico denuncia da mesi, e cioè condizioni di vita per i detenuti e per i lavoratori penitenziari del tutto indegne. Quelle viste all’Ucciardone sono situazioni che in realtà riguardano la stragrande maggioranza delle carceri italiane. Le morti in carcere e gli atti di autolesionismo sono segnali inequivocabili: occorre attuare da subito politiche penitenziarie che decongestionino gli istituti. È assolutamente necessario investire sulle misure alternative alla detenzione e sull’aumento di agenti di polizia penitenziaria, di educatori, di assistenti sociali e psicologi.
Finora il ministro Alfano e il direttore delle carceri Ionta hanno saputo solo ipotizzare un piano carceri che avrà lunghissimi tempi di realizzazione e che non inciderà minimamente per un miglioramento della situazione nell’immediato.
Così non va.
Lettere: senza assunzione personale educativo il ddl Alfano è inutile
Comunicato stampa, 29 maggio 2010
Ai deputati di commissione bilancio
e giustizia camera
Al sottosegretario
On. Caliendo
Al sottosegretario
On. Giorgetti Alberti
Egregi Onorevoli,
dopo aver appreso la notizia sul parere negativo della Commissione Bilancio sugli artt. 2 quater e 2 sexies del Ddl Alfano questo Comitato ritiene necessario porre alla Vostra attenzione alcune osservazioni. L’eliminazione dell’articolo aggiuntivo Schirru 2.060 svuoterebbe di significato il Ddl Alfano riducendolo ad una imago sine re.
L’investimento in risorse umane è propedeutico alla concreta materializzazione della normativa contenuta nel provvedimento. Secondo quanto enunciato dall’art. 1 comma 3 del Ddl. il magistrato di sorveglianza decide sulla base della relazione inviatagli dall’istituto penitenziario.
Alla luce della normativa penitenziaria è l’educatore colui che osserva il comportamento del detenuto e provvede alla stesura della relazione di sintesi, cioè di quella relazione di cui si servirà il magistrato di sorveglianza per la decisione finale sulla misura alternativa.
Senza l’incremento di ulteriori unità di personale pedagogico la situazione del sovraffollamento carcerario non potrà mai essere risolta né tantomeno potrà trovare risoluzione la drammatica condizione in cui versano le carceri italiane.
Pochi educatori significa poche relazioni da inviare al magistrato di sorveglianza. Pochi educatori significa impossibilità di fare il trattamento. Pochi educatori significa stasi della concessione di misure alternative. L’eliminazione dell’articolo aggiuntivo Schirru creerebbe un vero e proprio effetto boomerang che provocherebbe la totale paralisi del Ddl Alfano.
La Commissione Giustizia dopo aver preso atto della grave situazione di disagio in cui versano le carceri italiani ha dato voce all’articolo 27 della Costituzione decidendo di investire su quello che già nel Settecento Beccaria definiva “il più sicuro mezzo di prevenire i delitti” ossia l’educazione.
L’approvazione dell’articolo aggiuntivo che esclude il Dap dalla riduzione della pianta organica e dal blocco delle assunzioni costituisce una vera e propria presa di coscienza dell’assunto secondo il quale non può esserci alcun miglioramento delle condizioni di detenzione senza l’investimento in risorse umane.
Si evidenzia inoltre che l’emendamento è già stato “riformulato” originariamente infatti prevedeva l’obbligo per il governo,dopo l’invio della relazione per l’adeguamento della pianta organica, di predisporre entro 2 mesi un piano straordinario di assunzioni.
La totale eliminazione di questo emendamento volto alla concreta applicazione della misura alternativa sulla quale questo Governo intende puntare per risolvere il dramma del pianeta carcere renderebbe inutile l’approvazione di un Ddl che non riuscirebbe mai ad essere attuato.
Ci sarebbe infatti una vera e propria antinomia tra norma e realtà. La realtà è che la situazione carceraria italiana è drammatica e preoccupante.
I continui suicidi in carcere sono da porre in relazione con le insopportabili condizioni di disagio in cui vivono i reclusi delle carceri italiane alla carenza di trattamento e attività rieducative e alla mancata assistenza psicologica dovuta alla cronica carenza di personale educativo
Ebbene, l’Italia, Paese democratico, è stata condannata dalla Cedu per trattamento degradante e disumano. A tale situazione va data una risposta concreta, soprattutto se si considera che il bilancio dello stato potrebbe essere aggravato dalle condanne della Cedu (Sic!).
Inoltre non si comprende come la crisi riguardi solo le risorse umane e non anche lo stanziamento dei fondi per l’edilizia penitenziaria ,infatti, una volta costruite nuove carceri queste rimarranno inutilizzate (Sic!) Un esempio è fornito dal carcere di Agrigento e dal carcere di Rieti, a Pinerolo inoltre, c’è un carcere vuoto da 10 anni ma è già stata individuata un’area per costruir un nuovo carcere (fonte Girodivite).
Per un provvedimento importante, come quello in esame, che punta sulla rieducazione e sul recupero del reo, occorre assumersi delle responsabilità serie, perché l’incremento del personale pedagogico rappresenta il sine qua non della correlazione legge - realtà.
Ancora una volta si evidenzia inoltre che il “decantato” vulnus di copertura finanziaria può essere sanato attingendo dai fondi della Cassa delle Ammende che secondo quanto disposto dall’art 129 III comma del Dpr 30 giugno 2000, n. 230, devono essere destinati ai programmi che tendono a favorire il reinserimento sociale dei detenuti e degli internati anche nella fase di esecuzione di misure alternative alla detenzione”e non all’edilizia penitenziaria (Sic!) . Qualora il Governo non intenda attingere i fondi necessari dalla cassa delle Ammende potrebbe ricavarli dai fondi del Fug, visto che il Presidente del Consiglio dei Ministri ha firmato il decreto che assegna per la prima volta le quote delle risorse sequestrate alla mafia e i proventi derivanti dai beni confiscati al Fondo Unico Giustizia (Fug), nella misura del 50 per cento al Ministero dell’Interno e del 50 per cento al Ministero della Giustizia. Attingendo i fondi o dalla cassa delle Ammende o dal Fug non vi sarebbe alcun onere aggiuntivo in quanto gli stessi sono già previsti in bilancio.
Per le ragioni suesposte riteniamo che l’emendamento presentato dall’On. Donatella Ferranti e Schirru sia una vera proposta “bipartisan” che deve, necessariamente,trovare accoglimento così come è stato approvato in Commissione Giustizia.
Riteniamo altresì che il governo, dopo aver provveduto all’adeguamento della pianta organica anche in relazione alla popolazione detenuta ( quasi 70mila detenuti) debba predisporre un piano straordinario di assunzioni di educatori penitenziari da attingersi dalla vigente graduatoria del concorso pubblico per esami a 397 posti nel profilo professionale di Educatore, Area C, posizione economica C1, indetto con Pdg 21 novembre 2003.
Una scelta in tal senso rappresenterebbe la chiave di volta per un chiaro e ben preciso impegno di responsabilità affinché la drammatica situazione che affligge il pianeta carcere possa finalmente essere risolta. Per tali ragioni auspichiamo che tutta la commissione bilancio della camera e il sottosegretario Alberto Giorgetti facciano una seria e proficua riflessione riconoscendo l’importanza ai fini dell’attuazione del Ddl in esame dell’emendamento Schirru 2.060.
Giustizia: Bernardini (Radicali); basta morti in carcere, varare in fretta misure deflattive
“Il tempo dell’illegalità e dell’inciviltà carceraria italiana è scandito ad un ritmo impressionante dalle morti, dai suicidi. Dico al Governo e ai miei colleghi parlamentari che così numerosi hanno partecipato all’iniziativa del Ferragosto in carcere, che occorre fare in fretta a varare, intanto, misure adeguate a decongestionare la sovrappopolazione carceraria”. Lo afferma Rita Bernardini, deputata Radicale, membro della Commissione Giustizia della Camera, dopo la morte di un detenuto a Sulmona. “Il disegno di legge Alfano - così come svuotato dalla Commissione Giustizia della Camera - non serve a spegnere l’incendio di disperazione e di morte che sta divampando - prosegue.Affidare infatti ai Tribunali di sorveglianza la valutazione della pericolosità sociale e l’idoneità del domicilio per consentire di scontare ai domiciliari pene residue sotto i 12 mesi, significa paralizzare tutto: la valutazione arriverà troppo tardi! Si dia ai direttori degli istituti penitenziari questo compito che saprebbero fare meglio e più in fretta dei magistrati di sorveglianza. Ridimensionata almeno un po’ la popolazione detenuta, occorre immediatamente riformare il sistema come previsto dalle mozioni approvate in gennaio dalle aule di Montecitorio e di Palazzo Madama a partire dallo stop all’uso indiscriminato della carcerazione preventiva e alla depenalizzazione dei reati minori, per arrivare alle misure e pene alternative che si rivelano molto più efficaci del carcere ai fini della rieducazione e del reinserimento sociale, all’adeguamento degli organici penitenziari (agenti, educatori, psicologi, assistenti sociali), alle possibilità di lavoro per i detenuti, agli istituti di custodia attenuata dove i tossicodipendenti possano curarsi”.
5 luglio 2010
Carceri: Favi, "Bene Tg2, condizioni indegne per detenuti e lavoratori"
Dichiarazione di Sandro Favi responsabile Carceri del Partito Democratico
L’inchiesta del Tg2 sulla drammatica situazione delle nostre carceri evidenzia ciò che il Partito Democratico denuncia da mesi, e cioè condizioni di vita per i detenuti e per i lavoratori penitenziari del tutto indegne. Quelle viste all’Ucciardone sono situazioni che in realtà riguardano la stragrande maggioranza delle carceri italiane. Le morti in carcere e gli atti di autolesionismo sono segnali inequivocabili: occorre attuare da subito politiche penitenziarie che decongestionino gli istituti. È assolutamente necessario investire sulle misure alternative alla detenzione e sull’aumento di agenti di polizia penitenziaria, di educatori, di assistenti sociali e psicologi.
Finora il ministro Alfano e il direttore delle carceri Ionta hanno saputo solo ipotizzare un piano carceri che avrà lunghissimi tempi di realizzazione e che non inciderà minimamente per un miglioramento della situazione nell’immediato.
Così non va.
Lettere: senza assunzione personale educativo il ddl Alfano è inutile
Comunicato stampa, 29 maggio 2010
Ai deputati di commissione bilancio
e giustizia camera
Al sottosegretario
On. Caliendo
Al sottosegretario
On. Giorgetti Alberti
Egregi Onorevoli,
dopo aver appreso la notizia sul parere negativo della Commissione Bilancio sugli artt. 2 quater e 2 sexies del Ddl Alfano questo Comitato ritiene necessario porre alla Vostra attenzione alcune osservazioni. L’eliminazione dell’articolo aggiuntivo Schirru 2.060 svuoterebbe di significato il Ddl Alfano riducendolo ad una imago sine re.
L’investimento in risorse umane è propedeutico alla concreta materializzazione della normativa contenuta nel provvedimento. Secondo quanto enunciato dall’art. 1 comma 3 del Ddl. il magistrato di sorveglianza decide sulla base della relazione inviatagli dall’istituto penitenziario.
Alla luce della normativa penitenziaria è l’educatore colui che osserva il comportamento del detenuto e provvede alla stesura della relazione di sintesi, cioè di quella relazione di cui si servirà il magistrato di sorveglianza per la decisione finale sulla misura alternativa.
Senza l’incremento di ulteriori unità di personale pedagogico la situazione del sovraffollamento carcerario non potrà mai essere risolta né tantomeno potrà trovare risoluzione la drammatica condizione in cui versano le carceri italiane.
Pochi educatori significa poche relazioni da inviare al magistrato di sorveglianza. Pochi educatori significa impossibilità di fare il trattamento. Pochi educatori significa stasi della concessione di misure alternative. L’eliminazione dell’articolo aggiuntivo Schirru creerebbe un vero e proprio effetto boomerang che provocherebbe la totale paralisi del Ddl Alfano.
La Commissione Giustizia dopo aver preso atto della grave situazione di disagio in cui versano le carceri italiani ha dato voce all’articolo 27 della Costituzione decidendo di investire su quello che già nel Settecento Beccaria definiva “il più sicuro mezzo di prevenire i delitti” ossia l’educazione.
L’approvazione dell’articolo aggiuntivo che esclude il Dap dalla riduzione della pianta organica e dal blocco delle assunzioni costituisce una vera e propria presa di coscienza dell’assunto secondo il quale non può esserci alcun miglioramento delle condizioni di detenzione senza l’investimento in risorse umane.
Si evidenzia inoltre che l’emendamento è già stato “riformulato” originariamente infatti prevedeva l’obbligo per il governo,dopo l’invio della relazione per l’adeguamento della pianta organica, di predisporre entro 2 mesi un piano straordinario di assunzioni.
La totale eliminazione di questo emendamento volto alla concreta applicazione della misura alternativa sulla quale questo Governo intende puntare per risolvere il dramma del pianeta carcere renderebbe inutile l’approvazione di un Ddl che non riuscirebbe mai ad essere attuato.
Ci sarebbe infatti una vera e propria antinomia tra norma e realtà. La realtà è che la situazione carceraria italiana è drammatica e preoccupante.
I continui suicidi in carcere sono da porre in relazione con le insopportabili condizioni di disagio in cui vivono i reclusi delle carceri italiane alla carenza di trattamento e attività rieducative e alla mancata assistenza psicologica dovuta alla cronica carenza di personale educativo
Ebbene, l’Italia, Paese democratico, è stata condannata dalla Cedu per trattamento degradante e disumano. A tale situazione va data una risposta concreta, soprattutto se si considera che il bilancio dello stato potrebbe essere aggravato dalle condanne della Cedu (Sic!).
Inoltre non si comprende come la crisi riguardi solo le risorse umane e non anche lo stanziamento dei fondi per l’edilizia penitenziaria ,infatti, una volta costruite nuove carceri queste rimarranno inutilizzate (Sic!) Un esempio è fornito dal carcere di Agrigento e dal carcere di Rieti, a Pinerolo inoltre, c’è un carcere vuoto da 10 anni ma è già stata individuata un’area per costruir un nuovo carcere (fonte Girodivite).
Per un provvedimento importante, come quello in esame, che punta sulla rieducazione e sul recupero del reo, occorre assumersi delle responsabilità serie, perché l’incremento del personale pedagogico rappresenta il sine qua non della correlazione legge - realtà.
Ancora una volta si evidenzia inoltre che il “decantato” vulnus di copertura finanziaria può essere sanato attingendo dai fondi della Cassa delle Ammende che secondo quanto disposto dall’art 129 III comma del Dpr 30 giugno 2000, n. 230, devono essere destinati ai programmi che tendono a favorire il reinserimento sociale dei detenuti e degli internati anche nella fase di esecuzione di misure alternative alla detenzione”e non all’edilizia penitenziaria (Sic!) . Qualora il Governo non intenda attingere i fondi necessari dalla cassa delle Ammende potrebbe ricavarli dai fondi del Fug, visto che il Presidente del Consiglio dei Ministri ha firmato il decreto che assegna per la prima volta le quote delle risorse sequestrate alla mafia e i proventi derivanti dai beni confiscati al Fondo Unico Giustizia (Fug), nella misura del 50 per cento al Ministero dell’Interno e del 50 per cento al Ministero della Giustizia. Attingendo i fondi o dalla cassa delle Ammende o dal Fug non vi sarebbe alcun onere aggiuntivo in quanto gli stessi sono già previsti in bilancio.
Per le ragioni suesposte riteniamo che l’emendamento presentato dall’On. Donatella Ferranti e Schirru sia una vera proposta “bipartisan” che deve, necessariamente,trovare accoglimento così come è stato approvato in Commissione Giustizia.
Riteniamo altresì che il governo, dopo aver provveduto all’adeguamento della pianta organica anche in relazione alla popolazione detenuta ( quasi 70mila detenuti) debba predisporre un piano straordinario di assunzioni di educatori penitenziari da attingersi dalla vigente graduatoria del concorso pubblico per esami a 397 posti nel profilo professionale di Educatore, Area C, posizione economica C1, indetto con Pdg 21 novembre 2003.
Una scelta in tal senso rappresenterebbe la chiave di volta per un chiaro e ben preciso impegno di responsabilità affinché la drammatica situazione che affligge il pianeta carcere possa finalmente essere risolta. Per tali ragioni auspichiamo che tutta la commissione bilancio della camera e il sottosegretario Alberto Giorgetti facciano una seria e proficua riflessione riconoscendo l’importanza ai fini dell’attuazione del Ddl in esame dell’emendamento Schirru 2.060.
FERRANTI SU DDL CARCERI,OTTENUTO ANCHE AMPLIAMENTO ORGANICO EDUCATORI PENITENZIARI.
Donatella Ferranti,PD:piano programmato di assunzioni del personale degli educatori.
Governo favorevole a emendamenti Pd per potenziamento personale penitenziario:piano programmato di assunzioni, per l`adeguamento degli organici del personale di Polizia penitenziaria, degli educatori, degli assistenti sociali e degli psicologi.
18 maggio 2010
La commissione Giustizia della Camera ha cominciato a votare gli emendamenti presentati al ddl carceri e il Governo ha dato parere favorevole alle proposte di modifica del Pd che prevedevano il potenziamento del personale civile e amministrativo penitenziario (psicologi, educatori, ecc) e l’adeguamento delle piante organiche di carabinieri e polizia in funzione del nuovo impegno che dovranno svolgere per vigilare sui detenuti che trascorreranno agli arresti domiciliari l’ultimo periodo della loro detenzione. Il capogruppo del Pd in commissione giustizia, Donatella Ferranti, ha espresso soddisfazione per questo parere favorevole del Governo augurandosi che alla fine l’emendamento venga approvato.
Pd: nostre proposte sono su linea indicata da Napolitano
“Il Pd è pronto” a rispondere al monito del presidente della Repubblica sulla necessità di risolvere il sovraffollamento delle carceri e “a fare la propria parte”. Per questo, annuncia Sandro Favi, responsabile Carceri dei democratici, “nei prossimi giorni il nostro partito presenterà proposte su questi temi, in un quadro di sistema e in continuità e sviluppo delle mozioni approvate dal Parlamento già nei primi mesi di quest`anno”.
“Proporremo - spiega Favi - che si proceda alla revisione del codice penale, che vengano riviste le norme che determinano l`alta incidenza di imputati in custodia cautelare in carcere e quelle sul trattamento penale dei tossicodipendenti, che siano ampliate le opportunità di accesso alle misure alternative alla detenzione. Chiederemo inoltre al Governo - prosegue - un piano programmato di assunzioni, per l`adeguamento degli organici del personale di Polizia penitenziaria, degli educatori, degli assistenti sociali e degli psicologi, nonché gli indispensabili stanziamenti ed investimenti per ripristinare la corretta funzionalità ed operatività dei servizi e delle strutture”.
“Il Partito Democratico - conclude l’esponente del Pd - rinnova la stima e la fiducia degli appartenenti al Corpo di polizia penitenziaria e l`apprezzamento verso i dirigenti dell`Amministrazione penitenziaria, verso le professionalità socio-educative, sanitarie, amministrative e tecniche che, in questa fase difficile, dimostrano il proprio impegno con alto senso di umanità e qualificate competenze”.
18 maggio 2010
La commissione Giustizia della Camera ha cominciato a votare gli emendamenti presentati al ddl carceri e il Governo ha dato parere favorevole alle proposte di modifica del Pd che prevedevano il potenziamento del personale civile e amministrativo penitenziario (psicologi, educatori, ecc) e l’adeguamento delle piante organiche di carabinieri e polizia in funzione del nuovo impegno che dovranno svolgere per vigilare sui detenuti che trascorreranno agli arresti domiciliari l’ultimo periodo della loro detenzione. Il capogruppo del Pd in commissione giustizia, Donatella Ferranti, ha espresso soddisfazione per questo parere favorevole del Governo augurandosi che alla fine l’emendamento venga approvato.
Pd: nostre proposte sono su linea indicata da Napolitano
“Il Pd è pronto” a rispondere al monito del presidente della Repubblica sulla necessità di risolvere il sovraffollamento delle carceri e “a fare la propria parte”. Per questo, annuncia Sandro Favi, responsabile Carceri dei democratici, “nei prossimi giorni il nostro partito presenterà proposte su questi temi, in un quadro di sistema e in continuità e sviluppo delle mozioni approvate dal Parlamento già nei primi mesi di quest`anno”.
“Proporremo - spiega Favi - che si proceda alla revisione del codice penale, che vengano riviste le norme che determinano l`alta incidenza di imputati in custodia cautelare in carcere e quelle sul trattamento penale dei tossicodipendenti, che siano ampliate le opportunità di accesso alle misure alternative alla detenzione. Chiederemo inoltre al Governo - prosegue - un piano programmato di assunzioni, per l`adeguamento degli organici del personale di Polizia penitenziaria, degli educatori, degli assistenti sociali e degli psicologi, nonché gli indispensabili stanziamenti ed investimenti per ripristinare la corretta funzionalità ed operatività dei servizi e delle strutture”.
“Il Partito Democratico - conclude l’esponente del Pd - rinnova la stima e la fiducia degli appartenenti al Corpo di polizia penitenziaria e l`apprezzamento verso i dirigenti dell`Amministrazione penitenziaria, verso le professionalità socio-educative, sanitarie, amministrative e tecniche che, in questa fase difficile, dimostrano il proprio impegno con alto senso di umanità e qualificate competenze”.
Ferranti: "Iter rapido? Vediamo atteggiamento maggioranza su nostre proposte"
Carceri: Pd, "Testo migliorato in commissione, ma serve uno sforzo in più" Ferranti: "Iter rapido? Vediamo atteggiamento maggioranza su nostre proposte"
“Lo stralcio della messa in prova consentirà di esaminare rapidamente il provvedimento sulla detenzione domiciliare”. Lo dichiara la capogruppo del Pd nella commissione Giustizia della Camera, Donatella Ferranti facendo notare come ‘la messa in prova non riguardava la popolazione carceraria e quindi non avrebbe avuto effetti sul grave stato di sovraffollamento delle carceri italiane. In ogni caso – sottolinea la democratica – il voto di oggi conferma il nostro giudizio negativo sul testo uscito dal consiglio dei ministri che era confuso ed inefficace anche perché privo di qualsiasi copertura finanziaria. Stiamo adesso valutando se aderire o meno alla richiesta di un voto in sede legislativa sul testo modificato nel corso dei lavori in commissione. La nostra disponibilità dipenderà anche dall’atteggiamento della maggioranza sulle nostre ulteriori proposte di modifica. In particolare: la tutela delle vittime di violenza domestica, il rafforzamento del personale di polizia (non solo quella penitenziaria) e del personale del comparto civile dell’amministrazione penitenziaria(educatori e psicologi)”.
Proposta emendativa 8.01.
Dopo l'articolo 8 inserire il seguente:
«Art. 8-bis. - 1. Entro centottanta giorni dall'entrata in vigore della presente legge, il Ministro della Giustizia, sentiti i Ministri dell'interno e della funzione pubblica, riferisce alle competenti Commissioni parlamentari in merito alle necessità di adeguamento numerico e professionale della pianta organica del Corpo di Polizia penitenziaria e del personale del comparto civile del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria anche in relazione all'entità numerica della popolazione carceraria e al numero dei posti esistenti e programmati.
2. A tal fine il Governo presenta al Parlamento entro i successivi novanta giorni un apposito piano straordinario di assunzioni di nuove unità specificandone i tempi di attuazione e le modalità di finanziamento.».
Ferranti Donatella, Schirru Amalia, Samperi Marilena, Amici Sesa
Proposta emendativa 8.03.
Dopo l'articolo 8 inserire il seguente:
«Art. 8-bis. - 1. Al comma 8-quinquies, della legge n. 26 del 2010, dopo le parole Il Corpo della Polizia penitenziaria, sono inserite le seguenti il personale del comparto civile del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria,».
Schirru Amalia, Ferranti Donatella, Samperi Marilena, Amici Sesa
28-04-10
Dopo l'ennesimo suicidio in carcere (23 dall'inizio dell'anno), nel penitenziario di Castrogno, a Teramo, il parlamentare dell'IdV, Augusto Di Stanislao, ribadisce la necessita' di interventi diretti ed immediati da parte del Governo. ''Non e' piu' ammissibile - afferma il deputato IdV - una tale situazione di completa incapacita' da parte del Governo di affrontare concretamente le problematiche delle carceri in Italia''. Di Stanislao ricorda che ''dopo varie visite presso il carcere di Castrogno e altrettante interrogazioni ad Alfano, dopo una mozione a mia prima firma approvata all'unanimita', con la quale anche la maggioranza si e' impegnata in una serie di iniziative atte a risollevare una drammatica realta' focalizzando l'attenzione sul sovraffollamento e sulla carenza di personale penitenziario e di educatori, dopo l'annuncio dell'emergenza carceri di Alfano e del fantomatico piano carceri, dopo continue denunce e sollecitazioni dei sindacati sulla necessita' di intervenire sulle strutture, sugli organici, siamo ancora di fronte ad una situazione insostenibile e all'emergenza soluzioni''. ''Ho presentato da tempo - conclude Di Stanislao - una proposta di legge per istituire una Commissione d'inchiesta parlamentare sulla situazione delle carceri in Italia che, ora piu' che mai, diventa fondamentale per dare risposte e soluzioni ai molteplici problemi e disagi dell'intero mondo penitenziario''.
Di Stanislao:il ministro tace sulle assunzioni degli educatori,riferisca in parlamento.
“E’ giusta l’assunzione di 2.000 agenti così come evidenziato da Sarno, Segretario generale Uil Pa Penitenziari, per garantire il turnover e quindi supplire la carenza del personale di polizia penitenziaria, ma vi è una colpevole dimenticanza da parte del Ministro quando tace sulla necessità di garantire la presenza degli educatori così come previsto nella Mozione IdV approvata all’unanimità dal Parlamento.” Queste le parole dell’On. Di Stanislao che prosegue: “Non vorremmo che questo impegno del Ministro si focalizzi esclusivamente sull’edilizia carceraria e altresì non vorremmo che dietro la parola magica “stato di emergenza” si celi il grimaldello per ridare vita ad una ” Carceri d’oro 2″ che in barba alla procedure di appalti e alla trasparenza abbiano buon gioco, piuttosto che la pubblica utilità e l’urgenza, i furbetti delle sponsorizzazioni. Si segnala al Ministro, nel frattempo, che in Italia vi sono 40 penitenziari incompiuti ed inutilizzati in un Paese che ne ha 171 in tutto e nel Piano Carceri presentato non c’è cenno di recupero di questo patrimonio. Chiedo che il Ministro venga, così come richiesto in Aula, a riferire in Parlamento sugli impegni presi in relazione ai tempi e modi e risorse da impiegare. Nel frattempo con due distinte interrogazioni chiedo al Ministro quale modello di recupero intenda mettere in campo visto che non si parla assolutamente di assumere gli educatori e cosa intenda fare per i 40 penitenziari incompiuti.”
“Lo stralcio della messa in prova consentirà di esaminare rapidamente il provvedimento sulla detenzione domiciliare”. Lo dichiara la capogruppo del Pd nella commissione Giustizia della Camera, Donatella Ferranti facendo notare come ‘la messa in prova non riguardava la popolazione carceraria e quindi non avrebbe avuto effetti sul grave stato di sovraffollamento delle carceri italiane. In ogni caso – sottolinea la democratica – il voto di oggi conferma il nostro giudizio negativo sul testo uscito dal consiglio dei ministri che era confuso ed inefficace anche perché privo di qualsiasi copertura finanziaria. Stiamo adesso valutando se aderire o meno alla richiesta di un voto in sede legislativa sul testo modificato nel corso dei lavori in commissione. La nostra disponibilità dipenderà anche dall’atteggiamento della maggioranza sulle nostre ulteriori proposte di modifica. In particolare: la tutela delle vittime di violenza domestica, il rafforzamento del personale di polizia (non solo quella penitenziaria) e del personale del comparto civile dell’amministrazione penitenziaria(educatori e psicologi)”.
Proposta emendativa 8.01.
Dopo l'articolo 8 inserire il seguente:
«Art. 8-bis. - 1. Entro centottanta giorni dall'entrata in vigore della presente legge, il Ministro della Giustizia, sentiti i Ministri dell'interno e della funzione pubblica, riferisce alle competenti Commissioni parlamentari in merito alle necessità di adeguamento numerico e professionale della pianta organica del Corpo di Polizia penitenziaria e del personale del comparto civile del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria anche in relazione all'entità numerica della popolazione carceraria e al numero dei posti esistenti e programmati.
2. A tal fine il Governo presenta al Parlamento entro i successivi novanta giorni un apposito piano straordinario di assunzioni di nuove unità specificandone i tempi di attuazione e le modalità di finanziamento.».
Ferranti Donatella, Schirru Amalia, Samperi Marilena, Amici Sesa
Proposta emendativa 8.03.
Dopo l'articolo 8 inserire il seguente:
«Art. 8-bis. - 1. Al comma 8-quinquies, della legge n. 26 del 2010, dopo le parole Il Corpo della Polizia penitenziaria, sono inserite le seguenti il personale del comparto civile del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria,».
Schirru Amalia, Ferranti Donatella, Samperi Marilena, Amici Sesa
28-04-10
Dopo l'ennesimo suicidio in carcere (23 dall'inizio dell'anno), nel penitenziario di Castrogno, a Teramo, il parlamentare dell'IdV, Augusto Di Stanislao, ribadisce la necessita' di interventi diretti ed immediati da parte del Governo. ''Non e' piu' ammissibile - afferma il deputato IdV - una tale situazione di completa incapacita' da parte del Governo di affrontare concretamente le problematiche delle carceri in Italia''. Di Stanislao ricorda che ''dopo varie visite presso il carcere di Castrogno e altrettante interrogazioni ad Alfano, dopo una mozione a mia prima firma approvata all'unanimita', con la quale anche la maggioranza si e' impegnata in una serie di iniziative atte a risollevare una drammatica realta' focalizzando l'attenzione sul sovraffollamento e sulla carenza di personale penitenziario e di educatori, dopo l'annuncio dell'emergenza carceri di Alfano e del fantomatico piano carceri, dopo continue denunce e sollecitazioni dei sindacati sulla necessita' di intervenire sulle strutture, sugli organici, siamo ancora di fronte ad una situazione insostenibile e all'emergenza soluzioni''. ''Ho presentato da tempo - conclude Di Stanislao - una proposta di legge per istituire una Commissione d'inchiesta parlamentare sulla situazione delle carceri in Italia che, ora piu' che mai, diventa fondamentale per dare risposte e soluzioni ai molteplici problemi e disagi dell'intero mondo penitenziario''.
Di Stanislao:il ministro tace sulle assunzioni degli educatori,riferisca in parlamento.
“E’ giusta l’assunzione di 2.000 agenti così come evidenziato da Sarno, Segretario generale Uil Pa Penitenziari, per garantire il turnover e quindi supplire la carenza del personale di polizia penitenziaria, ma vi è una colpevole dimenticanza da parte del Ministro quando tace sulla necessità di garantire la presenza degli educatori così come previsto nella Mozione IdV approvata all’unanimità dal Parlamento.” Queste le parole dell’On. Di Stanislao che prosegue: “Non vorremmo che questo impegno del Ministro si focalizzi esclusivamente sull’edilizia carceraria e altresì non vorremmo che dietro la parola magica “stato di emergenza” si celi il grimaldello per ridare vita ad una ” Carceri d’oro 2″ che in barba alla procedure di appalti e alla trasparenza abbiano buon gioco, piuttosto che la pubblica utilità e l’urgenza, i furbetti delle sponsorizzazioni. Si segnala al Ministro, nel frattempo, che in Italia vi sono 40 penitenziari incompiuti ed inutilizzati in un Paese che ne ha 171 in tutto e nel Piano Carceri presentato non c’è cenno di recupero di questo patrimonio. Chiedo che il Ministro venga, così come richiesto in Aula, a riferire in Parlamento sugli impegni presi in relazione ai tempi e modi e risorse da impiegare. Nel frattempo con due distinte interrogazioni chiedo al Ministro quale modello di recupero intenda mettere in campo visto che non si parla assolutamente di assumere gli educatori e cosa intenda fare per i 40 penitenziari incompiuti.”
16 Marzo 2010:interrogazione a risposta in Commissione su assunzione idonei educatori penitenziari
Convocazione della II Commissione (Giustizia)
Martedì 16 marzo 2010
Ore 13.45
5-02550 Ferranti: In relazione all’assunzione di educatori penitenziari
Interrogazione a risposta in Commissione:
FERRANTI, MELIS, TIDEI e SAMPERI.
- Al Ministro della giustizia.
- Per sapere
- premesso che:
il 17 febbraio 2010 il Sottosegretario per la giustizia Caliendo è intervenuto in Senato sul tema dell'assunzione degli educatori penitenziari reclutati tramite il concorso pubblico per esami a 397 posti nel profilo professionale di educatore, area C, posizione economica C1, indetto con PDG 21 novembre 2003;
nel corso della succitata seduta, il Sottosegretario Caliendo ha affermato che entro aprile 2010 saranno assunti in via definitiva tutti gli educatori che hannosuperato i precedenti concorsi, oltre ai 170 già assunti (anche se agli interroganti risulta che siano stati assunti 97 educatori);
in realtà, l'assunzione dei vincitori del suddetto concorso era già programmata con l'indizione dello stesso nel 2003, per il quale il dipartimento dell'amministrazione penitenziaria già disponeva dei fondi necessari;
lo stesso Ministro interrogato, onorevole Alfano, aveva riconosciuto l'improcrastinabilità e l'urgenza di assumere più unità di educatori quando, il 12 gennaio 2010, furono approvate alla Camera le mozioni sui problemi del carcere presentate da vari gruppi parlamentari;a fronte di una popolazione carceraria di 67.000 unità, il rapporto educatore/detenuto è di circa 1 a 1.000, cosa che rende in pratica impossibile lo svolgimento di qualsivoglia progetto rieducativo impedendo il corretto reinserimento del detenuto nel tessuto sociale, così come previsto nel dettato costituzionale;
non avendo il Ministro interrogato ancora proceduto all'assunzione di ulteriori unità degli educatori, limitandosi a rimandare la questione ad un futuro confronto in merito con i Ministri Tremonti e Brunetta, sarebbe auspicabile ed urgente un rapido avvio della procedura di assunzione di educatori, almeno per completare la già esigua pianta organica, ulteriormente ridotta di circa 400 unità dal decreto legislativo n. 150 del 2009
se non ritenga opportuno procedere celermente all'assunzione di educatori attingendo dalla vigente graduatoria degli idonei risultante dal concorso pubblico a 397 posti di cui in premessa, al contempo prorogando la validità della stessa per almeno un quinquennio, al fine di permetterne lo scorrimento graduale per compensare il turn-over pensionistico, evitando l'indizione di nuovi concorsi che comporterebbe ulteriori oneri finanziari.
(5-02550)
Risposta all'interrogazione di Donatella Ferranti:dal 2011 assunzioni degli idonei educatori concorso,il comitato vigilera'.
Nel rispondere agli On. interroganti ritengo opportuno segnalare che il concorso pubblico per esami a 397 posti nel profilo di "Educatore", Area C, posizione economica C1, dell'Amministrazione Penitenziaria, è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 30 del 16.4.2004 - IV serie speciale e si è concluso in data 9 luglio 2008.La graduatoria definitiva, immediatamente dopo l'approvazione del Direttore Generale con provvedimento dell'11 luglio 2008, è stata trasmessa all'Ufficio centrale per il bilancio per l'apposizione del visto di controllo.Nell'anno 2009, in ragione dell'entità dei fondi stanziati ai sensi dell'articolo 1, comma 346, della Legge 24.12.2007 n. 244, è stato possibile procedere all'assunzione dei primi 103 vincitori del predetto concorso a 397 posti.Quanto alle restanti 294 unità, la competente Direzione Generale di questa amministrazione ha già programmato il relativo piano di assunzione ricorrendo, per la copertura degli originari 397 posti a concorso, allo scorrimento della graduatoria, ai sensi dell'art. 15, co. 7, DPR n. 487/99 e successive integrazioni e modificazioni.I nuovi educatori - alcuni dei quali individuati tra i candidati idonei, ma non vincitori del concorso, attese le 12 defezioni intervenute per rinunce, mancate stipule del contratto o dimissioni da parte degli aventi diritto - hanno infatti già scelto la sede di destinazione e, entro aprile del corrente anno, saranno formalmente assunti con firma del relativo contratto.Per quanto riguarda, invece, l'auspicata possibilità di procedere ad un ulteriore scorrimento della graduatoria oltre il numero dei posti originariamente messi a concorso, mi corre l'obbligo di segnalare che tale eventualità non rientra tra le ipotesi di cui all'art. 15, co. 7, del DPR n. 487/1994 e che pertanto, limitatamente all'anno in corso, non può essere attuata per mancato stanziamento dei fondi occorrenti.I fondi disponibili, infatti, sono stati impegnati sia per l'assunzione dei vincitori del suddetto concorso per educatori, sia per l'assunzione degli idonei al concorso a 110 posti di contabile, a copertura dei posti previsti dal relativo bando ed in ragione delle gravi carenze riscontrate anche nell'area contabile.Dato atto di quanto sopra e, premesso che la validità delle graduatorie è indicata in tre anni dalla data della pubblicazione nei Bollettini ufficiali, faccio presente che, nel caso di specie, la validità della graduatoria del concorso a 397 posti è fissata al 31 maggio 2012 e che, pertanto, a partire dal prossimo anno, in presenza delle risorse economiche necessarie, potranno esservi le condizioni per procedere ad uno scorrimento della graduatoria, anche oltre il numero dei posti pubblicati.
24 febbraio 2010:
ordine del giorno su non riduzione organico educatori di Roberto Rao
La Camera,
premesso che
il provvedimento in esame prevede, all'esito del processo di riorganizzazione di cui all'articolo 74, del decreto legge n. 112 del 2008, un'ulteriore riduzione degli assetti organizzativi delle amministrazioni pubbliche ai fini del contenimento della spesa pubblica;
il comma 8-quinquies dell'articolo 2 individua le amministrazioni che non sono interessate dalle riduzioni descritte, tra cui il Corpo di Polizia Penitenziaria;
nonostante le difficoltà operative, la scarsezza di mezzi e personale risulta, inopinatamente escluso da tale previsione il personale civile del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria,
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di adottare ulteriori iniziative normative volte ad includere tra il personale delle amministrazioni non interessate dalla riorganizzazione delle piante organiche non solo quello di polizia penitenziaria ma anche quello civile del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria, con particolare riferimento alle figure degli educatori, degli assistenti sociali e degli psicologi, anche in vista dell'avvio del Piano carceri che necessiterà di adeguate risorse umane e professionali. 9/3210/41. Rao, Ria.
Accolto come raccomandazione.
19 Febbraio 2010:
ordine del giorno su assunzione educatori di Donatella Ferranti e PD
La Camera,
premesso che:
l'articolo 17-ter stabilisce che, per l'attuazione del cosiddetto «Piano carceri» si conferiscono pieni poteri al Commissario straordinario che, per individuare la localizzazione delle aree destinate alla realizzazione di nuove infrastrutture carcerarie, d'intesa con il Presidente della regione territorialmente competente e sentiti i sindaci dei comuni interessati, potrà agire in deroga alla normativa urbanistica vigente, velocizzando procedure e semplificando le gare di appalto, utilizzando il modello adottato per il dopo terremoto a L'Aquila, derogando anche all'obbligo previsto dalla legge 7 agosto 1990, n. 241, volto a consentire agli interessati, proprietari delle aree che si intendono espropriare, la necessaria partecipazione al procedimento amministrativo;
la localizzazione costituisce di per sé variante e produce l'effetto di imporre il vincolo preordinato all'espropriazione e contro di essa non sarà possibile ricorrere al giudice amministrativo e si introduce anche una deroga al limite dei subappalti, che potranno aumentare dall'attuale 30 per cento fino al 50 per cento, in deroga all'articolo 118 del codice dei contratti pubblici; in sostanza, si affidano pieni poteri al Commissario straordinario, che potrà avvalersi anche del Dipartimento per la protezione civile per le attività di progettazione, scelta del contraente, direzioni lavori e vigilanza degli interventi strutturali ed infrastrutturali, in deroga ai criteri di trasparenza e pubblicità e in palese contraddizione con la mozione Franceschini ed altri n. 1-00302 (approvata sostanzialmente all'unanimità alla Camera il 12 gennaio di quest'anno e accettata dal Governo) che impegnava chiaramente il Governo a garantire, nell'ambito dei progetti della nuova edilizia penitenziaria, i criteri di trasparenza delle procedure e l'economicità delle opere evitando il ricorso a procedure straordinarie, anche se legislativamente previste,
impegna il Governo
a verificare l'adeguatezza, in proporzione alla popolazione carceraria, delle piante organiche riferite non solo al personale di polizia penitenziaria ma anche alle figure degli educatori, degli assistenti sociali e degli psicologi, avviando un nuovo piano programmato di assunzioni che vada oltre il turn-over dovuto ai pensionamenti previsto dalla legge finanziaria per il 2010 e che garantisca le risorse umane e professionali necessarie all'attivazione delle nuove strutture penitenziarie, anche distribuendo meglio il personale sul territorio, concentrandolo nei compiti di istituto, sottraendolo ai servizi estranei, consentendogli un adeguato, costante ed effettivo aggiornamento professionale.
9/3196/13.
Donatella Ferranti.
Il comitato vincitori idonei concorso educatori dap in sostegno di Rita Bernadini
Educatori penitenziari sostengono la protesta di Rita Bernardini e Irene TestaRistretti Comitato vincitori e idonei del concorso per educatori condivide e sostiene l’iniziativa non violenta intrapresa da Irene Testa e Rita Bernardini.Il Comitato vincitori e idonei del concorso per educatori condivide e sostiene l’iniziativa non violenta intrapresa da Irene Testa e Rita Bernardini, impegnate in uno sciopero della fame perrichiedere l’esecuzione immediata di quanto proposto nelle cinque Mozioni parlamentari,unanimemente approvate nei giorni 11 e 12 gennaio 2010, riguardanti la situazione del sistema carcerario italiano.Giova ricordare che in quella occasione lo stesso Ministro Alfano assumeva precisi impegni ed affermava che vi avrebbe dato celere e certa attuazione sancendo l’inizio di un nuovo percorso,iniziato con la dichiarazione di Emergenza di tutto il sistema penitenziario alla quale ci si aspettava sarebbe seguita la predisposizione nel Piano Carceri di tutti quegli atti necessari ad ottemperare a quanto detto nelle citate Mozioni per poter, nei tempi strettamente necessari, affrontareconcretamente e efficacemente l´ormai ingestibile situazione creatasi nei nostri istituti penitenziari.Tuttavia, da un’iniziale analisi condotta sui primissimi elementi costitutivi e organizzativi del Piano Carceri emerge solo una particolare attenzione all’aspetto strutturale e custodiale, non prevedendo,invece, alcun intervento per incrementare e favorire la fondamentale componente rieducativa, vero obiettivo dell’esperienza carceraria.Questo Comitato ed altri illustri interlocutori del mondo penitenziario, continuano, infatti, a chiedere a gran voce che vengano assunti più educatori, affinché l’ingresso nelle nostre carceri non si limiti ad un forzato ozio, ma divenga precipuo momento di riflessione e riprogettazione del sé.Ad oggi, però, in merito alla questione degli educatori, alcuna volontà specifica è stata espressa dal Ministro, nonostante, le nostre carceri continuino quotidianamente ad affollarsi a causa dei numerosi nuovi ingressi, ma anche per la spaventosa carenza di educatori che, secondo quanto stabilito dalle vigenti leggi, rappresentano i coordinatori e i realizzatori materiali dei percorsirieducativi, nonché quelle figure professionali atte a garantire, nei giusti modi e nei tempi,l’espletamento, dell’intero iter necessario all’accesso alle misure alternative alla detenzione di quei detenuti che ne avrebbero i requisiti, ma che continuano a restare in carcere a causa dello sparuto numero di educatori attualmente in servizio a fronte di una popolazione di 66.000 persone carcerate.Pertanto, ci uniamo all´Onorevole Bernardini e a Irene Testa per chiedere l´immediata esecuzione delle citate mozioni e auspichiamo che il Ministro Alfano ne predisponga repentinamente l’avvio.Il Comitato, altresì, ad ausilio dell’iniziativa intrapresa da Rita Bernardini e da Irene Testa,promuove una “catena di informazione solidale” impegnandosi a diffondere la conoscenza di tale protesta non violenta tramite l’invio di questo comunicato non solo a tutti gli organi di informazione, ma anche ai propri conoscenti invitandoli a fare altrettanto.Il Comitato vincitori e idonei concorso educatori.
Martedì 16 marzo 2010
Ore 13.45
5-02550 Ferranti: In relazione all’assunzione di educatori penitenziari
Interrogazione a risposta in Commissione:
FERRANTI, MELIS, TIDEI e SAMPERI.
- Al Ministro della giustizia.
- Per sapere
- premesso che:
il 17 febbraio 2010 il Sottosegretario per la giustizia Caliendo è intervenuto in Senato sul tema dell'assunzione degli educatori penitenziari reclutati tramite il concorso pubblico per esami a 397 posti nel profilo professionale di educatore, area C, posizione economica C1, indetto con PDG 21 novembre 2003;
nel corso della succitata seduta, il Sottosegretario Caliendo ha affermato che entro aprile 2010 saranno assunti in via definitiva tutti gli educatori che hannosuperato i precedenti concorsi, oltre ai 170 già assunti (anche se agli interroganti risulta che siano stati assunti 97 educatori);
in realtà, l'assunzione dei vincitori del suddetto concorso era già programmata con l'indizione dello stesso nel 2003, per il quale il dipartimento dell'amministrazione penitenziaria già disponeva dei fondi necessari;
lo stesso Ministro interrogato, onorevole Alfano, aveva riconosciuto l'improcrastinabilità e l'urgenza di assumere più unità di educatori quando, il 12 gennaio 2010, furono approvate alla Camera le mozioni sui problemi del carcere presentate da vari gruppi parlamentari;a fronte di una popolazione carceraria di 67.000 unità, il rapporto educatore/detenuto è di circa 1 a 1.000, cosa che rende in pratica impossibile lo svolgimento di qualsivoglia progetto rieducativo impedendo il corretto reinserimento del detenuto nel tessuto sociale, così come previsto nel dettato costituzionale;
non avendo il Ministro interrogato ancora proceduto all'assunzione di ulteriori unità degli educatori, limitandosi a rimandare la questione ad un futuro confronto in merito con i Ministri Tremonti e Brunetta, sarebbe auspicabile ed urgente un rapido avvio della procedura di assunzione di educatori, almeno per completare la già esigua pianta organica, ulteriormente ridotta di circa 400 unità dal decreto legislativo n. 150 del 2009
se non ritenga opportuno procedere celermente all'assunzione di educatori attingendo dalla vigente graduatoria degli idonei risultante dal concorso pubblico a 397 posti di cui in premessa, al contempo prorogando la validità della stessa per almeno un quinquennio, al fine di permetterne lo scorrimento graduale per compensare il turn-over pensionistico, evitando l'indizione di nuovi concorsi che comporterebbe ulteriori oneri finanziari.
(5-02550)
Risposta all'interrogazione di Donatella Ferranti:dal 2011 assunzioni degli idonei educatori concorso,il comitato vigilera'.
Nel rispondere agli On. interroganti ritengo opportuno segnalare che il concorso pubblico per esami a 397 posti nel profilo di "Educatore", Area C, posizione economica C1, dell'Amministrazione Penitenziaria, è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 30 del 16.4.2004 - IV serie speciale e si è concluso in data 9 luglio 2008.La graduatoria definitiva, immediatamente dopo l'approvazione del Direttore Generale con provvedimento dell'11 luglio 2008, è stata trasmessa all'Ufficio centrale per il bilancio per l'apposizione del visto di controllo.Nell'anno 2009, in ragione dell'entità dei fondi stanziati ai sensi dell'articolo 1, comma 346, della Legge 24.12.2007 n. 244, è stato possibile procedere all'assunzione dei primi 103 vincitori del predetto concorso a 397 posti.Quanto alle restanti 294 unità, la competente Direzione Generale di questa amministrazione ha già programmato il relativo piano di assunzione ricorrendo, per la copertura degli originari 397 posti a concorso, allo scorrimento della graduatoria, ai sensi dell'art. 15, co. 7, DPR n. 487/99 e successive integrazioni e modificazioni.I nuovi educatori - alcuni dei quali individuati tra i candidati idonei, ma non vincitori del concorso, attese le 12 defezioni intervenute per rinunce, mancate stipule del contratto o dimissioni da parte degli aventi diritto - hanno infatti già scelto la sede di destinazione e, entro aprile del corrente anno, saranno formalmente assunti con firma del relativo contratto.Per quanto riguarda, invece, l'auspicata possibilità di procedere ad un ulteriore scorrimento della graduatoria oltre il numero dei posti originariamente messi a concorso, mi corre l'obbligo di segnalare che tale eventualità non rientra tra le ipotesi di cui all'art. 15, co. 7, del DPR n. 487/1994 e che pertanto, limitatamente all'anno in corso, non può essere attuata per mancato stanziamento dei fondi occorrenti.I fondi disponibili, infatti, sono stati impegnati sia per l'assunzione dei vincitori del suddetto concorso per educatori, sia per l'assunzione degli idonei al concorso a 110 posti di contabile, a copertura dei posti previsti dal relativo bando ed in ragione delle gravi carenze riscontrate anche nell'area contabile.Dato atto di quanto sopra e, premesso che la validità delle graduatorie è indicata in tre anni dalla data della pubblicazione nei Bollettini ufficiali, faccio presente che, nel caso di specie, la validità della graduatoria del concorso a 397 posti è fissata al 31 maggio 2012 e che, pertanto, a partire dal prossimo anno, in presenza delle risorse economiche necessarie, potranno esservi le condizioni per procedere ad uno scorrimento della graduatoria, anche oltre il numero dei posti pubblicati.
24 febbraio 2010:
ordine del giorno su non riduzione organico educatori di Roberto Rao
La Camera,
premesso che
il provvedimento in esame prevede, all'esito del processo di riorganizzazione di cui all'articolo 74, del decreto legge n. 112 del 2008, un'ulteriore riduzione degli assetti organizzativi delle amministrazioni pubbliche ai fini del contenimento della spesa pubblica;
il comma 8-quinquies dell'articolo 2 individua le amministrazioni che non sono interessate dalle riduzioni descritte, tra cui il Corpo di Polizia Penitenziaria;
nonostante le difficoltà operative, la scarsezza di mezzi e personale risulta, inopinatamente escluso da tale previsione il personale civile del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria,
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di adottare ulteriori iniziative normative volte ad includere tra il personale delle amministrazioni non interessate dalla riorganizzazione delle piante organiche non solo quello di polizia penitenziaria ma anche quello civile del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria, con particolare riferimento alle figure degli educatori, degli assistenti sociali e degli psicologi, anche in vista dell'avvio del Piano carceri che necessiterà di adeguate risorse umane e professionali. 9/3210/41. Rao, Ria.
Accolto come raccomandazione.
19 Febbraio 2010:
ordine del giorno su assunzione educatori di Donatella Ferranti e PD
La Camera,
premesso che:
l'articolo 17-ter stabilisce che, per l'attuazione del cosiddetto «Piano carceri» si conferiscono pieni poteri al Commissario straordinario che, per individuare la localizzazione delle aree destinate alla realizzazione di nuove infrastrutture carcerarie, d'intesa con il Presidente della regione territorialmente competente e sentiti i sindaci dei comuni interessati, potrà agire in deroga alla normativa urbanistica vigente, velocizzando procedure e semplificando le gare di appalto, utilizzando il modello adottato per il dopo terremoto a L'Aquila, derogando anche all'obbligo previsto dalla legge 7 agosto 1990, n. 241, volto a consentire agli interessati, proprietari delle aree che si intendono espropriare, la necessaria partecipazione al procedimento amministrativo;
la localizzazione costituisce di per sé variante e produce l'effetto di imporre il vincolo preordinato all'espropriazione e contro di essa non sarà possibile ricorrere al giudice amministrativo e si introduce anche una deroga al limite dei subappalti, che potranno aumentare dall'attuale 30 per cento fino al 50 per cento, in deroga all'articolo 118 del codice dei contratti pubblici; in sostanza, si affidano pieni poteri al Commissario straordinario, che potrà avvalersi anche del Dipartimento per la protezione civile per le attività di progettazione, scelta del contraente, direzioni lavori e vigilanza degli interventi strutturali ed infrastrutturali, in deroga ai criteri di trasparenza e pubblicità e in palese contraddizione con la mozione Franceschini ed altri n. 1-00302 (approvata sostanzialmente all'unanimità alla Camera il 12 gennaio di quest'anno e accettata dal Governo) che impegnava chiaramente il Governo a garantire, nell'ambito dei progetti della nuova edilizia penitenziaria, i criteri di trasparenza delle procedure e l'economicità delle opere evitando il ricorso a procedure straordinarie, anche se legislativamente previste,
impegna il Governo
a verificare l'adeguatezza, in proporzione alla popolazione carceraria, delle piante organiche riferite non solo al personale di polizia penitenziaria ma anche alle figure degli educatori, degli assistenti sociali e degli psicologi, avviando un nuovo piano programmato di assunzioni che vada oltre il turn-over dovuto ai pensionamenti previsto dalla legge finanziaria per il 2010 e che garantisca le risorse umane e professionali necessarie all'attivazione delle nuove strutture penitenziarie, anche distribuendo meglio il personale sul territorio, concentrandolo nei compiti di istituto, sottraendolo ai servizi estranei, consentendogli un adeguato, costante ed effettivo aggiornamento professionale.
9/3196/13.
Donatella Ferranti.
Il comitato vincitori idonei concorso educatori dap in sostegno di Rita Bernadini
Educatori penitenziari sostengono la protesta di Rita Bernardini e Irene TestaRistretti Comitato vincitori e idonei del concorso per educatori condivide e sostiene l’iniziativa non violenta intrapresa da Irene Testa e Rita Bernardini.Il Comitato vincitori e idonei del concorso per educatori condivide e sostiene l’iniziativa non violenta intrapresa da Irene Testa e Rita Bernardini, impegnate in uno sciopero della fame perrichiedere l’esecuzione immediata di quanto proposto nelle cinque Mozioni parlamentari,unanimemente approvate nei giorni 11 e 12 gennaio 2010, riguardanti la situazione del sistema carcerario italiano.Giova ricordare che in quella occasione lo stesso Ministro Alfano assumeva precisi impegni ed affermava che vi avrebbe dato celere e certa attuazione sancendo l’inizio di un nuovo percorso,iniziato con la dichiarazione di Emergenza di tutto il sistema penitenziario alla quale ci si aspettava sarebbe seguita la predisposizione nel Piano Carceri di tutti quegli atti necessari ad ottemperare a quanto detto nelle citate Mozioni per poter, nei tempi strettamente necessari, affrontareconcretamente e efficacemente l´ormai ingestibile situazione creatasi nei nostri istituti penitenziari.Tuttavia, da un’iniziale analisi condotta sui primissimi elementi costitutivi e organizzativi del Piano Carceri emerge solo una particolare attenzione all’aspetto strutturale e custodiale, non prevedendo,invece, alcun intervento per incrementare e favorire la fondamentale componente rieducativa, vero obiettivo dell’esperienza carceraria.Questo Comitato ed altri illustri interlocutori del mondo penitenziario, continuano, infatti, a chiedere a gran voce che vengano assunti più educatori, affinché l’ingresso nelle nostre carceri non si limiti ad un forzato ozio, ma divenga precipuo momento di riflessione e riprogettazione del sé.Ad oggi, però, in merito alla questione degli educatori, alcuna volontà specifica è stata espressa dal Ministro, nonostante, le nostre carceri continuino quotidianamente ad affollarsi a causa dei numerosi nuovi ingressi, ma anche per la spaventosa carenza di educatori che, secondo quanto stabilito dalle vigenti leggi, rappresentano i coordinatori e i realizzatori materiali dei percorsirieducativi, nonché quelle figure professionali atte a garantire, nei giusti modi e nei tempi,l’espletamento, dell’intero iter necessario all’accesso alle misure alternative alla detenzione di quei detenuti che ne avrebbero i requisiti, ma che continuano a restare in carcere a causa dello sparuto numero di educatori attualmente in servizio a fronte di una popolazione di 66.000 persone carcerate.Pertanto, ci uniamo all´Onorevole Bernardini e a Irene Testa per chiedere l´immediata esecuzione delle citate mozioni e auspichiamo che il Ministro Alfano ne predisponga repentinamente l’avvio.Il Comitato, altresì, ad ausilio dell’iniziativa intrapresa da Rita Bernardini e da Irene Testa,promuove una “catena di informazione solidale” impegnandosi a diffondere la conoscenza di tale protesta non violenta tramite l’invio di questo comunicato non solo a tutti gli organi di informazione, ma anche ai propri conoscenti invitandoli a fare altrettanto.Il Comitato vincitori e idonei concorso educatori.
Donatella Ferranti,PD:da Ionta, un primo segnale l'immediata assunzione dei tanti educatori.
CARCERI: PD, VOGLIAMO VEDERCI CHIARO. AUDIZIONE ALLA CAMERA DI IONTA
Roma, 13 gen
''Lo vogliamo esaminare puntigliosamente ed e' per questo che gia' domani chiederemo al presidente della commissione Giustizia, Giulia Bongiorno di attivarsi per prevedere al piu' presto l'audizione del capo del Dap, dott. Franco Ionta''. Cosi' la capogruppo del Pd nella commissione Giustizia della Camera, Donatella Ferranti, commenta l'approvazione del piano carceri da parte del Cdm di oggi. ''I primi dati forniti dal ministro Alfano - sottolinea - non ci convincono fino in fondo: se infatti le carceri italiane possono ''tollerare' sino a circa 64.237 detenuti, da regolamento non potrebbero ospitarne piu' di 43.087. Il grado di sovraffollamento e' elevatissimo, siamo ampiamente fuori quota, e per arrivare ad 80.000 posti, i 21.749 annunciati oggi dal ministro Alfano sembrano insufficienti. E poi - prosegue - non basta costruire muri, occorre riempirli di personale numericamente e professionalmente adeguato: dalla polizia penitenzieria, agli psicologi, agli educatori e agli altri esperti. Di tutto questo ancora non c'e' traccia, ma aspettiamo di conoscere nel merito dal dott. Ionta le cifre esatte, certo - conclude - che un primo segnale potrebbe essere l'immediata assunzione dei tanti educatori e psicologi del concorso''.
Roma, 13 gen
''Lo vogliamo esaminare puntigliosamente ed e' per questo che gia' domani chiederemo al presidente della commissione Giustizia, Giulia Bongiorno di attivarsi per prevedere al piu' presto l'audizione del capo del Dap, dott. Franco Ionta''. Cosi' la capogruppo del Pd nella commissione Giustizia della Camera, Donatella Ferranti, commenta l'approvazione del piano carceri da parte del Cdm di oggi. ''I primi dati forniti dal ministro Alfano - sottolinea - non ci convincono fino in fondo: se infatti le carceri italiane possono ''tollerare' sino a circa 64.237 detenuti, da regolamento non potrebbero ospitarne piu' di 43.087. Il grado di sovraffollamento e' elevatissimo, siamo ampiamente fuori quota, e per arrivare ad 80.000 posti, i 21.749 annunciati oggi dal ministro Alfano sembrano insufficienti. E poi - prosegue - non basta costruire muri, occorre riempirli di personale numericamente e professionalmente adeguato: dalla polizia penitenzieria, agli psicologi, agli educatori e agli altri esperti. Di tutto questo ancora non c'e' traccia, ma aspettiamo di conoscere nel merito dal dott. Ionta le cifre esatte, certo - conclude - che un primo segnale potrebbe essere l'immediata assunzione dei tanti educatori e psicologi del concorso''.
Assunzione degli educatori primo impegno del governo
Il Comitato vincitori e idonei del concorso per educatori penitenziari esprime piena soddisfazione per l’approvazione delle cinque mozioni sul problema carcerario discusse ed accolte nei giorni 11 e 12 gennaio 2010 dal nostro Parlamento. Per la prima volta il Governo, rappresentato dal Ministro Alfano, ha preso consapevolezza della grave emergenza del sovraffollamento degli istituti di pena e, fra le altre fondamentali proposte presentate, si è impegnato:- a procedere all’assunzione immediata dei restanti educatori penitenziari previsti dalla pianta organica, da attingersi dagli idonei della vigente e menzionata graduatoria risultata dal concorso bandito per tale profilo professionale, affinché anche costoro possano partecipare ai previsti corsi di formazione che il dipartimento dell’amministrazione penitenziaria deve attivare per questi operatori prima dell’ingresso nelle carceri a cui sono destinati, onde evitare sprechi di danaro per doverli riattivare in seguito;- a prorogare di almeno un quinquennio la validità della graduatoria di merito del concorso citato in premessa, in linea con gli orientamenti del Ministro per la pubblica amministrazione e l’innovazione nonché con le disposizioni in materia di razionalizzazione delle spese pubbliche in vigore - per permetterne un graduale scorrimento parimenti all’avvicendarsi dei fisiologici turn-over pensionistici, al fine di evitare l’indizione di nuovi concorsi per il medesimo profilo che comporterebbero inutili oneri pubblici;- ad assumere iniziative per lo stanziamento di fondi necessari per completare l’organico di educatori previsti dalla pianta organica attualmente vigente presso il dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, considerato che lo sforzo economico da sostenere è annualmente molto esiguo, ma necessario per far funzionare meglio ed in modo più umano una branca importantissima del nostro sistema giustizia che non può più attendere;- a procedere all’alienazione di immobili ad uso penitenziario siti nei centri storici e alla costruzione di nuovi e moderni istituti penitenziari in altro sito;Esprimiamo, quindi, pieno compiacimento per l’importantissimo risultato raggiunto dall’On. Di Stanislao dell’Idv, il quale nella Sua circostanziata e approfondita mozione, ha dimostrato ancora una volta la Sua grande disponibilità e sensibilità verso tali problematiche, sapendo cogliere e far emergere sapientemente le necessità di questo delicato settore della nostra giustizia. Ringraziamo, inoltre, gli onorevoli Bernardini, Rao, Ferranti, Melis, Tidei, Vitali, Balzelli, Donadi, Paladini, Franceschini e tutti coloro che hanno appoggiato con voto favorevole le Loro mozioni, poiché di fronte a queste battaglie di umanità hanno saputo permeare il Loro impegno politico di quell’umanità e di quell’alto senso civico che rende capaci di abbandonare i colori politici e di volgere verso una proficua unità di intenti.Il Comitato vincitori e idonei del concorso per educatori penitenziari, intanto, continuerà a vigilare affinché tali doveri vengano rispettati e proseguirà nel suo lavoro di diffusione della necessità dell’intervento rieducativo e quindi sulla centralità della presenza degli educatori, ovvero di quella figura professionale che rappresenta il vero catalizzatore ed esecutore materiale del percorso rieducativo di un detenuto, percorso che rappresenta l’unica vera speranza di un sano reinserimento sociale di chi vive l’esperienza delle sbarre e che rappresenta uno dei più validi strumenti atti ad evitare quegli stati di inerzia, apatia, depressione, frustrazione, ansia, inadeguatezza che troppo spesso percorrono prepotentemente i corridoi lungo i quali si snodano le fila di quelle celle all’interno delle quali si consumano, quotidianamente, suicidi, abusi, violenze. Auspichiamo, quindi, che il Governo predisponga celermente tutti gli atti necessari ad ottemperare quanto detto e che questa stessa volontà continui ad animarne tutti i passaggi ad essi necessari, per poter, nei tempi strettamente necessari, cominciare ad affrontare concretamente e efficacemente l’ormai ingestibile emergenza creatasi.
Il Comitato vincitori e idonei del concorso per educatori penitenziari
Il Comitato vincitori e idonei del concorso per educatori penitenziari
domenica 28 giugno 2009
Angelino Alfano,Rita Bernaridni,carcere,governo,educatori,costituzione,Napolitano:nel piano Carceri Ionta nulla su assunzione personale!
Firma anche tu la petizione per l'assunzione degli educatori nelle carceri!
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Carceri: situazione sempre più esplosiva. E intanto il Governo promette…
di Valter Vecellio
L’occasione è stata la Festa della Polizia Penitenziaria. Il ministro della Giustizia, Angiolino Alfano ha illustrato il piano per la realizzazione di nuove carceri messo a punto dal capo del Dap, Franco Ionta, piano che – ha promesso - "sarà sottoposto a breve all'attenzione del presidente del Consiglio e del Consiglio dei Ministri".
Il piano prevede la "realizzazione in tempi ragionevolmente brevi" di 48 nuovi padiglioni che amplieranno le carceri già esistenti; la ristrutturazione di due istituti penitenziari; la costruzione 'ex novo' di 24 case circondariali "per le quali si ricorrerà anche al contributo essenziale delle imprese private". A conclusione di questi interventi alla fine del 2012 saranno realizzati, secondo le intenzioni, 17.891 nuovi posti per i detenuti.
Che tutto ciò si possa realizzare in soli tre anni non è molto credibile, ma vedremo. Ad ogni modo, in conseguenza dell'incremento delle strutture carcerarie sarà necessario un "reclutamento straordinario" di poliziotti penitenziari. Alfano se la cava promettendo che "pur nelle ristrettezze determinate dalla contingente crisi economica che non ha risparmiato la pubblica amministrazione", farà quanto è nelle sue possibilità per procedere a questo reclutamento straordinario di agenti. Considerando che il corpo di polizia penitenziaria ora è in sofferenza, non si comprende bene come si possa pensare di aprire nuove carceri e al tempo stesso come garantire i necessari organici. L’ennesimo “fumo” che è la caratteristica fondante di questo governo?
Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha messo il dito nella piaga, Ringraziando la polizia penitenziaria per l'attività svolta "contesto particolarmente complesso della gestione carceraria”, ha sottolineato come sia “reso ancor più problematico dal contesto dal fenomeno del sovraffollamento”.
Le cifre, del resto, parlano chiaro, e lo stesso capo del DAP Ionta ammette l’emergenza: presto, ha detto verrà toccata "la soglia massima di tollerabilità di presenze" nelle carceri.
Nei 206 istituti penitenziari italiani ci sono 62.961 detenuti (dato riferito al 31 maggio scorso, mentre la soglia 'tollerabile' è di 63.702 posti e il limite regolamentare di 43.201, ndr). I poliziotti penitenziari sono 40.334 su un organico previsto di 45.109 unità. Lo stesso Ionta ha riconosciuto che è necessario fare più ricorso alle misure alternative al carcere, non solo per contenere il sovraffollamento ma anche perché è provato che in questo modo il livello di recidiva dei condannati si abbassa. "La certezza della pena - sottolinea - è certamente un principio indiscutibile, ma bisogna comprendere che una pena flessibile sostiene il cambiamento della persona condannata, che, se adeguatamente sostenuta e accompagnata nel percorso di reinserimento sociale, abbassa il livello di recidiva ed è un valido strumento deflattivo delle presenze nelle carceri, con ricadute positive sui livelli di vivibilità" negli istituti penitenziari. Anche perché - aggiunge - "siamo convinti che non basti ampliare i posti letto per i detenuti perché la detenzione sia ritenuta in linea con i principi costituzionali del rispetto della dignità dell’uomo”.
Il ministro Alfano avrà ascoltato le ragionevoli parole del capo del DAP? Per ora abbiamo l’equivalente delle solite grida manzoniane: "Questo governo non intende arretrare di un millimetro sul fronte della sicurezza sociale e della certezza della pena, senza la quale i cittadini onesti rimangono spesso disorientati e la minoranza che delinque si rafforza nella convinzione di una sostanziale impunità ".
Nel frattempo la situazione incancrenisce.
Questo che segue è un piccolo, parziale promemoria.
Giustizia: 63.500 detenuti tra 7 giorni carceri "fuori controllo"
Le carceri non sono state mai così sovraffollate dal dopoguerra ad oggi: nei 206 penitenziari ci sono 63.416 detenuti (39.894 italiani e 23.522 stranieri) che nel giro di una settimana arriveranno a sfondare la soglia "tollerabile", vale a dire un numero (63.702 posti letto) di per sé asettico e non in grado di rendere a sufficienza il dramma di chi sconta la pena in celle dove anziché quattro detenuti ce ne sono otto, con tanto di materassi in terra anche in palestre utilizzate come dormitorio.
Se si considera che il limite regolamentare dovrebbe essere di 43.201 posti, l’ultimo dato rilevato stamani dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (Dap) fotografa una situazione drammatica, soprattutto in considerazione del caldo dei mesi estivi. I cinque principali sindacati penitenziari (Sappe, Osapp, Uil-Pa, Cgil-Fp, Ussp-Ugl) denunciano da tempo difficoltà senza precedenti, con un crescente numero di casi di agenti aggrediti o di proteste difficili da gestire dal momento che i poliziotti penitenziari sono sotto organico.
Da giorni sono in stato di agitazione e per protesta fanno lo "sciopero" del vitto, rifiutando il cibo della mensa del carcere.
"Il piano edilizio del capo del Dap, Ionta è un fallimento annunciato", ha detto Patrizio Gonnella, presidente dell’associazione "Antigone" che si batte per i diritti nelle carceri. "Potrà garantire solo il fabbisogno di due-tre mesi".
Ma a preoccupare, al Dap, sono anche le proteste dei detenuti, che a tutt’oggi vengono segnalate nell’ordine di 3-4 al giorno (le ultime segnalate sono lo sciopero della fame dei detenuti stranieri ad Ascoli e la battitura delle inferriate a Castelvetrano), ma che non escluso che possano aumentare nei prossimi mesi. Ecco perché al Dap stato deciso di monitorare giornalmente la situazione.
Tra le proteste monitorate dalla sala situazioni del Dap non vengono segnalate quelle dei circa 600 detenuti in regime di 41 bis che si trovano in carceri del Nord o al Centro (Cuneo, Novara, Milano Opera, Tolmezzo, Parma, Ascoli Piceno, Rebibbia, Terni e Spoleto, mentre quello dell’Aquila è stato evacuato dopo il terremoto).
(Fonte: agenzia ANSA)
Giustizia: nelle carceri c’è il "tutto esaurito", solo posti in piedi
Bene, anche questa è fatta, i dati ufficiali parlano di 63.400 detenuti presenti nelle carceri italiane equivalenti ad almeno 64.000 presenze effettive.
La presenza di detenuti negli istituti penitenziari italiani "tollerabile" (legalmente ammissibile?), pari alla presenza regolamentare incrementata del 50% che oggi è di gran lunga inferiore a quella data dalle cifre ufficiali è stata superata, le aggressioni, le minacce, persino qualche sequestro in sezione di Personale di Polizia Penitenziaria sono all’ordine del giorno e l’unica soluzione "proposta" è la realizzazione di nuovi padiglioni-carceri di cui per 4.615 posti entro il 31.12.2010.
Accade così che negli istituti penitenziari, in particolare in quelli di ben nota fama quali Torino L.C., Milano-S.Vittore, Roma-Regina Coeli, Napoli-Poggioreale etc., di posti detenuto non ce ne siano più, neanche nel terzo letto a castello (a Palermo sarebbero arrivati al quarto con rischi evidenti legati all’altitudine), neanche con i materassi per terra persino nelle aree non detentive. In sintesi e al momento, in via del tutto eccezionale per pochi giorni ancora, solo posti in piedi nelle carceri italiane.
Poi, per allocare gli ulteriori detenuti, si vedrà di recuperare spazi negli Uffici, nelle Direzioni, nei Provveditorati e al Dap come peraltro avevamo già proposto, magari anche presso qualche Scuola (sic!). Nel frattempo la protesta sindacale (di alcuni sindacati tra cui il nostro) è iniziata e non sembrano sussistere le condizioni oggettive per addivenire a reali punti di incontro rispetto ad una divergenza di opinioni, Sindacati vs. Amministrazione, su quanto sta accadendo e soprattutto su quanto accadrà nei prossimi mesi, in attesa che qualcuno che soprattutto ha il dovere politico di farlo non assumerà i necessari correttivi.
Ci riferiamo, ovviamente, al Ministro Alfano uscito a quanto si dice "vincitore", unitamente alla corrente facente capo al Presidente del Senato Schifani, dagli scontri elettorali in Sicilia e che, quindi, adesso e finalmente può occuparsi del carcere e della Polizia Penitenziaria più di quanto ad oggi abbia mai fatto.
Perché poi, dalla manifestazione del 4 giugno propedeutica a quella, più grande, del 17 giugno, è emerso un Capo del Dap nonché Commissario Straordinario per l’Edilizia penitenziaria Dott. Franco Ionta più "umile" e sincero del solito e con idee concrete che nell’incontro con le OO.SS. in protesta ha affermato essere il Piano Carceri il primo tassello degli interventi necessari per risolvere il problema penitenziario italiano e di avere in corso ulteriori iniziative in favore della Polizia Penitenziaria quali: l’abolizione delle convalide extra carcere, la revisione dei corsi presso le Scuole, la revisione dei procedimenti disciplinari, il recupero del personale addetto a servizi di sorveglianza impropri (quali quelli presso i Tribunali), alle sentinelle e agli spacci (circa 1.200 unità) e la revisione degli organici per quanto riguarda i servizi presso i Prap, le Scuole e il Dap. Tutto molto bello e molto sereno, quindi, solo che per qualsiasi cosa vogliano fare, che sia condivisa o meno, che sia utile o indispensabile, è veramente tardi!
(di Leo Benedici, “Polizia Penitenziaria Domani”)
Venezia: il carcere può esplodere, in qualsiasi momento
Il 1° giugno i Consiglieri dei Verdi, Gianfranco Bettin in Consiglio regionale e Beppe Caccia in Consiglio comunale, hanno depositato un identico Ordine del Giorno, che invita "il Presidente della Giunta regionale e il Sindaco di Venezia a rivolgersi al Governo, e al Ministro della Giustizia in particolare, affinché intervengano immediatamente" per disinnescare la situazione che si è creata al carcere maschile veneziano, la Casa circondariale di Santa Maria Maggiore.
Una "situazione drammatica e ingestibile" per il consigliere Bettin che venerdì, insieme a Beppe Caccia, capogruppo in Comune, si era recato in sopralluogo al carcere per verificare coi propri occhi il sovraffollamento. Dopo aver visitato le due sezioni detentive e aver incontrato la Direttrice dottoressa Gabriella Straffi, Bettin ha raccontato: "In celle da tre stanno ormai in otto, in quelle da uno almeno in quattro. Giacigli improvvisati, promiscuità tra i detenuti, condizioni igieniche a rischio e attività di reinserimento sociale diventate impossibili".
Caccia spiega: "L’inasprimento delle norme sui reati minori e sulla recidiva, intervenuto nell’ultimo anno, non ha fatto altro che aggravare il carico che la struttura deve sopportare." Più della metà dei detenuti entrano ed escono nel giro di tre giorni, accusati di "micro-reati" e immediatamente scarcerati.
Un via vai che pesa ulteriormente sull’organico già risicato del personale di custodia. "A oggi ce ne sono almeno una sessantina in meno rispetto alle effettive necessità. - aggiunge Bettin - Con questi numeri, la nuova ala che sarà pronta in autunno, non potrà mai essere aperta."
Pesantissima la condizione degli spazi per l’ora d’aria: "In una superficie grande come un campo da pallamano - racconta Caccia - devono starci in 170. Non possono nemmeno muoversi. Così in cella, se tre stanno in piedi gli altri devono restare confinati a letto. È una situazione esplosiva, che può scoppiare da un momento all’altro. Altro che sicurezza, il governo deve intervenire subito."
(Comunicato stampa che illustra gli ordini del giorno presentati in comune a Venezia e alla Regione Veneto dai consiglieri Verdi Gianfranco Bettin e Beppe Caccia)
Pisa: quasi 400 detenuti, il carcere scoppia
Mentre la Casa Circondariale "Don Bosco" scoppia, a causa del "solito" sovraffollamento, e di tanto in tanto scatta l’allarme-topi - a Pisa sono in arrivo 10 milioni di euro per 200 nuovi posti per i detenuti. Che nessuno, al momento, sa dove e come verranno realizzati.
Neppure il direttore del carcere, il dottor Vittorio Cerri: "L’ho sentito dire in tv - afferma - e poi ho letto qualcosa su alcuni siti internet. Ma ufficialmente non so ancora nulla". A fronte di una capienza regolamentare di 226 detenuti (uomini 204 - donne 22) ed una tollerabile di 305 (uomini 268 - donne 37), ad oggi le presenze nella casa circondariale di Pisa sono attorno alle 380 (di cui 38 donne); perdura quindi da molti mesi una situazione di estremo disagio per detenuti e tutti gli operatori del penitenziario, né si intravedono segnali di inversione di tendenza.
"In questa situazione, come ha già correttamente rilevato il Garante di Firenze, Franco Corleone - sostiene l’avvocato Andrea Callaioli, garante del Comune di Pisa per i diritti delle persone private della libertà personale - , bisogna rifiutare la logica del puro deposito dei corpi che sembra ispirare il cosiddetto Piano carceri recentemente avanzato dal Dap e dal ministro Alfano.
Difatti tale piano è concepito esclusivamente in termini numerici e prevede la realizzazione di tre padiglioni con 500 nuovi posti per i detenuti degli istituti di Firenze (200), Livorno (100) e Pisa (200) senza dare alcuna indicazione in ordine alle caratteristiche dei nuovi padiglioni o alla costruzione di nuove strutture. Per Pisa si prevede, entro dicembre 2012, una spesa di 10 milioni di euro, senza, tuttavia, che vi sia una riflessione se intervenire sulla struttura del Don Bosco, vecchia e figlia di una superata concezione degli spazi carcerari, peraltro oggi al limite del collasso, oppure procedere ex novo, coinvolgendo la città e la sua amministrazione nell’individuazione della collocazione e sulle possibilità di pensare ad una nuova struttura che meglio riesca a conciliare le necessità di sicurezza - per i detenuti e gli operatori - con quelle di socializzazione e lavoro.
Inoltre il piano non affronta nessuna delle cause del sovraffollamento delle carceri italiane (fattispecie incriminatrici, scarso accesso alle misure alternative, mancanza di educatori, limitatissime opportunità lavorative), ma pare ragionare in una prospettiva stabile di 90-100 mila detenuti, un numero impressionante di per sé e assolutamente spaventoso laddove si consideri che nel piano nulla si dice sull’aumento degli appartenenti al corpo di polizia penitenziaria né degli educatori e degli assistenti sociali."
Il piano dell’attuale ministro - prosegue l’avvocato Callaioli - pare quindi figlio della concezione ottocentesca del carcere, visto come discarica dei reietti e di tutti i soggetti che il corpo sociale intende "vomitare" lontano dagli occhi. Peraltro, in tutti questi anni i vari governi non hanno affrontato il tema della ristrutturazione dei penitenziari e della loro vivibilità e le risorse sono state indirizzate solo verso i temi securitari, mentre si sono trascurati investimenti sulla formazione del personale, sull’ampliamento dei ruoli degli operatori, sulle convenzioni con il mondo del volontariato. Inoltre, per la struttura del Don Bosco è opportuno e urgente un intervento strutturale che risolva la insostenibile situazione dell’area colloqui, al fine di garantire condizioni minime di intimità e riservatezza, in special modo nelle visite dei familiari e dei bambini".
(da “La Nazione”, servizio di Federico Cortesi)
Napoli: richiesta a Procura per indagine su condizioni detentive
Depositata alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli la denuncia della nostra Associazione. La drammatica, e purtroppo notoria, emergenza che sta vivendo, in questi giorni, il sistema penitenziario, ci vede costretti ad intervenire in difesa di coloro che stanno subendo una non più tollerabile ed incivile aggressione alla loro salute, alla loro vita di relazione e vedono del tutto compromessa la possibilità di partecipare a programmi di rieducazione.
I dati del sovraffollamento sono, di giorno in giorno, più allarmanti. La Casa Circondariale di Poggioreale, ad esempio, che ha una capienza "tollerabile" di 1.300 detenuti, ne ospita più di 2.600. Tali dati comportano, come facilmente intuibile, condizioni igieniche che compromettono la salute e l’equilibrio psico-fisico dei detenuti, costretti a vivere in spazi angusti in una promiscuità che priva ciascuno della propria dignità, in violazione dei principi costituzionali (artt. 3, 27, 32), delle norme dell’ordinamento penitenziario (l. 26 luglio 1975, n. 354), del Regolamento Penitenziario (d.p.r. 30 giugno 2000, n. 230) e della legislazione speciale in materia di salute (r.d. 27 luglio 1934, n. 1265, t.u. leggi sanitarie e succ. mod.), igiene e distribuzione e consumo di alimenti (l. 30 aprile 1962, n.283).
"Il Carcere Possibile Onlus", prendendo atto di questa situazione e dei dati ufficiali diffusi dallo stesso Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, ha ritenuto non più procrastinabile un’azione di denuncia mirata a verificare se tutti i soggetti tenuti, per legge, al controllo dello stato in cui vivono i detenuti abbiano effettivamente svolto il proprio compito, se abbiano descritto le reali condizioni di vita all’interno degli Istituti, e se i soggetti destinatari di tali verifiche abbiano adottato tutti i provvedimenti necessari.
Il carcere non può essere considerata una "zona franca", ove la Legge dello Stato non va applicata. La misura cautelare (circa il 60% dei detenuti è in attesa di una sentenza definitiva, ed è pertanto un "presunto innocente") e la sanzione inflitta non possono consistere in umiliazioni e vessazioni con una vera e propria negazione della dignità umana che è "contra legem" e contro la stessa idea di civiltà. I detenuti sono portatori di diritti pieni ed inalienabili, proprio come i soggetti liberi.
(Comunicato stampa de “Il Carcere Possibile Onlus”)
Massa: carcere di Pontremoli; 10 agenti sorvegliano celle vuote
Il carcere mandamentale di via IV Novembre a Pontremoli torna a far parlare di sé perché, dopo due anni dal completamento dei lavori di ristrutturazione che aveva visto il totale rifacimento del tetto e la messa a norma degli ambienti interni, è entrato in funzione ma, pur mantenendo l’organico come se la struttura ospitasse tutta la popolazione carceraria consentita dalla tipologia dell’edificio, è ancora vuoto.
In poche parole la gente si meraviglia per il fatto che la decina di unità impiegate, tra personale dirigente e guardie carcerarie, continuano a vigilare su di un carcere vuoto con turni di guardia che coprono tutto l’arco del giorno e della notte. Insomma: si fa la guardia alle mura. Il carcere di Pontremoli era nato come carcere circoscrizionale e aveva svolto i suoi compiti di casa di reclusione fino agli inizi degli anni Novanta.
Tutti sapevano che il suo muro di cinta era facilmente scavalcabile, ma dal momento che i detenuti dovevano scontare lievi pene o gli ultimi periodi di condanna, non si era mai registrato alcun tentativo di fuga. Fino alla primavera del 1994 quando un pomeriggio un giovane recluso scavalcò il muro di cinta cercando una via di fuga verso il fiume.
Ma, bagnato fradicio, sotto una pioggerellina fredda e battente preferì farsi riprendere dai carabinieri avvisati dalla popolazione che aveva visto l’evaso rifugiarsi sotto il ponte della Cresa. Da allora il muro di cinta fu rialzato e rinforzata la rete di recinzione posta alla sommità. Per la cronaca non si segnalò più nessun tentativo di fuga, ma il carcere da circondariale fu trasformato in casa mandamentale femminile in grado di ospitare una trentina di detenute.
Il resto della vicenda è storia recente. La struttura si era dimostrata non all’altezza delle nuove norme di sicurezza previste per le carceri e i conseguenti lavori per la messa a norma sono stati eseguiti. In un primo tempo sembrava che il carcere femminile di Pontremoli avrebbe dovuto ospitare giovani madri recluse assieme ai figli di età inferiore alla scuola dell’obbligo.
Ma non se ne è fatto niente. È circolata infine la voce che gli ospiti di Via IV Novembre sarebbero stati un esiguo numero di detenuti "transessuali", ma anche questa soluzione al momento si è dimostrata priva di fondamento, almeno dal lato pratico. Per ora, l’unica certezza, è che il carcere è e rimane desolatamente vuoto. E si tratta di una vicenda davvero singolare.
(Articolo pubblicato da “Il Tirreno”, servizio di Sergio Mastrini)
Trapani: Favignana "peggior carcere d’Italia" protestano agenti
Le segreterie provinciali di Trapani di Sappe, Uilpa, Fns Cisl, Sinappe, Cnpp, Uspp e Siappe hanno proclamato lo stato di agitazione della Polizia Penitenziaria in servizio nelle carceri di Favignana. "È stata raggiunta e oltrepassata la massima tollerabilità ricettiva di utenza detentiva - afferma una nota - con quota 130 detenuti presenti all’alba di oggi, quando la capienza si aggira sulle 80 presenze. Il sovraffollamento, sommato alla ben nota carenza di personale del corpo di polizia penitenziaria, significa che a breve la situazione diventerà davvero ingovernabile, esplosiva". I rappresentanti sindacali hanno chiesto un incontro con il prefetto di Trapani, Stefano Trotta.
Dal punto di vista geografico, Favignana è l’ultimo carcere d’Italia. Ma è il primo nella classifica delle peggiori carceri italiane. Si tratta di una piccola struttura, che ospita 85 detenuti. Quello che rende particolare questo carcere è il fatto che è costruito sotto terra. Si deve scendere per andare negli uffici del carcere. Ancora più in profondità c’è l’infermeria. E si deve scendere ancora per arrivare nelle piccole celle. Celle che sono situate a dieci metri sotto il livello del mare.
Assomigliano più a caverne che a luoghi dove espiare la detenzione. Non ci sono finestre e i muri sono corrosi dall’umidità e dalla salsedine. Dentro ogni cella: un piccolo muretto, altro 40 centimetri, separa il bagno dalle brande. 3 o 4 detenuti, occupano la stessa piccola cella e restano chiusi in quelle "caverne" per 22 ore al giorno.
Pur essendo un carcere per detenuti condannati, non vi è di fatto alcuna attività rieducativa. Unico svago è l’ora d’aria, fatta in un cortile posto sempre a dieci metri sotto il livello del mare.
Le condizioni igieniche all’interno del carcere di Favignana sono a dir poco precarie. Le celle sono sporche e non viene fatta manutenzione. Scarafaggi e topi girano indisturbati per le celle. Tutto ciò che è ferro si presenta arrugginito. I detenuti non possono bere l’acqua dai rubinetti in quanto non è potabile. È l’acqua del mare. Se qualche detenuto protesta per queste indegne condizioni di vita, viene messo nella cella di isolamento. Denudato, viene lasciato lì per giorni. E come letto ha una rete di ferro, senza materasso.
Il sotterraneo carcere di Favignana è anche costoso. Ogni detenuto costa 300 euro al giorno. E lo Stato spende ben nove milioni di euro all’anno per mantenere tutti gli 85 "fortunati" detenuti dell’isola.
(articolo da “La Sicilia”)
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Carceri: situazione sempre più esplosiva. E intanto il Governo promette…
di Valter Vecellio
L’occasione è stata la Festa della Polizia Penitenziaria. Il ministro della Giustizia, Angiolino Alfano ha illustrato il piano per la realizzazione di nuove carceri messo a punto dal capo del Dap, Franco Ionta, piano che – ha promesso - "sarà sottoposto a breve all'attenzione del presidente del Consiglio e del Consiglio dei Ministri".
Il piano prevede la "realizzazione in tempi ragionevolmente brevi" di 48 nuovi padiglioni che amplieranno le carceri già esistenti; la ristrutturazione di due istituti penitenziari; la costruzione 'ex novo' di 24 case circondariali "per le quali si ricorrerà anche al contributo essenziale delle imprese private". A conclusione di questi interventi alla fine del 2012 saranno realizzati, secondo le intenzioni, 17.891 nuovi posti per i detenuti.
Che tutto ciò si possa realizzare in soli tre anni non è molto credibile, ma vedremo. Ad ogni modo, in conseguenza dell'incremento delle strutture carcerarie sarà necessario un "reclutamento straordinario" di poliziotti penitenziari. Alfano se la cava promettendo che "pur nelle ristrettezze determinate dalla contingente crisi economica che non ha risparmiato la pubblica amministrazione", farà quanto è nelle sue possibilità per procedere a questo reclutamento straordinario di agenti. Considerando che il corpo di polizia penitenziaria ora è in sofferenza, non si comprende bene come si possa pensare di aprire nuove carceri e al tempo stesso come garantire i necessari organici. L’ennesimo “fumo” che è la caratteristica fondante di questo governo?
Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha messo il dito nella piaga, Ringraziando la polizia penitenziaria per l'attività svolta "contesto particolarmente complesso della gestione carceraria”, ha sottolineato come sia “reso ancor più problematico dal contesto dal fenomeno del sovraffollamento”.
Le cifre, del resto, parlano chiaro, e lo stesso capo del DAP Ionta ammette l’emergenza: presto, ha detto verrà toccata "la soglia massima di tollerabilità di presenze" nelle carceri.
Nei 206 istituti penitenziari italiani ci sono 62.961 detenuti (dato riferito al 31 maggio scorso, mentre la soglia 'tollerabile' è di 63.702 posti e il limite regolamentare di 43.201, ndr). I poliziotti penitenziari sono 40.334 su un organico previsto di 45.109 unità. Lo stesso Ionta ha riconosciuto che è necessario fare più ricorso alle misure alternative al carcere, non solo per contenere il sovraffollamento ma anche perché è provato che in questo modo il livello di recidiva dei condannati si abbassa. "La certezza della pena - sottolinea - è certamente un principio indiscutibile, ma bisogna comprendere che una pena flessibile sostiene il cambiamento della persona condannata, che, se adeguatamente sostenuta e accompagnata nel percorso di reinserimento sociale, abbassa il livello di recidiva ed è un valido strumento deflattivo delle presenze nelle carceri, con ricadute positive sui livelli di vivibilità" negli istituti penitenziari. Anche perché - aggiunge - "siamo convinti che non basti ampliare i posti letto per i detenuti perché la detenzione sia ritenuta in linea con i principi costituzionali del rispetto della dignità dell’uomo”.
Il ministro Alfano avrà ascoltato le ragionevoli parole del capo del DAP? Per ora abbiamo l’equivalente delle solite grida manzoniane: "Questo governo non intende arretrare di un millimetro sul fronte della sicurezza sociale e della certezza della pena, senza la quale i cittadini onesti rimangono spesso disorientati e la minoranza che delinque si rafforza nella convinzione di una sostanziale impunità ".
Nel frattempo la situazione incancrenisce.
Questo che segue è un piccolo, parziale promemoria.
Giustizia: 63.500 detenuti tra 7 giorni carceri "fuori controllo"
Le carceri non sono state mai così sovraffollate dal dopoguerra ad oggi: nei 206 penitenziari ci sono 63.416 detenuti (39.894 italiani e 23.522 stranieri) che nel giro di una settimana arriveranno a sfondare la soglia "tollerabile", vale a dire un numero (63.702 posti letto) di per sé asettico e non in grado di rendere a sufficienza il dramma di chi sconta la pena in celle dove anziché quattro detenuti ce ne sono otto, con tanto di materassi in terra anche in palestre utilizzate come dormitorio.
Se si considera che il limite regolamentare dovrebbe essere di 43.201 posti, l’ultimo dato rilevato stamani dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (Dap) fotografa una situazione drammatica, soprattutto in considerazione del caldo dei mesi estivi. I cinque principali sindacati penitenziari (Sappe, Osapp, Uil-Pa, Cgil-Fp, Ussp-Ugl) denunciano da tempo difficoltà senza precedenti, con un crescente numero di casi di agenti aggrediti o di proteste difficili da gestire dal momento che i poliziotti penitenziari sono sotto organico.
Da giorni sono in stato di agitazione e per protesta fanno lo "sciopero" del vitto, rifiutando il cibo della mensa del carcere.
"Il piano edilizio del capo del Dap, Ionta è un fallimento annunciato", ha detto Patrizio Gonnella, presidente dell’associazione "Antigone" che si batte per i diritti nelle carceri. "Potrà garantire solo il fabbisogno di due-tre mesi".
Ma a preoccupare, al Dap, sono anche le proteste dei detenuti, che a tutt’oggi vengono segnalate nell’ordine di 3-4 al giorno (le ultime segnalate sono lo sciopero della fame dei detenuti stranieri ad Ascoli e la battitura delle inferriate a Castelvetrano), ma che non escluso che possano aumentare nei prossimi mesi. Ecco perché al Dap stato deciso di monitorare giornalmente la situazione.
Tra le proteste monitorate dalla sala situazioni del Dap non vengono segnalate quelle dei circa 600 detenuti in regime di 41 bis che si trovano in carceri del Nord o al Centro (Cuneo, Novara, Milano Opera, Tolmezzo, Parma, Ascoli Piceno, Rebibbia, Terni e Spoleto, mentre quello dell’Aquila è stato evacuato dopo il terremoto).
(Fonte: agenzia ANSA)
Giustizia: nelle carceri c’è il "tutto esaurito", solo posti in piedi
Bene, anche questa è fatta, i dati ufficiali parlano di 63.400 detenuti presenti nelle carceri italiane equivalenti ad almeno 64.000 presenze effettive.
La presenza di detenuti negli istituti penitenziari italiani "tollerabile" (legalmente ammissibile?), pari alla presenza regolamentare incrementata del 50% che oggi è di gran lunga inferiore a quella data dalle cifre ufficiali è stata superata, le aggressioni, le minacce, persino qualche sequestro in sezione di Personale di Polizia Penitenziaria sono all’ordine del giorno e l’unica soluzione "proposta" è la realizzazione di nuovi padiglioni-carceri di cui per 4.615 posti entro il 31.12.2010.
Accade così che negli istituti penitenziari, in particolare in quelli di ben nota fama quali Torino L.C., Milano-S.Vittore, Roma-Regina Coeli, Napoli-Poggioreale etc., di posti detenuto non ce ne siano più, neanche nel terzo letto a castello (a Palermo sarebbero arrivati al quarto con rischi evidenti legati all’altitudine), neanche con i materassi per terra persino nelle aree non detentive. In sintesi e al momento, in via del tutto eccezionale per pochi giorni ancora, solo posti in piedi nelle carceri italiane.
Poi, per allocare gli ulteriori detenuti, si vedrà di recuperare spazi negli Uffici, nelle Direzioni, nei Provveditorati e al Dap come peraltro avevamo già proposto, magari anche presso qualche Scuola (sic!). Nel frattempo la protesta sindacale (di alcuni sindacati tra cui il nostro) è iniziata e non sembrano sussistere le condizioni oggettive per addivenire a reali punti di incontro rispetto ad una divergenza di opinioni, Sindacati vs. Amministrazione, su quanto sta accadendo e soprattutto su quanto accadrà nei prossimi mesi, in attesa che qualcuno che soprattutto ha il dovere politico di farlo non assumerà i necessari correttivi.
Ci riferiamo, ovviamente, al Ministro Alfano uscito a quanto si dice "vincitore", unitamente alla corrente facente capo al Presidente del Senato Schifani, dagli scontri elettorali in Sicilia e che, quindi, adesso e finalmente può occuparsi del carcere e della Polizia Penitenziaria più di quanto ad oggi abbia mai fatto.
Perché poi, dalla manifestazione del 4 giugno propedeutica a quella, più grande, del 17 giugno, è emerso un Capo del Dap nonché Commissario Straordinario per l’Edilizia penitenziaria Dott. Franco Ionta più "umile" e sincero del solito e con idee concrete che nell’incontro con le OO.SS. in protesta ha affermato essere il Piano Carceri il primo tassello degli interventi necessari per risolvere il problema penitenziario italiano e di avere in corso ulteriori iniziative in favore della Polizia Penitenziaria quali: l’abolizione delle convalide extra carcere, la revisione dei corsi presso le Scuole, la revisione dei procedimenti disciplinari, il recupero del personale addetto a servizi di sorveglianza impropri (quali quelli presso i Tribunali), alle sentinelle e agli spacci (circa 1.200 unità) e la revisione degli organici per quanto riguarda i servizi presso i Prap, le Scuole e il Dap. Tutto molto bello e molto sereno, quindi, solo che per qualsiasi cosa vogliano fare, che sia condivisa o meno, che sia utile o indispensabile, è veramente tardi!
(di Leo Benedici, “Polizia Penitenziaria Domani”)
Venezia: il carcere può esplodere, in qualsiasi momento
Il 1° giugno i Consiglieri dei Verdi, Gianfranco Bettin in Consiglio regionale e Beppe Caccia in Consiglio comunale, hanno depositato un identico Ordine del Giorno, che invita "il Presidente della Giunta regionale e il Sindaco di Venezia a rivolgersi al Governo, e al Ministro della Giustizia in particolare, affinché intervengano immediatamente" per disinnescare la situazione che si è creata al carcere maschile veneziano, la Casa circondariale di Santa Maria Maggiore.
Una "situazione drammatica e ingestibile" per il consigliere Bettin che venerdì, insieme a Beppe Caccia, capogruppo in Comune, si era recato in sopralluogo al carcere per verificare coi propri occhi il sovraffollamento. Dopo aver visitato le due sezioni detentive e aver incontrato la Direttrice dottoressa Gabriella Straffi, Bettin ha raccontato: "In celle da tre stanno ormai in otto, in quelle da uno almeno in quattro. Giacigli improvvisati, promiscuità tra i detenuti, condizioni igieniche a rischio e attività di reinserimento sociale diventate impossibili".
Caccia spiega: "L’inasprimento delle norme sui reati minori e sulla recidiva, intervenuto nell’ultimo anno, non ha fatto altro che aggravare il carico che la struttura deve sopportare." Più della metà dei detenuti entrano ed escono nel giro di tre giorni, accusati di "micro-reati" e immediatamente scarcerati.
Un via vai che pesa ulteriormente sull’organico già risicato del personale di custodia. "A oggi ce ne sono almeno una sessantina in meno rispetto alle effettive necessità. - aggiunge Bettin - Con questi numeri, la nuova ala che sarà pronta in autunno, non potrà mai essere aperta."
Pesantissima la condizione degli spazi per l’ora d’aria: "In una superficie grande come un campo da pallamano - racconta Caccia - devono starci in 170. Non possono nemmeno muoversi. Così in cella, se tre stanno in piedi gli altri devono restare confinati a letto. È una situazione esplosiva, che può scoppiare da un momento all’altro. Altro che sicurezza, il governo deve intervenire subito."
(Comunicato stampa che illustra gli ordini del giorno presentati in comune a Venezia e alla Regione Veneto dai consiglieri Verdi Gianfranco Bettin e Beppe Caccia)
Pisa: quasi 400 detenuti, il carcere scoppia
Mentre la Casa Circondariale "Don Bosco" scoppia, a causa del "solito" sovraffollamento, e di tanto in tanto scatta l’allarme-topi - a Pisa sono in arrivo 10 milioni di euro per 200 nuovi posti per i detenuti. Che nessuno, al momento, sa dove e come verranno realizzati.
Neppure il direttore del carcere, il dottor Vittorio Cerri: "L’ho sentito dire in tv - afferma - e poi ho letto qualcosa su alcuni siti internet. Ma ufficialmente non so ancora nulla". A fronte di una capienza regolamentare di 226 detenuti (uomini 204 - donne 22) ed una tollerabile di 305 (uomini 268 - donne 37), ad oggi le presenze nella casa circondariale di Pisa sono attorno alle 380 (di cui 38 donne); perdura quindi da molti mesi una situazione di estremo disagio per detenuti e tutti gli operatori del penitenziario, né si intravedono segnali di inversione di tendenza.
"In questa situazione, come ha già correttamente rilevato il Garante di Firenze, Franco Corleone - sostiene l’avvocato Andrea Callaioli, garante del Comune di Pisa per i diritti delle persone private della libertà personale - , bisogna rifiutare la logica del puro deposito dei corpi che sembra ispirare il cosiddetto Piano carceri recentemente avanzato dal Dap e dal ministro Alfano.
Difatti tale piano è concepito esclusivamente in termini numerici e prevede la realizzazione di tre padiglioni con 500 nuovi posti per i detenuti degli istituti di Firenze (200), Livorno (100) e Pisa (200) senza dare alcuna indicazione in ordine alle caratteristiche dei nuovi padiglioni o alla costruzione di nuove strutture. Per Pisa si prevede, entro dicembre 2012, una spesa di 10 milioni di euro, senza, tuttavia, che vi sia una riflessione se intervenire sulla struttura del Don Bosco, vecchia e figlia di una superata concezione degli spazi carcerari, peraltro oggi al limite del collasso, oppure procedere ex novo, coinvolgendo la città e la sua amministrazione nell’individuazione della collocazione e sulle possibilità di pensare ad una nuova struttura che meglio riesca a conciliare le necessità di sicurezza - per i detenuti e gli operatori - con quelle di socializzazione e lavoro.
Inoltre il piano non affronta nessuna delle cause del sovraffollamento delle carceri italiane (fattispecie incriminatrici, scarso accesso alle misure alternative, mancanza di educatori, limitatissime opportunità lavorative), ma pare ragionare in una prospettiva stabile di 90-100 mila detenuti, un numero impressionante di per sé e assolutamente spaventoso laddove si consideri che nel piano nulla si dice sull’aumento degli appartenenti al corpo di polizia penitenziaria né degli educatori e degli assistenti sociali."
Il piano dell’attuale ministro - prosegue l’avvocato Callaioli - pare quindi figlio della concezione ottocentesca del carcere, visto come discarica dei reietti e di tutti i soggetti che il corpo sociale intende "vomitare" lontano dagli occhi. Peraltro, in tutti questi anni i vari governi non hanno affrontato il tema della ristrutturazione dei penitenziari e della loro vivibilità e le risorse sono state indirizzate solo verso i temi securitari, mentre si sono trascurati investimenti sulla formazione del personale, sull’ampliamento dei ruoli degli operatori, sulle convenzioni con il mondo del volontariato. Inoltre, per la struttura del Don Bosco è opportuno e urgente un intervento strutturale che risolva la insostenibile situazione dell’area colloqui, al fine di garantire condizioni minime di intimità e riservatezza, in special modo nelle visite dei familiari e dei bambini".
(da “La Nazione”, servizio di Federico Cortesi)
Napoli: richiesta a Procura per indagine su condizioni detentive
Depositata alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli la denuncia della nostra Associazione. La drammatica, e purtroppo notoria, emergenza che sta vivendo, in questi giorni, il sistema penitenziario, ci vede costretti ad intervenire in difesa di coloro che stanno subendo una non più tollerabile ed incivile aggressione alla loro salute, alla loro vita di relazione e vedono del tutto compromessa la possibilità di partecipare a programmi di rieducazione.
I dati del sovraffollamento sono, di giorno in giorno, più allarmanti. La Casa Circondariale di Poggioreale, ad esempio, che ha una capienza "tollerabile" di 1.300 detenuti, ne ospita più di 2.600. Tali dati comportano, come facilmente intuibile, condizioni igieniche che compromettono la salute e l’equilibrio psico-fisico dei detenuti, costretti a vivere in spazi angusti in una promiscuità che priva ciascuno della propria dignità, in violazione dei principi costituzionali (artt. 3, 27, 32), delle norme dell’ordinamento penitenziario (l. 26 luglio 1975, n. 354), del Regolamento Penitenziario (d.p.r. 30 giugno 2000, n. 230) e della legislazione speciale in materia di salute (r.d. 27 luglio 1934, n. 1265, t.u. leggi sanitarie e succ. mod.), igiene e distribuzione e consumo di alimenti (l. 30 aprile 1962, n.283).
"Il Carcere Possibile Onlus", prendendo atto di questa situazione e dei dati ufficiali diffusi dallo stesso Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, ha ritenuto non più procrastinabile un’azione di denuncia mirata a verificare se tutti i soggetti tenuti, per legge, al controllo dello stato in cui vivono i detenuti abbiano effettivamente svolto il proprio compito, se abbiano descritto le reali condizioni di vita all’interno degli Istituti, e se i soggetti destinatari di tali verifiche abbiano adottato tutti i provvedimenti necessari.
Il carcere non può essere considerata una "zona franca", ove la Legge dello Stato non va applicata. La misura cautelare (circa il 60% dei detenuti è in attesa di una sentenza definitiva, ed è pertanto un "presunto innocente") e la sanzione inflitta non possono consistere in umiliazioni e vessazioni con una vera e propria negazione della dignità umana che è "contra legem" e contro la stessa idea di civiltà. I detenuti sono portatori di diritti pieni ed inalienabili, proprio come i soggetti liberi.
(Comunicato stampa de “Il Carcere Possibile Onlus”)
Massa: carcere di Pontremoli; 10 agenti sorvegliano celle vuote
Il carcere mandamentale di via IV Novembre a Pontremoli torna a far parlare di sé perché, dopo due anni dal completamento dei lavori di ristrutturazione che aveva visto il totale rifacimento del tetto e la messa a norma degli ambienti interni, è entrato in funzione ma, pur mantenendo l’organico come se la struttura ospitasse tutta la popolazione carceraria consentita dalla tipologia dell’edificio, è ancora vuoto.
In poche parole la gente si meraviglia per il fatto che la decina di unità impiegate, tra personale dirigente e guardie carcerarie, continuano a vigilare su di un carcere vuoto con turni di guardia che coprono tutto l’arco del giorno e della notte. Insomma: si fa la guardia alle mura. Il carcere di Pontremoli era nato come carcere circoscrizionale e aveva svolto i suoi compiti di casa di reclusione fino agli inizi degli anni Novanta.
Tutti sapevano che il suo muro di cinta era facilmente scavalcabile, ma dal momento che i detenuti dovevano scontare lievi pene o gli ultimi periodi di condanna, non si era mai registrato alcun tentativo di fuga. Fino alla primavera del 1994 quando un pomeriggio un giovane recluso scavalcò il muro di cinta cercando una via di fuga verso il fiume.
Ma, bagnato fradicio, sotto una pioggerellina fredda e battente preferì farsi riprendere dai carabinieri avvisati dalla popolazione che aveva visto l’evaso rifugiarsi sotto il ponte della Cresa. Da allora il muro di cinta fu rialzato e rinforzata la rete di recinzione posta alla sommità. Per la cronaca non si segnalò più nessun tentativo di fuga, ma il carcere da circondariale fu trasformato in casa mandamentale femminile in grado di ospitare una trentina di detenute.
Il resto della vicenda è storia recente. La struttura si era dimostrata non all’altezza delle nuove norme di sicurezza previste per le carceri e i conseguenti lavori per la messa a norma sono stati eseguiti. In un primo tempo sembrava che il carcere femminile di Pontremoli avrebbe dovuto ospitare giovani madri recluse assieme ai figli di età inferiore alla scuola dell’obbligo.
Ma non se ne è fatto niente. È circolata infine la voce che gli ospiti di Via IV Novembre sarebbero stati un esiguo numero di detenuti "transessuali", ma anche questa soluzione al momento si è dimostrata priva di fondamento, almeno dal lato pratico. Per ora, l’unica certezza, è che il carcere è e rimane desolatamente vuoto. E si tratta di una vicenda davvero singolare.
(Articolo pubblicato da “Il Tirreno”, servizio di Sergio Mastrini)
Trapani: Favignana "peggior carcere d’Italia" protestano agenti
Le segreterie provinciali di Trapani di Sappe, Uilpa, Fns Cisl, Sinappe, Cnpp, Uspp e Siappe hanno proclamato lo stato di agitazione della Polizia Penitenziaria in servizio nelle carceri di Favignana. "È stata raggiunta e oltrepassata la massima tollerabilità ricettiva di utenza detentiva - afferma una nota - con quota 130 detenuti presenti all’alba di oggi, quando la capienza si aggira sulle 80 presenze. Il sovraffollamento, sommato alla ben nota carenza di personale del corpo di polizia penitenziaria, significa che a breve la situazione diventerà davvero ingovernabile, esplosiva". I rappresentanti sindacali hanno chiesto un incontro con il prefetto di Trapani, Stefano Trotta.
Dal punto di vista geografico, Favignana è l’ultimo carcere d’Italia. Ma è il primo nella classifica delle peggiori carceri italiane. Si tratta di una piccola struttura, che ospita 85 detenuti. Quello che rende particolare questo carcere è il fatto che è costruito sotto terra. Si deve scendere per andare negli uffici del carcere. Ancora più in profondità c’è l’infermeria. E si deve scendere ancora per arrivare nelle piccole celle. Celle che sono situate a dieci metri sotto il livello del mare.
Assomigliano più a caverne che a luoghi dove espiare la detenzione. Non ci sono finestre e i muri sono corrosi dall’umidità e dalla salsedine. Dentro ogni cella: un piccolo muretto, altro 40 centimetri, separa il bagno dalle brande. 3 o 4 detenuti, occupano la stessa piccola cella e restano chiusi in quelle "caverne" per 22 ore al giorno.
Pur essendo un carcere per detenuti condannati, non vi è di fatto alcuna attività rieducativa. Unico svago è l’ora d’aria, fatta in un cortile posto sempre a dieci metri sotto il livello del mare.
Le condizioni igieniche all’interno del carcere di Favignana sono a dir poco precarie. Le celle sono sporche e non viene fatta manutenzione. Scarafaggi e topi girano indisturbati per le celle. Tutto ciò che è ferro si presenta arrugginito. I detenuti non possono bere l’acqua dai rubinetti in quanto non è potabile. È l’acqua del mare. Se qualche detenuto protesta per queste indegne condizioni di vita, viene messo nella cella di isolamento. Denudato, viene lasciato lì per giorni. E come letto ha una rete di ferro, senza materasso.
Il sotterraneo carcere di Favignana è anche costoso. Ogni detenuto costa 300 euro al giorno. E lo Stato spende ben nove milioni di euro all’anno per mantenere tutti gli 85 "fortunati" detenuti dell’isola.
(articolo da “La Sicilia”)
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